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OTTIMA PRESTAZIONE DI FIAT TORINO CONTRO UNA ‘SVOGLIATA’ DOLOMITI ENERGIA TRENTO

Di Manuela Savini

Vittoria meritata e due punti conquistati con cuore. Pur giocando in casa davanti ai propri tifosi, non era facile superare una squadra che non perdeva da sei partite. Con questa vittoria, Torino raggiunge Reggio Emilia e Brindisi a quota 22 punti con ancora otto incontri da disputare. Per quanto riguarda gli altri campi, tra le big vincono Milano, Avellino, Venezia e Capo d’Orlando e, da metà classifica in giù, Brindisi,Cantù e Varese.

Prossimo incontro fuori casa, domenica 19 marzo alle ore 19.00, per la sfida Umana Reyer Venezia vs Fiat Torino

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CLASSIFICA (22a giornata): Milano 38; +Avellino e +Venezia 28; +Capo d’Orlando 26; -Sassari, -Trentino 24; + Torino, -Reggio Emilia e +Brindisi 22; -Brescia, -Pistoia 20; -Caserta e +Cantù 18; +Varese 16; -Pesaro 14; -Cremona 12.

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Nel posticipo serale della 22a giornata, Fiat Torino ha mostrato, sul campo, il gioco che i ragazzi del coach Vitucci sono realmente in grado di esprimere. Hanno saputo tenere a bada gli avversari che si sono presentati a Torino forti delle loro ultime sei vittorie consecutive. Torino ha interrotto questa tendenza grazie a concentrazione, determinazione e convinzione, nonostante fosse ancora priva del proprio centro, DJ White, bloccato per problemi alla schiena. Chissà se la società, in attesa del recupero del suo giocatore e vista la posizione della squadra in classifica in termini di play off, non stia pensando a qualcuno che prenda il posto di White fino al suo rientro. Di fronte ad un Palruffini come al solito gremito di tifosi, il coach Vitucci ha schierato in campo Wilson, Harvey, Mazzola, Washington e Wright, mentre Trento si è presentata con Marble, Hogue, Gomes, Baldi Rossi e Craft. Nel primo quarto Torino non è partita benissimo, ma grazie alle triple messe a segno da Wilson e Harvey, ha chiuso il tempo con sei punti di vantaggio su Trento (22-16). Come era prevedibile, nel secondo quarto, dopo una partenza decisa di Fiat Torino, Trento non è stata più a guardare ed ha reagito riducendo le distanze a quattro punti (41-37), realizzando un parziale a favore di 21 punti contro i 19 di Torino. Nella prima frazione di gara, Torino ha meritato il vantaggio avendo giocato in maniera più equilibrata sia in attacco che in difesa. Solo Alibegovic è sembrato un po’ sotto tono. Dopo l’intervallo Torino è sceso in campo con Wilson, Mazzola, Washington, Wright e Harvey ed ha saputo gestire il vantaggio con una difesa solida e ben organizzata, realizzando 15 punti nel terzo quarto. Trento, invece, pur avendo giocato meglio della prima frazione di gara, non è riuscita ad andare oltre i 13 punti. Al termine del terzo quarto i padroni di casa hanno chiuso in vantaggio (56-50). Nell’ultimo e decisivo quarto, il coach Buscaglia ha provato a fare reagire i suoi ragazzi, ma Torino ha saputo tenere a bada la maggiore fisicità degli avversari, infrangendo una delle difese più solide del campionato. Uomo simbolo per Fiat Torino in questo quarto è stato il giovane Cuccarolo che dopo aver esordito domenica scorsa fuori casa, anche in questa occasione ha saputo dimostrare il proprio valore. Torino ha vinto (76-67) realizzando un parziale di venti punti (contro i diciassette degli avversari) ed ha fermato il cammino di Trento, riaprendo di fatto la corsa per i play off.

 

Queste le formazioni:

 

FIAT TORINO: Wilson 0, Harvey 1, Parente 4, Poeta 8, Alibegovic 5, Wright 2, Washington 17, Okeke 18, Cuccarolo 14, Mazzola 21, Vitale 23, Crespi 33; All. Vitucci.

TRENTO: Marble 2, Sutton 9, Craft 6, Baldi Rossi 12, Moraschini, Forray 5, Flaccadori 9, Gomes 15, Hogue 9, Lechthaler, All. Buscaglia .

