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“Destini” di Manuele Zambardi. Un amore che si tramanda nei secoli

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Il romanzo è ispirato ad una leggenda giapponese che racconta di un filo rosso che lega le anime di chi si ama all’infinito. Lo spunto per partire con questo romanzo me lo diede la notizia di un messaggio ritrovato in una bottiglia rimasta in mare per chissà quanto tempo. Anche i due protagonisti di DESTINI trovano un messaggio nascosto e per saperne di più dovranno cercarne altri sparsi per il mondo. Una specie di caccia al tesoro progettata dal destino

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L’AUTORE SI RACCONTA

Mi è sempre piaciuto leggere perché per me leggere equivale a sognare. Se ci pensate, poche parole scritte possono creare nella nostra mente mondi nuovi che prima non conoscevamo; nel momento in cui si legge o si sogna la nostra mente si distrae e confonde la realtà con quello che non lo è. La lettura ha il vantaggio di poter smettere o riprendere quel sogno e riviverlo ogni volta che si vuole. Anche quando scrivo provo la medesima sensazione di distacco dal mondo, e vivo la vita dei miei personaggi nel bene e nel male come se fossero persone vere. Mentre scrivevo il mio primo romanzo, Infinito, più volte è successo che non riuscivo a proseguire per le intense sensazioni che mi attanagliavano. Ancora oggi mi emoziono a leggere certe pagine… credo che non si possa scrivere di qualcosa se non la si sente dentro. Mi piace creare nella mente di chi mi legge il disegno di ciò che i miei personaggi vedono o sentono, ma lascio la possibilità di mettere i propri colori, affinché le emozioni arrivino più intense. DESTINI parla di un amore che si tramanda nei secoli attraverso le vicende di alcuni destinati a ritrovarsi e a ricongiungersi. Il romanzo è ispirato ad una leggenda giapponese che racconta di un filo rosso che lega le anime di chi si ama all’infinito. Lo spunto per partire con questo romanzo me lo diede la notizia di un messaggio ritrovato in una bottiglia rimasta in mare per chissà quanto tempo. Anche i due protagonisti di DESTINI trovano un messaggio nascosto e per saperne di più dovranno cercarne altri sparsi per il mondo. Una specie di caccia al tesoro progettata dal destino. Per scrivere DESTINI mi sono occorsi ben cinque anni, in quanto ho dovuto documentarmi su diverse cose, le strade, ad esempio. Alcune parti della storia si svolgono nel 1930; quali strade erano percorribili a quei tempi? E quali automobili le percorrevano? Volevo inoltre approfondire la storia delle città che i miei personaggi visitavano. Non avendo potuto vedere di persona tutti i luoghi descritti, mi sono avvalso delle descrizioni di chi quei posti li ha visitati veramente. Vorrei che le conoscenze di cui mi sono arricchito diventassero piccoli cammei narrativi che impreziosiscono il racconto. Costruire una trama con delle storie dentro la storia stessa, confesso, è stato un lavoro immane e faticoso… ma credo che ora stia a voi giudicare. Buona lettura. Il libro è disponibile sia in edizione cartacea che in digitale su tutti i principali store: Feltrinelli, Mondadori, Amazon, ecc.

Qui troverete il link per Amazon: https://www.amazon.it/Destini-amore-oltre-confini-tempo/dp/B0BV5GBDJR

Silvia Pizza: “Basta che mi prendi la mano e tutto si aggiusta”

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Una storia non più rinviabile nel tempo: sarà solo da scoprire e da assaporare giorno per giorno, con tante vicende esilaranti, schermaglie puntigliose e divertenti e colpi di scena che terranno col fiato sospeso, fino all’ultimo…

 

L’AUTRICE

Silvia Pizza è nata a Lucca e vive a Pescia, nella provincia pistoiese.

Scrittrice, poetessa e divulgatrice di ottimismo, di resilienza, di saggezza.

Ha esordito con tre romanzi, cinque sillogi di poesie e tre antologie tra saggi, riflessioni e divagazioni d’impronta psicologica.

Racconta di sé con un lessico schietto, esplicito, profondo e, dal 2018 trasmette questa passione letteraria sui canali social, postando tanti componimenti inediti e pensieri oculati sull’introspezione, sulla psicologia femminile, sull’adolescenza, sulle relazioni umane e sui conflitti esistenziali.

Nel 2016 esordisce con il romanzo “Mi scordo di dimenticarti”, nel 2017 con un altro romanzo “Memorie di un amore folle”, poi con la silloge “Urlo nelle stanze infinite dei miei pensieri” e infine con una raccolta di riflessioni, e-mail e liriche, intitolata “Un’icona su WhatsApp”.

