Dal 26 luglio al 4 agosto il capoluogo piemontese e 15 comuni delle province di Torino, Vercelli e Novara ospiteranno 80 eventi per 30 sport
L’arte nello sport, lo sport nell’arte è il claim scelto per gli European Masters Games Torino 2019 l’evento realizzato in collaborazione con Città di Torino, Regione Piemonte, Città Metropolitana, Camera di Commercio e International Masters Games Association in programma tra meno di 4 mesi, dal 26 luglio al 4 agosto, nel capoluogo piemontese e in 15 comuni delle province di Torino, Novara e Vercelli.
Sì, perché l’evento sportivo più atteso dell’estate porterà migliaia di atleti e accompagnatori provenienti da tutto il mondo a gareggiare nei parchi, nelle piazze e negli altri luoghi simbolo della città, unendo così la vocazione culturale e storica del territorio alla passione per lo sport che unisce tante persone. Si correrà ad esempio nel Parco Regionale de La Mandria, la riserva di caccia della corte sabauda dal XVI secolo, la mezza maratona con arrivo davanti alla Reggia di Venaria, patrimonio UNESCO dal 1997. La gara di ciclismo su strada raggiungerà invece il Colle di Superga dove sorge l’omonima Basilica, gioiello sabaudo progettato dal celebre architetto del ‘700 Filippo Juvarra, dopo un percorso panoramico che si snoda tra la collina di Torino e quella di Asti. E ancora Piazzetta Reale, cuore nobile della centrale Piazza Castello, dove si svolgeranno le finali di alcune specialità della scherma, o il Forte di Fenestrelle, la più grande fortezza alpina d’Europa, che ospiterà la gara della 4.000 scalini per raggiungere la sommità del forte. Gli European Masters Games (EMG) non sono solo sport: stimolare l’incontro tra culture, far conoscere le eccellenze di un territorio, sviluppare i principi della vita sana e della corretta alimentazione sono solo alcuni dei valori di questo grande evento mondiale multisport dedicato agli atleti over 30. Non ci sono qualificazioni né squadre nazionali, sono ammesse squadre miste e per partecipare basta essere in possesso del certificato d’idoneità all’attività sportiva agonistica. Inoltre il calendario di gara prevede 3 discipline paraolimpiche (atletica, nuoto e tiro con l’arco), perché gli EMG sono un evento inclusivo, aperto a tutti. I giochi mirano a essere inclusivi anche per il territorio, coinvolgendo non solo il capoluogo ma ben 13 comuni della provincia di Torino (Avigliana, Candia, Ciriè, Fenestrelle, Fiano, Giaveno, Grugliasco, Ivrea, Rivoli, Robassomero, Settimo Torinese, Castiglione Torinese e Venaria), spingendosi fino alle province di Novara e Vercelli con le gare di tiro a volo di Carpignano Sesia e Carisio.