Queste le dichiarazioni a fine partita:

Coach Vitucci: “Una grande vittoria e per diversi motivi. E’ arrivata contro una squadra che veniva da sei successi consecutivi. Fisicamente la nostra è stata una settimana molto difficile, paragonabile a quella vissuta prima della sfida con Brescia. Eravamo dunque in grande affanno sotto questo punto di vista. Abbiamo messo in campo ciò che volevamo mettere ed il risultato è arrivato. Ottima la nostra difesa a zona che ha pagato. Siamo riusciti a tenere Trento a quota 67 e realizzare 76 punti contro la difesa simbolo del campionato. Direi che stiamo nettamente progredendo sotto tale aspetto. Abbiamo contenuto la loro fisicità. Siamo soddisfatti per i 22 punti centrati a questo punto della stagione, con 8 partite ancora da disputare. Possiamo guardare avanti con fiducia. Per quanto concerne White sarà sottoposto ad un ulteriore consulto medico tra domani e dopodomani per capire di più il suo problema alla schiena. Le decisioni in merito spettano alla società. Cuccarolo è stato eroico, giocando con un’infiltrazione e dando il massimo. Un vero esempio che i compagni hanno apprezzato”.

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Coach Buscaglia:“Una brutta partita che mi genera un mix di pensieri. Occorre mettere ordine. Torino è stata brava ed ha fatto quanto doveva, giocando con maggior voglia ed energia. Noi siamo scesi in campo con poca presenza e ci siamo trovati sempre un po’ in ritardo nelle scelte. Anche dalla panchina non era facile decidere cosa fare. Abbiamo sempre inseguito senza trovare lo switch giusto per cambiare volto al match. Ora, dopo una bella serie, dobbiamo ripartire dalla prossima partita tornando ad allenarci fin da subito con intensità”.

Foto: Fiat Torino Auxilium

Champion’s League Ottavi di finale Juventus vs. Porto 1-0

Juve ai quarti senza problemi, ci pensa Dybala su rigore… stavolta senza polemiche!

Di Claudio Benedetto

Porto, dopo lo 0-2 dell’andata, superato in scioltezza anche in casa e Juve che si accomoda nell’elite europea delle otto più forti. La squadra di Allegri si presenta con l’ormai consueto modulo e con i rientranti Cuadrado e Mandzukic regolarmente in campo, la difesa a quattro con Bonucci e Benatia centrali, Dani Alves e Alex Sandro sulle fasce, a centrocampo il solito Khedira affiancato questa sera da Marchisio con i soliti Dybala e Higuain a completare l’attacco. I bianconeri cominciano molto forte e nei primi minuti si fanno minacciosi più volte davanti a Casillas ma Higuain e Dybala non impensieriscono più di tanto il portierone dei lusitani. Il Porto prova a reagire, giusto per dare un senso al difficile tentativo di rimonta, ma le azioni si limitano a lunghi periodi di possesso palla senza mai affondare in maniera seria verso Buffon. Si va avanti così per tutto il primo tempo, con il Porto che tiene di più la palla e la Juve che però, quando attacca, dà sempre l’impressione di poter far male.

Al 40’, su azione che parte da calcio d’angolo arriva la svolta decisiva: Casillas respinge un pericoloso colpo di testa di Alex Sandro e Maxi Pereira, ultimo baluardo sulla linea di porta, respinge con le mani il tentativo a colpo sicuro di Higuain: rigore, espulsione del difensore e Dybala che realizza… 1-0 per la Juve e discorso qualificazione chiuso. Nella ripresa il ritmo si abbassa di molto e, a parte un rischio corso dai bianconeri nei primi minuti, tutto procede senza scossoni, con la Juve che a questo punto comanda il gioco e Porto oramai rassegnato all’eliminazione.

Nota di colore da sottolineare in un calcio troppo spesso pieno di veleni è la festa finale tra le due tifoserie che si applaudono reciprocamente, si abbracciano e si scambiano le sciarpe in un clima di amichevole complicità che suggella il legame tra due le squadre contro le rivali Benfica e Torino, da sempre unite e gemellate nel loro destino. La Juve, finora imbattuta in questa Champions, passa quindi ai quarti per la decina volta nella sua storia e attende il sorteggio di venerdì per conoscere la prossima avversaria. La sensazione è che ne vedremo delle belle!

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(foto:  Claudio Benedetto)

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https://fotoegrafico.net/2017/03/14/champions-league-juventus-vs-porto-1-0

Immobile: “Io e Belotti siamo amici”

La Lazio ha vinto sul Toro per  3-1 nel posticipo della 28/a giornata di serie A. Ciro Immobile ha commentato ai microfoni di Premium sport la vittoria contro i granata.”La sfida contro Belotti? Noi siamo amici, e questa era una sfida tra Lazio e Torino, ma  sono felice che la Lazio abbia vinto. Devo fare i complimenti a tutta la squadra: non era facile reagire in questo modo dopo il loro pareggio. Vuol dire che la squadra è matura e di questo sono felice e orgoglioso”

SUCCESSO AL PRIMO TORNEO OPEN DI PADEL ORGANIZZATO DAL MONVISO SPORTING CLUB.

