PRIMA PAGINA- Pagina 877

Bomba carta al derby della Mole, identificati ultrà della Juve

Sarebbero quattro ultrà bianconeri, due dei quali  residenti a Torino e due invece in Lombardia

 

Juve tifosiLa polizia ha identificato i presunti responsabili del lancio della bomba carta che ha mandato all’ospedale Mauriziano dieci persone, nel corso del  derby  della Mole tra Torino e Juventus. Sarebbero quattro ultrà bianconeri, due dei quali  residenti a Torino e due invece in Lombardia. Nei loro confronti, comunica l’agenzia Ansa, sono stati acquisiti “fondati e probanti elementi”  al vaglio dell’autorità giudiziaria. Le loro abitazioni  sono state perquisite dalle forze dell’ordine che hanno sequestrato tre cartucce calibro 22 e un certo quantitativo di droga. Per le sostanze stupefacenti uno di loro è stato arrestato.

Studenti e insegnanti in piazza contro la "Buona scuola" di Renzi

scuola cubA Roma i ragazzi dell’Unione degli Universitari e della Rete degli Studenti medi hanno organizzato un blitz all’alba di fronte al Miur

 

Docenti e studenti  in corteo per le vie del centro di Torino. La protesta è contro la “Buona Scuola del governo Renzi”. Tutti insieme sindacati confederali, Cobas, Cub e  Rifondazione Comunista. Cgil, Cisl e Uil con la Gilda avevano organizzato un presidio in piazza Carlo Alberto ma successivamente si è formato un lungo corteo che ha bloccato il traffico nelle vie centrali della città. La protesta si è svolta in molte città italiane. A Roma i ragazzi dell’Unione degli Universitari e della Rete degli Studenti medi hanno organizzato un blitz all’alba di fronte al Miur:  “Con questo Blitz all’alba della Manifestazione del comparto Scuola il 5 Maggio abbiamo voluto  rappresentare – si legge in una nota –  in modo ironico la realtà della Buona Scuola, una realtà che è tutt’altro che buona e ribadire, ancora una volta, che solo con noi studenti la Scuola può essere #buonaxdavvero. Le nostre Scuole e le nostre Università non sono in vendita: quella di oggi sarà solo la prima di tante mobilitazioni perché senza studenti non ci può essere né Buona Scuola né Buona Università”.

 

(Foto: il Torinese)

 

Torino turistica ha gli occhi a mandorla e assapora l'effetto Expo

turisti 1turisti 2

turistiE un’agenzia turistica porta i cinesi prima a Torino e poi a Milano. Intanto riapre lo storico hotel Turin Palace

 

L’ostensione della Sindone e l’indotto turistico dell’esposizione universale di Milano incominciano a dare buoni frutti. Presi d’assalto mostre, musei e caffè nel centro di Torino. Ecco qualche informazione in più.

 

IL BOOM ALLA REGGIA DI VENARIA

Più di 25 mila i biglietti staccati alla Reggia di Venaria durante il ponte del Primo Maggio. L’affluenza è da record grazie anche alla concomitanza con  l’ostensione della Sindone e l’inaugurazione dell’Expo. In via straordinaria, la Reggia resterà aperta anche lunedì. Tutte le informazioni  utili sul percorso di visita e le mostre allestite,  sul sito web  www.lavenaria.it. Il museo Egizio ha invece totalizzato oltre 19 mila presenze.

 

 LA CINA E’ VICINA

Da oggi e fino ad ottobre, scrive il quotidiano la Repubblica, migliaia di cittadini-turisti della Repubblica Popolare (dovrebbero essere tremila) arriveranno a Torino. Il risultato si deve  al tour operator Gzl International. Intanto già quindici giornalisti di diverse testate e tv del sud della Cina hanno pernottato al Golden Palace e visitato la città prima di partire per Milano. Quindi la ricetta è: prima Torino e poi l’Expo. Si tratta di turisti di alto livello che vogliono scoprire nuove parti d’Italia: «Torino è una città che può spingerli a tornare nel vostro Paese anche quando hanno visitato le grandi città turistiche come Roma, Venezia e Firenze – spiega a Repubblica Manlu Yu, la “tour leader” della Gzl -. Molti dei nostri clienti già conoscono l’Italia e questa è una meta con grandi potenzialità perché ha molte ricchezze culturali, monumenti che possono piacere ai turisti cinesi e sono tutti piuttosto facili da raggiungere».

