SPORT- Pagina 175

I maestri di sci, snowboard e fondo tornano sulle piste: “Vivere la montagna in sicurezza”

È un’intera categoria professionale che lancia oggi il proprio messaggio, a supporto del comparto montano italiano: i maestri di sci, snowboard e fondo tornano ad operare su tutto il territorio nazionale e ad avvicinare i tanti appassionati agli sport all’aria aperta e alla bellezza delle Alpi e degli Appennini.

Con la collaborazione della FISI, Federazione Italiana Sport Invernali, gli oltre 15.000 Professionisti della neve, insieme alle 400 Scuole Italiane Sci e Snowboard guidati dal Collegio Nazionale dei maestri di sci italiani e dall’Associazione Maestri di sci italiani, (organi di governo della categoria) alla testa di un settore che genera un volume d’affari di 150 milioni di euro annui – mai come oggi si sentono responsabilmente coinvolti per quella che rappresenta la stagione invernale della “ripartenza”, con il ritorno in pista di sciatori, fondisti e snowboarder amatoriali, delle famiglie, dei bambini che rappresentano il futuro degli sport invernali.

Dopo l’importante firma apposta a fine settembre sul Protocollo da parte di FISI, Col.Naz.,
AMSI, ANEF e Federfuni Italia per la riapertura delle aree sciistiche e utilizzo degli impianti
di risalita, da oggi e per tutta la stagione invernale 2021-2022 la Scuola Italiana Sci parlerà al
pubblico della neve attraverso il claim “Con Noi è Facile!”.

Si tratterà di una campagna promozionale multicanale, come mai prima d’ora i professionisti
dell’insegnamento degli sport di montagna avevano messo in campo. Attraverso tutti i media:

stampa, radio, tv e social network, la Scuola Italiana Sci intende contribuire a trasmettere al
pubblico più vasto l’importanza di tornare in montagna e tornare a praticare gli sport di
montagna, naturalmente nella massima sicurezza e nel pieno rispetto delle normative
nazionali, ma con la consapevolezza che dopo una stagione di black-out, finalmente tutto è
pronto per la riapertura. Che è essenziale, perché dall’attività sportiva deriva l’indotto che
coinvolge: impiantisti, ristoratori, albergatori, e tutto il resto di un comparto economico che vale
circa 12 miliardi di euro e garantisce lavoro a 120.000 persone.

E una volta di più, è indispensabile ribadire che il lavoro di base, effettuato dai maestri con i
più piccoli, rappresenta il primo approccio allo sport di montagna, che spesso si trasforma
in una passione, che cresce con il passare degli anni, fino a diventare un lavoro: sia per i
maestri che operano nelle Scuole, come per i maestri allenatori di vario livello, fino ad arrivare
agli atleti e ai campioni più blasonati. Tutti hanno mosso i primi passi grazie a un
maestro di sci e a una scuola, perché possiamo dire che le Scuole di sci italiane sono
la culla dei Nostri grandi campioni.

“Sport in backstage”, storie di atleti e di persone

/

LO SPORT RACCONTATO E FOTOGRAFATO DA UN PERSONAGGIO D’ECCEZIONE DEL GIORNALISMO PIEMONTESE

Antica Tettoia dell’orologio di Porta Palazzo: all’interno , nei corridoi che attraversano lo storico e tradizionale mercato coperto, in una saletta dedicata, Stefano Tallia – giornalista e neo presidente dell’Ordine dei Giornalisti del Piemonte – ha presentato una personale raccolta fotografica, oggetto delle sue esperienze di viaggio e di lavoro in giro per il mondo, dal titolo “ Sport in backstage” : lo sport, tematica a lui molto cara, oggetto della sua attività passata e presente, narrata con le foto di persone e personaggi del mondo sportivo, di gesti atletici ma tutti accomunati dallo spirito di aggregazione e di sviluppo delle relazioni personali che la pratica sportiva, a qualunque livello, è in grado di apportare. E non è caso che questo aspetto emerga nel contesto urbano più significativo adatto a comunicare questa unione di intenti.

