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Piemonte, stop al blocco dei diesel Euro 5: ecco il Piano per la qualità dell’aria con misure alternative

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Il presidente della Regione Piemonte, Alberto Cirio, insieme agli assessori Matteo Marnati e Andrea Tronzano, annuncia l’avvio della modifica del Piano regionale per la qualità dell’aria, con l’obiettivo di recepire la recente norma nazionale che supera lo stop alla circolazione dei veicoli diesel Euro 5, inizialmente previsto dal 1° ottobre 2025.

«Una scelta di buon senso e sostenibile che garantisce il diritto alla mobilità per le famiglie e le imprese e tutela l’ambiente».

Il nuovo provvedimento riguarda oltre 307.000 veicoli, tra auto private e mezzi commerciali, attualmente in circolazione in Piemonte. Solo nella provincia di Torino si contano 134.197 veicoli, di cui 46.729 all’interno del Comune. Seguono Cuneo con 59.915, Alessandria con 34.865, Novara con 25.306, Asti con 14.746, Biella con 13.627, Vercelli con 12.985, e il Verbano-Cusio-Ossola con 11.995.

Il presidente Cirio ha sottolineato come il pressing delle Regioni del bacino padano abbia portato il Governo a rivedere il blocco, evitando gravi ricadute sociali ed economiche:

«Come presidenti delle Regioni del bacino padano avevamo sollecitato l’azione del governo per superare il blocco dei diesel Euro 5, che avrebbe duramente penalizzato famiglie e imprese, e ringrazio l’esecutivo per aver agito stoppando l’entrata in vigore del divieto di circolazione. La norma ora prevede che il divieto si applichi dal 2026 e solo nella città con più di 100 mila abitanti, che in Piemonte sarebbero Torino e Novara, a meno che le Regioni non mettano in campo misure alternative che consentano di raggiungere gli obiettivi di qualità dell’aria superando il blocco dei veicoli. Ed è quello che ha deciso di fare la Regione Piemonte, che avvierà da subito le procedure per la revisione del Piano attraverso un task force formata da tecnici, esperti e rappresentanti istituzionali, con il contributo scientifico di Arpa Piemonte, con l’obiettivo di introdurre misure per la qualità dell’aria che però non ledano il diritto alla mobilità dei cittadini. A questo obiettivo, oltre alle nuove misure che saranno il frutto del lavoro degli esperti, contribuiscono anche quelle di incentivo all’uso del trasporto pubblico, a partire dalla Tessera dello studente, che coinvolge 107 mila universitari under26 nelle aree urbane e quindi potenzialmente più inquinate».

Sulla stessa linea l’assessore all’Ambiente, Matteo Marnati:

«Abbiamo avviato un nuovo percorso importante e unico nel panorama italiano ed europeo per mettere in campo tutte le conoscenze tecnologiche e scientifiche a disposizione, con l’obiettivo di trovare nuove soluzioni sempre più efficaci al problema degli inquinanti in aria. La nostra struttura speciale avrà il compito di superare quelle misure che mettono in difficoltà economicamente i nostri cittadini e le piccole e medie imprese con misure alternative altrettanto efficaci per la riduzione degli inquinanti. Insieme agli atenei piemontesi abbiamo già avviato un percorso per fare tutte le sperimentazioni nei laboratori e certificare dei nuovi modelli e tecnologie da impiegare. In particolare, vogliamo diventare i massimi esperti per la produzione e l’uso delle nuove energie e dei biocarburanti ma anche molto altro nei settori della chimica verde, dell’industria, riscaldamento e dell’agricoltura sostenibile».

Anche l’assessore alle Attività produttive, Andrea Tronzano, ribadisce l’importanza di un equilibrio tra tutela ambientale e sviluppo economico:

«La tutela dell’ambiente è un obiettivo essenziale, ma non può essere perseguita a scapito delle imprese, del lavoro e della crescita economica. Serve una transizione che accompagni il nostro sistema produttivo con misure efficaci e compatibili. È questa la direzione su cui stiamo lavorando: soluzioni concrete per migliorare la qualità dell’aria senza compromettere la competitività delle attività produttive piemontesi».

Per sviluppare e attuare le misure alternative, è stata istituita una Struttura speciale che coinvolge la Direzione Ambiente, Energia e Territorio della Regione, Arpa Piemonte, Politecnico di Torino, Università di Torino, Università del Piemonte Orientale, Città Metropolitana di Torino, Province piemontesi ed esperti di settore. Le aree di intervento includono energia, mobilità, industria, agricoltura, rigenerazione urbana e riduzione delle sostanze climalteranti.

Secondo le simulazioni di Arpa Piemonte, l’obiettivo è ridurre ossidi di azoto di 500-700 tonnellate e polveri sottili di 40-70 tonnellate, grazie a misure concrete, tra cui:

  • Incentivazione dei biocarburanti, capaci di ridurre le emissioni fino al 30% senza modifiche ai motori;

  • Riduzione dell’attività delle centrali turbogas;

  • Maggiore uso di fonti rinnovabili come il fotovoltaico e il biogas riconvertito in biometano;

  • Uso dell’intelligenza artificiale per la gestione del traffico urbano;

  • Tessera dello studente, che consente a 107.000 studenti under26 di viaggiare gratuitamente sui mezzi pubblici urbani;

  • Bonus TPL aumentato da 100 a 150 euro ed esteso anche ai possessori di auto diesel Euro 6.

