TRIBUNA- Pagina 47

Piazza Bodoni: “Finalmente panchine nuove, ma ci vogliono più controlli!”

Ieri, finalmente, le sedute della storica piazza Bodoni hanno visto la riparazione. 24 panchine rotte su un totale di 27 nella piazza. Dopo le tante polemiche per le condizioni di disagio, il Comune ha provveduto alla riparazione. In passato i commercianti avevano già richiesto una maggiore sorveglianza per evitare che il bivacco notturno di chi usufruisce delle panchine non portasse al degrado della piazza. Sicuramente sarà difficile eseguire i futuri interventi di manutenzione, viste le scarse risorse rimaste dopo il taglio su manutenzione verde, arredi e suolo.

Emanuel Cosmin Stoica

SIULP: “comportamento e frasi insegnante intollerabili, richiedono intervento immediato”

Quanto accaduto a Torino è un fatto grave e intollerabile che deve indurre tutti i Corpi intermedi rappresentanza e le Istituzioni a riflettere su grave e pericoloso clima di odio e intolleranza che si è generato e che pregiudica, a prescindere dall’operato delle Forze di polizia il sereno svolgimento delle pubbliche manifestazioni. Non sta agli uomini in uniforme decidere chi e quando può manifestare. A loro compete il dovere di assicurare che questo fondamentale diritto possa essere garantito a chiunque purché lo si faccia nel rispetto delle regole. Una elementare constatazione che di certo non appassiona quei professionisti della violenza usi a fare degli scontri di piazza la ragion d’essere del loro antagonismo sociale, e rispetto alla quale, da tempo, il Siulp invoca un rigoroso intervento del legislatore finalizzato a definire conseguenze certe ed afflittive nei confronti dei responsabili di comportamenti che rischiano di riproporre i tragici scenari degli anni di piombo.

Una sensazione che, al netto dell’indicibile amarezza, è oggi rafforzata dalle deliranti dichiarazioni rilasciate la scorsa settimana dall’insegnante che, a Torino, ha espresso giudizi irripetibili nei confronti dei Poliziotti in servizio, arrivando addirittura ad augurare loro la morte. La circostanza che, invece di rimeditare sull’accaduto, questa insegnante abbia poi avuto anche la sfrontatezza di rivendicare la legittimità del suo comportamento in un secondo momento di fronte alle telecamere dove ha persino inneggiato il ricorso alle armi contro i poliziotti, pone a nostro avviso l’esigenza di una ferma e corale condanna morale e anche concreta. Serve a tutela della dignità dei poliziotti, in primo luogo. Ma anche, e soprattutto, a tutela della dignità delle centinaia di migliaia di insegnanti che, diversamente da questa signora, sono consapevoli di svolgere una delicatissima ed insostituibile funzione pubblica per esercitare la quale sono necessarie straordinarie doti di equilibrio e di saggezza e non certo quelle di istigare alla violenza o alla lotta armata. Quelle di cui, a nostro avviso, la responsabile delle vergognose infamie rivolte ai colleghi in servizio a Torino ha dimostrato di non padroneggiare adeguatamente per non dire di non possederle. E’’ quanto afferma il Segretario Generale del SIULP Felice Romano nel commentare il video andato in onda durante una trasmissione televisiva alla presenza dell’ex premier Matteo Renzi. Mi rendo conto, continua Romano, della gravità di quanto affermo. Ma le dichiarazioni sono altrettanto gravi e pericolose per la tenuta democratica che quanto affermo non è opinione solo delle donne e degli uomini della Polizia di Stato. Lo stesso ex premier infatti, che ringraziamo per aver tempestivamente censurato questo tipo di condotta esprimendo solidarietà nei confronti dei poliziotti ed auspicando l’immediato licenziamento dell’insegnante, dimostra che è opinione condivisa. Nell’unirci all’auspicio dell’ex premier, al quale, beninteso, ci associamo, riteniamo però che questo fatto sia degno dell’attenzione dell’Autorità Giudiziaria proprio per la gravità delle affermazioni fatte. Parimenti, ci attendiamo ora che altrettanto facciano anche le organizzazioni di categoria che rappresentano gli insegnanti. Non saremo noi, sottolinea Romano, a cadere nella trappola della generalizzazione, ma è necessaria, ora più che mai, una netta presa di distanza da atteggiamenti che altrimenti rischiano di inficiare quel vincolo di solidarietà tra lavoratori, nel caso di specie poliziotti ed insegnanti, che sono l’essenza della nostra democrazia. Non solo, conclude Romano, quanto richiesto è altresì necessario per tranquillizzare i genitori italiani che quando la mattina accompagnano i loro figli a scuola li lascino all’interno di una struttura dove siano insegnati i valori della democrazia, del rispetto degli altri e soprattutto delle Istituzioni democratiche e di chi le rappresenta come presupposto inalienabile per un futuro civile e democratico del nostro Paese.

