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Rivoluzione dei quartieri, la nuova mappa di Torino ne prevede solo sette

CIRCOSCRIZIONI TORINO QUARTIERI

ll prossimo 19 ottobre la nuova suddivisione territoriale sarà formalizzata dal Consiglio comunale. Dapprima si pensava a sole sei circoscrizioni, ma un successivo accordo politico ha stabilito di crearne una in più, così da poter gestire meglio, in modo più capillare,  l’amministrazione dei quartieri

 

L’approvazione ufficiale avverrà a Palazzo Civico nei prossimi giorni, ma saranno  sette le circoscrizioni che suddivideranno il territorio urbano di Torino. Via libera al Lo scopo di questa razionalizzazione è quello della riduzione dei costi rispetto alle attuali dieci circoscrizioni, ognuna delle quali con una sua Giunta, Consiglio e relativi stipendi o gettoni. ll prossimo 19 ottobre la nuova mappa sarà formalizzata dal Consiglio comunale. Dapprima si pensava a sole sei circoscrizioni, ma un successivo accordo politico ha stabilito di crearne una in più, così da poter gestire meglio, in modo più capillare,  l’amministrazione dei quartieri.

 

Ecco la nuova mappa:  La circoscrizione Centro contiene l’attuale Uno, perde la Crocetta, ma conquista  Aurora, Valdocco e Rossini, con  Porta Palazzo; Santa Rita-Mirafiori comprende la Due, la Dieci e una parte della Nove a ovest della ferrovia; la San Paolo comprende la Tre, senzaCit Turin e guadagna la Crocetta; Parella rimane “titolare” della Quattro incorporando Cit Turin; la Cinque rimane come oggi; la Sei acquisisce Cimitero e Scalo Vanchiglia; la Collina unifica tutta la zona collinare, comprendendo la Otto (San Salvario), un pezzo della Nove a est della ferrovia (Nizza-Millefonti) e parte della Sette (Vanchiglia e Vanchiglietta).

 

Le nuove circoscrizioni saranno operative già con la nuova amministrazione municipale che uscirà dalle urne di maggio 2016.

 

Go Wine presenta Cantine d'Italia

gowine cantine

Serata all’insegna non solo della conoscenza diretta dei produttori e dei loro affascinanti metodi di produzione (ricordiamo Tenuta Chiccheri, Sardo Giovanni, Pileum, Forti del Vento, Piandaccoli), ma anche della premiazione di 5 locali

 

Giovedì 8 Ottobre ha avuto luogo la prima serata autunnale organizzata da Go Wine per la presentazione di alcune tra le cantine recensite sul volume Cantine d’Italia 2015. Serata all’insegna non solo della conoscenza diretta dei produttori e dei loro affascinanti metodi di produzione (ricordiamo Tenuta Chiccheri, Sardo Giovanni, Pileum, Forti del Vento, Piandaccoli), ma anche della premiazione di 5 locali, dai più storici alle nuove realtà sorte nello scenario enogastronomico torinese che si sono affermati e distinti specialmente per la loro attenzione verso il vino. I riconoscimenti vengono assegnati all’Enoteca il Sogno nel Cassetto di Chieri, ai ristoranti storici Vintage 97 (lo stellato Michelin di piazza Solferino) e la Credenza (dal 1991 punto di riferimento in quel di San Maurizio Canavese), al ristorante in franchising di pesce Seafood Bar e da marzo il new entry Il Brigantino. Tutte realtà riconosciute sia per la loro fede verso i prodotti del territorio sia per la ricercatezza nel proporre anche piccoli produttori locali: sinonimo, questo, di grande apertura verso il mondo del vino, protagonista di una vera e propria serata d’autore.