La struttura speciale sta inoltre valutando soluzioni tecnologiche innovative già sperimentate a livello internazionale:

  • Cubi filtranti modulari alimentati da fonti rinnovabili per abbattere ossidi e polveri in aree critiche;

  • Sistemi di nebulizzazione d’acqua per catturare il particolato atmosferico;

  • Materiali fotocatalitici integrati in strade e facciate per neutralizzare agenti inquinanti con la luce solare;

  • Autostrade intelligenti con regolazione dinamica del traffico e della velocità;

  • Kit di ibridazione per la riconversione dei motori diesel, applicabili anche su veicoli Euro 4 e 5, pubblici e privati.

Attraverso queste misure, la Regione Piemonte punta a una transizione ambientale che coniughi sostenibilità, innovazione e salvaguardia della mobilità e dell’economia locale.

Salute e sociale: approvato il Piano Socio Sanitario della Regione Piemonte

La Giunta regionale ha dato il via libera al nuovo Piano Socio Sanitario del Piemonte, il documento strategico che guiderà la programmazione della sanità piemontese nei prossimi anni, definendone priorità, risorse e azioni 

«Si tratta di un momento storico, perché da tanti anni mancava una programmazione capace di guardare al futuro della sanità piemontese in modo strutturato – spiega il presidente della Regione Piemonte, Alberto Cirio – Per la prima volta abbiamo uno strumento che non si limita all’emergenza o all’improvvisazione, ma costruisce una visione solida e duratura. Una visione che tiene insieme l’edilizia sanitaria e l’evoluzione di un sistema che oggi non è più soltanto sanitario, ma socio-sanitario. L’introduzione di figura nuova – quella del direttore socio-sanitario nelle aziende sanitarie – rappresenta infatti l’ossatura del cambiamento. È il segno tangibile di quell’integrazione – tra salute e sociale, tra ospedale e territorio – di cui per anni si è parlato ma che non era mai stata realmente calata a terra. L’approvazione del piano rappresenta un altro tassello degli impegni del primo anno di legislatura che abbiamo portato a termine e che mettiamo a disposizione del nostro Piemonte. E credo, con franchezza, che sia uno dei più importanti».

L’assessore alla Sanità Federico Riboldi sottolinea come questo piano rappresenti una svolta decisiva:
«Con il nuovo Piano Socio Sanitario imprimiamo un’accelerazione al processo di cambiamento della sanità regionale. Ora è scritto nero su bianco l’obiettivo principale del nostro agire quotidiano: il ritorno nell’alveo della sanità pubblica di tutti quei cittadini che oggi, per motivi economici, logistici e lunghi tempi d’attesa, rinunciano alle cure sanitarie, perché la sanità o è universale o non è! Nei prossimi giorni proseguiremo nell’iter di approvazione definitiva per poter dare quanto prima ai cittadini piemontesi il nuovo Piano Socio Sanitario del Piemonte».

Il piano introduce numerose novità nell’ambito sanitario:

  • Istituzione dei Tavoli di Lavoro per specifiche patologie, in ottica di confronto costante con cittadini e associazioni.

  • Riorganizzazione della medicina territoriale con nuove strutture e con la nuova figura del “Direttore Sociosanitario”.

  • Attivazione delle Aggregazioni Funzionali Territoriali come nuovo modello per la medicina generale.

  • Nascita del “Corpo Logistico Sanitario Piemontese” per facilitare l’accesso alle cure.

  • Introduzione del “Responsabile Operativo degli Ambienti Sanitari” per umanizzare le strutture sanitarie.

  • Avvio del più grande Piano di edilizia sanitaria mai realizzato in Piemonte.

  • Nuovo CUP integrato con l’intelligenza artificiale.

  • Coordinamento per la candidatura di nuovi IRCCS pubblici, per contrastare la mobilità sanitaria.

  • Razionalizzazione delle spese improduttive a favore delle attività cliniche.

  • Lancio dell’APP Piemonte in Salute per facilitare l’accesso ai servizi.

  • Estensione degli screening neonatali, diagnosi precoce del diabete di tipo 1 e della celiachia nei bambini.

  • Potenziamento della salute mentale: presa in carico precoce, interventi preventivi, Consulta per la Salute Mentale, adozione del Budget di Salute.

  • Nuove misure per i Disturbi della Nutrizione e dell’Alimentazione.

  • Odontoiatria solidale per le fasce più fragili.

  • Ampliamento degli screening neonatali ai test disponibili in commercio.

Anche la componente sociale del piano viene profondamente rinnovata, come evidenziato dall’assessore alle Politiche sociali Maurizio Marrone:
«Abbiamo fissato l’obiettivo ambizioso di rendere sociale la sanità, mettendo al centro del piano i bisogni di chi finora è sempre stato dimenticato dalle istituzioni. I bambini che non nascono per mancanza di sostegno alle famiglie, i caregiver che faticano ad assistere i propri cari senza i contributi necessari, i malati cronici costretti a piegare i propri bisogni particolari alle procedure comuni, i disabili condannati a destreggiarsi tra le burocrazie di diverse istituzioni, chi soffre di malattie rare sacrificato dal numero limitato di casi, gli anziani che possono restare in salute solo con le corrette azioni di prevenzione. Abbiamo segnato la rotta per dare risposte efficaci a tutte queste fragilità sottraendole una volta per tutte al cono d’ombra di indifferenza».