Verso Genoa-Torino
Il Toro si reca nella Genova rosso-blu con l’obbligo di recuperare i due punti persi nell’impegno di domenica scorsa col Cagliari
Rallentato nella sua corsa all’Europa dal pareggio casalingo 1-1 di domenica scorsa col Cagliari, il Toro si reca oggi (ore 15) nel capoluogo ligure al cospetto del Genoa, con l’obbligo di recuperare i due punti persi coi sardi. Scivolato in classifica all’ottavo posto per via del successo casalingo 2-0 della Lazio nel recupero con l’Udinese, il sodalizio granata (50 punti) dista ora due lunghezze dai laziali (settimi a 52): fondamentale per restare agganciati al “carrozzone” europeo sarà non compiere più passi falsi nelle partite “facili”. L’impegno col “grifone” è sì alla portata degli uomini di Walter Mazzarri, ma non va affatto sottovalutato, anche perché i rosso-blu sono impegnati nella serrata lotta per la salvezza: quindicesimi a quota 34, vantano 5 lunghezze di vantaggio sul terzultimo posto (attualmente appannaggio dell’Empoli a 29), il che non permette loro di dormire sonni molto tranquilli. Le concorrenti del Torino nella corsa alle Coppe Europee hanno degli impegni tutt’altro che semplici, con il Milan (quarto in classifica a 55 punti) ospite di un Parma non ancora matematicamente salvo, la Roma (quinta a 54) impegnata a Milano con l’Inter, l’Atalanta (sesta a 53) ospite di un Napoli che dovrà riscattare l’amara eliminazione dall’Europa League e la Sampdoria (nona a 48) in casa di un Bologna che ha assoluta necessità di punti-salvezza. E la Lazio? Non l’abbiamo dimenticata: i capitolini ospiteranno un Chievo fanalino di coda e già matematicamente retrocesso in Serie B, quindi è più che logico presupporre una vittoria dei bianco-celesti. Fondamentale, per il Toro, sarà tornare dalla “Superba” coi tre punti (sperando in risultati favorevoli dagli altri campi), per poi giocarsi il tutto per tutto (o quasi) nell’impegno della giornata successiva (28 aprile), quando al “Grande Torino” arriverà il Milan: in caso di successo torinista in quel di Genova, Torino-Milan sarà un vero e proprio “spareggio” per la Champions League. Le “tabelle di marcia” sono utili come un ombrello nel Sahara: per centrare l’Europa, il Torino deve puntare a vincere ogni partita. In poche parole: deve comportarsi da Toro!
Giuseppe Livraghi
Genoa -Torino, i precedenti
L’incontro di sabato pomeriggio (ore 15) sarà il numero 47, per quanto riguarda la Serie A a girone unico nel capoluogo ligure, tra il Genoa e il Toro. I precedenti sono favorevoli al “Grifone” ligure, vittorioso in 24 occasioni contro le sole 8 dei granata (14, invece, i pareggi). I genoani sono nettamente avanti anche nel computo delle reti realizzate: 84-49. Il primo confronto nella massima Serie a girone unico risale al 27 ottobre 1929: 1-0 dei genoani alla quarta giornata della stagione 1929-’30. La prima affermazione torinista giunge nella stagione 1935-’36: 2-0 alla dodicesima giornata (22 dicembre 1935), che consiste in una delle due più larghe affermazioni granata (la seconda è un altro 2-0, conseguito alla ventiseiesima giornata della stagione 1973-’74, il 21 aprile 1974). La più pingue vittoria del Genoa è, invece, il 6-1 dell’annata 1938-’39 (ventottesima giornata, 30 aprile 1939). L’ultima affermazione dei piemontesi nella Genova rosso-blu risale alla scorsa stagione: 2-1 alla trentottesima giornata (20 maggio 2018), con reti di Iago Falque al 30′ e Daniele Baselli al 58′, con il punto della bandiera dei genoani opera di Goran Pandev all’80’. Il successo dei “grifoni” risale, invece, alla trentasettesima giornata dell’annata 2016-’17 (21 maggio 2017, con il Toro inutilmente a segno con Adem Ljajic all’89’), mentre il pareggio manca dal 2013-’14: 1-1 alla sedicesima giornata (30 novembre 2013), con i piemontesi avanti già al 7′ con Alexander Farnerud e il “vecchio balordo” (soprannome coniato da Gianni Brera per il club genoano) ad impattare al 69′ grazie a Davide Biondini. Le due compagini si sono, inoltre, incontrate anche in Serie B, in Coppa Italia e in varie edizioni della Serie A strutturata su più gironi. Nella massima Serie “pre 1929” i confronti ammontano a 9, ai quali si aggiungono la gara del “campionato di guerra” 1943-’44 e quella della Serie A 1945-’46 (ultima strutturata, per ovvi motivi, su più gironi). Per quanto riguarda il “pre 1929”, su 9 confronti, si contano 4 successi liguri, 4 pareggi e una sola affermazione granata, con il Genoa avanti per 15-10 nel conteggio delle realizzazioni.
