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Basket, Fiat Auxilium. Forni scrive ai tifosi: “Lavoriamo per non dissipare un sogno”

In una lettera aperta ai tifosi il presidente dell’Auxilium Fiat Torino, Antonio Forni, scrive che sta cercando di lavorare perché “non venga dissipato il grande patrimonio del marchio Auxilium in serie A, senza curarmi di chi sta diffondendo notizie false e seminando odio, per fare in modo che chi arriverà si innamori del nostro Palazzetto e del nostro tifo appassionato, e non trovi  un ambiente carico di negatività”. Secondo Forni la parte deludente del campionato è stata  causata da “errori della proprietà, dei dirigenti, del coach, dei giocatori. Stiamo cercando di imparare dagli errori stessi”. Ma il presidente sottolinea anche gli aspetti positivi: il sogno realizzatosi della serie A, la conquista della Coppa Italia che “sono obiettivi importanti per una società giovane e una proprietà a carattere familiare. Nei prossimi giorni si dovrebbero tenere incontri con imprenditori che potrebbero rilevare la squadra.

FIAT Torino basket e il momento importante

Anche questa settimana la situazione in casa FIAT Torino è un divenire complesso, composto da una situazione anomala legata ad una classica dicotomia amore – odio che lega ogni tifoso alla propria squadra: se vince tutti sono eroi se invece si perde la colpa è di uno solo

E’ evidente come sia questa una stagione molto difficile e travagliata sotto molteplici aspetti. Disquisire su ogni punto in questo momento non farebbe altro che ondivagare le emozioni di ciascuno sul proprio punto di vista che per alcuni è la verità narrata, per altri è la verità nascosta e per tutti è comunque la verità che vogliono vedere. La soluzione in tempi brevi non c’è e solo il tempo potrà narrare le gesta che furono e che saranno. L’unico comportamento deleterio è la volontà di distruggere che, pur se comprensibile come quella dell’innamorato deluso, non conduce ad altro che a perderci tutti. In ogni caso. Errori sono stati commessi, probabilmente, e sono frutto di dinamiche esasperate che si sono accumulate a causa di, purtroppo, componenti interne ed esterne alla squadra. Stabilire chi ha o avesse ragione ha un senso, se lo ha, solo dopo aver rimesso a posto “la casa”. Ed ora la casa dove il basket di Torino ha diritto di essere è la serie A impegnata come lo è stata nella storia a giocarsela con le grandi del basket nazionale.

Questo è il posto del basket a Torino. So che sembro di parte, in quello che sto per scrivere, ma credo sia giusto non dimenticare mai il motivo e le persone a cui dire grazie di aver potuto rivedere il basket di alto livello in città. Così come si danno i meriti, è sicuro che molte cose saranno migliorabili e che le esperienze, anche dure degli ultimi tempi, non potranno che essere di sprone al miglioramento effettivo. Ma ci vuole tempo e questa stagione è quasi giunta a metà, e il tempo è poco e poco si può ora fare. Lo strillo e lo strepito di rabbia è ovvia conseguenza dopo una serie di sconfitte, ma per poter tornare a gioire non basta godere delle sconfitte altrui, o meglio, di coloro per cui fino al giorno prima si era tifosi. Adesso, sarebbe finalmente ora di compattarsi tutti e non cercare ognuno la propria ragione per dire “io l’avevo detto”, ma cercare di tifare tutti insieme per quelle maglie che ci fanno sussultare ogni volta che segnano un canestro. I componenti di una squadra sono “uomini e persone” che sentono la “folla” e che possono vincere o perdere anche in funzione di questo. Sono professionisti, si dice, ma non possono eliminare il lato umano. Sentire “calore” addosso, sentire la voglia di continuare della gente tifosa di basket che tifa Torino, può fare la differenza. Mollare adesso non si può, non si deve. Tutti quelli che lavorano per la FIAT Torino basket danno l’anima perché lo spettacolo appaia. Lo devono sentire tutti, e tutti i giocatori devono sentire il peso e l’onore di vestire questa maglia. Perché si possa dire con orgoglio… questa è Torino!

Paolo Michieletto

Golf, anno col botto per Molinari

Il nuovo anno del PGA Tour inizia  alle Hawaii il 3-6 gennaio con il Sentry Tournament of Champions, riservato ai vincitori 2018 sul massimo circuito statunitense. A Kapalua, isola di Maui, si gioca la leadership mondiale di Francesco Molinari,  in campo dopo un anno spettacolare. Il piemontese sfiderà i big mondiali:  Brooks Koepka ( world ranking). il campione in carica Dustin Johnson, Justin Thomas, Jon Rahm, Rory McIlroy, Jason Day, Bryson DeChambeau, Patrick Reed e Ian Poulter.

