L’evento è patrocinato dalla Circoscrizione 10
L’Associazione culturale Soluzioni Artistiche organizza la serata di cabaret MirafioRidiamo Sabato 30 Aprile, alle ore 21, presso il Palamirafiori situato a Torino in Via Plava 66. Durante la serata si esibiranno i comici Alberto Farina (Colorado), i Senso D’oppio (Zelig), Massimo “Wuoz” Valz Brenta (Comedy Central), Marco Turano (Eccezionale Veramente), Barbie Bubu, Elisabetta Gullì & Giulia Accatino. La serata sarà aperta dall’appuntamento “Yes We Sing On The Road”, che costituirà una delle fasi di selezione per la quinta edizione del concorso canoro europeo “Yes, We Sing!”, curata dall’associazione culturale Soluzioni Artistiche. L’evento è patrocinato dalla Circoscrizione 10 – Mirafiori Sud della Città di Torino ed è organizzato in collaborazione con Associazione Culturale EraOra e Gym Fizz 2.0 – Associazione Sportiva Dilettantistica. Media partner dell’evento è Radio Antenna Uno – Torino. Presentano la serata Andrea “Frisk” Lazzero e Marinella Ferrero. Direzione artistica: Massimo “Wuoz” Val Brenta. Service audio-video-luci: Woncy Fobico / Andrea Cazzanti. Infoline e prenotazioni: 011.536.09.71 – 339.61.70.644 – info@soluzioniartistiche.it

autorità di Tirana, per affrontare la questione della prevenzione del fenomeno migratorio e della sua gestione, in caso di arrivo di flussi, dopo la chiusura della 
Partono a Pasqua i primi voli
sole, terra di pastori e contadini, Roaschia aveva nel 1911 duemila abitanti mentre oggi ne conta si e no centocinquanta, la maggior parte di essi ha superato i settant’anni. Molti nuclei, oggi disabitati, offrono ancora esempi notevoli di quell’ architettura alpina riconoscibile nei tetti in paglia di segale. Roaschia è stata a lungo la patria di generazioni di famosi pastori transumanti, costretti a spostarsi continuamente dal monte al piano in cerca di quei pascoli che in paese non bastavano mai, dove l’agricoltura si poteva praticare soltanto a livelli di sussistenza e da dove – per sopravvivere – bisognava necessariamente imboccare le strade e le vie del mondo. E così c’erano i “cavié” (commercianti di capelli)e gli “anciuè” (i venditori di acciughe), i quali entrambi a piedi o con un carrettino se ne andavano in giro, spingendosi verso la pianura o a volte sino al mare, comprando e rivendendo. Ma soprattutto c’erano i pastori di pecore e transumanti, ed è a loro che Marco Aime, che ha trascorso in questo paese a venti chilometri da Cuneo lunghi periodi della sua infanzia e della sua adolescenza, dedica questo libro. Il paese, i suoi abitanti e gli alpeggi sono parte della sua storia. Quindi, non solo perché di mestiere fa l’antropologo, in questo libro racconta con una partecipazione diretta, intensa e dal sapore antico di questa terra e della sua gente, dei pastori e della transumanza, un rito ormai del tutto scomparso, gente migrante, a volte costretta a “rubare l’erba” per dar da mangiare alle pecore, che si sposava, lavorava, partoriva e moriva in viaggio, senza un tetto sopra la testa. “Partivano. La gente di queste parti è sempre partita“. Così, i ricordi di Toni e Margherita, un anziano pastore e sua moglie, fanno rivivere la loro storia nel contesto del Piemonte rurale di oltre mezzo secolo fa. Pastori, acciugai, venditori di capelli, uomini perennemente in viaggio: Marco Aime si chiede se abbia senso parlare di “radici“, quando esistono “terre dove vivere è un lusso che non ci si può concedere sempre“, quando si è costretti a fuggire dal proprio villaggio per scampare alla povertà, per sopravvivere. Eppure, dice “
