Rubriche- Pagina 29

Tagliatelle, sì… ma al cioccolato!

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Non tutto è ciò che sembra….

Infatti, queste non sono tagliatelle al sugo d’arrosto ma… crepes con salsa al cioccolato !
Un peccato di gola irresistibile. Adatte ad un’insolita merenda per i vostri bimbi o un originale fine pasto.

Ingredienti

3 uova intere
250gr farina
500ml di latte intero
1 bustina di vanillina
Burro q.b.
Nutella q.b.
Cocco grattugiato q.b.

In una ciotola sbattere le uova, unire il latte, la farina setacciata e la vanillina, mescolare bene per evitare la formazione di grumi. Passare al colino l’impasto e lasciar riposare in frigorifero per 30 minuti.
In una padella antiaderente unta di burro, versare un mestolino di impasto sino a coprire il fondo, cuocere per un minuto per parte, riporre in un piatto e proseguire sino a esaurimento dell’impasto.
Tagliare le crepes a striscioline, otterrete così le “tagliatelle”. Diluire la Nutella con poco latte tiepido. Disporre le tagliatelle nei piattini, condire con salsa al cioccolato e una spolverata di cocco grattugiato

Paperita Patty

Luce rossa ad est

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A Firenze, in occasione del 17° congresso del Pci, nella prima metà dell’aprile 1986, erano stati invitati quasi tutti i veterani.

A loro erano stati riservati anche degli eventi  “collaterali”  pensati per il gruppo di iscritti che avevano condiviso le sorti del più grande partito della sinistra italiana fin dal 1921, anno della fondazione del Pcd’I a Livorno. Erano i reduci della pattuglia che il 21 gennaio di quell’anno, abbandonando il teatro Goldoni dove si teneva il XVII Congresso del Partito Socialista Italiano per raggiungere il Teatro San Marco con la frazione comunista capitanata da Amadeo Bordiga (alla presenza, tra gli altri, di Antonio Gramsci, Angelo Tasca, Umberto Terracini, Palmiro Togliatti) avevano contribuito alla nascita del Partito comunista d’Italia che di lì a poco entrò in clandestinità a causa della vittoria del fascismo. In molti, sopravvissuti alle guerre del ‘900 e a mille peripezie, era rimasto nitido il ricordo di quell’evento che si consumò nel cuore del vecchio quartiere livornese della Venezia dove sorgeva il teatro San Marco, distrutto durante i bombardamenti aerei della seconda guerra mondiale, del quale rimanevano solo i resti della facciata principale e di alcuni muri perimetrali. C’era sempre chi, nelle ricorrenze, depositava qualche fiore davanti alla lapide commemorativa che era stata collocata nel 1949 dai comunisti livornesi per il 28° anniversario. Come già detto, il 17esimo congresso nazionale comunista al Palazzo dello sport fiorentino (oltre mille delegati, 105 delegazioni estere, 1500 invitati, 586 giornalisti accreditati), aperto dalla relazione di Alessandro Natta che aveva assunto la guida del partito dopo la tragica morte di Berlinguer, aveva riservato alla “vecchia guardia” delle iniziative specifiche. Dibattiti, visite guidate alla città che ospitava i capolavori dell’arte e dell’architettura rinascimentale e sui celebri colli che la circondavano, appuntamenti gastronomici e mostre. Il folto calendario prevedeva anche una proiezione di un film cecoslovacco semiclandestino che celebrava la primavera di Praga. Mario ( useremo un nome di fantasia, celando la vera identità del protagonista – NdR) , classe 1899, comandante partigiano che a dispetto dell’età non aveva scordato il suo passo garibaldino, terminata la cena imboccò il viale che portava al cinema Moderno dove era prevista la visione della pellicola.

