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TUFFI: Campionati Italiani Assoluti, tre piemontesi in gara a Bolzano

In corso  alla piscina Karl Dibiasi di Bolzano il fine settimana dei Campionati Italiani Assoluti Estivi di tuffi, in programma fino a domenica 15 luglio. La manifestazione è valida come terza e ultima prova di selezione in vista dei Campionati Europei (Edimburgo, 6-12 agosto) e sarà indoor – come gli Assoluti Invernali di Torino disputati aprile – proprio in preparazione all’appuntamento continentale che si svolgerà al coperto. Complessivamente sono iscritti 60 atleti di 18 società, più alcuni tuffatori stranieri ammessi al campionato in virtù della sua formula open. Tre i piemontesi in gara: Eduard Timbretti Gugiu (Trieste Tuffi Edera 1904/Blu 2006 Torino), Matilde Borello e Eleonora Zich (Blu 2006), tutti e tre allenati da Claudio Leone. Matilde sarà impegnata nelle due prove dal trampolino (1 e 3 metri), mentre Eleonora si tufferà dalla piattaforma. Eduard prenderà parte a tutte le gare individuali e gareggerà anche in sincro dal trampolino 3 metri in coppia con Marcello Meringolo (Cosenza Nuoto). Tutte le finali saranno trasmesse in diretta su Rai Sport +HD, venerdì e sabato dalle 17.00 e domenica dalle 14.30. Il calendario nazionale dei tuffi si concluderà poi nell’ultimo week end di luglio, con i Campionati Italiani Estivi di Categoria in programma a Roma dal 26 al 29.

Programma completo su https://www.federnuoto.piemonte.it/finpiemonte/home_new/appro_new.asp?id_info=20180712200706&area=3&menu=agonismo&read=tuffi

Softball: Reale Mutua Jacks Torino, ultima di campionato

Una vittoria ed una sconfitta a testa questo è il risultato del doppio confronto disputato, domenica scorsa sul diamante di via Passo Buole, fra la Reale Mutua Jacks Torino ed il Supramonte Orgosolo e valido per 9^ giornata del campionato di serie A2 di softball. La formazione sarda ha messo sin dall’inizio in difficoltà quella torinese, passando addirittura in vantaggio sullo 0-1 nel 5° inning. La reazione delle padrone di casa non si è fatta attendere, infatti nella successiva ripresa un triplo di Alice Midiri ha mandato a casa base due compagne, azione determinante per l’esito finale del primo match terminato col punteggio di 2-1 in favore della Reale Mutua. Nella seconda partita la maggiore incisività del Supramonte, soprattutto delle giocatori in base, ha determinato lo 0-6 finale. Le Jacks Torino dal canto loro non hanno saputo concretizzare le azioni d’attacco, nonostante abbiano messo dei corridori in base grazie alle battute valide di Elena Bonato (2/3) e di Lucia Carlucci (3/4). Al termine dell’intero match Maristella Perizzolo, manager della Reale Mutua Jacks Torino, non ha nascosto un filo di delusione “Oggi non siamo state efficaci come al solito. In generale è stata una prestazione sottotono – puntualizza – mi aspetto un repentino cambio di marcia in vista dell’ultima partita del nostro campionato domenica prossima, quando affronteremo il Settimo Milanese”. Appuntamento quindi domenica 15 luglio ore 11:00 al campo di via Passo Buole a Torino

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9^ giornata – 4^ ritorno – Girone A

1/7/2018 ore 10:30 + 0:45

  • 07 Reale Mutua Jacks Torino – Polisportiva Supramonte 2-1
  • 08 Reale Mutua Jacks Torino – Polisportiva Supramonte 0-6

1/7/2018 ore 11:00 + 0:45

  • 07 Red Panthers Settimo – Legnano Baseball Softball 8-5
  • 08 Red Panthers Settimo – Legnano Baseball Softball 1-12 (inn:4)

