Magnifica Torino / Piazza Vittorio
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Nel 1927 a Torino nasceva Giuseppe Boccardo e a soli 10 anni iniziò a lavorare in un panificio a Tetti Piatti, frazione di Moncalieri; proprio durante la seconda guerra mondiale, lavorò a Orbassano, a Stupinigi e a Moncalieri e spesso si trovò in situazioni molto rischiose come i bombardamenti. La farina era difficile da trovare e Beppe ogni giorno rischiando di morire andava in bici a recuperala nei paesi limitrofi e rimaneva poi a lavorare almeno 15 ore al giorno. Nel 1937 aprì il suo primo negozio in Via Torino a Nichelino e nel 1947 aprì l’attuale bottega in via Dei Martiri insieme alla moglie Rita. L’⁹amore per il suo lavoro, la qualità dei suoi prodotti ed il suo speciale carattere fecero sì che Giuseppe Boccardo fu, per diversi anni stimato “Presidente dei panificatori”.
Fra i tanti clienti che portano nel cuore il ricordo del “sergent” (così era soprannominato Giuseppe Boccardo) Gianni e Donatella ci dicono che “andare da Beppe Boccardo sia per gli acquisti sia per i momenti goliardici era sinonimo di festa, quelle belle e grandi feste di famiglia d’altri tempi, dove bocce, carte, vino e sanbajun non mancavano mai, ma soprattutto trovavi il suo sorriso e la sua allegria che ti dava la carica e il buonumore; immancabili le sue pizze e le torte chilometriche.”
Infatti, adiacente al panificio aveva il suo gioco da bocce dove si ritrovava ogni domenica ed ogni festa raccomandata con tantissimi amici e clienti per creare dei veri e propri tornei di bocce con tavolone imbandito perché lui amava condividere con loro non solo la sua passione per il pane ma anche quella della convivialità. Giuseppe ha poi lasciato le redini della panetteria al figlio Roberto che con la moglie Piera e i figli Filippo e Simone con grande amore e il rispetto della loro tradizione portano avanti questa magnifica realtà di famiglia. Grazie agli insegnamenti di “Beppe” oggi il panificio Boccardo, ha rinnovato e ampliato le loro ricette storiche originali proponendo moltissimi tipi di grissini e di pane per tutti i gusti come lo “Sporting” dedicato agli sportivi o quello integrale o ai cereali, anche le pizze sono molto variegate e particolari grazie alla maestria del nipote Filippo che spesso crea gusti molto apprezzati e ricercati. Entrando nella panetteria non si può non notare il banco dei dolci sempre freschi e dal profumo inebriante, tra di essi i biscotti di meliga, quelli integrali, i baci di dama, i Brut ma Bun tipici piemontesi e molti altri. Molto famosi e richiesti nelle feste sono anche i loro panettoni, le loro focacce della befana e le loro colombe che rispettano ancora tutti i passaggi della tradizione con lunghe lievitazioni e ingredienti di primissima qualità, tra i panettoni più venduti quello al pistacchio e quello con le gocce di cioccolato la fanno da padrone.
Piera la moglie di Roberto Boccardo ci spiega la grande soddisfazione nel constatare che i clienti sono ormai affezionati, amici più che clienti e che spesso si lasciano consigliare per provare ogni novità proposta soprattutto durante le feste. Piera ci rivela anche una delle sue colazioni preferite che ha scoperto proprio mentre lavorava nel suo panificio, ovvero quella con bacchettine di pane senza lievito miele e tè fresco, ma se deve consigliare una colazione più ricca si può sempre optare per un caffè o un cappuccino con i croissant caldi appena sfornati alla crema, al cioccolato, al pistacchio, integrali e molte altre paste. Roberto ci racconta che suo papà Giuseppe gli ha sempre detto che per fare bene questo mestiere il trucco è metterci il cuore, sentire il profumo del pane e capire in base a quello anche le giuste dosi di acqua e di farina, Roberto è cresciuto all’interno della panetteria e anche lui fin da piccolo ha sempre appreso quest’arte bianca che richiede tanta fatica, Roberto infatti con i suoi figli si alza alle due di notte per iniziare a preparare pane, pizze, grissini e farinate, d’estate con i forni si rischia di svenire dal caldo, le teglie sono molto grosse e pesanti e bisogna saperle maneggiare, un lavoro quindi che richiede impegno e molto sacrificio. Lo sanno bene Filippo e Simone i nipoti di Giuseppe che pur essendo ancora molto giovani si impegnano ogni giorno per continuare la passione del nonno e di tutta la famiglia Boccardo.
NOEMI GARIANO
Le foto di Solano e Gigli
Magnifica Torino / La Mole vista da Giampaolo Gigli e da Vincenzo Solano.
Le vostre foto. Piccola grande Mole
Questo simpatico scatto ci è stato inviato dal lettore Giuseppe Blasi.
In questa foto di Stefano Zanarello il Monte dei Cappuccini si accende di blu, mentre la foschia diffonde i raggi di un tramonto, creando un’atmosfera surreale che si riflette nelle acque del Fiume Po.
