SPORT

Giro d’Italia europeo

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Proprio mentre sta per passare il Giro d’Italia nel Canavese, da dove sto scrivendo, mi vengono spontanee alcune riflessioni.

Da alcuni anni la partenza del Giro avviene all’estero (nel 2022 da Budapest, quest’anno da Durrës) per poi proseguire nel nostro Paese fino all’arrivo.

Certo, viene meno il significato di Giro d’Italia stante che una parte, benché minima, avviene in territorio straniero, ma a parer mio conta dove avvenga la maggior parte del percorso.

Analogamente avverrà con la Vuelta, analogo spagnolo del nostro Giro, che partirà da Venaria Reale e che nel 2023 partì dall’Olanda.

Una commistione di luoghi stranieri in un evento che da sempre è, invece, caratteristico di un Paese, con i suoi colori ben definiti (giallo per il Tour de France, rosa per il nostro Giro e rosso per la Vuelta) può significare molto, a seconda di quale metro si usi: abbattimento ideale dei confini e dei nazionalismi, inserimento nel percorso di difficoltà che, forse, nel proprio territorio non esistono (si pensi alle altitudini nostrane rispetto a quelle spagnole) o altro.

Resta il fatto che io, personalmente, sono incerto se accogliere con piacere questa innovazione o considerarla una modernizzazione fuori luogo di un evento storico.

Si potrebbe per esempio creare un Giro d’Europa settentrionale, uno per l’Europa meridionale e idem per quella centrale, oppure togliere l’attributo nazionale, chiamandole soltanto Giro o Tour.

La cosa che, però, veramente mi lascia interdetto è che questa modernizzazione avviene proprio mentre dal punto di vista politico l’Europa sta marciando in direzione opposta, ovvero nella direzione dei nazionalismi, del mantenimento delle tradizioni e delle identità nazionali.

Ad una prima analisi si potrebbe rispondere che gli eventi sportivi citati siano in realtà organizzati non dagli Stati in cui l’evento ha l’arrivo ma dai Giornali che possono, ora in un modo ora in un altro, essere filogovernativi o esserne antagonisti, com’è attualmente per la maggior parte dei nostri o da Associazioni come l’Amaury Sport Organisation che, in ogni caso, fa capo al quotidiano l’Equipe.

Occorre dire che gli eventi professionistici stanno allo sport come l’arte sta alla grande industria, per cui lo stesso gruppo un domani potrebbe smettere di seguire il ciclismo per dedicarsi alle regate.

Il motivo per cui da alcuni anni queste partenze non avvengano più in territorio nazionale non è chiaro e potrebbe proprio essere un segnale in controtendenza con la politica di chiusura attuata da alcuni Paesi.

Certo è che lo sport dovrebbe essere apolitico, apartitico e, soprattutto, unire i popoli anziché dividerli o porli su rive opposte; altrimenti si rischia di assistere nuovamente a episodi come quello delle Olimpiadi di Berlino nel 1936 dove moderni Hitler rifiuteranno di stringere la mano agli Owens di quel contesto.

Ed è simbolico che proprio l’Ungheria, attualmente uno dei Paesi più nazionalisti, abbia dato il via al nostro Giro nel 2022.

Non sarà, per caso, che dove arrivano sponsorizzazioni e ricadute economiche fantastiche la politica va in vacanza per qualche giorno? 

Sergio Motta

Monterosa Ski, riapertura degli impianti e arrivo a Champoluc del Giro d’Italia

Il comprensorio Monterosa Ski  ha ospitato il raduno stagionale della Nazionale maschile e femminile italiana di sci di fondo 

 

Un weekend impegnativo ed esaltante quello del  30 e 31 maggio, dalla riapertura degli impianti di risalita all’arrivo a Champoluc del Giro di Italia. Il comprensorio Monterosa Ski si conferma ancora una volta punto di riferimento di qualità per gli amanti dello sport.

 Le nevi della conca del lago Gabiet, in ottimo stato in queste settimane, grazie a condizioni atmosferiche davvero perfette, stanno impegnando gli atleti nella Nazionale Maschile e Femminile di sci di fondoin ritiro fino al  30 maggio a Gressoney-La-Trinité, ospite del comprensorio Monterosa Ski.

