La nazionale olimpica di tiro con l’arco è in ritiro al Centro Tecnico Federale di Cantalupa da giovedì e vi rimarrà fino a domani, quando partirà per Legenica (Polonia) dove parteciperà ai Campionati Europei (26 agosto-1 settembre). Si gareggia ovviamente per i titoli e le medaglie continentali (individuali, a squadre e mixed team delle divisioni olimpico e compound), ma anche per la qualificazione ai Giochi Europei di Minsk 2019. Gli azzurri convocati nell’arco olimpico sono gli arcieri dell’Aeronautica Militare Mauro Nespoli, Marco Galiazzo e David Pasqualucci, campioni del mondo in carica, insieme alle campionesse del mondo junior 2017 Lucilla Boari (GS Polizia di Stato/Fiamme Oro), Tatiana Andreoli (Iuvenilia) e Vanessa Landi (Arcieri Montalcino). Nel compound sono invece convocati Sergio Pagni (Arcieri Città di Pescia), Federico Pagnoni (Arcieri Montalcino), Elia Fregnan (Arcieri del Torrazzo), Marcella Tonioli (Arcieri Montalcino), Irene Franchini (Fiamme Azzurre) e Anastasia Anastasio (Marina Militare). In campo dunque la torinese Tatiana Andreoli e l’emiliana Irene Franchini, tesserata anche per la società piemontese degli Arcieri delle Alpi. Le prime frecce degli Europei saranno scoccate lunedì durante i tiri di prova ufficiali, seguiti dalla cerimonia di apertura. Martedì 28 agosto via alle competizioni con le 72 frecce di ranking round che determineranno il tabellone degli scontri diretti individuali e a squadre (olimpico e compound). Mercoledì 29 si terranno le eliminatorie individuali e a squadre di entrambe le divisioni, che proseguiranno giovedì 30 insieme agli scontri a squadre miste fino alle semifinali. La giornata di venerdì 31 sarà interamente dedicata alla qualificazione per la seconda edizione dei Giochi Europei di Minsk 2019, che a differenza dei primi disputati a Baku nel 2015 saranno aperti anche al compound. Sabato 1 settembre si assegneranno le medaglie, con tutte le finali trasmesse in diretta streaming.
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Una giornata calda, tanto calda: ma non solo per quel che riguarda il termometro. Inizia con la notizia che per molti era già nell’aria della rescissione del contratto con Royce White, campione indiscusso ma con diversi problemi personali da risolvere, al quale credo che dovrebbe andare da parte di tutti coloro che vanno oltre alcuni aspetti materiali, l’augurio di migliorare la sua condizione mentale sia per lui, per la sua vita, e sia per lo spettacolo del basket stesso. Alle 11.00 qualcuno è già pronto a recuperare i primi abbonamenti di questa stagione, ed è già in pole position in attesa che si aprano i “botteghini” per siglare, anche con una foto, la storia che parte di questa stagione sportiva. E poi si comincia, qualcuno arriva e piano piano si popolano le scale della sede Auxilium. L’umore di tutti è comunque gioviale, nonostante le vicissitudini alle quali da queste parti sembra non poter porre freno il destino non proprio generoso nei confronti di questa comunque nuova società di basket. Solo alcuni, che nonostante tutto ovviamente si abbonano, si lamentano di non aver potuto vedere prima l’impianto per capire bene dove posizionarsi, ma era difficile se non impossibile, poter far aprire il Palavela per