Rubriche- Pagina 2

Rock Jazz e dintorni a Torino: Dena Derose e i Meganoidi

/

GLI APPUNTAMENTI MUSICALI DELLA SETTIMANA 

Martedì. Al Magazzino di Gilgamesh suona Max Altieri & Friends.

Mercoledì. All’Osteria Rabezzana è di scena il trio Paolo Porta 3. Al Blah Blah si esibiscono i Traitrs+ Secret Folder.

Giovedì. Alla Divina Commedia sono di scena i DAG. All’Hiroshima Mon Amour suonano i Selton. All’Off Topic si esibiscono i Viito. Al Blah Blah suonano gli Electric Wires. Al Cafè Neruda si esibisce il trio di Alberto Marsico.

Venerdì. Al Folk Club è di scena Dena Derose. Al Blah Blah suonano i Meganoidi. Al Magazzino di Gilgamesh è di scena Giulia Impache. Alla Divina Commedia suonano i Noi Duri 2.0. All’Hiroshima Mon Amour si esibisce Whitemary. Al Circolo Sud suona Skulla.

Sabato. Al Blah Blah sono di scena Let Them Fall & No More Extasy. Alla Divina Commedia si esibiscono i Dogma. Al Circolo Sud  suona Roncea.

Domenica. Al Blah Blah è di scena la The Andy Mcfarlane Two Man Orchestra.

Pier Luigi Fuggetta

La rubrica della domenica di Pier Franco Quaglieni

/

SOMMARIO: Il Piemonte contro la violenza – Solidarietà ad una docente perseguitata – Il Latino è un’altra cosa – Lettere

Il Piemonte contro la violenza
L’iniziativa-incontro  del presidente del Consiglio regionale del Piemonte  Davide Nicco di martedì 21 gennaio dedicata alla  necessità di ribadire in  modo inequivocabile ed assoluto che il confronto politico non deve mai degenerare in violenza, è molto importante perché segna  uno spartiacque tra chi strizza l’occhio agli estremisti che devastano le nostre città e ricorrono alla violenza contro le forze dell’ordine e chi condanna senza ambiguità l’’uso della violenza.
E’ bene ribadirlo anche rivolti al passato, partendo da Marx che riteneva la violenza il forcipe della storia, per giungere a Marinetti che inneggiava alla violenza, sia pure in focosi discorsi che rimanevano tali. Come “reduce”   in Spe di scelte e battaglie  democratiche e liberali contro il ‘68 e le violenze che degenerarono  nel terrorismo armato, esprimo una profonda adesione all’iniziativa del Presidente Nicco. Vedo in lui lo spirito che fu  di un mio grande amico, il presidente Aldo Viglione, capace di rappresentare l’intero Piemonte, come forse nessun altro presidente del Consiglio Regionale.
.
Solidarietà ad una docente perseguitata
La docente della scuola elementare “Sinigaglia” di Torino Laura Prunotto è stata assolta dal tribunale di Torino  in cui era stata trascinata dalle accuse veementi, piene di odio,  lanciate contro di lei  da alcuni genitori di suoi alunni. E’ storia che si è trascinata per 10 anni. La docente venne sospesa dall’insegnamento in base ad accuse (maltrattamenti aggravati) che oggi si rivelano una vera e propria diffamazione in quanto il Tribunale ha stabilito che “il fatto non sussiste”. Sono i risultati di una scuola nella quale l’autorità del docente è stata calpestata per dare spazio solo a discenti e genitori che pretendono di condizionare anche le autorità scolastiche.
Il direttore scolastico regionale in carica è stato invece molto  chiaro e ha detto che chi è assolto ha il diritto di tornare ad insegnare. I genitori che si erano accaniti contro la docente fanno indebita pressione sulla Procura perché  si appelli contro la sentenza. E’ una storia vergognosa di persecuzione di cui su questa rubrica mi ero già occupato fin dagli inizi di questa vicenda,  che segna la fine della Scuola di Stato divenuta una scuola privata al servizio dei genitori. I casi di docenti e di capi di istituto fatti oggetto di vere campagne  diffamatorie sono numerosi e sono una delle cause per cui nella scuola l’insegnamento  è condizionato dall’indice di popolarità da raggiungere, a prescindere dalle competenze didattiche  degli insegnanti. La caccia ai docenti all’apparenza  più fragili è stata condotta anche da alcuni presidi che colpiscono un docente per “educarne”  cento e far vedere il loro potere. La scuola galleggia in queste acque putride da troppi decenni. La dignità dei docenti non viene difesa neppure dai sindacati confederali della scuola. Essere sottoposti ad un processo (da cui la docente in questione è uscita a testa alta) per il fatto di incappare in alunni e genitori che vorrebbero una scuola a misura dei propri comodi, appare davvero una cosa incredibile che va denunciata con fermezza. Il bullismo ha le sue radici lontane in questi soprusi contro i docenti  fin dalla scuola elementare. Chi indennizzerà la docente Prunotto del danno, delle sofferenze, delle umiliazioni subite ? E chi le ha rubato dieci anni della sua vita pagherà qualcosa per la cattiveria dimostrata?
.
Il Latino è un’altra cosa
Che rientrino nella scuola media il Latino, la storia e la geografia e anche lo studio della civiltà occidentale e della Bibbia non deve creare scandalo, anzi può anche allietare uomini di solida cultura come il maestro Massimo Coco. Il problema è più complesso. Come rientrano? Mi riferisco  in particolare al Latino. Un po’ di Latinetto opzionale non serve a nulla Con Luciano Perelli constatammo  che nella media non era  più insegnato da docenti all’altezza. Gli studi classici sono cosa seria e richiedono tempo e impegno.
Andrebbero ripristinati anche al liceo classico dove sono scaduti. Nei licei scientifici si studiano pochissimo o vengono aboliti senza problemi. Non entro nel merito delle altre materie che ci porterebbero troppo lontani. Obietto con Gianni Oliva che studiare la Bibbia in una scuola laica può suscitare delle  perplessità anche perché i docenti non si improvvisano. La scuola avrebbe necessità di una riforma vera, ma la destra delle tre I ha solo pasticciato con le sue ministre, come sta facendo l’attuale. Sono  improvvisatori senza competenze specifiche. Prima madamine, adesso un giurista.  La sinistra anch’essa ha pasticciato nella scuola, pur offrendo persone più qualificate. Bisogna definire un asse culturale che non si riesce a fissare. Piccoli ritocchi servono a poco. Una  spruzzata di latinetto opzionale rischia di diventare il “latinorum” di don Abbondio. Non basta. Ci sono laureati in lettere che non hanno studiato il latino: sono ragionieri, geometri, periti. Codignola fece il disastro di aprire gli accessi universitari. I valori della cultura classica snobbati, anzi cancellati, sono molto importanti, ma vanno trattati con cura. Un ministro  salviniano non può farlo, al di là della sua volontà. Con Gentile, si è visto, hanno qualche difficoltà a rapportarsi e quindi è meglio lasciar perdere.
.
LETTERE scrivere a quaglieni@gmail.com
.
Craxi 25 anni dopo
A 25 anni dalla morte di Craxi escono altri libri che non danno contributi significativi alla lettura di un vero statista che ha saputo governare il Paese con competenza ed efficacia . Le accuse contro di lui legate a Tangentopoli non dovrebbero oscurare i suoi meriti.  Dante Giulio
.
Craxi  va considerato in termini storici andando oltre il “codardo” oltraggio, seguito al “servo encomio” dei cortigiani. Lo dissi ad un anno dalla morte quando lo ricordai a Torino con Stefania Craxi, Giorgio Cavallo, Maria Magnani Noya, andando contro il clima da caccia alle streghe instaurato da Borrelli e Di Pietro. Craxi ha rappresentato una linea di continuità con il socialismo di Turati, di Matteotti, di Saragat e dell’ultimo Nenni. Un socialismo non succubo del Pci che sembrava essere scomparso negli anni di piombo, del compromesso storico, del brigatismo. Mario  Soldati era un ammiratore sincero e disinteressato di Craxi. Mi portò a conoscerlo e debbo dire che rimasi colpito dalla sua forte personalità.
Bobbio lo detestava, ma io finii di condividere la scelta di Soldati. Quando Craxi venne eletto, alcuni socialisti filo comunisti dissero con sarcasmo che era nata la socialdemocraxia. Seppi poi con certezza che questi personaggini erano dei comunisti infiltrati nei ranghi del PSI con lo scopo di  sabotare il partito socialista. E tanti sbandamenti del PSI e dello stesso Nenni si possono comprendere solo vedendo il ruolo che ebbero le quinte colonne. Una di esse mi disse di odiare Craxi più dei fascisti. A riprova finì per militare in Rifondazione comunista. Craxi fu capace di guidare il partito socialista verso l’autonomia dal PCI e dal marxismo. Dietro di lui ci furono due martiri come Matteotti e Rosselli. E’ un qualcosa che non va dimenticato. Craxi aveva dei grandi ideali per cui ha combattuto. Semmai, furono molti i socialisti inadeguati e anche disonesti attratti dal potere. Questa è la discriminante storica che va fatta. Craxi fu un politico che aveva letto Machiavelli ma aveva anche letto Tocqueville. Queste letture fanno la differenza rispetto a certa sinistra odierna che continua ad essere geneticamente anticraxiana.
.
Mussolini
Egregio professore, più’ volte Lei ha espresso le Sue riserve ai libri di Scurati su Mussolini, definendoli non storici. Adesso vedo con piacere che dopo i film anche Cazzullo e Travaglio criticano Scurati.   Renzo Struzzi
.
Le critiche sono di tipo diverso e mi preoccuperebbe essere sulla loro linea. Ma e’ fuor di dubbio che manca la storicità. Lo dice molto bene Giordano Bruno Guerri. Scurati è un piccolo scrittore che ha tratto notorietà, successo, soldi e premio Strega da Mussolini. Dovrebbe essergli grato…