Dieci i convocati dal responsabile tecnico delle squadre, Markus Cramer: Federico PellegrinoElia BarpDavide GrazSimone DapràPaolo VenturaMartino Corollo, Hellweger MichaelCaterina GanzNicole Monsorno, Nadine Laurent e Iris De Martin Pinter, seguiti dai tecnici Paolo Riva, Francois Ronc Cella, Marco Brocard e Claudio Consagra.

Le abbondanti nevicate delle ultime settimane, e le temperature ancora relativamente basse in quota, hanno creato le condizioni ideali da permettere alle azzurre e agli azzurri di allenarsi su un fondo perfetto ricavato nella conca del lago Gabiet a quota 2.400, all’arrivo della telecabina Staffal-Gabiet.  “La situazione meteo di cui abbiamo goduto in questo ultimo periodo – spiega Paola Turchetti, direttrice marketing di Monterosa Ski – fa del comprensorio Monterosa Ski una delle poche realtà, del nostro arco alpino, dove sarà possibile godere di un fondo eccellente almeno fino alla prima settimana di giugno. Questo è uno dei motivi del ritorno, anche per quest’anno, della Nazionale che stiamo ospitando in collaborazione con l’Assessorato al Turismo, Sport e Commercio e con l’Assessorato allo Sviluppo economico, Formazione e lavoro, Trasporto e Mobilità sostenibile. Inoltre, in vista della riapertura ufficiale degli impianti di risalita, per l’avvio della stagione estiva d’alta quota, prevista il prossimo 31 maggio, le straordinarie condizioni del manto nevoso oltre i 3.000 m lasciano presagire un’estate eccezionale anche per la pratica dello sci-alpinismo e dell’alpinismo“.

 

31 maggio si riaprono gli impianti e nello stesso weekend si decide la Maglia Rosa del Giro di Italia

Riconfermata per il quarto anno consecutivo l’apertura della stagione estiva nel comprensorio Monterosa Ski al primo weekend giugno o, più precisamente, al 31 maggio: come già lo scorso anno, i primi impianti ad inaugurare l’estate saranno quelli dellatratta Staffal-Passo dei Salati-Punta Indren nella Valle di Gressoney: questi collegamenti consentiranno ascensioni alle vette del Monte Rosa e l’accesso ai rifugi ad alta quota. Inoltre, anche da Alagna Valsesia, si potrà raggiungere il ghiacciaio di Indren, a quota 3.275 metri.

“Io Dico No”, un torneo di calcio per fare del bene

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Curato e voluto dall’Associazione Narconon e Forza Italia

Sabato 31 maggio prossimo, dalle ore 9 alle 19, presso il campo sportivo del Pozzomaina, di via Monte Ortigara 78, a Torino, andrà in scena il Torneo di prevenzione “Io Dico di No – se cado mi rialzo”, patrocinato dal Consiglio Regionale del Piemonte e curato in collaborazione tra l’Associazione Narconon Piemonte e Forza Italia.

Il ricavato sarà devoluto a Fondazione per la ricerca sui tumori dell’apparato muscolo scheletrico e rari Onlus.

Alle ore 14 inizierà la partita di calcio che vedrà sfidarsi un team di ex calciatori e personaggi televisivi contro una selezione di Amministratori Locali.

Durante la giornata sarà possibile assistere anche alla presentazione del libro di Michele Padovano, ex calciatore della Juventus, intitolato “Tra la Champions e la libertà”, edito da Cairo.

“L’Associazione Narconon si occupa della gestione e del recupero, in modo naturale, di persone vittime di dipendenza da alcool e droghe – ha dichiarato Natasha Benincasa, in rappresentanza dell’Associazione Narconon, che ha sede a Villafranca d’Asti, dove si trova anche la comunità omonima – Penso sia importante il ruolo della prevenzione a partire dalle scuole e dalle società sportive che lavorano con i ragazzi. Il nostro ruolo è quello di creare consapevolezza attorno a ciò che circonda l’uso delle sostanze e contrastare la falsa informazione a riguardo. Le persone devono avere una seconda opportunità, e per aiutarle a rialzarsi è doveroso approfondire la conoscenza di questi argomenti. Promuoveremo molti eventi come questo per sensibilizzare la società”.