1/7/2018 ore 17:00 + 0:45

  • 07 Monzesi New Bollate – Softball La Loggia 2-1 (inn:8)
  • 08 Monzesi New Bollate – Softball La Loggia (1-0)

classifica girone A

  1. Monzesi New Bollate (18G, 15V, 3P)
  2. Softball La Loggia (18G, 14V, 4P)
  3. Reale Mutua Jacks Torino (18G, 9V, 9P)
  4. Legnano Baseball Softball (18G, 7V, 11P)
  5. Polisportiva Supramonte (18G, 5V, 13P)
  6. Red Panthers Settimo (18G, 4V, 14P)

Russia 2018. Ma non è che, forse…

Spigolature d’opinione a quattro partite dalla fine dei Mondiali in Russia

Ma non è che, forse, venir eliminati dalla Svezia ci ha insegnato che niente è too big to fail?

Ma non è che, forse, è la volta buona ed impariamo a non arrangiarci sempre all’italiana, per cui alla fine la pellaccia la si porta a casa? (chi non ha pensato che sì, in fondo, lo spareggio in qualche modo lo avremmo vinto?)

Ma non è che, forse, vista la strada che ha fatto la Svezia, Ventura non era così male? Poi ti ricordi che giochi contro la Spagna con quattro attaccanti e che gli déi la tracotanza la puniscono sempre, e allora torni sui tuoi passi…

Ma non è che, forse, a guardare i Mondiali dalla TV abbiamo imparato che cosa vuol dire guardare la festa affacciati alla finestra altrui (qualcuno chiedendo “scusi, chi ha fatto palo?”) mentre i fortunati si spartiscono la torta e sentirsi un po’ sottosviluppati?

 

Ma non è che, forse, vedere i tifosi delle altre nazioni riempire gli spalti a noi negati ci fa capire che a isolarti ci perdi, e rischi di avere torto a prescindere?

 

Ma non è che, forse, l’eliminazione prematura di Germania, Argentina, Spagna e Portogallo ci ha insegnato che:

  • Non si vince con l’esibizione muscolare e la presunzione di essere i primi, qualunque cosa accada ( Germania), se poi a eliminarti è una squadra già con le valigie pronte per il ritorno, che ha deliberatamente deciso di portare a casa almeno il tuo scalpo.
  • Non si vince con il tanto possesso palla, equivalente alle chiacchiere a vuoto (Spagna).
  • Non si vince neppure con l’uomo solo al comando e neppure con il superuomo della provvidenza, visto che né l’Egitto di Salah (infortunato, poveretto), né l’Argentina di Messi né il Portogallo di Ronaldo – indipendentemente dalla prestazione personale – hanno fatto molta strada.

 

Ma non è che, forse, partecipare al mondiale e uscire verosimilmente presto, visto il livello attuale della nazionale, ci avrebbe rovinato questo principio d’estate più del lutto elaborato per tempo da quella piovosa notte di ottobre?

 

Ma non è che, forse, vedere Svezia, Germania e Corea del Sud contendersi la qualificazione nello stesso girone è un gustoso contrappasso dantesco, che “Caina attende chi vita ci spense”?

 

Ma non è che, forse, partecipare al mondiale per venirne rapidamente eliminati avrebbe soltanto avvelenato ulteriormente il dibattito metacalcistico su chi mettere e non mettere, sul convocare questo e quest’altro, sull’importanza degli stranieri o sul fare tutto in casa?

 

Ma non è che, forse, lo sport, non è l’oppio che tutto placa, come qualcuno potrebbe pensare rammentando certe interpretazioni di una antica vittoria di Bartali, ma avrebbe soltanto arroventato e complicato gli scontri in un clima dove il dibattito ha già più dello stadio che dell’areopago?

 

Ma non è che forse, vedere l’Iran, la Svezia o l’Islanda difendersi strenuamente e a tutta squadra, sacrificandosi fino all’ultimo minuto, ci insegna di nuovo che il calcio si gioca in undici e che il catenaccio all’italiana ci ha portato lontano?