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Il primo di questi nove confronti (che consiste nella prima partita assoluta tra le due compagini) ha luogo il 27 febbraio 1910 (tredicesima giornata della stagione 1909-’10) e termina sullo 0-0. Il primo successo granata arriva la stagione successiva: 2-1 il 21 maggio 1911 (quinta giornata dell’annata 1910-’11). Risultato raro nel “campionato di guerra” 1943-’44 (ufficialmente denominato “Divisione Nazionale”, ma meglio noto come “Campionato Alta Italia”): 4-4 il 30 aprile 1944, alla sedicesima giornata del girone eliminatorio piemontese-ligure, tra gli allora Genova 1893 e Torino FIAT. Vittoria granata, invece, nella stagione post-bellica 1945-’46: 1-0 (rete di Aldo Ballarin all’84’) il 27 gennaio 1946, alla quindicesima giornata del girone eliminatorio dell’Alta Italia, per un Grande Torino destinato a conquistare il suo secondo scudetto consecutivo. Le due gare di questi campionati “sui generis” vedono, dunque, primeggiare il Toro, con una vittoria e un pareggio (e 5-4 nel conteggio delle reti). Relativamente alla Serie B, si annoverano 6 confronti: in questo caso, la predominanza rosso-blu è netta, con 4 vittorie a zero (due, invece, i pareggi) e un ovvio vantaggio ligure nel conteggio delle reti realizzate, fissato a 10-4. Il Torino conduce, invece, per quanto riguarda le partite di Coppa Italia: su tre confronti nella città della Lanterna, si registrano una vittoria granata (1-0 nel girone preliminare dell’edizione 2003-2004) e due pareggi, datati 2004-2005 (3-3 sempre nel girone preliminare) e 1963-’64 (1-1, poi tramutatosi nella vittoria granata ai rigori, negli ottavi di finale). Toro, ovviamente, in vantaggio anche nel conteggio dei goal: 5-4. In totale, tra vari campionati e Coppa Italia, i due sodalizi si sono affrontati, in quel di Genova, per 66 volte, con 32 vittorie del Genoa e 11 del Torino (23, invece, i pareggi). Il Genoa è nettamente avanti anche nel computo delle reti realizzate: 117-73.
Giuseppe Livraghi
Juventus-Ajax, non basta CR7
La Champions League è una questione di testa.
Non ci stancheremo mai di ripetere che per andare avanti in questa competizione servono, prima di tutto, la capacità di concentrazione e la rabbia agonistica, dal primo minuto al fischio finale.
Questo ancora prima di avere i campioni, gli schemi, l’esperienza internazionale: allo Stadium i ragazzini olandesi l’hanno ampiamente dimostrato.Dopo la memorabile gara di ritorno contro l’Atletico, il popolo bianconero ha pensato che, finalmente, tale concetto fosse stato inculcato a dovere nella squadra, visto il furore con cui Cristiano e compagni hanno liquidato gli avversari.E forse ha continuato a pensarlo anche per la prima mezz’ora di gioco, dato che la Juve è partita aggressiva anche nello stretto, ha attaccato con buona grinta i portatori di palla dell’Ajax, riuscendo a chiuderla nella propria metà campo per i primi dodici minuti, e al 27’ è passata in vantaggio con una bella incornata di Cristiano, un falco sul cross di Pjanic.
Ma l’Ajax, ben organizzata in ogni reparto, riesce a pareggiare al 34’ – seppur fortunosamente, grazie ad un tiraccio che poi è finito sui piedi di Van De Beek – e da lì tutto è cambiato. Tramortita dal goal subìto, la Juve si è sgonfiata come un palloncino bucato: sparita la pressione sugli avversari, sparita la convinzione nei propri mezzi, la Juve arretrava sempre più, lasciando possesso palla, campo ed iniziativa agli avversari.Emre Can – il migliore dei suoi – e CR7 tentavano in ogni modo di far avanzare la squadra, il primo anche bucando il centrocampo al 41’ con una sgroppata fino in area (atterrato, ma ci lascia la gamba e quindi nulla di fatto), il secondo cercando invano il dialogo con uno spento Bernardeschi, ostinato in alcune occasioni a tener palla anziché passarla a compagni meglio piazzati.
