
All’apertura dell’udienza il pg Antonio Malagnino ha richiesto alla Corte presieduta dal giudice Paola Perrone che gli imputati ancora in cella vi rimangano fino alla fine del processo, sospendendo i termini massimi della custodia cautelare
Al via il processo d’appello di ‘Minotauro’ per le presunte infiltrazioni della ‘Ndrangheta a Torino e in provincia. Sono 70 gli imputati che hanno fatto ricorso dopo le condanne in primo grado. Tra questi anche l’ex sindaco di Leini, Nevio Coral, al quale era stata inflitta una pena di dieci anni. La condanna più alta è di 21 anni e mezzo, inflitta a Vincenzo Argirò, ritenuto uno dei capi del ‘Crimine’, il braccio violento dell’organizzazione criminosa. Presenti in aula anche otto parti civili: Regione, Provincia, Comuni di Torino, Volpiano, Leinì, Chivasso e Moncalìeri e l’associazione Libera.
La prossima udienza si svolgerà a gennaio. Più di dieci imputati sono ancora in carcere. All’apertura dell’udienza il pg Antonio Malagnino ha richiesto alla Corte presieduta dal giudice Paola Perrone che gli imputati ancora in cella vi rimangano fino alla fine del processo, sospendendo i termini massimi della custodia cautelare per tutta la durata. “data la complessità del dibattimento”. La richiesta dell’accusa è stata accolta e così essun imputato uscirà quindi di prigione il 20 febbraio 2015, data del termine della custodia cautelare. Si prevede un programma di udienze fitto, anche tre a settimana.
(Foto: il Torinese)




“I giudici che hanno emesso la sentenza dovrebbero andare in mezzo a quelle imprese che hanno subito minacce”

IL GHINOTTO DELLA DOMENICA

Una quarantina i voli sospesi a Caselle (oltre a quelli cancellati per sempre da Alitalia). Ma il top si è registrato in metropolitana dove nessuno dei 70 dipendenti si è presentato a lavorare
“E’ bene che ci sia rispetto reciproco tra governo e sindacati e che non ci siano esasperazioni come quella di cui oggi abbiamo il segno. Non fa bene al Paese”. Così il presidente Giorgio Napolitano ai giornalisti, prima di lasciare Torino alla fine della sua visita, in riferimento allo sciopero e alle manifestazioni dei sindacati. Cgil e Uil sono infatti scesi in piazza anche a Torino contro il il Jobs Act e la legge di Stabilità del governo. Il corteo era guidato dalla leader sindacale Susanna Camusso e da Alberto Tomasso, segretario regionale Cgil con il suo collega Gianni Cortese della Uil Piemonte. L’allarme – come ha già scritto il Torinese – riguarda anche la nostra regione dove, la prossima primavera, con la fine della cassa integrazione rischiano di finire sulla strada 30mila lavoratori. 