Nel 2018 pubblica un’antologia di saggi intitolata “Perle di Primavera” e nel 2022 ritorna a scrivere le divagazioni senza filtro presenti in Autenticità”, scegliendo un approccio franco, incisivo, intenso sui canali social perché finalmente ha imparato a esporre la sua scrittura, senza confini, senza prevenzione, senza freni. Tutte le pubblicazioni sono edite con la Booksprint.

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IL LIBRO

È un romanzo rosa che desidera infondere e trasmettere tenerezza, sorrisi, leggerezza e buonumore.

In esso si ritrovano tanti sentimenti di complicità emotiva, di coesione di intenti e buoni propositi, di incredulità e di conferme per le tante sensazioni evocate nell’amore maturo.

Si tratta di una storia d’amore delicata e genuina, dove alcune brevi e sporadiche parentesi d’intimità, anche se descritte in modo esplicito, non intaccano la purezza dei sentimenti vissuti e degli accadimenti.

Entra in gioco il destino in più fasi temporali come a dominare gli avvenimenti remoti e futuri, tanto da offrire ai miei personaggi la grande occasione di un amore maturo, appagante, consolidato da tanta esperienza nel vissuto di ognuno.

Ma l’imprevedibilità del fato rimetterà tutto in discussione, tanto da porre Giada innanzi ad un’ulteriore prova esistenziale … e sarà da scoprire leggendo il libro.

Di sicuro emergono tanti concetti profondi ispirati alla dedizione, alla cura e all’affiatamento nella coppia con tutte le connotazioni che la maturità intellettiva attribuisce a viversi appieno e in serenità nell’oggi, nel qui ed ora, ma anche in qualsiasi domani che ci è concesso.

I miei personaggi hanno imparato ad amarsi, perché hanno capito dopo tante batoste vissute che si devono tanto amore arretrato … Tutto quello di cui hanno bisogno ed è stato negato oppure non si sono donati a loro stessi. In un certo senso il romanzo lascia intendere che è necessario ed essenziale amare noi stessi in primis e poi si è pronti per amare la vita e chi vorremo al fianco o accanto.

Edoardo è uno dei protagonisti del romanzo che stupisce in positivo Giada e attira la sua attenzione in modo carismatico, da emozionarla fino a farle intuire che forse Edoardo è proprio quell’opportunità che le mancava da vivere. O forse non ci sperava più che potesse capitarle.

In effetti Edoardo è un partner molto speciale … È un ritorno di fiamma che Giada non si sa spiegare dopo ben 35 anni … A dire il vero è abbastanza paradossale un evento del genere!

È un qualcosa di folle e al contempo di straordinario nella tempistica della vita.

Come se la resa dei conti per i protagonisti del romanzo non virasse del tutto in negativo, ma volesse aggiustare il tiro, con un regalo inaspettato: ovvero un incontro voluto dal destino.

Eppure Edoardo si mette in gioco per la sua donna e non ha intenzione di farsela scappare.

Quest’ultima capisce che vale la pena di rischiare per Edoardo, pur di vivere un amore serio, che sa di meritare. La loro storia non è più rinviabile nel tempo, ma sarà solo da scoprire e da assaporare giorno per giorno, con tante vicende esilaranti, schermaglie puntigliose, divertenti e colpi di scena che terranno col fiato sospeso fino all’ultimo.

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Dietro le quinte del libro …

Nell’ultimo anno ho scelto di scrivere questo romanzo, cavalcando l’onda delle emozioni o meglio della passione autentica che realmente Giada ha vissuto nella realtà. Sono del parere che bisogna dedicarsi a ciò che accende il buonumore, la psiche e anche il sorriso. Ho assecondato la mia voglia di scrittura, senza tralasciare gli obblighi professionali, i doveri familiari e il privato residuo.

Scrivere questo romanzo ha comportato tuttavia un incastro pazzesco, a tratti imprevedibile, utopistico e in altri momenti finalmente un fluire libero e snello di emozioni, di scrittura creativa e di motivazione giusta.

Ho seguito una scaletta complessa, da maggio scorso fino a tutto aprile di questo 2023.

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SINOSSI

Quando Giada viene contattata su Facebook da un ex-fidanzatino della sua adolescenza crede che si possa trattare di uno strano scherzo del destino.

Almeno sul principio, quando lo stupore è davvero incontenibile e non lascia pensare a qualcos’altro.

Non lascia supporre chissà quale sorpresa, con l’affiorare dei ricordi, lontani ben trentacinque anni prima, precisamente dell’estate del 1986.

E invece è uno di quei momenti strabilianti che Giada non si sa spiegare. Quasi utopia, perché rivedere Edoardo in poco tempo, di fatto, le dà l’impressione di conoscerlo da una vita.