 

Ma non è che, forse, pur avendo suscitato così tanta simpatia, la delusione di vedere l’Islanda priva di quella luce di due anni fa, incapace di giocare se non per difendere, ci insegna la solidità e la fatica, ma anche la necessità di pensare razionalmente al futuro, per il progresso o semplicemente per buttare un pallone oltre la metà campo?

 

Ma non è che, forse, stante i punti precedenti, quelli che hanno coniugato meglio le varie virtù sono stati i giapponesi, con quella linea del fuorigioco da opera d’arte?

 

Ma non è che allora, se ci fossimo qualificati e avessimo giocato con la grinta e la tenacia dei due europei passati, un po’ avanti saremmo andati?

 

Ma non è che, a forza di delusioni, finiamo come Panama a festeggiare il primo gol dopo averne presi sei, vero? Perché va bene la sportività, ma siamo pur sempre l’Italia…

 

Ma non è che l’eliminazione di Italia, Olanda, Stati Uniti, Germania, Spagna e Portogallo ci dice qualcosa sul mondo che cambia e su quali sono le nazioni che lo guidano…

 

Obiezione: – … beh, ma l’Argentina, il Brasile, mica sono i paesi più ricchi del mondo…

 

Contro obiezione: – … Vero, ma potremmo dire che questo mondiale abbia un che di terzomondista

 

Contro contro obiezione : – Non mi sembra proprio; le africane sono uscite tutte subito, compreso il Senegal sul quale tanto si sperava, mentre in fondo sono arrivate la Francia, la Croazia, il Belgio e l’Inghilterra, nazioni comunque benestanti –

 

– Hai ragione. Delle due l’una, o non si può concludere niente, o è l’Occidente da G7 quello più in affanno, e che ormai le vere prospettive si hanno pensando in termini di G20.

 

– Non del tutto convincente, ma meglio. Sospendiamo il giudizio, ca a l’è mej.

 

Ma non è che, forse, dal calcio non si può cavare nessuna morale?

 

Ma non è che, forse, la Francia multietnica lanciata a tutta velocità verso la finale qualcosa ce lo insegna… ah, ‘sti francesi.

 

Ma non è che, forse, la partita inaugurale tra Russia e Arabia Saudita e il prossimo mondiale in Qatar rappresentano gli orizzonti del mondo futuro, ma non troppo troppo futuro, diciamo fino a quando petrolio e gas non saranno più le risorse fondamentali, cioè entro questo secolo?

Ma non è che, forse, la Russia giunta fino ai quarti di finale è stata sì una soddisfazione, ma non l’arma propagandistica che Putin magari sperava (e quindi buon per noi)?

 

Ma non è che, forse, il vero radical chic è chi esibisce il suo disinteresse compiaciuto per questo mondiale senza tifo fanatico,preferendogli il contemporaneo Wimbledon, i suoi campi in erba, i cartocci di panna e fragole sugli spalti e le magliette candide in campo, e non chi si mette magliette rosse?

 

Ma non è che, forse, il mondiale senza l’Italia ci ha costretti a scegliere per chi tifare, cercando di dare una valutazione oggettiva sulla qualità del gioco espresso e sul valore della squadra, qualcosa che dovremmo fare tutti i giorni in tanti altri campi della vita?

 

Ma non è che, forse, il VAR non è il demonio, ma la prova che non si può vivere come quest’esistenza ci costringe, o come noi ci obblighiamo per non pensare, di immagini istantanee, che ogni cosa va osservata da tutte le angolazioni prima di trarre conclusioni?

 

Ma non è che tra due mondiali, quando le squadre saranno quarantotto (sic), rimpiangeremo questo mondiale e capiremo che la megalomania indiscriminata in nome del denaro, dei diritti televisivi e della pubblicità è tra i mali peggiori che ci affliggono?

 

Ma non è che, forse, trentadue squadre sono comunque poche?

