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Dal Valentino a Palazzo Civico, quando la ruota gira

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PAL CIVICREGIONE PALAZZOIL GHINOTTO DELLA DOMENICA

Le scelte amministrative o politiche si trasferiscono dalle aule consiliari a quelle giudiziarie, in un pericoloso cortocircuito che rischia di far saltare le più elementari regole della democrazia

 

Finalmente Torino avrà la sua ruota panoramica, di 48 metri di diametro, collocata a Torino Esposizioni. Dopo quasi 120 anni il nostro parco Valentino non avrà così più nulla da invidiare al Prater di Vienna … anche se forse con un po’ di ritardo. Ma Torino, all’avanguardia su tutto, questa volta ha preferito seguire e lo ha fatto dopo un aspro dibattito tra fautori e denigratori dell’attrazione amata da grandi e piccini. Di ruota in ruota, anche il Comune ci ha preso gusto, decidendo che, allo scopo di prevenire la deprecata corruzione, almeno il 15 % dei dirigenti comunali dovrà ruotare di incarico ogni tre anni, un principio stabilito dalle recenti norme.

 

Nel darne notizia i sussiegosi giornali “indipendenti” si sono affrettati nel precisare che la situazione in riva al Po non è lontanamente paragonabile a quella scoperta, ad esempio, con l’inchiesta romana. Anche se, a ben vedere, qualche scricchiolio pare esserci anche tra le austere atmosfere di Palazzo di Città, se è vero che l’ex-direttore generale è impegnato nelle aule di giustizia a difendersi per dei concorsi dirigenziali che a qualcuno non sono sembrati inappuntabili, e un’altra alta dirigente è appena stata prosciolta per l’errore scusabile di aver assegnato incarichi all’azienda del figlio. Mentre è ancora aperta la questione di presunti favoritismi per i gestori dei Murazzi, chè in questo caso i magistrati non sembrano ammettere svogliatezze e sbadataggini. Del resto, sempre più spesso le scelte amministrative o politiche si trasferiscono dalle aule consiliari a quelle giudiziarie, in un pericoloso cortocircuito che rischia di far saltare le più elementari regole della democrazia.

 

Se n’è accorto anche l’assessore regionale alla Sanità Antonio Saitta che, presentatosi a Palazzo Lascaris per il dibattito sulle disabilità, si è visto annunciare seduta stante una denuncia in procura per “distrazione di fondi”, 24 milioni solo nel 2014. Così ha sostenuto il presidente dell’associazione che rappresenta le cliniche private convenzionate, mandando su tutte le furie il titolare della Sanità che l’ha accusato di pensare a “difendere solo i propri interessi”, usando i disabili. E smentendo la ricostruzione fatta dall’associazione, pur dicendo che si dovranno fare verifiche più approfondite nelle Asl.

 

La querelle è stata l’unico momento un po’ scabroso di un confronto invece “buonista” che ha visto le associazioni del settore rappresentare le drammatiche situazioni di anziani e disabili in modo molto composto e contenuto, chiedendo soprattutto di revocare le decisioni prese dalla Giunta Cota, che hanno oggettivamente ristretto i cordoni della borsa. Ma anche in questo caso, Saitta è stato costretto a riconoscere che queste delibere non possono essere eliminate – nonostante che la maggioranza unita lo chieda a gran voce – perché obbediscono alle regole stabilite dal piano di rientro, concordato con il governo. Per cui, l’unica strada è risanare i bilanci sanitari, uscire dall’emergenza e riacquistare libertà di manovra, obiettivo che l’assessore vorrebbe realizzare già nel 2015. Anche se i soldi continueranno a essere pochi, almeno si potrà decidere un po’ più liberamente dove indirizzarli.

 

Infine, non sorprende il poliedrico governatore Chiamparino che, inaugurando la fiera del Bue Grasso di Carrù, prodotto tipico piemontese, ha firmato un appello perché, dopo Langhe e Monferrato, sia riconosciuta dall’Unesco come patrimonio dell’umanità … la pizza!

 

Ghinotto

Scadenze di fine anno: il 16 dicembre saldo IMU e TASI

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Non saranno applicate sanzioni se il ritardo è causato dal mancato ricevimento dell’avviso 

 

Saldo TARI: gli utenti che, per qualunque disguido, non avessero ancora ricevuto l’avviso di pagamento relativo al saldo, potranno richiedere il duplicato del modello F24 scrivendo a Soris Riscossioni spa oppure recandosi direttamente agli sportelli Soris di via Vigone 80. Non saranno applicate sanzioni per i pagamenti effettuati nei giorni immediatamente successivi alla scadenza del 10 dicembre, se il ritardo è causato: dal mancato ricevimento dell’avviso entro il termine ultimo fissato per il versamento del saldo, dal ricalcolo a seguito di variazioni del nucleo familiare o da errori accertati dagli uffici tributari.