 

 (Foto: il Torinese)

Jessica Tronci

Weekend croccante, torna "Una Mole di pane"

pane

In tutto ci saranno 50 espositori: panificatori, oltre a produttori di miele, marmellate, formaggi, salumi, vino e cibo di strada

 

‘Una Mole di Pane’, la manifestazione torinese dedicata al pane e alle sue mille espressioni locali torna nel fine settimana nella location del Cortile del Maglio in via Vittorio Andreis. Nell’edizione 2014 sono state 11.000 le fette di pane distribuite durante la manifestazione, che fu visitata da 15 mila persone. In tutto ci saranno 50 espositori: panificatori, oltre a produttori di miele, marmellate, formaggi, salumi, vino e cibo di strada

Corrispondenza un giorno sì e uno no? La guerra tra Poste e comuni parte dal Piemonte

“Siamo determinati – ha sottolineato Andrea Ballarè, presidente di Anci Piemonte – a opporci ad un qualcosa che è stato deciso senza mai interfacciarsi con i sindaci e preoccuparsi delle ricadute sui cittadini”

 

poste italianeLa domanda che molti, cittadini ed amministratori di piccoli comuni, si sono posti è per quale motivo Poste Italiane, che hanno si la forma societaria  di una spa, ma sono investite di un ruolo sociale (e costituzionalmente garantito) da un lato investono e finanziano operazioni come quella di Alitalia e dall’altro stanno poco per volta diminuendo il servizio nei comuni piccoli e piccolissimi. Il recente provvedimento che ha introdotto, da inizio ottobre, la consegna della corrispondenza a giorni alterni in una novantina di comuni, concentrati nelle aree collinari delle Province di Alessandria, Asti e Cuneo, ha suscitato una vera e propria levata di scudi. Così in un incontro che si è svolto ad Asti, organizzato da Anci Piemonte, è stato deciso di ricorrere al Tribunale amministrativo regionale del Lazio per ottenere il ritiro del provvedimento.

 

 “Siamo determinati – ha sottolineato Andrea Ballarè, presidente di Anci Piemonte – a opporci ad un qualcosa che è stato deciso senza mai interfacciarsi con i sindaci e preoccuparsi delle ricadute sui cittadini. E siamo a vostra disposizione per fare fronte comune, trovando insieme una soluzione”. Gli avvocati Paolo Scaparone e Jacopo Gendre consulenti di Anci Piemonte ravvisano nel piano di Poste Italiane numerosi elementi di illegittimità. “Quello postale – ha spiegato il professor Scaparone – è considerato un servizio universale e come tale deve rispettare il principio della doverosità e continuità: vale a dire, essere accessibile a tutti e prestato in modo continuativo”. 

 

E’ stato anche sottolineato che “l’Autorità Garante delle Comunicazioni, come tutte le autorità indipendenti gode per legge di libertà considerevoli, ma è vincolata a far sorgere le norme attraverso il confronto con i soggetti interessati”. Per ricorrere al Tar i Comuni dovranno, prima del 19 ottobre, deliberare la loro intenzione di partecipare al contenzioso e, successivamente, sottoscrivere la delega in calce al ricorso stesso. Accanto ad Anci sul piede di guerra c’è anche Uncem Piemonte che con il presidente Lido Riba spiega che la decisione di Poste Italiane è stata presa senza alcuna consultazione con gli enti locali e senza alcuna considerazione per le diverse situazioni che esistono nel territorio piemontese, dalla Città Metropolitana alle altre realtà.

 

(Foto: il Torinese)

 

Massimo Iaretti

                                                                                                                                      

"Nella Torino della cultura tradita non c'è dibattito ma resistono i 'fabbriconi' costosi"

biffi gentili foto

INCHIESTA

IL FUTURO DELLA CULTURA A TORINO / 2

 

Quel tipo di “compromesso storico”, la “concordia istituzionale” da metà Anni ’90,  ha prodotto costosissimi strumenti del consenso oggi divenuti parzialmente ingestibili, e privilegi ingiustificabili. Dubito che i creatori di questo tipo di situazioni siano nelle condizioni politiche e culturali e psicologiche e comportamentali per trovare reali soluzioni, che presupporrebbero alcune scelte anche radicali

 

Enzo Biffi Gentili canta fuori dal coro nel mondo della cultura. Fu socialista di quelli veri e seri, vicesindaco di Torino, e da decenni si occupa di mostre e iniziative culturali di livello. Dal 2000 è l’anima del Miaoo, il Museo Internazionale delle Arti Applicate, in via Maria Vittoria 5,  nel complesso monumentale di San Filippo Neri. Il “Torinese” lo ha intervistato dopo aver pubblicato la chiacchierata con Alberto Vanelli, tra gli artefici della storia di successo della Venaria Reale, nell’ambito dell’inchiesta sul futuro della cultura e del turismo nella nostra città e in Piemonte.