questi motivi; purtroppo si sa, noi tifosi, non a caso definiti “tifosi”, talvolta perdiamo di vista la ragione oggettiva. Ma tant’è: a volte è proprio questo il bello della follia di tifare per qualcuno. E’ comunque coda sulle scale, ma ordinata e direi anche divertente. Si conoscono quelli che sono davanti e inotrno a te e ci si emoziona per il ricordo di gare passate. So che i poco estimatori di Torino prediligono la critica, ma per i vani del palazzo della sede, la palla rubata di Washington e il lay up di Sasha aleggia sempre carpendo una e più lacrime a tutti. E il racconto di questo episodio, ormai leggenda allo stato puro per tutti i tifosi dell’Auxilium FIAT Torino, basterebbe da solo a zittire tutti coloro che vorrebbero altro; ricordiamo ulteriormente a tutti che senza coloro contro cui si inveisce per motivi forse personali o forse per aridità individuale, il primo livello cittadino di basket non sarebbe al Palavela e non si sarebbe qui ad abbonarsi per Serie A ed Eurocup… . Dopo diverse ore di coda arriva l’agognato bancone degli abbonamenti: e qui la sorpresa. C’è solo un ragazzo di nome Jacopo che a tardo pomeriggio sta facendo tutto! Prima c’erano altre persone, ma poi è rimasto solo. Eroi tutti i tifosi in attesa al caldo sulle scale, ma super eroe Jacopo! Sorride, pazientemente spiega e consiglia sui posti tutti gli “avventori”, vola dal bancone al pc, dal pc alla cassa e alla stampa degli abbonamenti. E ha una parola veramente sorridente per tutti. Come fai ad arrabbiarti, quando mai ne avessi avuta l’intenzione dopo le lunghe ore di coda, quando vedi questo? Un ciuffo che mi fa invidia e una prontezza di reazione notevole ad ogni richiesta. E la giornata non è iniziata da poco, anzi è stata lunga e non finirà presto per lui. Ma tutti i presenti potranno ricordare con piacere la sua figura che ha consegnato con solerzia ma con pazienza l’agognato premio di cotanta attesa. Siamo usciti tutti come bambini con le caramelle, pronte a scartarle il prima possibile per sapere che gusto avranno. Si attende di nuovo il mercato e si spera che i miracoli accadano ancora. Ma se chi lavora dietro le quinte avrà la forza di Jacopo… il futuro della FIAT Torino è sicuramente in buone mani.
Paolo Michieletto
Genova nel cuore
La scritta “Genova nel cuore” apparirà sulla maglietta con cui le squadre della Lega Serie A e gli ufficiali di gara scenderanno in campo per la seconda giornata di campionato, per ricordare le vittime del crollo del viadotto Morandi e per sostenere la città di Genova. L’iniziativa è stata annunciata dalla Regione Liguria insieme con la Lega Serie A. Oltre alla scritta anche un disegno del ponte crollato con al centro un cuore formato da tanti piccoli cuori in rappresentanza delle persone coinvolte. Dice il presidente della Lega Serie A, Gaetano Miccichè: “Lega Serie A istituirà un fondo che sarà destinato ai bisogni della popolazione genovese, in accordo con le autorità cittadine”
FIAT Torino basket si presenta alla stampa
Nei giorni scorsi è stata presentata la squadra della FIAT Torino BAsket presso la WINS di Torino, probabile futura sede di alcune squadre giovanili dell’Auxilium, e, in un’atmosfera di simpatico spaesamento, anche i nuovi giocatori cominciano a conoscersi.