 

Segreteria Siulp Torino

A proposito di politica e violenza

“Abbassare i toni sembra la parola d’ordine di questi ultimi giorni di campagna elettorale ed e’ giusto il richiamo al senso di responsabilità nella polemica politica.

Ciò, però, non può farci dimenticare che il corteo “sedicente antifascista” di Torino in corso Vittorio Emanuele- che ha ingaggiato una guerriglia urbana molto violenta con la Polizia-va condannato in toto. Ci fu chi cinquant’anni fa ritenne di riprendere la “Resistenza tradita “ prima con le intolleranze politiche e poi con la violenza del terrorismo. Pochi, allora, dissero che gli estremisti non potevano considerarsi eredi e continuatori della Resistenza e che dovevano essere isolati. Ogni estremismo va condannato e voglio ricordare che Giovanni Spadolini denunciò proprio nel 1968 gli opposti estremismi,nero e rosso nei suoi editoriali sul “Corriere della Sera”. Lo dissero con chiarezza il neonato Centro “Pannunzio” di Olivetti e di Soldati  e pochi uomini come Valdo Fusi, Carlo Casalegno, Franco Venturi ed Aldo Garosci, incuranti degli insulti loro rivolti. Chiunque dissentiva,veniva, tout- court, considerato fascista. L’intimidazione politica era la regola. E certe forme di violenza tollerate finirono di degenerare in fatti che portarono drammaticamente agli anni di piombo. Il Centro “Pannunzio” tradirebbe la sua storia se non facesse sentire alta e forte una condanna per episodi che non debbono più ripetersi.La Città che vide il martirio di Carlo Casalegno non può tollerarlo. Ed altrettanto chiara dev’essere la nostra incondizionata solidarietà alle Forze dell’Ordine. Tradirei i miei Maestri, se tacessi

 

Pier Franco Quaglieni 

NUOVO CORSO PER SOCCORRITORI IN AMBULANZA ALLA CROCE BIANCA RIVALTA

Lunedì 26 febbraio, alle ore 20.30, presso la sede della Croce Bianca di Rivalta in via Toti 4 inizierà il nuovo corso gratuito per diventare soccorritori. Il corso preparerà i volontari soccorritori a svolgere con competenza e professionalità i servizi di emergenza urgenza a mezzo ambulanza. Il corso è riconosciuto e certificato dalla Regione Piemonte secondo lo standard formativo regionale. Dopo una prima parte di lezioni teorico-pratiche, della durata complessiva di 54 ore, gli aspiranti volontari soccorritori saranno ammessi al tirocinio pratico protetto, 100 ore in Pubblica Assistenza, durante il quale dovranno svolgere, affiancati da personale esperto, trasporti in emergenza su autoambulanza e servizi di tipo socio sanitario. A conclusione del corso si otterrà l’abilitazione finale. Gli argomenti trattati durante le lezioni riguarderanno diverse tematiche tra cui: i codici d’intervento, i mezzi di soccorso, il linguaggio radio e le comunicazioni, la gestione dell’emergenza, la rianimazione cardiopolmonare, il trattamento del paziente traumatizzato, il bisogno psicologico della persona soccorsa. Inoltre, all’interno dello stesso corso è prevista la formazione e l’abilitazione all’utilizzo del defibrillatore semiautomatico esterno in ambito extraospedaliero.

