CALEIDOSCOPIO ROCK USA ANNI ’60 Ecco un’altra tappa del lungo viaggio nella discografia “minore” del garage rock USA del 1966.
C’è da rilevare che quanto più si proseguirà nell’itinerario tanto più ci si addentrerà nelle aree più ignote della storiografia del rock americano degli anni ‘60; e in particolare quelle aree che personalmente più mi appassionano in quanto ben poco sondate dagli studi ufficiali di grande respiro, relative a realtà musicali ancora poco o per nulla battute dalle indagini musicologiche. A mio parere infatti sono svariati i versanti ancora inesplorati o appena sfiorati da una storia del rock sotto certi aspetti un po’ dozzinale, che non di rado preferisce sorvolare su ambiti interessantissimi a livello storico seppur poco appariscenti dal punto di vista del desiderio della “grande scoperta”.
Ma a noi le “grandi scoperte riguardanti i soliti noti” poco importano… e continuiamo a scavare dove pochi passano…
– The Squires “Going All The Way / Go Ahead” (ATCO Records 45-6442);
– The Fogcutters “It’s My World / That’s Where I’ll Be” (Charter Records CR-1218);
– The Fortune Seekers “Why I Cry / Break Loose” (Trident Records TD-9966);
– The Cave Men “The Pillow Bit / It’s Trash” (‘Chelle Records PH-148);
– The Striders “Give Me A Break / Say You Love Me” (Delta R-2137);
– The Quests [Quest’s] “Shadows In The Night / I’m Tempted” (Fenton Records 2086);
– The Pastels “Mirage / Where Is The Answer” (Century Records 23507);
– The Wave-Riders “Thing In G / Ain’t It A Shame” (Tener TC 153-154);
– The Nobles “(I Hope I Don’t Get) Hurt Again / Something Else” (Marquis 4991);
– The Bold “Gotta Get Some / Robin Hood” (Cameo C-430);
– The Todes “Good Things / One Hundred And Thirty Seven Grooves Below Zero” (Emanon Records E-102);
– The Stains “Did You Ever Have To Make Up Your Mind / Now And Then” (Lotus 45-1000);
– The Damascans “Diane / Go ‘Way Girl” (Pyramid 6-6372);
– The Infinitives “Heidi / Thousand Tears” (Kahill 135K-6060);
– Torments “Lying To Me / I Love You More Each Day” (Amway 3715);
– The Villains “Don’t Ever Leave Me / Shortenin’ Bread” (Bullet 11001);
– The Friedles “She Can Go / Don’t Tell Me What To Do” (Bat 1004);
– The Barons “Time And Time Again / Now You’re Mine” (The S.R.O. Label ZTSP 122426-7);
– Days Of The Week “Home At Last / Little Latin Lupe Lu” (Malcolm Z. Dirge MZD-45005);
– The Plague “Go Away / Money” (Epidemic R-2164);
– The Sounds Of Randall “Wasting My Time” (Carl C-101);
– The Mauve “You’ve Got Me Cryin’ / In The Revelation” (Cori Records CR 31006);
– The Swingin[g] Machine “Comin’ On Back Home / Do You Have To Ask” (S.P.Q.R. 1001);
– The Faros “I’m Calling You Back / I’m Crying” (Target Records T45-103/104).
(… to be continued…)
Gian Marchisio


Con grande onestà intellettuale ricorda la sua personale partecipazione ai cortei in cui si urlava la violenza e arriva a scrivere che nessuno di quei giovani può dirsi completamente innocente, anche se non ha mai sparato, non ha mai scagliato le molotov o i cubetti di porfido. E’ vero che hanno una qualche responsabilità morale e anche politica perchè – contrariamente a quanto è stato autorevolmente detto- non è affatto vero che non ci siano stati dei nessi tra ‘68, autunno caldo e la stagione successiva della violenza terroristica. L’ultrasinistra è nata nelle università in fiamme e nelle fabbriche in cui il sabotaggio era considerato più che legittimo legittimo. C’è stato un rapporto evidente tra la iniziale violenza verbale e il ricorso progressivo alla teorizzazione e alla pratica della violenza più o meno rivoluzionaria . Fino ad un certo punto lo stesso Pci che fu un prediletto bersaglio di certa contestazione , non ha avuto almenoper un certo tempo le idee chiare su cosa stava accadendo. Alcuni suoi iscritti finirono nelle Br. Sarebbe persino fastidioso ricordare i “compagni che sbagliano“ e le “sedicenti Br”, ma anche quelle frasi appartengono a quella storia. Mi ha stupito apprendere una vulgata ufficiale sul ‘68 che non credo corrisponda al vero. Certo non va criminalizzata la contestazione in quanto tale, ma la sua esaltazione acritica suscita qualche lecito dubbio. Non è possibile scindere il ‘68 rispetto a quanto accadde dopo perché per una parte di contestatori la militanza, ad esempio, in Lotta Continua fu una scelta naturale e scontata. Oliva ,parlando di verità etica, mette in evidenza che anche chi non ha commesso reati, ha una qualche responsabilità, una responsabilità che non si può giustificare con il giovanilismo degli anni formidabili. Aver indossato o non indossato l’eskimo fa una qualche differenza.



La Merlin fu la prima senatrice eletta in Senato nel 1948 dopo essere stata attiva componente all’Assemblea Costituente. A Lei si deve nell’articolo 3 della Costituzione quel “senza distinzioni di sesso“ che per lei rappresentava la parità tra uomo e donna che fu il principale obiettivo della sua vita politica.