“Grazie all’Associazione Narconon sono uscito da un periodo difficile – ha raccontato l’ex portiere del Torino Lys Gomis, che sarà presente  all’evento di sabato 31 maggio – Sono stato dipendente da sostanze e l’Associazione mi ha aiutato a uscirne in modo naturale, facendo sì che io riprendessi in mano la mia vita. Credo che la comunicazione tramite lo sport sia diretta ed efficace, e per questo ho voluto mettermi in gioco personalmente. È drammatico pensare che l’84% dei giovani consumi alcool o droghe. Ci tengo a ringraziare Forza Italia per la sensibilità e l’organizzazione di questo importante evento mediatico, un’occasione per divertirsi, contribuire all’educazione, alle conoscenze dei giovani e fare della beneficenza in favore della Fondazione Tumori MSR Muscolo Scheletrici”.

Gian Giacomo Della Porta

Le incertezze di Juve e Toro: Giuntoli via, Conte non torna, dubbi su Tudor e Vanoli

 

Il calcio torinese vive giorni di forte incertezza sul fronte del mercato e delle panchine. La Juventus e il Torino affrontano una fase di transizione, con molti interrogativi ancora aperti sul futuro delle rispettive guide tecniche e delle strategie di rafforzamento.
La notizia più clamorosa arriva in casa Juventus: Cristiano Giuntoli è stato esonerato. Il dirigente, che aveva assunto un ruolo centrale nella ristrutturazione sportiva del club, lascia un vuoto dirigenziale in un momento chiave per la programmazione estiva. Nonostante le voci insistenti su un ritorno di Antonio Conte, la pista si è ufficialmente raffreddata: l’ex tecnico bianconero non tornerà a Torino.
Sul fronte allenatore, il nome più accreditato per ora resta la permanenza di Igor Tudor, ma anche qui regna l’incertezza. La società riflette sull’opportunità di puntare su un tecnico già noto per la sua rigidità tattica e la scarsa tolleranza ai compromessi. La permanenza di Tudor non è affatto scontata.

Anche il Torino non è esente da dubbi. Dopo una stagione altalenante, Paolo Vanoli, indiziato all’esonero, potrebbe rimanere sorprendentemente alla guida del Torino frenando così i piani di Urbano Cairo. Di conseguenza, guadagna terreno una nuova opzione: Marco Baroni, reduce da un campionato altalenante con la Lazio, potrebbe essere la soluzione di ripiego – o forse, il vero piano B del Toro.
In attesa di conferme ufficiali, il futuro delle due principali squadre torinesi appare ancora tutto da scrivere. Le prossime settimane saranno decisive per delineare il quadro tecnico e societario in vista della stagione 2025-2026.

Enzo Grassano

A 40 anni dalla tragedia dell’Heysel

Commemorazione alla Continassa e in piazzetta Vittime dello stadio Heysel

Oggi il sindaco Stefano Lo Russo ha partecipato insieme al presidente della Regione Piemonte, Alberto Cirio alla commemorazione per i 40 anni dalla tragedia dell’Heysel. Con loro gli assessori allo Sport e alla Cultura della Città Domenico Carretta e Rosanna Purchia e quella regionale Marina Chiarelli. In platea i giocatori della Juventus Mattia Perin e Federico Gatti, oltre a chi era in campo in quella finale di Champions League: gli ex bianconeri Stefano Tacconi e Sergio Brio, oltre all’ambasciatore del Liverpool ed ex centravanti Ian Rush.

La cerimonia è avvenuta a pochi passi dal centro sportivo della Continassa, dove è stata inaugurata l’opera commemorativa “Verso altrove”, realizzata dall’artista Luca Vitone e curata dal critico Luca Beatrice, recentemente scomparso.

L’opera si sviluppa in un’area di circa duemila metri quadri: sul manto erboso sono disposti dei maestosi ginkgo biloba – simbolo di resilienza e longevità – e tra gli alberi è presente una rampa a forma di spirale centrifuga, un percorso lungo 66 metri fino a raggiungere un’altezza complessiva di oltre 5 metri.