 

Tutti i dettagli sulla pagina dedicata:.www.comune.torino.it

The day after: sciopero riuscito, ma che incubo per i torinesi

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traffico centroUna quarantina i voli sospesi a Caselle (oltre a quelli cancellati per sempre da Alitalia). Ma il top si è registrato in metropolitana dove nessuno dei 70 dipendenti si è presentato a lavorare

 

Sarà anche il simbolo del lavoro e della crisi, come dice la leader Cgil Susanna Camusso, che ieri ha guidato lo sciopero in città, ma Torino nella serrata generale di ieri ha vissuto un vero e proprio incubo. Lo sciopero è riuscito, non c’è che dire. Il 65% dei lavoratori Gtt vi ha aderito e l’80% dei mezzi di trasporto è rimasto fermo. Una quarantina i voli cancellati a Caselle (oltre a quelli cancellati per sempre da Alitalia). Ma il top si è registrato in metropolitana dove nessuno dei 70 dipendenti si è presentato a lavorare. In alcuni casi le scale mobili delle fermate funzionavano traendo in inganno i passeggeri che, una volta scesi, trovavano i cancelli del metrò chiusi.

 

Le code per le vie del centro sono state interminabili fino alle 21. Automobili parcheggiate ovunque – anche in mezzo alla carreggiata, complice il caos aggiuntivo degli acquisti di natale – e ingorghi in tutta la città. Il bilancio della manifestazione di ieri, indetta da Cgil e Uil è positivo per gli organizzatori: al corteo hanno preso parte 30mila persone secondo la questura e addirittura 50mila secondo i sindacati. Peccato la sbavatura dovuta a studenti e antagonisti che hanno lanciato sassi alle forze dell’ordine. Nove esagitati sono stati fermati dalla polizia.

 

(Foto: il Torinese)

Susanna la rossa in piazza contro il Jobs Act e il rischio licenziamenti

 

La prossima primavera, con la fine della cassa integrazione rischiano di finire sulla strada 30mila lavoratori

 

sciopero cgil 2“E’ bene che ci sia rispetto reciproco tra governo e sindacati e che non ci siano esasperazioni come quella di cui oggi abbiamo il segno. Non fa bene al Paese”. Così il presidente Giorgio Napolitano ai giornalisti, prima di lasciare Torino alla fine della sua visita, in riferimento allo sciopero e alle manifestazioni dei sindacati. Cgil e Uil sono infatti scesi in piazza anche a Torino contro il il Jobs Act e la legge di Stabilità del governo. Il corteo era guidato dalla leader sindacale Susanna Camusso e da Alberto Tomasso, segretario regionale Cgil con il suo collega Gianni Cortese della Uil Piemonte. L’allarme – come ha già scritto il Torinese – riguarda anche la nostra regione dove, la prossima primavera, con la fine della cassa integrazione rischiano di finire sulla strada 30mila lavoratori. sciopero cgil1

 

Il corteo di 50mila manifestanti secondo i sindacati e di 30mila secondo le forze dell’ordine è partito da piazza Vittorio per terminare in piazza San Carlo, dove con Camusso e Cortese hanno parlato dal palco cinque lavoratori e un pensionato. “E’ una scelta del governo se continuare a provare a innescare il conflitto oppure se scegliere di discutere. Deve essere chiaro che noi non ci fermiamo, continueremo a contrastare le scelte sbagliate per avere una prospettiva di lavoro in questo Paese” ha dichiarato Susanna Camusso ai giornalisti, avvolta in un cappotto rosso. E ancora: “Abbiamo dinanzi a noi un tempo della discussione della legge di stabilità in cui ci sono cose importanti, a partire dalle risorse per gli ammortizzatori sociali, ai patronati, alle scelte sul lavoro pubblico e la conferma dei precari oltre al tema delle province fino alla stesura dei decreti che applicano la riforma del lavoro.  L’emergenza che ha questo paese si chiama lavoro, bisogna fare politiche perchè il lavoro ci sia ma non può essere un lavoro qualunque, senza diritti e senza professionalità. Il messaggio per cambiare l’Italia è sciopero cgil3proprio quello di un Paese che investe sul lavoro e sulla sua qualità”.

 

La manifestazione sotto la Mole s’ è tenuta in concomitanza con lo sciopero generale indetto da Cgil e Uil. All’altezza del Rondò della forca, in corso Regina ci sono stati scontri tra la polizia e un gruppo di studenti e antagonisti. Nove di loro sono stati fermati.

 

(Foto: il Torinese)

Napolitano, bilancio di una visita distante dai cittadini

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“Bisogna reagire senza indugio a un pericolo di immeschinimento del clima nei rapporti tra Italia e Germania: perché le difficoltà e i dissensi esistono, ma occorre superarli senza cadere sul terreno dei luoghi comuni”

 

La due giorni torinese dei presidenti della Repubblica Italiana e  Federale di Germania, Giorgio Napolitano e Joachim Gauck  ha avuto come momento clou l’apertura al Teatro Regio, del primo Italian-German High Level Dialogue. Una visita, quella del presidente, alloggiato con la moglie Clio al Principi di Piemonte, a dire il vero distante dall’abbraccio di folla. I torinesi, – qualche decina assiepati dietro le transenne – infatti, hanno potuto salutare Napolitano a distanza in una piazza Castello chiusa e blindata. A loro è andato solo il “buonasera a tutti” di “re Giorgio”.