Dopo le tappe dello Slam, il Monviso Sporting Club ha organizzato l’appuntamento più importante di padel della stagione, mettendo a disposizione degli atleti 3.000 euro di montepremi oltre ai rimborsi per il pernottamento per le coppie semifinaliste.


Un ottimo esordio se si pensa che il padel è ‘sbocciato’ in Piemonte solo da circa un anno. Cinquantotto le coppie iscritte complessivamente e tre i tabelloni conclusi: uno ‘Open’ femminile con dodici coppie, uno di terza e quarta categoria con venticinque coppie, i cui semifinalisti si sono qualificati al tabellone Open maschile a cui si sono iscritte di diritto diciassette coppie. Solo dodici le coppie provenienti da fuori Piemonte ed esattamente dall’Argentina, dalla Lombardia, dall’Emilia Romagna e dal Lazio che vantano una maggiore tradizione padelistica rispetto al Piemonte. In ambito maschile il successo è andato alla coppia italo-argentina Cristian German Gutierrez/Hugo Sconochini (argentino, naturalizzato italiano e già campione di basket) sulla coppia italiana Alberto Albertini/Enrico Burzi al termine di una partita spettacolare (64 76).

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In ambito femminile, invece, successo a sorpresa della coppia lombardo-romagnola Giulia Sussarello/Sara D’Ambrogio contro la coppia romana, testa di serie n. 2, Sara Celata/Martina Lombardi al termine di una partita altrettanto bella (64 76).

Davanti a poco meno di un centinaio di persone, in entrambe le finali si è visto un livello di gioco alto e molto spettacolare; in particolare, in campo maschile, ha impressionato l’argentino Cristian Gutierrez (attualmente n. 37 al mondo) che ha intrapreso un “match in singolare” con il campione italiano Enrico Burzi, mentre in ambito femminile, la giovane e promettente comasca, Giulia Sussarello, ha dimostrato grande solidità fisica e mentale mettendo in campo un gioco aggressivo e coprendo da sola tre quarti di campo contro la forte coppia Celata/Lombardi, entrambe giocatrici nazionali e, rispettivamente, una campionessa italiana e l’altra vicecampionessa.

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In entrambi i tabelloni Open, le coppie torinesi hanno tenuto alto l’onore di casa cedendo il passo contro avversari decisamente superiori e raggiungendo, comunque, piazzamenti pregevoli. In ambito femminile si sono fermate ai quarti di finale: la coppia Barbara Cravero/Carola Scialpi cedendo il passo alla forte coppia milanese-bolognese Maria Maderna/Martina Camorani (62 61), quella formata da Chiara Sangiorgio e Carlotta Colombo perdendo contro la testa di serie n. 2 Celata/Lombardi (61 61) ed il tandem Chiara Prati/Simona Impagliazzo battute dalla coppia torinese-bolognese Manuela Savini/Laura Pollacci (60 60); quest’ultima coppia ha, poi, perso in semifinale contro Celata/Lombardi (62 62).

In ambito maschile, la coppia formata dai due forti tennisti Alberto Giraudo/Nicolò Vercellino si è fermata nei quarti di finale contro la testa di serie n. 4 Carlo Conti/Giordano Orecchio (63 61), mentre Marcello Motta/Simone La Pira, dopo una lottatissima partita negli ottavi, hanno perso anche’essi nei quarti di finale contro la più solida coppia Albertini/Burzi (61 63).

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Nel tabellone di terza e quarta categoria maschile hanno raggiunto le semifinali, conquistando la qualificazione nel tabellone Open, le coppie: Armando Calvetti/Stefano Peracchione (64 57 63 sulla coppia Giancarlo Maccagno/Costabile Cilento), Guglielmo Cavallotto/Nicola Goitre (63 64 sulla coppia milanese Edoardo Marchisio/Filiberto Rizzitiello), Paolo Ballatore/Alessandro La Gioia (36 76 61 sulla coppia Alessandro Ferrero/Marco Cassetta) e Luca Nicoletti/Stefano Reitano (61 63 sulla coppia Carlo Villani/Denis Musurana). Dei qualificati, le coppie Cavallotto/Goitre, Ballatore/La Gioia e Nicoletti/Reitano hanno superato il primo turno del tabellone Open, fermandosi nei quarti di finale. Il livello di gioco del padel in Piemonte sta crescendo anche se il gap con le altre regioni, come Lombardia o Lazio, è ancora alto, ma la passione dei giocatori e l’impegno economico dei circoli consentirà alla nostra regione di raggiungere livelli alti di gioco. La dimostrazione di questa inevitabile tendenza sono il numero di campi aumentato sensibilmente nell’arco di dieci mesi, il numero di tesserati agonisti ed il numero di squadre piemontesi che parteciperanno all’imminente campionato nazionale di serie B. La Federazione tennis dovrà andare oltre quanto sta già facendo, garantendo maggiore sostegno ai circoli che vorranno investire ed ai giocatori, nuovi e non, che vorranno dedicarsi a questo divertente sport.