Gli attori coinvolti, Uisp Piemonte e Etica & Sport, hanno affiancato in maniera significativa la realizzazione della mostra, come racconta Patrizia Alfano, Presidente di Uisp Piemonte: “ Come Uisp Piemonte, siamo molto onorati di poter supportare questa splendida iniziativa di Stefano Tallia e Michele D’Ottavio, non solo per il tema trattato dalle foto esposte ma anche per le bellissime finalità dell’evento stesso. La prima a supporto della asd Atletico Balon, associazione che tramite le proprie attività propone la buona pratica sportiva attraverso le manifestazioni sportive di forte carattere multiculturale; la seconda invece, riguarda il contest fotografico “Cattura l’emozione dello Sport per Tutt@” aperto a tutte le associazioni piemontesi che operano sul territorio, che con un semplice “click” ci permetteranno di entrare in un altro tipo di backstage, ossia quello permeato dall’allegria e la gioia racchiusa nei tanti momenti che scandiscono le molteplici attività dello sport di base. La società vincitrice, selezionata da una giuria di esperti, attraverso un hastag su Instagram, potrà ricevere una dotazione sportiva riferita alla propria disciplina. Insomma questa mostra, abbinata al contest, possono continuare ad essere una cassa di risonanza per dar voce alle società dello sport di base.

Dalle parole di Stefano Tallia, si capisce la portata semplice ed efficace della mostra fotografica.

1. Qual è stata l’idea per mettere in campo il progetto “ Sport in backstage”?

Offrire la narrazione dello sport sotto vari punti di vista, sia come giornalista sia come appassionato e tifoso perché per molto tempo ho frequentato i campi sportivi e gli stadi. Ma sicuramente l’esperienza che più mi ha “segnato” e che mi ha dato l’input più significativo per realizzare la mostra sono state le esperienze da volontario in Bosnia Erzegovina e in altre località del Medio Oriente dove lo sport era il linguaggio universale utilizzato per raccontare quello spirito di aggregazione fra culture e tradizioni popolare diverse. Molto spesso questi momenti li ho ritratti con gli smartphone ma solamente per tenerne in quel momento un appunto o un piccolo ricordo della giornata trascorsa. Solo riguardandole mi sono reso conto che potevo realizzarne un racconto fotografico, con l’intento di esaltare quello stesso spirito che avevo trovato nei miei viaggi e che, attraverso questo mio contributo, possa essere di stimolo per ricreare una nuova cultura di sport

2. Proprio in virtù di quest’ultima affermazione, cosa manca allo sport locale ma in generale a quello nazionale?

Senza dubbio la promozione e la valorizzazione dello sport di base a partire dall’educazione sportiva dei bambini. Non smetterò mai di dire che rappresenta la migliore medicina per tutte quelle patologie infantili che se non curate sin da subito, saranno sempre più difficili da curare col passare degli anni, come ad esempio quelle legate all’obesità: l’Italia è il paese con il numero più alto di soggetti in età scolare che soffrono di queste problematiche con notevoli difficoltà anche nello sviluppo e nella maturazione dei rapporti sociali. Mi auguro che nel PNRR vengano stanziate risorse anche per supportare il reparto sportivo, che non è lo sport solo dei grandi campioni ma è lo sport di tutti.

3. Qual è la foto a cui sei più legato?

Si chiama “ Giochi senza frontiere”: l’ho scattata in un campo da calcio del Kurdistan iracheno, in occasione di un mio documentario dove ho incontrato migliaia di persone fuggite dalla guerra, e in quel campo vi erano tantissimi ragazzi che giocavano semplicemente a pallone…e lì capisci quanto lo sport nazionale, il calcio, parli davvero di aggregazione culturale.

Chiara Vannini

 

Vinovo, gran finale di stagione all’ippodromo

I programmi, anche nel mondo dello sport, sono belli perché possono essere cambiati al volo accontentando la volontà di tutti. E così sulla pista dell’Ippodromo di Vinovo nel giro di otto giorni ci saranno ben tre appuntamenti con l’ippica: il primo mercoledì 15 dicembre con una riunione ricchissima di ospiti e di cavalli importanti. Poi domenica 19 con il recupero della giornata dedicata ai Gentlemen saltata a causa della neve l’8 dicembre. E infine mercoledì 22 dicembre quando al centro del programma ci sarà la classica ‘Maratonina d’Inverno’ che sarà zanche l’ultimo Quinté dell’anno a Torino.