Tra le principali novità sul fronte sociale:

  • Investimenti strutturali per i caregiver familiari: 5 milioni di euro annui, che pongono il Piemonte tra le prime tre regioni italiane per sostegno alle famiglie.

  • Conferma del Fondo Vita Nascente e lancio del Buono Vesta da 30 milioni di euro destinato alle famiglie con figli 0-6 anni.

  • Copertura dei costi dei parafarmaci per pazienti fragili con malattie rare attraverso risorse extra Lea.

  • Revisione della normativa per le strutture residenziali (anziani, disabili, minori, tossicodipendenti), per adeguare requisiti e prestazioni ai bisogni attuali.

  • Integrazione tra servizi sanitari e sociali, con percorsi condivisi tra ASL, Comuni e Terzo Settore, e creazione di équipe multidisciplinari.

  • Introduzione di una convenzione regionale unica tra ASL e Enti Gestori.

  • Presa in carico nella transizione minore-adulto per le persone con disabilità.

  • Allineamento dei servizi sanitari penitenziari con il modello territoriale.

  • Promozione di percorsi di invecchiamento attivo e salute preventiva.

In conclusione, gli assessori Riboldi e Marrone sottolineano il metodo innovativo adottato:
«Abbiamo deciso di riscrivere integralmente la carta d’identità socio-sanitaria piemontese – spiegano – e, per la prima volta nella storia della nostra Regione, è stato fatto insieme alle associazioni di pazienti, ai professionisti sanitari, alle organizzazioni sindacali e alle istituzioni locali; che saranno nuovamente coinvolte per la presentazione del testo approvato dalla Giunta».

Merlo: Centro, ma può davvero allearsi con questa sinistra?

“Ma sarebbe francamente credibile e serio un Centro che si allea con l’attuale sinistra italiana?
Cioè con la sinistra radicale e massimalista della Schlein, con la sinistra populista e giustizialista
dei 5 stelle di Conte e con la sinistra estremista ed ideologica del duo Fratoianni/Bonelli con la
partecipazione straordinaria del segretario della Cgil Landini? E, di grazia, un Centro riformista,
moderato e di governo dovrebbe viaggiare con quella carovana?
Oltre ad essere politicamente e culturalmente innaturale, forse ha davvero ragione l’ex Pci
Goffredo Bettini quando sostiene che il Centro da quelle parti ha senso solo se si nasconde sotto
una ‘tenda’. Ecco, appunto, deve nascondersi in silenzio in un accampamento. Senza disturbare
chi realmente guida la coalizione di sinistra e progressista”.

On. Giorgio Merlo
Presidente nazionale ‘Scelta Cristiano Popolare’.

Lavoro in carcere, non solo scelta etica

Far lavorare i detenuti non è solo una scelta etica, ma anche una strategia concreta per migliorare la sicurezza, ridurre la recidiva e generare valore per tutta la comunità: sono le opportunità offerte dalla Legge Smuraglia, illustrate nel corso di una conferenza stampa tenutasi nel Grattacielo Piemonte dal sottosegretario alla Giustizia Andrea Delmastro, dal vicepresidente e assessore regionale al Lavoro Elena Chiorino e dal direttore del Dipartimento dell’amministrazione penitenziaria Ernesto Napolillo.

Cos’è la Legge Smuraglia

Mentre in passato si è spesso ricorso a scelte differenti come indulti o amnistie, oggi il Governo promuove una visione fondata su responsabilità e reinserimento reale. Il lavoro in carcere è parte integrante della sicurezza: educa al rispetto delle regole, restituisce dignità e trasmette professionalità. Non solo uno strumento di reinserimento, ma un vero e proprio investimento per l’intera collettività: ogni detenuto costa allo Stato 137 euro al giorno, un detenuto che lavora ha solo il 2% di recidiva contro il 68,7% di chi non lavora, attualmente lavorano oltre 20.000 detenuti, di cui 2.190 assunti con i benefici della Legge Smuraglia.

“Il lavoro non è un premio, ma una palestra di cittadinanza – ha dichiarato Delmastro – Il lavoro dà dignità, senso del dovere e speranza. È il più potente strumento di giustizia sociale e sicurezza. Inoltre riduce la frustrazione, previene i suicidi, restituisce motivazione e alleggerisce il carico su chi lavora ogni giorno negli istituti. È, quindi, un investimento in dignità, legalità e sicurezza per tutti”.

La norma prevede inoltre importanti agevolazioni fiscali: credito d’imposta fino a 520 euro al mese per ogni detenuto assunto e 300 euro per i semiliberi; ulteriori incentivi in caso di percorsi di formazione abbinati all’assunzione; riduzione dell’aliquota contributiva fino al 95% o 100% in base alla tipologia d’azienda; estensione del beneficio anche alle aziende pubbliche e private che assumono detenuti ammessi al lavoro esterno.

Nel 2024 sono stati 537 soggetti economici che hanno usufruito di questi benefici, per un totale di 10,6 milioni di euro di agevolazioni concesse, con una crescita di oltre 660.000 euro rispetto al 2023. Le cooperative sociali, pur rappresentando il 30% dei beneficiari, hanno ricevuto il 68% dei fondi, a conferma della loro capacità di investimento sociale. Il coinvolgimento diretto del mondo imprenditoriale privato è la prossima sfida.