Il cartellone davanti al cinema non riportava titolo o immagini ma solo una grande scritta rossa in campo bianco sul manifesto 70 x 100: Luce Rossa. Mario che era stato l’ultima volta al cinema un bel po di anni prima per assistere alla proiezione di Riso amaro, spettacolare capolavoro del neorealismo girato interamente con le mondine  nelle risaie vercellesi. Un film-culto, diretto da Giuseppe De Santis nel 1949, con una superba e sensuale Silvana Mangano, Vittorio Gassman e Raf Vallone. Evidentemente anche questa pellicola aveva un tratto sociale ben marcato e lo stesso titolo, quel Luce Rossa che nella sua disarmante semplicità faceva intravedere l’inequivocabile messaggio politico che la trama senz’altro avrebbe offerto al pubblico che già s’immaginava ben folto e ancor meglio orientato. Appena varcato la soglia del cinema, incontrò nell’atrio una signora bionda che non aveva certo risparmiato il trucco sul suo volto non più freschissimo. Vedendo Mario puntare deciso verso il pesante tendone verde scuro che chiudeva l’accesso alla sala, la signora uscì dal botteghino rivolgendogli un acuto “Senta un po’ , lei. Dove crede di andare, senza il biglietto?”. Mario, sfoderando un largo sorriso, rispose: “Mi hanno detto che il biglietto non serve, bella signora. Sono un veterano!”. La bionda rimase di stucco, incapace di reagire. E lui entrò, salutandola con un garbato inchino. Il giorno dopo, a chi gli chiedeva come fosse stato il film, non ebbe dubbi. “ Ci sono stati molti cambiamenti in Cecoslovacchia. Ho intravisto grattacieli altissimi ma soprattutto delle scene che non avrei mai pensato che fossero possibili in un film. Ho ottantasette anni ma così tanti seni e sederi, in vita mia, non ne avevo mai visti e per di più tutti insieme. Se quella è stata la primavera, chissà come sarebbe stata calda, anzi torrida, l’estate da quelle parti”. Nessuno osò ribattere. Nemmeno per comunicare al malcapitato che aveva sbagliato posto e serata.

Marco Travaglini

Note di Classica. Il duo Capucon-Lugansky e Daniele Gatti le “stelle” di gennaio

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Mercoledì 11 alle 20 e giovedì 12 alle 20.30, all’auditorium Toscanini, l’Orchestra Rai diretta da Daniele Gatti eseguirà musiche di Mendelssohn. Sabato 14 alle 18 al teatro Vittoria, quarto episodio di “E ora chi comanda?” con l’ensemble barocco Le Rossignol con Antonio Valentino.

Domenica 15 alle 16.30 al teatro Vittoria, per l’Unione Musicale, gli 8 violoncelli di Torino con Piergiorgio Rosso violino eseguiranno musiche di Beethoven, Handel, Conte, Williams, Sostakovic, Morricone, Glass, Rota, Joplin, Gade, Piazzolla. Lunedì 16 alle 20.30, all’auditorium Toscanini, l’Orchestra Rai diretta da Daniele Gatti eseguirà musiche di Mendelssohn. Martedì 17 alle 20, al teatro Vittoria per l’Unione Musicale, Javier Comesana al violino e Matteo Giuliani Diez al pianoforte, eseguiranno musiche di Bach, Mendelssohn e Dietrich-Schumann-Brahms. Mercoledì 18 alle 20.30, al Conservatorio per l’Unione Musicale, Gautier Capucon violoncello e Nikolai Lugansky al pianofort, eseguiranno musiche di Debussy, Sostakovic, Rachmaninov. Giovedì 19 alle 20.30 e venerdi 20 alle 20 all’auditorium Toscanini, l’Orchestra Rai diretta da Daniele Gatti eseguirà musiche di Mendelssohn. Lunedì 23 alle 20 al teatro Vittoria per l’Unione Musicale, l’Astrèe con Stèphanie Varnerin soprano eseguirà musiche di Handel. Martedì 24 alle 20 al teatro Regio, debutto della stagione d’Opera con “Il Barbiere di Siviglia” di Gioacchino Rossini. Melodramma buffo in 2 atti.


L’Orchestra del teatro Regio sarà diretta da Diego Fasolis. Repliche fino al 5 febbraio. Mercoledì 25 alle 20.30 al Conservatorio per l’Unione Musicale, il Trio Jean Paul eseguirà musiche di Beethoven, Brahms, Mendelssohn. Giovedì 26 alle 2030 e venerdì 27 alle 20 all’auditorium Toscanini, l’Orchestra Rai diretta da Fabio Luisi, eseguirà musiche di Schonberg e Mahler.

Pier Luigi Fuggetta.

Rock Jazz e dintorni a Torino: Steve Wynn e i Figli di Guttuso

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GLI APPUNTAMENTI MUSICALI DELLA SETTIMANA 

Martedì. Al Jazz Club si esibiscono gli Almostone. Al Blah Blah è di scena Liede.

Mercoledì. Al Jazz Club Jam session blues condotta dal chitarrista Fast Frank. Al Blah Blah si esibisce Johnny DalBasso.

Giovedì. Al Jazz Club suonano i Dionysian in versione acustica. All’Hiroshima Mon Amour è di scena Tutti Fenomeni. Al Dash si esibisce l’Ukuele Turin Orchestra. Alla Falegnameria è di scena il cantautore Renzo Rubino. All’Off Topic comincia il festival “Situazione?” con protagonisti:Jacopo Perosino, Protto e Sabrina Pallini. Al Blah Blah suona il trio Lame.

