Le origini del Natale, la festa cristiana più celebre

PERCHE’  SI CELEBRA IL 25 DICEMBRE?

Il Natale e’ la festa piu’ importante della tradizione cristiana. Il 25 dicembre si commemora l’anniversario della nascita di Gesu’ Cristo, lo sanno tutti, ma non tutti sanno quale e’ la storia che ha portato a scegliere proprio questa data considerato che ne’ il Vangelo, a parte qualche riferimento di Matteo e Luca, ne’ la Bibbia riportano in quale mese nacque Gesu’. Per un periodo ci fu anche un dibattito nel mondo ecclesiastico all’interno del quale furono proposti diversi di giorni per le celebrazioni e alla fine si arrivo’ alla data che tutti conosciamo.

E’ il mondo romano che ci ha portato a festeggiare la nascita del Salvatore proprio il 25 dicembre, infatti questa festa prende spunto da due feste pagane che sono: i Saturnalia e il Solstizio d’inverno.

Saturno era il dio dell’agricoltura e del raccolto che nell’antica Roma si celebrava tra il 17 e il 23 di dicembre, in concomitanza con il solstizio d’inverno, il periodo più buio dell’anno, quando il sole sorge più tardi e tramonta prima. In quel periodo non si lavorava la terra e tutti si riposavano, anche gli schiavi che smettevano di servire i loro padroni. Venivano organizzati banchetti, ci si scambiava visite e regali e si aspettava il nuovo anno. Il solstizio d’inverno, o bruma per i romani, fu fissato da Giulio Cesare (calendario giuliano), nel 45 a.c., proprio il 25 dicembre che corrisponde secondo il calendario gregoriano, quello da noi utilizzato, al 21-22 dicembre. Dal giorno dopo, secondo il culto del Sole Invitto, o Sole vittorioso, le giornate ricominciavano ad allungarsi, si usciva dall’oscurita’.

Il vescovo greco ortodosso Epifanio di Salamina, venerato dalla Chiesa Cattolica, intorno al 226 si rese conto che tra le due tradizioni, quella pagana e quella cristiana, c’erano dei punti di contatto come la metafora della rinascita della luce sulle tenebre; Papa Giulio I, sulla scia di questa corrispondenza, nel 337 stabili’ che il 25 dicembre sarebbe stato celebrato il Natale, probabilmente anche con la speranza di convertire i romani al cristianesimo, e l’ Imperatore Giustiniano nel 529 rese la data festa ufficiale dell’Impero.

La piu’ antica fonte che riguarda il Natale celebrato dalla Chiesa di Roma e’ il Cronografo del 354 che riporta che il Natale Invicti ricorre, appunto, il 25 dicembre nel calendario civile.

Il sole invictus, l’uscita dal buio e dall’assenza di luce, dunque, ha messo insieme l’eliolatria, l’adorazione per questa grande sfera di idrogeno ed elio che e ’il sole, da parte dei pagani romani e la figura di Gesu Cristo che con la sua nascita diventa il simbolo della luce, della speranza e dell’uscita dall’oscurita’.

MARIA LA BARBERA

Whiskey & Soubrette al teatro Juvarra

Per la stagione di Iperspazi stagione 2025-2026 di Fertili Terreni Teatro  in programma anche a Capodanno  e a gennaio Whiskey & Soubrette al teatro Juvarra.

Quaranta anni di memoria storica e artistica di Torino verranno narrati da un cast di giovani performer dal 31 dicembre al 18 gennaio 2026, ripercorrendo le orme di Isa Bluette, Erminio Macario e Fred Buscaglione.
Tutto ciò è condensato nello spettacolo dal titolo ‘Whiskey & Soubrette’, portato in scena da Tedacà, dopo il successo delle tre precedenti stagioni presso il teatro Juvarra, sito in via Juvarra 13 a Torino, fra gli spazi più affascinanti della città.