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A Torino ed in tutto il Piemonte, purtroppo, sono ancora poche le strutture indoor e, se, come probabile, il numero dei giocatori agonisti e amatoriali continuerà ad aumentare, già a partire dalla prossima stagione, i campi al coperto saranno insufficienti a soddisfare la domanda. L’auspicio è che nascano nuovi centri specializzati nel padel oppure che i circoli di tennis aumentino i campi da padel e ne prevedano la copertura per affrontare la lunga stagione invernale piemontese.

In questo senso, il Monviso Sporting Club, ha già dimostrato di voler investire nel padel realizzando tre campi (con la previsione di raddoppiare a breve), di cui due al coperto sotto una struttura permanente. E così l’AD Stefano Ponzano ha confermato che “abbiamo voluto fare le cose professionalmente e pertanto anche al padel ci siamo approcciati con la finalità di diventare un punto di riferimento per il movimento regionale e nazionale”. Ora, per consentire la crescita del movimento padelistico in Piemonte, l’auspicio è che anche altri circoli possano intraprendere percorsi simili. Per garantire questa crescita è necessario non dimenticare i tre concetti chiave che hanno consentito al padel di diventare il secondo sport più praticato in Spagna: il padel è divertente, facile da imparare anche dopo poche lezioni e deve essere uno sport accessibile a tutti.

MS

Foto: Monviso Sporting Club

 

 

 

 

IO PROPRIO IO: PEPPE POETA

Incontrare il capitano della FIAT AUXILIUM CUS TORINO è sicuramente qualcosa di importante sia per il valore della carica in sé e sia per il valore del giocatore stesso.

Ma nell’approccio iniziale si scopre fin da subito che il sorriso e la disponibilità del ragazzo Peppe… non sono fittizie. Può dare la sensazione che debba essere la solita routine del ruolo dover sostenere interviste ma, a ben vedere, il mondo che lui vive ogni giorno lo condiziona in positivo e gli dà la carica istintiva per rendere luminosa la propria realtà. “Eccolo” è la prima parola che pronuncia al suo arrivo e lo fa come lo si dice ad un amico ad un appuntamento. E’ sorprendente la sua disponibilità dopo allenamento e massaggio per riprendere al top con la sua schiena, e non si può non apprezzarne la qualità della persona. Il suo racconto sembra essere quello di un predestinato anche se lui lo considera come normale. Inizia a 6 anni e procede in tutta la trafila che lo conduce dalle giovanili alle nazionali, ma sa che tutto questo è conosciuto e sa che il suo passato è noto, e credo che la sua volontà sia di osservare il presente e sognare sempre il futuro. Sembra un personaggio di Oscar Wilde, sempre proiettato in avanti con una luminosità particolare che emana intorno a sé voglia di vivere. Tra i suoi ricordi curiosi, troviamo che un politico famoso avrebbe fatto di tutto per averlo a giocare nella sua squadra del cuore a Roma, ma non se ne fece nulla, ma forse, oltre ai molteplici riconoscimenti individuali, alcune esperienze lo aiutano a continuare quel percorso di crescita individuale che ancora oggi lo rende sempre protagonista. Ad un certo punto della carriera vola in Spagna a giocare da “straniero” e in quel luogo prova l’esperienza del “coccolato” ma responsabilizzato perché se sei in un luogo e non sei indigeno, devi giustificare con i fatti la tua presenza e questo ti costringe ad essere sempre concentrato. Il mondo spagnolo cestistico sembra più appassionato allo spettacolo che al risultato in sé, ma questo per lui non è fondamentale, in quanto per lui l’impegno è sempre identico.

Nel basket attuale lui si trova bene, è molto fisico, molto veloce con tanto atletismo in più e in quanto tale l’errore è sempre dietro l’angolo ma non è possibile paragonarlo a quello di tempo fa e ogni epoca fa storia a sé. Quando si parla con lui la sensazione del ragazzo giovane la si ha se non si pensa alla sua carriera che lo vede impegnato sulla scena di alto livello da tanti anni e che quindi lo rende “uomo” di esperienza sportiva, ma la sua quotidianità sembra essere sempre al massimo.

E’ disponibile al dialogo con i compagni ed è parte integrante del nucleo della squadra. Per lui Italiani o stranieri non “fa” differenza: è sempre pronto a collaborare in qualsiasi modo per il bene della squadra. Si impersonifica subito nel mondo in cui è immerso: i tifosi sono per lui parte importante, li sprona e li segue in tutto il mondo social che per lui è un aspetto fondamentale per mantenere il contatto con chi durante le partite soffre per chi gioca.