Temporale imprevisto sul lago d’Orta

/

Chi se lo aspettava, questo temporale. Quando abbiamo messo in acqua la barca, verso le nove, il cielo era sereno. Qualche nuvola sopra le Quarne e un po’ di vento di tramontana da nord-ovest. Il callo del Giacinto non dava problemi e, a suo dire, quel suo barometro molto personale non l’aveva mai tradito.  Eppure, sentendo la radio, le previsioni non  erano poi così buone. Infatti, alle 7,20 in punto, avevo sentito al “Gazzettino Padano” il mattinale del Centro Geofisico Prealpino di Varese. “ Il vento, dal monte al piano, può portare improvvisi sbalzi di temperatura che, in casi eccezionali, potranno determinare fenomeni temporaleschi nella fascia prealpina di nord-ovest”, aveva detto l’erede del professor Furia, imitando la sua inconfondibile voce un po’ raspa. Non c’era giornata che, almeno per me, non s’aprisse con le loro previsioni atmosferiche.

Tra l’altro il nostro metereologo, classe 1924, seduto alla sua scrivania dalla quale ogni santo giorno alla sette della mattina dettava ai lombardi e ai piemontesi dei laghi le previsioni del tempo, non aveva perso un colpo fino alla fine dei suoi giorni. Preciso come un orologio svizzero anticipava le evoluzioni del meteo, concludeva il suo intervento augurando ai radioascoltatori “pensieri positivi, nonostante il tempo“. La sua scomparsa ci aveva resi più soli e tristi anche se il servizio continuava con chi aveva raccolto la sua eredità. Stando a quanto avevo sentito alla radio, ero perplesso ma mi sono fatto convincere da Giacinto che aveva già ottenuto il consenso di Giuanin. Così, in tre, ci siamo mossi dall’imbarcadero di Oira, remando a turno. La barca era quella di Giacinto: la “Carpa Dorata”. Eravamo davanti alla Qualba, la nostra acqua Alba, famosa per il colore e la limpidezza delle sua acque e qualcosa già non andava. Il cielo si stava rannuvolando sulle nostre teste. “Se vègn nìul vérs Bagnèla tò su l’umbrèla”, si raccomanda sempre il signor Barzaccheri, altro noto metereopatico in grado di avvertire la pioggia che, come tutti sanno, arriva quasi sempre da ovest, dall’alpe Sacchi. Dunque, stiamo in campana: se il cielo si rannuvola dalle parti di Bagnella e Brolo, conviene tenere a portata di mano l’ombrello perché non si sa mai. E’ quello che sta accadendo e noi siamo in barca, non sulla terraferma. Giuanin mostra uno sguardo preoccupato e anche Giacinto non è più così baldanzoso. Sta per scoppiare un temporale di quelli che ti raccomando e, per quanto ci si possa dar da fare coi remi, non saremo mai a riva in tempo per schivarlo. L’aria sta diventando elettrica, carica. S’avverte persino pizzicare sulla pelle. Il cielo ha cambiato ancora umore: la nuvolaglia da bianco sporco è diventata grigio piombo, con alcune striature nere come la pece. L’abbassarsi improvviso della pressione atmosferica sembra volerci comprimere, schiacciandoci sul fondo della barca. L’acqua inizia a muoversi.