 


Si tratta di un’opera che mescola prosa, ironia, danza e musica dal vivo, e che avrà ben sedici repliche a partire dall’ultimo giorno dell’anno corrente, con una replica speciale di Capodanno il 31 dicembre, per terminare nella seconda metà di gennaio 2026.
‘Whiskey e Soubrette’ rappresenta un evento speciale della stagione Iperspazi di Fertili Terreni Teatro. La pièce teatrale è ambientata la notte di Natale, quando l’ex oste Bruno ripercorre alcuni momenti vissuti all’interno della sua locanda, dalla sciantosa Isa Bluette al duro Fred Buscaglione, passando per la comicità stralunata di Erminio Macario. Il protagonista, Bruno, ha attraversato quaranta anni di storia e memoria artistica torinese, è stato amico e collega di lavoro di Isa Bluette, conosciuta nei primi anni Venti, quando entrambi erano impegnati alla manifattura Tabacchi, ha visto nel suo locale i primi spettacoli di Erminio Macario ed è stato il confidente di Fred Buscaglione, seguendo il percorso artistico dai suoi esordi alla prematura scomparsa  nel 1959.
I suoi ricordi si materializzano sul palco, immergendo lo spettatore in alcuni momenti trascorsi insieme a questi personaggi e si esprimono in canzoni e coreografie che richiamano i numeri del varietà guardati in gioventù.  Tutto questo succede ogni Natale quando Bruno si reca presso il Cimitero Monumentale di Torino, dove “dormono” Isa Bluette, Erminio Macario e Fred Buscaglione, che aspettano quella notte magica per tornare a raccontare “pezzi” della loro esistenza.
Le vicende di Bruno sono un escamotage narrativa di finzione per attraversare le vite di Isa Bluette, Erminio Macario e Fred Buscaglione. Tutti gli episodi che riguardano le vicende storiche dei tre artisti torinesi sono frutto di una ricerca storica con documentazione reperita a Torino, Milano e Roma. La stessa accuratezza è stata riservata ai costumi e alle coreografie che richiamano il periodo d’oro del varietà torinese e nazionale. Non da ultimo la musica traccerà un percorso  che attraversa quaranta anni di storia nazionale, spaziando dai motivetti di inizio Novecento fino alle canzoni rese celebri da Isa Bluette ( Creola), ed Erminio Macario (“Turin”) per poi tornare ad alcuni capolavori di Fred Buscaglione (Che notte”, “Eri piccola”, “Juxe Box” e “Guarda che luna”) . Brani cantati e suonati dal vivo, con un arrangiamento originale composto appositamente per ‘Whiskey & Soubrette’. Tutte le musiche sono riarrangiate  e composte dal giovane Antonio Dominelli, fra cui alcune sperimentazioni sonore che accompagnano dal vivo le scene dello spettacolo.
Dopo il successo degli ultimi tre anni, con sold out in tutte le repliche dello spettacolo, ‘Whiskey & Soubrette’ torna in scena al teatro Juvarra,  un  gioiello architettonico e culturale tra i più rappresentativi torinesi. Lo spazio, immerso nel cuore di Torino, è  da sempre un riflesso della città stessa. Nato in un’epoca di grandi trasformazioni, quando Torino si affermava come capitale industriale, ha saputo interpretare i mutamenti della società, diventando un luogo di incontro e confronto delle diverse anime di Torino. Dai fasti dell’epoca sabauda agli anni ruggenti del Novecento fino ai giorni nostri, il teatro Juvarra ha accompagnato i torinesi nei loro percorsi di vita, offrendo un palcoscenico dove sognare, emozionarsi e riflettere.
‘Whiskey & Soubrette’ nasce da un’idea di Marco Musarella, su testo di Marco Musarella, Valentina Renna, Simone Schinocca, coreografie di Bqb e musiche di Antonio Dominelli.
Il cast è  composto da dodici giovani artisti della scena piemontese, Anna Bovio, Francesca Bovolenta, Arianna Di Flora, Antonio Dominelli, Elisa Ferraro, Giulia Guida, Marco Musarella, Michela Paleologo, Valentina Renna, Simone Schinocca, Andrea Semestrali e Viviana Stizzolo.

Mercoledì 31 dicembre speciale ore 22

Giovedì 1, sabato 3, luned 5, giovedì 8, sabato 10, martedì 13, mercoledì 14, giovedì 15 e sabato 17 gennaio ore 19.30

Venerdì 2 e venerdì 16 gennaio ore 20.45

Domenica 4, martedì 6, domenica 111 e domenica 18 gennaio ore 16.

Evento speciale fuori abbonamento.

I biglietti sono acquistabili on line su www.ticket.it e inviati via mail in formato PDF da presentare all’ingresso dell’evento.