L’abbiamo visto in partite in cui il cuore supera il dolore, e non è certo lo stipendio lo stimolo ad andare realmente contro la sofferenza, ma è l’animo di chi vive un sogno in maniera positiva ed elegante. Già, elegante. Esiste un’eleganza forzata (come la ricerca di abiti sgargianti o ammennicoli assurdi) o chi ce l’ha naturale. Peppe la cerca nei particolari innati, come il suo numero di maglia, scelto sempre per la sua eleganza di forma, prima il numero 6 poi il 3 e adesso 8: una progressione che però ha un disegno sempre ricorrente che può permettere di comporre con pochi segni aggiunti o tolti sempre lo stesso disegno. Un’eleganza che si ritrova nella non volontà di esternare i successi individuali che sa però di essersi guadagnato nel corso degli anni. La mancanza di arroganza non significa remissività ma è la consapevolezza dei forti. I risultati sono in bacheca e sotto gli occhi di tutti e il pubblico conosce il passato, ma non si vive là dietro… e lui ha ancora un sogno nel cassetto che non è ancora stato aperto e che desidererebbe tanto schiudere: vincere di squadra.

Sì, la soddisfazione di raggiungere un importante traguardo con la squadra in cui giochi tutti insieme è in effetti una enorme ricompensa nel lavoro sportivo che svolgi. I successi personali, gli sponsor che da anni lo gratificano per il suo lavoro, le persone che incontra alla sera o in giro per la città lo spronano a valutare come il suo lavoro di cestista vada oltre al palleggiare ma a regalare emozioni e questo lo rende particolarmente consapevole della sua abilità come uomo cestista e della sua profondità umana come uomo “comune”.

La voglia di vincere qualcosa con la squadra è un segnale solo delle persone forti, che vogliono vincere non solo per qualcuno (per sé, per la carriera, per gli sponsor, …) ma CON qualcuno, ed è il massimo per chi sceglie uno sport come il basket, un vero sport di squadra, dove da soli non si può fare tutto.

Se gli si chiede se sia dura questa vita di cestista sorride e dice che non ha mai affrontato “veri” sacrifici, perché tutto quello che ha “fatto” lo ha sempre “fatto” perché quello che “faceva e fa” è quello che gli piace, fin da bambino. Il bambino Peppe non ha dovuto “costruire” il sogno di diventare un giocatore, lo è diventato fin da subito e il sogno di tanti per lui è diventato splendida realtà in maniera naturale. Ed è questo che lo rende unico: è naturale, è quello che si vede, è disponibile e con il suo sorriso può rendere semplice ogni cosa.

L’eleganza non è solo nei modi, non è solo in questo almeno; l’eleganza è nel rendere bello e semplice ciò che altri rendono complesso e difficile: caro Peppe da Battipaglia, vero argonauta del Basket, il tuo sorriso e la tua disponibilità ti rendono unico, ed è forse questa innata qualità di semplicità (che è solo dei grandi) che il pubblico delle gradinate adora, e che, visti i tuoi sogni, “sogna” insieme a te che tu vinca con la tua squadra della FIAT AUXILIUM CUS Torino…

Grazie Peppe Poeta, elegante artista del basket: a presto!

Paolo Michieletto

 

Io proprio io: Valerio Mazzola

E’ sempre un piacere incontrare un sorriso, ed un sorriso timido ma sincero è qualcosa di più. Valerio Mazzola si presenta come un ragazzone forte e deciso, ma nei suoi occhi si illuminano sprazzi di una intelligenza di qualità differente dal comune corroborata da un’attenzione al mondo non comune. E’ un ragazzo che sa di essere fortunato e di questo ne è consapevole in maniera ragionata, e cerca forse di vivere al meglio questo momento che sta realizzando nella nostra città come giocatore di serie A nella squadra locale di Basket della FIAT Auxilium Cus Torino.

Abbiamo provato a scoprire nel suo passato le tracce di questo basket che è ora la sua professione, ma sarete stupiti di incontrare come principale una passione che ancora oggi è nel suo cuore: il calcio. E fino a 14 anni l’obiettivo era quello di diventare un calciatore e forse la sfortuna di un infortunio che fino ai 17 anni lo ha bloccato nel giocare a calcio si è trasformato in una sliding – door che apre il suo pertugio verso il basket. Per chi non lo conoscesse, ora Valerio è un giovanotto…alto quanto una persona normale che sale su una sedia, e immaginarlo come calciatore può sembrare strano ma si sa, al cuor non si comanda… . E andare allo stadio fin da piccolo lo esalta come poche cose sanno fare.