Venerdì. Al Magazzino di Gilgamesh si esibiscono gli Hot Dogs. Steve Wynn dei Dream Syndicate si esibisce al Folk Club. Al Jazz Club suona l’Om Quartet. Al Magazzino sul Po sono di scena i Senza Coloranti Aggiunti e il pisano Toru. All’Askatasuna sono di scena i Nerosud. Al Blah Blah suonano i Diplomatics. Allo Ziggy si esibiscono i Mai Mai Mai. Allo Spazio 211 sono di scena dARI e Melody Fall. Per “Situazione?” al Off Topic suonano La Trappola di Dalian, Fattosano e Baobab!.

Sabato. Da Gilgamesh si esibiscono i Freubers In The Sky. Al Blah Blah festeggiano i 35 anni di attività i Figli di Guttuso. Al Jazz Club suona il quartetto di Marco Varvello. Allo Ziggy punk con i Dick Dastardly’s preceduti dai Housebroken. Al Magazzino sul Po si esibiscono i Cazale con Monkey Sound. All’Azimut Marzio Zorio presenta il “Concerto per quattro battiti”.

Domenica. Al Jazz Club si esibiscono i Sound Remember Vaughan.

Pier Luigi Fuggetta

Torino geograficamente magica

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Torino: bellezza, magia e mistero  / Torino città magica per definizione, malinconica e misteriosa, cosa nasconde dietro le fitte nebbie che si alzano dal fiume? Spiriti e fantasmi si aggirano per le vie, complici della notte e del plenilunio, malvagi satanassi si occultano sotto terra, là dove il rumore degli scarichi fognari può celare i fracassi degli inferi. Cara Torino, città di millimetrici equilibri, se si presta attenzione, si può udire il doppio battito dei tuoi due cuori

Articolo1: Torino geograficamente magica
Articolo2: Le mitiche origini di Augusta Taurinorum
Articolo3: I segreti della Gran Madre
Articolo4: La meridiana che non segna l’ora
Articolo5: Alla ricerca delle Grotte Alchemiche
Articolo6: Dove si trova ël Barabiciu?
Articolo7: Chi vi sarebbe piaciuto incontrare a Torino?
Articolo8: Gli enigmi di Gustavo Rol
Articolo9: Osservati da più dimensioni: spiriti e guardiani di soglia
Articolo10: Torino dei miracoli

Articolo1: Torino geograficamente magica

Città ammirata e oggetto di grande considerazione nel corso del tempo, Torino divenne nel XVII secolo una delle mete del Gran Tour, una moda in voga tra i ricchi esponenti dell’aristocrazia europea, che consisteva in viaggi dalla durata indefinita e a scopo didattico, attraverso i luoghi più celebri dell’Europa continentale. Parve allora opportuno ai Torinesi istituire un’organizzazione che si occupasse specificatamente di turismo, con tanto di distribuzione di opuscoli utili ai visitatori, contenenti indicazioni dettagliate per girare la città. Una delle prime guide turistiche è stata la “Guida de’ forestieri” nel 1753, redatta, per i trecento anni del miracolo del SS. Sacramento, dal libraio Gaspare Craveri. Sulla scia della fortuna del libello seguirono altre pubblicazioni, tra cui la “Nuova guida per la città di Torino” di Onorato Derossi edita nel 1781. Il fascino del capoluogo piemontese ha colpito l’attenzione di molte personalità, tra queste mi piace ricordare il filosofo Jean-Jacques Rousseau (1712-1778), che descrive il panorama visto dalla collina di Superga come: “ Lo spettacolo più bello che possa colpire l’occhio umano”, o ancora il grande architetto urbanista Le Courbusier (1887-1965), che la definisce “La città con la più bella posizione naturale del mondo”. E da buona torinese non posso che condividere il giudizio.  Eppure Torino non è solo bellezza e cultura. Molti turisti che intraprendono viaggi per venire a visitare la bella città che si adagia ai piedi del Monviso non si accontentano di acculturarsi visitando musei e opere architettoniche, essi piuttosto affrontano quello che viene definito “turismo esoterico”, ossia compiono gite e pellegrinaggi in luoghi considerati sacri o misteriosi del pianeta. Secondo le statistiche, negli ultimi anni la domanda per questo tipo di “vacanza” è aumentata del 25-30%. Sempre più persone paiono voler conoscere non solo l’arte e la cultura di paesi stranieri, ma desiderano scoprirne i rituali, le leggende, gli usi religiosi e tutte quelle sfaccettature mistiche e magiche che, in fondo, affascinano tutti quanti.