Spiccano tra gli altri Mc Adoo, il più richiesto dai giornalisti per le interviste tra i nuovi arrivati d’oltreoceano, e Cusin, il più “richiesto” invece tra gli Italiani. Il resto della compagine è pressoché sconosciuta, fatti salvi ovviamente capitan Peppe Poeta con la sua nuova “pettinatura” e il giovanissimo Okeke al quale auguriamo di poter tornare al più presto a giocarsi il proprio destino di vita su un campo da basket.Per il resto, i discorsi di inizio anno non possono altro che rimandare i giudizi a dopo il primo periodo di assestamento tra campionato ed Eurocup. Gli sforzi di quest’anno, dopo le vicissitudini note della scorsa stagione, sembrano orientati ad un sano connubio tra esperienza ed entusiasmo giovanile, che è particolarmente evidente nei nuovi Tra Holder e Tony Carr affamati di un palcoscenico per far risaltare le proprie qualità e risalire l’oceano per giocare in NBA. Stessa “fame” che sembra avere anche Vojislav Stojanovic, ragazzone slavo pronto a mettere sul campo tutta la forza a disposizione per la squadra oltre che per il proprio futuro, e, comunque, sorridente e pronto a farsi “perdonare” lo sgarbo del tiro vincente infilato a Torino un paio d’anni fa, promettendone uno anche per la FIAT. Una presentazione che avrebbe richiesto forse una conoscenza più approfondita dei ragazzi in questa sede, magari con saluti e applausi individuali: sono ragazzi giovani se non giovanissimi, e l’entusiasmo intorno a loro potrà solo fare del bene. Si è propensi a pensare che l’emozione non conta e contano solo i soldi (e sono fondamentali per allestire rosters qualificati: e per Torino i ringraziamenti sono da distribuire equamente tra la famiglia Forni e gli sponsors, e maggiormente FCA), però bisogna rammentare che alcuni dei giocatori hanno un’età vicina ai vent’anni, e a quell’età, e anche dopo a dire il vero, il calore umano intorno vuol dire tanto. I tifosi hanno fame di basket e sono impazienti di vederli all’opera e di poter acquisire abbonamenti e biglietti per vivere le emozioni del prossimo anno. Ma quest’anno, la necessaria traslocazione al Palavela ha creato non pochi problemi alla società, ed il primo tra tutti, il procrastinare degli incassi derivati dalla vendita dei diversi tagliandi. Ma sappiamo che la società sta lavorando per “riempire” al meglio gli spazi sportivi del tifo nella nuova sede.
Uniche grandi assenze giustificate coach Larry Brown, pronto ad arrivare nei prossimi giorni e in attesa di realizzare il nuovo progetto Storia del basket con la realtà della FIAT Torino, e RoyceWhite, in attesa del visto per recarsi in Italia. L’atmosfera è ancora tutta da costruire, e tutti gli sguardi dei presenti sono ancora da amalgamare. Gli stessi organi della comunicazione sono perplessi perché le scommesse quest’anno sono tante, con molte persone anche dello staff tecnico dirigenziale alle prese per la prima volta con un palcoscenico così importante. Ma anche qui, l’esperienza di chi già da tempo ha provato sulla propria pelle le difficoltà della gestione di una società di serie A, vedi oltre al presidente anche l’A.D. Massimo Feira, potrà sopperire ad ogni esigenza che si verrà a creare. La FIAT Torino sta partendo, ed ha tante possibilità, sia sportive che di impatto sul territorio. Tutto si baserà come sempre sui risultati ma anche sulle emozioni che saprà creare. Se vorrete sempre creare un istinto di commozione ad un vero tifoso di basket torinese, ricordategli sempre il canestro di Vujacich su recupero e assist di Washington e il tiro fuori di Moss: non avrete bisogno di dire altro. Il tifoso vive per questi momenti, e spera di viverne altri. La strada per farcela non è in discesa, anzi. Ma è la strada che si deve percorrere e si potrà vincere o perdere, ma come diceva il motto originale del barone De Coubertin (come da me scritto nel mio libro che tratta di storia dello sport “Storia, vita e opere degli sport moderni”, www.nonsolofitness.it editore): “L’importante, nella vita come nello sport, non è vincere ma partecipare per poter vincere”. Frase ben lontana dal fare sport per passatempo…come alcuni dopo hanno interpretato tagliando “sapientemente” l’ultima parte.
Ecco, alla FIAT Torino non si chiede di vincere, anche se lo si augura, ma che dia tutto quello che ha per farlo, e tutti i tifosi, quelli veri, saranno con lei.