Le onde si fanno sempre più veloci e aggressive. Mamma mia, questo che soffia è  il Marescon, la peggior inverna che ci possa essere. Le raffiche violente hanno scacciato la tramontana e percorrono il lago come una scopa, spazzandone la superficie. Il tuono annuncia il lampo e il lampo saetta la sua energia scaricandosi in acqua, a qualche centinaio di metri da noi. Uno, due, dieci lampi secchi come una bastonata. Giacinto mormora le sue preghiere, preoccupato soprattutto per la barca che non ha ancora finito di pagare. Giuanin, passato dalla paura all’eccitazione, s’alza in piedi e canta come un ossesso: “Turbini e tempeste io cavalcherò, volerò tra i fulmini per averti.. Meravigliosa creatura, sei sola al mondo; meravigliosa paura di averti accanto..”. Roba da finire insieme ai matti; ci mancavano solo le canzoni della  Giannini, in mezzo a questo bordello! Uno trema, l’altro canta e io mi metto ai remi prima che venga giù l’ira di Dio. Quello del callo che non sbaglia mai, Giacinto, mormora “Santa Barbara e San Simòn, vardén da la lòsna e dal tròn” ( Santa Barbara e San Simone, guardateci dal fulmine e dal tuono, ndr). L’altro, matto come un cavallo, canta come un juke box e dalla Nannini è passato a Cuori in Tempesta per poi finire con Bréva e Tivàn di Davide Vandesfroos. Gli piace, la trova indicata e non smette di ulularla al vento: “E la barca la dùnda e la paar che la fùnda, che baraùnda vèss che in mèzz al laagh… Ma urmài sun chè… in mèzz al tempuraal, tuìvess föe di bàll che a mi me piaas inscì…”. 

Il ritmo del mio vogare è quasi da gara. Noncurante della fatica, con il cuore che mi scoppia nel petto e il fiato corto, approdo a Ronco di Pella, sfinito. Il cielo si è rotto e l’acqua scende a secchiate sul lago che ha preso il colore dell’incudine che il fabbro tiene in bottega. In breve la pioggia si trasforma in grandine e i goccioloni diventano cicchi ghiacciati grandi come noci. Siamo al riparo, sotto al tettoia della signora Erminia. Peccato non sia in casa. La sua ospitalità, in casi come questi, è graditissima. La “Carpa Dorata”, ormeggiata alla belle e meglio, non può ripararsi e subisce l’ingiuria della grandine. Giacinto piange come un bambino e maledice quel callo che lo ha tratto in inganno. “Quando torniamo a Omegna me lo vado a far raschiare via, questo giuda traditore”, mormora tra le lacrime. Io ho i brividi perché, oltre ad essere bagnato fino alle ossa mi sento stanco come un asino. L’unico eccitato è Giuanin che canticchia ancora, ma sottovoce. I nostri sguardi poco amichevoli l’hanno quasi convinto a dare un taglio a tutta quell’allegria senza ragione.
 

Marco Travaglini

Utilizziamo al meglio il nostro tempo

/

Parte 2

Usare bene il nostro tempo non significa assolutamente diventare super produttivi, ne’ tantomeno eliminare tutti quei momenti di svago, di riposo, e anche di ozio e di “cazzeggio” che ci aiutano a rilassarci e a stare meglio con noi e con gli altri.

Di tutto ciò il nostro corpo e la nostra mente hanno un grande bisogno. Piuttosto un uso consapevole del tempo che abbiamo a disposizione significa eliminare gli sprechi di tempo, per averne a disposizione una maggiore quantità per ogni nostra attività, riposo compreso, appunto.

L’errore più comune è quello di considerare tempo sprecato quello che trascorriamo a rilassarci. Non esiste cosa più sbagliata, perché senza il riposo non è possibile riuscire a raggiungere nessuno degli obiettivi che ci proponiamo. Ogni volta che decidiamo di prenderci una giusta pausa non sottraiamo tempo a nulla.

È un nostro bisogno “ricaricare le batterie”, per ripartire più pieni di energia di prima. Non rinunciamo ai momenti di relax, che invece devono diventare consapevoli e, se possibile, unici. Molte nostre giornate sono particolarmente faticose e ci meritiamo un premio: un momento di rilassamento e di “coccole”, appunto.

E’ un uso intelligente del nostro tempo, perché non ce ne stiamo togliendo, ma ci regaliamo un tempo di qualità! La giusta via consiste nell’individuare ed eliminare quelle attività superflue che ci fanno sprecare tempo prezioso. Dobbiamo invece comprendere qual’é davvero il tempo che sprechiamo.

Dove va a finire, in quali occasioni, con quali abitudini negative, e quali sono le attività totalmente inutili che lo assorbono maggiormente. Per poi scoprire come sia possibile eliminarle o ridurle effettivamente al minimo, usando al meglio le nostre ore per fare ciò che veramente desideriamo e ci fa stare bene.

Roberto Tentoni
Coach AICP e Counsellor formatore e supervisore CNCP.
www.tentoni.it

Autore della rubrica settimanale de Il Torinese “STARE BENE CON NOI STESSI”.