Tra le mete più richieste ecco proprio l’antica Augusta Taurinorum, città magica per eccellenza, dove “spiriti”, “diavoli” e “fantasmi” sembrano annidarsi lungo il tracciato delle belle vie che la compongono mentre poli di energia positiva controbilanciano flussi di negatività. Secondo gli esoteristi, sono molte le motivazioni che attestano e dimostrano questo peculiare aspetto di Torino, prima fra tutte la sua posizione geografica, che la vede vertice di due triangoli, uno positivo, connesso alla magia bianca, insieme a Praga e Lione, e l’altro negativo, collegato alla magia nera, con Londra e San Francisco. Non si deve pensare che queste capitali chiamate in causa siano state scelte a caso, al contrario, sono luoghi che hanno ciascuno una propria tradizione esoterica. Praga infatti, è la città del Vicolo d’Oro, in cui gli alchimisti di Rodolfo II cercavano di trasformare i metalli vili in oro, e dove Jehuda Low ben Bezalel creava i golem con l’argilla, animandoli e incidendo sulla loro fronte la parola ebraica emet, (“verità”), e, infine, è la stessa metropoli in cui è custodita la corona maledetta di san Venceslao, presso la cattedrale di San Vito. Per quel che riguarda Lione, patria del fondatore dello spiritismo moderno, meglio noto con l’appellativo Allan Kardec, il centro abitato ospita una vasta concentrazione di chiese, comunità religiose e società segrete.
Anche le società che compongono il secondo triangolo hanno una propria aurea mistica, sia Londra, celebre per i suoi spiriti, sia San Francisco, città in cui nel 1960 venne fondata, da Anton Szandor LaVey, la Chiesa di Satana. Questi triangoli sono ben noti anche a chi di esoterismo non si interessa, ma ce n’è ancora uno, meno conosciuto, che tuttavia va menzionato, quello ufologico. Esso vede unite tre città, Torino, Bergamo e La Spezia, come vertici di una zona all’interno della quale sono numerosissimi gli avvistamenti di oggetti volanti non identificabili. Unendo questi tre punti (Torino-Bergamo-La Spezia) compare un triangolo che a prima vista sembra isoscele. Di questo triangolo quasi isoscele i due angoli alla base differiscono più o meno di tre gradi e qualche primo. C’è chi pone questa differenza uguale a 3°14’, facendo comparire le cifre del “π”-“p greco”numero magico per eccellenza, che, tra l’altro, si trova alla base dello studio della costruzione della piramide di Cheope. Per quanto riguarda la questione “alieni” ricordiamo che a soli 20 Km da Torino svetta il Musinè, luogo misterioso, da anni al centro di studi paranormali, conosciuto soprattutto per essere zona di avvistamenti extra-terresti. Il caso più celebre avvenne nel 1978, quando due escursionisti sostennero di aver visto una luce accecante sulla sommità del monte. Uno dei due uomini raggiunse la luce e scomparve, per poi ricomparire in stato di shock; egli sostenne di aver visto una navicella spaziale a forma di pera, da cui erano usciti quattro alieni, uno dei quali lo avrebbe toccato, paralizzandolo per alcuni momenti. L’ultimo episodio paranormale risale al 1996, in cui pare sia stato avvistato un disco volante dalle estremità trasparenti, attraverso le quali si sporgevano sagome extra-terrestri.