 

– Dottor Biffi Gentili, a gestire la cultura torinese sono sempre i soliti nomi. Condivide l’idea di Vanelli di formare una nuova classe dirigente della cultura in città?

– Figuriamoci se non la condivido, non avendo mai fatto parte se non lateralissima negli ultimi trent’anni, a differenza di Vanelli, della classe dirigente della cultura cittadina. Ma vorrei un po’ estendere la riflessione su una necessità del rinnovamento di classe dirigente in generale. I nostri cugini transalpini hanno usato la locuzione “exception culturelle française”  per marcare una loro differenza, in positivo, dagli altri stati dell’Unione Europea ; io sostengo che anche per noi si debba parlare di “exceptionchiampafassino culturelle”, evidentemente “piémontaise”, che ci differenza dalle altre regioni e dalle altre grandi città italiane. Le nostre sono infatti le sole realtà guidate da un Presidente e da un Sindaco nati negli anni ’40, provenienti dal PCI, già politicamente attivi negli anni ’70 del secolo scorso, e che hanno iniziato a interessarsi di politica intorno al 1968, lo stesso anno nel quale suppergiù nascevano, tanto per fare un paio di esempi, Zaia Presidente del Veneto, Bonacina Presidente dell’Emilia Romagna, De Magistris Sindaco di Napoli… Il che non vorrebbe ancora dir nulla: dato che anch’io appartengo a quello generazione politica, come per altro lo stesso Vanelli, non credo che il giudizio su una classe politica sia solamente una questione anagrafica od ormonale… Il fatto è che questi personaggi, come si suo dire, nel bene e nel male hanno già dato, hanno già esercitato importanti REGIONE PALAZZOruoli in anni apparentemente migliori, e non penso che da qualche tempo abbiano più gran che da dire. Insomma, sono in disaccordo con Vanelli quando pochi giorni fa vi ha dichiarato che il ciclo politico-amministrativo avviato negli anni 90 “rischia nei prossimi anni di veder lentamente esaurire la spinta propulsiva e innovativa che la accompagnava”. Perché quella spinta, se c’è stata, è già esaurita, e non lo sostengo solo io, lo hanno dichiarato “compagni di strada” di Chiamparino come il professor Giuseppe Berta, che è stato anche vicepresidente di Torino Internazionale (cito dal suo articolo La fine di un ciclo politico, in “La Stampa” 9 aprile 2009): “Questa spinta, assai robusta in passato, si è attenuata visibilmente negli ultimi tempi. Al punto che potremmo indicare il suo termine nel 2008. Ma, si noti, Berta non imputa quella fine alla più generale crisi economica, alla grande recessione iniziata nel 2007 e in quel 2008 esplosa, tiene a precisare che, certo, crisi globale ha pesato su un’area metropolitana come quella di Torino, ma che, testualmente “quel ciclo amministrativo stava esaurendosi per conto suo, indipendentemente dalla crisi”. E Chiamparino resta Sindaco sino al 2011, quando gli da il cambio Fassino, poi dal 2014 diviene Presidente del Piemonte. Nel frattempo, tra il 2012 e il 2014 diventa Presidente della Compagnia di San Paolo, fatto non irrilevante… Perché trovo assurdo quando si discute di cultura prendersela soltanto con i politici e le amministrazioni pubbliche dimenticando le Fondazioni, che meriterebbero -è un chiaro invito- molto maggiori attenzioni…

 

teatriDov’è oggi il dibattito culturale? Esiste ancora in città e chi lo coltiva a Torino?