Non c’è imbarazzo, non c’è esitazione, non c’è alcun freno inibitorio da parte di entrambi.

E quello che succede a Giada e a Edoardo accade solo perché è del tutto un incastro spontaneo, naturale, come è giusto che sia, tra adulti consapevoli e liberi.

Giada avverte che l’essersi ritrovata con Edoardo non è proprio un caso, ma bensì un paradosso, un qualcosa di folle e, al contempo, di straordinario nella tempistica della loro vita.

Come se la resa dei conti, per Edoardo e Giada, non virasse del tutto in negativo, ma volesse aggiustare il tiro, con un regalo … ovvero un inaspettato ritorno di fiamma.

E Giada sa come si sente quando Edoardo l’abbraccia.

Capisce che vale la pena di rischiare con Edoardo pur di vivere un amore maturo che sa di meritare. Così, dall’altro canto, Edoardo si mette in gioco per Giada e non se la vuol far sfuggire un’altra volta.

Questa storia non è più rinviabile nel tempo, ma sarà solo da scoprire e da assaporare giorno per giorno, con tante vicende esilaranti, schermaglie puntigliose e divertenti e colpi di scena che terranno col fiato sospeso, fino all’ultimo.

Laura Sugamele, “Corpo femminile e violenza politica”. Lo stupro tra nazionalismo e conflitto etnico

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La scrittura di questo libro è il risultato di un lavoro di ricerca complesso

L’autrice

Laura Sugamele filosofa e dottoressa di ricerca. È docente in filosofia, storia e scienze umane. Si occupa di reificazione del corpo femminile, violenza sessuale come questione politica e relazioni tra patriarcato, nazionalismo e guerra, temi che l’autrice ha sviluppato nel libro “Corpo femminile e violenza politica. Lo stupro tra nazionalismo e conflitto etnico” (Stamen 2022 / Collana Studi).

Di cosa parla il suo libro?

Il libro è incentrato su una riflessione che tenta di mettere in connessione due questioni principali: il corpo femminile e lo stupro come violenza politica. La connessione tra corpo femminile e violenza politica viene esaminata, considerando quelle rappresentazioni patriarcali che, sin dalle fasi più remote della storia umana, hanno determinato una identificazione sociale e culturale della donna con il suo corpo, un corpo che, in una specifica “narrazione” maschile-patriarcale, è stato considerato in termini per lo più sessuali, riproduttivi e procreativi e proprio questo aspetto, nel libro, viene collegato alla questione dello stupro etnico in Bosnia.

Il suo libro è frutto di un lavoro di ricerca?

Si certamente. La scrittura di questo libro è il risultato di un lavoro di ricerca complesso e per la sua elaborazione ho deciso di adottare un metodo multidisciplinare, nel senso che l’approccio adoperato è stato diretto ad una integrazione di diverse linee teoriche, non collocabili esclusivamente nell’ambito della teoria politica femminista, a cui nel testo, comunque, viene fatto riferimento, ma che riguardano anche l’ambito filosofico piuttosto che storico-antropologico.

Nel libro, lei parla di corpo femminile collegando il tema alla connessione tra virilità sessuale, identità nazionale e guerra. Perché?

Come ho già sottolineato nella risposta precedente, il tema del corpo femminile, della reificazione sessuale e della violenza politica è piuttosto ampio, per cui ho compreso la necessità di adottare una prospettiva di riflessione più larga. Per tale ragione, la riflessione che ho affrontato nel libro, non poteva escludere ulteriori aspetti come la connessione tra virilità sessuale, identità nazionale e guerra (quest’ultima come dimensione patriarcale), i quali, in una prospettiva storica, hanno influito sul piano di una costruzione culturale e dicotomica, oltre che su una categorizzazione sessuale uomo-donna.

Negli ultimi capitoli, soprattutto nel quinto, lei collega la questione della reificazione del corpo allo stupro come “arma” politica di guerra. Cosa intende?

Nel quinto capitolo e in parte nel sesto, mi sono occupata della questione della reificazione del corpo femminile esaminando gli stupri etnici che hanno caratterizzato la guerra in Bosnia (1992-1995). Dalle ricerche che ho svolto per la scrittura del mio libro, ho potuto notare, quanto nella dimensione conflittuale e di guerra, legata alla contrapposizione tra i gruppi etnici, il corpo delle donne sia diventato, immediatamente, il centro delle azioni militari e delle violenze che, all’epoca del conflitto, erano finalizzate ad uno scopo politico ben preciso: quello della “purificazione” etnica, alla cui base vi era anche il riferimento ad una ideologia politica e nazionale che in ex-Jugoslavia, specialmente nella fase post-titina, ha prodotto un sostanziale incardinamento del ruolo femminile sulla sfera domestica e in particolare su quella sessuale.