Cosa sta facendo la Regione Piemonte

La Regione Piemonte è tra le realtà più attive nella promozione dell’inclusione socio-lavorativa dei detenuti tramite progetti innovativi e investimenti costanti, sostenuti in particolare dal Fondo Sociale Europeo. La formazione professionale e le politiche per il lavoro rivolte ai detenuti rappresentano una priorità concreta e strutturata.

Ogni anno vengono investiti circa 2,9 milioni di euro per offrire opportunità formative ai detenuti, sia adulti che minori, come nel caso dell’Istituto penale per minorenni Ferrante Aporti di Torino. I percorsi spaziano dalla panificazione alla falegnameria, dall’edilizia alla cucina, fino all’impiantistica, e prevedono corsi professionalizzanti, momenti di stage, il riconoscimento delle competenze acquisite e un’indennità di frequenza.

Nel 2024 sono stati 890 i detenuti coinvolti, con 879 esiti positivi e 87 corsi attivati. I finanziamenti hanno raggiunto oltre 2,5 milioni di euro per gli adulti e 320.000 euro per i minori.

A questa offerta si affianca lo Sportello Lavoro Carcere, uno strumento operativo destinato a chi ha un fine pena entro cinque anni. L’obiettivo è rafforzare l’occupabilità dei detenuti attraverso un percorso coordinato che coinvolge il Provveditoriato dell’Amministrazione penitenziaria, il Garante dei detenuti, la Giustizia minorile, le Agenzie per il Lavoro e i Centri per l’Impiego. Finanziato con risorse FSE+ 2021.27 per 3 milioni di euro, lo Sportello ha già supportato 1.863 persone, attivato 303 tirocini e favorito oltre 500 inserimenti lavorativi, tra tirocini e contratti.

Un ulteriore strumento d’inserimento è rappresentato dai Cantieri di lavoro, che consentono ai detenuti di svolgere attività di pubblica utilità: per il biennio 2025-2026 sono 20 i progetti presentati, per un totale di 56 richieste di inserimento.

In questo quadro si inserisce anche la partecipazione della Regione Piemonte all’avviso “Una giustizia più inclusiva” del Ministero della Giustizia, con un progetto pilota che prevede l’attivazione di un Centro per l’Impiego all’interno degli istituti penitenziari, la formazione in spazi rigenerati grazie a fondi Fesr, servizi strutturati di inserimento lavorativo e un rafforzamento del legame carcere-territorio anche mediante il coinvolgimento delle imprese.

Gli istituti coinvolti inizialmente saranno quelli di Alessandria, Vercelli, Asti e Biella, poi le azioni potranno essere estese fino alla concorrenza del budget regionale complessivo di oltre 3 milioni di euro .

“Insomma una visione concreta e coerente – ha dichiarato Chiorino – La pena che educa è una pena che serve alla società. La Regione Piemonte, in sinergia con il Governo e con il Ministero della Giustizia, continuerà a investire nella dignità, nella formazione, nel lavoro. Perché un carcere che lavora è un carcere che educa. E una società che educa è una società che cresce e garantisce sicurezza ai cittadini e agli uomini e donne in divisa che ogni giorno prestano servizio negli istituti”.

cs

PoliTo presenta la nuova strategia per lo sport

L’ateneo torinese lancia il progetto che integra lo sport nella vita universitaria per promuovere lo sviluppo personale, sociale e accademico degli e delle studenti

Lo sport come pilastro per la crescita personale, sociale e accademica: il Politecnico di Torino lancia oggi “PoliTO Sporty Campus”, un’iniziativa strategica volta a integrare profondamente lo sport nella vita universitaria. Ispirato a modelli anglosassoni ma adattato ai valori italiani, il progetto ha l’obiettivo di promuovere lo sviluppo individuale, l’integrazione sociale e la formazione degli e delle studenti. L’iniziativa mira infatti a valorizzare i principi dello sport e a promuovere corretti stili di vita, con l’ambizione di fare dell’Ateneo torinese un punto di riferimento nazionale e internazionale su queste tematiche.

Lo sport rappresenta per il Politecnico un fondamentale pilastro su cui basare il futuro dell’Ateneo, integrando competenze e alta formazione, con un approccio che mette al centro il benessere fisico e psicologico di tutti i soggetti che appartengono alla nostra comunità, dagli studenti alla componente accademica e tecnico-amministrativa. Il Politecnico presenta così questo programma articolato che interessa ambiti trasversali di azione. Partiamo dall’attrazione di talenti sportivi che possano diventare nostri studenti attraverso il dual carrier e dai nuovi percorsi formativi per specialisti in tecnologie, ingegnerie e architetture per lo sport per arrivare al nuovo centro interdipartimentale per la ricerca e l’innovazione tecnologica e all’incubatore di start up nel mondo dello sport. Abbiamo avviato, e continueremo a farlo nei prossimi mesi, partnership strategiche con Atenei per ricerche trans-disciplinari, come l’Università del Foro italico e l’Uzbek State University of Physical Education and Sport’”, ha ricordato il Rettore Stefano Corgnati, che ha avviato i lavori della giornata e ha introdotto la tavola rotonda sul tema “La dimensione dello sport sul territorio”, a cui sono intervenuti Marina Chiarelli, Assessora allo sport della Regione Piemonte, Domenico Carretta, Assessore allo sport della Città di Torino, e Riccardo D’Elicio, Presidente del Cus Torino.