“Ricordare la terribile tragedia dell’Heysel e prestarle un tributo, in questo anniversario importante, è doveroso – spiega il sindaco Lo Russo -. Quest’opera rende omaggio alle vittime innocenti di una pagina nerissima nella storia del calcio europeo, che persero la vita durante quella che avrebbe dovuto essere soltanto una festa di sport”.

Le celebrazioni continueranno nel pomeriggio. Alle ore 18 si terrà la commemorazione pubblica presso piazzetta Vittime dell’Heysel, con la parteciperà dell’assessore Domenico Carretta: “Oggi ricordiamo un evento che ha segnato profondamente la storia della nostra città – ha ricordato l’assessore -, in questa giornata celebriamo il ricordo delle vittime affinché quanto successo possa insegnare alle future generazioni il valore della vita e dell’umanità”.

All’istituto Plana, dentro la casa circondariale Lorusso e Cutugno, avrà luogo un incontro di educazione civica sulla tragedia. Alle ore 20.30, nella sala convegni ATC di corso Dante ci sarà la rappresentazione teatrale “Due tragedie, una città”, a cura dell’associazione “Quelli di…via Filadelfia” in collaborazione con il Museo Grande Torino. Come ogni anno, con l’arrivo della sera, un’illuminazione speciale della Mole Antonelliana chiuderà la giornata di commemorazione.

TORINO CLICK

Foto della manifestazione: Igino Macagno

La “2ª Partita della Leggenda” al Filadelfia

IL TORINESE WEB TV

È stata ufficialmente presentata, al Museo del Toro, la “2ª Partita della Leggenda”, evento che si terrà il prossimo 6 giugno 2025 alle ore 20,15 allo stadio Filadelfia. “Siamo riusciti a coinvolgere moltissimi ex giocatori e un nutrito gruppo di celebrità, ovviamente tutti di fede granata. Quest’anno hanno assicurato la loro presenza anche Rolando Bianchi e Rosina”. Il Presidente della ”Associazione Memoria Storica Granata e del Museo del Toro” Domenico Beccaria ha spiegato che l’obiettivo di questa partita speciale non è solo divertirsi e rivivere i momenti più belli del passato, ma anche raccogliere fondi per un progetto importante: il trasferimento del Museo del Toro da Villa Claretta, a Grugliasco, allo Stadio Filadelfia a Torino. Si vuole portare tutto il patrimonio e la storia del Toro nel suo habitat naturale . Cioè al “Fila”. Durante la conferenza è stato annunciato, dal vicepresidente dell’associazione “Toromio” Massimiliano Romiti che, quest’anno, il prestigioso Premio Bonetto sarà consegnato  al cantautore Willy Peyote, grande tifoso del Torino, che anche al festival di Sanremo ha manifestato, in mondovisione, il suo amore per il club granata. Il ricavato della partita sarà, quindi, interamente destinato al progetto di trasferimento del museo, che rappresenta un patrimonio prezioso per la storia del club e per tutti i tifosi che vogliono mantenere vivo il ricordo delle gloriose imprese granata. “La squadra del Toro non è solo una squadra di calcio, ma un patrimonio culturale del calcio mondiale, è un simbolo, una parte importante della storia sportiva e culturale di tutto il mondo” ha commentato Andrea Carbonara di Vertigo spettacoli. “Con le sue imprese, i suoi campioni e le sue tradizioni, il Torino rappresenta molto di più di un semplice club: è un patrimonio che attraversa generazioni, un esempio di passione, lealtà e orgoglio granata. Ogni volta che si parla del Toro, si parla di un pezzo di storia del calcio, di un’identità forte e di un legame speciale con i tifosi. È questa ricchezza culturale che rende il club così unico e amato, e che merita di essere preservata e condivisa con il mondo intero. Quindi, quando pensiamo alla squadra del Toro, ricordiamoci che rappresenta molto di più di una semplice formazione sportiva: è un vero e proprio patrimonio culturale del calcio mondiale!”