Nel convegno di questa metà settimana a sfidare i driver di casa arriveranno Alessandro Gocciadoro, Antonio Di Nardo e Gennaro Casillo, tre esponenti della migliore scuola italiana. Centrale di giornata il Premio Verga, un doppio km per cavalli di due anni. Favorito Di Nardo con Muscle Man Boko, che ha vinto all’ultima uscita a Modena. Ma occhio anche a Gocciadoro con Delicious Gar e a Due Italia, che come sempre Mauro Baroncini affida ad Andrea Farolfi. Merita attenzione Jellissima Du Mont, allieva di Marco Smorgon, che al debutto nonostante pista impraticabile per molta pioggia, ha subito centrato un successo.

Intrigante anche il Premio Foscolo, con nove cavalli al via sul miglio. Favori che andranno a spartirsi tra Cardoso Dr, del team Gubellini – Barelli, in gran forma ultimamente così come Canzone D’Amore e Cyel Joyeuse. Attenzione al rientro di Cordobes e a Capitan Cash Lp. Bella anche la corsa Gentleman, che avrà come suo motivo portante il rientro di Azzurra Ok, dopo un brutto infortunio ad un anno di distanza con le mani di Matteo Zaccherini. Prima corsa alle 14,20 con ingresso gratuito e obbligo del super Green pass.

Domenica poi, il recupero di quanto abbiamo perso per il maltempo una settimana fa. Quindi le otto corse dedicate ai Gentlemen con lo stesso programma ma anche la premiazione dei vincitori del Workshop fotografico che si è tenuto il 1° novembre, a cura di Cristiano Ragab, e la premiazione del ‘Cavallo del Cuore’ dell’ippodromo di Vinovo, eletto tra gli appassionati del nostro parterre. Non è tutto, perché la direzione dell’impianto sfrutterà la giornata anche per il classico brindisi natalizio con il pubblico: una bicchierata gratuita con panettone per tutti. E ci saranno anche i pony per il ‘battesimo della sella’ dedicato ai bambini.

Non è tutto, perché giovedì 16 l’Ippodromo di Vinovo che quest’anno ha festeggiato i suoi primi 60 anni di vita sarà premiato in Comune a Torino ricevendo il ‘Premio Quarto Potere 2021’, dedicato “a personalità che si sono distinte, nell’ambito della propria attività, contribuendo ad offrire una comunicazione chiara e competente nei confronti degli organi di informazione e del grande pubblico”.

Torna la Coppa Italia

Ecco il programma completo dei sedicesimi di finale a turno unico:

Martedì 14 dicembre
ore 15 Venezia-Ternana 3-1 (la vincente contro l’Atalanta)
ore 18 Udinese-Crotone (la vincente contro la Lazio)
ore 21 Genoa-Salernitana (la vincente contro il Milan)

Mercoledì 15 dicembre
ore 15 Verona-Empoli (la vincente contro l’Inter)
ore 18 Cagliari-Cittadella (la vincente contro il Sassuolo)
ore 21 Fiorentina-Benevento (la vincente contro il Napoli)

Giovedì 16 dicembre
ore 18 Spezia-Lecce (la vincente contro la Roma)
ore 21 Sampdoria-Torino (la vincente contro la Juve)

I granata di Juric in campo giovedì,fuori casa,contro la Sampdoria.La coppa Italia è un obiettivo doppio per il Toro.Intanto vincere un trofeo che manca dal 1993 e poi la partecipazione immediata alla prossima Europa League.Ci sarà una turnazione tra i giocatori:oltre alle certe assenze di Belotti,Dijdij,Verdi s’aggiunge quella di Bremer.
La probabile formazione:
3-4-2-1
M.Savic
Zima
Buongiorno
Rodriguez
Vojvoda
Mandragora
Pobega
Ansaldi
Brekalo
Linetty
Zaza

Enzo Grassano

Il calcio “beat” di Best e Meroni

Un parallelo tra due grandi calciatori le cui squadre furono segnate da comuni tragedie  

 

Se sulla collina torinese avvolta nella nebbia, alle 17,05 del 4 maggio 1949,  al rientro da Lisbona, il trimotore su cui viaggiava una delle squadre più forti di tutti i tempi si schiantava contro i muraglioni di sostegno del giardino posto sul retro della Basilica di Superga, il volo 609 della British European Airways si infranse al terzo tentativo di decollo sulla pista innevata dell’aeroporto bavarese di München-Riem…

Sono passati sedici anni da quel 25 novembre del 2005 in cui è morto George Best, uno dei più grandi calciatori di sempre.