 

Ma non è che, forse, il pallone è un sport appassionante indipendentemente da chi lo gioca, e vedere una bella partita ti fa venire voglia di mettere insieme un gruppo di amici, andare al campetto e divertirti?

 

Ma non è che, e lo dice un animo tendente al pessimismo, dovremmo provare a guardare al futuro con la speranza e l’apertura con cui si aspetta un mondiale di quattro anni in quattro anni?

 

Ma non è che, forse, tutto questo moraleggiare si squaglierà come neve al sole se, come probabile, la Francia vincerà domenica e noi rimugineremo le nostre secolari rivalità?

 

Ma non fa venire una tremenda nostalgia guardare quelle foto ormai un po’ sdrucite di una notte lontana dodici anni, pensare quello che eravamo, in compagnia di persone che magari non sono più qui con noi, più giovani, più felici, meno felici, più ricchi, meno ricchi, più grassi, più magri, più illusi, più disillusi, più ottimisti, più pessimisti…?

Quante cose sono passate e quanto siamo cambiati?

Andrea Rubiola

 

E’ ufficiale: Ronaldo alla Juventus

La notizia è ufficiale: CR7 è bianconero. “E’ il momento di percorrere una nuova strada nella mia vita, per questo ho chiesto al Real di accettare la mia cessione. Il Real ha conquistato il mio cuore e non smetterò mai di dirgli grazie: ma ho riflettuto molto e ora è arrivato il momento di cominciare un nuovo ciclo”, scrive il calciatore sul sito della sua ormai ex squadra. E il Real Madrid informa in un comunicato che in accordo con la volontà  e le richieste del giocatore ha raggiunto un’intesa per il trasferimento alla Juve. “Cristiano Ronaldo – si legge nella nota – sarà sempre per il Real uno dei grandi simboli, un riferimento unico per le prossime generazioni. E il Real rimarrà sempre la sua casa”.

Bocce: Ballabene e Traversa campioni

Carlo Ballabene, del BRB Ivrea,  è il Campione Italiano Individuale 2018 per la Categoria A. In finale ha superato per 10 a 8 il compagno di squadra Emanuele Bruzzone. Nelle semifinali Ballabene aveva battuto Dario Rossatto, di Ferriera, per  13 a 6 mentre Bruzzone aveva vinto per 13 a 11 conto  Stefano Cavallo, della Borgonese.Serena Traversa, della Borgonese, e campionessa per la A femminile. In finale Gaia Falconieri, dello Zerbion, per 13 a 9. In semifinale Traversa aveva battuto per 13 a 11 Caterina Venturini, del Buttrio, invece la Falconieri aveva superato per 11 a 6 Marika Depetris, della Borgonese.

IL POLITECNICO DI TORINO ALLA “COPPA DEL MONDO DI CALCIO DELLE UNIVERSITÀ”

Saluto del Rettore e presentazione della squadra Martedì 10 luglio  10.45

 


Il Politecnico di Torino è stato invitato a partecipare alla terza edizione del World Elite University Football Tournament (WEUFT), quella che può essere definita la “Coppa del Mondo delle Università”, che viene disputata tra le rappresentative di 12 tra le migliori università del mondo.

 

 

 

Il torneo, giunto quest’anno alla terza edizione, si terrà a Wuhan (capoluogo della provincia di Hubei, Cina centrale) dal 12 al 24 luglio e vedrà tra le 12 partecipanti la squadra del Politecnico, unica rappresentativa italiana, che sfiderà Università del calibro di Oxford, Cambridge, Melbourne e prestigiosi atenei cinesi.