FRANCESCO VALENTE

Guarda il video:

Estate su due ruote a Limone Piemonte

Limone Piemonte si riscopre anche in estate come una delle mete più affascinanti per chi ama la montagna in sella a una bici. Situata nel cuore delle Alpi Marittime e nota per il suo comprensorio invernale, la località si è affermata negli ultimi anni come punto di riferimento per il cicloturismo e la mountain bike, grazie a una rete di percorsi strutturati, servizi mirati e un’offerta outdoor sempre più integrata.

Tra i tracciati di punta spicca la Via del Sale, uno degli itinerari sterrati più spettacolari dell’arco alpino, che collega Piemonte e Liguria tra paesaggi da cartolina e profumi d’alta quota. La varietà altimetrica e la lunghezza del percorso lo rendono adatto al cicloturismo sportivo, con tappe panoramiche e punti ristoro lungo il tracciato. Accanto a questo percorso iconico, il territorio propone, grazie anche all’apertura estiva di una telecabina e di una seggiovia, diversi tracciati MTB e gravel, adatti a livelli di preparazione differenti, che si sviluppano tra crinali, boschi e strade forestali, con un’attenzione crescente anche alle esigenze delle e-bike.

Per gli appassionati di discipline gravity, il Bike Resort di Limone offre percorsi downhill e freeride attrezzati con salti, paraboliche e strutture tecniche, accessibili tramite impianti di risalita aperti durante la stagione estiva. L’insieme dei tracciati è stato progettato per garantire varietà, sicurezza e continuità dell’esperienza, valorizzando il patrimonio naturalistico della zona.

L’offerta bike è completata da un sistema di accoglienza dedicato: bike hotel, rifugi attrezzati, officine per riparazioni rapide e servizi di noleggio e shuttle permettono al visitatore di costruire itinerari su misura, sia per la giornata singola che per soggiorni prolungati. Il territorio sta investendo nella mobilità attiva con un’ottica integrata, che valorizza le due ruote come strumento di esplorazione sostenibile e leva di destagionalizzazione.

Accanto alla proposta ciclistica, Limone Piemonte offre un contesto ambientale e culturale in grado di ampliare l’esperienza di viaggio: itinerari trekking, arrampicata, escursioni verso laghi alpini e attività outdoor per famiglie si affiancano a momenti di relax, degustazioni e scoperta del borgo, con una tradizione gastronomica che racconta il territorio a ogni assaggio, tra formaggi d’alpeggio, polenta, selvaggina e dolci tradizionali, il tutto accompagnato da un buon bicchiere di vino locale.

Con un mix equilibrato tra infrastrutture, offerta tecnica e fruibilità turistica, Limone Piemonte si posiziona oggi come meta bike-friendly competitiva, capace di soddisfare un pubblico sempre più attento alla qualità dell’esperienza e alla sostenibilità della proposta.

“Tauri Memories”. Quando in campo scendevano “loro”!

Un’intera giornata, al “Motovelodromo Fausto Coppi”, per rivivere la storia della grande squadra di “Football Americano”

Sabato 31 maggio, ore 10,30 – 17,30

Più, molto di più che una semplice storia di “Football”! I “Tauri” hanno rappresentato e, ancor oggi, rappresentano e raccontano una storia fatta di “Football– Fratellanza – Passione”. Storia grande, indimenticata e indimenticabile che verrà, a ragione, ricordata con “Tauri Memories”, evento in programma al “Motovelodromo Fausto Coppi” di corso Casale, sabato 31 maggio (ore 10,30 – 17,30), a Torino.

Organizzata dall’Associazione “APS SEAL Sport Experience Activation Lab ASD” , in collaborazione con la “Community Veteran Players TAURI” , la giornata vuole raccontare “non solo l’evoluzione di una squadra – precisano i responsabili – ma anche quella di un movimento e di una visione educativa e sportiva”.

L’esposizione fotografica, accompagnata da materiale di gioco storico , farà rivivere la compagine di “Football americano” militante nel “Campionato nazionale di Prima Categoria” che giocò al “Motovelodromo” dal 1979 al 1987.

Per l’occasione, alle 11,30 è in programma, alla presenza dell’assessore comunale allo Sport Domenico Carretta, l’inaugurazione della “targa commemorativa” dedicata ai “Tauri” e collocata all’ingresso della struttura, accanto a quella dei “Campioni d’Italia del Rugby” del 1947.