Purtroppo – sono in molti a crederlo – sarebbe potuto diventare ancora più grande se non avesse scelto l’eccesso come sua filosofia di vita. Eravamo sul finire degli anni sessanta e, proprio nei mesi che segnavano in modo indelebile il punto cardinale della contestazione giovanile e studentesca, il pallone d’oro era stato assegnato a George Best, fantasista del Manchester United e genio ribelle del calcio moderno. Emularne l’arte pedatoria era l’apice di ogni desiderio a sfondo calcistico. Ma era anche un sogno impossibile. La classe di quel funambolico capellone con la maglia numero sette, rossa come il fuoco, irlandese di nascita e di carattere, indocile e fantasioso era – in quel frangente – ineguagliabile. Certo, c’era Rivera. Classe e eleganza, tocco morbido e geometrico, lanci lunghi e millimetrici ma Best era Best. Incarnava l’idea del calcio moderno, irriverente e fuori dagli schemi. Chi meglio di lui  poteva riflettere, dal rettangolo erboso di uno stadio, l’inquietudine, il senso di ribellione e le speranze di intere generazioni di ragazzi e ragazze? Bello e maledetto, refrattario alle regole e alle convenzioni, genio puro che esprimeva la sua arte massaggiando una palla di cuoio con i piedi.

.

Solo Gigi Meroni, la farfalla granata, reggeva il confronto. Ma quando a George il comitato dei giornalisti sportivi messo insieme da France Football assegnò il pallone d’oro, eleggendolo giocatore più rappresentativo del 1968, “Gigi” Meroni non c’era più.  Era morto da alcuni mesi, travolto a  soli ventiquattro anni da un auto in corso Re Umberto a Torino, all’altezza del civico 53, dopo la partita disputata e vinta per 4 a 2 dai granata con la Sampdoria . Giorno maledetto quel 15 ottobre del 1967 e , colmo del destino, l’automobile che lo investì  – una Fiat 124 coupè – era guidata da un suo tifoso diciannovenne che si chiamava Attilio Romero e che diventerà, nel duemila,  presidente del Torino. Nato e cresciuto calcisticamente a Como, dopo aver vestito la maglia lariana e quella del Genoa, approdò nel 1964 a Torino, nella parte granata della città dell’auto. Agli ordini del “Paròn “Nereo Rocco, l’ala numero sette  incantò tutti con le sue giocate, i dribbling ubriacanti e quei suoi goal che, pur non molti (con la maglia del  Toro ne insaccherà  24), spesso finirono nelle cineteche del calcio per la bellezza del gesto atletico che li accompagnava,rendendo possibile ciò che ai più pareva impossibile. Era lui il “calciatore-beat” , quello che non amava i tiri da fermo e men che meno i rigori ma sentiva il bisogno dell’azione, della lotta per conquistarsi la palla, dell’invenzione  artistica del gol. I difensori impazzivano e spesso non trovavano alternative ai mezzi più bruschi per fermarlo, mettendolo giù senza tanti complimenti. I compagni ne sfruttavano le doti quando l’ala destra dai capelli lunghi e dai basettoni passava loro la palla al momento giusto, con il gesto generoso e altruista di chi concede agli altri l’onore di gonfiare la rete alle spalle del portiere avversario. Anche lui, come Best, andava controcorrente. Quando Edmondo Fabbri lo chiamò in nazionale gli impose una condizione: tagliarsi i capelli. Lui, con l’animo dell’artista che si disegnava da solo i vestiti da indossare,prendendo a modello quelli dei Beatles,  e lo spirito trasgressivo che lo portava a passeggiare per le vie di Como portandosi al guinzaglio una gallina, non rinnegò se stesso e rifiutò la convocazione.

.

