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“L’enigma della Maschera” di Paolo Lanzotti, un avvincente thriller storico nella Venezia del ‘700

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IL LIBRO

Lasciati gli Angeli Neri, Marco Leon vive una vita apparentemente tranquilla come bibliotecario di un anziano nobilhomo veneziano. Gli Angeli gli mancano, ma lui ha scelto Marion e non si pente della propria decisione. Tuttavia, la sua vecchia vita è sempre in agguato. A sorpresa, Alvise Geminiani chiede d’incontrarlo. È stato ucciso un sicario dell’Inquisizione, Fabio Groggia. Il sicario era incaricato di eliminare un dalmato, Ivo Stupich, ma aveva eseguito l’ordine in modo stranamente maldestro, per poi sparire per qualche giorno.

La vicenda va chiarita, anche perché potrebbero coinvolgere un patrizio veneziano: Enea Dorigo. Inoltre, alcuni fatti sembrerebbero portare al Lazzaretto Vecchio, importantissimo presidio veneziano contro le epidemie. Geminiani gli chiede di tornare fra gli Angeli segretamente – per adesso, nessuno dovrà saperlo, neppure i suoi uomini – e occuparsi del caso. Incerto, Marco accetta di riflettere sulla proposta, subordinandola comunque all’opinione di Marion.

Per caso, al colloquio ha assistito, non visto, Luciano Pasqui, il gazzettiere che si firma Duprè, Questi rimane molto colpito dall’incontro fra i due. Conosce Leon come un tranquillo borghese curioso e un po’ ingenuo. Cosa ci fa insieme a un uomo come Geminiani, sempre alle prese con gli intrighi della politica? Intuisce l’esistenza di una trama interessante e inizia a scrivere una serie di articoli in cui sostiene che il caso Groggia, contrariamente a quanto dicono dalle autorità, non è stato risolto. Le indagini continuano in segreto e sono state affidate a un uomo misterioso – Duprè si astiene da fare nomi – che gira sempre mascherato. Per lui, tutto ciò significa che a Venezia sta accadendo qualcosa.

 

Le indagini di Marco iniziano da Giuseppina, la sorella di Groggia, una ex prostituta affetta da sifilide, a cui Fabio ha lasciato una grossa somma di denaro, di provenienza dubbia. Da lei viene a sapere che Fabio aveva una relazione con una certa Viola. Parallelamente, viene trovato proprio il cadavere di Viola, la moglie del priore del Lazzaretto Vecchio, Vincenzo Bisson.

Marco si rende conto che non potrà condurre le indagini da solo. Geminiani gli affianca quindi i suoi due fedeli Angeli, Lorenzo e Gabriele: gli unici, a parte loro, che dovranno essere al corrente del suo ritorno. Anche Dupré continua nella sua personale indagine giornalistica e, grazie a un informatore, viene a sapere delle voci che circolano a proposito dell’esistenza di un gruppo di agenti segreti, di cui nessuno è a conoscenza. Questo, ovviamente, rinfocola la sua curiosità.

Casualmente, Marion intercetta una lettera con la quale Geminiani informa Marco della morte di Viola e decide di prendere l’iniziativa. La donna è stata uccisa in una casa “equivoca”, di proprietà di una certa Agostina Bellin. Marion vi si reca e interroga la donna, col proposito di riferire tutto a Marco.

Nel frattempo, il Leone è a Poveglia: una piccola isola della laguna. L’indagine l’ha condotto, infatti, a parlare con Giorgio Zonta, il comandante della nave su cui era stato imbarcato Fabio Goggia pochi giorni prima di venire ucciso. Nel colloquio spunta il nome di Enea Dorigo – il patrizio forse implicato nella vicenda – e questo suscita la violenta reazione del comandante e di uno dei presenti nella locanda in cui alloggia.

Lorenzo ha avuto l’incarico di dare un’occhiata al Lazzaretto e, con sua grande sorpresa, si rende conto che tra i facchini e i barcaioli che lavorano sull’isola c’è una sua vecchia conoscenza: Giovanni Braga, uno degli sgherri di Santino Jovich, il contrabbandiere. La scoperta lo mette in allarme.

