IL COMMENTO di Pier Franco Quaglieni La liberazione del mafioso Giovanni Brusca dopo 25 anni di carcere ha sollevato un mare di polemiche. E’ responsabile di oltre cento omicidi efferati che suscitano ribrezzo e riprovazione morale e sociale. E’ stato un killer spietato, fedelissimo di Totò Riina, ma è stato anche un collaboratore di giustizia, anche se non è chiarissimo il suo apporto in questo ambito
Tra il resto ha evitato la condanna a due ergastoli per la strage di Capaci in cui morì il giudice Falcone e per l’assassinio del piccolo Di Matteo, dissolto nell’acido. I reati commessi da Brusca sono innumerevoli , ma malgrado ciò, l’essersi dichiarato collaboratore di giustizia gli evitò il carcere duro del 41 bis . C’è stato anche chi ha sostenuto il ruolo che avrebbe avuto nel coinvolgimento di Andreotti processato a Palermo , anche se questo aspetto è stato smentito. Adesso Brusca e’ in libertà vigilata a 64 anni. Un privilegio che dovrebbe suscitare la critica di quelli che Sciascia definì i professionisti dell’Antifamia che invece hanno sempre sostenuto la politica dei pentiti che tanto danno ha provocato alla Giustizia, a partire dal caso Tortora. I pentiti sono serviti per sconfiggere il terrorismo per la trasparenza del Gen. Dalla Chiesa, ma i risultati contro la mafia sono stati limitati e spesso hanno creato delle vittime che hanno avuto la vita distrutta per le false rivelazioni di pentiti ad orologeria. Ma chi crede al rispetto della Legge, non può non essere a favore della libertà a Brusca , per quanto ripugnante essa sia. Le leggi in vigore vanno rispettate sempre e con chiunque. Il giudizio morale deve essere sempre estraneo a quello giuridico, altrimenti finiamo nella barbarie. Bisogna però porre mano alla legge sui pentiti perché essa, senza dare i risultati sperati, ha dato spazio ad un uso strumentale del pentitismo. L’esempio di un criminale come Brusca dovrebbe indurre ad una riflessione critica sul passato. Oggi vorrei poter leggere cosa scriverebbe, se fosse vivo, Leonardo Sciascia. Sarebbe interessante un suo libero giudizio. Oggi di coscienze limpide come la sua non c’è’ più traccia. La sua e’ una razza estinta Solo apparentemente la Mafia e’ stata ridimensionata perché da fenomeno siciliano e’ divenuta sempre più un fenomeno nazionale e internazionale di dimensioni colossali. Per combatterla occorre ben altro che la legge sui pentiti.
Il Presidente della Repubblica insieme ai presidenti di Senato e di Camera ha dovuto rinunciare all’ultima ora a scoprire la targa dedicata a Carlo Azeglio Ciampi per l’inaugurazione di una piazza in onore di uno dei nostri migliori presidenti. Avevano scritto Azeglio senza la g. Non è certo colpa diretta della Raggi a cui pure risale una responsabilità oggettiva. E’ colpa di un cerimoniale del Campidoglio inadeguato che deve controllare ogni particolare delle cerimonie in programma. Se poi c’è il Presidente della Repubblica i controlli devono essere potenziati. Anche il cerimoniale del Quirinale doveva controllare preventivamente. Ai tempi di Ciampi col Segretario Generale Gifuni non sfuggiva una virgola. Lo posso testimoniare personalmente per il lungo rapporto con Ciampi che ho avuto per sette anni. Anche con l’imprevedibile Cossiga c’era l’ambasciatore Berlinguer segretario generale che vigilava su tutto. Persino il segretario generale Maccanico “conteneva” Pertini, davvero allergico ai rituali, che finì per cacciare Maccanico che fece da capro espiatorio di un errore del Presidente. Roma è la capitale d’Italia, non una città di provincia. L’errore non va fatto pagare all’impiegato e allo scalpellino che hanno sbagliato. Vanno chieste le dimissioni del capo del Cerimoniale del Comune che ha dimostrato disinteresse ad una manifestazione che riguardava due presidenti. Il pressappochismo e’ arrivato a toccare anche cerimonie importanti riprese dalle Tv. L’episodio rivela un atteggiamento imperdonabile. A Torino con i sindaci prima della Appendino sarebbe stato un fatto impossibile. Cigliuti e Morelli a capo del Gabinetto del Sindaco controllavano tutto con scrupolo e persino con pignoleria. Come diceva il grande giurista Mario Allara, la forma è anche sostanza. Sarebbe interessante sapere quante sono le persone impiegate nei cerimoniali del Campidoglio ed anche del Quirinale. Anche nei piccoli episodi si possono cogliere particolari che rivelano disfunzioni non giustificabili. Esporre il presidente ad una brutta figura non è cosa facilmente giustificabile. Un grave precedente.
Every Saturday, you can visit the
From Camera, walking like an Egyptian, you can reach the most important 
Sarà il giornalista Paolo Mieli a parlare di due eventi che non hanno nulla che li leghi insieme.
Un racconto corale, con molte sorprese. Una riflessione che accomuna milioni di persone a un dramma e al modo di affrontarlo. C’era un virus già presente tra noi, e non era quello del Covid 19. Si annidava nella società civile, nella politica come nello sport, producendo danni permanenti e forse irreversibili. Questo libro li racconta e si interroga su questo annus horribilis. Storici, scienziati, economisti, giornalisti, attori, sportivi, sindacaliste, insegnanti, amministratrici locali, manager e professioniste, raccontano la loro personale esperienza in un mondo diventato improvvisamente silenzioso e pieno di domande. Con Piero Angela, il comico Paolo Rossi, l’ex sindaco di Roma Ignazio Marino, la sindaca di Torino Chiara Appendino, il regista Mimmo Calopresti e ancora Mario Ajello, Giulia Anania, Marina Boscaino, Antonella Bundu, Antonella Licciardi, Massimo Mauro, Gian Giacomo Migone, Pietro Modiano, Sergio Nisticò, Roberto Pagani, Alessandra Polo, Francesca Re David, Amedeo Ricucci, David Riondino, Catia Tomasetti, Carlo Verdelli. Le loro risposte sono lo specchio attraverso il quale ciascun lettore potrà riflettersi.
Buon ascolto, di un brano particolare quanto la sua penna





Rubrica settimanale a cura di Laura Goria
Devono affrontare un mare di difficoltà in una Berlino che fa i conti con la sconfitta e si arrabatta come può tra penuria di cibo, fame e freddo, mercato nero. Poi ci sono anche le violenze da parte dei Russi entrati in città, che fanno man bassa di tutto, compresa la magnifica villa della famiglia Thälheim.
Avveniristico, visionario, geniale e inquietante. E’ il romanzo dello scrittore, poeta e linguista francese Hervé Le Tellier che ha fatto man bassa di successo di critica e pubblico, ha vinto il prestigioso Premio Goncourt 2020 e ispirerà anche una serie tv .
Lontani da casa sono i principali protagonisti di questo ultimo romanzo dello scrittore torinese Enrico Pandiani, che ha esordito nel 2009 con la fortunata serie noir “Les italiens”, ed è anche l’autore di altri 3 romanzi con al centro l’investigatrice privata Zara Bodzaves.
Alessia Gazzola è davvero abilissima nell’inventare eroine a getto continuo, diverse tra loro, tutte accattivanti e testimonial della fantasia e creatività dell’ex medico legale diventata scrittrice di enorme successo.