 

RIAPRE LO STORICO TURIN PALACE

Ospitò principi e sovrani, Louis Armstrong e Greta Garbo. Chiuso per un po’ di anni riapre in questi giorni, dopo una totale ristrutturazione, il Turin Palace Hotel, lo storico albergo 4 stelle in via Sacchi, di fianco a Porta Nuova. L’edificio è di proprietà di Reale Immobili, la società immobiliare del Gruppo Reale Mutua, ed è gestito dal milanese Piero Marzot. Dispone di127 camere (gli arredi purtroppo non saranno più quelli originali), e la riapertura coincide con l’ostensione della Sindone e con l’Expo milanese. I lavori sono stati  diretti dallo Studio Artecna, e realizzati da Costruzioni Generali Gilardi.

 

IL POPOLO DI FB E LA SINDONE

Ma cosa pensano i torinesi degli effetti positivi che l’Ostensione ha sul tursimo e il rilancio dell’economia cittadina? Ci saranno vantaggi oppure no? Ecco alcune risposte dal nostro sondaggio sulla pagina Facebook del “Torinese”.

 

Elisa Tricerri Certo che no. Ai torinesi non entra niente in tasca. Ci guadagna solo la Curia.

Cristian Indio Turismo da zainetto panino e bottiglietta a seguire se spendono per il biglietti del tram è già un affare, avete svenduto Torino doveva riprendersi sopo le olimpiadi e si sono mangiati tutto i soliti personaggi e con la Sindone sarà uguale.
Roberto Castelli Assolutamente d’accordo con te ma come si vede dai risultati i torinesi non hanno punito chi ha dilapidato quei progetti bensì li ha rivotati permettendo loro di riderci in faccia e continuare i loro porci comodi!
Cristian Indio Roberto Castelli e io D’accordo con te! Pensavo di essere da solo a pensare così menomale non mi sento solo.
Grazia Carelli Un’ottima opportunità per il turismo e l’economia della città. 
Ho visto tante di quelle Forze dell’Ordine in giro che penso si possa stare più che tranquilli.
Prenotato.
Filomena Bernardo da torino non riesco a prenotare…e vorrei andare con i miei bambini
Antonio Rossignoli Certo…
Angela Pirosa Per torino é una grande opportunità di pubblicità per la bellissima città, grande tourin !!
Giuliano Maghini già fatto! qualcosa , a costo zero, rimarrà alla città, più in centro che altro, paragonata alle olimpiadi che han portato niente e lasciato i debiti ,è un affarone !!!

 

L'Expo parla anche torinese e la città attende l'indotto di turisti

fassino-expo

expo logoComplice l’ostensione della Sindone, le facce straniere in città sono già molte. E, è facile ipotizzare, aumenteranno ancora grazie all’Expo. Mentre voci insistenti danno probabile una visita al sacro lino da parte della cancelliera tedesca Angela Merkel

 

Gli albergatori di Torino hanno dichiarato che il boom di presenze legate all’Expo milanese non si è ancora verificato sotto la Mole. Diamogli tempo, la kermesse internazionale è stata appena inaugurata. In realtà, complice l’ostensione della Sindone, le facce straniere in città sono già molte. E, è facile ipotizzare, aumenteranno ancora grazie all’Expo. Mentre voci insistenti danno probabile una visita al sacro lino da parte della cancelliera tedesca Angela Merkel, il sindaco Piero Fassino è entusiasta per le opportunità della rassegna espositiva meneghina.

 

“Ho pensato fin dal primo momento che Expo sarebbe stato un grande evento: saranno smentiti quelli che hanno sollevato dubbi e seminato scetticismo”. Così l’Ansa riporta le parole del primo cittadino che ha visitato alcuni padiglioni. “Sarà una grandissima occasione – ha detto inoltre – per offrire l’immagine di un Paese forte in un momento in cui ce ne è bisogno. Ho visitato il padiglione Italia e mi sembra molto bello, d’altra parte il nostro è il paese dell’estetica”. E va sottolineato che tra architetti e ingegneri che hanno progettato l’esposizione, figurano molti torinesi.

