SPORT- Pagina 2

Lo sport nutre la speranza

Nasce l’alleanza Focsiv–CSI per il diritto al cibo: “Sport contro la fame”

Martedì 25 novembre, presso la sede della FAO a Roma, la presentazione della campagna che mobiliterà la solidarietà in favore di 58 progetti di sicurezza alimentare della rete dei Soci Focsiv. Nei prossimi mesi gli eventi sportivi, le iniziative sociali e le testimonianze degli atleti coordinati dal Centro Sportivo Italiano

Roma, 19 novembre 2025 – “Lo sport nutre la speranza”: è questo lo slogan della campagna Sport contro la fame” promossa dalla Focsiv, Federazione degli organismi di volontariato internazionale di ispirazione cristiana, e dal Centro Sportivo Italiano, in collaborazione con l’Organizzazione delle Nazioni Unite per l’Alimentazione e l’Agricoltura (FAO) e con l’obiettivo di sostenere progetti contro la fame e la malnutrizione nei Paesi più svantaggiati. Presso il quartier generale della FAO a Roma, l’iniziativa sarà presentata martedì 25 novembre alle ore 10:00.

La campagna “Sport contro la fame” parte dalla constatazione che conflitti e crisi multiformi rendono complesso – a volte quasi impossibile – accedere all’alimentazione in maniera completa, sana e regolare per milioni di persone. Ma il cibo è un diritto e lo sport può essere un mezzo per sostenere chi lo difende. Per questa ragione il CSI ha accettato il compito di mobilitare la comunità sportiva italiana e l’opinione pubblica sul tema del diritto al cibo e della sovranità alimentare, per promuovere il sostegno ai 58 progetti di diritto al cibo e sicurezza alimentare realizzati dalla rete dei Soci Focsiv, alcuni dei quali prevedono anche attività sportive per i giovani. Quasi 150mila i beneficiari che verranno raggiunti in 26 Paesi dislocati in Africa, America Latina, Asia e Medio Oriente.

La campagna – che si propone di “fare squadra” anche con i soggetti istituzionali e i media – si terrà sotto gli auspici della FAO, l’Organizzazione delle Nazioni Unite dedicata al miglioramento della nutrizione e delle condizioni di vita delle popolazioni.

«Il diritto al cibo è un diritto umano fondamentale e richiede il coraggio di agire insieme – afferma Maurizio Martina, Direttore Generale Aggiunto della FAO –. I valori dello sport ci ricordano che solo grazie all’impegno condiviso possiamo combattere davvero fame e malnutrizione. La FAO è orgogliosa di sostenere questa campagna che, con vero spirito di squadra, mobiliterà energie e risorse per portare cibo, speranza e opportunità alle comunità più vulnerabili».

«Siamo felici di annunciare questo progetto che ci terrà impegnati nei prossimi mesi, con un’attività coordinata di solidarietà che unirà eventi, iniziative e manifestazioni sul territorio, a dimostrazione che insieme possiamo davvero farci promotori di un cambiamento – dichiara Vittorio Bosio, presidente nazionale del Centro Sportivo Italiano –. Da anni il Centro Sportivo Italiano è attivo nelle periferie del mondo e siamo convinti che, con il contributo di atleti, società e Comitati del CSI, possiamo rendere sempre più eventi sportivi e iniziative sociali un volano per sostenere i numerosi progetti di sicurezza alimentare promossi insieme a Focsiv. È necessario giocare in squadra per abbattere le disuguaglianze e contrastare la fame nel mondo: lo sport, sinonimo di inclusione e formazione, può e deve fare la sua parte».

