Rubriche- Pagina 18

Locali Storici: pasticceria Barberis di Valenza

/

A cura di Piemonteitalia.eu

Questo locale vanta origini nell’ultimo decennio dell’800. Non è più nella sua prima sede, ma continua a preparare le ricette originali tipiche delle migliori pasticcerie piemontesi: la ricca torta tartufata ricoperta di cioccolato, gli amaretti e i savoiardi, le “bignole”…

Leggi larticolo:

https://www.piemonteitalia.eu/it/luoghi/locali-storici-golosi/pasticceria-barberis

La rubrica della domenica di Pier Franco Quaglieni

/

SOMMARIO: Pier Giorgio Frassati, un santo borghese – Premi e “amichettismo”- Giovanna Cattaneo Incisa della Rocchetta – Lettere

Pier Giorgio Frassati, un santo borghese
Cent’anni fa moriva Pier Giorgio Frassati (nella foto di copertina) che verrà proclamato santo in settembre dal Papa. Una figura straordinaria che, appartenendo ad una ricca ed importante famiglia piemontese, seppe farsi carico di una testimonianza cristiana autentica, fondata sull’altruismo e la  dedizione ai disagiati. Ho conosciuto la sorella Luciana Gavronska  che dedicò anni della sua vita per far conoscere il fratello morto. Spesso mi parlò di lui. Mario Soldati diede un contributo non indifferente alla causa della sua beatificazione durata troppo a lungo: i tempi del santo subito verranno tanti decenni dopo. Per Frassati fu applicata la regola dei piccoli passi. A sbloccare lo stallo fu il Papa polacco.
Jas Gavronski che  ha scritto mirabilmente dello zio, mi parlò di questo credente con i fatti e non con le parole, nato in una famiglia  in cui la religione cattolica non era certo così sentita. Il senatore Frassati, padrone de “La stampa” che  era  considerato un  miscredente se non un  framassone, fu molto impressionato dalla lezione umana e religiosa  del figlio.  Pier Giorgio fu confuso erroneamente da tanti   con i “santi sociali”  torinesi come don Bosco e il Cottolengo. La sua storia fu totalmente diversa come è facile da cogliere pensando alle opere dei due santi torinesi considerati sociali.
.
Premi e “amichettismo”
Mario Pannunzio fu un critico severo dei premi letterari, compreso lo “Strega” che venne attribuito al suo amico Ennio Flaiano. Per dirla con una parola attuale molto in voga i premi si reggono sull’amichettismo e sui baratti tra case editrici . Anche sui legami politici perché certi partiti si sono infilati anche nei premi letterari. Ho assistito alla parte finale del premio 2025 naturalmente  su Rai 3 e più volte sono stato tentato di spegnere il televisore.
Più che un premio letterario sembrava quasi un comizio a molte voci, ma con temi sempre uguali, come un ossessionato antisemitismo filo palestinese. Mi era capitato in altri tempi di seguire più da vicino il premio che porta il nome del  liquore Strega, oggi quasi dimenticato. Io ho una bottiglia in casa di “Strega” e ogni volta che cerco di rifilarlo ai miei ospiti ne ottengo un rifiuto. Forse è il premio a danneggiare il buon nome del liquore. Avevo avuto anche modo di poter avere un assaggio del premio in un bellissimo paese del ponente ligure. Peccato che anche lì l’incaricata della piccola kermesse non fosse all’altezza, anche se possiede un altissimo tasso di faziosità.  Era facile con Franceschini , oggi con Giuli (che non è certo una cima) è meno facile il trionfalismo nei confronti di un premio nato da una mediocre scrittrice e dai suoi amici della domenica. Se la Bellonci si fosse dedicata alle scampagnate, forse sarebbe stato meglio.
.
Giovanna Cattaneo Incisa della Rocchetta
La Marchesa – per matrimonio – Incisa della Rocchetta – che nascose il titolo nobiliare da quando entrò in politica con il PRI ,ha avuto il riconoscimento di un ricordo cittadino. Se non fosse stato per il caldo, sarei anche intervenuto: era un’amica. Il lavoro fatto per la Gam e per palazzo Madama è stato egregio, anche se non era laureata in storia dell’arte ed era una semplice appassionata.
Torino le deve essere grata. Ma come sindaco non è stata certo significativa. Venne eletta dopo la precipitosa fuga di Zanone che così diede il via al suicidio del PLI  e dovette lasciare il posto dopo pochi mesi al commissario Malpica, uomo di Scalfaro, considerato in tempi successivi responsabile di malefatte  certo non a lui attribuibili. Nei pochi mesi di governo si limitò a galleggiare. Le ambizioni dei vari Marzano e altri consiglieri e assessori non le consentirono di toccare palla.
