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Rock Jazz e dintorni a Torino: Ligabue e Frankie Hi-nrg Mc

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GLI APPUNTAMENTI MUSICALI DELLA SETTIMANA

Lunedì. Al teatro Regio si esibisce Ligabue.

Martedì. Al Jazz Club è di scena Matteo Salvadori.

Mercoledì. Al teatro Colosseo arriva Malika Ayane. Al Jazz Club suonano i Dicks Fall. Al teatro

Concordia si esibisce Anna Pepe. All’Osteria Rabezzana sono di scena i The Last Coat of Pink. Al

Peocio di Trofarello suonano gli Atomic Rooster. Al Blah Blah si esibiscono i Dicks’Fall. Allo Ziggy

sono di scena i San Leo +Makepop.

Giovedì. Per Moncalieri Jazz alle Fonderie Limone, concerto dal titolo “Cine & Jazz” per un omaggio

ai centenari :Marcello Mastroianni, Marlon Brando, Henry Mancini, con l’Orchestra Magister

Harmoniae e la House Band. Al Blah Blah si esibisce Tony Mezzacarica & I Carusi. All’Hiroshima

Mon Amour arriva il rapper Frankie Hi-nrg Mc. Al teatro Colosseo è di scena Diodato. Al Cafè

Neruda suonano i Mashkatarìa. Al Jazz Club si esibiscono i Dionysian. Alla Divina Commedia

sono di scena gli Acoustik Brothers.

Venerdì. Allo Ziggy suonano i Distruzione + Putridity. Al Blah Blah si esibiscono i Temple Of

Deimos+ Palm In A Forest. Al Magazzino sul Po suonano gli Stormo. Per 3 giorni consecutivi

i Pink Floyd Legend Week, ripropongono gli album di maggior successo dei “mitici” Pink Floyd

al teatro Colosseo. Al Capolinea 8 suona il Cantabile Trio. Per Moncalieri Jazz alle Fonderie Limone,

concerto dal titolo “Il Cielo è pieno di stelle”, tributo a Pino Daniele eseguito dal duo Mazzariello-

Bosso. Al Jazz Club suona la Terry Blues Band.

Sabato. Allo Ziggy suonano i Fuori Controllo + Redmoon Heroes. Al Blah Blah sono di scena i

La Crisi+Pigro. Al Folk Club si esibisce il quintetto di Stefano Dall’Armellina. Al Capolinea 8

concerto tributo a Chet Baker con il quartetto di Felice Reggio. Per Moncalieri Jazz alle Fonderie

Limone, suona Albert Hera & Friends con la partecipazione di The Singers Choir. Al Jazz Club

si esibisce la Project Band.

Domenica. Chiusura di Moncalieri Jazz all’auditorium Toscanini, di Torino con lo spettacolo dal titolo

100 anni della radio” con l’Orchestra Rai diretta da Steven Mercurio, con la partecipazione

straordinaria di Tosca. Al Blah Blah suonano gli Spiritual Deception+ Chasing People. Allo Ziggy

sono di scena gli Hibaku Jumoku. Al Jazz Club si esibiscono i Plastic Fingers.

Pier Luigi Fuggetta

Una gustosissima torta salata di zucca

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D’autunno e inverno una ricetta con la zucca e’ d’obbligo.

Innumerevoli sono le preparazioni che si possono realizzare con la zucca, regina indiscussa della stagione autunnale e invernale, gustose zuppe, cremosi risotti, dolci delicati e deliziose “torte salate”. Perfette da preparare in anticipo le torte racchiudono, in un fragrante guscio di pasta sfoglia,  un vellutato e appetitoso ripieno, ideale per uno sfizioso antipasto.

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Ingredienti

 

1 disco di pasta sfoglia pronta

800gr. di zucca fresca

250gr. di ricotta vaccina

50gr.di parmigiano grattugiato

2 cucchiai di gorgonzola cremosa

1 piccolo porro

Un pizzico di noce moscata

Poco latte

Sale e pepe q.b.