L’AUTORE

Paolo Lanzotti è nato a Venezia e si è laureato in filosofia all’università di Padova. Lettore onnivoro, con predilezione per la divulgazione storica e quella scientifica, ama la musica classica e il teatro di prosa. È autore di diversi romanzi gialli e libri per ragazzi.

L’enigma della maschera è il quinto romanzo della serie «Le indagini di Marco Leon», dopo I guardiani della laguna, Le ragioni dell’ombra, Le carte segrete della Serenissima e L’alchimista della laguna, già apparsi in queste edizioni.

 

Il romanzo si trova nelle librerie fisiche e on line.

Malinpensa by La Telaccia: “Tra natura e sensazioni cromatiche”, personale dell’artista Vanni

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Dal 27 marzo al 9 aprile prossimo la galleria d’arte Malinpensa by La Telaccia ospita la mostra intitolata “Tra natura e sensazioni cromatiche”, personale dell’artista Vanni.

Il pittore si avvale di un modulo cromatico segnico altamente suggestivo, che vive mirabilmente nell’opera creando effetti unici e incisivi, all’insegna di una pittura contrassegnata da una interpretativa del tutto autonoma. Il rapporto continuo con la natura, che Vanni stabilisce con qualità descrittiva e stile personale, delinea una libertà esecutiva incisivamente espressiva.

Utilizzando la tecnica mista ad olio, acrilici, pastelli e terre su tela o su tavola con magistrale stesura, l’artista realizza opere ampiamente interessanti, dove l’energia del tratto, il movimento ritmico del colore e il valido tessuto compositivo evidenziano un linguaggio pittorico di vivace scansione materica capace di vivere in continua vibrazione. La visione incontaminata della natura, che si fonde con la memoria e con il vissuto, è rivelatrice di una profonda carica vitale in cui il taglio prospettico dei suoi paesaggi si veste di abilità tecnica e contenuto poetico. La ricerca costante della dinamicità della luce attraversa magistralmente l’opera con una potenza descrittiva unica, dettata dalla sensibilità evocativa dell’artista Vanni.
L’emozionalità visiva, l’esecuzione tecnica e l’equilibrio formale evidenziano una pittura significativa, costruita con originale talento e passione.

 

Vanni vive e lavora in Umbria, contornato da una natura incontaminata, capace di suggerire spesso trame artistiche che vengono successivamente narrate con cromaticità legate alla luce mediterranea appartenente alle proprie radici. Dopo i primi studi artistici compiuti a Roma, Vanni ha perfezionato il suo percorso pittorico a Parigi, città dove ha vissuto diversi anni, entrando in contatto con il variegato mondo artistico della capitale francese. Dopo aver frequentato “Les Études des Beaux-Arts de Paris”, l’artista ha perfezionato i suoi studi presso gli atélier di affermati artisti espressionisti contemporanei, i cui insegnamenti hanno definitivamente tracciato il suo indirizzo pittorico, l’osservazione degli spazi circostanti e delle loro cromaticità. Figurano al palmarès numerose esposizioni personali e collettive in Italia, Francia, Belgio, Ungheria, Lussemburgo e Grecia, così come diverse sono le manifestazioni culturali cui Vanni ha preso parte riscuotendo sempre successo di critica e pubblico. Il linguaggio pittorico di Vanni si concretizza in opere che testimoniano inequivocabilmente la fascinazione nell’artista provocata dalla luce mediterranea, caratterizzata da visioni terse e luminose e dai colori netti ed abbaglianti. Tali contrappunti orientano la ricerca dell’artista verso un colore più marcato ed evidente, colori dominanti, decisi e filtrati da uno sguardo abbagliato dal Sole, in grado di cogliere i contorni delle cose. Di qui una palette intensa, ricca di colore, data senza compiacimenti cromatici, che pare scolpire nello spazio ciò che lo sguardo coglie.

 

Vanni – “Tra natura e sensazioni cromatiche” – dal 27 marzo al 9 aprile 2025 alla galleria d’arte Malinpensa by La Telaccia – corso Inghilterra 51, Torino.

Orario: 10.30 – 12.30 / 16 – 19 – chiuso lunedì e festivi

Telefono: 011 5628220

 

Mara Martellotta

Antonio D’Alfonso: “Progetto Kronos”, due destini intrecciati tra Roma e New York

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Tra scoperte inquietanti e incontri pericolosi, il confine tra scienza e ossessione si assottiglia, Claudio e Giulia si troveranno costretti a scegliere: sacrificare il passato o rischiare il futuro?