Paolo Michieletto
www.federnuoto.piemonte.it
La nazionale italiana di nuoto paralimpico ha concluso i Campionati Europei con il nuovo record di 74 medaglie, divise tra 29 ori, 23 argenti, 22 bronzi, piazzandosi seconda nel medagliere alle spalle della sola Ucraina. In aggiunta a queste, la spedizione azzurra ha raccolto 6 record del mondo e 2 record europei. Tra i protagonisti della rassegna continentale ci sono i due piemontesi Carlotta Gilli e Marco Dolfin, che con le loro ottime prestazioni hanno contribuito ad arricchire il bottino della nazionale. Carlotta Gilli (Fiamme Oro/Rari Nantes Torino), classe 2001 e allenata da Andrea Grassini, ha trionfato in tutte le gare cui ha partecipato e ha stabilito due nuovi record del mondo. Nei 50 stile libero S13 ha chiuso in 26”90, davanti all’ucraina Anna Stetsenko (27”83) e alla spagnola Marian Polo Lopez (28”63). Nei 100 stile libero S13 si è ripetuta in 57”98, precedendo podio la stessa Stetsenko (59”46) e la spagnola Ariadna Edo Beltran (1’02”35).
Nei 100 dorso S13 ha vinto con il nuovo record del mondo di categoria di 1’05”76, migliorando il precedente stabilito nel 2016 dalla russa Anna Krivshina (1’06″85). In un podio analogo a quello dei 50 stile libero, ha messo dietro la Stetsenko (1’09”54) e la Polo Lopez (1’11”21). Nei 200 misti SM13, infine, ha abbassato il record del mondo che già le apparteneva dalla passata stagione, portandolo da 2’23”62 a 2’22”12. Argento ancora una volta alla Stetsenko (2’29”87), bronzo alla Edo Beltran (2’34”66). Carlotta Gilli è poi salita sul terzo gradino del podio con la 4×100 stile libero mista, la prima staffetta nella storia del nuoto paralimpico italiano composta da atleti ipovedenti. Salvatore Urso (1’08”79), Alessia Berra (1’01”72), Carlotta Gilli (57”78) e Fabrizio Sottile (55”57) hanno chiuso con il record italiano di 4’03”86 dietro a Ucraina (3’54”70) e Spagna (4’03”58).
Marco Dolfin, classe 1981 tesserato per Fiamme Oro e Briantea 84, è invece tornato a casa con una medaglia, l’argento dei 100 rana SB5. L’ha conquistata con il tempo di 1’41”36, alle spalle dello spagnolo e primatista del mondo Antoni Ponce Beltran (1’29”85) e davanti al portoghese Ivo Rocha (1’44”25). Nei 50 farfalla S6 e nei 200 misti SM6 si è dovuto accontentare del quarto posto, rispettivamente in 38″09 e in 3’15”02. “Mi aspetto grandi cose da questo Europeo” aveva dichiarato in settimana Marco, soprannominato “The Doctor” poiché chirurgo ortopedico, “soprattutto portare a casa una medaglia per i miei due bambini; sono molto esigenti e mi hanno chiesto di non tornare a mani vuote”. Promessa mantenuta.
https://www.federnuoto.piemonte.it/finpiemonte/home_new/appro_new.asp?id_info=20180820150202&area=1&menu=agonismo&read=nuoto
WINS SARA’ LA CASA DELLE GIOVANILI DI FIAT TORINO
Primo atto ufficiale ieri della stagione 2018/2019 della Fiat Torino con il raduno presso la Wins – World International School – di Torino. “Siamo orgogliosi – dichiara Paolo Pietro Formiga, WINS® CEO & Founder – di ospitare nella nostra scuola gli allenamenti delle squadre giovanili Fiat Torino per la stagione 2018/19. Quando abbiamo inaugurato WINS® – World International School of Torino lo scorso anno, abbiamo fortemente voluto una scuola in cui lo sport fosse un elemento centrale del modello educativo, un mezzo per sperimentare e imparare competenze chiave per il proprio futuro come il lavoro di squadra, la leadership, il rispetto e la consapevolezza di sé. Il Campus WINS® è dotato di spazi all’avanguardia, progettati e pensati per ospitare bambini e ragazzi: piscina, palestra, biblioteche, sala musica, laboratori, mensa con cucina interna, auditorium, anfiteatro, residenza per gli studenti e 2.000 mq di area esterna attrezzata per vivere l’esperienza formativa a 360° in un contesto accogliente e sicuro. Condividere con Fiat Torino il percorso di crescita dei giovani atleti non può che renderci fieri e spronarci a proseguire in questa direzione che fa dello sport e dei suoi valori cardini fondamentali della formazione degli uomini (e degli sportivi) di domani.”