Potete trovare questi e altri argomenti dello stesso autore legati al benessere personale sulla Pagina Facebook Consapevolezza e Valore.

 

Sformatini di cavolfiore viola con salsa al parmigiano

/

Un’idea deliziosa per gustare il cavolfiore. Ideale come antipasto o contorno, sono facilissimi da preparare e raffinati da presentare.

Ingredienti per 8 sformatini

1 cavolfiore viola
3 uova intere
30gr.di parmigiano grattugiato
100ml di panna liquida fresca
Sale, pepe, burro

per guarnire
Parmigiano grattugiato
Latte
Nocciole tostate

Cuocere a vapore il cavolfiore. Quando cotto, lasciar raffreddare poi frullare in mixer con le uova, il parmigiano, il sale ed il pepe.
Imburrare 8 stampini da creme caramel, versare il composto e cuocere a bagnomaria coperto con un foglio di alluminio per circa 30/40 minuti. Preparare la salsa facendo fondere il parmigiano con poco latte o panna liquida e tritare le nocciole. Servire lo sformatino capovolto nel piatto nappato con la salsa e spolverizzato con il trito di nocciole. Servire tiepido.

Paperita Patty

Oggi al cinema. Le trame dei film nelle sale di Torino

//

A cura di Elio Rabbione

L’abbaglio – Storico, commedia. Regia di Roberto Andò, con Toni Servillo, Valentino Picone, Salvo Ficarra e Tommaso Ragno, e con Giulia Lazzarini. Nel maggio del 1860, a Quarto, Garibaldi inizia l’avventura dei Mille circondato dall’entusiasmo dei giovani idealisti giunti da tutte le regioni d’Italia, e con il suo fedele gruppo di ufficiali, tra i quali si nota un profilo nuovo, quello del colonnello palermitano Vincenzo Giordano Orsini. Tra i tanti militi reclutati ci sono due siciliani, Domenico Tricò, un contadino emigrato al Nord, e Rosario Spitale, un illusionista, che altro non cercano che un’occasione per potersene tornare nell’isola. Sbarcati a Marsala, i Mille iniziano a battersi con l’esercito borbonico, di cui è subito evidente la preponderanza numerica. In queste condizioni, per il generale appare pressoché impossibile far breccia nella difesa nemica e penetrare a Palermo. Ma quando è quasi costretto ad arretrare, Garibaldi escogita un piano ingegnoso. Regista e attori della bella prova de “La stranezza”. Durata 131 minuti. (Massaua, Ideal, Reposi sala 3, Romano sala 2, The Space Torino, Uci Lingotto, The Space Beinasco, Uci Moncalieri)

Amerikatsi – Drammatico. Diretto e interpretato da Michael A. Goorjian. Il piccolo Charlie, di nascita armena, è riuscito a fuggire nel 1915 al genocidio perpetrato nell’impero ottomano, è scappato nascosto in un baule alla volta degli Stati Uniti. Solo nel 1947 riuscirà a tornare nella propria terra, il suo status è di un “amerikatsi” che deve fare i conti con i tanti mutamenti, con la dura realtà del comunismo sovietico e della dittatura stalinista. Accusato di essere una spia americana, viene imprigionato, picchiato periodicamente, rinchiuso in una cella dalla cui finestra può guardare alla vita dell’uomo che lavora nella torre del penitenziario e della sua famiglia, una vita fatta di piccole felicità e di altrettanto dolore: uno sguardo che ridona a Charlie – per tutti ormai Chiarlie Chaplin – una occasione di speranza. Durata 115 minuti. (Fratelli Marx sala Harpo)

Armand – Drammatico. Regia di Halfdan Ullmann Tøndel, con Renate Reinsve. Un incidente accaduto a scuola tra due bambini mette a nudo le vite dei loro genitori. In una scuola elementare norvegese un giorno accade che due bambini di sei anni, Jon e Armand, siano al centro di un caso che mette in crisi gli adulti. Armand, nei bagni della scuola, avrebbe molestato sessualmente il compagno utilizzando anche una terminologia da adulto. Il personale didattico convoca la madre del possibile molestatore e i genitori della presunta vittima per cercare di risolvere la situazione. Non sarà per nulla semplice. Durata 100 minuti. (Greenwich Village sala 3)

Conclave – Drammatico. Regia di Edward Berger, con Ralph Fiennes, Stanley Tucci, Isabella Rossellini e Sergio Castellitto. Il film ci porta nel cuore di uno degli eventi più misteriosi e segreti del mondo: la elezione di un nuovo Papa. Dopo la morte improvvisa dell’amato e compianto pontefice, il cardinale Lawrence è incaricato di dirigere questo delicato processo. Una volta che i leader più potenti della chiesa cattolica si riuniscono nelle segrete sale del Vaticano, il prelato si ritrova intrappolato in una rete di intrighi, tradimenti e giochi di potere. Un oscuro segreto viene alla luce, minacciando di scuotere le fondamenta stesse della Chiesa. Durata 90 minuti. (Lux sala 3, Romano sala 1)

Diamanti – Commedia drammatica. Regia di Ferzan Özpetek, con Luisa Ranieri, Jasmine Trinca, Lunetta Savino, Elena Sofia Ricci, Vanessa Scalera, Mara Venier e Stefano Accorsi. Un regista convoca le sue attrici preferite, quelle con cui ha lavorato e quelle che ha amato. Vuole fare un film sulle donne ma non svela molto: le osserva, prende spunto, si fa ispirare finché il suo immaginario non le catapulta in un’altra epoca, in un passato dove il rumore delle macchine da cucire riempie il luogo di lavoro gestito e popolato da donne, dove gli uomini hanno piccoli luoghi marginali e il cinema può essere raccontato da un altro punto di vista: quello del costume. Tra solitudini, passioni, ansie, mancanze strazianti e legami indissolubili, realtà e finzione si compenetrano, così come la vita delle attrici con quella dei personaggi, la competizione con la sorellanza, il visibile con l’invisibile. Durata 135 minuti. (Massaua, Due Giardini sala Nirvana, Eliseo, Fratelli Marx sala Groucho, Ideal, Lux sala 1, Massimo, Nazionale sala 2, Reposi sala 1, The Space Torino, Uci Lingotto, The Space Beinasco, Uci Moncalieri)