 

Anche il prestigioso quotidiano americano Wall Street Journal celebra quello che definisce  ‘rinascimento’ del Nord Italia. E cita l”Expo di Milano, il Museo di Armani, la Biennale di Venezia e la Fondazione Prada. Una sola  istituzione torinese citata:  la Fondazione Sandretto Re Rebaudengo che, proprio in occasione dell’inaugurazione dell’esposizione universale, celebra i  suoi vent’anni di attività. Prevista per il compleanno la consegna del ‘Premio StellaRe’ a Sheikha Al Mayassa, la sorella dell’emiro del Qatar.

Ma quanto è (radical) chic per la sinistra salottiera salvare il mondo all'Expo

gusto arcagusto fruttagusto terraSALONE GUSTOexpo logogusto3asparagisubricIL GHINOTTO DELLA DOMENICA

Un’altra battaglia che questa élite sazia – fin troppo sazia – cerca di imporre alla restante parte del pianeta, in genere più affamata, è quella contro gli organismi geneticamente modificati. Ora, una cosa è tutelare la qualità e la tipicità del riso vercellese, del vino delle Langhe, e di tutta la sequela dei prodotti agroalimentari piemontesi (o italiani), altro è vietare che nei paesi in via di sviluppo si utilizzino colture destinate all’alimentazione primaria

 

Correva l’anno 1215, in Inghilterra, quando il re Giovanni Senzaterra fu costretto dai riottosi suoi baroni a concedere la Magna Carta, un documento che poneva limiti alle decisioni arbitrarie del sovrano, ad esempio sulle tasse, e riconosceva la libertà personale (solo dei baroni, mica dei loro servitori). Sono passati giusto 800 anni e dalla Magna Carta siamo passati alla “carta del magna magna”, ovvero alla Carta di Milano, pomposamente definita “un documento partecipato e condiviso che richiama ogni cittadino, associazione, impresa o istituzione ad assumersi le proprie responsabilità per garantire alle generazioni future di poter godere del diritto al cibo”. Insomma, dall’habeas corpus all’habeas cibus.

 

Expo 2015, la kermesse apertasi venerdì a Rho, peraltro con alcuni padiglioni incompleti, ha come tema conduttore il cibo. Alla stesura della Carta meneghina, dedicata all’alimentazione – naturalmente “sana, equa e sostenibile” – si sono impegnate, per mesi e mesi, menti eccelse, tra le quali spicca una folta pattuglia di piemontesi. Il sindaco Fassino – visto all’inaugurazione, con cappello e soprabito, interpretava inconsapevolmente la figura dello spaventapasseri – non poteva certo sottrarsi, ma è stato affiancato da personaggi come don Luigi Ciotti, Giancarlo Caselli, Evelina Christillin, Oscar Farinetti e, dulcis in fundo, Carlin Petrini – non a caso citato nei discorsi inaugurali – il vero guru di questa filosofia del mangiar poco-ma bene. Insomma il fior fiore della “gauche caviar” nostrana, di quella sinistra salottiera che da anni ama pontificare sui piatti più prelibati, i vini più biologici, le cucine più dietetiche. E’ questo il movimento di pensiero che ha dato la propria impronta ecologista all’esposizione milanese, puntando su temi come la decrescita felice, la frugalità eretta a sistema, la contrapposizione tra il modello attuale, considerato irrecuperabilmente “capitalistico”, e un fantomatico mondo ideale dove la generosità e l’altruismo dovrebbero governare il sentimento di ciascuno. Non diciamo che ciò non sia auspicabile, ma lo possiamo senz’altro ritenere irrealistico. Già Adam Smith, padre dell’economia moderna, ricordava che “non è dalla benevolenza del macellaio, del birraio o del panettiere che dobbiamo aspettarci la cena, ma dal riguardo che essi hanno per il loro interesse”. Sono passati due secoli e mezzo, ma non pare che la natura umana sia mutata a tal punto da smentire questa massima.