La maggioranza si sfaldò e si tornò a nuove elezioni con un nuovo sistema elettorale che prevedeva l’elezione diretta dei sindaci. Venne eletto per dieci anni Valentino Castellani, il migliore sindaco dopo Peyron. Incisa fu rieletta  consigliera insieme a Marino e Lodi, per Marzano fu una debacle che decretò la sua fine politica, anche se poi, passando al pds, tornò  in Sala Rossa. Anche Dondona, liberale, non venne rieletto, ma tornò in Comune con Forza Italia. Forse sarebbe stata anche una brava sindaca, sia pure senza esperienza. A sostenerla fu Giorgio La Malfa paracadutato a Torino da suo padre Ugo: Donat Cattin lo definì Gesù Bambino. Anche lui come Zanone distrusse un partito, il PRI che Silvano Alessio aveva costruito. L’unica donna politica del PRI in Piemonte e non solo è stata Bianca Vetrino, sindaco di Pino torinese, consigliere regionale di tre legislature, assessore alla Sanità e Vice Presidente della Giunta Regionale. Un partito serio avrebbe dovuto portarla in Parlamento. Susanna Agnelli non aveva nulla di repubblicano se non un certo snobismo . Ma Bianca come Viglione ha sempre preferito impegnarsi in Piemonte anche come presidente del Traforo del Monte Bianco.
+
LETTERE
scrivere a quaglieni @gmail.com
.
Il capitano Medaglia d’oro Franco Balbis
Ho molto apprezzato a suo tempo che Lei e il gen.  Franco Odello abbiate ricordato ad Alassio con la presenza del sindaco Melgrati il capitano Medaglia d’oro Franco Balbis caduto al Martinetto sotto il fuoco dei fascisti nel 1944. Partecipai alla cerimonia più di dieci anni fa quando si scoprì la lapide per Balbis voluta da Lei e da Lelio Speranza nell’istituto salesiano dove Balbis era stato allievo. Sono passato ieri a lasciare un fiore in ricordo di un vero patriota dimenticato forse anche perché valoroso combattente ad El Alamein. Assistei però anche  ad un episodio indegno che guastò in modo irrimediabile la bella  cerimonia perché l’alfiere  della FIVL, presente alla manifestazione,  aggredi’ con male parole e con  il ricorso alla violenza fisica il comandante partigiano Lelio Speranza vice presidente nazionale della FIVL , vicino ai 90 anni. Uno dei presenti in modo incredibile disse che tra gentiluomini queste cose non si fanno ,ma l’unico gentiluomo era Speranza. Fu un episodio vergognoso a cui assistette il direttore dell’istituto salesiano e credo anche Lei ed altri. Lei si ricorda del fatto ?  G. B. Sbarbaro
.
Mi ricordo del fatto increscioso a cui credo abbia anche assistito il sindaco di Alassio Canepa e altri invitati.  So anche i motivi dell’aggressione, ma evito di ricordarli. Non erano certo nobili.  L’alfiere  era un contadino un po’ troppo rustico e ruspante che non fece mai la Resistenza. Alla sua morte venne esaltato per cose che non ha mai fatto e forse non sarebbe mai stato in grado di fare. Pace all’anima sua. Certo rovinò con la sua irruenza la manifestazione per Balbis che lui sì, diede la vita per un’Italia libera. Un episodio triste  da dimenticare. L’alfiere in questione in effetti era di fatto un simpatizzante dell’ ANPI, come mi capitò di constatare nel corso di  una penosa riunione anch’essa da rimuovere a cui partecipai e in cui Speranza venne attaccato violentemente dall’ alfiere.
.
L’equilibrio dei poteri
La frequenza con cui  i TAR, la Cassazione e la Consulta intervengono sull’operato del governo e delle Regioni fa pensare che i diversi  poteri dello Stato non rispettino gli equilibri stabiliti dalla Costituzione. Forse è solo un’impressione o il legislatore odierno non riesce più  a legiferare con la dovuta chiarezza e correttezza costituzionale. Lei cosa ne pensa?    Gina Resto
In poche righe è impossibile rispondere. E’ difficile non pensare che in alcuni casi ci siano pregiudizi politici piuttosto evidenti. Va altrettanto riconosciuto che non sempre il legislatore si rivela all’altezza  del suo compito. Manca in molti ministri, sottosegretari e parlamentari una cultura giuridica e questo appare altrettanto evidente. C’è gente neppure laureata al governo. Il tema nel suo insieme è  un argomento troppo incandescente per… affrontarlo con questo caldo. Rinviamo il discorso a settembre, così  avremo modo di riflettere su un punto molto delicato della nostra vita democratica.

