Fondi welfare periferie da destinare a progetti per gli indigenti
“Si faccia chiarezza sulla morte del clochard negli scantinati delle case Atc in zona Lingotto, e soprattutto, si affronti con decisione il problema dei tantissimi senzatetto e nuovi poveri che vivono nel capoluogo regionale e nel territorio della Città Metropolitana”.
Così Daniela Ruffino (FI), vicepresidente del Consiglio regionale del Piemonte, commenta il caso del senzatetto trovato privo di vita nelle cantine delle case popolari a Torino.
“I Comuni dialoghino con il governo e si raccordino meglio con la Regione per trovare idee e risorse da
destinare alla drammatica realtà dei poveri, che a Torino, come in tutto il territorio circostante, si sta manifestando quale vera e propria emergenza”, aggiunge la vicepresidente dell’Assemblea piemontese.
“Per quanto riguarda Torino, con l’arrivo dei 18 milioni di euro per il recupero delle periferie – propone infine Ruffino – si presenta una importante occasione anche in questa direzione. Il Comune deve
fare in modo che i fondi riservati al welfare e al sociale vengano impiegati in particolare per contrastare la povertà. Per gli altri Comuni, è necessario che i sindaci chiedano tutti insieme a Regione e Governo un aiuto concreto”.
“Le mense della Caritas e tutti gli altri enti benefici che si occupano di assistenza ai poveri non possono far fronte da soli a questa preoccupante situazione che lede la dignità delle persone. Le istituzioni – conclude Ruffino – devono dare un segnale forte per contrastare il disagio sociale crescente”.
“La drammatica situazione in cui si trovano i pronto soccorsi, al collasso sotto la pressione dei pazienti che si sono moltiplicati per il picco influenzale, va affrontata di petto anche dalla Regione, esattamente come stanno già facendo, da giorni, con abnegazione, un grandissimo senso del dovere e altissima professionalità, tutti gli operatori degli ospedali. L’assessore Saitta deve mettere mano, da subito, alle assunzioni e alla riorganizzazione. Poi auspichiamo che già da oggi, il più grande ospedale del Piemonte, la Città della Salute di Torino, inizi a dare l’esempio aprendo il “reparto polmone”. Ossia quella struttura, con 28 posti letto, prevista e pensata per dare sollievo all’intasamento del pronto soccorso, fornendo spazio per gestire la crisi. Un’azione concreta e semplice, da fare subito. Infatti l’emergenza rischia di esplodere con il ponte dell’Epifania e con i medici di base che chiuderanno fino a lunedì”. Lo
ha detto stamani Claudio Delli Carri, segretario regionale del Nursing Up, il sindacato degli infermieri, sollecitando la Regione e la Città della Salute e della Scienza ad agire subito.
Carri -. Non si può sempre solo contare sull’incredibile capacità di risolvere i problemi che hanno dimostrato tutti gli operatori della sanità, a cui va il ringraziamento di tutti per quello che stanno facendo. È una precisa responsabilità dell’assessorato aver indicato tre punti cardine dopo l’uscita dal piano di rientro in sanità – assunzioni, riorganizzazione territoriale (che vuole dire apertura di nuovi posti letto) ed edilizia sanitaria – e non averne messo in pratica nemmeno uno. Una responsabilità di cui l’assessorato dovrà rendere conto ai cittadini e che non ci stancheremo mai di sottolineare. L’unica via per non finire più in queste situazioni di emergenza è quella di assumere nuovo personale, che significa anche nuovi posti letto e ospedali più efficienti”.
Il Consorzio
RICEVIAMO E PUBBLICHIAMO
gli animali selvatici, oltre ad infastidire le persone in condizioni di particolare difficoltà, come anziani, neonati e ammalati» – dichiara Gualtiero Crovesio, Responsabile LAV Torino, che aggiunge: «Chiediamo all’amministrazione e al servizio pubblico di tener fede al proprio dovere di operare una corretta informazione su quanto previsto dalle normative
vigenti, evitando quindi di disorientare i cittadini con comunicazioni contraddittorie».
In riferimento al
Il Consiglio di Amministrazione dell’Istituto Zooprofilattico Sperimentale del Piemonte Liguria e Valle d’Aosta, presieduto dal Prof. Giorgio Gilli e insediatosi a fine novembre, ha approvato il Bilancio di Previsione per l’anno 2017. I ricavi previsti sono 34.721.000 Euro, di questi 27.800.000 provengono dal Fondo Sanitario Nazionale in quanto l’Istituto è Ente vigilato dal Ministero della Salute; 5.990.000 da progetti di ricerca nazionali ed internazionali, con un incremento per questa voce, rispetto all’anno 2016 di 432.000 Euro. Il bilancio prevede un totale di spese correnti pari a 33.249.000 Euro di cui 19.487.000 per il personale e 13.360.000 per l’acquisto di beni, servizi e altri costi di gestione. Il contenimento dei costi è, in gran parte, da ricondurre ai processi di digitalizzazione con conseguente diminuzione del materiale stampato. “Nel difficile momento economico che sta attraversando l’Amministrazione Pubblica, in particolare la sanità – afferma il Prof. Gilli – il Bilancio per il 2017, mettendo in previsione una marcata riduzione delle spese e un significativo aumento dei ricavi, consente di guardare con ottimismo alla vita futura dell’Istituto e dei suoi oltre 400 dipendenti”, Sottolinea la Direttrice, Dott.ssa Maria Caramelli: “Le risultanze molto convincenti dal punto di vista economico ci permetteranno di promuovere le attività scientifiche. Nel prossimo biennio verranno investiti oltre 2 milioni in attrezzature innovative per migliorare l’identificazione di virus e batteri in animali e alimenti, di contaminanti chimici e di allergeni negli alimenti. In particolare l’Istituto acquisirà un sequenziatore di DNA di terza generazione, in grado di leggere anche una singola molecola di DNA grazie alla tecnologia SMART, che sarà il primo in Italia e verrà messo in condivisione con la Piattaforma Nazionale di Genomica Veterinaria”.
“Dev’essere severamente punito, deve andare effettivamente in carcere e restarci quanto basta”, chi infligge sofferenza e morte agli animali, “questi nostri fratelli più piccoli e senza voce”. 
Martedì 27 dicembre, dalle 10 alle 13, il Garante regionale dei detenuti,
Torino: è una droga o non è una droga? Molte persone si pongono questo quesito. 