In che senso le violenze sono politiche?

Il riferimento che io faccio nel libro, in merito agli stupri di massa contro le donne della Bosnia, mette in evidenza la profonda connessione che vi è tra stupro e ideologia politica, nel momento in cui “coloro che commettono gli stupri” affermano, in modo tangibile, l’intenzionalità dell’atto, che è politico e ciò, dal mio punto di vista, ha sempre caratterizzato la storia umana con i suoi conflitti e le sue guerre, poiché violentare la donna determina una lesione dell’onore sessuale e sociale del gruppo, della comunità o della nazione considerata nemica e a cui lei appartiene.

L’ultimo capitolo è incentrato sulle iniziative femminili nella Bosnia post-bellica. Potrebbe spiegarsi meglio?

Nell’ultima parte del libro, rispetto alla questione dello stupro, le cui conseguenze hanno impattato sulla vita delle donne non solo sul piano fisico, bensì su quello psicologico laddove, stupro ed eventuale gravidanza sono sinonimi di stigmatizzazione sociale, mi sono focalizzata sulla possibilità dell’elaborazione del trauma e ciò è avvenuto, grazie alla mobilitazione di associazioni come “Donne in Nero” di Belgrado che, all’epoca del conflitto e in fase post-conflitto, ha dato un contributo importante per aver sostenuto le donne vittime di violenza, dando loro non solo la possibilità di un reinserimento nel tessuto sociale di appartenenza, ma facendo comprendere alle stesse donne, anche la necessaria e personale rielaborazione del dolore rispetto all’esperienza e al trauma vissuto. In ambito internazionale, passi decisivi sono stati compiuti dal Tribunale delle donne di Sarajevo e, in tal senso, vanno citate anche le conferenze sui diritti umani di Vienna del 1993 e di Pechino sulle donne del 1995. Tali eventi hanno spinto infatti, in favore della protezione dei diritti, della formazione dell’empowerment femminile e della “sicurezza di genere”, tuttora, nozione cardine su cui stabilire iniziative rivolte alla sicurezza e alla tutela delle donne in situazione di confitto armato.

SU INSTAGRAM:

https://www.instagram.com/laura.sugamele_autrice/?next=%2F

 

Maria Elena Romano,”Un pomeriggio per caso”: le cose accadono per un motivo

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IL ROMANZO

Elisa è una trentenne come là fuori ce ne sono tante…Piena di sogni, di energia e voglia di vivere. Ha tanti sogni e pochi cassetti in cui riporli, al punto che alcuni di essi sono stati spediti nell’angolo più remoto dell’anima, in una zona poco illuminata e fredda, posti sotto la stretta sorveglianza della Paura.


Elisa è una ragazza fragile e forte, spigliata, ma anche tanto introversa. È una di quelle persone che si perdono alla vista di un bel fiore, o un profumo sentito per caso sulla metro o sull’autobus; una di quelle persone che amano fino allo sfinimento e annaspano tra le loro paure perché in fondo temono terribilmente la sofferenza. Una sofferenza che Elisa già conosce fin troppo bene.

Non soffermarti ad osservare il mondo dalla finestra…”, le disse suo padre prima di morire. Avrebbe tanto voluto seguire il consiglio dell’uomo più importante della sua vita, ma, ora che non c’era più lui a farla sentire amata e protetta, era ancora più complicato mantenere quel monito. Si sentiva come un randagio rannicchiato sotto un’auto durante un temporale: sola e indifesa. Sarà lo zio Mario a curare le sue ferite e carezzare le sue cicatrici. Mario non è davvero lo zio di Elisa, è un amico di famiglia, ma se ne prende cura come se lo fosse. Ben presto un trovatello farà capolino nella vita di Elisa e sarà per lei un importante e “silente” compagno, un particolare buffo animaletto che le donerà un amore indescrivibile.

Attraverso i suoi pensieri, i suoi sogni e le vicende che si susseguiranno, faremo compagnia ad Elisa nel suo cammino alla ricerca di una felicità che ad oggi le appare soltanto come una mera illusione data dai media e dalla religione. Le faremo compagnia all’interno della sua soffitta, mentre passeggerà nel viale dei ricordi di una famiglia sgretolata, disciolta come un castello di sabbia colpito dalle onde inesorabili del mare. Ciò che, però, nasconde quella soffitta è ben più di ciò che la stessa Elisa si aspettava.
Non tutto passa per il libero arbitrio, spesso nella vita di tutti i giorni veniamo posti in situazioni singolari, che fanno echeggiare nella nostra mente “…E se fosse stato destino?”.