Gli fa eco Ivana Borsotto, presidente di Focsiv: «Chi è impegnato nella cooperazione internazionale in tanti Paesi del mondo sa bene che, anche nelle periferie più abbandonate o nei villaggi più sperduti, un campo sportivo può diventare luogo di speranza e gioia, rafforzando la comunità. Perché, come ha detto Nelson Mandela, “Lo sport ha il potere di cambiare il mondo”. Ha il potere di ispirare, unire e parlare ai giovani in una lingua che comprendono. Lo sport può portare speranza dove una volta c’era solo disperazione». Ricordando che il diritto allo Sport per tutti è un patrimonio dell’Umanità sancito dall’Unesco nel 1978 e inserito nel 2023 all’Art. 33 della nostra Costituzione, lo sport «si fa fratellanza – aggiunge Borsotto – e con esso sosterremo 58 progetti di sicurezza alimentare nel mondo, per la produzione di cibo sano e nutriente, per l’accesso all’acqua potabile, per il sostegno alle piccole imprese contadine. Ringraziamo il CSI per aver accettato di partecipare a questa avventura e la FAO per la collaborazione di cui siamo onorati».

IL PROGRAMMA

L’evento sarà aperto dal saluto istituzionale di mons. Fernando Chica Arellano, osservatore permanente della Santa Sede presso FAO, IFAD (Fondo Internazionale per lo Sviluppo Agricolo) e WFP (Programma Alimentare Mondiale). A seguire, interverrà Maurizio Martina, Direttore Generale Aggiunto dell’Organizzazione delle Nazioni Unite per l’Alimentazione e l’Agricoltura.

Prenderanno poi la parola la presidente di Focsiv, Ivana Borsotto, e il presidente nazionale del CSI, Vittorio Bosio. Dopo gli interventi istituzionali e dei vertici degli organismi coinvolti, saranno presentati la campagna e lo spot promozionale, a cura dello Studio di Comunicazione kapusons.

A seguire, nella conferenza moderata da Giampaolo Mattei, presidente di Athletica Vaticana, saranno raccontate alcune delle progettualità rappresentative dei 58 interventi sostenuti dalla campagna, a cura dei Soci Focsiv, mentre Michele Marchetti, Coordinatore Segreteria nazionale e politiche ESG del CSI, presenterà le attività sportive del CSI a supporto della campagna.

L’iniziativa, della durata di 18 mesi, gode del supporto dei media partner Agenzia DIRE, Avvenire, Famiglia Cristiana, Vatican News e Radio Vaticana.

 
COME PARTECIPARE

L’evento inizierà alle ore 10:00 presso la Sala Sheikh Zayed Centre del quarter generale della FAO a Roma.

Per consentire il corretto svolgimento delle procedure d’ingresso, è richiesto l’arrivo alle ore 9:30, accedendo dall’ingresso di viale delle Terme di Caracalla, 4.

Per partecipare è necessario accreditarsi al seguente link:

https://app.evalandgo.com/f/365084/4qMxPxmQgzauXUpWmuxp5P

Al Velodromo Francone la Turin International Cyclocross

Per gli appassionati di ciclismo canavesani e torinesi domenica 23 novembre è in programma un appuntamento da non mancare al Velodromo Francone di San Francesco al Campo, la quarta edizione della gara Turin International Cyclocross, patrocinata dalla Città Metropolitana di Torino,  nata nel 2022 e diventata ormai una classica del ciclocross Internazionale.  Tre anni orsono gli organizzatori idearono la manifestazione per completare l’ampio mosaico delle attività del Velodromo Francone con un importante evento europeo e mondiale di ciclocross, una festa del ciclismo capace di unire  un passato coraggioso a un futuro tutto da scrivere.
L’obiettivo è stato raggiunto e il successo è tanto più importante  perché è proprio a San Francesco al Campo che negli anni Sessanta del Novecento iniziò l’attività del ciclocross nel Canavese.

Le prime tre edizioni della Turin International Cyclocross hanno richiamato al Velodromo Francone oltre 500 atleti e almeno duemila spettatori.
Le gare di domenica 23 novembre si svilupperanno lungo un anello di poco meno di tre chilometri nell’area del Velodromo, tracciato e attrezzato per ottenere dagli atleti le massime performance. Arrivo e partenza saranno sulla pista del Francone , proprio sotto le tribune. L’ingresso è libero perché la disciplina ha bisogno di farsi conoscere e di attrarre sempre nuovi appassionati.