Emilia Pérez – Commedia drammatica, musicale. Regia di Jacques Audiard, “fondendo azione, mélo e soprattutto musical in un mix folle quanto commovente che riscrive le regole del cinema e della morale”. Con Karla Sofia Gascòn, Zoe Saldana, Selena Gomez e Adriana Paz. Rita, una giovane praticante in uno studio di Città del Messico, è decisamente insoddisfatta del riconoscimento che ottiene dal suo capo. In modo del tutto inaspettato, ecco che i suoi servizi sono richiesti dal boss dei cartelli della droga, Manitas Del Monte. Dopo lunghe riflessioni, Rita decide di accettare. Del Monte le chiede di inscenare con lui la propria morte e di aiutarlo, tramite l’operazione, a diventare donna, ovvero la stupenda matronale Emilia Pérez. Ma il poi non appare così semplice se Emilia viene colpita dallo smisurato desiderio di continuare a vivere con la propria moglie e i loro figli, un incontro almeno senza che essi cessino di crederlo morto. In un intreccio difficile a chiarirsi, Jessi e il suo spasimante Gustavo stanno decidendo di fuggire insieme, proprio mentre l’uomo ha già messo gli occhi sui quattrini di Emilia. Tratto dal romanzo “Écoute” dello scrittore francese Boris Razon. Le canzoni sono scritte dalla cantante Camille e dal regista, la colonna sonora è di Clément Ducol. Durata 132 minuti. (Massaua, Eliseo Grande, Massimo sala Cabiria V.O., Nazionale sala 1, The Space Torino, Uci Lingotto, The Space Beinasco, Uci Moncalieri)

Here – Drammatico. Regia di Robert Zemeckis, con Tom Hanks , Robin Wright e Paul Bettany. La storia di un luogo e di tutto ciò che lì è accaduto, dall’epoca dei dinosauri sino a oggi. Con una narrazione non lineare, il regista . che è anche produttore e ha scritto la sceneggiatura con Eric Roth – mostra al pubblico l’era glaciale, l’epoca del popolo indigeno Lenni-Lenape, il figlio di Benjamin Franklin. È all’inizio del XX secolo che viene costruita, sempre nello stesso luogo, la casa che sarà l’unica ambientazione della gran parte del fil e delle vicende dei suoi inquilini: John Harter e la moglie Pauline, la coppia bohémien Leo e Stella Beekman, la famiglia Young e i loro figli e infine Devon e Helen Harris. “Here” è il racconto dell’evoluzione della società americana attraverso le storie che si susseguono in un soggiorno, uno sguardo che passa dal colonialismo a Peart Harbor, dal boom economico degli anni Cinquanta al Vietnam, dalle videocassette alla pandemia di Covid. Designato Film della Critica dal Sindacato Nazionale Critici Cinematografici Italiani: “Nell’intuizione del graphic novel di Richard McGuire, Zemekis trova una chiave ideale per fare ciò che ha sempre fatto: coniugare il racconto più umano e universale possibile con il massimo della sfida tecnologica. Tra case di bambole e screencast, la prospettiva fissa racconta uno spazio fisico unico popolato di infiniti spazi interiori, capace di attraversare tempo e esistenze. Un caleidoscopio di gesti, sensazioni, sentimenti, stati d’animo che coinvolgono e commuovono.” Durata 104 minuti. (Massaua, Classico, Reposi sala 4, The Space Torino, Uci Lingotto, Uci Moncalieri)

Io e te dobbiamo parlare – Commedia. Regia di Alessandro Siani, con Leonardo Pieraccioni, Francesca Chillemi e Alessandro Siani. Matilde è l’ex moglie di Antonio e l’attuale compagna di Pieraldo, Maria è la figlia di Antonio e vive con la madre e con Pieraldo, i due uomini si dividono lo stesso lavoro in commissariato: un po’ di disordine familiare è inevitabile. Al tutto s’aggiungerà Sara, affascinante poliziotta, che verrà affiancata per risolvere un caso decisamente ingarbugliato. Durata 100 minuti. (The Space Beinasco)

Maria – Drammatico. Regia di Pablo Larraìn, con Angelina Jolie, Pierfrancesco Fsavino e Alba Rohrwacher. Il 16 settembre 1977 muore a 53 anni nel suo appartamento di Parigi, dove viveva sola con l’unica compagnia dei fidatissimi Ferruccio, autista e maggiordomo, e Bruna, la domestica. Nella settimana precedente alla morte, e a più di quattro anni dall’ultima performance, la straordinaria soprano greco-statunitense fa i conti con il peso della sua fama, con il ricordo ancora forte del compagno Aristotele Onassis e, forse, con un ultimo tentativo di tornare a calcare i palcoscenici dell’opera, pur indebolita e con una voce in cui lei per prima non riconosce più il timbro de “la Callas” e delle sue indimenticabili interpretazioni. Durata 123 minuti. (Eliseo, Ideal, Nazionale sala 3, Reposi sala 2)

Mufasa – Avventura, animazione. Regia di Barry Jenkins. Rafiki narra la leggenda di Mufasa alla giovane leoncina Kiara, figlia di Simba e Nala, con Timon e Pumbaa che offrono il loro caratteristico spettacolo. Raccontata attraverso fleshback, la storia presenta Mufasa, un cucciolo orfano, perso e solo fino a quando incontra un leone compassionevole di nome Taka, erede di una stirpe reale. L’incontro casuale dà il via al viaggio di uno straordinario gruppo di sventurati alla ricerca del proprio destino: i loro legami saranno messi alla prova mentre lavorano insieme per sfuggire a un nemico minaccioso e letale. Durata 90 minuti. (Massaua, Fratelli Marx sala Harpo, Ideal, Lux sala 3, Reposi, The Space Torino, Uci Lingotto, The Space Beinasco, Uci Moncalieri)

