GRAZIE ALL’INIZIATIVA “ECCO LA MIA IMPRESA” 400 ECCELLENZE ITALIANE SI RACCONTANO
Centrale del Latte di Torino, polo interregionale specializzato nel fresco – latte, yogurt e prodotti derivati distribuiti in tutto il Nord Italia – presenta in Expo Milano 2015 la propria produzione di qualità e la propria storia. L’evento è in calendario venerdì 23 ottobre e sarà ospitato all’interno di “The Waterstone”, lo spazio espositivo di Intesa Sanpaolo in Expo. Grazie all’iniziativa “Ecco la mia impresa”, 400 piccole e medie imprese, espressione del made in Italy d’eccellenza, avranno l’opportunità di utilizzare per un giorno gli spazi messi a disposizione dalla Banca per presentarsi ai visitatori con esposizioni di prodotti o proiezione di filmati, oppure per incontrare buyer e investitori internazionali in eventi riservati.Le aziende sono state selezionate da Intesa Sanpaolo con la massima attenzione alla rappresentatività dei territori e nell’ambito dei settori merceologici affini ai temi di Expo: Food, Fashion, Design e Hospitality.
“The Waterstone by Intesa Sanpaolo” è una struttura su due piani di 1.000 metri quadri, realizzata con materiali interamente ecologici e riciclabili e animata ogni giorno con allestimenti multimediali, opere d’arte e un palinsesto di oltre 250 eventi per famiglie e imprese. Centrale del Latte di Torino, presente venerdì 23 ottobre nel Waterstone con un incontro riservato, è nata 1960 e ha conosciuto negli anni un continuo sviluppo, che l’ha portata oggi ad essere un Gruppo interregionale quotato in Borsa. È specializzata nella produzione e commercializzazione di prodotti di alta qualità dell’industria lattiero-casearia (latte e panna nei tipi fresco, a lunga durata e a lunga conservazione, yogurt) e di altri prodotti ultrafreschi come insalate pulite e confezionate pronte per l’uso, delle quali gestisce direttamente la produzione e la vendita. Commercializza inoltre con propri marchi, sempre nel segmento del fresco, prodotti selezionati e confezionati quali uova e derivati, formaggi, pasta e dessert.
Grazie a un forte radicamento territoriale, attraverso gli stabilimenti produttivi di Torino, Rapallo (GE), Vicenza e Casteggio (PV), con un totale di 260 dipendenti, il Gruppo presidia i mercati del Nord Italia, dove gode di posizioni di leadership per il latte fresco e il latte a lunga conservazione (UHT). La produzione annua è di circa 165 milioni di litri di latte. La catena di lavorazione è rigorosamente controllata con tecnologie avanzate, dalla raccolta del latte all’ingresso in stabilimento, fino al confezionamento, con un sistema di rintracciabilità di filiera controllata. Centrale del Latte di Torino gode di tutte le maggiori certificazioni di qualità ed è stata inoltre, nel 2009, la prima azienda del settore in Italia ad ottenere la Certificazione UNI EN ISO 22000, la norma volontaria più restrittiva per la sicurezza alimentare a tutela del consumatore. I prodotti sono distribuiti attraverso una rete di oltre 170 automezzi refrigerati che giornalmente riforniscono circa 1.600 punti vendita nella Grande Distribuzione e oltre 6.000 negozi al dettaglio. Recentemente il Gruppo ha allargato i propri confini esportando in Cina latte italiano a lunga conservazione e una bevanda di soia ed è tra i primi operatori italiani del settore per volumi esportati in questo Paese.
Per maggiori informazioni sull’azienda: www.centralelatte.torino.it
«Con The Waterstone abbiamo sviluppato uno spazio espositivo aperto e coinvolgente, dedicato ai visitatori e alle aziende, in cui le 400 imprese ospiti possono raccontarsi, incontrare altre realtà imprenditoriali, sviluppare e condividere progetti e idee, nonché studiare nuove opportunità di business internazionali – afferma Cristina Balbo, Direttore Regionale Piemonte Valle d’Aosta e Liguria di Intesa Sanpaolo – Da maggio ad oggi, The Waterstone ha ospitato decine di imprese differenti per dimensioni e settori merceologici, ma che condividono una produzione di qualità, l’attenzione alla sostenibilità e una storia imprenditoriale di successo. Expo ci ha insegnato che le nostre aziende hanno bisogno di una vetrina internazionale, e che una banca come la nostra ha il dovere di aiutarle a trovarla. Voglio anche ricordare che, oltre agli eventi con le imprese, il nostro spazio offre appuntamenti con la cultura e con lo spettacolo di elevata qualità.»
“Allenarsi dentro, non è come allenarsi fuori” ha evidenziato un’educatrice, trovo molto bello che tanti atleti siano venuti a correre con noi.” Sono stati una cinquantina i podisti in rappresentanza di 15 società Uisp e una decina di donne, che hanno scelto e voluto partecipare insieme ai detenuti della casa circondariale. “Ho corso con chi è meno fortunato di me – ha commentato un podista – per fargli sentire la mia solidarietà”.