-Secondo me un vero dibattito culturale non c’è. C’è un po’ di discussione sindacale sui contributi, sui licenziamenti… E c’è o l’irrilevanza o l’assenza di quello che si chiamava il “ceto intellettuale”, poco propenso per convenienza ad apparire conflittuale. Voi stessi, introducendo l’intervista a Vanelli, sembrava rimpiangeste , ricito testualmente, una “straordinaria stagione di concordia istituzionale tra i governi nazionale, regionale e municipale che,  se pur di colore politico differente , hanno collaborato per raggiungere obbiettivi comuni”. Sul piano teorico, nulla di dire. Sul piano pratico, molto. Quel tipo di “compromesso storico” ha prodotto costosissimi fabbriconi del consenso oggi divenuti parzialmente ingestibili, e privilegi ingiustificabili. Dubito che i creatori di questo tipo di situazioni siano nelle condizioni politiche e culturali e psicologiche e comportamentali per trovare reali soluzioni, che presupporrebbero alcune scelte anche radicali. Insomma, per usare il titolo di un recentissimo vero pubblico dibattito, che non si vedeva tanto tempo, si può anche parlare di “cultura tradita”. Ma era un dibattito al quale non partecipavano rappresentanti ufficiali o inequivocabili del PD o di FI, che dell’attuale situazione sono responsabili un po’ in compartecipazione… Perché le piccole polemiche che ogni tanto emergono sulla cultura di sinistra e sulla cultura di destra sono risibili… Lo aveva capito da tempo un notevole filosofo torinese come lo scomparso Costanzo Preve, denunciando la fine, o meglio la pretestuosità, di quella che lui chiamava “la dicotomia destra-sinistra”. Anzi, vi dico più. Secondo le idee ricevute, sarebbe quella di sinistra la cultura dominante soprattutto a Torino: per certi versi è ancor vero, ma anche quella in fondo è una cultura tradita… Non solo per paradosso, io sostengo che un vero vincitore culturale in Piemonte e a Torino è Berlusconi…Senza di lui sarebbe stato impensabile pensare che al vertice di importanti istituzioni culturali dovessero andareSALONE EXPO personaggi provenienti dalla televisione: Minoli a Rivoli, Braccialarghe all’Assessorato alla Cultura del Comune, Milella al Salone del Libro… con quali risultati poi abbiamo visto e vedremo. La grandezza di un orizzonte culturale che coincide con il piccolo schermo… (oltre al resto il pubblico televisivo è un pubblico in invecchiamento…). Oppure l’apologia dello “sbigliettamento” , sino ai dati quasi sempre e dappertutto gonfiati, o dopati dalle truppe cammellate delle scuole e dei pullmann dei pensionati… E infine, le scelte “sicure”, per cui secondo Fassino e i Comune di Torino gli avanguardisti sono gli impressionisti, e Artissima è bellissima, nella complessiva sensazione di vivere ormai solo tra madame attempate e ritoccate molto attente al mercato, in senso lato, e così i poveri pagano il divertimento dei ricchi. A me, alcuni di questi ex PCI non paiono dei convertiti, ma dei rinnegati.

 

– A Torino i fruitori del consumo culturale  ci sono, ma dal punto di vista della produzione importiamo tutto da fuori e valorizziamo poco le nostre capacità produttive : per usare una locuzione che lei ha inventato e Vanelli ha ripreso “c’è una cultura sommersa poco conosciuta e poco valorizzata”

