Il giorno dopo la chiusura di Terra Madre abbiamo incontrato Laura La Spada, giovane attivista di Slow Food Young Network Italia.
Partiamo dal tema di Terra Madre di quest’anno…
Il tema di questa quattordicesima edizione di Terra Madre Salone del Gusto è stato la rigenerazione, un rinnovamento necessario per costruire un sistema alimentare più sano e per raggiungere una vera transizione ecologica. Noi giovani abbiamo voluto vivere l’evento da protagonisti, perché crediamo fermamente nella necessità urgente di operare una transizione a partire dal sistema alimentare. Anzi, posso dire che siamo usciti da Terra Madre sentendoci rigenerati noi per primi. Abbiamo avuto la possibilità di vivere l’evento insieme ai nostri coetanei da tutto il mondo, organizzando momenti formativi per mettere a fuoco le problematiche del settore agroalimentare e trovare le risposte e gli strumenti per affrontarle. Terra Madre è stato il punto di incontro tra attivisti, produttori e giovani cuochi; qui siamo riusciti a gettare le basi per essere attori di cambiamento e rinnovamento del sistema.
Come è andata questa edizione di Terra Madre Salone del Gusto? Hai qualche aneddoto curioso da raccontarci?
È andata molto bene! A Parco Dora ci sono stati oltre 350.000 passaggi, visitatori che sono venuti per assistere alle conferenze, curiosare nel mercato di produttori nazionali e internazionali e assaggiare il cibo di strada da tutta Italia. Ma l’emozione più grande è stata ritrovare la nostra rete globale tutta unita dopo quattro anni. E a regalarci alcuni momenti unici sono stati proprio i nostri delegati da tutto il mondo. Ad esempio, a Terra Madre si è tenuta una vera e propria supra georgiana, una versione ridotta del tradizionale pasto che in Georgia può durare anche giorni. Il tutto guidato dal “maestro di brindisi” e annaffiato dai vini lavorati in qvevri, le anfore di terracotta. Al centro dell’evento si è potuto camminare in un sentiero di biodiversità, un percorso unico attraverso centinaia di prodotti provenienti da ogni angolo del mondo e appartenenti a tre filiere scelte rappresentative di rigenerazione: quella sociale, attraverso pani, cereali e farine; quella ambientale, tramite i legumi; quella dei boschi e delle foreste rappresentata da castagne e frutti spontanei.
Altra novità assoluta è stato il Portale Terra Madre. L’ingresso in un container dismesso, ha consentito un viaggio virtuale connettendo comunità e attivisti di tutto il mondo, facendoli conversare e addirittura cenare insieme come se fossero nella stessa stanza.
Come ha ospitato Parco Dora l’evento?
Parco Dora è stato una scoperta per tutti, a partire dai torinesi. È stato bello cogliere lo stupore di chi abita in altre zone e non lo aveva mai visitato prima, così come l’emozione negli occhi degli abitanti del quartiere nel vederlo così vivo e partecipato.
Per noi, invece, è stato un esempio tangibile di rigenerazione, la casa che ha accolto i nostri ospiti e delegati da tutto il mondo, il luogo in cui ritrovarci. Natura e contesto urbano, tradizione e futuro, la doppia anima di un posto unico che in qualche modo era riflessa anche nel nostro programma. A Terra Madre si è parlato di un necessario ritorno alla terra e supporto a chi oggi svolge il lavoro agricolo, soprattutto in contesti sociali e ambientali non semplici, ma si sono portati anche esempi efficaci di politiche del cibo nelle città. E poi non è mancato il dialogo intergenerazionale, a dimostrazione che la rigenerazione non può farsi senza basi solide. Anche tra i volontari, che sono stati un supporto prezioso durante tutto il corso dell’evento, c’erano persone anziane insieme ai ragazzini delle scuole e degli istituti torinesi.
Parliamo di sostenibilità, come ha funzionato e cosa avete organizzato per l’evento di quest’anno? è andato tutto secondo i vostri piani?
Possiamo dire che ci siamo impegnati davvero tanto sotto questo punto di vista. All’interno dell’evento, l’allestimento delle sale è stato realizzato con pallet e cartone. L’acqua era solo in contenitori di alluminio riciclabili. Diversi eventi hanno portato all’attenzione la tematica degli sprechi alimentari e del riuso di prodotti di scarto della filiera. Tutte le eccedenze alimentari, concluso Terra Madre, sono state donate a organizzazioni di beneficenza.
Abbiamo poi incentivato i visitatori a raggiungere Terra Madre limitando gli spostamenti in auto e preferendo quando possibile i mezzi pubblici. A proposito, camminando per la città vi sarete imbattuti nella segnaletica orizzontale sui marciapiedi: anche quella era realizzata con vernici ecologiche!
Siete soddisfatti?
Sì, è stato fatto un grande lavoro. Per essere la prima edizione in un luogo completamente nuovo per noi, possiamo dirci soddisfatti, ma al contempo siamo consapevoli che diversi aspetti possono essere migliorati. Per questo abbiamo accolto ogni osservazione con le orecchie ben aperte e con il sorriso, già pensando alla prossima edizione.
Luisa Cicero e Eleonora Tirelli