Questo romanzo ci ricorda che ci sono cose che accadono per un motivo. Il caso non esiste.

 

L’AUTRICE

Maria Elena Romano nasce a Reggio Calabria il 3 Settembre del 1986. Scrive fin da piccolissima e divora libri come fossero caramelle, spaziando di volta in volta tra diversi generi. Anche nei generi di scrittura non si è mai risparmiata, ha diverse stesure incomplete nel cassetto, ma, per adesso, gli unici scritti che hanno raggiunto la pubblicazione, oltre ad “Un pomeriggio per caso”, sono un racconto breve, “Belinda”, e una fiaba, “Le avventure di Ninni e del bruco Arturo”. Sono il risultato della vittoria conseguita in due competizioni differenti, entrambi concorsi pubblicati da Idrovolante Editore, rispettivamente “L’automobile” e “Fiabe della buonanotte”.

«Mi sono avvicinata anche al teatro nel corso degli anni. Credo che tra teatro e scrittura ci sia ben poco che li separi. L’una è il momento della creazione, dei personaggi e della storia, l’altro è il momento dell’esposizione di tutto ciò che tu o qualcun altro avete precedentemente creato. Probabilmente il ponte tra queste due passioni è il motivo per cui recitare a tutt’oggi mi manca così tanto.»

Durante i suoi anni trascorsi all’Accademia dei Bardi di Roma, ha avuto il piacere di vestire i panni di Elena nel “Sogno di una notte di mezz’estate” di W.Shakespeare. Ha anche partecipato e vinto al concorso “Comic’aria” del 2018 come miglior testo comico, da lei scritto e interpretato.

«C’è molto di me in Elisa, soprattutto quella scalpitante voglia di vivere che è rimasta per un certo periodo imprigionata tra le quattro mura di casa. “Un pomeriggio per caso” ha visto la fine della sua stesura durante i mesi di lockdown, e lì la solitudine si è avvertita parecchio. Nel libro non nomino volontariamente il covid, né faccio menzione a pandemie o simili, nonostante la storia sia ambientata in questi anni. Il motivo è uno soltanto. Scrivevo anche per evadere da tutto quello che mi accadeva intorno e, se avessi permesso al covid di contagiare anche il mio romanzo, sarebbe stata una sorta di sconfitta, considerato l’obiettivo iniziale: evadere. Ancora oggi non me ne pento.»

Attualmente l’autrice sta nel bel mezzo della stesura del suo secondo romanzo, il seguito, che si chiamerà “Un mattino per caso”, e di un altro lavoro di cui preferisce ancora mantenere un certo riserbo.

 

Il libro, edito dalla casa editrice BookSprint Edizioni, sita in Salerno, è disponibile in versione cartacea e in formato e-book e può essere acquistato su Amazon, Google Libri, Feltrinelli e altre librerie online. Può anche essere acquistato sul sito della casa editrice BookSprint al seguente indirizzo: https://www.booksprintedizioni.it/libro/romanzo/un-pomeriggio-per-caso.

 

“Il cerchio” di Raffaella Albino, un inno potente alla vita e alla libertà

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Palcoscenico vuoto.

Una rosa rossa poggiata a terra in un cerchio immobile di luce. Il buio si popola di figure inquiete, agili, leggere.

Voci impercettibili vibrano nel silenzio, in un gioco bizzarro di alchimie e segrete corrispondenze.

Realtà o illusione?

Inizio o fine?

124 “immagini parlanti”, scatti poetici rubati al tempo e lanciati all’eternità.

IL LIBRO

Ci sono viaggi silenziosi, sconosciuti a coloro che ci circondano. Sono quelli che teniamo per noi, quelli i cui passi sono uditi solo dalla terra che li accoglie.

Così è per Ester, una donna investita dal vento gelido del cambiamento, che fa perdere traccia di sé fra i rumori del quotidiano. “Ma esiste una notte luminosa, che è amica, sorella, madre” e lei impara a leggere attraverso il buio, scoprendo l’incanto delle cose semplici, essenziali. Lo fa richiamando con forza quella parte di sé, la propria bambina interiore, che nel tempo aveva abbandonato, come in un sogno. Con lei avanza, simile al fiume, lentamente ma inesorabilmente, cogliendo con attenzione i “messaggi” velati che la circondano e la invitano ad avere fiducia in se stessa, a non voltarsi indietro (“Camminare sempre avanti! Mai tornare, mai…”).

Mediante la metafora figurata dei cerchi concentrici e la simbologia forte degli Elementi, il percorso di Ester è quello di chi si affida alla voce nascosta dell’Universo, alla Natura, silenziosa custode del suo incedere, ma soprattutto alla sua intuizione, in coerenza con il proprio sentire; e a questo credo resta sempre fedele, anche quando diventa scomodo.