Street art a Torino: una galleria a cielo aperto

/
SCOPRI – TO ALLA SCOPERTA DI TORINO
Torino si è affermata negli ultimi anni come uno dei poli più vitali per la street art in Italia. Quella che un tempo era considerata arte marginale o vandalismo, oggi è diventata parte integrante del paesaggio urbano, capace di raccontare storie, identità e trasformazioni. Passeggiare per la città significa immergersi in un museo a cielo aperto, dove i muri non separano ma parlano, e le periferie si trasformano in vere e proprie gallerie d’arte pubblica. I murales diventano strumenti di rigenerazione urbana, simboli di comunità e voce dei quartieri. Dalle opere monumentali commissionate da festival e istituzioni, fino alle tracce più spontanee lasciate sui muri delle strade meno battute, la street art torinese offre un viaggio visivo e culturale denso di significato.
Dalle periferie ribelli alle opere monumentali
Il quartiere “Aurora” è uno dei primi a saltare all’occhio quando si parla di street art a Torino. Ex zona industriale, oggi è una delle aree più dinamiche sotto il profilo artistico e sociale. Qui, tra case popolari e vecchi capannoni, si trovano alcuni tra i murales più grandi e d’impatto della città. Opere come quelle realizzate da Millo, con i suoi personaggi in bianco e nero che interagiscono con la città, raccontano sogni urbani e quotidianità in modo poetico. Il progetto “B.Art” ha portato oltre 40 murales tra Barriera di Milano e altri quartieri della periferia nord, coinvolgendo artisti italiani e internazionali per trasformare muri grigi in spazi narrativi. Non sono solo decorazioni: questi interventi sono pensati per dialogare con il territorio, con le persone che lo abitano, con le sue ferite e le sue speranze. La street art assume così un ruolo sociale, capace di riqualificare esteticamente ma anche di ricucire il tessuto urbano.
Il centro città e le nuove frontiere dell’arte urbana.
Anche il centro di Torino non resta indietro. Pur conservando un’eleganza sabauda e un’architettura storica, accoglie sempre più spesso interventi artistici murali che si inseriscono con discrezione e intelligenza nel tessuto urbano. Zone come San Salvario o il Quadrilatero Romano ospitano opere più piccole ma ricche di significato, dove lo stile degli artisti si fonde con le atmosfere del quartiere. Le serrande dei negozi diventano tele temporanee che cambiano volto tra il giorno e la notte. In via Aosta e via Cecchi, alcuni spazi dismessi sono stati recuperati attraverso progetti condivisi che uniscono arte, educazione e cittadinanza attiva. L’arte urbana torinese oggi esplora anche linguaggi nuovi: stencil, poster, collage, sticker art e installazioni temporanee. Non si tratta più soltanto di disegni murali ma di una contaminazione tra generi che fa dialogare la città con il mondo contemporaneo. Il ruolo delle gallerie indipendenti, dei festival come “Picturin” o delle realtà come “Il Cerchio e le Gocce” è stato fondamentale per far crescere una scena urbana coerente, viva e aperta al cambiamento.
Torino continua ad evolversi e, con lei, anche la sua arte urbana. Ogni muro dipinto aggiunge un tassello alla narrazione collettiva della città, rendendola più inclusiva, espressiva e viva. Chi osserva i murales torinesi, oggi, non guarda soltanto un’opera d’arte: legge un messaggio, ascolta una voce, incontra una comunità. In una città che ha fatto dell’equilibrio tra memoria e innovazione il suo punto di forza, la street art non è più un linguaggio ai margini, ma una parte essenziale del suo volto, il volto di Torino.
NOEMI GARIANO

Il Libro del Mese. La Scelta dei Lettori

/

 

Il libro più discusso nel gruppo Un Libro Tira L’Altro Ovvero Il Passaparola Dei Libri nel mese di giugno è stato Io Che Ti Ho Voluto Così Bene, drammatico romanzo di Roberta Recchia che racconta l’esperienza di un uomo che cresce col fardello di essere fratello di un assassino e che ha conquistato il cuore dei nostri lettori, risultando il più commentato per due mesi di fila.