Castel Ritaldi, in Provincia di Perugia, dal 22 al 24 ottobre ospiterà il secondo congresso di EUNWA – European Neighbourhood Watch Association, l’associazione che, a livello europeo, raccoglie le varie realtà che si occupano di Controllo del Vicinato e che è nata con il congresso di Vienna del 2014, dove ha sede il segretariato generale. In Italia è attiva l’Associazione Controllo del Vicinato, presieduta da Gianfrancesco Caccia che, nel comune di Caronno Perrusella (Varese), è stato “pioniere” del sistema del CDV sin dal 2008, “importandolo” dai Paesi anglosassoni dove era nato. Lo staff organizzativo, coordinato sul posto da Mirella Seccafieno, referente per l’Umbria dell’Associazione, sta mettendo a punto gli ultimi dettagli dell’evento che prevede una fitta serie di incontri tra associazioni che promuovono in Europa il Controllo del Vicinato per confrontarsi su temi comuni quali: la sicurezza nelle città, il ruolo delle comunità nella lotta alla criminalità organizzata, della “polizia di prossimità”, dello sviluppo del Neigbouhood Watch nei vari Paesi europei, della prevenzione del crimine attraverso il disegno urbano e della collaborazione tra cittadini e forze dell’ordine.
La passione della famiglia Cantoni per il mondo dell’oreficeria e della gioielleria colora la vita dei suoi componenti fin dal 1979
cuore è un sogno e tu mi hai regalato una realtà che ha il profumo di un sogno. Non esiste dono più grande per illuminare una vita. La mia vita grazie a te è luce.” Giovanna



Punta di diamante di Borgo Filadelfia, nome nato per volontà popolare nel 2003, è naturalmente il Fila, lo stadio che ha rappresentato la “casa” del Grande Torino e che, dopo anni bui in cui è andato incontro a degrado crescente, sta finalmente tornando a rivivere
Lo storico dell’umorismo, vignettista, curatore di mostre e scrittore-editore Dino Aloi (le cui vignette sono pubblicate anche dal “Torinese”) è stato intervistato dalla rete nazionale francese France 3, in occasione di un premio vinto a Forte dei Marmi. Ecco il link relativo al servizio televisivo. Congratulazioni, Dino!
Se oggi guardiamo ad alcuni concetti, nel passato indiscutibili, ne sorridiamo: la terra è quadrata, hic sunt leones, il cielo è composto da sette sfere, l’indole criminale si rivela nei tratti del volto e del cranio, sulla Luna vivono i Seleniti, eccetera. Tra qualche secolo sorrideranno di noi leggendo, tra le altre, della nostra ossessione sulla parità di genere, che ormai si infila in ogni ambito della vita civile, come una spolverata di prezzemolo in cucina. Non intesa come parità di opportunità, che non sarebbe male, ma come sradicamento della distinzione naturale e biologica tra generi: nel vestire, nello stile di vita, persino nel concepimento e nella esperienza della paternità e maternità. Non scomodiamo Houllebecq: guardiamo, nel piccolo, al cortile di casa. Il Consiglio Comunale di Torino, una città che versa in condizioni di fallimento finanziario tecnico, ha perso mesi in accesi dibattiti sull’obbligo di vestire una tenuta minimamente decorosa durante le sedute, anche quando il termometro si impenna. Ma perbacco, non è un problema di decoro, ben altro: qui è in gioco la parità di genere. Nientemeno.
ho letto il suo articolo “Dalle zebre pedonali ai prelievi bancari: quando le regole sono un optional” su “Il Torinese” ed ho pensato: meno male che c’è ancora qualcuno a Torino che ragiona come una persona civile! Mi è venuta quindi voglia di scriverle per darle qualche spunto per qualche suo prossimo articolo (non sia mai che grazie all’informazione si riesca anche a cambiare qualcosa).Premetto che io sono di Torino, ma vivo all’estero da molti anni e torno in genere solo pochi giorni all’anno. Quest’anno però mi sono riuscito ad organizzare per lavorare 3 mesi a Moncalieri e quindi ho potuto vivere la mia città come non facevo da tempo. Ho potuto vedere Torino con gli occhi di uno straniero (nel senso che ormai sono abituato a vivere altrove) ed ho scoperto che la città che io avevo in testa è il frutto della mia idealizzazione o forse il ricordo di una città civile che non esiste più (quando scrivo mi sembra di essere un novantenne, ma di anni ne ho 36!).
Vicino a dove vivo, la seconda fila ed il parcheggio sul marciapiede sono una costante, ma in genere almeno il parcheggiatore ha la decenza di lasciare la macchina in posizioni che non disturbano.Invece ogni mattina osservo una cosa che, per quanto relativamente innocua, ritengo incredibile. In bici o in macchina, faccio tutto corso Moncalieri. Arrivato al ponte di C.so Fiume, sul lato Po c’è una scuola (Saint Denis School, Cso Moncalieri 52) che sicuramente si vanterà di essere una ottima scuola da cui dovrebbero uscire dei cittadini di prima classe. Quando passo in bici, devo fare la gimcana tra i genitori che, dopo aver lasciato i figli, scambiano la pista ciclabile per un salotto, e rimangono a conversare. Quando invece passo in macchina, noto l’ingorgo che si crea, dovuto al fatto che quegli stessi genitori chiacchieroni bloccano una corsia del corso, per lasciare la macchina parcheggiata mentre conversano.
1) rimpolpare le casse dello stato, a scapito dei cafoni
Dopo il successo della prima edizione, torna a Torino “Pensare il cibo”, l’unico festival italiano dedicato ai temi dell’alimentazione visti da un punto di vista filosofico.Durante le tre giornate del Festival, dal 15 al 17 ottobre, presso le sale del Circolo dei lettori di Torino, filosofi, economisti, teologi si confronteranno sui temi che avrebbero dovuto essere al centro del messaggio universale di Expo 2015. Temi che Expo ha esaurito nei lavori preparatori della Carta di Milano, e che vengono così riportati a Torino, che si conferma la città più attenta al dibattito culturale intorno al cibo. A Pensare il cibo si parlerà di globalizzazione e necessità di “nutrire il pianeta”; di diritto al cibo ed economia di comunità; di consumismo schiavizzante e identità alimentari.