 

Un’altra battaglia che questa élite sazia – fin troppo sazia – cerca di imporre alla restante parte del pianeta, in genere più affamata, è quella contro gli organismi geneticamente modificati. Ora, una cosa è tutelare la qualità e la tipicità del riso vercellese, del vino delle Langhe, e di tutta la sequela dei prodotti agroalimentari piemontesi (o italiani), altro è vietare che nei paesi in via di sviluppo si utilizzino colture destinate all’alimentazione primaria, in grado di resistere più facilmente ai parassiti e meno bisognose di trattamenti chimici, come appunto sono i prodotti Ogm. Si tratta di piani completamente diversi: nel primo caso è giusto qualificare un’offerta di nicchia destinata a una clientela “ricca”; nel secondo, si deve puntare alla quantità per dare sostentamento a chi non riesce spesso a mettere insieme il pranzo con la cena. Ovviamente, questo ragionamento vale quando sia appurata – come è già avvenuto per molti prodotti Ogm – la non pericolosità per l’organismo umano. Non è un caso che molti paesi, come ad esempio l’Afghanistan, facciano ricorso massicciamente a programmi Ogm sorretti dal governo, perché, come insegnavano gli antichi, “Primum vivere, deinde philosophari”. Ma la pattuglia degli apostoli del “sano e solidale” non demorde e per qualche mese, dai padiglioni di un’Expo di cartone, cercherà di diffondere la propria ideologia finto-pauperista. Rigorosamente con una tartina in bocca e il calice di champagne in mano.

 

Ghinotto

(Foto: il Torinese, al Salone del Gusto 2014)

Non c'è tre senza quattro e la Juve vince il campionato con Max al comando

juve bandiere

Il quarto scudetto giunge con la vittoria a Genova con la Sampdoria

 

La Juventus ha vinto il quarto Scudetto consecutivo, e la sua supremazia nel Campionato è stata evidente da subito. E’ il primo trionfo di Max Allegri sulla panchina bianconera. E ora si pensa alla Champions. Il quarto scudetto giunge con la vittoria a Genova per 1-0 con la Sampdoria. Il gol partita è di Vidal. L’agenzia Ansa parla di “Un successo meritato, che conclude nel modo migliore la rincorsa tricolore della squadra di Allegri. Il tecnico, arrivato nello scetticismo, ha saputo gestire al meglio l’eredità di Conte, centrando il primo traguardo della stagione”. “Partendo dal lavoro svolto in tre anni ho cercato di cambiare qualcosa. E’ stata un’annata ottima, per non dire straordinaria, ma ancora non è finita”. Lo ha detto, Allegri in una intervista a Sky.Prossima tappa martedì, nell’andata col Real, per la finale della Champions League dopo aver conquistato quella di Coppa Italia”. Ancor prima dell’ufficializzazione del risultato, negozi e banchetti improvvisati nel centro e nelle periferie di Torino erano già dotati di bandiere bianconere (nella foto) per festeggiare questo nuovo successo sportivo.

 

(Foto: il Torinese)

"Meraviglioso", il buono della cucina italiana… a gogo!

meraviglioso

Nel centro di Torino, in Via Botero 16, a due passi da Piazza Solferino, ha aperto in questi giorni Meraviglioso, un ristorante dove buon cibo fa rima con allegria e convivialità

 