Per i non agonisti le categorie ammesse saranno i giovanissimi della categoria G6 femminile e maschile, per gli agonisti gli esordienti uomini e donne al secondo anno, per gli atleti internazionali gli junior donne e uomini, gli under 23 e gli élite femminili e maschili, per gli amatori gli Élite Sport e i Master maschili e femminili. Le gare sono aperte ai tesserati della Federazione Ciclistica Italiana e agli Enti convenzionati con la FCI. Il programma agonistico inizierà alle 8.50 con la competizione degli amatori iscritti alla FCI e agli enti della Consulta .
Al termine di ogni prova del mattino saranno effettuate le premiazioni delle singole gare.

Mara Martellotta

Italia-Norvegia 1-4: Azzurri travolti e costretti ai playoff

Qualificazioni Mondiali 2026 – Ultima giornata

 

L’Italia chiude con una pesante battuta d’arresto il proprio percorso nel gruppo I delle qualificazioni ai Mondiali 2026. A San Siro gli Azzurri vengono sconfitti 4-1 da una Norvegia brillante e spietata, capace di ribaltare l’iniziale vantaggio italiano con una prestazione di grande intensità.
Dopo una buona partenza, la squadra di Rino Gattuso si è sciolta alla distanza, subendo prima il pareggio di Nusa, poi la doppietta di Haaland, che ha approfittato di due disattenzioni difensive. Nel finale è arrivato anche il 4-1 di Strand Larsen, che ha chiuso definitivamente i conti e regalato ai norvegesi la qualificazione diretta al Mondiale.
L’Italia termina così il girone al secondo posto e sarà costretta a giocarsi l’accesso alla fase finale tramite i playoff, un percorso tutt’altro che semplice. Gattuso dovrà lavorare molto sulla solidità della squadra e sull’aspetto mentale dopo un ko che ha lasciato amarezza tra tifosi e giocatori.
Gli Azzurri avranno ora il compito di reagire e ritrovare compattezza: il biglietto per il Mondiale è ancora alla portata, ma non saranno ammesse altre cadute.

Enzo Grassano

Accadde oggi nel calcio: 16 novembre un giorno ricco di storia

 

Il 16 novembre non è una data qualsiasi nel calendario del calcio: lungo gli anni ha visto accadere eventi simbolici, debutti importanti e momenti che hanno segnato la storia di club e nazionali.
L’esordio in Nazionale di Roberto Baggio
Uno degli episodi più memorabili legati al 16 novembre è l’esordio in maglia azzurra di Roberto Baggio. Nel 1988, a Roma, durante un’amichevole contro l’Olanda, il giovane talento della Fiorentina fa il suo debutto in Nazionale.
Non è un esordio qualunque: Baggio serve l’assist per il gol decisivo realizzato da Gianluca Vialli, che porta l’Italia alla vittoria.
Per la Federazione Italiana Gioco Calcio, quella partita rappresentava anche il 90° anniversario della sua fondazione.

Enzo Grassano

Col Sudafrica l’Italia accarezza l’impresa, il grande rugby a Torino

 

Cielo grigio, pioggerellina a tratti, aria fresca d’autunno e un entusiasmo che non temeva il meteo: così Torino ha accolto il ritorno degli Azzurri all’Allianz Stadium.

Dopo l’affascinante sfida alla Nuova Zelanda dello scorso novembre, la Nazionale azzurra è tornata a calpestare il prato torinese per le Quilter Nations Series 2025, questa volta di fronte ai campioni del mondo del Sudafrica, regalando ancora una volta una cornice spettacolare che ha dimostrato quanto il rugby sappia parlare alle famiglie, ai ragazzi e soprattutto ai più piccoli.

E proprio loro, i giovani tifosi, non hanno tradito le attese. In centinaia sono rimasti nel dopogara a caccia di un autografo, della maglia dei propri idoli, di un ricordo vero. Un’immagine che racconta più di qualsiasi risultato la forza di questo sport e il legame che riesce a creare.

Sul campo, l’Italia ha accarezzato a lungo l’idea dell’impresa. Il cartellino rosso a Mostert dopo appena dieci minuti – intervento pericoloso su Garbisi – ha costretto gli Springboks a una lunga inferiorità numerica. Gli Azzurri hanno costruito gioco, guadagnato territorio e tenuto la partita aperta fino al 70’, sul 14-20, grazie anche alla splendida meta di Capuozzo che ha fatto esplodere lo Stadium.