La calda estate della Fiat Torino
Siamo ormai nel pieno dell’estate e la Torino del basket non può essere ancora tranquilla, in quanto il nuovo modo di gestire il mercato, sempre più nelle mani degli agenti e procuratori e sempre meno nelle volontà dei giocatori, crea non poche difficoltà alle società che si “tuffano” nel difficile impegno della costruzione di un roster adeguato
La situazione attuale della FIAT Torino è quasi completa. Si possono valutare alcuni aspetti di una squadra che sembra allo stato attuale un netto mix tra gioventù esasperata ed esperienza ad altissimo livello.In ogni ruolo sembra disegnato un tutor per tutti i ragazzi talentuosi d’oltremare: Peppe Poeta per i play guardia, Carlos Delfino per le ali piccole e grandi e Marco Cusin per i lunghi. Chissà, forse questa curiosa alchimia potrebbe rivelarsi decisiva in termini di equilibrio in campo e speriamo anche negli spogliatoi. Ora si è avuta la corretta, nei termini contrattuali, rinuncia di Jaylen Morris che ha ottenuto un contratto con una franchigia NBA e quindi ha risolto il contratto con la FIAT Torino, ma d’altra parte, il sogno di tutti coloro che giocano a basket è giocare in quel campionato. Alcuni, dicono che a loro non interessa, ma di solito, è perché nessuno li ha veramente cercati: non puoi essere un giocatore di basket di alto livello e non voler giocare con i migliori! A meno che non ci siano motivi caratteriali e di comodità personale che ti guidino diversamente.In ogni caso, al momento manca solo un “tassello” a completare il roster. C’è chi dice che sarebbe meglio un lungo, chi un’ala forte, chi un’ala piccola tiratrice, chi una guardia difensiva e chi ancora un play di esperienza: diciamo così, qualunque cosa accada, qualcuno sarà scontento.
Ma è da sempre così, è più facile criticare che proporre, distruggere che creare, pontificare piuttosto che agire. In un intervento splendido alla conferenza stampa di presentazione del PAlavela, l’A.D. Massimo Feira ha detto ” ringraziamo i social che ci criticano così sappiamo dove e cosa fare, ma di solito quello che ci viene criticato lo sapevamo già, ma non sempre è facile agire anche se si saprebbe cosa fare…”. Le parole sono non proprio testuali, ma il senso è pressappoco questo. Più si invecchia e più si scopre che i proverbi hanno ragione “…tra il dire e il fare…” e che l’esperienza è un dono che arriva con il tempo, sia nella vita che nella gestione delle squadre di serie A nel basket. Le certezze stanno a zero (si direbbe parafrasando un detto) quando si deve vivere in una macchina complessa come una gestione di una società come la FIAT Torino. Le persone sono tante, i giocatori per certi versi sono l’ultimo dei problemi. La gestione del quotidiano, il rapporto con tutto lo staff, la ricerca di location per allenamenti e alberghi per le partite in trasferta, i comunicati, il rapporto con gli sponsor che se danno qualcosa vorranno sicuramente qualcos’altro, la composizione di tutto lo staff manageriale, la costruzione del nuovo Palavela che come sede del basket sarebbe anche simpatico chiamare Palabasket di Torino (nulla contro lo sport a vela e nulla contro la struttura muraria così denominata per la composizione architettonica ovviamente), e tantissime altre cose che descrivere sarebbe troppo lungo.