Ecco alcuni suggerimenti che riguardano le novità in libreria del mese di luglio.

Tra le uscite più attese, segnaliamo La Mia Personale Idea Di Inferno, di Giulio Somazzi (Accento) un romanzo che parla di dinamiche complesse e contraddizioni familiari, in libreria dal 9 luglio; Vengo Io Da Te di Rebecca Kauffman che racconta la quotidianità domestica di una famiglia, in uscita il 9 luglio per Sur; Il buio Della Quiete di Claudio Calabrese, il ritorno dell’ispettore Andrea Pantaleo, in uscita l’8 luglio per Solferino.

 

 

 

Consigli per gli acquisti

 Questa è la rubrica nella quale diamo spazio agli scrittori emergenti, agli editori indipendenti e ai prodotti editoriali che rimangono fuori dal circuito della grande distribuzione.

L’Idea Di Te (Auto-pubblicazione, 2025), romanzo dell’esordiente Sara Bruni, un racconto, delicato ma potente, che analizza il percorso del recupero della consapevolezza e offre una chiave per mettere in guardia chiunque dal pericolo di una relazione tossica.

 

Controcanto (Il Foglio, 2025) è la nuova silloge poetica di Sylvia Zanotto che torna a esplorare le profondità dell’animo umano messo di fronte al mistero della morte. Da non perdere.

 

Manuale Di Sopravvivenza Per Imprenditori, Manager E Professionisti,  di Gabriele Pensieri,  (Jolly Roger, 2025) è una guida per chi vuole prosperare nel mondo del business, mantenendo al contempo un alto livello di benessere personale.

 

 

Incontri con gli autori – Speciale Lucca Comics 2025

E’ appena uscita la lista degli scrittori ospiti della prossima edizione di Lucca Comics, dal 29 ottobre al 2 novembre e i nomi annunciati sono di quelli che muovono migliaia di appassionati: abbiamo quindi pensato di dedicare questa rubrica al loro elenco, per permettere agli interessati di organizzarsi e provare ad incontrarli.

Per la prima volta, arriva in Italia Rick Riordan, autore della saga fantasy di Percy Jackson e sarà una prima volta anche per  Cassandra Clare, l’autrice di Shadowshunter, che parteciperà alla manifestazione con Holly Black, la creatrice di Spiderwick; sarà presente al salone lo scrittore Glenn Cooper, uno dei più amati autori della nostra community, che presenterà il suo nuovo romanzo La Chiavi Del Cosmo.

Maggiori informazioni sul sito della manifestazione.

 

Per rimanere aggiornati su novità e curiosità dal mondo dei libri, venite a trovarci sul sito www.ilpassaparoladeilibri.it

Freschi involtini di manzo affumicato

/

Un’idea gustosa, fresca e veloce da preparare

Il manzo affumicato e’ una carne saporita, nutriente e dietetica che consente di portare in tavola gusto e leggerezza, e’ ottima come antipasto freddo o servita come secondo con verdure di stagione.

Ingredienti:

8 fette di manzo affumicato

100gr. di ricotta fresca

10 gherigli di noci tritati

Sale, pepe q.b.

Rucola fresca

Olio evo

In una piccola terrina mescolare la ricotta con sale, pepe e i gherigli di noce. Stendere la crema sulle fette di manzo e avvolgere ad involtino. Sistemare su un piatto di portata con rucola fresca. Conservare in frigo. Servire fresco irrorato con un filo di olio evo.

 

Paperita Patty

Foto Di Fanny Schertzer – Opera propria

La forza del silenzio / 2

/

Chiediamoci dunque se sia più espressione di solidità il parlare o il tacere. In quasi tutte le occasioni la capacità di stare in silenzio è un segno di efficacia. Stare in silenzio ci permette di ascoltare meglio cosa gli altri dicono, le loro idee e le loro parole.