Il Politecnico di Torino, in qualità di università tecnologica di riferimento in Italia e in Europa, riconosce l’importanza dello sport come elemento fondamentale per la salute della persona e come mezzo di sviluppo della comunità. I valori ispiratori dell’Ateneo si riflettono nei principi dello sport, promuovendo l’attività sportiva come pilastro del benessere individuale e come componente essenziale nei percorsi formativi degli studenti.  Il nostro obiettivo è quello di diventare un Ateneo sportivo riconosciuto e riconoscibile, ma anche una vera e propria scuola di tecnologia per lo sport, punto di riferimento per le esigenze tecnologiche di tutti gli attori – imprese, professionisti, federazioni, atleti – che operano nel settore”, ha proseguito il Vicerettore per la Società, la Comunità e per l’attuazione del programma Stefano Sacchi, che insieme a Tania Cerquitelli e Diego Nargiso, Senior Sport Manager di Ateneo, ha presentato la nuova iniziativa “PoliTo Sporty Campus”.

Il progetto è articolato e prevede numerose iniziative volte ad aumentare il focus dell’Ateneo sullo sport, in tutti gli ambiti della sua attività. Partendo dalla formazione, dove spicca la nuova organizzazione del programma Dual Career, che garantisce la conciliazione di studio universitario e carriera agonistica sportiva, e delle rappresentative sportive dell’Ateneo, anche in collaborazione con il CUS Torino. Saranno poi avviati percorsi formativi su Tecnologie, Ingegnerie e Architetture per lo sport, attraverso un vero e proprio Sport Minor, cioè un percorso di studi aggiuntivo e facoltativo, complementare al percorso principale (la “major”), che consente agli studenti di approfondire un’area di interesse specifico, acquisendo competenze trasversali e arricchendo il proprio percorso formativo.

Un’attenzione particolare sarà dedicata anche alle attività volte a promuovere, nella comunità di Ateneo – studenti, personale tecnico amministrativo e bibliotecario, personale di ricerca e docenti – lo sport quale elemento fondante del benessere personale e sociale e simbolo di un’inclusività che è alla base dei percorsi di studio e ricerca del Politecnico, che è recentemente entrato nel programma Healthy Campus della FISU, un protocollo internazionale adottato da più di 26.000 università nel mondo, che si fonda su un sistema interdisciplinare dedicato allo sport e al benessere in tutti i suoi aspetti.

Nel dettaglio, il progetto si sviluppa lungo “cinque verticali cardine” che delineano le principali aree di interventoSport Agonistico, per trasformare il Politecnico in un polo d’eccellenza nello sport agonistico universitario; Sport per Tutti, che interpreta invece una visione dello sport accessibile all’intera comunità universitaria e cittadina; Sport in Aula, con l’obiettivo di integrare lo sport nella formazione con l’attivazione di Corsi di Laurea, Master e moduli specifici su discipline legate allo sport; Sport come Identità del PoliTO, per creare un marchio distintivo del Politecnico legato allo sport; Sport e Sostenibilità Ambientale, per promuove lo sport come attività sostenibile e responsabile.

Grazie all’iniziativa “PoliTO Sporty Campus”, poi, il Politecnico si doterà di infrastrutture sportive all’avanguardia, individuando nuovi spazi e lavorando in sinergia con il Cus Torino per accedere a impianti di eccellenza.

Si avvarrà, inoltre, di collaborazioni internazionali per investire insieme in innovazione e ricerca d’avanguardia. La prima collaborazione già avviata è stata l’adesione allo “Sport Hub”, iniziativa che vede l’Ateneo partner di Intesa Sanpaolo Innovation Center e Intesa Sanpaolo in un ecosistema pubblico privato, finalizzato a promuovere lo sport come leva di inclusione, rinascita personale e partecipazione attiva. Primo progetto dell’Hub, lo studio di un sistema di classificazione evidence-based – basata cioè su dati oggettivi e misurazioni scientifiche – nel Para Standing Tennis (PST) per valorizzare questo sport e facilitarne il riconoscimento in ambiti più strutturati. L’obiettivo è quello di garantire condizioni di gara eque, che permettano a tutti gli atleti un confronto paritario. L’attività prevede valutazioni sul campo, prove biomeccaniche in laboratorio e l’uso di Intelligenza Artificiale nel rispetto di un approccio human-in-the-loop che assicura trasparenza e affidabilità.

In collaborazione con la Fondazione Matilde Lorenzi e l’Alta Scuola Politecnica, invece, è stato avviato un progetto che coinvolge studenti del Politecnico di Torino e del Politecnico di Milano. L’iniziativa ha l’obiettivo di ridurre gli incidenti sulle piste da sci durante le sessioni di allenamento agonistico, attraverso la realizzazione di una mappa dinamica del rischio basata su modelli data-driven, che integrano il comportamento dell’atleta in movimento, la morfologia del terreno e le caratteristiche del manto nevoso.

Intanto, per amplificare il coinvolgimento della comunità politecnica, in questa settimana è stato messo a disposizione nel cortile centrale del Campus di Ingegneria un campo sportivo polifunzionale per cimentarsi in varie discipline, dal tennis a calcio, pallavolo e basket.

