Un secondo di pesce facile e ricco di gusto.
Ripieno realizzato con pochi ingredienti, ma ugualmente goloso. I calamari ripieni si possono preparare con largo anticipo e incontreranno il consenso di tutti i commensali.
Ingredienti
2 calamari di medie dimensioni
2 spicchi d’aglio
1 uovo intero
50gr di parmigiano grattugiato
100ml di vino bianco secco
1 ciuffetto di prezzemolo
6 filetti di acciuga sott’olio
4-5 grissini
Olio, sale, peperoncino
Lavare e pulire bene i calamari. Tritare finemente i tentacoli. Tritare il prezzemolo ed i grissini. Scaldare l’olio in una padella, aggiungere uno spicchio d’aglio leggermente schiacciato ed i filetti di acciuga. Lasciar sciogliere le acciughe, aggiungere i tentacoli tritati, lasciare cuocere per qualche minuto, togliere l’aglio ed unire i grissini tritati, sfumare con 50ml di vino bianco e cuocere qualche minuto. Lasciar raffreddare, aggiungere al ripieno il parmigiano, metà prezzemolo, l’uovo leggermente sbattuto ed un pizzico di peperoncino. Riempire i calamari con il composto lasciando almeno 2 cm dal bordo, chiudere con uno stuzzicadenti.
Scaldare l’olio in padella, unire lo spicchio d’aglio rimasto, lasciar rosolare i calamari, aggiustare di sale e sfumare con il vino bianco. Cuocere coperto per 15/20 minuti. A cottura ultimata spolverizzare con il prezzemolo e servire.
Paperita Patty

C
Boiserie






Articolo 6.

FASE 2: LA COTTURA
E con un’altra scusa sono di nuovo a fare due passi in centro a Torino, questa volta per visitare il Museo Nazionale del Cinema, uno tra i più importanti e peculiari del mondo, grazie alla ricchezza del patrimonio, alla molteplicità delle attività scientifiche e divulgative e, infine, per il particolarissimo allestimento espositivo. Per raggiungere il Museo allungo leggermente la strada e passo davanti al mio Liceo, il Gioberti, subito respiro l’ansia delle interrogazioni, mi ricordo dei compiti a casa che qualche volta si copiavano sulle panchine lì dietro e penso a quegli anni così essenziali che lì per lì si vivono sperando che passino in fretta. Il problema è che in effetti succede per davvero.
Salgo ancora verso la Galleria dei Manifesti e qui mi prendo tutto il tempo necessario per guardarli uno per uno. Le locandine sono disposte in ordine cronologico e ripercorrono la storia del cinema e degli autori più importanti, da tutto ciò si evince l’evoluzione del gusto figurativo, della grafica e della cartellonistica pubblicitaria. Solo per portarvi un esempio, di fronte al manifesto di un classico degli anni Ottanta e Novanta, “E.T l’extra-terrestre”, film di fantascienza del 1982, diretto da Steven Spielberg, spero che nessuno mi abbia sentito canticchiare la colonna sonora che immediatamente mi è saltata alla mente, accompagnata dall’iconica scena dei ragazzini in bicicletta che prendono il volo verso una luna gigante. Ammetto che anche adesso mi stanno venendo gli occhi lucidi, ripensando a quella che è una tra le pellicole di Spielberg più personali, incentrata sulle emozioni umane, come possono essere anche “Il colore viola” e “Schindler’s List”. Una favola senza tempo che fa sognare da bambini e che è obbligatorio rivedere da adulti per reimparare a non avere paura della diversità e ricordarsi il valore eterno dell’amicizia.