Mara  Martellotta

Coppa Sprint: percorso netto per Tassinario, Bertelli e Rosso

La felicità era un trenino a Natale

Natale è sempre Natale. A questo Natale ci siamo arrivati “faticanti “. In questa realtà fatichiamo. Guerre, morti sul lavoro e femminicidi e salariati che perdono il posto di lavoro. Ma arriva in soccorso il ricordo. Più è in là questo ricordo, più è dolce come il miele d’acacia. 65 anni fa. 3 anni. Come faccio a ricordarmi. Francamente non so.
Sono cose ancestrali e sinceramente sono frammenti, frammenti di vita, “visioni frasi spezzettate si affacciano alla mia mente…” non sono mie parole e per i pochi che non le conoscono: sono di Francesco Guccini. E per me Natale erano i trenini Marklin. Soprattutto era costruire l’insieme.
Passaggi a livello. Stazioni e tunnel con i binari e relativi scambi. C’era una punlsantiera da dove si governava tutto. Secondo la complessità dei plastici da sei bottoni da pigiare in su. Erano bottoni colorati in diverso modo ed ognuno con funzioni diverse.
Il bello era  ogni anno aggiungere nuove parti “allargando” ogni volta le dimensioni del plastico. La base era di compensato pressato. Ed era divertente accompagnare mio padre dai falegnami. Si trovavano in via Baltea oltre corso Vercelli. Mio padre dava la metratura e tempo 15 minuti era pronto il tutto. Larghe 1metro e cinquanta e lunghe fino a tre metri. Poi mio padre si caricava il tutto fino in via Cherubini 64. Poi quattro piani senza ascensore ed eravamo arrivati.
E l’erba sintetica. Sono dopo si cominciava a fissare i binari. E per l’appunto ogni anno si ingrandiva e almeno ogni due anni si cambiava base. Montato il tutto….sai quanti sogni ci ho fatto sopra. Dopo alcuni anni sono comparsi gli omini. Il capo treno o i passeggeri. Sintesi tra realtà e sogno diventato un film. E dovevi avere tanta ma tanta fantasia. Non potevi e non dovevi ripetere quella del giorno prima. Ti saresti sentito banale e ripetitivo.
Segnando il tempo che passava. Avevi tanto tempo davanti che si chiamava futuro.
Lo immaginavi e poi…diciamocelo…altro che telefonini. La televisione aveva al massimo due canali e dovevi aspettare le 17 40 per  i primi cartoni animati.
Ed il ricordo si trasforma in rimpianto.
Sapevi aspettare. Sapevi costruire. Sapevi inventarti delle storie. O perlomeno ci tentavamo. Qualcosa di indispensabile magari non sufficiente ma sicuramente necessario. La facevano  da padrone le storie tra indiani a cowboy. Ed oltre alla stazione paesi del far West con il Saloon.
Assalti ai treni. Erano i cattivi mentre tu eri sempre dalla parte dei buoni. Ovvio no?
Così Natale tra l’attesa dei giochi e la fantasia che ti riempiva la vita. E poi …dai …si cresceva e la contentezza durava fino all’Epifania. E ci ritroviamo qua 65 anni dopo.
Non è da poco. Addirittura amiche ed amici di allora non ci sono più. Morti troppo presto.
E dopo 65 anni capisci che quei trenini erano una metafora,  in fondo, della vita, della mia e nostra vita. Tra il viaggio per cercare qualcosa o qualcuno al costruire per essere.
Ma bando alle tristezze. Per tutti un buon Natale. Per tutti il diritto di un futuro migliore del presente.

PATRIZIO TOSETTO

Il regalo sotto la neve

 

Era la vigilia di Natale e il lago sembrava trattenere il respiro. Le acque scure del Verbano riflettevano le luci tremolanti delle case addobbate, mentre una neve sottile cominciava a posarsi sui tetti di Baveno, sulle aiuole del lungolago, sulle barche ormeggiate e sui rami spogli dei giardini nei pressi della riva. L’alito gelato dell’inverno scendeva dal Mottarone e increspava leggermente la superficie lacustre e una nebbiolina avvolgeva le isole del golfo Borromeo.