Napoli New York – Drammatico. Regia di Gabriele Salvatores, con Pierfrancesco Favino, Dea Lazzaro e Antonio Guerra. Nell’immediato dopoguerra, tra le materie di una Napoli piegata dalle macerie e dalla miseria, i piccoli Carmine e Celestina tentano di sopravvivere come possono, aiutandosi a vicenda. Una notte s’imbarcano come clandestini su una nave diretta a New York per andare a vivere con la sorella di Celestina emigrata anni prima. I due bambini si uniscono ai tanti emigranti italiani in cerca di fortuna in America e sbarcano in una metropoli sconosciuta, che dopo numerose peripezie impareranno a chiamare casa. Durata 90 minuti. (Romano sala 3)

No Other Land – Documentario. Un premio agli European Film Awards e altre candidature, una regia collettiva di quattro cineasti, per raccontare le immagini di Bazsel Adra, attivista palestinese, che inizia i propri ricordi con l’arresto di suo padre mentre manifestava contro gli espropri voluti dallo Stato di Israele, testimonianze vive, e di Yuval Abraham, giornalista israeliano, prima di una tregua, nei territori invasi dal sangue e dalle morti, tra gli orrori che ogni giorno invadono Israele e Palestina, l’insieme di 19 villaggi della Cisgiordania che è Masafer Yatta, le abitazioni in antiche grotte e un’economia a carattere rurale, esplosioni, bombe su scuole e ospedali, carneficine. Durata 96 minuti. (Centrale V.O., Fratelli Marx sala V.O.)

Le occasioni dell’amore – Drammatico. Regia di Stéphane Brizé, con Guillaume Canet e Alba Rohrwacher. In concorso a Venezia lo scorso anno, con il titolo “Hors saison”, arriva oggi sugli schermi una storia d’amore che ricorda da vicino il mondo e le atmosfere sentimentali di Lelouch. Narra di Mathieu, attore in piena crisi personale e professionale, ha appena abbandonato le prove di un testo che dovrebbe debuttare di lì a poco, è fuggito per rifugiarsi in una località di mare nell’ovest della Francia. Mentre tutti lo cercano e lo invitano a tornare, Mathieu incontra Alice, una donna più giovane di lui con cui aveva avuto una relazione: giornate belle fatte di ricordi ma anche di tempo presente, l’occasione per riscoprire vecchi sentimenti, comprendere se si tratti soltanto un fuoco passeggero o se quell’incontro voglia significare qualcosa di più duraturo. Durata 115 minuti. (Centrale, Fratelli Marx sala Chico)

Oh, Canada – Drammatico. Regia di Paul Schrader, con Richard Gere, Jacob Elordi e Uma Thurman. Al tempo della guerra del Vietnam, Leonard Fife – conosciuto quanto stimato documentarista – scelse la via della diserzione e fuggi oltre il confine del Canada. Oggi, in punto di morte, preferisce mettersi davanti ad una macchina da presa, dentro la sua casa di Montréal, e confessare tutte le sue colpe, le bugie e i tradimenti, confessioni che non vanno soltanto diritti alla moglie. Tutto per coprire un grande segreto che da anni lo perseguita. Con il ritrovarsi della coppia regista/attore che conoscemmo circa 45 anni fa in “American Gigolò”. Ha scritto tra l’altro nelle colonne del Corriere della Sera il critico Maurizio Porro: “Il film passa, ormai succede, dal bianco e nero ai colori, e cambia formato, in un tragitto che, causa l’uso dei due attori non sempre in sintonia temporale (Gere ed Elordi, il vecchio e il giovane Leonard, ndr), provoca qualche difficoltà nell’attraversare gli anni di questa coscienza infelice di cui osserviamo la dinamica tra fantasmi hippie e protestatari e l’aridità di oggi.” Durata 91 minuti. (Massimo anche V.O., Reposi sala 5, The Space Torino, Uci Lingotto, The Space Beinasco, Uci Moncalieri)

L’orchestra stonata – Commedia. Regia di Emmanuel Courcol, con Benjamin Lavernhe e Pierre Lottin. La vita di Thibaut, un famoso direttore d’orchestra, cambia radicalmente quando scopre di avere una grave forma di leucemia. L’unico modo per salvarsi è il trapianto del midollo osseo ma trovare un donatore compatibile non è facile. Proprio a causa della scoperta della malattia, Thibaut viene a scoprire di essere adottato. Un donatore perfettamente compatibile sembra essere suo fratello biologico che non ha mai conosciuto. Si tratta di un modesto impiegato che vive in una piccola cittadina della Francia del Nord e suona il trombone nella fanfara comunale. La banda rischia di sciogliersi e la fabbrica della città sta per essere chiusa. Thibaut parte per andare a cercare suo fratello e il loro incontro si rivela un’incredibile avventura che cambia la vita di entrambi per sempre. Durata 103 minuti. (Greenwich Village sala 1)

Una notte a New York – Drammatico. Regia di Christy Hall, con Dakota Johnson e Sean Penn. Una donna prende un taxi all’aeroporto JFK di New York e si ritrova coinvolta in una profonda conversazione insieme all’autista, raccontandosi a vicenda le storie delle relazioni più importanti che hanno avuto nelle loro vite. Durata 100 minuti. (Nazionale sala 4 anche V.O.)