Il silenzio ci permette di concentrarci su ciò che succede fuori di noi, nelle persone e nei contesti che abbiamo intorno. Ma anche di ascoltare meglio noi stessi, le nostre idee e le nostre emozioni. Ci aiuta a mettere un giusto spazio di tempo per la riflessione.

E tra quello che ascoltiamo e quel che rispondiamo, tra l’avvenimento e la nostra reazione. Avete mai fatto caso al fatto che, quando una persona parla dopo essere stata a lungo in silenzio, l’attenzione verso di lei di chi sta intorno è decisamente maggiore rispetto a quella verso chi parla spesso?

Scegliamo quindi in modo adeguato se, come e quando parlare. Sono proprio le persone più fragili, più ansiose, più stressate quelle che hanno più difficoltà a restare in silenzio, a connettersi con se stesse. Il silenzio è, anche in questo caso, segno e indice di solidità caratteriale, e di forza interiore.

Se abbiamo difficoltà ad accettare il silenzio, se la nostra vita deve essere sempre e continuamente piena di rumori, di suoni, di parole, chiediamoci il perché. Domandiamoci cosa ci impedisce di accettare il salvifico vuoto apparente del silenzio.

Siamo immersi in una società piena di rumori, in senso lato. E la stragrande maggioranza di noi si è abituata a riempirsi i minuti di parole e di rumori. Restare in silenzio può, quindi, rischiare di far emergere in noi alcune paure, anche se non ne siamo consapevoli. Ne parliamo nel prossimo post.

Roberto Tentoni
Coach AICP e Counsellor formatore e supervisore CNCP.
www.tentoni.it
Autore della rubrica settimanale de Il Torinese “STARE BENE CON NOI STESSI”.

(Fine della seconda parte)

Potete trovare questi e altri argomenti dello stesso autore legati al benessere personale sulla Pagina Facebook Consapevolezza e Valore.

La rubrica della domenica di Pier Franco Quaglieni

/

SOMMARIO: Il Presidente Napolitano – Lettere

Il Presidente Napolitano

Giorgio Napolitano era nato nel 1925 ed oggi avrebbe 100 anni. A Roma si tiene un importante convegno con studiosi e politici, alcuni dei quali mi lasciano perplesso.  Ho avuto un ottimo rapporto con il presidente Napolitano a Roma, Napoli, Torino. Ne ho anche scritto sul “Corriere” quando è mancato. I centenari più che le celebrazioni debbono essere delle verifiche e mi auguro che il convegno romano possa aprire un nuovo discorso più distaccato e quindi più  storico.

I punti cruciali di Napolitano sono la posizione di sudditanza al partito togliattiano durante l’invasione dell’ Ungheria e il governo tecnico di Monti con la sua preventiva nomina a senatore a vita: una scelta divisiva facilitata da Fini. Per il resto nel 2011 fu presidente di tutti per le celebrazioni nazionali dei 150 anni dell’ Unità e del Regno e anche sulla Resistenza  riconobbe limiti, estremismi  ed esagerazioni. Chissà se a Roma si parlerà di queste cose o l‘isterismo ideologico della Boldrini  che presiede una sessione del convegno lo impedirà? Anche la presidenza di Turco Livia (come si firmava abitualmente prima di essere deputata) non  dà garanzie di imparzialità: è un’attivista catto- comunista come quando viveva a Torino e criticava Fassino per le sue aperture al mondo liberale.

Ps  – Appare una vera e propria indecenza la relazione dell’ex presidente della Camera Fini al convegno su Napolitano. Fini strumentalizza Napolitano che non può più dire la sua, per accreditare una sua immagine politica non veritiera. Non merita ulteriore  attenzione la ricostruzione di Fini che appare sicuramente peggiore di quelle previste di un’altra presidente della Camera e di una ex ministra molto sprovveduta. Napolitano meritava di più .
.