Roma e New York. Due destini intrecciati. Un segreto che sfida il tempo. Giulia, partita per New York per lavoro, si trova coinvolta in un mistero inquietante legato al suo enigmatico supervisore e a un uomo dall’oscuro fascino. Un dettaglio li accomuna: un orologio identico, simbolo di un segreto più grande di quanto lei possa immaginare. Claudio è un giovane fotografo in bilico tra il passato e il futuro, sospeso tra l’amore per Giulia e il richiamo di una nuova vita. Nel cuore della metropoli, tra scoperte inquietanti e incontri pericolosi, il confine tra scienza e ossessione si assottiglia, Claudio e Giulia si troveranno costretti a scegliere: sacrificare il passato o rischiare il futuro? Un romanzo, un thriller avvincente, dove amore, mistero e ambizione si intrecciano in una corsa contro il tempo.

L’AUTORE
Fin da sempre affascinato dalle arti, Antonio D’Alfonso ha coltivato una profonda passione per il canto, la musica e la scrittura. Ogni forma espressiva rappresenta per lui un viaggio nell’anima, un mezzo per esplorare emozioni e raccontare storie che lasciano il segno. Nel suo percorso artistico, la scrittura è diventata un modo privilegiato per dar vita a mondi e personaggi, intrecciando mistero, emozioni e riflessioni profonde. Con il suo romanzo, in cui il Progetto Kronos gioca un ruolo chiave, intreccia scienza e umanità, realtà e immaginazione, creando una narrazione coinvolgente e avvincente. “Il tempo è il più grande inganno: lo crediamo immutabile, ma nelle mani giuste o sbagliate può essere riscritto.”

“Scrivere è dare voce ai sogni” 

Intervista ad Antonio D’Alfonso

D: Il suo romanzo sta per essere pubblicato con Masciulli Edizioni. Cosa può dirci sulla storia
e sui suoi protagonisti?

Antonio D’Alfonso: Il romanzo segue il viaggio interiore ed esteriore di Claudio, un giovane che si
trova a un bivio tra il dovere e il desiderio di inseguire i propri sogni. La sua storia si intreccia con
quella di Giulia, partita per New York alla ricerca di nuove opportunità, e con una serie di
personaggi enigmatici, che aggiungono mistero e tensione alla trama. È una storia di crescita, scelte
difficili e connessioni umane.

D: Il romanzo è ambientato tra l’Italia e New York. Perché ha scelto queste due
ambientazioni?

Antonio D’Alfonso: Volevo raccontare il contrasto tra il familiare e l’ignoto, tra il calore delle
radici e il fascino di un nuovo inizio. L’Italia rappresenta la stabilità, la famiglia, mentre New York
è l’incognita, il sogno da rincorrere. Anche io, come Claudio, ho vissuto momenti di cambiamento e
decisioni importanti, e questa ambientazione mi ha permesso di esplorare quelle emozioni.

D: Come nasce la sua passione per la scrittura?

Antonio D’Alfonso: Scrivere è sempre stato il mio modo di dare forma alle emozioni, di raccontare
storie che potessero toccare il cuore delle persone. Amo la musica, il canto, l’arte in tutte le sue
forme, e credo che la scrittura sia un ponte tra questi mondi.

D: Nel suo romanzo c’è un elemento di mistero, con il Progetto Kronos e alcuni personaggi
enigmatici. Quanto è importante per lei mantenere la suspense?

Antonio D’Alfonso: Moltissimo! Amo costruire storie in cui il lettore si senta coinvolto e spinto a
cercare risposte. Il mistero è un ingrediente che rende la lettura avvincente, e il Progetto Kronos è
una chiave che apre molte domande.

D: Per concludere, cosa spera che il lettore porti con sé dopo aver letto il suo romanzo?

Antonio D’Alfonso: Vorrei che ognuno trovasse una parte di sé in questa storia, che si sentisse
ispirato a seguire i propri sogni, anche quando sembrano lontani. La vita è fatta di scelte, e spero
che il mio libro possa lasciare un segno nel cuore di chi lo leggerà.

