TORINO TRA LE RIGHE
Linktree. Make your link do more.
linktr.ee
|
Una ricetta light perfetta. Pollo grigliato arricchito da ingredienti freschi e leggeri, un piatto sfizioso che si prepara in anticipo in breve tempo e con poche calorie, adatto sia a pranzo che a cena.
***
Ingredienti
1 petto di pollo/tacchino a fette
2 cucchiai di yogurt greco
1 cucchiaio di maionese
1 cuore di sedano
100gr. di Emmenthal
30gr. di gherigli di noce
1 limone
Erba cipollina, sale, pepe, olio evo
***
Grigliare le fette di pollo senza condimento, lasciar raffreddare. Lavare e tagliare l’erba cipollina e il sedano. Ridurre a cubetti il formaggio. In una ciotola mescolare lo yogurt con la maionese, il sale, il pepe, l’erba cipollina, l’olio e poco succo di limone. Tagliare a tocchetti il petto di pollo, metterlo in una insalatiera, aggiungere le noci, il sedano, il formaggio e condire con la salsa allo yogurt. Mescolare bene ed eventualmente aggiustare di sale. Guarnire con fette di limone e servire accompagnato da una fresca insalatina verde.
Paperita Patty
Dallo scalone monumentale che accoglie i visitatori con imponenza, si accede agli ambienti sontuosi, come la sala da pranzo, perfetta testimonianza della magnificenza regale.
L’Armeria Reale è una delle collezioni di armi e armature più ricche e antiche al mondo.
La Cappella della Sindone, capolavoro del Guarini, affascina per la sua straordinaria architettura barocca.
Un percorso che intreccia arte, storia e bellezza.
(Le foto sono della nostra lettrice Alessandra Macario)
La capacità di gestire bene il nostro tempo è una delle qualità indispensabili per essere efficienti ed efficaci nel nostro agire e per evitare di vivere dominati dall’ansia. Il tempo che abbiamo a disposizione è una risorsa finita, ventiquattro sono le ore di un giorno e più o meno trecentosessantacinque i giorni di un anno.
La differenza la fa la nostra capacità di gestirlo al meglio. Se le giornate durano per tutti 24 ore, perché certe persone riescono a fare qualsiasi cosa desiderano e altre invece concludono poco o nulla, e magari sono molto più affannate delle altre? Moltissimo dipende dalla capacità di gestire e di organizzare il nostro tempo, limitando tutte quelle attività che lo sprecano.
Capita a tutti noi, spesso senza rendercene conto, di trascorrere ore a fare cose del tutto irrilevanti che ci allontanano da ciò che invece vorremmo fare. Il nostro tempo è troppo importante per essere sprecato, ma per utilizzarlo nel modo che veramente desideriamo occorre anche un po’ pianificarlo.
Forse non siamo completamente consapevoli di quanto il nostro rapporto con il tempo ci generi oggi una imponente quantità di ansia e di stress, in un mondo e in un’epoca in cui praticamente ogni individuo deve rispondere contemporaneamente a più ruoli, familiari, lavorativi, sociali, eccetera.
Abbiamo sempre più la sensazione di non avere abbastanza tempo per attendere a tutte le incombenze, che il tempo voli via, bruciando la nostra esistenza, e che le cose da fare siano una montagna incombente e soffocante… Sono poche le persone che possono avere il privilegio di non essere coinvolte in queste dinamiche.
Possiamo difenderci da questo vortice, ritornando ad essere più padroni del nostro tempo? Una maggior consapevolezza dei nostri limiti fisici e psicologici, e una coraggiosa riflessione su alcune esagerazioni nelle ambizioni sociali ed economiche, potrebbe ad esempio aiutarci ad affrontare la vita con un minore livello di impegni e quindi con una maggiore quantità di tempo a disposizione.
Roberto Tentoni
Coach AICP e Counsellor formatore e supervisore CNCP.
www.tentoni.it
Autore della rubrica settimanale de Il Torinese “STARE BENE CON NOI STESSI”.
(Fine della prima parte)
Potete trovare questi e altri argomenti dello stesso autore legati al benessere personale sulla Pagina Facebook Consapevolezza e Valore.
In queste foto di Loredana Frisoli tutto il fascino di Torino.
La notizia, lì e nei dintorni, girava già da qualche settimana. A mezza voce, tra ammiccamenti e gomitate, si era sparsa la voce che “La Beccaccia”, un’osteria con locanda, ospitasse una signora dedita alla promozione dell’altrui piacere.