Ma contro i campioni del mondo, primi nel ranking, il margine d’errore è minimo. Due mete negli ultimi dieci minuti hanno fissato il 32-14 finale: Sudafrica cinico, Italia generosa ma imprecisa dalla piazzola. Il rammarico è forte, l’applauso del pubblico ancora di più.

Perché, al di là del risultato, ciò che resta è l’atmosfera. L’Allianz Stadium è stato di nuovo capace di trasformarsi in una bolgia azzurra. Gli oltre 32mila spettatori hanno accompagnato ogni azione, sostenuto la squadra nei momenti complicati e salutato anche gli avversari con rispetto. Rugby, nella sua essenza più autentica.

TORINO CLICK

Spettatore alle Atp, un’esperienza coinvolgente

Arrivo all’Inalpi Arena verso sera. Torino é avvolta in una leggera foschia e pioviggina. La sensazione di spaesamento e di non luogo, così efficacemente descritta da Marc Augé, mi avvolge l’animo.
Ho quattro ore davanti a me e mi dicono che la partita in programma é Auger-Aliassime contro Zeverev, quarto di finale delle Atp Finals. Passo quattro filtri di controllo all’entrata per la sicurezza, di questi tempi non si sa mai. Gente da ogni parte del mondo. Un via vai continuo e dopo una gimcana tra la folla, riesco a trovare il mio posto a sedere. Tribuna laterale lato corto del campo. Si vedono bene i colpi e i giocatori.Inizia il programma con il doppio.
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I britannici Joe Salisbury e Neal Skupski hanno vinto contro Evan King e Christian Harrison statunitensi, e accedono quindi alle semifinali dei primi del mondo.
Il doppio diverte, servizi angolati e pieni di kick, volée e passanti veloci e fulminei. I giocatori si toccano le mani ripetutamente tra un colpo e l’ altro, in segno di intesa, come nella pallavolo. Il record Atp di vittorie nel doppio, mi dice un mega tabellone in entrata è ancora saldamente in mano al duo Fleming-McEnroe, sette vittorie consecutive dal 1978 al 1984. Inarrivabili.
Ho vicino un anziano appassionato, che commenta saltuariamente, ma capisco che se ne intende. Salvo il campo tutta l’arena é avvolta dall’ombra, per creare  un contrasto di illuminazione favorevole alle telecamere. Ma che aliena la chiara percezione del pubblico. Esco vado al bar per una birra e incontro il mio maestro di tennis Roberto Bellotti valenzano, con la figlia Alessia campionessa giovanile plurititolata, all’Inalpi Arena per uno stage di formazione professionale di una settimana, che la avvierà all’insegnamento del tennis. Ritorno al mio posto stanno entrando Zeverev e Aliassime, il primo ex sovietico naturalizzato tedesco, il secondo rivelazione canadese dell’anno.
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Palleggi di riscaldamento e via. La partita viene vinta dal canadese di colore (6-4/7-6) sul russo-tedesco dopo un primo e secondo set giocati alla pari, dove piú che i colpi vincenti a segnare il punteggio tra i due, sono stati gli errori non forzati e i punti determinanti regalati all’avversario. Applausi, fischi, cartelli innalzati con frasi di tifosi indirizzati ai propri beniamini. Qualcuno richiamato dal giudice di sedia, per uso del flash, qualcun altro per mancanza di rispetto al silenzio di gioco. Ritorno a osservare il match.
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Non dico siano dei ‘cinghiali professori di matematica’ come avrebbe detto Fabrizio De Andrè, ma sicuramente due coniugazioni di calcolo razionale e soluzione estemporanea, con pregiate soluzioni tecnico tattiche da primi dieci del mondo. Niente a che vedere con Sinner e Alcaraz, probabili finalisti domenica. Confidando che classifiche avulse dalla sua, l’astro di San Candido possa rimanere sul tetto del mondo. Vai pel di carota! Finisce la partita si chiudono le luci il pubblico fluisce verso le uscite e io con loro.Tra me e me mi dico:
“Speriamo che questa struttura non divenga dopo le Finals di Torino la solita cattedrale nel deserto”.Se ne sappia fare buon uso.
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Aldo Colonna

Sinner in finale per il terzo anno consecutivo. De Minaur battuto in due set

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Jannik Sinner torna in finale alle Finals di Torino per il terzo anno consecutivo grazie alla vittoria su Alex De Minaur, sconfitto con il punteggio di 7-5, 6-2 in un’ora e 51 minuti di gioco.