Gigi era così: uno vero che non se la tirava per nulla. Per questo risultava  scomodo nei confronti di una società troppo perbenista e piuttosto conservatrice. Best e Meroni, George & Gigi: i due volti ribelli della stessa medaglia. Entrambi giocatori di squadre segnate dalla storia con lutti tremendi. La tragedia che era accaduta al grande Torino nel 1949, otto anni prima che nascessi , era toccata anche al Manchester nove anni dopo, nel 1958. Monaco di Baviera come Superga. Un disastro aereo in entrambi i casi. Stesso dramma,uguale dolore. Se sulla collina torinese avvolta nella nebbia, alle17,05 del 4 maggio 1949,  al rientro da Lisbona, il trimotore su cui viaggiava una delle squadre più forti di tutti i tempi si schiantava contro i muraglioni di sostegno del giardino posto sul retro della Basilica di Superga, il volo 609 della British European Airways si infranse al terzo tentativo di decollo sulla pista innevata dell’aeroporto bavarese di München-Riem, in quella che al tempo era la Germania Ovest. Quel 6 febbraio del 1958 persero la vita ventitrè dei quarantaquattro passeggeri, tra i quali gran parte dei Diavoli rossi dell’Old Trafford. A Superga morirono sul colpo tutte le trentuno persone di bordo. Così, un destino cinico e baro, spazzò via l’intero grande Torino e quasi due terzi del Manchester United. Negli anni a venire, mentre gli eredi dei granata faticavano sui campi di calcio italiani, schiacciati anche dal peso del mito dell’invincibile squadrone di Valentino Mazzola e compagni, i rossi inglesi ricominciavano anch’essi daccapo la loro storia. Accanto a Best giocavano Bobby Charlton, Denis Law,Brian Kidd, Nobby Stiles. Nel Torino, con Gigi Meroni, c’erano Natalino Fossati, Nestor Combin, Fabrizio Poletti e Giorgio Ferrini. Gigi & George, Meroni & Best, un destino da maledetti sulla fascia destra, con i calzettoni abbassati e il dribbling assassino, le maglie color della passione e il genio di chi sapeva come illuminare il gioco. George & Gigi, no space, no time: restano entrambi lì, sospesi nella memoria, belli come a quei tempi, fissati nei volti e nelle immagini sui campi d’allora . L’irlandese,  “icona pop” di quegli anni, soprannominato il “quinto Beatle“, pareva in grado di vincere le partite da solo. Non si tirava indietro nei tackle, contrastando l’ avversario fino a sradicargli la palla dai piedi , ripartendo, dribblando e, infine,  inquadrando la porta con il suo tiro secco e micidiale. Lo stesso Pelè, nel 1966 , dichiarò: “George Best è il più grande giocatore del Mondo“.

.

Più tardi, Michel Platini disse che “inventò il calcio rock’n’roll. Con la maglia del Manchester fece vibrare tanta gente al suo ritmo“. Irrequieto oltre ogni limite affiancò al calcio le sue passioni “alternative”: l’alcool, le donne, le auto veloci e fiammanti, sprecando fiumi di denaro in ogni tipo di eccesso. Genio e sregolatezza in tutto e per tutto, si spinse talmente oltre che la seconda “qualità” prevalse, mangiandogli prima il fegato e poi la vita. .Meroni gli assomigliava molto. Anche Gigi era un talento unico che sapeva lottare, scartando gli avversari con una facilità irridente tant’è che , in quegli anni, si guadagnò il titolo di giocatore più atterrato in area di rigore dai difensori in preda a crisi nervose per le sue incredibili finte. Gigi era eclettico ma non assomigliava a Gorge negli eccessi. Nella sua mansarda di Piazza Vittorio, ascoltava “Help!”, “Yesterday” , “Yellow Submarine” e “Eleanor Rigby “ma anche  il jazz  di Miles Davis e John Coltrane, dipingeva  quadri, scriveva poesie. Conviveva con Cristiana e guardava con simpatia le piazze che si riempivano  di studenti e operai. « Era un simbolo di estri bizzarri e libertà sociali in un paese di quasi tutti conformisti sornioni », disse di lui Gianni Brera. Il ragazzo irlandese,nato in un quartiere povero di Belfast e diventato il principe dell’Old Trafford, morì adulto in un letto del Cromwell Hospital di Londra, con il fegato a pezzi. A Gigi, toccò di peggio. Anche da morto. Due mesi dopo la scomparsa la sua tomba fu profanata al cimitero di Como da uno squilibrato che non riusciva a darsi pace per il dolore. L’uomo aprì la bara, asportò il fegato dal cadavere del giocatore consegnandolo giorni dopo alla polizia. Cose da pazzi. Ben oltre l’immaginazione di Gianni Brera che s’inventò Eupalla, la mitica “dea del calcio”, collocando il football nell’Olimpo, sostenendo che “il calcio è straordinario proprio perché non è mai fatto di sole pedate e chi ne delira va compreso”.