l’eccezione, e che il sedentario sia la norma”. La vita del pastore, segnata dall’universale diffidenza che i sedentari covano per i migranti di ogni tempo e luogo, diventa l’emblema – e la guida – di tutte le nostre peregrinazioni: “È quello il suo sapere, uno dei saperi del pastore, che tu non sai: conoscere la strada, trovarla sempre“. Un libro che rivendica quasi il bisogno di essere letto, per conoscere una vita difficile fatta di silenzi e di solitudine, ma anche piena di scoperte e di conquiste. Quando Aime ci accompagna a Roaschia ( “il paese dai cinque cognomi e dai due mestieri: contadino e pastore”) lo fa per esercitare un diritto di conoscenza e un dovere di memoria. D’inverno, i contadini, restavano in paese mentre i pastori dovevano partire, caricando su un carro i pochi beni e mettendosi in strada, con tutta la famiglia. Poche cose, ad accompagnarli, sul carro: un baule, con gli abiti più belli, quelli “della festa” – perché sia per un matrimonio o in occasione di un funerale bisogna vestirsi con decoro -; il sacco con i vestiti di tutti i giorni, quello con le patate per nutrirsi, i materassi e un po’ di spazio per gli agnelli nati da poco e ancora incapaci di camminare. È così ogni anno, quando l’inverno si avvicinava, in viaggio verso le nebbie della pianura , sempre attenti ai proprietari che difendevano i beni attraversati dal gregge. “La vita era faticosa, se ci penso non mi sembra nemmeno vero che ho fatto quelle cose. Comunque l’abbiamo attraversata”
Appuntamento venerdì 8 aprile, ore 21.00, presso la Libreria Belgravia di Torino, con la scrittrice Maura Maffei, che presenterà il suo romanzo “La fragilità della farfalla”. L’evento sarà moderato dalla professoressa e scrittrice Silvia Scaranari Introvigne
professare la religione cattolica e perfino di guadagnare dal proprio lavoro, un gruppo di esuli, vissuti a lungo in Austria, fa ritorno in patria. All’apparenza si tratta di falegnami che lavorano in una segheria sperduta tra i boschi; in realtà, sono sacerdoti e soldati, determinati a eludere i rigidi dettami inglesi e professare liberamente il cattolicesimo. I piani del gruppo, però, rischiano di andare in frantumi quando il capitano Bran si innamora della bella Labhaoise, la figlia del suo più acerrimo nemico. La trilogia “Dietro la tenda”, caratterizzata da un’attenta ricostruzione filologica della lingua irlandese dell’epoca, nasce dall’intenso lavoro di studio e ricerche, durato cinque anni, dei due autori: Maura Maffei, erborista, soprano lirico e presidente diocesano di Azione Cattolica Italiana, e Rónán Ú. Ó Lorcáin, linguista, traduttore e musicista irlandese, vissuto per tanti anni in Italia.
Un patrimonio di storia, cultura e natura che anche grazie alla nuova investitura saremo in grado di valorizzare ancora più efficacemente
Nonostante le numerose segnalazioni alle forze dell’ordine e l’intervento nei mesi passati del Nucleo Nomadi della Polizia Municipale per far allontanare gli accampati nel parcheggio del cimitero Parco, in via Pancalieri, ad oggi la situazione è nettamente peggiorata . Le roulotte si sono moltiplicate in maniera esponenziale , con tutti i disagi che comporta il caso. Sì perché oltre ad occupare l’intera area del parcheggio laterale del cimitero dove ci sono gli ingressi secondari e quindi apportando evidenti disagi a chi ha la necessità di accedere alle entrate , sono anche motivo di timore e preoccupazione per coloro che si recano a far visita ai propri defunti . La
sporcizia nella quale ci si imbatte e lo scenario di degrado non possono passare inosservati. Panni stesi accanto al distributore di benzina, falo’ accesi per riscaldare , fumi tossici che si propagano nell’aria, nomadi che vagano tra le auto in sosta dei visitatori del cimitero cercando di farsi consegnare del denaro, mentre altri stazionano sull’uscio delle porte di ingresso chiedendo insistentemente l’elemosina a chi entra e a chi esce . La problematica più preoccupante rimane comunque quella della sicurezza. I cittadini hanno paura a recarsi al cimitero , sia con
l’autobus che con la macchina , sopratutto i più indifesi ,donne e persone anziane , neanche più libere di andare a pregare sulla tomba dei propri cari. La soluzione a questa piaga sociale dovrebbe trovarla l’amministrazione cittadina, attraverso il controllo del territorio e con una presenza capillare degli agenti di Polizia Municipale , non concentrandoli unicamente nelle vie del 