E allora comincia a frequentare alla veneranda età di 18 anni squadre “parrocchiali” di basket, ma, si può ben immaginare, la classe non è acqua e non può fare da raccattapalle alle partite di quelli bravi per molto. Ed è quello che fa: con umiltà e dignità si ritrova dopo poco a giocare con quelli per cui recuperava i palloni. La dote di buon ragazzo gli deve essere congenita e un sorriso passa nei suoi occhi quando ci dice che forse uno dei motivi che lo ha “convinto” ad andare sul parquet e non sui campi da calcio potrebbe essere stata anche sua mamma… . Il calcio è uno sport in cui l’abbigliamento che usi, estate inverno e primavera e anche autunno…, tende un pochino a sporcarsi tanto, e lei forse in un momento di illuminazione gli ha chiesto uno sport meno “fangoso” e con meno roba da lavare… . Sicuramente non è solo questo il motivo, ma Valerio sembra proprio avere un cuore buono, … e credo che il motivo della mamma non sia così indifferente.

Però è sì un bravo ragazzo, ma è determinato e forte. Non si spaventa di iniziare a giocare quando tutti gli altri sono già lì da diversi anni. Parte dalla gavetta, gioca nella sua squadra di età, in quella dei “grandi” e dopo allenamento resta ancora un po’ per migliorarsi ulteriormente. Quanto poco si possa vedere di chi raggiunge un risultato! Tutti gli “scarsi” si vantano di infortuni che hanno bloccato la loro carriera, mentre i “grandi” si rimboccano le maniche e corrono il doppio! E tutti a dire che sei stato fortunato, e può darsi, ma la fortuna entra se tu le apri la porta e Valerio sembra averle costruito un portone di altri tempi.

Si accorge che quello che prima era un ripiego incredibilmente (forse solo per lui, mentre altri avevano già intuito le sue qualità) può diventare una professione. Da Ferrara dove inizia a giocare “professionalmente” si ritrova a Montegranaro e condivide la propria vita con una ragazza che studia Ingegneria, … e che tutte le mattine si alza per andare in facoltà e che quando rientra studia e si ritrova ad addormentarsi sui libri. Osserva il suo mondo e capisce che se dall’alto gli hanno donato un talento non è corretto lasciarselo sfuggire, e riconoscendo la fatica altrui apprezza ogni singolo momento della sua vita sportiva, che è si faticosa, sicuramente impegnativa e non priva di aspetti non belli, ma insomma, definirla bella è sicuramente restrittiva. All’inizio questo girare da nomade in alberghi, questa vita sempre un po’ in valigia con amici poco al seguito ma con compagni di squadra molto importanti con cui condividere quasi tutti i momenti della giornata gli sembra difficile. Ma l’intelligenza si intravvede in chi sa apprezzare la vita e piano piano si accorge che la fortuna è in arrivo e la insegue a tutta forza.

E’ una persona profonda e sa riconoscere chi lo ha aiutato: sceglie ad esempio di giocare con il numero 14 perché era il numero di Romeo Sacchetti che lo ha allenato e tanto ha contribuito nella sua vita. A Torino vorrebbe cambiare e prendere il 7 ma Luciano Vendemini (compianto) ha la prerogativa da sempre e allora aggiunge 7 al suo numero e usa il 21. Tra i giocatori che ricorda per particolari doti sportive lo ha da sempre impressionato Jobey Thomas con cui ha condiviso i colori di Montegranaro, e tra i suoi più importanti “aiuti” alla carriera il suo ricordo vola a Daniel Farabello che lo ha sempre sostenuto e consigliato nei primi momenti da professionista in quel di Ferrara. Per chi legge non è facile capire come si possa intravvedere un moto di ringraziamento nelle sue parole dalla emozione con cui pensa ai tempi (recenti) della sua storia e che selezionare un nome non sia facile, perché forse vorrebbe ringraziare tutti e credo che lo faccia sempre. Forse un rimpianto è per la Nazionale che gli è sfuggita per un infortunio che non gli ha permesso di salire al momento giusto sul treno per l’azzurro, e che forse meriterebbe di transitare nuovamente dalle sue parti

Valerio è però un ragazzo buono e vivo in tutti i sensi. Se possibile, con la giusta moderazione del professionista, uscire con gli amici è qualcosa di bello e se qualcuno lo riconosce per strada lo vedrete sorridere perché è bello che qualcuno voglia salutarti e fare una foto con te. Ma non sarà lui a chiedervelo. E’ troppo ben educato ma la gentilezza dell’animo trapela appena gli parlate un istante. Lui non promette mai come fanno tanti, ma garantisce il massimo impegno tutti i giorni, in quello che fa per onorare la fortuna che lui stesso sa di avere e sa di avere la responsabilità di mantenere. E’ splendido vedere un ragazzo così giovane (anche se gli eroi dello sport sembrano non avere età visti dalle tribune) con così tanta energia nella mente da erogare ai muscoli per rendere entusiasti i piccoli avventori degli spalti che dalle sue e altrui gesta molte volte fanno dipendere la propria “temporanea” felicità.