Carla, insegnante in pensione, viveva da sola in una villetta affacciata sul vecchio molo. Da quando suo marito era mancato, il Natale era diventato un giorno silenzioso, fatto di ricordi e fotografie. Quella sera, però, qualcosa la spinse a uscire. Indossò il cappotto di lana blu che lui le aveva regalato anni prima e scese verso il pontile. Le onde leggere parevano brividi provocati  come d’incanto dalla leggera brezza. E lì, proprio sulla panchina dove si sedevano ogni domenica, trovò una scatola avvolta in carta rossa, con un biglietto scritto a mano: “Per Carla. Il tempo non cancella ciò che è stato. Buon Natale”. Le si fermò il fiato e temette che lo stesso potesse accadere al cuore. Con le mani tremanti, aprì la scatola. Dentro c’era un piccolo carillon in legno, intagliato con la sagoma dell’ isola Superiore, quella dei pescatori. Quando lo attivò, partì la più celebre, dolce e familiare melodia di Natale: Stille Nacht, heilige Nacht – notte silenziosa, notte santa – conosciuta in italiano come Astro del ciel. Era la musica che il marito le suonava al pianoforte ogni vigilia. Carla si sedette, il volto rigato da lacrime calde, mentre la neve cadeva più fitta. Non c’era nome, né firma. Ma il dono parlava di lui, della loro storia, di un amore che il tempo custodiva ancora. Quella notte, per la prima volta dopo anni, Carla accese tutte le luci della casa. Mise il carillon sul caminetto, preparò il risotto al persico che lui adorava, e brindò al cielo, al lago, e a quel misterioso regalo che le aveva restituito uno dei ricordi più belli e il senso del Natale.

Marco Travaglini

Perché Trump vuole la Groenlandia

 

Nel 2019, l’idea di Donald Trump di acquistare la Groenlandia ha fatto notizia in tutto il mondo. Ma perché un Presidente degli Stati Uniti sarebbe interessato a un’isola remota dell’Artico? La Groenlandia, pur avendo pochi abitanti, è ricca di risorse naturali come minerali e metalli rari, fondamentali per la tecnologia moderna. Inoltre, la sua posizione strategica nell’Artico ha un valore militare e geopolitico significativo.
Trump stesso ha definito l’acquisto come un “affare straordinario”, sostenendo che gli Stati Uniti avrebbero potuto beneficiare delle risorse e del controllo strategico dell’isola. La proposta però è stata accolta con sorpresa e rifiuto dalla Danimarca, a cui la Groenlandia appartiene, e molti l’hanno vista più come un gesto simbolico che realistico.
In sintesi, dietro l’idea di Trump c’era una combinazione di opportunità economiche, strategiche e, come spesso accade nelle sue mosse politiche, un forte impatto mediatico.

Enzo Grassano

Natale al museo. Tutte le aperture e gli orari speciali

Nel giorno di Natale resta aperto il Museo del Cinema, mentre le altre sedi museali prevedono orari straordinari durante le festività.

Il periodo natalizio non rappresenta solo una ricorrenza religiosa o un momento dedicato agli acquisti, ma può trasformarsi anche in un’occasione di arricchimento culturale, grazie all’ampia proposta di musei visitabili a Torino e nell’area metropolitana il 25 dicembre. Tra questi figura il Museo Nazionale del Cinema, che anche quest’anno accoglierà il pubblico nel pomeriggio di Natale. A partire da Santo Stefano, il museo sarà aperto con orario continuato dalle 9 alle 19; la Vigilia di Natale chiuderà invece alle 18. Il 31 dicembre l’orario sarà dalle 9 alle 18, mentre il 1° gennaio l’apertura è prevista dalle 14 alle 19.

All’interno del museo sarà possibile visitare la mostra “Pazza idea. Oltre il ’68: icone pop nelle fotografie di Angelo Frontoni”, curata da Carlo Chatrian insieme a Roberta Basano ed Elena Boux, allestita nell’Aula del Tempio. Spazio anche ai Manifesti d’artista, a cura di Nicoletta Pacini e Tamara Sillo.

Il 25 dicembre resteranno chiusi i musei della Fondazione Torino Musei — GAM, Palazzo Madama e MAO — che apriranno invece il 24 dicembre dalle 10 alle 14 e il giorno di Santo Stefano dalle 10 alle 18. Il Museo Egizio non sarà visitabile né a Natale né a Santo Stefano; sarà aperto alla Vigilia fino alle 14 e in diverse date successive — sabato 27, domenica 28, martedì 30 dicembre, sabato 3 e domenica 4 gennaio — dalle 9 alle 20. Lunedì 5 gennaio l’orario sarà dalle 9 alle 18.30.