Se è vero che il cibo è attenzione, piacere  e anche divertimento, Meraviglioso è il nuovo locale da segnare in agenda. Un’iperbole poco sabauda per un luogo che piacerà sia ai torinesi sia ai turisti.Nel centro di Torino, in Via Botero 16, a due passi da Piazza Solferino, ha aperto in questi giorni Meraviglioso, un ristorante dove buon cibo fa rima con allegria e convivialità.Non chiamatelo solo “ristorante”, perché Meraviglioso in realtà è molto di più: è il posto giusto per una veloce pausa pranzo, per trascorrere una serata in famiglia o con gli amici, per mangiare qualcosa prima del teatro o per  fare tardi davanti ad un drink.Solo materie prime italiane di alta qualità: pane e pasta preparati freschi ogni giorno, carne piemontese e pesce fresco selezionati dai migliori produttori, cibi scelti con cura e nel rispetto della geografia territoriale dei sapori per un menù che sa accontentare davvero tutti. Non solo pizza cotta nel forno a legna e pasta, come vuole la migliore tradizione italiana, ma anche specialità regionali, dalle cozze alla zeppola, grigliate e carmi cotte su pietra lavica, bourguignonne, menù leggeri (con alcuni nutrizionisti sono stati elaborati 9 piatti e 3 dessert per offrire un menù che sia corretto anche dal punto di vista calorico) e menù vegani,  senza dimenticare proposte gluten free, per  intolleranti e per vegani,  Il tutto innaffiato da buon vino  – anche vini vegani – e buona birra.

 

La vera particolarità del locale sono i Menù a Gogò, sfiziosi e buoni. L’idea già spopola all’estero ma Meraviglioso reinterpreta la moda del menù a volontà con gusto ed eleganza tutte italiane. Senza indulgere sulla qualità delle materie prime. Si può scegliere tra tre opzioni – pizza, coccoli e bourguignonne – e si mangia a volontà ….L’accoglienza è l’arte di far sentire sempre i clienti a proprio agio e da Meraviglioso sono sicuramente degli artisti: l’allestimento curato nei minimi particolari con  composizioni e immagini 3d che ripropongono situazioni domestiche gioiose mentre i protagonisti delle grafiche, con ironia e leggerezza, invitano gli ospiti a fare parte di questa atmosfera rilassata e giocosa.L’attenzione e la cura per i dettagli – gli arredi, le tovaglie con i tipici disegni, il menù vario, l’ampia carta dei vini e delle birre – creano uno scenario meraviglioso: questo ristorante è il luogo ideale per serate con gli amici, per cene di gruppo, eventi e momenti speciali dove si può gustare tutto il buono del tipico stile italiano.

 

www.torino.meravigliosorestaurant.it

Il "fantoccio" Matteo convitato di pietra al Primo Maggio torinese

PRIMO MAGGIO 4

PRIMO MAGGIO 1PRIMO MAGGIO 3PRIMO MAGIO 5primo maggio 12primo maggio 23primo maggio 25primo maggio 233“Tutti uniti sui temi del lavoro” hanno detto in coro i segretari generali di Cgil, Cisl e Uil che vogliono guardare al futuro.  Un futuro sottolineato durante il corteo dalle note dell’Internazionale, di Bella Ciao e dalla voce di una brava vocalist che inneggiava al Che Guevara

 

Ora che il quotidiano fondato da Antonio Gramsci è stato cancellato dalla storia e dai debiti, alla festa dei lavoratori c’è solo lo stand del Manifesto, accanto al gazebo che vende bandiere con falce e martello e a quello dei radicali. Ma loro sono dappertutto, si sa. Sotto al Cavallo di bronzo, ad attendere  il corteo proveniente da piazza Vittorio, non bivaccano solo retroguardie nostalgiche.

 

Tanti anche i turisti, un po’ incuriositi e divertiti dal ritmo della banda della polizia municipale che accompagna il serpentone di bandiere rosse. D’accordo, loro sono lì per caso, in cerca di monumenti del passato, ma contribuiscono a dare colore alla piazza. La sfilata è aperta dall’Anpi, poi le organizzazioni sindacali e le forze politiche (da registrare qualche spintone agli esponenti Pd da parte dei “compagni che sbagliano” dei centri sociali). “Presidente Renzi, guardi questa piazza! Noi ci siamo e siamo qui! E la sua campagna mediatica, insofferente verso il sindacato, non ci seppellirà!”, tuona dal palco il segretario della Cisl Domenico Lo Bianco, cui quest’anno tocca l’onore dell’orazione ufficiale anche a nome di Cgil e Uil.