 

Il Rettore Guido Saracco e il referente del Rettore per le attività sportive Marco Barla presenteranno la squadra martedì 10 luglio alle ore 10.30 nella Sala Consiglio di Amministrazione – Rettorato, Politecnico di Torino C.so Duca degli Abruzzi, 24

CALCIO A 5, IL GSPM TORINO SFIORA IL PODIO

4^ POSTO “DI RIGORE” AI CAMPIONATI ITALIANI ASPMI

I gialloblù hanno confermato comunque le loro qualità, rendendosi protagonisti di un ottimo torneo

Soltanto un beffardo mix di sfortuna e imprecisione ha impedito alla compagine calcistica del Gruppo Sportivo Polizia Municipale di Torino di salire sul podio ai campionati italiani ASPMI di calcio a 5, disputatisi a Marina di Pisticci.

Per i gialloblù, infatti, è arrivato un quarto posto “di rigore”, con la lotteria dagli undici metri che ha estromesso dalla zona medaglie gli uomini di mister Franco Caporusso, che riassume così l’esperienza appena vissuta: «Il nostro torneo è iniziato in salita: abbiamo perso la prima partita del girone 4-2 contro Salerno sfoderando una prestazione ben al di sotto delle nostre capacità e, per giunta, contro un avversario alla portata. Nel nostro girone c’era anche Pesaro, che avremmo dovuto sconfiggere con due reti di scarto per passare il turno come secondi: è addirittura arrivato un insperato 4-1 che ci ha proiettato in vetta al nostro raggruppamento, regalandoci la qualificazione alla fase a eliminazione diretta».

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«Nel turno successivo – prosegue Caporusso – abbiamo affrontato Torre del Greco: abbiamo vinto 4-2, ma ci siamo complicati da soli la vita, facendoci riprendere sul 2-2 dopo essere andati sul 2-0. Per fortuna, il nostro tasso tecnico e la compattezza del gruppo ci hanno consentito di approdare in semifinale contro i campani di Castellammare di Stabia (laureatisi poi campioni d’Italia); qui, nonostante un buon primo tempo, chiusosi a reti inviolate, abbiamo commesso due gravissimi errori individuali che ci hanno portato a -2 dagli avversari. Come se non bastasse, è arrivata anche la rete del 3-0. Sembrava finita e in quel momento, mea culpa, ho commesso un errore di valutazione, smettendo di incoraggiare i miei giocatori, che, per tutta risposta, hanno siglato due gol in 180 secondi. Chissà, se li avessi incitati anch’io forse saremmo riusciti a pervenire al pareggio».

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Così, il GSPM Torino ha lottato per la medaglia di bronzo nella finalina contro Montesilvano: “Una partita equilibratissima – chiosa Caporusso – terminata 2-2 e persa purtroppo ai calci di rigore per via di un unico penalty non trasformato. Desidero comunque complimentarmi vivamente con tutti i miei ragazzi, con particolare riferimento a Trabucco e Negro, autori di un gran campionato. Complimenti anche ai due debuttanti Bianco e Alifano, alla prima loro esperienza, malgrado un infortunio abbia estromesso entrambi troppo presto dalla competizione. Ora ci concentreremo sulla Coppa Italia, in programma ad Andria dal 7 all’11 novembre».

Europei Juniores, ottime prestazioni dei piemontesi nella quarta giornata

A Helsinki si è conclusa la penultima giornata dei Campionati Europei Juniores, giornata che ha regalato agli atleti piemontesi buoni piazzamenti e un’altra finale.