L’uomo nel bosco – Drammatico. Regia di Alain Guiraudie, con Félix Kysyl, Catherine Frot, Jacques Develay e David Ayala. In un piccolo paese a sud della Francia, il giovane Jérémie torna per assistere ai funerali del titolare della panetteria, dove ha lavorato in passato e al quale era molto legato.Quando decide di fermarsi qualche giorno in più per stare vicino a Martin, la vedova del defunto, non immagina che ben presto si troverà al centro di una serie di eventi del tutto inaspettati. Una misteriosa scomparsa, un vicino minaccioso, un figlio geloso e un abate dalle bizzarre intenzioni animeranno un po’ troppo il suo breve soggiorno nel piccolo paese di campagna, portando in superficie un passato che avrà conseguenze del tutto inaspettate nel presente. I Cahiers du cinema ha definito “L’uomo nel bosco” il miglior film del 2024, in Italia è stato designato Film della Critica dal Sindacato Nazionale Critici Cinematografici Italiani: “Posizionandosi con elevato sarcasmo tea noir e commedia sociale, Guiraudie si conferma narratore stratificato descrivendo una realtà di provincia paradossale con uno sguardo irriverente verso una normalità placida, identificando il suo vero protagonista come la variante destabilizzante di ogni azione”. Durata 102 minuti. (Greenwich Village sala 2)

Lasagne ai sapori dell’orto

/

 

Una lasagna vegetariana “light”, priva di besciamella. Un piatto leggero e delicato composto da pochi e semplici ingredienti

 

Vi propongo un primo piatto dal gusto solare, una lasagna vegetariana “light”, priva di besciamella. Un piatto leggero e delicato composto da pochi e semplici ingredienti dal sapore gustoso. Una versione piu’ leggera della classica lasagna. Verdure sfiziose che creano un gusto ricco senza l’utilizzo di carne in un morbido incontro di sapori. Perfetta per la primavera e l’estate, elegante delicata, squisita per tutti.

 

Ingredienti:

 

1 confezione di pasta fresca per lasagna (pronta in forno)

2 melanzane

4 zucchine

2 confezioni di sottilette “fila e fondi”

Sugo di pomodoro q.b.

Basilico q.b.

Olio evo q.b.

 

Preparare un sughetto di pomodoro (fresco o pronto) con aglio, cipolla, basilico e sale. Cuocere lasciandolo abbastanza liquido. Grigliare le melanzane e le zucchine precedentemente lavate ed affettate. Ungere una teglia da forno, versare sul fondo tre cucchiai di salsa di pomodoro e stendere bene. Sistemare le sfoglie di pasta sino a coprire il fondo, fare uno strato di melanzane, sale, sottilette a pezzi, salsa e un filo di olio. Proseguire con le altre sfoglie alternando melanzane e zucchine sino ad esaurimento degli ingredienti. Infornare a 200 gradi per circa 30 minuti.

 

Paperita Patty

“A/B” di Kaleo, mix di molteplici generi musicali

/

MUSIC TALES

La sera è nostra e (anche) la primavera nella foresta Vagla,

stiamo per accamparci nei campi di bacche verdi.

Guidami, amico/a, al boschetto di ieri,

lì (dove) la primavera sussurra e crescono le betulle.

L’album è “A/B” e porta la firma inconfondibile di Kaleo.

E’ un mix di molteplici generi musicali discostanti tra di loro, si passa dal Hard rock, al Blues, al Country fino ad arrivare a melodie Pop Rock più “rilassanti”.

È un concentrato di stati d’animo.

Per chi non lo sapesse, I Kaleo sono un gruppo rock islandese formatosi nel 2012 a Mosfellsbær.

Il loro album di debutto A/B è uscito nel giugno 2016. Il brano Way Down We Go, uscito come secondo singolo nel 2016, ha ricevuto ai Grammy Awards 2018 la candidatura nella categoria miglior interpretazione rock.

Qualche settimana fa, guardando una serie TV su Sky, mi imbatto in queste sonorità bellissime e voilà, una shazammata ed eccomi volare nei cieli islandesi inaspettatamente.

Vor í Vaglaskógi” è l’unica canzone dell’album sopra citato cantata in islandese, la lingua madre dei Kaleo. Inizia con una lenta melodia di chitarra arpeggiata che ci trasporta nelle lande islandesi e che ci fa capire come questa lingua considerata da molti dura e poco melodica riesca a creare una canzone perfetta sotto ogni punto di vista. Secondo me i Kaleo hanno fatto un azzardo a mettere un brano in islandese, ma un azzardo ben riuscito che ha dato maggior visibilità a questa lingua che non conoscevo affatto e che sarebbe bello che sempre più persone riuscissero ad apprezzare a pieno.

““Se un uomo non intende correre qualche rischio per le sue idee, o le sue idee non valgono nulla o non vale niente lui.””.

(Ezra Pound)

Ascoltatela bene ma bene proprio. Ve ne prego.

CHIARA DE CARLO

KALEO – Vor í Vaglaskógi (official video)

 
 

scrivete a musictales@libero.it se volete segnalare eventi o notizie musicali!

Ecco a voi gli eventi da non perdere!

Vi invito a seguire le pagine sottostanti per far parte di una comunità che vuole cambiare le cose.

Che vuole più educazione al rispetto per le donne e lo fa con uno spettacolo chiamato “Respect” che, a breve, sarà nelle vostre piazze.

Uno spettacolo intenso interamente cantato da uomini affinchè sia la voce maschile ad esortare al rispetto per le donne.

Oltre 30 artisti tra cantanti musicisti ballerini e performer, al lavoro per offrire un’esperienza immersiva che trasmette un grande senso di appartenenza e gruppo.

In aiuto all’associazione Scarpetta Rossa per un sostegno concreto a chi, dall’inferno della violenza, è già passato ed è riuscito a fuggire.

Vuoi far parte della rivoluzione? Seguici!
 

https://www.instagram.com/respect_lo_spettacolo?igsh=MTU2dTY0M3kwMnJu&utm_source=qr

La pizza, così semplice ma regina della tavola

/

La bellezza della semplicita’. Pochi semplici ingredienti che si uniscono e danno vita ad uno dei simboli della tradizione italiana nel mondo: la pizza

Una base croccante farcita con pomodoro, mozzarella, olive. Prepararla in casa e’ davvero semplice e veloce, non occorrono particolari capacita’, potete impastare la base nella planetaria o a mano, il risultato sara’comunque garantito. Profumata, calda, filante….impossibile resisterle!