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Pelare e lavare la zucca, tagliarla a pezzetti e cuocerla a vapore. Lasciarla scolare per perdere l’acqua in eccesso poi, passarla al passaverdura. In una padella con una noce di burro, stufare la parte bianca di un piccolo porro,  aggiungere il passato di zucca, mescolare e lasciar insaporire per alcuni minuti. Srotolare la pasta sfoglia, sistemarla in una tortiera da forno e bucherellare il fondo. In una terrina mescolare la ricotta con il parmigiano, due cucchiai di gorgonzola, la noce moscata, il sale e il pepe, aggiungere il passato di zucca e versare nella tortiera. Ripiegare i bordi di pasta e  spennellarli con un poco di latte, infornare a 200 gradi e cuocere per 30 minuti circa.

 

Paperita Patty

Note di Classica: Andràs Schiff, Bruce Liu e Antonio Pappano le “stelle” di novembre

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Mercoledì 6 alle 20.30 al conservatorio per l’Unione Musicale, Janine Jansen al violino e Sunwook Kim al pianoforte, eseguiranno musiche di Brahms, C. Schumann. Giovedì 7 alle 20.30 e venerdì 8 alle 20 all’Auditorium Toscanini, l’Orchestra Rai diretta da Constantinos Carydis e con Karen Gomyo al violino, eseguirà musiche di Koukos, Bernstein, Ives e Schumann. Martedì 12 alle 20.30 all’auditorium Agnelli per Lingotto Musica, la Chamber Orchestra Europe diretta da Antonio Pappano e con Bertrand Chamayou al pianoforte, eseguirà musiche di Milhaud, Saint-Saens, Gershwin, Bernstein. Sempre martedì 12 alle 20 al teatro Vittoria, Alexander Gadjiev e Andrea Miazzon pianoforte, eseguiranno un programma intitolato “Improvvisazione?

Non Solo Jazz!”.Mercoledì 13 alle 20.30 al conservatorio per l’Unione Musicale, Yulianna Avdeeva al pianoforte eseguirà un programma tutto dedicato a Chopin. Sabato 16 alle 18 al teatro Vittoria, Matteo Buonanoce al pianoforte con Antonio Valentino, eseguirà musiche di Chopin. Mercoledì 20 alle 20.30 al conservatorio per l’Unione Musicale, il Quartetto Esmè eseguirà musiche di Haydn, Korngold, Webern, Mendelssohn. Giovedì 21 alle 20.30 e venerdì alle 20 all’auditorium Toscanini, l’Orchestra Rai diretta da Giuseppe Mengoli e con Bruce Liu al pianoforte e Leonor Bonilla soprano, eseguirà musiche di Beethoven e Mahler. Sabato 23 alle 19 al teatro Regio debutto de “ Le Nozze di Figaro” di Wolfang Amadeus Mozart. Commedia per musica in quattro atti. L’Orchestra del teatro Regio sarà diretta da Leonardo Sini. Repliche fino a domenica primo dicembre. Mercoledì 27 alle 20.30 al conservatorio per l’Unione Musicale, Andràs Schiff al pianoforte avrà carta bianca. Venerdì 29 alle 20.30 all’auditorium Agnelli per Lingotto Musica, Grigory Sokolov al pianoforte eseguirà musiche di Chopin, Schumann e la seconda parte da definire. Sabato 30 alle 18 al teatro Vittoria, l’Ichos Percussion eseguirà musiche di Zivkovic, Ozone, Rohwer, Ouderits, Ugoletti, Glass, Skidmore, Golovko con invito all’ ascolto di Antonio Valentino.

Pier Luigi Fuggetta

Gusto e tradizione: la trippa del contadino

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Se abbinato alle patate ed ai fagioli, un piatto completo dal punto di vista dietetico

La trippa e’ un alimento antico, la frattaglia piu’ conosciuta e consumata, ricetta tradizionale di diverse regioni d’Italia. E’ un classico della cucina povera, semplice, gustoso, economico, dal basso contenuto calorico. Se abbinato alle patate ed ai fagioli, un piatto completo dal punto di vista dietetico. Un piatto unico sostanzioso.

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Ingredienti:

800gr. di trippa precotta

1 cipolla bianca

2 carote

2 coste di sedano

2 patate

250gr. di fagioli

1 spicchio d’aglio

400gr. passata rustica di pomodoro

olio evo, rosmarino, sale, pepe q.b.