tamara codaÈ evidente: la città produttiva per eccellenza è diventata una piazza distributiva e commerciale, sovente minore, dal punto di vista culturale. Ma guardate le mostre allestite in occasione di una di quelle Esposizioni che hanno costruito il mito della modernità: Torino si presenta al mondo con Modigliani, Monet, Tamara de Lempicka, Raffaello…ma in che cazzo di anno siamo? Mentre a Milano si fanno l’Arte e il Cibo, e la Grande Madre Femmina: le Figure eterne, piaccia o non piaccia, dell’Identità Italiana (e a me non è che piaccia sempre molto questo passaggio dal popolo dei santi eroi navigatori a quello dei cuochi sarti camerieri…) Sono contento che Vanelli abbia riesumato le “culture sommerse” torinesi, che furono oggetto di un duro scontro culturale tra socialisti e comunisti torinesi all’inizio degli anni ’80 del secolo scorso. E mi fa piacere che molte di quelle tesi siano poi passate, anche troppo: penso alla necessità che sostenni allora di investire sull’Arte Povera… Ma si dimentica che un capitolo di quel documento che contribuii a elaborare, e il cui titolo completo era Recuperiamo le culture sommerse di Torino indicava nel rapporto tra progetto e conflitto -non consenso quindi- uno dei caratteri di una nuova politica culturale. Aggiorniamo il discorso: il sintomo peggiore della crisi culturale attuale, prima della mancanza di fondi, è la mancanza di una cultura di opposizione. Di nuovo, non lo affermo solo io, ma un altro rivoluzionario del tipo di Giuseppe Berta,turisti 1 Luca Ricolfi… E manca una cultura del progetto, capace di atti di indirizzo, di scelte: è per questo che, come del resto sostenete voi, c’è la tendenza a far sopravvivere a stento  mille strutture culturali, a farle agonizzare… Ma credo sia il momento di una “resa dei conti”: e a esempio e per fortuna alcuni nuovi oppositori come la Chiara Appendino nel Consiglio Comunale di Torino conti li sanno fare, anche per mestiere… Ci sarebbe bisogno pure di un’opposizione di destra, anche se oggi Renzi rischia di coprire questo spazio, come del resto ieri Chiamparino, tant’è che un berlusconiano dichiarato come il critico d’arte Luca Beatrice dichiarò a “la Repubblica” l’11 maggio 2014: “darò il voto a Chiamparino come presidente, l’unico amministratore serio in grado di contrastare l’ondata crescente di grillismo”.

Memorabile.

 

Lei è’ fondatore del MIAAO che cerca di valorizzare a livello internazionale la creatività metropolitana È’ sempre convinto che vi siano tanti brillanti giovani creativi che andrebbero ben diversamente valorizzati?

Il mio lavoro di oltre un ventennio in favore della figura dell’ artigiano metropo-.litano, e più in generale di “promotore di sottoculture”, condotto in molti casi in un regime -obbligato- di volontariato, ha più senso oggi di ieri, proprio grazie alla crisi. Son qui che aspetto, sempre pronto a valorizzare nuovi giovani creativi (ma anche in questo settore vorrei vedere, consentitemi la battuta di alleggerimento finale, più paracadutisti e meno paraculi…).

L'Arabia Saudita non è più ospite di Librolandia, tensione diplomatica dopo il "gran rifiuto"

arabia salone nimr

SALONE LIBRO XXSALONE 215Per dare un colpo al cerchio e uno alla botte, il Salone 2016 avrà però un focus sulla letteratura araba, passando da un criterio geopolitico ad un criterio geoculturale

 

Radicali, i soliti guastafeste. Sono stati loro a chiedere  alla Regione e al Salone del Libro di «rigettare l’ipotesi che l’Arabia Saudita sia ospite d’onore dell’edizione 2016, poichè è già scandaloso che un Paese teocratico, dispotico, illiberale, sessista, razzista, fondamentalista e feudale sia stato posto al vertice del Consiglio dei Diritti Umani delle Nazioni Unite». E all’appello si sono uniti  anche il sindaco e il presidente della Regione, Piero  Fassino e Sergio Chiamparino. La condanna a morte del giovane Al Nimr (nella foto), il 20enne arrestato per aver partecipato a una manifestazione contro il regime saudita è stata la causa del gran rifiuto. Le autorità arabe hanno fatto sapere al Salone di non aver gradito, invitando l’Italia a non compiere ingerenze nei loro affari interni. Per dare un colpo al cerchio e uno alla botte, il Salone 2016 avrà però un focus sulla letteratura araba, passando da un criterio geopolitico ad un criterio geoculturale. Nel corso della riunione del cda di Librolandia è stata anche approvata la scelta di Ernesto Ferrero alla direzione editoriale della kermesse.

 

Ztl chiusa: domenica tutti (a piedi) a "Portici di Carta", 2 km di libri in centro città

tram ztl

Libro san carlo torinoL’ordinanza di chiusura da parte dell’amministrazione comunale sarà in vigore dalle 10 alle 19

 

 Ztl centrale di Torino chiusa al traffico, domenica, per l’adesione della Città alla 4a Giornata Nazionale del Camminare. L’iniziativa è organizzata da FederTrek con il patrocinio del ministero dell’Ambiente, del Miur e dell’Anci. L’ordinanza di chiusura da parte dell’amministrazione comunale, sarà in vigore dalle 10 alle 19. In programma tanti eventi, in particolare i ‘Portici di Carta’, 2 km di librerie in via Roma e piazza San Carlo.