 

Link per acquisto del libro: https://www.masciulliedizioni.com/prodotto/progetto-kronos/

 

Paolo Mascherpa, “L’arcobaleno nel deserto. Diario di un bipolare”

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Un  percorso di consapevolezza e speranza raccontato in prima persona per farci sapere che anche dal buio nascono i colori.

L’arcobaleno nel deserto. Diario di un bipolare è una testimonianza che vuole dare speranza. In questa autobiografia l’autore si mette a nudo e racconta, in maniera profonda, coinvolgente e sofferta, la sindrome maniaco-depressiva. Nel farlo Mascherpa non si risparmia e descrive anche i momenti più difficili, regalando al lettore la possibilità di comprendere quanto sia complesso e delicato il nostro cervello.

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IL DISTURBO BIPOLARE

Il disturbo bipolare fa parte dei disturbi dell’umore ed è caratterizzato da gravi alterazioni delle emozioni, dei pensieri e dei comportamenti. L’umore può essere definito come una tonalità emotiva che prevale sulle altre influenzando la vita psichica dell’individuo. Nonostante gli stati d’animo continuino ad alternarsi e a susseguirsi gli uni agli altri, nell’individuo sano l’umore tende a rimanere stabile e in equilibrio.

Nell’individuo bipolare è proprio questo equilibrio a venir meno, dando vita a svariati sintomi che influenzano le relazioni sociali e il normale svolgimento della vita. Inoltre, spesso chi soffre del disturbo, durante le crisi, non ne è consapevole in quanto le fasi maniacali e depressive sono considerate normali.

Tuttavia esistono segnali evidenti che permettono a chi gli sta vicino di riconoscerlo.

Il disturbo bipolare è infatti caratterizzato dall’alternanza di due fasi principali: depressione e mania/ipomania.

La fase depressiva è caratterizzata da umore depresso, diminuzione di interesse, aumento/perdita di peso, ansia, disturbi del sonno … e altri. Nei casi più gravi vi è il rischio di suicidio.

La fase maniacale è caratterizzata da euforia, maggiore loquacità, attività mentale accelerata, perdita di contatto con la realtà, esposizione a comportamenti rischiosi, eccessiva energia e conseguente sensazione di minor bisogno di dormire e altri.

Il suo manifestarsi invece è singolare: se il disturbo può essere latente e poco visibile, momenti di stress fisico ed emotivo o accadimenti inaspettati possono accendere la miccia, rendendo il comportamento più estremo.

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TRAMA

Ne “L’arcobaleno nel deserto. Diario di un bipolare” Mascherpa ci narra come vive e come pensa chi soffre di bipolarismo. Lo fa in prima persona, senza sconti, libero da pudori o convenzioni: “Il mio (episodio maniacale) durò più di qualche settimana e i sintomi erano più di tre. L’autostima ipertrofica o grandiosità era presente. […] Il diminuito bisogno di sonno […], la loquacità e la spinta a parlare […], la fuga delle idee o esperienza soggettiva che i pensieri si succedano rapidamente […], la distraibilità era presente. Anche il punto sei era presente: aumento dell’attività finalizzata oppure l’agitazione psicomotoria. […]

Fino a ribaltare la prospettiva. Nonostante la complessità del percorso di cure, Paolo Mascherpa nel suo libro ci mostra la via che lo ha portato a vivere una vita serena. Il messaggio che vuole dare l’autore è che la guarigione è possibile e non si tratta solo di una vaga speranza, ma di una possibilità concreta.

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RECENSIONE

Piacevole e intenso, il libro si mostra scorrevole e appassionante. Grazie alla precisione dell’autore e al lavoro di ricerca svolto (nel libro l’autore riporta un estratto del Manuale diagnostico e statistico dei disturbi mentali – DSM-5), “L’arcobaleno nel deserto. Diario di un bipolare” si rivela uno strumento utile ai professionisti e ai familiari per comprendere a fondo il punto di vista dei pazienti bipolari nelle diverse fasi del loro disagio.

L’arcobaleno nel deserto – Diario di un bipolare” è disponibile

– in formato cartaceo e Kindle: https://amzn.to/3Dbwvb8

– in versione audible su Storytel: https://www.storytel.com/it/books/l-arcobaleno-nel-deserto-diario-di-un-bipolare-9539318

 

L’AUTORE

Paolo Mascherpa nasce a Pavia il 10 aprile 1970. Lavora in banca ma scrive da sempre con passione.