1 bicchiere di vino bianco secco

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Lessare i fagioli in pentola a pressione per circa trenta minuti. In una larga padella soffriggere  sedano,  carote, aglio, rosmarino e cipolla precedentemente tritati. Rosolare ed aggiungere la trippa tagliata a striscioline, salare, pepare  e lasciar insaporire per dieci minuti poi, sfumare con il vino bianco. Aggiungere la passata di pomodoro, continuare la cottura per venti minuti, quindi aggiungere i fagioli scolati dal liquido di cottura, le patate tagliate a tocchetti e lasciar cuocere a fuoco lento per circa due ore bagnando, se necessario, con un mestolo di liquido di cottura dei fagioli. Servire ben caldo con fette di pane toscano e formaggio grattugiato. E’ ancora piu’ buona se la preparate un giorno prima.

 

Paperita Patty

 

Il senso di responsabilità è benessere

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Ci sono concetti, parole, modalità esistenziali che suonano antipatici, ostici e fuori luogo, in questo mondo che sembra aver fatto del divertimento continuo e di una malintesa ed eccessiva leggerezza lo stile di vita di moltissime persone. Sicuramente “senso di responsabilità” è uno di questi.

Abbiamo via via relegato il senso di responsabilità nell’ambito dei comportamenti inutili, controproducenti e fastidiosi. Non voglio dire che non sia giusto ricercare il nostro piacere, sapersi divertire e gustare la vita. Però tutto ciò dovrebbe accompagnarsi a una serie di attitudini e di comportamenti che contemplino anche un sano ed equilibrato senso di responsabilità.

Perché tra l’altro, a ben pensarci, avere senso di responsabilità è una componente importante del nostro stare bene con noi stessi e con gli altri, e quindi, in fondo, del nostro piacere. Un modo più profondo, più esteso e probabilmente anche più effettivo di ricercare il nostro appagamento.

Essere responsabili, nei confronti nostri, degli altri, del mondo, dei nostri pensieri, delle nostre azioni, delle nostre decisioni, senza dare sempre la colpa a qualcun altro, a qualcos’altro di ciò che ci succede, ci rende affidabili e in grado di agire adeguatamente, guidati dai nostri valori morali e sociali.

Assumerci senza vittimismi il peso delle conseguenze del nostro agire, nel rispetto di noi stessi, degli altri, dell’ambiente in cui viviamo, è una modalità esistenziale che ci dona serenità e benessere, poiché significa anche armonia, completezza, maturità.

Il senso di responsabilità è frutto di una scelta libera e consapevole che ci induce ad avere naturalmente attenzione per ciò che facciamo, esponendoci tra l’altro a un minor rischio di errore, e non ha nulla a che fare con il senso di colpa, che, al contrario, condiziona negativamente pensieri e azioni e determina rigidità e obblighi.

(Fine prima parte)

Roberto Tentoni
Coach AICP e Counsellor formatore e supervisore CNCP.
www.tentoni.it
Facebook Consapevolezza e Valore

Rubrica su “Il Torinese” STARE BENE CON NOI STESSI.

Polpette al pomodoro con farina di ceci, che bontà!

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Rubrica a cura de La Cuoca Insolita 

Per fare queste polpette al pomodoro con farina di ceci non avete bisogno di preparare molti ingredienti: probabilmente aprendo il frigo li trovate già lì, pronti! Il bello delle polpette è che ci potete mettere dentro quello che volete. Qualcuno potrebbe non fidarsi a ordinarle al ristorante, temendo che siano fatte con gli avanzi, di quelli che o li metti nelle polpette o li butti via. Io trovo che sprecare il cibo il meno possibile sia un traguardo importante. E ora, aprite il frigo e guardate se anche voi avete qualche ingrediente che potrebbe andare bene per questo. Non importa se non è esattamente quello che c’è in questa ricetta. Basta rispettare le proporzioni. Non devono però mancare la farina di ceci e il sugo di pomodoro. Leggete e capirete perché…

Perché vi consiglio questa ricetta?

  • Valori nutrizionali: Rispetto alle polpette al sugo tradizionali preparate con carne di vitello e maiale, uova, latte e formaggio grattugiato, qui abbiamo -30% di calorie e -65% di grassi. Un piatto che sazia senza appesantirci e senza farci ingrassare!
  • Polpette al pomodoro con farina di ceci, buone come quelle della nonna! E in più le carote e i finocchi sono ricchi di fibre, ma nell’impasto di queste polpette non si distinguono. Bene, quindi, anche per i bambini che non amano la verdura.
  • Al posto dell’uovo usiamo la farina di ceci. Nessun problema quindi per chi ha problemi con le uova.