 

Nona edizione per Portici di Carta, uno degli appuntamenti irrinunciabili della Torino d’inizio autunno

 

Per un intero week-end, i portici di via Roma, piazza San Carlo e piazza Carlo Felice si trasformano in una libreria lunga oltre due chilometri. Più di cento librai, bouquinistes e piccoli editori. L’edizione 2015 è dedicata a Sebastiano Vassalli. All’Oratorio di San Filippo il Corner Eventi ospita tutto il giorno incontri, presentazioni, reading, spettacoli. Fra gli autori Andrea Bajani, Arturo Brachetti, Alessandro Barbero, Giuseppe Culicchia, Fabio Geda, Antonio Manzini, Paola Mastrocola, il ricordo di Luca Rastello, Bruno Gambarotta che presenta la nuova mappa WalkTo. Sotto il colonnato e sul sagrato della Chiesa di San Filippo lo spazio per i più piccoli. Lungo il percorso gli spettacoli del Festival dell’Oralità Popolare. E domenica 11 tornano le Passeggiate di Portici di Carta – quattro più una per i più piccoli – alla scoperta dei luoghi letterari di Torino.In aggiunta al grande appuntamento di maggio con il Salone Internazionale del Libro – attraverso Portici di Carta, il Salone Off 365 e le altre iniziative nel corso dell’intero anno – la Fondazione per il Libro conferma il suo impegno nel promuovere l’amore per il libro e la lettura in ogni luogo e per tutte le età.

 

(Foto: il Torinese)

Dopo il caso di Andrea Soldi: accoltella personale medico che lo vuole sottoporre a Tso

asl sanita

 

 In centro città, in via Lagrange

 

Un nuovo caso che riporta la memoria a quello tragico che coinvolse Andrea Soldi, il torinese morto alcuni mesi fa dopo essere stato sottoposto a Tso. Anche il protagonista di questo nuovo episodio doveva essere sottoposto a trattamento sanitario obbligatorio. L’uomo si è però ribellato all’equipe medica dell’Asl To1 intervenuta e ha accoltellato uno psichiatra e un infermiere.  Si tratta di un 44enne che ha aperto la porta di casa e li ha colpiti. Subito dopo si è barricato in casa con i genitori, che hanno assistito alla scena in preda al panico. L’uomo, che abita in centro, in via Lagrange a Torino è stato poi  convinto dalle forze dell’ordine ad aprire la porta ed è stato portato all’ospedale Martini in stato di fermo di polizia. L’Ansa informa che la visita medica era propedeutica al Tso. I sanitari dovevano decidere il tipo di intervento da effettuare, proprio  quando sono stati aggrediti con un coltello.Un infermiere, rimasto illeso, ha dato l’allarme. Dopo alcuni minuti di trattative, la polizia è riuscita a farsi aprire la porta ed è stato così possibile fermare l’uomo e portarlo in ospedale. Un’altra vicenda drmammatica per il soggetto coinvolto, la sua famiglia e i sanitari intervenuti.

 

(Foto: il Torinese)

DUE NUOVI CORSI DI DEGUSTAZIONE GO WINE SOTTO LA MOLE

GO-WINE
L’associazione Go Wine promuove a partire da metà ottobre un nuovo ciclo di incontri dedicati alla conoscenza e alla degustazione del vino

 

Sono in programma due differenti tipologie di corso da cinque lezioni cadauna: un corso base ed uno di livello superiore, secondo il format Go Wine ormai collaudato negli anni.

 

1) Il corso base si propone di sviluppare il rapporto tra vitigno-vite-territorio, con un messaggio di carattere divulgativo che possa fornire nozioni utili anche per riconoscere e valutare le diverse tipologie di vino. Nel corso di ogni appuntamento si potranno degustare 5 tipologie di vini a seconda del tema trattato: protagonisti delle serate vini bianchi, vini rossi, grandi rossi italiani (alla presenza di un produttore) e vini da meditazione.