L’evento di questa mattina è stato infine l’occasione per conferire un riconoscimento a studenti e studentesse dell’Ateneo che hanno ottenuto traguardi importanti in diverse discipline sportive e in competizioni di alto livello, dalle Universiadi ai Campionati Nazionali, e per ascoltare dal palco le testimonianze di chi coniuga nel suo vissuto quotidiano la pratica sportiva e lo studio, come Francesco Felici, campione tennis wheelchair under 18, e Silvia Crosio, campionessa mondiale di canottaggio.

cs

Museo Nazionale della Montagna: “Guido Rey. Un amateur tra alpinismo, fotografia e letteratura”

Un’importante mostra dedicata all’eclettica figura del grande alpinista, pronipote di Quintino Sella

Fino al 19 ottobre

“Io credetti, e credo, la lotta coll’Alpe utile come il lavoro, nobile come un’arte, bella come una fede … La Montagna è fatta per tutti, non solo per gli Alpinisti: per coloro che desiderano il riposo nella quiete come per coloro che cercano nella fatica un riposo ancora più forte”. C’è in queste parole tutta l’essenza e la complessità dell’uomo, grande appassionato di montagna e alpinismo, e, al contempo, profondo narratore e, pur anche (quale fu) attento illustratore per parole ed immagini di quell’universo roccioso che seppe tenerlo a sé legato per l’intera vita. Sono parole tratte dall’introduzione di “Alpinismo acrobatico” (1914), fra le varie opere dedicate alla montagna e scritte fra i primi del ‘900 e la metà degli anni ’30, da Guido Rey (Torino, 1861 – 1935) “figura chiave al crocevia tra alpinismo, fotografia e letteratura” della cultura piemontese e del panorama nazionale ed internazionale a cavallo di Otto e Novecento. Pronipote di Quintino Sella, ministro del Regno e fondatore nel 1863 del “Club Alpino Italiano” (in cui anche Guido tenne sempre un ruolo di primissimo piano) a lui il “Museomontagna” di Torino dedica, fino a domenica 19 ottobre, una nuova retrospettiva, dopo la monografica già proposta nel 1986. Il progetto, curato da Veronica Lisino e Mattia Gargano, nasce dal riordino del complesso dei “Fondi Guido Rey”, conservato dal “Centro Documentazione” del “Museo” di Piazzale Monte dei Cappuccini e catalogato nel 2024.

Curioso l’aggettivo amateur parte del titolo. Si tratta di un termine, spiegano i curatori, “che – privo dell’odierna accezione negativa ‒ indicava chi, tra XIX e XX secolo, si dedicava a un’attività per puro passatempo. L’essere ‘dilettante’ consentì a Rey di esprimersi in maniera più libera e disinvolta, tra scrittura, disegno e fotografia. Ciascuno di questi linguaggi diventa un filtro che gli permette di prendere le distanze da una realtà per lui limitata e di proiettarsi così in un ‘mondo altro’”. In un mondo ideale che accanto “all’intimità delle scene famigliari”, fu soprattutto per Guido rifugio inviolabile dove toccare vedere e ascoltare i luoghi amatissimi delle sue “terre alte”, in particolare di “quella montagna” a pronunciata forma piramidale che, per mano allo zio Quintino, Guido imparò a conoscere fin dal 1874, all’età di soli 13 anni. Era un bimbo e quello fu il suo primo grande grandissimo amore: quei 4.478 metri del “Cervino” (settima vetta e terza montagna italiana per altitudine), cui più tardi (1904) dedicò anche un libro “Il Monte Cervino”, con splendide vedute disegnate dall’amico – scultore Edoardo Rubino e l’introduzione di Edmondo De Amicis, al quale insieme al figlio Ugo, lo legò una profonda e sincera amicizia. Sul Cervino, Rey ebbe modo di salire più di cinque volte, attraverso imprese (anche letterarie e fotografiche) che ne fecero l’alpinista italiano più amato e tradotto prima di Walter Bonatti.

Al centro dell’iter espositivo, uno spazio dedicato alle sue vicende biografiche. Attorno si sviluppano quattro sezioni tematiche: Letteratura alpinistica, Fotografia di montagna, Fotografia tra montagna e pittorialismo, Fotografia pittorialista, quella attraverso cui Rey amava ricreare quadri famosi con effetti di “tableaux vivants”. Si tratta di aree da vedersi come ambienti in continua connessione tra loro che consentono al visitatore di muoversi liberamente, senza obblighi di percorso, tra le imprese alpinistiche, la cultura fotografica e gli interessi letterari, accompagnati dagli “occhi pieni di visioni” e dall’“animo ricco di ardimenti” di Guido Rey.

Sottolineano ancora i curatori: “La mostra ha l’obiettivo di riconsiderare la sua figura, confinata in passato entro schemi fin troppo rigidi e che invece merita di essere rivalutata nella molteplicità delle sue manifestazioni. Riprendendo le parole del suo amico e compagno di cordata Ugo De Amicis, è un pregiudizio pensare che l’acuta sensibilità artistica sia incompatibile con quella dell’uomo d’azione, poiché quel dualismo interiore ed esteriore, cioè del sentire e dell’agire, significa integrazione e ricchezza, invece che contraddizione e debolezza. Questa visione si riflette nella varietà dei materiali in mostra, che spaziano dalle fotografie e dagli apparecchi fotografici a schizzi, disegni, volumi, riviste, diari e lettere, fino all’attrezzatura alpinistica, offrendo un ritratto sfaccettato del suo universo creativo ”.