Una dieta a base di legumi e cereali (soprattutto quelli integrali) permette di fornire al nostro organismo gli stessi elementi che si trovano nella carne (gli aminoacidi essenziali).

Tempi: Preparazione (20 min); Cottura (15 min);

Attrezzatura necessaria: robot tritatutto, 2 bicchierini da caffè, padella antiaderente diam. 32, tagliere e coltello a lama liscia, paletta da cucina, 2 cucchiaini, 1 cucchiaio, 1 paletta di legno, vassoio, 1 ciotola di medie dimensioni, carta da forno.

fase preparazione polpetteIngredienti (per 4 persone – circa 500 g di polpette):

Per l’impasto delle polpette:

  • Verdure in padella (carote e finocchi) – 150 g
  • Riso basmati integrale cotto – 150 g
  • Pangrattato (integrale) per impasto – 50 g
  • Farina di ceci – 1 cucchiaio pieno
  • Acqua per farina ceci – 2 cucchiai
  • Salsa di soia – 1 cucchiaio
  • Sale fino – ½ cucchiaino
  • Olio evo – 2 cucchiaini
  • Semi di girasole – 1 cucchiaio
  • Pangrattato per impanare polpette – 50 g

Per il sugo di pomodoro:

  • Passata di pomodoro o sugo pronto – 300 g
  • Olio di oliva – 2 cucchiai
  • Aglio – 1 spicchio

Ciuffi di carota – ½ bicchiere

Approfondimenti e i consigli per l’acquisto degli “ingredienti insoliti” a questo link: https://www.lacuocainsolita.it/ingredienti/).

In caso di allergie…

Allergeni presenti: Cereali contenenti glutine, soia

Preparazione delle polpette

FASE 1: LE VERDURE E I CEREALI DEL FRIGO

Potete scegliere delle verdure in padella a vostro piacere e in base a quello che trovate in frigorifero. In questa ricetta io ho fatto rosolare uno spicchio di aglio in olio evo, buttato dentro le carote a rondelle e fatto cuocere per 10 minuti. Poi ho buttato in padella anche i finocchi e fatto cuocere tutto insieme per altri 10 minuti. Infine, ho aggiunto il sale.

Io ho sempre in frigorifero un cereale pronto. Questa volta usiamo il riso basmati integrale. Se non vi ricordate come è meglio cuocere i cereali in chicco, andate su https://www.lacuocainsolita.it/miglio-stufato/

FASE 2: IL PANGRATTATO

Meglio se integrale, perché è più ricco di fibre. Io lo ottengo spesso da una forma di pane secco. Basta mettere le fette secche nel mixer e tritare a massima velocità, fino a quando il tutto sarà polverizzato.

FASE 3: LA PREPARAZIONE DELLE POLPETTE

Il gioco è facile: nel bicchierino da caffè bagnate la farina di ceci con l’acqua e mescolate. Intanto mettete nel contenitore del robot tritatutto le verdure, il riso basmati, la salsa tamari, il sale e l’olio e frullate a massima velocità. Aggiungete quindi la farina di ceci idratata e il pangrattato. Dovrete ottenere un impasto abbastanza compatto.

Unite ora i semi di girasole e mescolate delicatamente (devono restare interi). Trasferite in un contenitore e ricavate con le mani delle polpette, che poi impanerete con del pangrattato integrale.

FASE 4: LA COTTURA

Mettete olio di oliva in padella, fatelo rosolare e buttate dentro l’aglio e i ciuffi verdi delle carote sminuzzati come fareste con del prezzemolo. Mettete a cuocere le polpette impanate, a fuoco medio-alto e fate rosolare per circa 5 minuti, poi girate con l’aiuto di due posate e fate altrettanto dall’altro lato. Trascorsi 10 minuti, mettete da parte un po’ di ciuffi verdi di carota soffritti e versate il sugo già pronto nella padella e fate scaldare tutto per altri 5 minuti.

Servite le polpette calde, con una forchetta e un cucchiaio per raccogliere bene anche il sugo al pomodoro.