Per informazioni e iscrizioni: tel. 011-9012924, info@crocebiancarivalta.it.

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La Croce Bianca Rivalta di Torino, associata Anpas, può contare sull’impegno di 149 volontari, di cui 70 donne, e nove dipendenti grazie ai quali ogni anno svolge oltre 10.300 servizi con una percorrenza di circa 285mila chilometri. Effettua servizi di emergenza 118, trasporti ordinari a mezzo ambulanza come dialisi e terapie, trasporti interospedalieri, assistenza sanitaria a eventi e manifestazioni, accompagnamento per visite anche con mezzo attrezzato al trasporto dei disabili e interventi di protezione civile. La Pubblica Assistenza di Rivalta svolge inoltre formazione sanitaria nelle scuole e corsi di primo soccorso alla popolazione.

 

L’Anpas Comitato Regionale Piemonte rappresenta 78 associazioni di volontariato con 9 sezioni distaccate, 9.471 volontari (di cui 3.430 donne), 6.635 soci sostenitori e 377 dipendenti. Nel corso dell’ultimo anno le associate Anpas del Piemonte hanno svolto 432mila servizi con una percorrenza complessiva di circa 14 milioni di chilometri utilizzando 382 autoambulanze, 172 automezzi per il trasporto disabili, 223 automezzi per il trasporto persone e di protezione civile.

Domenica 25 marzo 2018 ritorna la ACUS RUN

Si corre (o cammina) a favore del progetto “Protezione Famiglia” della Fondazione FARO onlus

Si replica l’evento sportivo che l’associazione ACUS ha deciso di dedicare alla Fondazione FARO, con la terza edizione della ACUS RUN. Vi aspettiamo per vivere insieme la corsa non competitiva (aperta a tutti) di 10km, oppure per una bellissima passeggiata di 5km completamente in riva al fiume Po. Anche i bambini potranno partecipare con la corsa di 1 km dedicata a loro! Il ricavato della corsa sarà interamente destinato al Progetto “Protezione Famiglia” della Fondazione FARO onlus. Nell’ambito di questo progetto, vengono erogati servizi di accoglienza e supporto per le famiglie di malati gravi, laddove vi sia la presenza di altre fragilità e, quindi, a rischio di destabilizzazione nel corso della malattia o al decesso del malato.

QUANDO: 25 marzo 2018. La partenza della corsa dei bambini è fissata per le ore 10:00 mentre la competizione degli adulti avrà il via alle ore 10:30.

DOVE: Il ritrovo e la partenza della gara saranno in corso Casale, Parco Michelotti (ex zoo) di fronte alla bocciofila SIS (vicino al ponte di corso Regina).

QUANTO COSTA:  La quota di iscrizione è di 12 euro per la corsa dei 10 km e dei 5km.

Per la corsa dei bambini il costo è di 5 euro.

I primi 200 iscritti avranno diritto alla versione tecnica della maglietta che farà anche da pettorale per la corsa stessa; gli altri iscritti avranno diritto ad una maglietta della gara in cotone.

COME ISCRIVERSI: Per informazioni ed iscrizioni scrivere una mail a: info@acusonlus.org oppure cliccate il tasto “Parteciperò” dell’evento direttamente su facebook  (https://www.facebook.com/events/709118335965265/).

L’iscrizione sarà ritenuta valida solamente dopo aver effettuato il pagamento della stessa.