Oltre a “L’arcobaleno nel deserto – Diario di un bipolare”, ha pubblicato la serie di fiabe per bambini “Le incredibili avventure del Cavalier Cotoletta”, i romanzi “Scripta” e “Utopika”, la raccolta di racconti “Riflessi” e il racconto “Il commissario Minotti”.

Ama plasmare personaggi, renderli vivi e creare mondi e avventure. La curiosità e l’interesse per la scrittura lo hanno portato a frequentare un master in copywriting presso l’Istituto europeo di design e i corsi di I e II livello di scrittura creativa alla scuola “Alexander Dumas” di Milano.

Sogna di fermare il tempo per non smettere mai di scrivere.

Per conoscere l’autore e tutte le sue opere vi invitiamo a visitare il sito: https://paolomascherpa.it/

Per seguirne i pensieri e restare aggiornati: https://www.facebook.com/p/Paolo-Mascherpa-scrittore-100076292577402/?_rdr

“Derma”, in libreria la nuova raccolta poetica di Arianna Vartolo

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L’Angolo della Poesia

di Gian Giacomo Della Porta

Arianna Vartolo, classe 1998, è l’autrice di “Derma”(Arcipelago Itaca Edizioni, 2025), la nuova raccolta poetica, in libreria dal 28 febbraio, che segue la sua opera prima in versi intitolata “L’aiuto a non morire”(Cultura e Dintorni Editore, 2019).

La sensibilità poetica di Arianna Vartolo si esprime nella profondità di tutte quelle sensazioni “superficiali” che creano attorno a ognuno di noi una sorta di mappa del mondo che ci circonda. Il titolo della sua nuova opera, “Derma”, è significativo proprio nell’indicare al lettore lo strato emotivo indagato dai suoi versi. Si sente il tratto universale della percezione che avviene appena sotto la pelle quando si entra in contatto, non solo empaticamente, con oggetti, persone e simboli, lo straordinario legame di parole che un letterato consapevole dona al lettore, creando una sorta di specchio che accomuna le vite di tutti.

Riflettendo sui temi della Vartolo, viene da sé la riflessione sulle potenzialità dell’epidermide e del derma di “creare mondo”, un pensiero che riporta alle “Vie dei Canti” di Bruce Chatwin, in cui si narra della magia che gli aborigeni australiani evocavano attraverso il canto, la poesia, fondamentale proprio per creare, prima ancora che per descrivere, il loro mondo. I versi di Arianna Vartolo sembrano nascere dalle sensazioni primitive di una viva pittura rupestre, e riportano al momento in cui dal ballo e dal canto nacque la poesia. Le poesie contenute in “Derma”raffigurano una sorta di inevitabile condanna che il fanciullino, presente in ogni poeta, deve alla bellezza.

Arianna Vartolo è nata nel 1998 a Roma. Compare nell’antologia “Abitare la parola: poeti nati negli anni Novanta” per Giuliano Ladolfi Editore (2019). Di lei è stato scritto, tra gli altri, su ClanDestino, Pangea, Laboratori Poesia – della cui redazione fa inoltre parte dal 2021. Alcuni suoi inediti e lavori sono apparsi su riviste cartacee e online tra cui Atelier e Inverso (per cui ha collaborato), nonché su La bottega della Poesia del quotidiano La Repubblica – Roma. Nel 2021 è rientrata tra i finalisti del Premio di Poesia Città di Borgomanero – Achille Marazza e del XXII Concorso Nazionale di Poesia e Narrativa “Guido Gozzano”.

 

Gian Giacomo Della Porta

Festeggia il tuo compleanno o la tua laurea al 2018 Bar con un menù speciale e uno shot in omaggio!

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Se stai cercando un locale accogliente e conviviale dove celebrare il tuo compleanno o la tua laurea, il 2018 Bar è la scelta perfetta!

Situato a pochi passi dal centro di Torino, questo ristorante cinese offre un’atmosfera calda e autentica, ideale per festeggiare con amici e familiari.