CONSERVAZIONE

In frigorifero: 3-4 giorni

Le polpette crude: possono essere preparate anche il giorno prima e tenute in frigorifero fino alla cottura. Possono essere messe nel congelatore (su dei vassoi, separate tra loro) e conservate anche per 2-3 mesi. Una volta indurite, potete trasferirle nei sacchetti gelo.

Roma e Torino: ristoranti tra somiglianze e influenze

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SCOPRI – TO  Alla scoperta di Torino

 

Torino, in passato Augusta Taurinorum, nacque come colonia romana nel secolo 9 a.C proprio per questo l’urbanistica e l’architettura, ancora oggi,  rispecchiano in molti casi quella romana.
La Porta Palatina tra le meglio conservate al mondo è un chiaro esempio di questa influenza, il suo quartiere, il Quadrilatero romano assomiglia almeno in parte agli scorci che si trovano a Roma nel quartiere di Trastevere.
Il Quadrilatero nella sua piazza principale ospita numerosissimi ristoranti e locali notturni amatissimi dai giovani torinesi e dai turisti, vicoli e viuzze decussano fra loro tra i palazzi antichi e sprazzi di verde ricordando i profumi romani.
Poco distante, in via XX Settembre vi sono i resti dell’Area Archeologica del Teatro Romano in uso per oltre due secoli e riscoperto poi nel 1899 durante i lavori per il Palazzo Reale.
Un’altra zona di Torino che ricorda Roma ma solo per il nome è il Campidoglio su un piccolo rilievo collinare che si dice si chiami così proprio per il Campidoglio romano.


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RISTORANTI ROMANI NELLA CITTA’ SABAUDA

A Torino vi sono numerosi ristoranti romani, tra cui Du Cesari, con il suo Chef Danilo Pelliccia, classe 1974, nato a Roma ed appassionato dalla cucina fin da piccolo grazie alla nonna che preparava ogni giorno per lui prelibati piatti tipici romani. Lo Chef si trasferisce poi a Torino nel 2004 per amore e nel 2013 apre il suo ristorante romano in Corso Regina portando sulle tavole sabaude tutta la tradizione romana con ingredienti di primissima qualità ed in qualche caso un tocco rubato alla cucina piemontese. Tra i piatti più rinomati la Tartufonara, una Carbonara rivisitata con tartufo nero, parmigiano stagionato, tartare di fassone, puntarelle e guanciale fritto. Propone anche l’Amatriciana gialla con pomodorini gialli anziché rossi, gli gnocchi all’Amatriciana di Baccalà, fra i secondi l’anguilla in umido e la zuppa di razza chiodata. Non mancano poi i grandi classici come la pasta Cacio E Pepe, la Gricia e i Saltinbocca.
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Altro ristorante romano a Torino è il Quadrilatero romano di Via delle Orfane, con arredo e quadri che riprendono i personaggi della tradizione romana come Alberto Sordi e Gigi Proietti. Il menù propone un misto fra la cucina capitolina e quella laziale con tris di supplì, maritozzi salati e tanti altri grandi classici romani.
Verso Corso Lecce troviamo il Ristorante Al Campidoglio con oltre 30 anni di esperienza che offre pranzi e cene tipiche proponendo piatti romani con specialità che ricordano il Ghetto Ebraico di Roma come i Carciofi alla Giudia freschi.
Ubicato nel quartiere di San Salvario vi è anche Sora Gina e tantissimi altri ristoranti di cucina romana perché i torinesi amano mangiare bene e a Roma non si sbaglia.
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RISTORANTI TORINESI A ROMA

Viceversa la cucina piemontese è anche a Roma come il ristorante Taverna Lucifero a due passi da Campo de’Fiori, un locale semplice, molto amato dai cittadini romani che offre piatti come la fonduta, i tajarin al tartufo e molti piatti a base di funghi freschi.
Anche il ristorante Fafiuchè offre prelibatezze sabaude nel cuore di Roma, il suo nome deriva dal piemontese “fa nevicare” e propone piatti come il brasato, la polenta e numerose varietà di vini tipici piemontesi.
Entrambe le città, Roma e Torino, sono state Capitale d’Italia e riservano un fascino particolare con tutte le loro meraviglie date da monumenti, palazzi antichi e paesaggi mozzafiato, legate per sempre grazie alle loro reciproche influenze, anche culinarie, il ché certo non guasta.

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NOEMI GARIANO