Ma ha ancora un sogno: il prato verde lo incanta sempre. Sarebbe bello immaginarlo calcare un manto erboso dove il suo sogno di trequartista possa prendere piede… magari tra qualche anno visto quanto di buono sta facendo con la palla a spicchi. E poi, proprio a Torino, qualcuno che si chiami Mazzola e abbia il nome che inizia per Vale… dovrebbe ricordare qualcosa.

Chissà, i suoi occhi si illuminano ancora per il calcio e sogna i suoi amici che sul campo di calcetto hanno continuato a giocare e forse giocano ancora. Ma il gigante gentile Valerio Mazzola, sui campi da basket ha molto da offrire al suo pubblico e a tutti coloro che apprezzano chi lavora per mantenere vivo il proprio sogno. A presto Valerio, e buon lavoro!

Paolo Michieletto

 

La Juve vince, ma il rigore di Dybala scatena le proteste rossonere

Su Premium Sport il tecnico rossonero Vincenzo Montella si scusa per le intemperanze dei milanisti nel fine partita: “Mi scuso per il parapiglia finale, c’era molta tensione e spero che da casa ci capiranno. In futuro dobbiamo trasmettere messaggi di maggiore serenità”. E’ stato infatti un rigore al 96′ di Dybala, per un presunto fallo di mano in area, la “pietra dello scandalo” che ha dato alla Juve la vittoria sul Milan per 2-1. Le reti nel primo tempo erano state messe a segno da Benatia per i bianconeri e da Bacca per il Milan. Ora la Juventus  è A  +11 sulla Roma

Allegri: “Il Milan? Squadra sorniona, non muore mai”

“Non  muore mai, il Milan: è una squadra sorniona, sembra che esca dalla partita e invece…”. E’ quanto l’ansa scrive, riportando le parole dell’allenatore bianconero Massimiliano Allegri, in attesa dell’anticipo di campionato contro i rossoneri. “Nonostante  tanti punti di differenza in classifica , con il Milan è sempre una gara equilibrata. Deulofeu  è bravo ad entrare in area e ad aprire le difese. I rossoneri hanno una grande velocità e tecnica, un gioco fisico a centrocampo”.
  

VINCE MILANO, MA TORINO CI HA CREDUTO FINO ALLA FINE

Di Manuela Savini

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Milano ha sempre condotto la partita anche quando alla fine del terzo quarto era aventi solo di un punto. Torino ha ben figurato vendendo cara la pelle e se ci fossero stati meno errori, forse,avrebbe potuto concretizzare meglio una situazione di quasi parità a meno di dieci minuti dalla fine dell’incontro. Nel complesso, comunque, prova positiva per Torino e conferma del dominio di Milano nel campionato. Con questa sconfitta Torino rimane nel gruppone di metà classifica a due punti da Reggio Emilia e a quattro da Sassari e Trentino, suo prossimo avversario.

Prossimo incontro in casa domenica 13 marzo alle ore 20.45 per la sfida Fiat Torino vs Dolomiti Energia Trentino

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CLASSIFICA (21a giornata): Milano 36; Avellino 26 e Venezia; Sassari, Trentino e Capo d’Orlando 24; Reggio Emilia 22; Brescia, Pistoia, Brindisi e Torino 20; Caserta 18; Cantù, Varese e Pesaro 14; Cremona 12.

 

Il coach Vitucci aveva avvisato i suoi ragazzi che contro Milano occorreva una prestazione da dieci e lode. Fiat Torino non ha giocato male, ma non abbastanza bene per vincere contro Milano che, grazie anche ad una panchina lunga, ha dimostrato ancora una volta di essere una squadra solida e compatta anche quando si è trovata gli avversari ad un punto di distanza.

 

Fiat Torino, ancora priva del suo numero uno DJ White per problemi alla schiena, è scesa in campo con Wilson, Harvey, Wright, Washington e Mazzola, mentre Milano hanno risposto con Raduljica, Macvan, Cinciarini, Fontecchio, Abass.Il primo quarto della partita è stato fondamentalmente equilibrato con errori e buone azioni da entrambi le parti tanto che Torino ha chiuso avanti di due punti (18-20). Nel secondo quarto, Pascolo per Milano ha fatto la differenza, portando in vantaggio i padroni di casa. Momento di confusione e di scarsa incisività per Torino (4 canestri da tre su 11 e 0 da due punti su 2) che ha cercato di rimanere agganciata al match senza, tuttavia, riuscirci andando ariposo sotto di diciotto punti (43-35).