Ma l’esperienza è animale malleabile, che comprende come sia camaleontico il mondo che la circonda, di come le persone abbiano molti e molteplici interessi. La Fiat Torino ha al suo interno tante ottime e brave persone che lavorano nell’ombra e di cui si sa di qualcuno a malapena il nome e di altri nemmeno l’esistenza. Si trova facilmente sponda per le critiche quando non si conosce e quando non si palesa la propria e l’altrui faccia. Ma la FIAT Torino basket ha nei suoi vertici persone che a proprio modo, nel bene e nel male come si usa dire, la faccia non l’hanno mai nascosta, anche nei momenti più bui. Torino è in costruzione attiva e al Coach più famoso mai venuto in Europa ad allenare (Larry Brown, a cui dedicheremo più avanti uno speciale particolare) il compito di gestire con i suoi assistenti d’elitè l’allegra brigata dei giocatori. A tutti gli altri lo sforzo di rendere funzionale e vincente la super macchina FIAT Torino basket!
Paolo Michieletto
Allegri: “La vittoria ci farà lavorare meglio”
“Se dico che soprattutto all’inizio le partite non son semplici, intendo questo. Bene, la vittoria ci farà lavorare meglio!”. Cosi il ct bianconero Massimiliano Allegri nel suo tweet dopo partita a proposito dell’esordio della Juve con il Chievo, sconfitto 3-2 in recupero da una rete di Bernardeschi.
Medaglia di bronzo individuale per Elisabetta Mijno, medaglia di bronzo a squadre per Roberto Airoldi. I due arcieri piemontesi convocati in nazionale per i Campionati Europei para-archery tornano da Pilsen (Repubblica Ceca) con due podi, conquistati entrambi nella divisione arco olimpico (categoria open). Oggi al termine del torneo individuale Elisabetta Mijno ha superato 6-4 la turca Sengul Yagmur nella finale per il terzo posto. L’arciera torinese tesserata per le Fiamme Azzurre e per gli Arcieri delle Alpi aveva chiuso le 72 frecce di qualifica al terzo posto con 593 punti; agli ottavi ha superato 6-0 l’ucraina Dzoba-Balyan e ai quarti 6-4 la russa Margarita Sydorenko, prima di perdere in semifinale allo shoot off con la turca Nur Merve Eroglu (punteggio 6-5, ultima freccia 9-7).
Sempre nell’arco olimpico l’Italia ha raccolto un bronzo a squadre con il trio composto da Roberto Airoldi, Fabio Tomasulo e Stefano Travisani. Nella finale per il terzo posto gli azzurri hanno piegato 6-0 la Repubblica Ceca (Chaloupski, Kostal, Smondek), con i parziali di 52-39, 51-35 e 49-34. Gli azzurri erano entrati in tabellone ai quarti e avevano superato 5-3 la Turchia prima di arrendersi 6-0 in semifinale alla Russia.
Per quanto riguarda il torneo individuale Roberto Airoldi, atleta novarese tesserato per gli Arcieri Cameri, ha concluso la qualifica in 15esima posizione con 571 punti e agli ottavi ha ceduto 6-0 al russo Bato Tsydendorzhiev, dopo aver passato il primo turno 7-1 contro il turco Oghuzan Polat. Elisabetta Mijno e Roberto Airoldi sono scesi in campo anche nel mixed team, fermandosi ai quarti contro la Gran Bretagna (Chaisty, Phillips), a segno 5-4 allo shoot off (17*-17).