Le modalità di pagamento sono:

1) paypal, cliccando sul tasto “Fai una donazione” nella homepage di Acus o a questo link: http://www.acusonlus.org/#iniziative
oppure
2) bonifico intestato a ACUS Onlus, codice iban IT71X0304801013000000086337 (fino a venerdì 23 marzo)
oppure
3) pagamento in contanti presso “Casa del Rasoio” – Corso Marconi 31 bis – Torino – tel.0116508825.

Il ritiro pettorali potrà essere effettuato a partire da giovedì 22 marzo direttamente presso la “Casa del Rasoio” oppure domenica mattina prima dell’orario di partenza.

Info: acusonlus.org e fondazionefaro.it.                                       #AcusRun2018

 

UDU: “ANCHE ALL’UNIVERSITÀ’ DI TORINO TASSE FUORILEGGE”

UDU TORINO PRESENTA RICORSO AL TAR: “UNITO RESTITUISCA 31 MILIONI AGLI STUDENTI!”

L’Università degli Studi di Torino ha approvato un bilancio preventivo in cui dichiara di sforare il limite imposto dalla legge alla tassazione degli studenti. Vengono infatti chiesti 31 milioni in più del dovuto. Per questo, anche a Torino, l’UDU – Unione degli Universitari ha depositato un ricorso contro le “tasse fuorilegge” dell’ateneo.

Valeria Sartori, coordinatrice dell’UDU Torino, dichiara: “Nel bilancio di previsione del 2018, l’Università di Torino prevede di incassare 81 milioni di euro dagli studenti in tasse. La previsione per quanto riguarda il finanziamento statale, cioè la quota di Fondo di Finanziamento Ordinario (FFO), oscilla tra i 236 milioni e 600mila euro e i 248 milioni e 700mila euro. Questo vuol dire che, pur considerando tutti gli esenti dichiarati da UniTo, anche superiori a quelli previsti per legge (che farebbero arrivare il gettito della contribuzione a 79 milioni di euro), il rapporto tra tasse e FFO oscilla tra il 31,8% e il 33,4%. Il limite di legge è il 20%. Questo significa che agli studenti sono stati chiesti tra i 29,3 e i 31,7 milioni di euro, in più rispetto a quanto prescritto dalla legge!”

Prosegue Valeria Sartori: “Non possiamo accettare che, come a Milano, l’università pubblica decida sistematicamente di violare i limiti di legge imposti a tutela degli studenti per fare cassa sulle nostre spalle con tasse fuorilegge. Anche in questo caso è lo stesso bilancio di previsione ad attestare che l’Università di Torino intende prelevare dagli studenti e dalle famiglie più di quanto le è consentito! Per questi motivi abbiamo già depositato, affidando le procure ai nostri legali Francesco Giambelluca e Massimo Ticozzi, il ricorso al TAR Piemonte. Quest’azione legale non ha come intento quello di danneggiare l’Università di Torino: chiediamo il rispetto della legge a tutela del diritto allo studio e vogliamo denunciare l’evidente insufficienza del finanziamento statale che obbliga le università a imporre la terza tassazione più alta in Europa!”

Conclude la coordinatrice dell’UDU Torino: “Pensiamo che la battaglia del sottofinanziamento, che ci vede da sempre in prima linea, richieda il forte supporto da parte delle amministrazioni universitarie. Un supporto alle rivendicazioni che l’UDU ha sempre portato all’attenzione dei governi che si sono succeduti, senza avere risposte adeguate. A Torino crediamo che sia necessario avviare una contrattazione per discutere su come riformare il regolamento tasse dell’Università, in modo tale che non continui ad essere un’università pubblica con uno degli sforamenti più consistenti d’Italia, facendo in modo che già dal prossimo anno non esistano più tasse fuorilegge! È necessario mettere in campo un sistema più equo, innalzando la no-tax area e abbassando consistentemente le tasse, a partire dalle fasce più basse di reddito.”