 

“Perchè noi siamo carne viva. Cuori che pulsano. Teste pensanti. Uomini e donne che meritano rispetto, attenzione, considerazione”. Come dargli torto: la crisi sotto la Mole è ancora nera e pesante. “Non possiamo scordarci che nella nostra città, il 7% della popolazione vive in condizioni di povertà assoluta – continua –  non possiamo dimenticare che a Torino, nel 2014, più di 11.000 famiglie si sono rivolte per la prima volta ai Servizi Sociali della città e che oltre 4.000 famiglie sono state sfrattate”. A sottolineare le parole del sindacalista sono le piroette che i componenti del Collettivo Primo Maggio fanno fare, servendosi di un telo da pompieri, ad un fantoccio in gommapiuma del premier, a grandezza più che naturale. (Foto n. 4). Al presidente del Consiglio, che era ad inaugurare l’Expo milanese saranno fischiate le orecchie. Gli è toccato fare da protagonista in contumacia. Una sorta di convitato di pietra, assente, ma che aleggia e incombe.

 

I sindacati alla vigilia delle manifestazione avevano lanciato una frecciata a quella parte del Pd rappresentata dal senatore Stefano Esposito, che aveva paventato possibili allarmi legati a disordini degli antagonisti in occasione del corteo del Primo maggio: “La festa dei lavoratori non deve essere una passerella politica per nessuno”.Incidenti non ce ne sono stati, il grosso degli antagonisti era a Milano per l’Expo.  La ricorrenza, nelle intenzioni della “Triplice” è stata collegata ai 70 anni della Resistenza, un modo, secondo Cgil-Cisl-Uil per “riaffermare il legame tra democrazia e lavoro”.

 

Con lo scenario di crisi che Torino sta attraversando (simbolo della situazione il marchio storico De Tomaso acquistato dai cinesi) è stata un’altra festa del lavoro all’insegna della mestizia. I partecipanti al corteo nelle vie del centro di Torino hanno portato al collo un foulard tricolore con la scritta ‘Liberi e resistenti sempre”.  “Tutti uniti sui temi del lavoro”, hanno detto in coro i segretari generali di Cgil, Cisl e Uil, che vogliono guardare al futuro.  Un futuro sottolineato durante il corteo dalle note dell’Internazionale, di Bella Ciao e dalla voce di una brava vocalist che inneggiava al Che Guevara.

 

CB

 

(Fotoservizio: il Torinese)

Finanziaria, Chiamparino: "Conti a posto". Pichetto: "Brutta e senz'anima"

chiamp consigliopichettoIl Governatore: “Chiudere le pendenze con il passato e mettere a posto i conti, anche quelli pregressi e fuori bilancio, non è cosa da poco”

 

Con 29 voti favorevoli e 15 contrari, l’aula di Palazzo Lascaris ha approvato la Legge Finanziaria 2015. Secondo la maggioranza il documento “punta sui fondi europei per restituire ossigeno al sistema produttivo”. Tra i punti chiave il piano di alienazione del patrimonio immobiliare e il recupero dell’evasione fiscale sul bollo auto. E’ inoltre prevista la chiusura dei debiti pregressi del trasporto pubblico locale e dei debiti fuori bilancio.

 

Soddisfatto il presidente Sergio Chiamparino: “Nella Finanziaria siamo riusciti a coniugare il necessario rigore dei conti a favore dell’istituzione con quella sensibilità che non ha ridotto tutto a una mera discussione contabile. Da martedì, con la discussione del bilancio, daremo risposte su questioni importanti come il trasporto pubblico locale, la cultura e altri settori nevralgici per il Piemonte. Chiudere le pendenze con il passato e mettere a posto i conti, anche quelli pregressi e fuori bilancio, non è cosa da poco”.