CANICROSS DEL BOSCHETTO

Domenica 3 febbraio al parco di Nichelino

Domenica 3 febbraio il boschetto di Nichelino ospita la 4^ tappa del
Campionato italiano UISP di canicross sulla distanza di 3,5 km. con
partenza alle 10 per la gara competitiva e alle 10,30 per la non
competitiva, seguita dalla passeggiata aperta a tutti alla presenza di
educatori qualificati. La manifestazione è organizzata dal Settore
Cinofilia UISP Piemonte.
Cos’è esattamente il canicross? E’ una nuova disciplina
cinofila-sportiva che coinvolge il cane e il suo conduttore, un binomio
affiatato e allenato, unito da una cintura, una linea ammortizzata e una
specifica pettorina che previene gli infortuni.
Fondamentale è la salute e la salvaguardia del cane, che viene
sottoposto a controllo veterinario, prima e dopo la competizione e corre
spontaneamente.
L’amico a 4 zampe si trova davanti a circa due metri dal podista e
insieme corrono lungo un percorso sterrato.
La regola fondamentale è identica a quella delle gare di running, chi
impiega minor tempo vince.
Il Canicross affonda le sue radici nelle corse con i cani da slitta lo
Skijöring ed è nato dalla necessità di allenarli anche nel periodo
estivo.
Lo sport a “6 zampe” è aperto a tutti i cani di qualsiasi razza, con o
senza pedigree ed è stimolante e naturale per il cane.
Esistono anche alcune varianti come il bikejoring, lo scootering e il
kart e domenica si potrà assistere ad alcune dimostrazioni. Le prime due
sono uno sport che vede il cane “trainare” la bicicletta o un
monopattino e il kart è un carrello a tre o quattro ruote a cui vengono
legati quattro o più cani.
Discipline dove conta sempre preservare la salute del cane e divertirsi
in pieno spirito dello #Sportpertutti!

Coppa Brema, quattro squadre piemontesi nelle finali nazionali di A1 e A2

Saranno quattro le squadre piemontesi che il 7 aprile a Riccione disputeranno le finali di serie A1 e A2 del Campionato Nazionale a Squadre – Coppa Caduti di Brema. Un ottimo risultato per il nostro comitato regionale, rappresentato in A1 da Centro Nuoto Torino maschile e Rari Nantes Torino femminile e in A2 da Centro Nuoto Torino e Dynamic Sport femminili. I ragazzi del Centro Nuoto sono qualificati con il secondo punteggio alle spalle del Circolo Canottieri Aniene e davanti al Circolo Nuoto UISP Bologna. Completano l’elenco delle migliori otto d’Italia Aurelia Nuoto, Sport Rane Rosse, Florentia Nuoto Club, De Akker Team e Imolanuoto. Le ragazze della Rari Nantes sono invece risultate settime al termine della fase regionale di qualificazione, dietro a Circolo Canottieri Aniene, Nuoto Club Azzurra, Sport Rane Rosse, Team Veneto, Aurelia Nuoto e Team Insubrika e davanti a Nuoto Livorno.

Le formazioni femminili di Centro Nuoto Torino e Dynamic Sport sono invece quarta e ottava rispettivamente in A2, 12esima e 16esima nella classifica nazionale. A Riccione se la vedranno con Imolanuoto, Gestisport Coop, Tiro a Volo Nuoto, Aquatic Center, Leosport e Nuotatori Milanesi. Da segnalare inoltre il terzo posto della Rari Nantes Torino maschile nella classifica di serie B – 19esima posizione nella graduatoria generale – alle spalle di GAM Team e Team Nuoto Toscana Empoli (la serie B non prevede la finale nazionale).

Da ricordare che nella passata stagione il Centro Nuoto Torino conquistò il bronzo in A1 maschile alle spalle di Aniene e Imolanuoto, dopo essersi qualificato alla finale con il secondo punteggio assoluto. Domenica al Palazzo del Nuoto di Torino ha migliorato tale punteggio e, numeri alla mano, ha diminuito la distanza dall’Aniene, detentrice del titolo (maschile e femminile) da molti anni a questa parte. Compatta la finale, che vede ai blocchi di partenza tre squadre di Emilia Romagna, due del Lazio, una di Toscana, Lombardia e Piemonte.