Appello dei Garanti dei detenuti al Ministro della Giustizia

Franco Corleone, a nome e per conto del Coordinamento nazionale dei Garanti regionali e territoriali delle persone detenute, nella giornata di venerdì 16 febbraio  ha formalmente inviato una presa di posizione ufficiale – che ora viene resa pubblica – sulla questione dei decreti delegati per la riforma dell’Ordinamento penitenziario all’attenzione del Ministro della Giustizia On. Andrea Orlando, del suo Capo di Gabinetto dottoressa Elisabetta Maria Cesqui e dell’Ufficio legislativo del Ministero di via Arenula. Il documento qui sotto riportato ha avuto la più larga condivisione da parte dei Garanti regionali, provinciali e comunali. Definendo il testo condiviso, il Coordinamento dei Garanti delle persone detenute ha anche proposto per la giornata di giovedì 22 febbraio  – in concomitanza con la preannunciata riunione del Consiglio dei Ministri – l’adesione all’attuale mobilitazione nelle carceri a sostegno della riforma. La mobilitazione dei Garanti dei Detenuti assumerà la forma di un’adesione per 24 ore allo sciopero della fame in corso – iniziativa nonviolenta promossa dal Partito Radicale Nonviolento e da Rita Bernardini e fatta propria da oltre 10.000 detenuti ristretti nelle 190 carceri italiane – e si svolgerà appunto nel giorno in cui si riunisce il Consiglio dei Ministri che, secondo il Presidente Gentiloni ed il Ministro Orlando, dovrebbe adottare importanti decisioni sull’iter del decreto già presentato e sugli altri necessari per la piena attuazione della delega parlamentare della legge 103 del 23 giugno 2017. La partecipazione allo sciopero della fame di oltre 30 Garanti delle persone detenute rappresenta l’inizio di una mobilitazione per i prossimi 10 giorni affinché tutti i passaggi istituzionali e tutti gli spazi di manovra siano percorsi al fine di un ottenere una riforma il più ampia e significativa possibile.

IL TESTO INVIATO AL MINISTRO DI GIUSTIZIA:

Il Coordinamento dei Garanti territoriali delle persone private della libertà esprime il proprio apprezzamento per la conclusione dell’iter parlamentare di valutazione della bozza di decreto legislativo di riforma dell’ordinamento penitenziario già approvata dal Consiglio dei Ministri e auspica che il Governo voglia licenziare quanto prima il decreto e avviare l’iter delle deleghe ancora in sospeso, da quella sul lavoro penitenziario a quella sull’esecuzione penale minorile. In questa prospettiva, essenziale è salvaguardare le finalità della riforma in ordine al superamento delle condizioni ostative all’accesso alle sanzioni alternative al carcere. D’altro canto, nello spirito della riforma e degli Stati generali dell’esecuzione penale è auspicabile che il Governo tenga conto delle indicazioni pervenute dalle Commissioni parlamentari sulla territorialità e sulla qualificazione sanitaria delle sezioni penitenziarie destinate ad accogliere le persone detenute con problemi di salute mentale, così come sull’esercizio della delega in materia di affettività in carcere. A tal fine, sarebbe già un significativo passo in avanti anche il semplice riconoscimento della possibilità di svolgere colloqui non sottoposti a controllo visivo, lasciando a una successiva revisione regolamentare la concreta disciplina delle modalità di svolgimento di incontri riservati con familiari e terze persone.