 

Marco Travaglini

 

Sorteggio ottavi di finale Champions League!

Il nuovo sorteggio della Champions League, rifatto alle 15 per un vizio del software, ha visto la Juve ancora fortunata, avendo trovato il Villareal,al posto dello Sporting Lisbona. E’ andata peggio all’Inter che invece sfiderà il Liverpool,prima era accoppiata all’Ajax.Ecco il quadro completo degli ottavi.. Salisburgo-Bayern Monaco. Sporting Lisbona-Manchester City. Benfica-Ajax. Chelsea-Lille. Atletico Madrid-Manchester United. Villareal-Juventus. Inter-Liverpool. Paris Saint Germain-Real Madrid…la Juve giocherà la gara d’andata in Spagna,l’Inter invece in casa.Le gare si disputeranno tra il 15 ed il 22 febbraio 2022 l’andata,tra l’8 ed il 16 marzo il ritorno.Non esiste più la regola che il gol segnato fuori casa vale doppio in caso di parità di reti tra andata e ritorno.Ci saranno, eventualmente,tempi supplementari e calci di rigore.

Enzo Grassano

Curling: Gonin, Romei e Dami in Olanda a caccia del pass per le Olimpiadi

Il momento della verità è arrivato: fino a sabato 18 dicembre, infatti, le Nazionali di curling saranno impegnate a Leeuwarden, in Olanda, con l’obiettivo di conquistare la qualificazione ai Giochi di Pechino 2022. Il Torneo Preolimpico, ultima occasione per staccare il pass per la Cina, metterà in palio tre posti al maschile e tre posti al femminile.

Gli azzurri di coach Claudio Pescia, freschi di medaglia di bronzo agli Europei di Lillehammer, sono tra i favoriti nel round robin che li vedrà sfidare Repubblica Ceca, Danimarca, Finlandia, Germania, Giappone, Corea del Sud, Olanda e Norvegia: la formazione è la stessa della rassegna continentale, con il pinerolese Simone Gonin (Aeronautica Militare) sul ghiaccio insieme a Joel Retornaz, Sebastiano Arman, Mattia Giovanella e Amos Mosaner. Le azzurre di Violetta Caldart vedranno ancora protagoniste le piemontesi Angela Romei (Fiamme Oro) ed Elena Dami (Mole 2020 Ice Skating), in squadra con Stefania Constantini, Marta Lo Deserto e Giulia Zardini Lacedelli: reduce dal brillante 6° posto continentale, l’Italia in rosa sfiderà Scozia, Repubblica Ceca, Germania, Giappone, Estonia, Turchia, Corea del Sud e Lettonia.

Tanto al maschile quanto al femminile, la prima classificata otterrà direttamente il pass per Pechino 2022. La seconda e la terza al termine del round robin, invece, si scontreranno in uno spareggio: la vincente volerà ai Giochi, la perdente sfiderà la quarta nello scontro diretto che assegnerà l’ultimo tagliando a cinque cerchi.

Trapani – Reale Mutua Basket Torino 70 – 66: dimensione “reale” di Torino sarà la mezza classifica?

Il basket visto da vicino.

È provocatorio il mio titolo ma anche perché “provocato” da una conduzione pessima della partita da parte del coach presente in panca… . In anni precedenti segnalavo che Torino è una piazza importante e il comportamento da provinciale, come si dice in gergo e senza offesa per le province… , non è adeguato.  Torino gioca sempre al livello di chi si trova davanti, che sia alta classifica che sia bassa, vedasi sconfitta di misura con Cantù e vittoria di altrettanta misura contro Biella, prima e ultima in classifica rispettivamente.  Ora, la seconda sconfitta consecutiva mette in luce quanto da me più volte rammentato,  e cioè che il sistema di gioco offensivo di Torino è affidato sempre ad iniziative dei singoli, mentre la tattica difensiva si concentra nel detto “speriamo che sbaglino”.