Dopo la pausa sono scesi in campo Washington, Harvey, Wilson, Wright e Mazzola per Torino. I ragazzi di Vitucci sono rimasti in scia nonostante si siano abbassate le percentuali dei tiri e ci siano stati ancora troppi errori ed azioni confuse. Washington, non ancora al meglio come all’inizio della stagione, mentre per Mazzola ancora un’ottima prestazione dopo quella contro Brindisi. Il terzo quarto si è chiuso con Milano avanti di 7 punti (56-49). Negli ultimi dieci minuti Torino, con Cucccarolo, ha forse avuto l’occasione per minare il dominio milanese ma non è stata in grado di ottimizzare le azioni di gioco. Quando si è fatta sotto di un punto, Milano ha ripreso il comando del gioco approfittando di due triple sbagliate dagli avversari (Wilson e Alibegovic) e del quinto fallo di Mazzola. A poco poi è servita la tripla di Harvey. Milano ha chiuso 81 a 74, ma Torino ci ha provato fino alla fine.

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Queste le formazioni:

 

FIAT TORINO: Wilson 0, Harvey 1, Parente 4, Poeta 8,Alibegovic 5, Wright 2, Washington 17, Okeke 18,Cuccarolo 14, Mazzola 21, Vitale 23, Crespi 33; All. Vitucci

MILANO: Mc Lean 14, Fontecchio 2, Hickman 17, Raduljica, Macvan 4, Pascolo 13, Cinciarini 5, Sanders 15, Abbass 11, Cerella; all. Repesa


Foto Ciamillo-Castoria/A. Gilardi

 

Queste le dichiarazioni a fine partita:

Coach Vitucci: “L’avevo detto in settimana che avremmo dovuto fare una partita sopra le righe per 40 minuti per provare a vincere a Milano. A tratti l’abbiamo fatto ma non siamo mai veramente riusciti ad invertire in nostro favore l’inerzia del match. Il loro apporto dalla panchina è stato fondamentale ma definire con tale termine i suoi componenti è un eufemismo. In alcuni momenti abbiamo risentito dell’assenza di DJ White provando a forzare qualche azione. Forse avremmo potuto fare un po’ di più ma abbiamo giocato con orgoglio fino al termine. Ora dobbiamo pensare alle prossime sfide ripartendo con fiducia da quanto fatto questa sera”.

Coach Repesa: “Vincere è molto importante quando pensiamo ai ritmi alti stagionali che dobbiamo tenere. La dicono lunga in tal senso il viaggio a Caserta, poi quello a Vitoria. Non è quindi facile perchèspesso troviamo avversari più freschi. Per questo faccio i complimenti ai ragazzi. Crediamo che il problema accusato da Sanders non sia nulla di grave. Per Raduljica è diventato ostico giocare in casa perchè ad ogni errore si sentono rumori dal pubblico. Non vuole essere una scusa, ma la semplice realtà. Bravo Cerella che se pur rimasto a quota 0 punti ha chiuso con un plus-minus molto alto che vale tanto.”.

 

Foto: Fiat Torino Auxilium

 

8 MARZO, LE INIZIATIVE DELLA UISP TORINO

Donne e sport, è il tema al centro delle iniziative organizzate dalla  Uisp Torino in occasione dell’8 marzo

Lunedì 6 marzo  nella Sala Consiglio della Circoscrizione 8 di  corso Corsica 55 è stata presentata ,a Presidi  e Direttori delle Scuole, a  tutte le società del territorio e ai cittadini che vorranno intervenire  ,la “Carta Europea dei diritti delle donne nello sport” a fumetti.
La Carta Europea dei diritti delle donne nello sport è stata redatta  dalla Uisp nel 1985 e trasformata dal Parlamento Europeo nella  “Risoluzione delle Donne nello Sport” nel 1987, il 27 maggio del  2014  una nuova versione con  più articoli ,nell’ottobre 2015 vi ha aderito   anche il Comune di Torino
La rielaborazione a fumetti della Carta che rappresenta i 6 articoli, è  stata disegnata da Franziska, nome d’arte di Francesca Casano,  fumettista di 28 anni che ha reinterpretato i contenuti.

Con le tavole si cerca di rappresentare metaforicamente e con leggerezza  la cultura dello sport, che deve cambiare e dare spazio e diritti alle  donne. Dall’8 al 15 marzo presso il centro polisportivo Massari di via Massari  114 l’ Asd Sport di Borgata,ospiterà la mostra fotografica “Lo sport 
delle donne” .

Domenica 12 apertura straordinaria della piscina al femminile, tutte le  donne potranno nuotare liberamente dalle 10,20 alle 12 e a partire dalle  13 seguirà un buffet e una piccola festa. Per  accedere alla piscina  occorre avere la tessera UISP. Domenica 12 marzo il Palazzetto dello Sport di Volpiano ospita il 7° trofeo della Mimosa organizzato dalla Uisp Volley Piemonte. Si tratta di 
un torneo inusuale, dove si privilegia il ruolo delle donne: si gioca a  pallavolo con un team 4 donne e 2 uomini e a calcetto, 3 donne e 2 uomini.