GARANTI DELLE PERSONE DETENUTE O PRIVATE DELLA LIBERTA’ ADERENTI ALLO SCIOPERO DELLA FAME NELLA GIORNATA DI GIOVEDI’ 22 FEBBRAIO:

  • Franco Corleone – Garante Regione Toscana e Coordinatore nazionale dei Garanti regionali e territoriali delle persone private della libertà
  • Bruno Mellano – Garante Regione Piemonte e Vice Coordinatore nazionale dei Garanti regionali e territoriali delle persone private della libertà
  • Stefano Anastasia – Garante Regione Lazio e Garante Regione Umbria
  • Giovanni Fiandaca – Garante Regione Sicilia
  • Carlo Lio – Garante Regione Lombardia
  • Pino Roveredo – Garante Regione Friuli Venezia Giulia
  • Mirella Gallinaro – Garante Regione Veneto
  • Piero Rossi – Garante Regione Puglia
  • Enrico Formento Dojon – Garante Regione Valle d’Aosta
  • Leontina Lanciano – Garante Regione Molise
  • Andrea Nobili – Garante Regione Marche
  • Marcello Marighelli – Garante Regione Emilia Romagna
  • Gabriella Stramaccioni – Garante Città di Roma
  • Alessandra Naldi – Garante della Città di Milano
  • Eros Cruccolini – Garante Città di Firenze
  • Antonio Ianniello – Garante Città di Bologna
  • Sergio Steffenoni – Garante Città di Venezia
  • Elisabetta Burla – Garante Città di Trieste
  • Luisa Ravagnani – Garante Città di Brescia
  • Margherita Forestan – Garante Città di Verona
  • Franca Berti – Garante Città di Bolzano
  • Agostino Siviglia – Garante Città di Reggio Calabria
  • Paolo Mocci – Garante Città di Oristano
  • Mario Dossoni – Garante Città di Sassari
  • Nunzio Marotta – Garante Comune di Porto Azzurro (Li)
  • Vanna Javier – Garante Provincia di Pavia
  • Alessandro Prandi – Garante Città di Alba (Cn)
  • Davide Petrini – Garante Città di Alessandria
  • Sonia Caronni – Garante Città di Biella
  • Mario Tretola – Garante Città di Cuneo
  • Rosanna Degiovanni – Garante Città di Fossano (Cn)
  • Armando Michelizza – Garante Città di Ivrea (To)
  • Dino Campiotti – Garante Città di Novara
  • Bruna Chiotti – Garante Città di Saluzzo (Cn)
  • Roswitha Flaibani – Garante Città di Vercelli

CONTROLLO DEI CINGHIALI: sarà impugnato al TAR il programma della Città Metropolitana

Una PROPOSTA ALTERNATIVA è stata inviata dalle associazioni di protezione ambientale e animaliste alla Città Metropolitana di Torino. L’Amministrazione della Città Metropolitana di Torino guidata dalla Sindaca Appendino ha approvato con lo stampino nello scorso mese di dicembre 2017 un programma di controllo del cinghiale per il 2018 imperniato su battute di caccia, spari diurni e notturni e inutili “militarizzazioni” del territorio che causano la dispersione degli animali senza risolvere il problema della riduzione del numero degli animali ed i danni da questi prodotti alle coltivazioni agricole. Il provvedimento della Città Metropolitana per i suoi numerosi vizi di legittimità (utilizzo dei cacciatori, assenza di dati censuari, assenza del parere dell’ISPRA, nessun intervento di tipo ecologico o preventivo, cessione gratuita ai cacciatori degli animali abbattuti) sarà oggetto di ricorso al TAR il cui deposito è previsto a giorni. La Città Metropolitana era stata invitata a ritirare il Decreto del 22 dicembre 2017 della Consigliera delegata Elisa Pirro, in autotutela. Così non è stato. Grave è giudicato l’utilizzo dei cacciatori e dei cani che disperdono gli animali, causano incidenti stradali, determinano una destrutturazione delle popolazioni, creano nuovi branchi e la colonizzazione di nuove aree con aumento dei danni in luogo della loro diminuzione. Trattasi dell’ennesimo programma volto a consentire strumentalmente l’esercizio venatorio fuori stagione e nelle zone vietate alla caccia più che a risolvere le problematiche legate alla presenza del cinghiale. Decenni di interventi imperniati solo sugli abbattimenti non hanno risolto nulla e hanno mostrato tutto il loro fallimento. Una PROPOSTA ALTERNATIVA imperniata su strategie già collaudate e delle quali esistono ormai documentate dimostrazioni di efficacia, è stata inviata alla Città Metropolitana di Torino. Nell’affrontare il programma per il contenimento del cinghiale non si può prescindere dalla considerazione etico-morale del rispetto per tutte le forme di vita. Gli animali sono esseri senzienti, così come stabilito anche dal Trattato di Lisbona dell’Unione Europea del 2007, e non degli oggetti meccanici a disposizione dell’uomo come purtroppo l’attuale mentalità antropocentrica ce li vuole mostrare. La giunta 5 Stelle della Città di Torino a guida Chiara Appendino, Sindaca anche della Città Metropolitana, nel suo programma di governo recita: “Noi ci impegniamo a promuovere una cultura del rispetto che riconosca tutti gli animali come soggetti di diritti.” Chiediamo che a queste parole seguano fatti concreti. Riteniamo doveroso cercare di conseguire un equilibrio e una pacifica convivenza tra le legittime esigenze delle attività antropiche e quelle altrettanto legittime degli animali di essere rispettati e non perseguitati.