Un match dai due volti, quello di Sinner. Il primo set è stato molto equilibrato e giocato al massimo dal tennista australiano, con alti e bassi dal numero 2 al mondo. Cambio di marcia decisivo di Sinner nell’undicesimo game, con un break all’ottava palla break del set. Nel secondo parziale non c’è stata invece partita, con un monologo di Sinner e De Minaur incapace di reagire.

Con questa vittoria Sinner diventa il terzo giocatore nella storia a giocare le finali in tutti gli Slam e alle Atp Finals nella stessa stagione dopo Roger Federer e Novak Djokovic. Domani alle 18 la finalissima del torneo, questa sera alle 20.30 si scoprirà se contro Carlos Alcaraz o Felix Auger-Aliassime.

Niente finale in casa invece per Bolelli-Vavassori, che nonostante il grande tifo dell’Inalpi Arena sono stati battuti da Heliovaara/Patten con il punteggio di 6-4, 6-3 in un’ora e 16 minuti. Decisivo in entrambi i parziali il break subito al terzo game, contro una coppia avversaria che ha disputato una partita di altissimo livello.

TORINO CLICK

“Cuneo Bike Festival Off”. Faticoso, ma che bel mestiere il mestiere del “ciclista”!

Per la quinta edizione Elisa Longo Borghini e Jacopo Mosca raccontano a Cuneo il “mestiere del ciclista”

Martedì 18 novembre, ore 21

Cuneo

Per intero, il titolo dell’incontro è “Il mestiere del ciclista: viaggio nelle parole e nelle atmosfere del gruppo”. A parlarne, martedì 18 novembre (ore 21), nell’ambito della rassegna “Off” della quinta edizione del “Cuneo Bike Festival” (rassegna nata con l’obiettivo di trasformare la mobilità, attraverso le due ruote, in un fatto culturale volto a favorire “aggregazione” e “confronto”), sarà la coppia – non solo in ambito sportivo, ma anche da due anni nella vita di tutti i giorni – Elisa Longo Borghini, fra le cicliste italiane più vincenti di sempre (che, proprio quest’anno, ha bissato il successo al “Giro d’Italia Women”) e Jacopo Mosca, corridore della “Lidl Trek” ed “esempio assoluto di dedizione e spirito di squadra”. L’appuntamento è in programma al cuneese Cinema Teatro “Monviso”, in via XX Settembre 14, e sarà guidato da Stefano Zago, codirettore artistico del “CNBF – Cuneo Bike Festival”. Le due “stelle” del nostro ciclismo racconteranno dal palco “le loro esperienze ispirate ai valori che uniscono sport e crescita personale – costanza, condivisione, impegno e gioco di squadra – per scoprire come possano intrecciarsi nelle sfide di ogni giorno”.

La serata è ad ingresso libero, ma con prenotazione obbligatoria su “Eventbrite” al link bit.ly/cnbf-longo-borghini-mosca. La mattina successiva, mercoledì 19 novembrealle 9,30, l’incontro sarà riproposto per gli studenti del territorio (le scuole interessate possono prenotarsi al link https://scuola_elisa_jacopo.eventbrite.it). Gli appuntamenti del “Cuneo Bike Festival Off” sono realizzati con il sostegno del “Consiglio Regionale del Piemonte”.

Per maggiori info visitare il sito www.cuneobikefestival.it .

Durante la serata di martedì 18 novembre, sarà ospite del “Monviso” anche la ciclista cuneese Erica Magnaldi, compagna di squadra di Elisa Longo Borghini, e recente (nel settembre scorso) vincitrice del titolo europeo di “campionessa gravel” ad Avezzano, imponendosi allo sprint sulla britannica SophieWright.