Un po’ di storia.

L’avventura sportiva e di vita dei “Tauri” inizia nel 1977 ed è indissolubilmente legata a un nome, quello del mitico astigiano di Castelnuovo Calcea (dove nasce nel 1915) Bruno Beneck, scomparso a Roma nel 2003, atleta, giornalista, regista cinematografico e televisivo (autore, fra l’altro della famosa “Domenica Sportiva” da lui diretta dal 1970 al ’72) e visionario dirigente sportivo, pioniere in Italia, insieme a Giovanni Colombo, del “Football” americano. E’ proprio lui a lanciare il primo “Campionato Italiano di Football Americano” o “Torneo della Stampa Sportiva”Le quattro squadre partecipanti, rappresentanti delle principali testate giornalistiche sportive italiane, erano in realtà formate da “militari” delle basi “NATO” americane .

A vincere furono i “Tori di Torino” , che in finale sconfissero i “Diavoli di Milano”.

Due anni dopo, nel 1979 , Beneck riesce a compiere il vero passo decisivo: fonda la “Lega Italiana Football (LIF)” e organizza il “Primo campionato con squadre composte esclusivamente da atleti italiani”.

I “Tori”, nati nel 1977, vengono rifondati da un gruppo di studenti dell’“Istituto Margara” di Torino, iscrivendosi al Campionato del 1980. Grazie ai rapporti internazionali di Beneck, le attrezzature e le divise arrivano direttamente dagli USA: nel 1979 sono i “Los Angeles Rams” a sostenere i “Tori”, fornendo le divise giallo– blu, i colori propri della Città di Torino. Nel 1981, la “LIF” si chiude, ma non si spegne. L’anno successivo, a Milano, nasce l’“Associazione Italiana Football Americano (AIFA)” con presidente Giovanni ColomboI “Tori” cambiano nome in “TAURI” per potersi iscrivere ai campionati “AIFA”. Cambiano anche i colori: da “giallo-blu” a “granata e bianco”. Ma il loro spirito resta immutato. Il 1984 è  l’“anno d’oro” : 7 vittorie2 sconfitte e 1 pareggio.

Nel 1986 iniziano le difficoltà economiche . Difficoltà che, dopo una fusione con i “Gators” della seconda divisione, nel 1988 diventano insostenibili. La squadra si scioglie, e molti atleti di livello nazionale passano ai “Giaguari” , l’altra storica squadra torinese. Ma lo spirito “Tauri” è ancora forte.

Nasce una “Community spontanea”: ex giocatori e sostenitori continuano a incontrarsi, ogni anno durante il “Tauri Day”Nel febbraio 2013, circa 30 ex “Tauri” fondano la “Tauri Torino”, per ridare vita al sogno: un football fatto di valori, amicizia, crescita. Nascono due progetti. “Classe Tauri”: corsi didattici nelle scuole torinesi, realizzati da un tavolo multidisciplinare con esperti universitari, “Flag Football Agonistico”, con partecipazione ai Campionati “FIDAF”. Dal 2013 al 2024, il progetto coinvolge oltre 1.500 studenti l’anno, forma più di 30 istruttori scolastici, accoglie più di 30 tirocinanti “SUISM” e organizza numerosi tornei e corsi di formazione per docenti.

A fine 2024, l’attività agonistica dei “Tauri Torino” termina. Ma l’eredità vive e si trasforma: i “progetti educativi e “didattici” confluiscono in “APS Sport Experience Activation ASD”Associazione impegnata nella promozione del “calcio americano” come strumento educativo ed inclusivo. E la grande “Storia” dei “TAURI”, pur se trasformata, in una fresca miriade di rivoli e ruscelli prosegue senza mai dimenticare il flusso ancora limpido di un lungo “fiume”, sinonimo di amore, passione, amicizia e benefiche regole di sport e di vita.

Per info: “Motovelodromo Fausto Coppi”, corso Casale 144, Torino; tel. 011/3828188 o www.motovelodromo.to.it

  1. m.