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Le prioritarie modalità di intervento dovrebbero essere:

a) Controllo della fertilità L’avvio subito, su scala la più vasta possibile, del controllo della fertilità degli animali attraverso pratiche contraccettive ormai collaudate. Negli ultimi vent’anni i vaccini contraccettivi sono stati sempre più perfezionati e oggi una monodose causa infertilità nell’animale per almeno 3-5 anni dopo la somministrazione. Studi condotti sul comportamento e sulla fisiologia di cinghiali in cattività hanno dimostrato, con l’uso del vaccino GonaCon, l’assenza di qualsiasi effetto collaterale in questa specie. Mentre i ricercatori stanno sviluppando la formulazione per la somministrazione orale è già stato progettato il BOS (BoarOperated-System) concepito come sistema di distribuzione di esche ai cinghiali. Il BOS consente ai soli cinghiali, e non ad altre specie, di cibarsi delle esche. b) Difesa delle colture Le moderne tecniche di difesa delle colture attraverso le recinzioni elettriche sono in grado di impedire l’accesso degli ungulati al campo coltivato. L’incentivazione dell’uso da parte degli agricoltori può avvenire anche attraverso la cessione in comodato delle strutture da parte della Città Metropolitana. Il risparmio sul rimborso dei danni vale l’investimento. Alcune azioni dovrebbero essere messe in atto da subito: a) l’esclusione degli Ambiti Territoriali di Caccia (ATC), dei Comprensori Alpini (CA) e dei cacciatori dalle attività di controllo. Il cacciatore è l’unico soggetto che non ha interesse a vedere ridotto il numero degli animali sul territorio e si comporta di conseguenza; b) il divieto dell’utilizzo dei cani; c) il divieto di abbattimento delle femmine adulte per evitare le uccisioni delle femmine dominanti che causerebbero la destrutturazione dei branchi; d) il divieto degli spari notturni per ragioni di sicurezza; e) l’alienazione dei capi abbattuti che costituiscono patrimonio esclusivo dello stato attraverso procedure legittime che escludano la gratuita cessione agli abbattitori; f) controlli sulla sicurezza alimentare a partire dalla presenza di radioattività nelle carni degli animali. Le associazioni scriventi si augurano che possa aprirsi un dialogo costruttivo con tutti i soggetti interessati, a partire dall’ente pubblico, con esclusione della componente venatoria.

 

Per: ENPA, LAC, LAV, LEAL, LEGAMBIENTE Circolo L’Aquilone, OIPA, PRO NATURA, SOS GAIA Roberto Piana

ActionAid lancia la campagna “Lascia il segno. Quello giusto!