Dodici mesi fa la Rari Nantes Torino aveva invece mancato l’accesso tra le prime otto squadre femminili, rientrando tra le finaliste di A2. Un ritorno importante quindi per le ragazze torinesi, storicamente abituate a calcare il massimo palcoscenico della Coppa Brema. Unica formazione piemontese in A1, saranno accompagnate da due squadre di Lazio e Lombardia e una di Emilia Romagna, Veneto e Toscana.

Due, invece, le piemontesi nella finale cadetta, insieme a tre lombarde e due venete, una laziale e una emiliana. Il Centro Nuoto Torino ha confermato il risultato della passata stagione, mentre per la Dynamic Sport si tratta di una bellissima prima volta, dopo aver sfiorato l’accesso all’A2 l’anno scorso. Globalmente un buona risultato per il movimento del nuoto piemontese, preceduto dalle sole Lazio, Emilia Romagna e Lombardia a livello di rappresentanti nelle finali di A1 e A2.

I componenti delle squadre piemontesi qualificate alle finali di A1 e A2 e i punteggi di qualificazione su https://www.federnuoto.piemonte.it/finpiemonte/home_new/appro_new.asp?id_info=20181227135321&area=1&menu=agonismo&read=nuoto

Allegri: “Con Ronaldo può arrivare la Champions”

JUVENTUS VS SAMPDORIA 2-1

Per Massimiliano Allegri  Cristiano Ronaldo “a fare gol e giocare è il più bravo al mondo. Tutti hanno giocato una buona partita e si percepisce che con Ronaldo  possa arrivare la Champions.” Però, aggiunge il ct bianconero: ” per vincerla bisogna arrivare bene alla competizione. Dybala non segna, ma sta facendo bene”.

53 punti da record

La vittoria contro la Sampdoria segna per la Juventus, campione d’inverno,  il record di  53 punti nel girone di andata, grazie a 17 vittorie e due pareggi. Record di punti  nell’anno solare: 101.

(foto Claudio Benedetto www.fotoegrafico.net)

FIAT Torino: per chi suona la campana?

In un famoso romanzo di Ernest Hemingway, si narra di una situazione drammatica in cui il suono di una campana decretava sempre un evento molto, troppo infausto, e segnalava in pratica che la sconfitta di uno, visto che di drammi veri si trattava, era una sconfitta di tutti

perché era l’umanità intera a perderci, sempre e comunque, e di non preoccuparsi per chi suonasse la campana, perché in pratica suonava sempre anche per tutti gli altri. E la situazione alla FIAT Torino cestistica, pur se distante anni luce dai veri drammi di una guerra, può essere debitamente con le pinze paragonata a quel titolo. Larry Brown, leggenda storica di tutto il basket mondiale esonerato e lasciato solo da uno spogliatoio che non condivide le sue idee (discutibili, d’accordo) e che purtroppo non ha lasciato tracce. Ma le leggende piacciono a coloro che non le conoscono, e Freddy Mercury è più famoso oggi che in vita, e non importa se il film è realistico oppure no, basta che la verità raccontata sia quella che piace e diventa vera verità. Ma, come in un incidente d’auto, il guidatore dell’altra macchina è sempre quello imbecille, anche nello sport le verità non sono sempre tutte da una sola parte. Ma poco ci si interessa dell’altrui verità quando quella che sentiamo ci piace. Torino del basket ha voglia di gioco e sport, ha voglia di vincere e vorrebbe che la propria squadra fosse ai vertici. Ma è sempre così? Siamo sicuri che tutti lo vogliano realmente? La vicenda Carlos Delfino è alquanto “complessa”, ma delegare tutte le colpe in una sola direzione potrebbe non essere la soluzione più giusta. La situazione era tesa e il giocatore aveva già fatto emergere le sue caratteristiche di alta tensione nervosa già poco prima in panchina, distruggendo bottiglie di plastica e dando calci in maniera furiosa a tabelloni e sedie. Sicuramente non era tranquillo e la sua serata non era stata all’altezza della sua fama. Se negli spogliatoi scattano istinti primordiali di mal sopportazione delle critiche non è impensabile comprenderne le cause ma anche delle motivazioni che erano già nate da tempo, e purtroppo ben visibili a circa 4000 persone. Sicuramente la gestione dello spogliatoio non è patrimonio da cintura nera di chi deve curarne gli aspetti, ed è evidente a tutti che i risultati parlino da soli.