***
Ingredienti :
(dosi per tre teglie tonde da 28cm)
 
500gr. di farina 0
5 cucchiai di olio evo
2 cucchiaini di zucchero
1 cucchiaino di sale fino
1 bustina di lievito secco tipo Mastro Fornaio
275ml di acqua tiepida
Salsa di pomodoro rustica q.b.
Mozzarella q.b.
Olive taggiasche q.b.
Filetti di acciuga (facoltativi, a piacere)
Basilico o origano
***

Preparare l’impasto base. Impastare, nel mixer o a mano, per almeno dieci minuti, la farina precedentemente setacciata con la bustina di lievito secco, aggiungere lo zucchero, il sale, l’olio ed infine l’acqua tiepida. Quando si e’ ottenuta una palla morbida ed elastica, metterla sul piano di lavoro infarinato e riprendere ad impastare a pugno chiuso con forza, sbattendo ripetutamente l’impasto sul tavolo. Quando la pasta si presentera’ liscia ed inziera’ a formare delle piccole bolle, inciderla con quattro tagli a croce, metterla in una terrina infarinata, coprirla con un tovagliolo e riporla in forno o nel micronde (spenti) al riparo da correnti d’aria per almeno quattro ore. Terminata la lievitazione riprendere l’impasto, impastarlo nuovamente sino a sgonfiarlo, tagliare la pasta in tre parti, stenderla a mano o con il mattarello,sistemarla nelle teglie  tonde  foderate con carta forno, guarnire con passata di pomodoro, mozzarella a dadini, olive, filetti di acciughe o altro a piacere, irrorare con un filo di olio, salare. Infornare nel forno preriscaldato alla massima potenza e cuocere ciascuna pizza per circa 15/20 minuti. Servire calda.

 

Paperita Patty

Dantès tra i vigneti dello Champagne

/

“Per me, in tutto il mondo, non esiste un villaggio comparabile con questo. Qui ho vissuto gli anni più belli della mia infanzia…”. Così il regista Jean Renoir descriveva il suo rapporto con Essoyes, paesino dello Champagne situato nel dipartimento dell’Aube nella regione francese del Grand Est. Era lì che i genitori Aline e Pierre-Auguste Renoir, uno dei più famosi pittori impressionisti, acquistarono nel 1896 una casa nella quale, per 30 anni, insieme ai loro figli Pierre, Jean e Claude, trascorsero lunghe estati. Essoyes non è solo il “village des Renoir” perché vi nacque anche Auguste Heriot, fondatore del Grands Magasins du Louvre, diventato l’eroe di Au bonheur des dames, l’undicesimo romanzo di Émile Zola appartenente al ciclo dei Rougon-Macquart. Ancora oggi poche centinaia di persone vi dimorano in un ambiente di semplice bellezza che trasmette pace e di tranquillità tra boschi, vigne e graziose case a graticcio sulle sponde del fiume Ource.

 

E tra queste, in una graziosa casa circondata da vigneti a perdita d’occhio, vive anche madame Jacqueline Grenouille con il suo piccolo yorkshire terrier di nome Dantès. Ogni mattina, al sorgere del sole, il piccolo animale accompagna Jacqueline nei suoi giri tra le vigne dove i grappoli hanno ciascuno il proprio ruolo, dallo chardonnay con la sua finezza e l’eleganza al pinot nero celebre per la struttura e gli aromi fino al pinot meunier, apprezzato per ricchezza e complessità aromatica. Insieme osservano le viti cariche di grappoli d’uva, pronte per essere raccolte e Dantès non perde occasione per annusare con curiosità l’aria profumata dai densi aromi fruttati. Un giorno, mentre correva tra i filari, lo yorkshire si imbatté in qualcosa di insolito. C’era un piccolo scoiattolo che sembrava avesse bisogno di aiuto. Il povero animale era rimasto impigliato in un ramo e non riusciva a liberarsi. Dantès si avvicinò e con le sue piccole zampe, in uno slancio generoso, cercò di spostare il ramo. Dopo alcuni tentativi riuscì a liberare lo scoiattolo che scattò via come un fulmine. Il piccolo terrier non si era accorto che Jaqueline lo stava osservando, sorridendo. “Sei davvero un cane generoso e altruista. Bravo!” esclamò, accarezzandolo. Lui, felice e orgoglioso, scodinzolò.

Ma il giorno seguente, mentre girovagavano tra i vigneti, accadde qualcosa di imprevisto. Un temporale improvviso si abbatté sulla regione, e i fulmini illuminarono il cielo. Jaqueline, preoccupata per i possibili danni alle viti, decise di rientrare a casa osservando il cielo carico di nubi gonfie di pioggia. Dantès non riusciva a smettere di pensare allo scoiattolo e per nulla intimorito dall’inizio dell’acquazzone si allontanò dalla sua padrona e corse verso il boschetto dove aveva incontrato lo scoiattolo. Con grande determinazione si fece strada tra i rami bagnati e le pozzanghere finché non raggiunse l’albero cavo dove di era rifugiato l’animaletto dal mantello bruno rossastro. Lo scoiattolo era lì, spaventato e tremante. Scodinzolava per segnalare un pericolo mentre dal cielo, dopo le saette e il brontolio dei tuoni, pioveva ormai a dirotto. Dantès si avvicinò e abbaiando cercò a modo suo di rincuorarlo. Assecondando il proprio intuito l’animale comprese che poteva considerare quel cagnetto come un amico e si sentì subito in qualche modo rinfrancato e protetto.

Dantès si riparò sotto l’albero ed entrambi attesero che il temporale si allontanasse. Adagio adagio la pioggia iniziò ad essere sempre meno forte e tra i rami le ultime gocce luccicanti lasciarono il posto ai primi raggi del sole che illuminarono la vegetazione. A quel punto i due animali lasciarono il loro rifugio e, in segno di gratitudine, il piccolo roditore decise di accompagnare Dantès fino a casa dove lo scoiattolo venne accolto da Jacqueline sotto la veranda. La donna, osservando il legame speciale tra i due, comprese che i sentimenti non conoscono limiti e barriere, e che anche un piccolo yorkshire terrier può fare la differenza quando si tratta di venire in soccorso a chi si trova in difficoltà. Decise così di celebrare quell’amicizia dedicando ai due una nuova cuvée delle preziose bollicine. E così, a Essoyes e in tutta la zona della Champagne, Dantès e lo scoiattolo diventarono una leggenda da festeggiare stappando in allegria una buona e fresca bottiglia di blanc de blancs.

Marco Travaglini