Nelle foto: Immagini di repertorio 1985/ 1986

L’Associazione Narconon promuove il “Torneo Calcistico ‘Io Dico No’”

Una partita tra ex Glorie del Calcio, personaggio radiotelevisivi e Amministratori Locali

Mercoledì 28 maggio, alle 11.30, presso il Consiglio Regionale di via Alfieri 15, a Torino, si è svolto nella sala delle Bandiere l’incontro di presentazione dell’iniziativa benefica “Torneo calcistico ‘Io Dico No’”, il cui incasso verrà devoluto alla Fondazione Tumori MSR Muscolo Scheletrici. Il torneo coinvolgerà 16 società calcistiche del torinese annata 2017. L’evento, promosso e curato da Forza Italia e Associazione Narconon Piemonte APS, prevede una partita di calcio presso il campo sportivo del Pozzomaina, in via Monte Ortigara 78, tra ex Glorie del Calcio e alcuni personaggi radiotelevisivi contro una rappresentanza di Amministratori Locali.

Nella giornata di sabato sarà presente anche l’ex calciatore della Juventus Michele Padovano, che testimonierà la sua esperienza riguardante la sua nota vicenda giudiziaria, raccontata anche nel libro di recente uscita intitolato “Tra la Champions e la Libertà”, edito da Cairo.

“L’Associazione Narconon si occupa della gestione e del recupero, in modo naturale, di persone vittime di dipendenza da alcool e droghe – ha dichiarato Natasha Benincasa, in rappresentanza dell’Associazione Narconon, che ha sede a Villafranca d’Asti, dove si trova anche la comunità omonima – Penso sia importante il ruolo della prevenzione a partire dalle scuole e dalle società sportive che lavorano con i ragazzi. Il nostro ruolo è quello di creare consapevolezza attorno a ciò che circonda l’uso delle sostanze e contrastare la falsa informazione a riguardo. Le persone devono avere una seconda opportunità, e per aiutarle a rialzarsi è doveroso approfondire la conoscenza di questi argomenti. Promuoveremo molti eventi come questo per sensibilizzare la società”.

“Grazie all’Associazione Narconon sono uscito da un periodo difficile – ha raccontato l’ex portiere del Torino Lys Gomis, intervenuto alla conferenza stampa – Sono stato dipendente da sostanze e l’Associazione mi ha aiutato a uscirne in modo naturale, facendo sì che io riprendessi in mano la mia vita. Credo che la comunicazione tramite lo sport sia diretta ed efficace, e per questo ho voluto mettermi in gioco personalmente. È drammatico pensare che l’84% dei giovani consumi alcool o droghe. Ci tengo a ringraziare Forza Italia per la sensibilità e l’organizzazione di questo importante evento mediatico, un’occasione per divertirsi, contribuire all’educazione, alle conoscenze dei giovani e fare della beneficenza in favore della Fondazione Tumori MSR Muscolo Scheletrici”.

Gian Giacomo Della Porta

Peñarol, il Piemonte d’Uruguay. Storie di calcio e di emigrazione

Il nome deriva da Pinerolo e lo si deve a Giovan Battista Crosa che nel 1765 arrivò a Montevideo e fondò – insieme ad altri conterranei – il quartiere che , storpiando il nome del comune situato allo sbocco in pianura della Val Chisone, nel tempo, è diventato il “barrio” Peñarol

Nel 2016 a Montevideo il Club Atletico Peñarol ha festeggiato l’inaugurazione del suo nuovo stadio: 43.000 posti a sedere, attrezzato, moderno e con un area-museo dedicata alla storia  del club più prestigioso dell’Uruguay. D’ora in poi l’Estadio Campeón del Siglo celebrerà le gesta dei calciatori i maglia giallo-nera, ricordando il legame tra questa  squadra, tra le più vincenti del sudamerica, e il Piemonte.