 

“Quella approvata oggi dalla Giunta Chiamparino è una legge finanziaria ‘brutta e senza anima’. Si trattava del primo atto di indirizzo politico ed economico per il centrosinistra: il Piemonte ne esce come una barca alla deriva”. A sostenerlo il capogruppo di Forza Italia Gilberto Pichetto. “Tolto il piano di risanamento dei conti regionali che praticamente è identico a quanto già deciso dalla giunta di  centrodestra precedente – spiega l’esponente azzurro – il centrosinistra ha scelto di abdicare al proprio ruolo di governo. Gli assessori, che si erano sottratti in commissione al confronto sulle azioni che hanno intenzione di avviare quest’anno per il rilancio della regione, si sono ripetuti anche in Consiglio dimostrando, non solo che non hanno il coraggio di affrontare un confronto serio e trasparente ma che manca anche una visione complessiva e strategica per il Piemonte. L’unico punto nel quale la maggioranza ha dimostrato fantasia è nella tassazione punitiva: basti pensare al tentativo di salassare il comparto estrattivo, con il conseguente aumento dei costi per tutto il comparto dell’edilizia che solo la nostra tempestiva azione di disturbo ha bloccato”.

 

Il Primo Maggio a menu fisso e la sindrome dell'arto fantasma

MAGGIO 1AVVISTAMENTI

Per fortuna questo è pur sempre il Paese di Crozza, con le sue imitazioni. E non la Russia, Cuba o la Cina, Paesi che tuttora celebrano il Primo Maggio, Giorno Internazionale dei Lavoratori, con grandi parate militari. Ché quei Paesi, si sa, di diritti dei lavoratori se ne intendono

 

 

Il corteo del primo maggio sta alla società italiana come la sindrome dell’arto fantasma sta agli amputati: il cervello avverte stimoli nervosi da una parte del corpo che non esiste più da tempo, almeno non nelle forme in cui si ripropone, anno dopo anno, una festa dei lavoratori immutabile e scolpita nel tempo. Per fortuna questo è pur sempre il Paese di Crozza, con le sue imitazioni, e non la Russia, Cuba o la Cina, Paesi che tuttora celebrano il Primo Maggio, Giorno Internazionale dei Lavoratori, con grandi parate militari, ché quei Paesi, si sa, di diritti dei lavoratori se ne intendono. Anche a Torino, sarà tutto come da copione: Triplice e PD che fanno finta di litigare, sulle note di “vengo anch’io, no, tu no”, una scimmiottatura delle rivendicazioni di “autonomia del sindacato” di cui si faceva interprete Ottaviano Del Turco, allora vicino a Craxi, per allentare la presa del Pci-Pds sulla CGIL. 

 

Prevedibile il solito pubblico di teste canute, vero zoccolo duro del sindacato, insieme al comparto della scuola e della sanità pubblica; prevedibili i fervorini dei leader sindacali sulla solidarietà (quest’anno il tema è “la solidarietà fa la differenza”, ammiccando astutamente un po’ alla nostra coscienza sporca per la tragedia dei barconi, un po’ al pauperismo descamisado di Papa Francesco), prevedibili le contestazioni dei No-Tav più o meno pesantemente armati, prevedibili le cariche della polizia, prevedibile la presenza di esponenti non-di-sinistra alla Giampiero Leo  in cerca di martirio pubblico e della corrispondente notorietà. ( astenersi israeliti di religione, ebrei di cognome e amici di Israele, ché da tempo l’antisemitismo di sinistra è stato stralciato per via di giurisprudenza del Decreto Mancino)

 

Tutto questo in una città che continua a celebrare i fasti del Fordismo, mentre di fatto la principale industria si è già internazionalizzata, è uscita da Confindustria e ha abiurato i sacri dogmi della concertazione; la contrattazione aziendale si fa strada come può, ma prima o poi ce la imporranno i Lavoromercati e l’Unione Europea, come si farebbe con un Varufakis qualsiasi. Intanto, la realtà del sindacato si è convertita in un apparato che organizza turismo per anziani, concerti e fiere, consulenza fiscale, e soprattutto lobbying politico, e non soltanto per lanciare carriere in Parlamento o creare partiti-non partiti alla Landini. Giacché a Torino vige una peculiare regola secondo cui nelle aziende pubbliche (partecipate municipali, ASL, ma soprattutto tra il personale degli Enti), i dirigenti provengono quasi tutti dal sindacato, cioè dall’altra parte del tavolo. Un esito esemplare di una carriera in un sindacato che si vorrebbe ancora unico interprete di salariati metalmeccanici in tuta blu; e che è diventato un’altra cosa: un arto fantasma.

 

fv