E’ vero che è possibile anche utilizzare il sottopasso della metropolitana, ma la durata del verde del semaforo è davvero troppo limitata
Poche manciate di secondi per attraversare Corso Vittorio Emanuele II: questo il tempo concesso alle migliaia di persone (tra cui molti anziani o disabili) che attraversano l’importante arteria stradale di Torino, ogni giorno, all’altezza della Stazione di Porta Nuova. E’ vero che è possibile anche utilizzare il sottopasso della metropolitana, ma la durata del verde del semaforo è davvero troppo limitata. La segnalazione di questo problema, giuntaci da un lettore, ha indotto altri torinesi a informarci su casi analoghi. Ad esempio, in piazza Rebaudengo, in corso Giambone o piazza Statuto. Ecco alcuni dei commenti postati dai nostri lettori sulla pagina Facebook del “Torinese”.
(Foto: il Torinese)



Piero Luigi Bottino In parecchi semafori, anzi tantissimi, io corro , ma a volte penso alle persone anziane o ai portatori di handicap, li vedo obbligati a fermarsi a metà attraversamento ….. e i pulsanti per i pedoni facciamoli funzionare …..







Anna Capello Sì vero anche se non abito a torino ma ci vengo spesso mi è successo in corso Vittorio

Giovanni Boggione Verissimo




Arriva l’Atlante del Vino Italiano edito per i tipi di Libreria Geografica. L’importante realizzazione è stata presentata in Galleria San Federico a Torino nello spazio Lux del Fiorfood Coop da Monica Mantelli e dagli autori, Vittorio Manganelli ed Alessandro Avataneo. Il primo, già direttore dell’Università di Scienze gastronomiche di Pollenzo, si occupa di didattica del vino, critica enologica ed è il massimo esperto dei vini di Langhe e Borgogna. Avataneo, regista cinematografico e teatrale è autore del romanzo “Una storia delle colline”. Il volume presenta la grande ricchezza e varietà del vino italiano, attraverso un grande racconto geografico di ben 240 pagine a colori.




La struttura nel mese di marzo ha riaperto con tutte le sue sale completamente rinnovate, dopo quasi cinque anni di lavori
(298.380).
Tra i nomi a sorpresa (a parte ironiche segnalazioni come Mussolini o del Piero) spunta anche il magistrato Raffaele Guariniello



























La decisione dell’ex delfino berlusconiano e uomo forte di Forza Italia e Pdl in Piemonte ha sorpreso molti suoi ex sodali perchè Ghigo, nell’immaginario collettivo, rappresenta l’unica figura simbolica riconoscibile e autorevole di quello che fu il centrodestra dei bei tempi
quello che fu il centrodestra dei bei tempi. Ma c’è anche un’altra ragione che lo spinge a candidarsi: “Bisogna fare in modo che i grillini non vincano, non hanno esperienza di governo nelle grandi città. E poi si deve tenere conto che il centrodestra sembra non essere in grado di esprimere un candidato unitario.” Le parole dell’ex leader azzurro piemontese ottengono l’endorsement dell’ex sindaco Diego Novelli e le critiche della candidata M5S Chiara Appendino. E così Ghigo, che oggi si dedica principalmente alla sua attività presidente della Lega di ciclisti, torna in politica a modo suo.