MANGIARE CHIARO / Non smetterò mai di ricordare l’importanza di un adeguato consumo quotidiano di frutta.
La sento troppo spesso trattare come un qualcosa di extra, che tanto anche se non viene portata in tavola tutti i giorni che problema c’è.
Che poi ehi, è piena di zucchero, quindi meglio lasciar stare! Beh, no, proprio no. Insieme alla verdura è un alimento fondamentale e dovrebbe trovarsi alla base della nostra alimentazione quotidiana. Entrambe sono ricche di vitamine, minerali e fibre e hanno un ruolo protettivo nella prevenzione di malattie croniche come patologie cardiovascolari, neoplastiche e respiratorie. L’Organizzazione Mondiale della Sanità raccomanda un consumo di frutta e verdura di circa cinque porzioni al giorno (“fivea day”), inserite nel contesto di un regime alimentare e stile di vita di tipo mediterraneo, che non solo si rivela favorevole al raggiungimento o mantenimento diun buono stato di salute, ma è anche in linea con il rispetto dell’ambiente.
Pensate che “in Italia, meno di 5 adulti su 10 consumano non più di 2 porzioni al giorno di frutta o verdura, 4 su 10 ne consumano 3-4 porzioni, mentre solo 1 su 10 ne consuma la quantità raccomandata dalle linee guida per una corretta alimentazione, ovvero 5 porzioni al giorno (five a day)”.
Possiamo fare di meglio, dai. Oltretutto potete mangiare la frutta quando volete: prima dei pasti, a colazione, dopo pranzo o dopo cena, come spuntino. Basta che la consumiate.
2-3 porzioni al giorno da 150 g e passa la paura. E non dimenticate la verdura!
Fonti: https://www.epicentro.iss.it/passi/dati/frutta
Vittoria Roscigno
Vittoria Roscigno, classe 1995, laureata con lode in Dietisticapresso l’Università degli studi di Torino e con il massimo dei voti nella Magistrale in Scienze dell’Alimentazione presso l’Università degli studi di Firenze. Ha conseguito i titoli di “Esperta in nutrizione sportiva” e “Nutrition expert” mediante due corsi annuali e sta attualmente frequentando un Master di II livello in Dietetica e Nutrizione Clinica presso l’Università degli studi di Pavia. Lavora in qualità di dietista presso le strutture HumanitasGradenigo e Humanitas Cellini, oltre a svolgere attività di libera professione a Torino.
- “Che la scienza e la buona forchetta siano sempre con te”
Sito: vittoriaroscigno.it
Instagram: @dietistavittoriaroscigno
Facebook: Dott.ssa Vittoria Roscigno – Dietista

Rubrica settimanale a cura di Laura Goria
La sua è una famiglia complicata dalla quale ha preso le distanze da oltre 20 anni; nasconde un segreto indicibile che ha segnato tutta la sua vita e spalancato il baratro nei confronti dei familiari.
Protagonista e voce narrante è la 28enne Sayoko, rimasta vittima di un incidente d’auto insieme al suo compagno e grande amore, lo scultore Yȏichi. Lui muore sul colpo, lei si ritrova semiagonizzante con un bastone di ferro conficcato nella pancia… e se prima credeva che la vita potesse essere eterna, ora lo schianto è contro la dura realtà: «La morte è sempre a un passo da noi».
Non si può non amare la protagonista e voce narrante di questo gioiello, pubblicato da una nuova e coraggiosa casa editrice fondata da 4 donne intraprendenti, esperte di editoria e con un palato letterario finissimo e di alto livello.
La storia inizia con il famoso archeologo 62enne Hiram Donovan che, durante uno scavo in Iraq nel 1989, trova sepolta nella sabbia una pietra levigata a specchio. Un disco di ossidiana, perfettamente piatto e rotondo, 10 cm di diametro, uno di spessore… e quando un raggio di sole ne colpisce la superficie, qualcosa di inspiegabile accade allo scienziato. Contravvenendo alla sua etica, non dichiara la scoperta, la nasconde e la invia alla moglie, in America, per studiarla con calma in un secondo tempo. Peccato che il destino abbia in serbo per lui una morte violenta, mascherata da incidente.


In primis fu un giorno in cui lo Stato italiano sembrò essersi sgretolato insieme all’Esercito lasciato allo sbando.Segnò la rottura con la Germania nazista, non la morte della Patria,come è stato sostenuto in modo errato, ma certamente la sua eclissi. Non fu un “tutti a casa“ come nel film di Alberto Sordi perché una parte dell’Esercito cercò di resistere e una parte di militari cercò di riprendere le armi nella guerra di liberazione.