La conquista di un centro, fortezza inattaccabile, si realizza nell’alleanza invincibile con se stessa e con la solitudine, trasfigurata in fontana zampillante di doni, canale privilegiato per mettersi in contatto con le vibrazioni di tutte le creature.

Nel tumulto del mondo, i sogni, i valori, i desideri evocano in lei l’immagine emblematica di una rosa, della quale riappropriarsi per coltivarla in un immaginario e segreto giardino dello spirito.

Sono dunque piccole “fotografie dell’anima” questi 124 testi poetici intercalati da disegni, “scatti” di un percorso narrante che lega in modo sottile le poesie. Partendo da un ricordo (il dialogo fra la bambina e il Tempo), esso si dispiega in una prima fase, quella dello strappo, della perdita, per poi procedere lungo l’ardito sentiero del risveglio interiore, affrontando i temi dello sguardo puntato sulla bellezza, sulla valorizzazione delle gioie semplici; ma anche quello della consapevolezza di sé, dell’esilio del cuore, del distacco dalla società. Uno stare nella moltitudine conservando la propria spiccata individualità: non è una scelta agevole questa, è piuttosto una svolta coraggiosa! Ester si scopre capace di emozionarsi ancora, può affacciarsi ai margini dei propri abissi guardando la paura dritto negli occhi, ricordando ciò che è andato perduto, o non compreso, ma senza accuse, né rimproveri.

Un viaggio possibile solo per chi osa e sceglie di volare controvento, temprando le sue ali, fidandosi delle proprie potenzialità nascoste, rinnegando il mondo e le sue illusioni; un viaggio che esorta la donna saggia ad abbracciare finalmente la sua diversità, considerata non più una condanna ma una risorsa nuova!

In questa strada infinita il Tempo non aspetta e da padre la conduce dove deve arrivare; nel suo scorrere misterioso chiede anche ad ognuno di noi di incamminarci, di vivere in pienezza il presente, prima di lasciarlo andare.

Hic et nunc. Perché l’oggi resta tutto ciò che abbiamo.

Un libro che scuote, un inno potente alla vita e alla libertà, bene irrinunciabile; un cammino meditativo (nel quale ognuno può ritrovarsi), che rappresenta anche un obiettivo da raggiungere: ringraziare per i doni che ci vengono offerti continuamente attraverso le minuscole consolazioni della vita. Cerchiamole.

In verità, gli attimi di ogni singolo giorno sono irripetibili e la vera gioia ha radici ben più profonde della presenza di eventi lieti o dell’assenza di dolore.

Sempre saremo mancanti di qualcosa… Ma, come Ester, nel nostro cerchio interiore possiamo trasformare quella mancanza in ricchezza, accogliendo con gratitudine la sconfinata meraviglia che ovunque ci sfiora con un dito. E la voce del silenzio, “che custodisce la preziosità e la verità di tutte le cose”.

L’AUTRICE

RAFFAELLA ALBINO. Pianista salernitana. Fin da giovanissima ha coltivato la grande passione per la scrittura e il disegno (è autrice di tutte le illustrazioni contenute in questo volume). “Il cerchio” (Robin Edizioni, 2022) è il suo primo lavoro letterario, sigillato in uno stile essenziale, evocativo, disseminato di intensi richiami nascosti.

Ha inciso per l’Etichetta Discografica PVR la Bachianas Brasileiras No. 4 di Villa-Lobos, nel 2021; profondamente convinta del magico potere del legame fra le arti, per la stessa etichetta ha nuovamente inciso ed è prossima l’uscita di un disco con sue composizioni per pianoforte, ispirate alle poesie del suddetto libro.

La sua seconda pubblicazione, “Parole su tela”, è inserita all’interno del volume “Quaderni di poesie” – Aprile 2023 (Robin Edizioni), condiviso con altri autori.

Ama definirsi “una persona in viaggio”, in perenne cammino dentro e fuori di sé.

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Il libro è ordinabile in tutte le librerie fisiche e online. 

https://www.facebook.com/raffaella.albino.1

http:www.robinedizioni.it/nuovo/il-cerchio

Massimo Lucioli, “Il tesoro dimenticato”: quando le buone idee accadono

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L’autore, traendo spunto dal territorio della formazione psicologica e dalla sua esperienza di vita, traccia un segmento ideale fra il libro e il lettore, definendo quindi le traiettorie su cui muovere l’emozione e le sensazioni di chi si accinge a entrare in contatto con l’opera; si scoprirà allora, che il tesoro è dentro di noi. Al bando pirati e forzieri, il viaggio più avventuroso è quello da compiere verso e intorno alla propria esistenza.