.
LETTERE scrivere a quaglieni@gmail.com
.
Libri di storia
C’è un libro di testo di storia edito da Laterza che giunge fino al governo Meloni, giudicato in modo settario con espressioni non accettabili in un libro di testo scolastico. Giusy Guglielmini
.
Non è tanto la stupida faziosità degli autori anche torinesi, ma la loro  mancanza di limite in termini storiografici. Il Governo in carica non è storicizzabile. Bisogna almeno attendere che cada. L’idea di Berlinguer di dedicare tutto l’ultimo anno al 900 è un’idea sbagliata che ha penalizzato lo studio dell’800 e di altri periodi come il Rinascimento, il Medio Evo, la storia greca e romana.  Ma il 900 berlingueriano consente questi  eccessi di faziosità davvero intollerabili.
Luigi Berlinguer
Ci vuole il distacco necessario per poter storicizzare, una vicenda in itinere può solo essere oggetto di giudizi politici che non sono per definizione storici. Lascia ai propagandisti di mettersi le vesti dello storico. Anzi agli attivisti che credono di poter abusare impunemente di allievi ignari a cui si deve rispetto.
.
Israele e l’Europa
Cosa pensa del fatto che l’Unione Europea si sia divisa su Israele, unica democrazia occidentale in Medio Oriente?  Attilio Momigliano
.
Sono sempre stato un sostenitore di Israele e non cambio idea. L’ Unione Europea in passato voleva integrare nell’ Occidente europeo lo stato ebraico non senza ragioni storiche, quelle stesse ragioni che hanno portato Italia e Germania ad opporsi ad eventuali sanzioni europee contro Israele. Il capo del governo israeliano è oggi una  figura discussa e anche molto chiacchierata: impossibile stare con lui.  Appare come il volto demoniaco del potere.
La guerra e il terrorismo sanguinario sono devastanti. Non bisogna essere  necessariamente a favore di palestinesi e Iran per capirlo. Questi sono tempi di ferro e di fuoco e chi non ha letto neppure un rigo di Machiavelli non può capire. Leggo  sui social delle sciocchezze che mi rendono irriconoscibili anche persone che ritenevo di conoscere. Le anime pie che si indignano stando alla tastiera e non sanno cosa subiscono gli israeliani , mi fanno  ribrezzo. L’attuale Europa che non ha nulla a che vedere con quella di Federico Chabod (studioso sommo di Machiavelli) non ha  nessuna autorità per sanzionare Israele sull’ onda della Spagna che ha un premier screditato che cerca di sopravvivere con atteggiamenti demagogici evidenti. Caro Momigliano, io sto con Lei e con il suo grande omonimo che subì la persecuzione delle leggi razziali e fu sommo storico della Letteratura italiana. Sto bene in sua compagnia e detesto chi incendia le bandiere israeliane. L’idea stessa di scendere in piazza mi rende scettico, la parola  “attivista“ mi fa venire l’orticaria. Sono e resto un uomo di studi estraneo alle gazzarre di piazza.

Croccante focaccia simil-Recco

/

Croccante al punto giusto, ha un gusto delicato. Che dirvi di piu’…. vi chiederanno il bis!

Certo, la focaccia di Recco e’ tutta un’altra storia… sono d’accordo con voi, questa e’ senza pretese ma vi piacera’, e’ croccante al punto giusto, ha un gusto delicato…che dirvi di piu’…. vi chiederanno il bis!

***

Dose per 2 teglie rettangolari:

500gr.di farina 00

2 cucchiaini di zucchero

1 cucchiaino di sale

1 bustina di lievito secco

5 cucchiai di olio evo

275ml di acqua tiepida

500gr. di stracchino/crescenza

sale q.b

***

Mettere la farina, lo zucchero, il sale nel mixer e miscelare, aggiungere poi la bustina di lievito e sempre miscelando l’olio. Aggiungere poco alla volta l’acqua e lasciar impastare per qualche minuto. Versare l’impasto sul piano del tavolo infarinato e iniziare ad impastare con energia sbattendo la pasta sul tavolo ripetutamente. Mettere l’impasto in una capiente ciotola, coprire con un tovagliolo e lasciar lievitare in luogo tiepido per 4 ore.

L’impasto raddoppiera’ di volume. A questo punto, stendere la pasta con il mattarello e sistemarla nella teglia rivestita di carta forno. Ungere leggermente l’impasto con olio miscelato a qualche goccia di acqua e coprire con pezzi di stracchino, salare, condire con un filo di olio e infornare a 250* per 15 minuti o fino a quando il formaggio inizia a dorare .

Servire subito aggiungendo, a piacere, rucola fresca. Se non avete tempo, o voglia, acquistare la pasta per pizza dal fornaio.

Buon appetito.

 

Paperita Patty