Il secondo tempo, poi, nonostante l’innesto di Kean per Dybala, ha visto il crollo totale della compagine bianconera: già al 51’ st, Szczesny viene costretto al miracolo, arpionando con il braccio sinistro un bel tiro di Ziyech, per poi ripetersi poco dopo, con un colpo di reni a sventare una conclusione di Van De Beek.
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Buio Juve
Gli olandesi spingono, attaccano da ogni parte, sembrano essere dotati di una forza inesauribile: al 62’ st è addirittura Pjanic che salva la propria porta, deviando un tiro di Ziyech con la punta del piede, ed ormai è chiaro a tutti che la Juve non ne ha più, infatti, al 66’ st l’Ajax trova il goal del vantaggio: saltano in due – Alex Sandro e Rugani – ma non riescono a fermare De Ligt, che di testa beffa un incolpevole Szczesny.Poco prima Cancelo subentrava a De Sciglio, ma il portoghese non riesce ad entrare in partita e commette molti errori, anche tecnici; all’80’ st dentro Bentancur per Bernardeschi, ma nulla può cambiare, con il morale a terra e le gambe chissà dove. L’Ajax accede meritatamente alle semifinali, impartendo una sonora lezione di calcio ad una Juventus che sempre più ricorda lo strano caso del dottor Jekyll e del signor Hyde: autorevole e rispettabile di giorno (in campionato), fa uscire il proprio lato peggiore nelle notti di Champions.
#finoallafine
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Rugiada Gambaudo
Due punti persi per strada…
Zaza segna e poi viene espulso per proteste, Pavoletti pareggia. Al 96′ Cragno salva i sardi
Il Torino non sfrutta appieno l’impegno casalingo col Cagliari, dovendosi accontentare di un 1-1 che consiste in due punti persi. Dopo il nulla di fatto del primo tempo, gli uomini di mister Walter Mazzarri sbloccano la situazione al 52′ con Simone Zaza, che da pochi passi gira in rete un suggerimento di Armando Izzo (sempre fra i migliori): 1-0 e sembra fatta. Invece, una discutibile espulsione dello stesso Zaza, reo d’aver protestato verso il direttore di gara (signor Irrati), complica le cose: è il 73′ e appena due giri di lancette più tardi gli isolani pareggiano grazie a Pavoletti, che incorna in rete un traversone di Cigarini. La rete degli ospiti viene prima annullata e poi convalidata (dopo un consulto col VAR): 1-1 e tutto da rifare, in inferiorità numerica. Dopo le espulsioni (entrambe per doppia ammonizione) dei rosso-blu Pellegrini (82′) e Barella (95′), il Toro sfiora il nuovo vantaggio al 96′, con una bella punizione di Baselli deviata sul fondo dal sempre attento estremo difensore ospite Cragno. Finisce, quindi, 1-1: un passettino verso la salvezza per il Cagliari, un rallentamento nella corsa verso l’Europa per il Toro. A render meno amara la giornata (che poteva essere dolcissima) dei torinisti arrivano i risultati dagli altri campi: alla sconfitta (0-1) della Lazio sul campo del Milan nell’anticipo di sabato, si aggiungono sì la vittoria (1-0) della Roma in casa con l’Udinese, ma anche l’inatteso 0-0 casalingo dell’Atalanta nel posticipo del lunedì sera con l’Empoli, per una classifica che vede i granata al settimo posto (piazzamento che potrebbe valere l’Europa, se la Coppa Italia verrà vinta da una compagine piazzatasi nei primi sei posti in campionato) a quota 50 punti, a 5 lunghezze dalla quarta piazza (che significa Champions League) attualmente appannaggio del Milan, a 4 dalla Roma (quinta a 54) e tre dall’Atalanta (sesta a 53), senza dimenticare la Lazio ottava a 49 (ma con una partita in meno), né la Sampdoria nona a 48 (e vittoriosa per 2-0 nel derby col Genoa). Il discorso Europa League è ancora aperto, col Toro che ha ancora buone possibilità d’accedere all’ex Coppa UEFA, ma resta comunque il rammarico per i due punti persi per strada: con questi due punticini, ora i granata sarebbero a 52, cioè sempre al settimo posto, ma a sole tre lunghezze dal Milan quarto (ed ospite al “Grande Torino” il prossimo 28 aprile) e senza il rischio di venir superati dalla Lazio (qualora i capitolini vincessero il recupero con l’Udinese). Fondamentale sarà, ora, andare a vincere l’impegno di sabato prossimo (ore 15) nella Genova rosso-blu, recuperando i due punti “bruciati” nella gara interna coi sardi.