Basket: alla scoperta dei giocatori della Fiat Torino
Dal punto di vista dei loro tifosi
Questo è il primo articolo di presentazione dei giocatori d’oltreoceano che quest’anno giocheranno e combatteranno per i colori gialloblù della formazione torinese. Di ciascuno, cercheremo di verificare non le statistiche, ma una presentazione del loro modo di essere visto…dalle loro curve.
Di lui, troverete quello che vi serve per capire le statistiche dalle varie testate “…pedia” che esistono efficacemente in rete. Quello che è in questo caso per me è interessante è trovare i commenti di suoi ex tifosi per sapere cosa pensano di lui e cosa aspettarci a Torino. Parente di quel Bob Mc Adoo ex campione con Olimpia Milano (non nipote, ma in maniera simpatica chiamato da lui “Uncle” cioè zio, per motivi diversi ma probabilmente legati all’età ovviamente lontana tra i due ma che in realtà sono cugini di secondo grado), vincitore di due anelli seppur non da primo protagonista in NBA, arriva da una splendida università statunitense: i North Carolina Tar Heel. Sul sito della squadra la notizia del loro ex allievo che si sposta a giocare in Europa è vista in maniera non proprio univoca. C’è chi dice bravo a chi cerca un’esperienza nuova per lavorare all’estero, e l’Europa da loro è vista come una meta importante; c’è chi si dispiace che un loro giocatore debba andare a giocare in leghe minori e non abbia la forza di restare negli U.S.A. Altri dicono che il Denaro (non solo l’ammontare ma la tempestività e le garanzie), le strutture, il coach, compagni di squadra e avversari che sono anche ex giocatori NBA, creano opportunità di sponsorizzazioni grazie alle nuove esposizione mediatiche o di essere visti anche da altri allenatori, grazie alla vetrina televisiva. Steve Kerr, l’allenatore dei Golden State Warriors detentori degli ultimi titoli NBA, lo ha elogiato dicendo: “McAdoo gioca una volta ogni 10 partite [o più o meno così], in base alle situazioni di gioco che si creano, ma quando è in campo, il suo ruolo lo porta alla grande. Ed è una delle persone più rispettate in questa squadra grazie al suo modo di essere”. Il sito dei Golden State Warriors, al suo addio a fine campionato, gli ha dedicato questo ultimo saluto sportivo: “La volontà di McAdoo di accettare un ruolo così piccolo per il successo del team è certamente lodevole. Il risultato a lungo termine, tuttavia, potrebbe essere una carriera ridotta andando avanti nel tempo. Ha due campionati NBA sotto la cintura (2015, 2017), ma il suo entrare in campo limitato non gli ha dato molte opportunità di mostrare cosa può fare. Per ora, McAdoo sembra essere lasciato un po’ nel limbo. Quindi, mentre diamo addio a James Michael McAdoo, gli auguriamo ogni bene dove atterrerà (e speriamo che ottenga più tempo per giocare)”. Diciamo che a Torino spazio ne avrà e se sarà bravo giocando da meritarsi il ritorno in NBA, bè, saremo felici per lui. E’ una breve estrema sintesi di quello che appare dai commenti d’oltroceano. Infine, è bello segnalare il suo ritiro dell’anello durante una partita dei Warriors, avvenuto durante una partita dei Golden State pur se lui fosse tesserato già per i Sixers; il team di Philadelphia ha voluto lasciarlo andare a ritirare il premio e come disse Steve Kerr “Ho pensato che fosse un grande gesto da parte dei Sixers assicurarsi che lui potesse essere qui.” Mc Adoo commentò nel pre – game prima della consegna: “Dormirò bene stasera”. James Michael Mc Adoo sta planando verso Torino. Non lo conosciamo ancora, ma da quello che leggiamo, sembra proprio che il “quasi” novello papà, arriverà a Torino con una ottima dose di voglia di vincere, serietà, spirito di sacrificio e desiderio di fare bene. Tutte cose che alla FIAT Torino non potranno che essere utili!
Paolo Michieletto