A conquistarla è stato Alessandro Fusco, nei 100 rana e con il primo tempo delle semifinali. Il 18enne dello Swimming Club Alessandria allenato da Gianluca Sacchi ha concluso la sua prova con un ottimo 1’01”93, togliendo 24 centesimi al personale di 1’02”17 nuotato ad aprile agli Assoluti. Domani tornerà quindi in acqua per la finale alle 17.26 ora locale (le 16.26 in Italia). Da segnalare che in mattinata Alessandro aveva concluso le qualificazioni con il terzo crono complessivo (1’02”85). Ieri ha invece disputato la propria finale Helena Biasibetti, sesta nei 100 farfalla con il tempo di 1’00”40; si tratta della seconda prestazione personale di sempre per la 16enne della Dynamic Sport allenata da Donato Nizzia, che in mattinata ha contribuito alla qualificazione in finale della 4×100 mista mixed azzurra. A lanciare la staffetta è stata Giulia D’Innocenzo (dorso, 1’03”83), che ha dato il cambio allo stesso Alessandro Fusco (rana, 1’03”36); Helena Biasibetti ha completato la terza frazione a delfino in 1’01”17 e in conclusione Francesco Peron ha nuotato i 100 stile libero (49”92). L’Italia ha così raggiunto la finale con il settimo tempo (3’57”83) e nel pomeriggio ha sfiorato il podio, mancando la medaglia di bronzo per un solo centesimo, dietro a Russia, Gran Bretagna e Germania. 3’52”35 il tempo degli azzurrini: Giulia D’Innocenzo (dorso, 1’02”06), Alessandro Fusco (rana, 1’02”12), Federico Burdisso (delfino, 52”76), Emma Virginia Menicucci (stile libero, 55”74). Da sottolineare la presenza dei due piemontesi Fusco e Menicucci (Sisport). La stessa atleta torinese seguita da Mattia Gurgo Salice ha gareggiato nei 50 stile libero, raggiungendo la finale e chiudendo con il 13esimo tempo di 26”33; 12 centesimi in più rispetto a quanto fatto registrare nelle batterie, terminate con il decimo tempo assoluto. Impegnate nelle qualifiche anche l’altra piemontese Carola Valle (Dynamic Sport), all’arrivo in 26”55. Tra le protagoniste della giornata odierna c’è anche la torinese Cecilia Chini Balla (Centro Nuoto Torino), 34esima nelle batterie dei 200 misti in 2’22”05.

VERBANIA IN ROSA PER 2 GIORNI

Splendidi colori e splendide ragazze, rigoROSAmente vestite da atlete in bici da corsa: tutto questo giovedì 5 luglio per la presentazione ufficiale del GIRO ROSA 2018.

In questa stessa cornice di piazza Garibaldi di Pallanza (Verbania) si sono effettuati, venerdì 6 luglio, partenza e arrivo della Cronometro a squadre, prima frazione che dà il via al giro stesso. 24 i Teams delle atlete, numerose le pretendenti al via, straniere e italiane, tra cui l’atleta di casa Elisa Longo Borghini, di Ornavasso (cittadina dell’Ossola a pochi chilometri da Verbania).“Qual è l’atmosfera che si avverte quando si corre proprio in casa, come domani ?” abbiamo chiesto ad Elisa; “in realtà non provo molta differenza” è stata la risposta ” è ovvio che mi senta ulteriormente a mio agio, ancor più incitata dal pubblico”. Prima della presentazione spettacolare presentazione – esposizione delle pattuglie motorizzate della Polizia Stradale, guidate dal Vice Questore Aggiunto Alessandro De Ruosi.Nella figura si veda il percorso della tappa a cronometro: ci sono state alcune interruzioni, ma i disagi sono stati limitati nel tempo e nello spazio. Le lamentele, anche gratuite, non sono mancate. ” La partenza del giro rosa è stato un onore per Verbania: ringrazio i volontari e l’organizzazione perché vi è stata partecipazione ” ha commentato la Sindaca Marchionini “èiIndubbio che i disagi vi siano stati, le persone in coda al sole (per esempio) si sono lamentate; per il futuro penseremo se sia il caso di portare eventi di questo tipo”. La cronaca della giornata di venerdì ci racconta che è stata la SUNWEB ad aggiudicarsi la tappa inaugurale: la prima maglia rosa va sulle spalle di Ellen Van Dijk, già campionessa nazionale olandese. Le atlete hanno percorso i 15,5 km del circuito di Verbania in 18’25’’, a una media dei 50.498 km/h. Sabato 7, la prima frazione in linea con partenza e arrivo a Ovada. Una tappa di 120, con poca pianura.

Elio Motella

 

EUROCUP & MERCATO, TEMI CALDI!