Giuseppe Livraghi
Pistoia – Torino, un momento di speranza.
Era la partita da vincere, e lo si è fatto. Il primo passo verso la speranza di continuare a vedere basket di alto livello nella nostra città è stato compiuto dai giocatori, battendo la più diretta concorrente alla salvezza
Ora la società è quasi salva, fatti i debiti scongiuri sportivi, in quanto solo un qualcosa di estremamente difficile se non ragionevolmente impossibile potrebbe ormai complicare l’esistenza.
Il resto è noto, e la situazione economica proprio oggi dovrà avere una svolta decisiva e speriamo che dopo tanto soffrire ci possa essere uno spiraglio per il futuro. Ma, come sempre, limitiamoci al campo e alla disanima della partita. Sembra che la salvezza di Torino possa essere dovuta a tutti coloro che a vario titoli sono finiti nel banco dei “cattivi” sottoposti a punizioni infantili durante l’anno non adatte di solito in un ambito professionistico. In primis, Mam Jaiteh, sottovalutatissimo all’inizio ed autore di una partita da 17 punti e 19 rimbalzi ed una presenza intimidatoria da maturo giocatore e la sua età è ancora molto giovane. Poi, Dallas Moore, talvolta compresso per motivi tattici che però nel momento di massima difficoltà sciorina un 9-0 personale per rientrare in partita. Ed infine Jamil Wilson, che con l’ultimo minuto ha deciso la partita a favore di Torino con un coraggio-incosciente degno solo dei grandi campioni, che lui probabilmente sarebbe se completasse l’opera del giocatore che potrebbe essere ma che ha dimostrato solo a tratti, purtroppo. A parte il solito costante e splendido Hobson, vera scoperta, anzi riscoperta di nonno Brown, che in Italia ha dimostrato tutto il suo valore sia come passatore che come personalità, il resto della truppa si è comportato in maniera anonima, con qualche spunto finale di Cotton nell’ultima azione e qualche stoppata di Mc Adoo e una tripla importante segnata da Poeta. La partita è stata tesa e difficile come ben si sapeva. Torino ha cercato di complicarsi l’esistenza con un quintetto di partenza del quarto quarto almeno discutibile con Hobson, Jaiteh e Moore in panchina, ma poi, la fantasia del gioco unita alla volontà di non perdere ha permesso di vincere quella che era una partita da vincere senza se e senza ma.Non era il campionato che si pensava di dover disputare, ma è andata così. Ora speriamo in una giornata che possa dare buone news e che dia futuro al basket torinese. Le migliaia di tifosi veri che impegnano soldi, tempo e risorse emotive per seguire il basket sognano un anno diverso ma soprattutto sognano il grande basket. Errori ne sono stati fatti tanti e viaggiare a ritroso non serve a nulla. Almeno adesso. Ora c’è bisogno di “presenti” per il futuro.