Verbanese di Ornavasso (classe ’91), Elisa Longo Borghini è indubbiamente oggi l’atleta più rappresentativa del ciclismo italiano e fra le più blasonate di quello mondiale. Le conquiste più recenti, il “Giro d’Italia Women” nel 2024 e nel 2025. Ma non solo. Nel proprio palmarès Elisa vanta successi e podi nelle maggiori competizioni internazionali, dalla “Ronde van Vlaanderen” (vittoria nel 2015 e nel 2024) al “Trofeo Binda” (2013 e 2021) fino alla “Parigi Roubaix” (2022) e alle “Strade Bianche” (2017), solo per citarne alcuni. Dalla stagione 2024 – 2025 corre con la divisa di “UAE Team ADQ”, dopo molti anni nelle file di “Lindl Trek”. A chi le chiede quale sia il suo prossimo sogno, la risposta è: “Ai Mondiali ho già centrato il podio, la maglia iridata è nel mirino”.

Jacopo Mosca, saviglianese del ’93, veste invece dal 2019 la casacca di “Lidl Trek”, dove è da subito diventato l’“uomo squadra” per eccellenza. “In ogni successo – si è scritto – dei suoi compagni c’è sempre il suo lavoro: spesso nelle ore iniziali della diretta televisiva, spesso quando nessuno vede. Un lavoro solido e silenzioso, a tirare in testa al gruppo per tenere sotto controllo il margine della fuga di giornata, a far strada ai propri compagni nella pancia del plotone, a supportarli nelle giornate no quando i minuti volano e le classifiche saltano”. In particolar modo attento ai più giovani è spesso impegnato in attività di supporto dei “bambini in sella”, specie nella sua Savigliano.

g.m.

Nelle foto: Elisa Longo Borghini e Jacopo Mosca; Elisa Longo Borghini (ph. Aymeric Lassak per “UAE TEAM ADQ”)

Carlos e Jannik, attenti a quei due!

Al termine di una stagione pazzesca lo spagnolo riconquista ufficialmente, a Torino, la prima posizione del Ranking Atp dopo una serrata battaglia e fino all’ultimo punto, col nostro Sinner che chiude la stagione al secondo posto

Attenti a quei due! La versione sportiva e tennistica della celebre serie britannica con Roger Moore e Tony Curtis. Ma anche “la strana coppia”, strizzando l’occhio all’altrettanto celebre film con Walter Matthau e Jack Lemmon. Per altri sembrano arrivare da un altro pianeta, marziani ed extraterrestri scesi da qualche imprecisato spazio siderale con le loro armi divine nei vari Courts mondiali. Certamente alieni, almeno attualmente e rispetto agli altri interpreti del tennis contemporaneo, che siano top 10 o più indietro in classifica. Un gap incolmabile al momento, in un panorama sempre più incerto e traballante: l’alea anagrafica del serbo Djokovic, la rovinosa caduta di alcuni dèi, come Medvedev, Tsitsipas, Rublev, Ruud, gli infortuni di Draper e Rune, che aprono così la strada ad altri giocatori, fino a ieri più nelle retrovie, non ancora probabilmente pronti allo scontro con i due Titani, i Colossi di Val Pusteria e Murcia.

Si sono inseguiti, raggiunti, superati e risuperati in classifica per tutta la stagione fino all’epilogo ufficiale di ieri: Carlitos, con la terza vittoria nel girone Round Robin “Jimmy Connors”, conquista definitivamente la prima posizione del Ranking Atp  (con tanto di premio e mega coppa; la premiazione ci sarà oggi alle ore 14 prima del match di Sinner contro l’americano Shelton) per la stagione 2025. Sinner per confermarsi numero 1 al mondo avrebbe dovuto rivincere il torneo subalpino mentre Carlos avrebbe dovuto perdere almeno una partita nel girone preliminare all’italiana, quello che dà l’accesso alle semifinali di sabato (sono già qualificati Sinner, Alcaraz e de Minaur, mentre stasera sapremo il nome del quarto semifinalista, che uscirà dal match tra il tedesco Sasha Zverev e il canadese Auger Aliassime).