Alcuni se la prendono con gli stranieri di Torino, ma, sinceramente, chi li ha acquistati dovrebbe dolersene e non lamentarsi. Trey Davies continua a giocare con la paura di fare qualcosa di sbagliato agli occhi del coach e, giocando teso, sbaglia più di quanto farebbe se potesse giocare a briglie sciolte. Chiunque abbia giocato sa che quando hai paura di sbagliare, nel basket, sbaglierai… ed infatti quando prende iniziative individuali si rivela sicuramente meglio di quanto si pensi. Davon Scott gioca a tre centimetri da canestro ma la sua parte di pivot di A2 la svolge. Discorso a parte per Alibegovic e Toscano, che a differenza di “altri” possono sbagliare a ripetizione senza mai rischiare la benevolenza tecnica… . E oggi hanno fatto  di tutto almeno dal secondo quarto in avanti ma non cose belle. Aristide Landi, che ricorda la controfigura del miglior Amoroso della storia torinese del basket, prova a dare il suo contributo ma non basta. Pagani si sta involvendo in sé stesso ed il playmaker che Torino schiera come riserva, reduce dall’aver guidato la squadra retrocessa l’altr’anno, Ruben Zugno, non riesce nemmeno ad essere un cambio accettabile nemmeno in difesa.  De Vico non sta adattandosi al ruolo di “star” in A2, mentre era molto abile come comprimario in A1, e forse deve cominciare a pensare di fare questo salto, o tornare in A1, dove talvolta è più facile eccellere quando non devi essere tu a tirare la carretta.

Non neghiamolo, la Reale Mutua Basket Torino è sopra le sue possibilità in classifica, ma è un campionato mediocre in cui tutti possono vincere è perdere con tutti… quindi la speranza non è morta, ma fare qualcosa per salire di tono è obbligatorio.

Paolo Michieletto

È cuore Toro! Torino-Bologna 2-1

17esima giornata di campionato serie A. 

Sanabria(T) aut. Sumaoro(T)  Orsolini (B)

Ha prevalso il cuore Toro con una gara tutta grinta,tecnica ed acume tattico.I granata,sempre più di Juric,hanno disputato una partita ordinata, d’attacco,chiudendo tutti gli spazi di gioco al Bologna.Il punteggio poteva esser più largo ma c’è stata una doppia svista arbitrale:rigore inesistente per i felsinei dell’ex Mihajlovic e poco dopo negato al Toro un clamoroso penalty.Con questa vittoria i granata salgono al 12esimo posto con vista Europa,non tanto distante.Bene tutta la squadra e soprattutto Sanabria.Con l’infermeria che si sta svuotando e magari con l’arrivo del rossoblù Orsolini(oggi avversario ma a gennaio chissà tra l’altro autore di una buona gara fin dal suo ingresso)nessun traguardo può esser precluso ai granata di Juric.Ora testa alla Coppa Italia con la disputa dei 16esimi di finale giovedì 16 dicembre ore 21 a Genova,stadio Marassi per Sampdoria-Torino.

Enzo Grassano

Juve: non ci siamo!

17esima giornata campionato serie A

Venezia-Juventus 1-1

Morata(J) Aramu(V)

La solita Juve discontinua del campionato non va oltre il pareggio contro un volenteroso Venezia.Altri 2 punti persi che allontanano ulteriormente i bianconeri dalla zona Champions League e rischiano di farsi raggiungere da Lazio e Roma. Parte bene la squadra di Max Allegri nella prima mezz’ora di gara comandando il gioco e passando in vantaggio con Morata. Nel secondo tempo subentrano le solite paure e vecchie incertezze con i lagunari che approfittano delle amnesie juventine e pareggiano con un bel gol dell’ex granata Aramu.Poi più nulla fino al triplice fischio finale con la conferma che esistono 2 Juventus:quella sicura di sé che gioca bene e va avanti in Champions League e quella incerta ed avvolta dalle paure del campionato.

Enzo Grassano