Paolo Michieletto
Elisabetta Mijno oro e bronzo a Dubai
Spal – Juve, festa rimandata
Era dall’ottobre del 2017, contro la Lazio, che la Juventus non perdeva una gara partendo da una situazione di vantaggio; festa per l’ottavo scudetto consecutivo rimandata, dunque, alla partita interna contro la Fiorentina del prossimo 20 aprile, quando ormai sarà acquisito il risultato – qualificazione o meno alle semifinali di Champions – contro l’Ajax di martedì sera, gara certamente più importante ed impegnativa, anche mentalmente.
E allora, spazio ai ragazzi della Primavera: dal primo minuto Kastanos in mezzo, in difesa Gozzi nella difesa a tre con Barzagli e De Sciglio; nella ripresa, Nicolussi Caviglia in mezzo e Mavididi in attacco; per il resto, Kean davanti sin dall’inizio con Dybala; si rivede Quadrado mezz’ala, reduce da un lungo infortunio. Nonostante le assenze importanti, i bianconeri partono subito decisi, poi le due squadre si studiano a centrocampo e la Spal inizia ad impostare qualche azione offensiva in area avversaria, ma senza incidere. Verso il 20′ la squadra di casa si fa più pressante, specie sulle fasce, ma non riesce a far arrivare palloni interessanti davanti a Perin, anche se per lungo tempo riesce a rimanere nella metà campo della Juve. La Signora gioca tranquillamente, sa che deve attendere il momento propizio che, infatti, non tarda ad arrivare: Cancelo si accentra e fa partire un gran tiro in area, dove il rapace Kean intercetta il pallone ed infila di piatto al 29′, Juve in vantaggio. La partita è piacevole: sulla sinistra Lazzari e Spinazzola si affrontano in un bel duello, la Spal non pare scoraggiata dal goal subìto, anzi: le azioni si susseguono da una parte e dall’altra, con le squadre che si allungano come un elastico, ora verso Perin, ora verso Viviano. Al 44′ i padroni di casa hanno una buona occasione con Floccari, ma nulla di fatto, e finisce il primo tempo con la Juve in vantaggio.
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La ripresa giova alla Spal, che entra in campo grintosa e decisa a pareggiare, cosa che avviene al 48′, quando Bentancur si fa sfuggire Bonifazi, che, su cross dalla sinistra di Schiattarella, insacca la rete dell’1-1. La Spal ora è decisamente su di morale, spinge molto in fascia e riesce a creare occasioni pericolose; la Juve è in difficoltà, non riesce più ad uscire dalla propria metà campo e non fa altro che arginare gli attacchi della Spal: al 57′ st, ad esempio, Perin sventa un bel tiro di Murgia. Al 60′ st. Allegri sostituisce Kastanos (prestazione incolore) – con Nicolussi Caviglia, altro giovane centrocampista interessante, che cerca subito di dare il proprio contributo con un buon tiro dal limite, ma Viviano para. La Juve adesso spinge, vuole il vantaggio e Quadrado tenta di vivacizzare l’attacco, Kean prova qualche accelerazione; al 68′ però lo stesso Kean – il migliore dei suoi – esce per far posto a Mavididi, altro esordiente; Dybala e Quadrado provano a centrare la porta da fuori area, ma senza esito. La Spal argina bene, non si fa spaventare e trova il vantaggio: è il 73′ st quando Floccari semina il panico nella difesa bianconera e segna, rete convalidata anche dopo le proteste bianconere per un presunto fallo di mano. A dispetto del goal subìto, la Juve non ci sta a perdere: aumenta la pressione e all’80’ st esce Barzagli per Bernardeschi, che nel finale batte una punizione pericolosa, De Sciglio di testa manda a lato di pochissimo. Il match si chiude con la vittoria della Spal per 2-1; da sottolineare le giovani promesse della Juve, che hanno davvero ben figurato, a parte Kastanos che si è limitato al compitino in fase di interdizione. Ed ora….testa, gambe e cuore alla sfida di martedì sera. #finoallafine
Rugiada Gambaudo