Rubrica a cura del Centro Studi Piemontesi
L’an-cà-da fé. Letteralmente la casa del fuoco. È il nome piemontese del “primitivo locale adibito a cucina nella Bursch, alta Valle Cervo” (Biella). “Nell’an-cà-da fé si viveva: si cucinava, ci si scaldava e ci si riuniva per le vëgge [le vijà, le veglie] quando si raccontavano e si scambiavano ricordi e storie scaturite dall’immaginifico della civiltà alpina”.
(Tavo Burat-Giorgio Lozia, L’an-cà-da fé. L’antica cucina biellese, Biella, De Alessi, 1989)
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PAROLE ROSSE di Roberto Placido
sbarazzarsi di un ex segretario nazionale ingombrante e lo stesso che pensava di utilizzare la candidatura come trampolino di lancio per altre opportunità non avendo grande interesse a restare a Torino. Ora le divisioni e la debolezza dei partiti, sia di chi è all’opposizione, il PD, che di chi guida l’amministrazione cittadina, il Sindaco Chiara Appendino, aiutano ad andare verso una soluzione che taglia fuori tutti i pretendenti e va verso una candidatura esterna.