 

2) Per coloro che invece già possiedono una discreta capacità di degustare il vino e riconoscerne le qualità organolettiche potranno iscriversi al corso superiore, che si sviluppa attraverso cinque appuntamenti serali dedicati ai vini del Piemonte. 


Per informazioni e iscrizioni:

Associazione Go Wine – Ufficio Corsi – tel. 0173 364631 – fax 0173 361147
 ufficio.corsi@gowinet.it – www.gowinet.it

De Benedetti, Passera, Colaninno e altri 14 a processo per l'amianto all'Olivetti

Olivetti_Building

de benedettiPronunciati invece 11 proscioglimenti per  posizioni marginali, tra questi anche i figli di De Benedetti, Marco e Rodolfo

 

La notizia era nell’aria: sono stati rinviati a giudizio 17 imputati nel processo per le morti da amianto avvenute nel corso degli anni tra gli ex lavoratori dell’ Olivetti di Ivrea. Andranno a processo  anche nomi importanti come l’imprenditore Carlo De Benedetti, l’ex ministro Corrado Passera e l’industriale Roberto Colaninno. Pronunciati   invece 11 proscioglimenti per  posizioni marginali, tra questi anche i figli di De Benedetti, Marco e Rodolfo. “Considerata l’inconsistenza della tesi accusatoria, l’Ingegner Carlo De Benedetti è amareggiato per il rinvio a giudizio deciso dal gup del Tribunale di Ivrea ma resta convinto che il processo stabilirà la sua totale estraneità ai reati che gli vengono contestati”. Così l’agenzia Ansa riporta le parole del portavoce di Carlo De Benedetti. “La corposa indagine dei pubblici ministeri  si basa infatti su semplici ipotesi, che non si fondano nè sulla realtà processuale nè sulla realtà storica dell’azienda. L’Ingegner De Benedetti ricorda ancora una volta che per quanto di sua competenza, nel periodo di permanenza in azienda, l’Olivetti ha sempre prestato la massima attenzione alla salute e alla sicurezza dei lavoratori, con strutture organizzative articolate e con misure adeguate alle normative e alle conoscenze scientifiche dell’epoca”.

 

“Quello che viene da Ivrea è un segnale forte, di speranza, per le vittime in attesa di giustizia per le terribili conseguenze che provoca l’esposizione all’amianto”. Bruno Pesce, coordinatore di Afeva, la storica Associazione familari delle vittime amianto, così commenta a caldo la decisione della magistratura eporediese di rinviare a giudizio (il dibattimento incomincerà l’11 gennaio del 2016) i vertici dell’Olivetti. Afeva, che ha portato il peso del triplice giudizio nel processo Eternit contro il multimiliardario svizzero Stephan Schmidheiny per le morti negli stabilimenti Etrnit di Cavagnolo, Casale Monferrato, Rubiera e Bagnoli, e che ha dato impulso all’Eternit bis, adesso fermo in attesa di pronuncia davanti alla Corte Costituzionale, è anche costituira parte civile nel procedimento Olivetti. “La giustizia in Italia ha dei pregi – dice ancora Bruno Pesce, sindacalista che ha dedicato gran parte della sua vita alla lotta all’amianto – e uno di questi è l’autonomia delle procure. Così la Procura di Ivrea ha fatto il proprio lavoro andando a verificare l’esposizione dei lavoratori al rischio amianto che si è protratta per anni ed anni, e non solo nel talco, ma anche in alcuni reparti che erano stati coibentati con questo manufatto e dove c’era appunto amianto friabile”. Per quanto riguarda Eternit bis, il fascicolo, pur trasmesso da Torino a Roma, non è ancora stato preso in carico dalla magistratura costituzionale (lo sarà probabilmente a giorni) e gli avvocati di Afeva e delle altre parti civili attendono di averne notizia per poi depositare una loro memoria contenente osservazioni nel merito di quello che i giudici costituzionali dovranno andare a verificare.

 

Massimo Iaretti