Torniamo ora all’urbe augustea, la figura trilatera non è l’unica geometria che la riguarda, infatti essa è inscritta in un pentacolo, per fortuna posizionato “nel verso giusto”, ossia con una punta verso l’alto, simbologia che indica, in chiave esoterica, spiritualità, luce e aspirazione al bene. È stato l’architetto austriaco Peter Müller a sottolineare questa peculiarità urbanistica. Egli ha infatti notato come cinque edifici significativi per l’urbe, quali la Basilica di Superga, il Castello di Moncalieri, il Castello di Rivoli, la Palazzina di Stupinigi e la Venaria Reale, se collegati fra loro, formino una stella a cinque punte, che pare proprio contenere e proteggere i Torinesi. Secondo la teoria di Müller, l’accesso simbolico -anche inteso come “nascita” o “inizio”-alla stella, si trova tra Stupinigi e Moncalieri, poli opposti rispettivamente collegati al giorno e alla notte, al fuoco e all’acqua, al maschile e al femminile. Egli sostiene inoltre che il percorso prosegua verso Rivoli, punto indicante “il compimento della vita”, e prosegue poi per Venaria, punto estremo, indice di abbandono delle preoccupazioni e liberazione dello spirito, e termina a Superga, postazione “finale”.
Questa stessa tesi può essere anche letta in chiave alchemica, associando ai vertici del pentacolo gli elementi: Superga-terra, Moncalieri-metallo, Stupinigi-acqua e Veneria-fuoco.
Inoltre i luoghi citati hanno ognuno la propria aurea mistica, a partire dalla Basilica, che porta sfortuna alle coppie innamorate, per poi passare ai Castelli di Rivoli e Moncalieri in cui pare si aggirino gli spiriti della Bela Rosin e di Vittorio Emanuele II. Spesso ospite  alla Venaria, dietro le spoglie del così detto fantasma del ghersin, (grissino) era  Vittorio Amedeo II. La leggenda vuole che, tra le belle sale del palazzo, lo spirito del re si mostri ammantato in un nero mantello, con in una mano un grissino incandescente e nell’altra le redini di un cavallo bianco. Si narra che Vittorio, quando era ancora bambino, si ammalò gravemente, e il medico di corte, tale don Baldo Pecchio, ipotizzò un’intossicazione alimentare, causata dal pane mal cotto e cucinato senza alcuna norma igienica. Secondo la storia, pare che lo stesso medico avesse sofferto del male medesimo che attanagliava il giovane principe, e per questo motivo sapeva esattamente come curarlo. Il medico si rivolse al panettiere di corte, Antonio Brunero, esortandolo a cucinare delle “gherse” sottilissime e cilindriche, soprannominate poi “ghersin”. Questo “escamotage” salvò il principe e lo fece diventare goloso della nuova scoperta culinaria, al punto che anche nell’aldilà egli non se ne distacca. Assai numerose sono dunque le leggende che vedono protagonista la nostra Augusta Taurinorum; gli spiriti ed i fantasmi pullulano a Torino e dintorni, ogni singolo sanpietrino pare imbevuto di magia.  Ed è così che si va in giro per la città (almeno fino a prima della quarantena), con lo sguardo assorto tra le belle architetture e gli ombrosi alberi dei parchi, ognuno di noi con il pensiero rivolto alle nostre necessità quotidiane, eppure stando sempre tutti attenti a chi si potrebbe incontrare.

Alessia Cagnotto

I libri più letti e commentati di dicembre

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Ultimo appuntamento dell’anno per scoprire quali sono i libri più più letti e discussi nel gruppo FB Un libro tira l’altro, ovvero Il Passaparola Dei Libri; torna in primo piano La Città Della Gioia, il celeberrimo romanzo dello scomparso Dominique Lapierre che, alla soglia dei quarant’anni dalla prima pubblicazione continua a suscitare entusiasmi e dibattiti; altro libro molto commentato è La Mala Erba, ultima fatica letteraria di Antonio Manzini, che torna a indagare la natura umana in un contesto rurale e chiuso; ultima menzione dell’anno per Caminito, il libro che segna il ritorno in libreria del Commissario Ricciardi, personaggio creato da Maurizio de Giovanni e protagonista di un avvincente giallo.

Incontri con gli autori

Un nuovo scrittore si affaccia sul palcoscenico della narrativa fantastica: Gilbert V. Martin, autore italiano de L’Origine Del Male – La Formazione Di Un Mago (Youcanprint2022), primo capitolo di una trilogia nel quale non mancano avventure, sentimenti e ironia. La nostra redazione lo ha intervistato.

Memorie Di Andromaca (Laura Capone Editore, 2022) è l’esordio narrativo di Giuseppe Minicone, napoletano, già autore di numerosi saggi, che si cimenta qui con il romanzo storico. Novità in libreria lo ha intervistato.

Novità in Libreria ha intervistato Giancarlo Pelliccia, abruzzese, che ha da poco pubblicato il suo primo saggio Benito Mussolini Il Padre Meno Nobile Della Repubblica Italiana (Tralerighe, 2022) un saggio nel quale analizza momenti ed episodi noti e meno noti del Ventennio fascista come il consenso interno e quello internazionale della dittatura, l’ambiguo rapporto con la Germania di Hitler, il legame col Franchismo.

Per questo mese e per quest’anno è tutto; il gruppo che sta dalla parte del lettori augura a tutti voi Buone Feste e vi dà appuntamento a gennaio!

redazione@unlibrotiralaltroovveroilpassaparoladeilibri.it