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E questo deve sicuramente far riflettere la società su persone e incarichi da affidare finalmente a qualcuno che sappia mediare realmente tra i bisogni gestionali e le giuste esigenze dei giocatori, cosa che al momento sembra non proprio perfetta. Purtroppo è andata persa la scommessa Larry Brown che aveva riscosso il parere favorevole mediatico di mezzo mondo (e l’altra metà sperava in un flop, per motivi a molti oscuri, ma non sei mai tifoso di una squadra quando speri che perda per sostenere la tua idea di critico d’arte…). Io credo che i numeri non mentano, purtroppo, e che ormai, anche solo per dare una scossa, questa soluzione fosse l’unica possibile, ma non la migliore, forse solo “la meno peggio”. Resta solo un rimpianto, vero: se ad inizio stagione avessimo vinto con Venezia anziché perdere ai supplementari, e con il Fraport in Eurocup anche in quella occasione avessimo vinto invece di perdere anche qui nel supplementare, forse, l’entusiasmo che avrebbe creato avrebbe posto questa stagione in una forma diversa. Ma, come ho sempre detto e scritto, con i se e con i ma non si va da nessuna parte. In ogni caso, purtroppo, l’unica vera verità che resta è la sconfitta del buon senso generale e del basket in toto: della gestione societaria, che tantissimo ha investito in termini di denaro, salute e dedizione che si trova al centro di una tempesta mediatica come unica causa di una situazione degenerata sicuramente per più cause; dei tifosi, che hanno visto una squadra diversa quasi ogni settimana e che soffrono con il portafogli e con il cuore vedendo quasi sempre la loro squadra sconfitta; dei giocatori, che sembrano talvolta non dei fortunati della vita che vivono giocando, e sottolineo, giocando a basket e che talvolta non si rendono conto del compito che hanno anche solo per dare un giusto ritorno emotivo a chi “vive” per loro che rinuncia alla famiglia, al riposo, anche con spese elevate pur di sognare delle loro gesta e gioirne; di tutto lo staff societario, che se tutto andasse verso il baratro, pur con tutti gli sforzi fatti per far apparire lo spettacolo della partita, si troverebbe senza lavoro da un giorno all’altro. E’ una sconfitta mediatica, perché la FIAT Torino del basket va sui giornali quasi sempre per essere criticata, e non è giusto. E’ un patrimonio di tutti costruito da pochi, e questi “pochi” possono sbagliare, ma vituperarli e gioire dei loro errori non è cosa sana, e dietro queste cose, di solito c’è di più. In ogni caso, per concludere questo articolo, parafrasando il titolo del libro di cui all’inizio parlavo, non chiedetevi per chi suona la campana del basket mancato, quella campana suona per tutti noi.E solo chi ha la forza di alzare la testa, di dirsi su quando più nessuno crede in te, sarà artefice della rinascita del basket a Torino. Non mollate tifosi, non mollare …Torino!

Paolo Michieletto

 

Torino Empoli 3-0. Mazzarri: “contento della squadra”

Per i granata quelli conquistati contro l’Empoli  sono tre punti molto importanti. Il Toro va alla vittoria e si  concede la zona Europa League: “Merito all’Empoli ma noi siamo stati bravi a non concedere nulla”. Così il ct Mazzarri che dichiara all’Ansa: “Nel secondo tempo eravamo  in campo come se non fossimo stati in vantaggio, con l’atteggiamento giusto. De Silvestri? Un grandissimo gol, e N’Koulou rappresenta un cardine della squadra: sono davvero contento della prova dei miei”.

 

Allegri arrabbiato: “Mi girano le scatole”

Massimiliano Allegri è arrabbiato per il pareggio con l’Atalanta, 2-2, e per il rosso a Betancur: “Mi girano le scatole e non sono di buon umore – dice all’Ansa -. E non parlo degli arbitri… sono amareggiato. In Italia  non si migliorerà mai nonostante certe belle parole”.

Il Toro vuole trovare la strada della vittoria

Nell’intervista pubblicata sul sito web del Torino Calcio il mister Mazzarri spiega che “Le insidie sono sempre dietro l’angolo. In casa si sbaglia per la voglia di strafare, e per questo dovremo usare soprattutto la testa, non concedere contropiede”. Il ct granata parla del collega Iachini dell’Empoli:  ” è molto bravo e pragmatico, lo stimo, fa giocare bene la squadra, sono aggressivi e ci credono”. “Noi – prosegue –  abbiamo due portieri che danno garanzie. E deve essere la squadra a concedere poco”.