 

Per rendere il tuo evento ancora più speciale, il 2018 Bar propone un esclusivo menù fisso a soli 20/25€, pensato per soddisfare tutti i palati con una selezione di piatti tradizionali della cucina cinese. Dai gustosi ravioli fatti a mano alle deliziose costine di maiale in agrodolce, ogni portata è preparata con ingredienti freschi e secondo ricette tramandate da generazioni.

E per brindare alla tua occasione speciale? Il proprietario del ristorante ha ideato uno shot unico e speciale, in omaggio a tutti coloro che scelgono di festeggiare qui. Un tocco originale che renderà la tua serata ancora più memorabile!

Al 2018 Bar, il buon cibo si unisce alla convivialità, creando un’esperienza autentica e coinvolgente. Non perdere l’occasione di festeggiare con noi e scoprire un angolo di Cina nel cuore di Torino.

Prenota ora e preparati a vivere una festa indimenticabile!

2018 Ristorante CHENRONG via Goito4 /f  Torino

○ Ristorante cinese
○ Aperto dal martedì alla domenica ore 12:00 – 15:00 e 18:30 – 00:00

3392670532

Chengioni97@gmail.com

SU INSTAGRAM:

https://www.instagram.com/2018ristorante/

Pastificio Bolognese Muzzarelli… ne facciamo di tutti i colori!

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Storia
Nell’immediato dopoguerra, nei primi anni ‘50, Alda e Giuseppe Muzzarelli giunsero a Torino dal Modenese e reinventarono la loro vita. In una piccola bottega del quartiere Crocetta, portarono a Torino la pasta fresca emiliana, e con l’apertura dei primi ristoranti in città la loro intuizione risultò del tutto vincente. Achille all’epoca era un bambino, ma crescendo affiancò il lavoro dei suoi genitori e, nonostante i cambiamenti del mercato, riuscì con geniali intuizioni a trasformare il laboratorio in un punto di riferimento di chefs e gourmets. Oggi il Pastificio Bolognese è un’eccellenza artigianale del Piemonte, e Cristina e Laura continuano la tradizione.

La nostra filosofia
Sempre attenti alla qualità e alle richieste dei clienti, il laboratorio oggi vanta la produzione di più di 95 tipi di paste fresche nel rispetto assoluto della tradizione e della fantasia creativa che lo caratterizza. Da sempre Maestri del Gusto, il nostro fine è realizzare un prodotto che possa soddisfare al massimo sia lo chef, sia i genitori che lavorano e hanno poco tempo ma vogliono offrire alla loro famiglia un attimo conviviale di ottima qualità.

Le specialità al cioccolato
In occasione di CioccolaTò, il Pastificio propone tre specialità a base di cioccolato: le Cioccolatelle, tagliatelle con impasto a base di cacao; gli Gnoccolatini, ovvero gnocchi al cioccolato, e i Ravioli Gianduia, con sfoglia al cacao e ripieni di ricotta fresca e scorzetta di limone. Da servire salati, con crema di burro, o come dessert assieme ad una crema allo zabajone o fonduta di cioccolato bianco!

Dove trovarci
Il punto vendita “nasconde” un laboratorio produttivo all’avanguardia che ogni giorno rifornisce la ristorazione torinese, milanese e punti vendita selezionati in Italia ed in Europa in ottemperanza al riconoscimento C.E.E. (IT 9-1 638/LC.E.). Potete trovarci a Torino in Via San Secondo 69, 10128 TO, o nelle cucine e nei piatti degli amanti della pasta buona!

Contatti

Indirizzo: Via San Secondo 69, Torino 10128
Telefono: +39 011 591 360
E-mail: info@pastificiobolognese.it
Sito web: www.pastificiobolognese.it
Whatsapp per ordini: +39 380 7845 849

Orari:

– da Martedì a Venerdì: dalle 7:00 alle 12:30, dalle 15:00 alle 18:30
– Lunedì e Sabato: dalle 7:00 alle 12:30

 

Fabio Chillemi, “L’ombra nascosta delle cose”: storie misteriose di vite, morte, sentimenti

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Un medico in pensione dal carattere pignolo ed estremamente razionale è tormentato dall’impulso di mettere nero su bianco una storia stupefacente che mette a dura prova il suo punto di vista della vita, concreto e senza sfumature.