“Non si tratta di avere buone idee, si tratta di farle accadere. A volte i pensieri ti dicono di fare una cosa – racconta Massimo Lucioli – le emozioni un’altra. Quando riesci a rendere pensieri ed emozioni alleate per lo stesso obiettivo, lo stesso scopo, allora il tuo potenziale è al massimo.  Libera il tuo potenziale. Vedrai cose che non pensavi possibili”.

Scorrendo il libro che volutamente non ha un approccio manualistico, ma diretto, si incontreranno parole chiave che sono parte fondamentale della costruzione del proprio percorso di vita: risorse, intelligenza emotiva, consapevolezza, obiettivi, empatia, il viaggio. A tutto ciò si aggiunge, alla fine di ogni itinerario esplorativo del sistema vita, una vivace postilla pratica “Adesso tocca a te”, laddove, l’autore, dopo aver districato il lettore da timori e tremori, divelti i meccanismi di difesa, lo mette nella condizione di sperimentare se stesso: di uscire dalla propria zona confort ed esplorare.

www.iamwave.coach/massimo-lucioli/

Il tesoro dimenticato: non si tratta di avere buone idee, si stratta di farle accadere

Quante volte, come leader, ci siamo trovati in una situazione di incertezza. A volte i pensieri ti dicono di fare una cosa ma le emozioni ti spingono in un’altra direzione. E questo accade sia come singoli sia nei team quando per esempio dobbiamo fissare obiettivi ambiziosi, o trasformare la strategia in esecuzione di azioni concrete e funzionali, o quando dobbiamo operare un cambiamento di ruolo, di modello di business, di innovazione. Pensiamo che le nostre vite, le nostre realtà lavorative, gli obiettivi che vogliamo raggiungere siano solo guidati da processi logico-razionali, mentre in verità siamo costantemente chiamati a confrontarci con i nostri pensieri intrecciati alle nostre emozioni insieme, è inevitabile. A volte quando ignoriamo gli uni o le altre, non consideriamo tutti gli effetti che producono le nostre parole, o i nostri comportamenti, o le nostre azioni, e possiamo produrre dei piccoli disastri. Oppure quando pensieri ed emozioni entrano in conflitto spesso non riusciamo a decidere, procrastiniamo, perdiamo il momentum, non siamo efficaci. Quando invece riusciamo a rendere pensieri e emozioni alleate per lo stesso obiettivo, lo stesso scopo, allora gli effetti che produciamo sono quelli che desideriamo e la performance è al massimo perché riusciamo a liberare tutto il nostro potenziale come singoli o come team. La domanda alla quale il libro ti porta a dare una risposta è: come posso riuscire ad attraversare la foresta intricata della mia vita professionale o personale? Ti piacerebbe avere una mappa più dettagliata, più ricca, che ti permetta di comprendere meglio quali sono i pensieri e le emozioni più funzionali, più adatte ad attraversare quella foresta, a trovare la strada, ad uscirne, a raggiungere il tuo obiettivo eccellente? Quello che promette il libro non è tanto consegnarti una mappa già fatta, ma aiutarti a costruire la tua, aiutarti a trovare, con la tua personale mappa, le tue personali risorse, per diventare, per essere ciò che vuoi diventare, ciò che vuoi essere ed anche se sarà difficile (perché a volte lo sarà) avrai sempre un sorriso impavido. Il Tesoro Dimenticato, scritto prendendo lo spunto dalle ultimissime scoperte nel campo delle neuroscienze e dalle osservazioni sul campo, è un’esplorazione di come funzioniamo nella relazione tra pensieri ed emozioni, una guida alla riscoperta delle nostre risorse, il tesoro dimenticato, una guida per allenare le nostre competenze di intelligenza emotiva, perché pensieri ed emozioni non creino interferenze ma si alleino affinché le nostre idee accadano.

Qual è il senso della nostra biografia?

Qual è il fil rouge, il legame che mette insieme tutti i momenti della nostra vita fino ad oggi e per il futuro? Se mettiamo insieme i puntini della nostra vita che figura viene fuori? Sono stato manager in alcune multinazionali per molti anni, lì tutte le dinamiche raccontate nel libro trovano un’applicazione incredibile e misurabile in termini di successo o insuccesso; nel tempo libero impegno in politica e leader in tipi diversi di gruppi, associazioni, comunità; nel frattempo l’incontro con la programmazione neurolinguistica, il coaching, l’intelligenza emotiva, e quindi alla fine coach io stesso: che cosa unisce queste realtà ? Forse proprio ciò che sto facendo ora: trasferire competenze, consapevolezza, affinché io stesso e le persone attorno a me possano crescere, trovare la propria strada, dare potere e possibilità al proprio sogno; trovare soddisfazione ed entusiasmo nel condividere un percorso, una meta. Questo mi porterà ovviamente a fare altro. Ma questa è una parte della biografia appena abbozzata, non ancora scritta.