Ovviamente, dietro pagamento di una modica somma perché, com’è noto, il “mestiere più vecchio del mondo”, come tutte le attività che si rispettino, non era gratis. Natalino e Pacifico, un po’ per curiosità, un po’ per l’indole trasgressiva che li accomunava, decisero di andare a vedere se quanto si sentiva dire corrispondesse poi al vero. “Un sopralluogo s’impone”, sentenziò Pacifico, che per mestiere s’occupava a tempo pieno della tutela dei lavoratori ( “di tutti i lavoratori”). Ovviamente Natalino, operaio e pubblico amministratore, non obiettò alcunché, trovandosi d’accordo con l’amico in tutto e per tutto. Quindi, inforcate le bici, partirono. La strada non era molta tra il loro paese e quello dell’osteria. Pedalando di buona gamba, i sette chilometri e mezzo s’accorciarono in un baleno e i due amici, raggiunto il campanile del paese, svoltarono a sinistra, imboccando la strada che saliva verso la stazione ferroviaria, dove – un po’ prima dello spiazzo davanti all’edificio – si scorgeva, sulla facciata di una vecchia casa a due piani, l’insegna de “La Beccaccia”. Lasciate le bici- nell’apposita rastrelliera collocata tra la Stazione e la locanda, i due entrarono. L’oste, tal Tossichini Aristide, detto “Burbero” per il carattere
ruvido e scontroso, in maniche di camicia, era intento ad asciugare dei bicchieri. Vedendo comparire sull’uscio Natalino e Pacifico, non tradì particolare curiosità. Continuando a passare i calici nell’asciugamano, senza dire una sola parola e con un cenno del mento, chiese ragione della loro presenza. Un po’ impacciati, i due esitarono a parlare per qualche istante. Poi, incrociato lo sguardo interrogativo del Tossichini, Natalino prese coraggio e, schiaritasi la voce, chiese: “Si può vederla?”. “Burbero”, senza scomporsi più di tanto, con fare svogliato, indicò la scala in fondo al locale che portava al piano superiore. I due amici, ringraziando, salirono svelti i gradini di legno, trovandosi davanti ad un corridoio dove, da una parte e dall’altra, s’aprivano tre
porte. Due a sinistra e una a destra. Quale delle tre era quella giusta? Tentarono a destra ma la porta era chiusa a chiave. Afferrata la maniglia della prima a sinistra, il risultato fu lo stesso: bloccata. Rimaneva l’ultima porta. E questa s’aprì, con un lieve cigolio. Entrati nella stanza, restarono a bocca aperta, sgranando gli occhi davanti alla scena che si presentò davanti al loro sguardo smarrito. Altro che femmina compiacente e lussuriosa! Nella penombra della stanza, sdraiata sul letto, vestita di nero e con il rosario in mano, s’intravvedeva il cadavere di un’anziana donna. Ai fianchi del letto quattro grossi ceri accesi diffondevano una luce tremolante e fioca da far venire i brividi. Pacifico e Natalino si guardarono in faccia e, quasi di scatto, fecero dietrofront, uscendo dalla stanza, chiudendosi rumorosamente la porta alle spalle. La scala dalla quale erano saliti con un po’ d’imbarazzo e circospezione, venne ridiscesa in fretta e furia. Quell’impazienza insospettì l’oste che non ci mise molto a capire la situazione, considerando che i due non erano i primi a sbagliare indirizzo e credere che nella sua locanda si praticasse il mercimonio. Rosso in volto, furibondo perché i due avevano scambiato la vecchia zia Giuditta, morta il giorno prima a ottant’anni d’infarto , per una poco di buono, “Burbero” iniziò ad inveire. Brandendo minaccioso una vecchia scopa di saggina, si lanciò all’inseguimento dei malcapitati che, inforcate al volo le biciclette, pedalarono via come due indemoniati. Giunti al paese, trafelati e stanchi, si presentarono ansimando all’osteria dell’Uva Pigiata. Paolino Pianelli, a conoscenza della loro avventura, vedendoli in quello stato, fece l’occhiolino sussurrando: “L’avete vista, eh?”. Pacifico, con un filo di fiato e una buona dose d’ironia, rispose che sì, l’avevano vista. Ma che già al primo sguardo, avevano capito subito che non faceva per loro e se n’erano andati via.
Marco Travaglini
SOMMARIO: Bulli, delinquenti, autonomi a Torino – Il sindaco Lorusso e l’insicurezza urbana – Daniele Sacco e il “Cambio” – Lettere
Il sindaco Lorusso e l’insicurezza urbana
Ha anche ragione il sindaco di Torino nel dire che l’insicurezza non è solo problema di ordine pubblico, ma certi giustificazionismi da tardo positivismo sociale di Verdi e Sinistra italiana sono superficiali e falsi. Lo Stato deve essere presente nelle periferie come nelle Ztl.
Mi sembra un provvedimento privo di buon senso. Chieri non vuole essere da meno di Moncalieri che ha chiuso il centro storico, facendone un deserto. Basta a volte un sindaco o un assessore verde per provocare guasti terribili che distruggono il tessuto urbano di una città. A Torino via Roma tutta pedonale provocherà dei contraccolpi che solo i ciechi non possono prevedere.
Scopri – To Alla scoperta di Torino
Una deliziosa variante vegetariana della tradizionale pasta al forno.
Senza pomodoro, ma ugualmente ricca di sapore. Un primo piatto ghiotto ed originale.
***
Ingredienti
300gr.di pasta corta
1 porro
2 carote
300gr. di verza
200gr.di zucca
1 piccola melanzana
500ml. di besciamella
1 mozzarella
200gr. di prosciutto cotto
Parmigiano grattugiato q.b.
Olio, sale, pepe, noce moscata
Preparare le verdure, tagliarle a piccoli pezzi e stufarle per 20 minuti in padella con un poco di sale. Lasciar raffreddare e mescolare con il prosciutto cotto tritato, il pepe, la noce moscata ed il pepe. Preparare la besciamella con mezzo litro di latte.
Lessare la pasta al dente.
Mescolare la pasta con le verdure e la mozzarella a tocchetti, trasferire il tutto in una terrina imburrata, coprire con la besciamella e in ultimo cospargere con il parmigiano grattugiato.
Passare in forno a 200 gradi per circa 15/20 minuti, finche’ si sarà formata una crosticina dorata.
Paperita Patty