IL LIBRO

Il medico Ermete Sigfrido, vedovo e ormai in pensione, un giorno qualunque esce di casa e, vagando per le strade della sua città, capita in un bazar di oggetti usati, gestito da Pedro, un peruviano dalle fattezze particolari e dall’aria misteriosa, che diventerà il suo amico e la sua guida. Lì scopre improvvisamente di possedere un potere di cui non sa nemmeno il nome: tutto comincia con un piccolo crocifisso d’oro e proseguirà con un incredibile viaggio attraverso il tempo, tra la memoria degli oggetti e i ricordi sepolti all’interno della sua mente. Come in una sorta di autoanalisi, il dottore scriverà le storie che i manufatti gli raccontano.

L’AUTORE

Fabio Chillemi è nato a Messina nel 1973. Dopo la maturità classica nella città natale, si è laureato in Lettere Classiche con una tesi sull’enigmistica greco-latina.

Appassionato enigmista, oggi si diletta in particolare con l’arte degli anagrammi. Ha pubblicato due raccolte di poesie: Pensieri e Frammenti di luce, quest’ultima con lo pseudonimo di Michael Fiboli (la cui pagina Facebook ospita i suoi versi più recenti). Dal 2002 vive in Friuli, a Pordenone, dove insegna Italiano e Storia in un istituto professionale.

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L’ombra nascosta delle cose” di Fabio Chillemi

Ebook: 1,91 €

copertina flessibile: 15,37 €

copertina rigida: 20,00 €

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LINK DI ACQUISTO

https://www.amazon.it/dp/B0DQJZJNKB

FABIO CHILLEMI

Dawat ristorante indiano, eccellenza e qualità delle materie prime

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DOVE SI TROVA IL RISTORANTE DAWAT – Il ristorante Dawat è situato nel cuore del centro storico di Torino, nelle immediate vicinanze di Palazzo Reale, Piazza Castello e a pochi passi dalla Cappella della Sacra Sindone.
LA FILOSOFIA – I proprietari possono vantare ben 25 anni nel settore della ristorazione. Il loro obiettivo è sempre quello di portare la cucina indiana tradizionale in Italia e di distinguersi dagli altri, per l’eccellenza e la qualità delle proprie materie prime.
LE SPECIALITÀ DELLA CASA – Il menù propone aromi speziati e piccanti, piatti a base di carne, pesce e verdure fresco cotti nel forno tandoor, ma anche portate vegetariane. Ricca anche la carta dei vini.
TEL 3381125890

Quinoa Cafè & Pastry LAB, il gusto della pasticceria asiatica e del buon caffè

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In questo locale, nel cuore di Torino, in un ambiente giovane, spazioso, molto easy, troverai tutto il fascino di una  pasticceria artigianale asiatica e al tempo stesso il luogo ideale per gli appassionati del caffè e latte artigianale.

Qui il caffè viene servito e preparato filtrato esaltandone la consistenza, l’aroma raffinato, la qualità e il sapore.


Al Quinoa Cafè & Pastry LAB trovi il FLAVOR CAFFE aromatizzato anche da asporto , tendenza particolarmente seguita dai giovani e con diverse varianti di gusto. Il locale organizza anche eventi e compleanni e si avvale di un servizio di prenotazione online sul sito.


Tra i prodotti tipici da segnalare il MATCHA LATTE , LE TORTE DI COMPLEANNO CON CAKE DESIGN  E LE TORTE DI COMPLEANNO A BASE DI CHIFFON CAKE

La chiffon cake è una torta di origine americana, famosa per la sua leggerezza e sofficità. È spesso descritta come un mix tra un pan di Spagna e una torta paradiso, ma con una consistenza ancora più morbida e spugnosa. La particolarità della chiffon cake risiede nell’utilizzo di olio di semi al posto del burro e nella presenza di albumi montati a neve, che conferiscono alla torta la sua tipica struttura ariosa e leggera.


IL DOLCE TIPICO PROPOSTO DAL LOCALE , tipicamente asiatico è il MOON CAKE , e in questo senso sono gli unici a Torino
Il dolce è tipico della FESTA DELLA LUNA , seconda festività tradizionale più importante della Cina , dopo il Capodanno cinese.

Quinoa Cafè & Pastry LAB
Via Madama Cristina, 52 – 10125 Torino 
011 056 8505
https://quinoacafe.qromo.it/