Gianni Milani

“Guido Rey. Un amateur tra alpinismo, fotografia e letteratura”

“Museo Nazionale della Montagna”, Piazzale Monte dei Cappuccini 7, Torino; tel. 011/6604104 o www.museomontagna.org

Fino a domenica 19 ottobre

Orari: mart. – ven. 10,30/18; sab. e dom. 10/18

Nelle foto: Ugo De Amicis “Guido Rey guardando il Cervino”, stampa alla gelatina bromuro d’argento, post 1910 e (tableau vivant) da Caspar David Friedrich “Il viandante sul mare di nebbia”, olio su tela, 1817, “Amburgher Kunsthalle”, credit WikimediaCommons; Guido Rey “Grandes Jorasses”, stampa alla celloidina, 1905 ca.; Guido Rey “L’Hotel del Giomein e il Cervino”, stampa alla gelatina bromuro d’argento, 1899 ca.

Protocollo d’intesa per i cittadini stranieri 

È stato firmato il 20 maggio 2025 a Torino, nella sede della Prefettura, un nuovo Protocollo d’intesa per il coordinamento delle attività informative e di orientamento rivolte ai cittadini stranieri presenti sul territorio della Città Metropolitana. Un documento operativo che nasce dalla volontà condivisa di Prefettura e Questura di Torino, Regione Piemonte, Amministrazioni locali, enti pubblici, associazioni del terzo settore e sindacati di dare una risposta strutturata e coerente alle esigenze di migliaia di persone che quotidianamente si interfacciano con il sistema dell’immigrazione. L’obiettivo è garantire un’informazione preventiva, trasparente e uniforme.

Al centro dell’accordo c’è l’impegno a supportare chi deve presentare domanda di rilascio o rinnovo del permesso di soggiorno, attraverso il sistema del kit postale, la piattaforma Prenotafacile o, in via residuale, con la presentazione diretta presso l’Ufficio Immigrazione.

Per monitorare l’andamento delle attività e garantire un coordinamento stabile, è stato istituito un tavolo tecnico che si riunirà con cadenza trimestrale, sotto il coordinamento della Prefettura. Un ruolo di primo piano è affidato alla Regione Piemonte, che in collaborazione con soggetti pubblici e privati, avrà il compito di promuovere la diffusione di un’informazione corretta, rivolta in particolare ai cittadini stranieri che intendano avviare la procedura di rilascio o rinnovo del permesso di soggiorno. L’impegno della Regione si concretizza anche nella collaborazione per attività formative condivise, attraverso l’utilizzo degli strumenti previsti dal piano regionale di capacity building “Sofia 2”, finanziato dal Ministero dell’Interno – Dipartimento per le Libertà Civili e l’Immigrazione.

“Vogliamo promuovere un’informazione istituzionale chiara, accessibile e vicina alle persone – ha dichiarato l’assessore alla Sicurezza e all’Immigrazione della Regione Piemonte Enrico Bussalino – Questo Protocollo vuole essere uno strumento operativo per evitare disorientamento e garantire legalità. Lo facciamo con spirito di collaborazione e responsabilità, in piena sinergia con la Prefettura, la Questura e tutte le realtà del territorio”.

 

Risparmio: torinesi più formiche che cicale

Far fronte alle necessità del presente come primo obiettivo. Ricerca dell’Osservatorio Sara Assicurazioni

 

 

Far fronte alle difficoltà economiche del momento (25%) è il principale obiettivo di risparmio e investimento dei torinesi. Le soluzioni più considerate? Polizze vita (30%) e mercato finanziario (14%).

 

 

 Prudenti sì, ma con lo sguardo rivolto al futuro. È il ritratto del rapporto tra torinesi e risparmio che emerge dall’ultima ricerca dell’Osservatorio Sara Assicurazioni.

Nel guardare al proprio futuro economico, quasi un abitante di Torino su due (45%) vede un po’ di incertezza, un 33% si dichiara ottimista e fiducioso e il 22% si dice pessimista.

Le principali preoccupazioni riguardano soprattutto l’inflazione e i rincari (55%), le retribuzioni (39%) e le tasse (37%).

Ma quali sono gli obiettivi di risparmio e investimento dei torinesi? Al primo posto, la volontà di far fronte alle necessità del presente (25%), seguito dal desiderio di incrementare il proprio tenore di vita (22%) e di proteggersi da imprevisti futuri (22%). Un ulteriore 12% dichiara invece di pensare al futuro della famiglia e dei figli.

Tra le forme di investimento cui guarderebbero i torinesi per incrementare il proprio capitale, le più considerate sono le soluzioni assicurative e previdenziali (30%), che precedono il mercato finanziario (14%) e il mattone (10%).

Dalla ricerca è poi emerso come a Torino vi sia un significativo desiderio di informazione su questi ambiti, tanto che il 27% si dice propenso a restare aggiornato anche tramite i social network. Quando si tratta tuttavia di valutare nella pratica decisioni di investimento, si conferma fondamentale il ruolo dei consulenti professionisti (37%), seguito da quello dei familiari (18%) e della propria banca (14%).

La nostra ricerca evidenzia una buona propensione dei torinesi a investire nel proprio futuro e in quello della propria famiglia, con una chiara preferenza per soluzioni che garantiscano sicurezza (43%) e rendimenti (43%)” – dichiara Emiliano De Salazar, Direttore Vita di Sara Vita – “Le polizze assicurative per il risparmio e l’investimento rappresentano un’opportunità per far crescere il proprio capitale in modo vantaggioso, professionale e flessibile, adattandosi agli obiettivi e agli orizzonti temporali di ciascuno. In questa direzione, anche il welfare aziendale può giocare un ruolo chiave: non a caso, quasi 9 torinesi su 10 apprezzerebbero l’inserimento di queste soluzioni tra i benefit offerti dal proprio datore di lavoro”.