ActionAid lancia un appello alla classe politica e ai cittadini che il 4 marzo prossimo saranno chiamati alle urne. Per dire basta alla violenza sulle donne, coinvolgere il pubblico e chiedere ai candidati di tutti gli schieramenti strategie efficaci.

 https://www.actionaid.it/informati/notizie/4-marzo-lascia-segno-quello-giusto

 Mobilitare gli elettori e chiedere a partiti e candidati alle prossime elezioni di impegnarsi per fare della lotta alla violenza di genere una priorità. Per tutti i cittadini aderire alla campagna è semplice: basta disegnare sulla propria mano un cerchio rosso con una “X” nera, girare un video o scattare un selfie e condividerlo sui social network con l’hashtag ufficiale #lasciailsegno e la menzione di @actionaiditalia. Sul sito web di ActionAid è inoltre disponibile un kit per personalizzare i propri account social con logo e visual della campagna.

Solo in Italia, nel 2016, sono state uccise 149 donne. Almeno una volta nella vita, una donna su tre in tutto il mondo ha subito violenza fisica o sessuale. Si tratta di un fenomeno strutturale e trasversale a tutti i paesi e a tutte le classi sociali: la violenza sulle donne è infatti tra le violazioni dei diritti umani più diffuse. Le conseguenze possono essere diverse, fisiche, psicologiche, economiche.

Di fronte alla cronaca quotidiana di violenze contro le donne, ActionAid chiede ai partiti e ai candidati alle elezioni di garantire strategie continuative ed efficaci nel tempo, di realizzare un sistema di monitoraggio dell’utilizzo dei fondi antiviolenza e nuove e più efficienti forme di assistenza a sostegno alle donne. È inoltre indispensabile una rete più forte, per proteggere le donne e iniziare la battaglia culturale dalle scuole, oltre a rifiutare stereotipi e sessismo anche nel linguaggio della politica.

“Il nostro è un vero e proprio appello a stimolare un dibattito serio sul tema, coinvolgendo l’opinione pubblica e la politica. Vogliamo cambiare anche i comportamenti delle persone, non soltanto politiche e leggi. ActionAid sostiene le donne e le ragazze nella sfida contro le barriere di ordine socio-culturale che sono all’origine della violenza e le aiuta a identificare i cambiamenti che vorrebbero attuare nelle loro case e nelle loro comunità. Lavoriamo anche nelle scuole, proprio perché siamo convinti che sia importante fin da piccoli capire quali sono i ruoli imposti a donne e uomini per ragioni socio-culturali e le conseguenze negative che possono avere in termini di discriminazioni e disuguaglianze di genere”, dichiara Marco De Ponte, Segretario Generale di ActionAid Italia.

Scopri di più sulla campagna: https://www.actionaid.it/informati/notizie/4-marzo-lascia-segno-quello-giusto

PARCHEGGI MULTICOLORE E DOVE TROVARLI

Il movimento 5 imbianchini stellati colpisce ancora

Dopo aver annunciato, nemmeno una settimana fa, le nuove strisce blu in zona Nizza-Carducci, ieri è stato confermato che i cittadini non saranno esenti. Per i cittadini verranno dipinte apposta delle zone gialle che prevederanno, come per chi abita in centro, un pagamento annuale.

Oltre ad aver cercato di far sprofondare il commercio torinese, ora si tenta la distribuzione dei cittadini e lavoratori. Inutile parlare di quanti disagi potrebbe causare questa scelta. Una strategia poco condivisa dalla circoscrizione. Ennesima sconfitta per i grillini che si dimostrano incapaci di amministrare e antidemocratici. Il fine di avere maggiori entrate non giustifica i mezzi antiliberali e oppressivi. Cercando di non trascurare proprio nessuno, l’Assessora annuncia che sta cercando di individuare una strategia anche per chi lavora nell’ospedale.

Puoi visualizzare l’articolo sul sito: https://cosminstoica.it/parcheggi-multicolore-trovarli

 

EMANUEL COSMIN STOICA