Inviateci le vostre foto: saremo felici di pubblicarle.
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Ecco la videointervista:
Risponde il dr. Christian Lenzi
Domanda del paziente
Salve dottore, da anni ho a che fare con problemi di intolleranze alimentari. Ho fatto diversi test e credo che il risultato più attendibile riguardi la mia sensibilità intestinale al lattosio. Cosa mi consiglia? Come devo comportarmi con gli alimenti in cui è presente il lattosio? Grazie, Diego.
Risposta
Buongiorno Diego, la ringrazio per aver condiviso con me la sua situazione. Purtroppo, latte vaccino e derivati possono essere facilmente causa di disturbi che, però, troppo spesso vengono imputati a possibili intolleranze anche là dove di intolleranza vera e propria non si possa parlare. Non so che tipo di test ha già svolto, quindi cerco di fornirle alcune informazioni generali.
Consiglierei sicuramente di rivolgersi ad un nutrizionista per poter fare un’anamnesi completa che valuti la sintomatologia in atto. In questo sarà possibile consigliarle se abbia senso andare ad indagare una possibile intolleranza oppure no. Solo dopo, suggerirei di fare un test specifico. Per individuare possibili intolleranze alimentari esistono specifici esami sierologici (esami del sangue), cutanei (prick test) e del respiro (breath test, per l’intolleranza al lattosio). Si tratta di test specialistici validati scientificamente mentre altri, proposti in qualche farmacia o negozio di prodotti naturali, secondo gli esperti possono offrire risultati meno affidabili. Una frequente strategia confermativa è la cosiddetta dieta di esclusione (di cui le parlo più avanti).
Spesso i pazienti in studio mi chiedono: l’intolleranza al lattosio resta per sempre? Esiste una forma primaria, che permane tutta la vita, ed una forma secondaria (ad esempio dopo infezioni acute all’intestino), che invece tende a scomparire. L’intolleranza al lattosio è determinata da una parziale o totale assenza nell’intestino dell’enzima lattasi, condizione irreversibile che determina un’intolleranza al lattosio permanente. In alcuni casi, come in caso di gastroenterite o assunzione di antibiotici, possono verificarsi fenomeni temporanei di intolleranza.
Tenendo conto degli studi più autorevoli fatti fino ad ora, non possiamo parlare di una reale predisposizione genetica alle intolleranze, così come non esiste una fascia di età o un sesso biologico maggiormente colpita. L’intolleranza può manifestarsi in qualunque momento della nostra vita. Sicuramente ambiente, malattie, stress e alterazione del microbiota possono giocare un ruolo chiave. Uno stile di vita sano e equilibrato aiuta a mantenerci in salute.
Vengo quindi alla sua domanda: come gestire al meglio l’intolleranza al lattosio dal punto di vista alimentare? Innanzitutto, bisogna consumare solo alcuni tipi di formaggio, ovvero quelli stagionati almeno 6 mesi come il parmigiano, il pecorino, il provolone e il grana, perché, grazie al processo di stagionatura a cui vengono sottoposti, i formaggi stagionati sono quasi totalmente privi di lattosio. Anche lo yogurt, fonte preziosa di nutrienti fondamentali per la nostra salute, può essere consumato senza grandi problemi, meglio se al naturale e non aromatizzato, dato che al suo interno sono presenti batteri che digeriscono parzialmente il lattosio. Resta inteso, tuttavia, che consumare yogurt senza lattosio garantisce una maggiore tranquillità.
La letteratura scientifica che riguarda l’intolleranza al lattosio dimostra che circa 1 mese dopo l’eliminazione dal regime alimentare quotidiano degli alimenti contenenti lattosio si può provare a reintrodurli a piccole dosi, spesso con successo, grazie a una dieta di rotazione. Questa prevede di consumarli nel pasto quotidiano in minime quantità 2 giorni a settimana, intervallando ciascuno con 2 o 3 giorni di privazione degli alimenti a rischio: se non si manifestano sintomi negativi si può gradualmente aumentarne il consumo continuando a fare attenzione, in ogni caso, a evitare gli eccessi.
Se la sintomatologia tipica dell’intolleranza dovesse ricomparire, invece, sarà lo specialista a suggerirle una nuova sospensione o a decretare, in casi estremi, l’eliminazione definitiva del lattosio dalla sua alimentazione attraverso una dieta a eliminazione. Quest’ultima prevede l’esclusione di tutti gli alimenti contenenti lattosio per valutare il miglioramento della sintomatologia. In alternativa si usa l’enzima lattasi attraverso integratori alimentari, che consente di digerire il lattosio anche nei pazienti intolleranti.
Spero di esserle stato d’aiuto, se ha bisogno di altre informazioni resto a disposizione.
Dott. Christian Lenzi – Biologo Nutrizionista
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Ecco la video intervista ↘️
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Un anticipo di primavera scenografico e un’esplosione di colori, grazie alle meravigliose magnolie di Via Fattori, Torino. Le foto sono di Alessandra Macario.