Sta per partire la grande kermesse dell’estate: i sogni e le speranze sono dietro l’angolo

Intanto, è partito ufficialmente il “momento” Eurocup, con la definizione dei gironi in cui la Fiat Auxilium Torino sarà impegnata nella prossima stagione: Malaga, Kazan, Vilnius, Francoforte, e Mornar Bar le avversarie da battere. Difficile? Certo che sì, non si sale di livello per poi giocare con squadre più scadenti, a meno che la follia non rasenti l’orlo di chi lo pensa, diventa complicato solo immaginarlo. Però, tutti vorrebbero confrontarsi con i migliori e perdere è una possibilità; solo i “deboli” preferiscono giocare per non perdere. Chi rischia sa che l’emozione del confronto con i più forti è sempre altissima, ma sa che è l’unico passo per progredire. Tre anni fa il basket a Torino era una serie A appena conquistata, adesso è reduce dal primo trofeo della storia piemontese del basket (e il più veloce conquistato da una squadra dopo la promozione nella massima categoria: è una verità che a molti piace non ricordare…mah…) e da una annata sicuramente difficile, ma i pochi che sanno la verità, elegantemente tacciono e preferiscono puntare tutto sul futuro che ingarbugliarsi in una tetra selva di rimembranze inutili e tediose. La Fiat Auxilium Torino sta per partire: Cusin, Poeta, speriamo al più presto Okeke, Delfino e il giovane Simon Anumba sono al momento l’ossatura della squadra. Manca ancora tutto il gruppo stranieri, ma è ancora presto, e talvolta, fare in fretta non conduce a buoni risultati. Fino ad ora, i giocatori stranieri visti a Torino hanno sempre avuto una caratteristica: emozionare. Ovvio, stiamo parlando di quelli Top, ma lo erano davvero. Talvolta la gestione del loro “modo di essere” non è stato facile, ma si sa, “…del senno di poi, sono piene le fosse”. Ora, l’esperienza è aumentata, alcune piante “invasive” sono state estirpate e forse sarà possibile creare un gruppo migliore che possa ulteriormente creare emozioni ancora più forti. Nei social, nelle chat di alcuni siti si leggono commenti sarcastici che tendono già ad avere pronta la forca per appendere ogni tipo di scelta della società. E’ facile parlare, è facile distruggere o dire cosa non si doveva fare. Questo sport della critica a tutti i costi è talvolta simile alla pratica di colui che si inventa critico d’arte perché non sapendo dipingere, “invidiando”, costruisce commenti saccenti su coloro che invece di parlare…fanno. Torino è una città difficile: fa fatica la Juventus a non avere critiche! Torino ha fame di basket, e chi crede nel basket ha diritto di sognare e di volare con pensieri ancora più alti. Ma il campionato lo vince una sola squadra, e non è proprio facile vincere. Quest’anno il coach più emozionante d’Europa è a Torino: Larry Brown è un segnale acceso sulla Fiat Auxilium, tutti gli occhi europei e d’oltre oceano sono curiosi di sapere cosa farà. Intanto è qui, e sta per prendere in mano le redini di una squadra che ha tra i suoi vice due allenatori che hanno già vinto con Torino e che con umiltà sono rimasti per imparare da uno dei più grandi della storia del basket. E’ uno spettacolo solo pensarlo sulla panchina della FIAT Torino. I siti europei dell’Eurocup hanno dato più risalto alla squadra della nostra città rispetto all’altr’anno: sarà un caso? Ovviamente no. Quest’anno i regolamenti hanno complicato non poco i piani di tutti, e molto budget vola investendo in giocatori italiani non di altissimo livello, e può essere visto come un bene o come un male a seconda dei punti di vista, ma è comunque un dato oggettivo. Il resto è ora nelle mani di coloro che con passione e con le possibilità economiche reali cercheranno di creare per dare nuove emozioni ai tifosi.

Facile è “tifare contro”, meglio è tifare Torino.

Paolo Michieletto