Il nome Peñarol , infatti, deriva da Pinerolo e lo si deve a Giovan Battista Crosa che nel 1765 arrivò a Montevideo e fondò- insieme ad altri conterranei – il quartiere che , storpiando il nome del comune situato allo sbocco in pianura della Val Chisone, nel tempo, è diventato il “barrio” Peñarol. Una storia che è diventata uno spettacolo teatrale, grazie al testo curato da Renzo Sicco e Darwin Pastorin che,  grazie ad Assemblea Teatro, anima le scene con il progetto ”Peñarol, il Piemonte d’Uruguay:storie di calcio e di emigrazione”. Pinerolo, Peñarol: due nomi identici che in due lati del mondo in continenti lontani raccontano di emigrazione, povertà, lavoro, rinascita ..e calcio! Bella storia, quella del club che assume i colori sociali giallo e nero, ispirati a quelli delle barriere delle strade ferrate, essendo molti dei suoi fondatori dei “musi neri”, macchinisti delle ferrovie uruguaiane, per lo più italiani. Un legame profondo, segnato dalle storie d’emigrazione dalle terre piemontesi verso il “nuovo mondo”, dove la passione per il calcio si confonde con la storia in una città, capitale d’Uruguay, dove nelle vene della metà dei tre milioni di abitanti, scorre sangue italiano. I pinerolesi, come tanti altri abitanti delle valli e della pianura, andavano a Genova per imbarcarsi, spesso senza conoscere l’effettiva destinazione, stipati in terza classe, a rischio di finire morti affogati quando i piroscafi cedevano alla rabbia dell’oceano, per cercare fortuna nelle “meriche”.

La passione per i “fotbaleur” , nel caso, ha fatto il resto.  Così, quello che nel 1891 era stato fondato a Montevideo come “Central Uruguay Railway Cricket Club” (CURCC), squadra di fùtbol della capitale uruguaiana,  nel 1913, cambia nome in “Club Atletico Peñarol”. In breve, questa “instituciòn deportiva” diventò presto la miglior squadra del Sudamerica, complice il ciclo del grande Uruguay che tra il 1930 ed il 1950 vinse due edizioni dei Mondiali. Quando la finale della Coppa del mondo venne giocata in Brasile, nella storica data del 16 luglio 1950, quando la “Celeste” nazionale uruguagia  sconfisse 2 a 1 la Seleção dei padroni di casa, sprofondando nella disperazione il Maracanà, il Peñarol aveva già conquistato 17 campionati d’Uruguay e forniva alla nazionale giocatori del calibro di Obdulio Varela e Juan Alberto Schiaffino, che poi venne a giocare in Italia, nel Milan. Nel biennio 1960-61 il Peñarol salì in vetta al mondo del pallone, vincendo due Coppe Libertadores (la Champions sudamericana) e una Coppa Intercontinentale. Così i “carboneros” entrarono nella storia del calcio. Nel 1966 arrivò la doppietta: Libertadores e Intercontinentale. Doppietta replicata sedici anni dopo, nel 1982. Nel frattempo arrivano altri 32 titoli nazionali, l’ultimo nel 2012-13.

Un palmares di successi impressionante, al punto da far sì che la Federazione Internazionale di Storia e Statistica del Calcio (IFFHS) nominasse il Peñarol “Club del XX° secolo del Sud America”. Ma non tutto si può ridurre ai dati numerici. La passione, la voglia di riscatto sociale, l’incrollabile fede nei colori del “Pinerolo d’Uruguay” , nel tempo, ha rappresentato un fenomeno davvero importante, legatoa  doppio filo con l’Italia. Nei primi grandi calciatori aurinegros ( gialloneri , per via del colore delle maglie) erano evidenti le tracce di italianità: le più grandi leggende del club erano figli o nipoti di italiani. Basta pensare alle prime due stelle, Lorenzo Mazzucco e Josè Piendibene Ferrari, entrambi avevano i genitori italiani. E poi Juan Alberto Schiaffino ( così scrisse di lui Eduardo Galeano: “con le sue giocate magistrali, organizzava il gioco della squadra come se stesse osservando tutto il campo dalla più alta torre dello stadio”),il centrocampista Rafael Sansone, il difensore Ernesto Mascheroni , l’istriano di nascita Ernesto Vidal, centrocampista che aveva “tre patrie ma solo una gli regalò il tetto del mondo”, il portiere Roque Maspoli e tanti altri. Una storia di scatti, rincorse e calci al pallone che continua, sull’asse della memoria che unisce i due lati del mondo, da Pinerolo al “barrio” Peñarol.

Marco Travaglini