La Reggia di Venaria chiuderà il 24 dicembre alle 15 e riaprirà il 26 con il consueto orario; dal 26 dicembre al 5 gennaio sarà inoltre possibile visitarla anche in fascia serale, per vivere un’atmosfera particolarmente suggestiva. Il Museo del Risorgimento resterà chiuso il 24 e 25 dicembre e riaprirà da Santo Stefano con il percorso espositivo dedicato alla mostra “Briganti, storie, immagini dal Risorgimento a oggi”.

Il MAUTO consentirà di ammirare una delle più importanti collezioni automobilistiche al mondo nel pomeriggio di Natale, dalle 14 alle 19. Il 24 e il 31 dicembre l’apertura sarà dalle 10 alle 14, mentre il 1° gennaio dalle 14 alle 19. Le Gallerie d’Italia saranno aperte il 24 dicembre dalle 9.30 alle 18, resteranno chiuse il giorno di Natale e riapriranno a Santo Stefano dalle 9.30 alle 19.30. Il 31 dicembre l’orario sarà dalle 9.30 alle 15, il 1° gennaio dalle 14 alle 19.30 e lunedì 5 gennaio dalle 9.30 alle 19.30. Infine, la Fondazione Accorsi Ometto sarà visitabile il giorno di Santo Stefano dalle 10 alle 19, resterà chiusa il 31 dicembre e riaprirà il giorno di Capodanno dalle 14 alle 20.

Mara Martellotta

Che colore indossare a Natale?

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E’ tradizionalmente il rosso il colore indicato non solo per la tavola di Natale, ma anche per l’abito. Non preoccupiamoci se ci dona o no: il True Red di Pantone, come è il rosso di Natale, rientra tra i colori esistenti in natura e adatti a chiunque. Non a caso, forse, Valentino lo scelse come colore principe delle sue collezioni, tanto da parlarsi di “rosso Valentino”.

Il bianco panna è un altro colore adatto al Natale. Presente da anni non soltanto in montagna ma anche nell’abbigliamento invernale in città, risulta particolarmente raffinato, in inverno, per le persone con capelli biondi o comunque non troppo scuri. A Natale può essere arricchito da qualche dettaglio in oro giallo. Da evitare, invece, l’accostamento rosso-oro.

Il nero, o blu notte, rimane, specie per le serate di festa.  Di tendenza, quest’anno, il testa di moro, in tonalità fredda.

E poi…libertà: un colore che amiamo e ci renda felici, sempre che ci doni!

Evitiamo i colori forti, aggressivi, audaci, sgargianti, anche nei dettagli, come una sciarpa su un cappotto: non si addicono al Natale.

E’ una festa gioiosa, familiare, fantastica in presenza di bimbi. Per gli adulti, riaccende ricordi, spesso commoventi, che intridono la gioia di dolce malinconia. Permettiamo, dunque, che in questo speciale giorno dell’anno ognuno indossi l’abito del colore che lo rispecchia, evitando pacchianerie, nel segno della ricorrenza religiosa.

Buon Natale!

Chiara Prele

 

Piazza San Carlo, finale Grand Tour “La vita è adesso” di Baglioni

La Compagnia del Giro arriverà il 18 settembre 2026 nella magnifica piazza, cuore storico e sociale del capoluogo piemontese, per il concerto di chiusura, al termine del viaggio nei luoghi più rappresentativi del patrimonio culturale italiano, iniziando a Venezia il 21 giugno, in piazza San Marco.

La spedizione del Grand Tour di Claudio Baglioni rappresenta un progetto musicale dal vivo,  che è il culmine delle celebrazioni per il 40esimo anniversario dell’album più venduto di sempre in Italia, “La vita è adesso, il sogno è sempre”. Nel 2026, da fine giugno a settembre, il Grand Tour porterà la sua musica in 40 località del territorio italiano negli scenari più suggestivi del Bel Paese, sui palchi dei grandi teatri all’aperto. Si tratta di un ritorno che giunge a 15 anni di distanza dall’ultima tournée di Baglioni nei meraviglioso siti italiani outdoor. Il percorso del Grand Tour seguirà itinerari di valore storico, archeologico, artistico e paesaggistico, invitando gli spettatori a divenire protagonisti di un cammino affascinante attraverso la bellezza, l’incanto, la forza della musica e il flusso di emozioni senza tempo, ma sempre nuove.

Info: biglietti disponibili dalle ore 14 di martedì 23 dicembre, per 24 ore in esclusiva in vendita per gli iscritti al Fan Club – in seguito su Ticketone e nei punti vendita.

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Mara Martellotta