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Link:

https://www.facebook.com/iltesorodimenticato/

https://www.instagram.com/massimolucioli/

https://massimolucioli.it

il libro è acquistabile su Amazon:

https://www.amazon.it/tesoro-dimenticato-Re-source-ritrovare-potenziale-ebook/dp/B0B3Z2JVYT/ref=sr_1_4?crid=34OB4B0WVCCNK&keywords=massimo+lucioli&qid=1670343048&sprefix=massimo+lucioli%2Caps%2C229&sr=8-4

Un giallo-noir è la nuova opera di Marco Ponzi artista e scrittore

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“L’invidia è il vizio capitale più improduttivo. A differenza degli altri, si esaurisce solo con il cessare della causa di quell’ossessione. È logorante, macera da dentro chi lo prova e può condurre a esiti drammatici”.

 

L’AUTORE

Marco Ponzi è nato a Milano nel 1976.

Ha conseguito un diploma di Perito Turistico e uno di illustratore presso la Scuola Superiore di Arti applicate all’Industria. Ha infatti la passione per l’arte che esplicita anche attraverso la pittura, la fotografia e la scultura partecipando a diverse mostre collettive.

È autore, al momento, di tre libri: “Perché diffidare degli assistenti di volo” (Greco & Greco, 2011), “L’accento sulla A” (Edizioni Il Foglio, 2019), vincitore di un premio nell’ambito della Festa del libro in Mediterraneo nel 2021, e “Le aspirazioni mortali o dei crimini d’autore” (Edizioni Il Foglio, 2022).

Numerosi racconti e poesie sono raccolti in diverse antologie.

Un quarto romanzo uscirà nell’estate del 2023 ma su questo è necessario mantenere un temporaneo riserbo.

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Leggendo la tua biografia, ho notato che i libri sinora pubblicati sono tutti di generi diversi. Ci puoi spiegare questa scelta?

In realtà mi piace confrontarmi con generi diversi per mettermi alla prova. Con un po’ di presunzione, ambisco a sperimentare come fece Kubrik coi suoi film.

Ho cominciato con un autobiografico spiritoso, ho proseguito con un romanzo di formazione dai toni erotici e sono giunto al giallo-noir.

A seconda del tema che voglio trattare creo l’ambientazione e la trama che mi sembrano più adatte. In effetti, è la realtà che mi ispira e molto di quello che racconto nei libri ha origine dalla mia personale esperienza. Chi leggerà i testi, a questo punto, potrebbe porsi degli interrogativi e domandarsi quale sia la percentuale di verità che ho messo in questi libri ma la verità stessa è uno dei temi che mi stanno a cuore e la tratto in tutti i miei romanzi.

 

Abbiamo visto che sei anche un artista. Come concili la scrittura con l’arte?

Come detto, a seconda del tema, scelgo il mezzo più adatto. Le mie opere sono figurativo-concettuali e spesso vanno spiegate (qualcuno le ha definite dei rebus) per non correre il rischio di essere frainteso.

Coi libri aggiro questo problema perché ciò che racconto viene mediato da una storia che si suppone di fantasia, fino a un certo punto, e dunque posso narrare di argomenti anche scottanti con la scusa del romanzo.

Mi piace dire che dipingo ciò che scrivo e scrivo ciò che dipingo.

 

Da dove hai tratto ispirazione per questo ultimo romanzo che, ci hai detto, è un giallo dalle tinte noir?

Dalla mia esperienza come partecipante ai premi letterari. Racconto dall’interno quel che accade, secondo la mia visione ed esperienza, e trasferisco nei personaggi le frustrazioni e le rivalità che chiunque partecipi a un concorso artistico, prima o poi, subisce. Scattano le invidie, la competizione, viene a mancare la lealtà pur di raggiungere l’obiettivo, fino alle estreme conseguenze.

In questo romanzo la cui trama si intreccia con una storia di terrorismo internazionale le persone assassinate muoiono esaudendo un loro desiderio, ovvero pubblicare un libro.

Il titolo, che contiene due o tre doppi sensi, riflette quel desiderio che diventa patologico quando si insegue un sogno (se da questo ci si fa dominare) perdendo il senso della realtà.

Nei miei romanzi racconto la vita e anche in quest’ultimo non tratto solo di una investigazione per scoprire un colpevole ma, tra gli altri temi, mi occupo anche della verità che può avere varie forme, dell’invidia, delle ipocrisie di un certo mondo e dello svilimento dell’arte in funzione di oggetto commerciale.

 

 

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