Piemonte: quasi 6 tonnellate di rifiuti raccolte dai volontari Plastic Free

Earth Day 2025


In occasione della 55ª Giornata Mondiale della Terra, istituita dalle Nazioni Unite, un’“onda blu” composta da oltre 10mila volontari ha attraversato l’Italia per sostenere l’ambiente. Nonostante le avverse condizioni meteo e alcuni rinvii dovuti al lutto nazionale per la scomparsa di Papa Francesco, Plastic Free Onlus ha portato a termine 208 eventi su tutto il territorio nazionale.

Durante il weekend dedicato all’Earth Day, si sono svolti 53 passeggiate ecologiche, 9 raccolte di mozziconi e 146 clean up, che hanno permesso di sottrarre all’ambiente ben 102.424 chili di plastica e altri rifiuti, grazie all’impegno di 10.261 volontari.

Il Piemonte ha dato un contributo importante: 5.750 kg di rifiuti raccolti in 9 eventi, grazie all’impegno di 310 volontari coordinati dalla referente regionale Flavia Faccia.

“È stata un’edizione intensa, segnata dal dolore per la perdita del Santo Padre, i cui insegnamenti abbiamo voluto onorare con la nostra consueta concretezza. La forza della nostra comunità ha nuovamente fatto la differenza, inviando un forte messaggio di sensibilizzazione in tutta Italia – dichiara Luca De Gaetano, fondatore e presidente di Plastic Free Onlus, l’associazione di volontariato impegnata nel contrastare l’inquinamento legato all’abuso di plastica – Il nostro impegno continua quotidianamente sui territori, in Italia e negli altri 30 Paesi dove siamo presenti: animati da passione, energia e amore per il nostro Pianeta invitiamo tutti coloro che vogliono attivarsi per l’ambiente a partecipare alle nostre iniziative, iscrivendosi gratuitamente sul nostro sito www.plasticfreeonlus.it”.

Il tema dell’edizione 2025, “Il nostro potere, il nostro Pianeta”, ha ispirato una mobilitazione straordinaria per richiamare l’attenzione sull’urgenza della crisi climatica, sullo sfruttamento delle risorse naturali e sull’importanza delle energie rinnovabili.

Plastic Free, attiva dal 2019, ha finora organizzato oltre 8.100 eventi di raccolta, coinvolto più di 260mila volontari, rimosso 4,5 milioni di chili di plastica e salvato centinaia di tartarughe marine. È inoltre presente nelle scuole con 3.700 incontri formativi e collabora attivamente con le amministrazioni locali, avendo firmato 483 protocolli d’intesa e premiato 122 Comuni Plastic Free.

Per consultare tutti gli eventi e partecipare: www.plasticfreeonlus.it.

Italia Lib – Pop: “Lo Russo sia sindaco e non giustifichi Askatasuna”

“In occasione dei soliti, immancabili, disordini creati dalle frange estreme della sinistra, dagli anarco-insurrezionalisti e dai Centri Sociali, leggere la dichiarazione del Sindaco di Torino, Stefano Lo Russo, che derubrica quanto avvenuto a Torino il 24 ed il 25 Aprile, a semplici ‘episodi spiacevoli’, lascia interdetti, trattandosi, invece, di aggressione a manifestanti pacifici ed europeisti, attacco alle Forze dell’Ordine, occupazione del palco e assedio ad una sede di un partito politico parlamentare. Forse, il leader della Giunta che ha dichiarato Askatasuna ‘bene comune’, è in uno stato confusionale ed invece di ritenersi Sindaco della Città, ritiene di essere Sindaco dei Centri Sociali”, così Claudio DesiròSegretario di Italia Liberale e Popolare, commenta le parole di Stefano Lo Russo, riguardo gli scontri in occasione della Festa della Liberazione.
“Davanti ad una due giorni di celebrazioni che viene ancora una volta violentata e derubata del valore intrinseco della giornata, a maggior ragione nell’80 anniversario della Liberazione stessa, le parole del Sindaco lasciano intravedere quelle stesse connivenze e complicità con i sedicenti antagonisti, ormai già sottolineate da tempo, non solo in occasione dell’impropria regalia di un edificio pubblico ai propri occupanti, dediti agli scontri”, aggiunge Desirò.
“Manifestazioni e manifestanti che parlano indebitamente di libertà e democrazia, che sfociano per l’ennesima volta in atti di violenza politica e violenza urbana, che meriterebbero parole di ferma condanna da parte di chi ricopre il ruolo più alto dell’amministrazione locale. Forse, per non infastidire troppo alleati e sostenitori, il Primo Cittadino ha ritenuto opportuno il derubricare quanto avvenuto ad eventi ‘spiacevoli e circoscritti’“, continua Desirò.
“Viene da chiedersi fino a che punto il centrosinistra che si ammanta di dichiarazioni democratiche ricche di valori e diritti vorrà proseguire questa strada contigua e parallela con i sobillatori delle piazze e fino a che punto un’Amministrazione Comunale che dovrebbe rappresentare tutti i cittadini avrà il coraggio di spingersi al fine unico di tutelare i delinquenti violenti”, conclude Desirò.
Italia Liberale e Popolare