Vediamo ora la cronistoria sintetica della stagione: dopo la vittoria e la riconferma agli Australian Open, il nostro doveva fermarsi per tre mesi per la nota vicenda Clostebol, ma l’iberico, forse proprio demotivato dall’assenza di Jannik, non riusciva ad approfittarne per recuperare il ritardo in classifica e superare l’italiano in vetta al ranking. Si sarebbero soltanto ritrovati in finale agli Internazionali d’Italia BNL nel maggio capitolino, dove ovviamente il murciano vinse abbastanza facilmente in due set contro un Sinner appena rientrato nel circuito e al suo primo torneo. Da quel momento però tutto è rientrato nella norma con il  nostro che, dopo aver perso incredibilmente lo slam parigino contro il rivale di sempre, conquista per la prima volta il sacro tempio di Wimbledon (sempre contro l’amico rivale), per poi perdere agli US Open, l’ultimo slam della stagione. Carlos è tornato in vetta al ranking, ma la rincorsa da maratoneta dell’altoatesino si fa sentire proprio sulla lunga distanza: nella cosiddetta campagna asiatica, Jannik, in un vero e proprio tour de force, conquista Pechino e si ritira per crampi a Shangai, poi si concede lo spettacolare e ricchissimo (5 milioni di dollari e racchetta dorata) Six Kings Slam a Riyadh, che per la verità, essendo un’esibizione spettacolare, non distribuisce punti in classifica Atp, e poi ancora Vienna e il Master 1000 di Parigi Bercy a pochi giorni dalle Nitto Atp Finals, successi che lo riportano momentaneamente al numero uno. Peccato che per il computo particolare del ranking Atp, ritorni in seconda posizione a poche ore dall’inizio del cosiddetto torneo dei Maestri, che chiude tradizionalmente la stagione del  tennis professionistico. Per tornare primo e vincere l’ambito trofeo in zona cesarini dovranno infine soltanto accadere alcune combinazioni (che omettiamo in quanto tediose, oltreché ormai inutili), che però non si verificano e rimettono quindi sul trono del tennis, almeno per la stagione 2025, Carlos Alcaraz. (è giusto dire che anche l’inizio della nuova stagione 2026 non sarà affatto facile per Jannik, visto che dovrà subito difendere i mille punti dello slam australiano dello scorso anno, mentre l’iberico, uscito nei quarti, potrà più facilmente accumulare punti e allargare il suo vantaggio sul nostro).

È comunque doveroso ricordare che stiamo parlando di due fenomeni assoluti del tennis mondiale e contemporaneo, capaci di vincere due slam a testa nella presente stagione (a Jannik l’Australian Open e Wimbledon; a Carlos il Roland Garros e gli US Open), oltre a, per quanto riguarda Carlitos, tre titoli Masters 1000 e altrettanti tornei ATP 500, e a un titolo Master 1000 e due ATP 500 per quanto concerne l’altoatesino.

Sabato si disputeranno le due semifinali all’Inalpi Arena di Torino (ore 14 e 20.30) che vedranno, da un lato, il confronto tra Sinner e de Minaur (l’australiano accede alle semifinali battendo il californiano Fritz, la sua prima vittoria assoluta nel torneo dei Maestri, la quale attraverso un calcolo piuttosto complesso gli permette di accedere alle semifinali), mentre dall’altro lato del tabellone, il match tra Alcaraz e uno tra il tedesco Zverev e il canadese Felix Auger Aliassime (giocheranno questa sera). Tenuto conto che il nostro Sinner ha sempre battuto de Minaur (12 volte su 12 e ha soltanto perso un set in un match) e che Alcaraz, salvo imprevisti, è nettamente più forte sia di Zverev che di Aliassime, sembra facile prevedere che la finalissima per il Trofeo tra i migliori otto giocatori del mondo della stagione 2025 sarà ancora tra l’italiano e lo spagnolo. Impossibile dire chi vincerà. Sarà uno scontro alla pari, senza alcun favorito, se non lo spettacolo.

Patrizio Brusasco