 

L’appuntamento al Regio, apertosi con il saluto di benvenuto del Sindaco di Torino, Piero Fassino, è stato occasione per fare una riflessione sull’Europa e la crisi economica. “C’è un impegno condiviso in Europa a sconfiggere la recessione, scongiurare la deflazione, adottare misure idonee a rilanciare la crescita – ha detto il capo dello Stato – Ma tutto ciò senza trascurare la prospettiva del riequilibrio e risanamento delle nostre finanze pubbliche, dei nostri bilanci”.

 

Qualche considerazione anche sul rapporto tra Italia e Germania: “Troppo spazio abbiamo dedicato al confronto su questioni finanziarie e tecniche che già si sono rivelate di grande peso nelle nostre economie e per i nostri cittadini ma che non possono farci dimenticare una più ampia visione comune”.

 

“Bisogna reagire senza indugio a un pericolo di immeschinimento del clima nei rapporti tra Italia e Germania: perché le difficoltà e i dissensi esistono, ma occorre superarli senza cadere sul terreno dei luoghi comuni, dei clichè negativi che rimbalziamo da una parte all’altra, senza dialogo, pieno rispetto e amicizia tra i nostri due Paesi non c’è Europa e non può esserci futuro per una Europa unita nel mondo di oggi e di domani”.

 

Napolitano ha poi preso parte ad una cena di gala a Palazzo Madama, con un centinaio di invitati, da Chiamparino a Fassino con i quali non saranno certo mancati riferimenti ai trascorsi comuni nel vecchio Pci. Con il presidente  Gauck, anche il ministro degli esteri Paolo Gentiloni, gli ex premier  Letta e Monti. E oggi alla reggia di Venaria un vertice High Level Panel di circa 30 rappresentanti di ciascun Paese, esponenti del mondo delle istituzioni, dell’imprenditoria, della scienza e della cultura.

 

(Foto: www.quirinale.it)

Città violenta, tabaccaio ammazzato di botte in via Veglia

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L’omicida si è probabilmente voluto vendicare di un affronto subito

 

Una violenza assurda e brutale è la causa della morte di un tabaccaio di 57 anni. Il suo nome è Enrico Rigollet, picchiato a morte da un cliente, Giuseppe Cerasa di 38 anni, anche se saranno le indagini a scoprire se è morto per le percosse o per un malore causato dallo choc subito. Il tragico episodio è avvenuto a Torino in via Veglia, lunga arteria periferica della metropoli. L’aggressore è stato arrestato dai carabinieri. Pare che il Cerasa si sia  presentato nel pomeriggio in tabaccheria dove, a causa del suo comportamento non gradito,  era stato allontanato dal titolare e dal fratello. Sembra che l’uomo sia successivamente tornato per vendicarsi dell’affronto. Così,  dopo un aspro scontro verbale è passato alle percosse.

Tav, storia infinita: burocrati ministeriali frenano la Torino-Lione?

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Il progetto definitivo potrebbe non venire approvato entro la fine dell’ anno dal Cipe

 

Un nuovo stop per il progetto definitivo della Tav? Potrebbe non venire approvato entro la fine dell’ anno dal Cipe in quanto “giace irresponsabilmente negli uffici del ministero dell’Ambiente, vittima di qualche burocrate che se ne infischia degli impegni assunti dal nostro Paese”. E’ ciò che sostiene Stefano Esposito, senatore Pd pro tav, vicepresidente della commissione Trasporti. “I veri avversari della Torino-Lione stanno a Roma e non in Val Susa: il progetto doveva essere approvato entro settembre”.

 

Dopo le polemiche sul costo dell’opera che ”sarà definito dal certificatore terzo e ad oggi a carico dell’Italia sono 2,9 miliardi, al netto degli 1,9 del contributo Ue”, diceva Maurizio Gentile, ora l’ostacolo della burocrazia. Se è vero che  “Il costo non è cambiato e non c’è motivo di dubitare che il contributo Ue sarà del 40%” si ricorderà però che la stampa aveva diffuso voci insistenti circa un aumento dei costi fino a 12 miliardi.

 

Da qui la polemica politica e i ricorsi avviati presso la Corte dei Conti da una ventina di sindaci No Tav. Il ministro Maurizio Lupi aveva in ogni caso confermato in Parlamento che “tra le priorità infrastrutturali del Governo c’è la Torino-Lione e che i costi sono stati fissati” e aveva nuovamente sottolineato che restava – come previsto – a 2,9 miliardi il contributo italiano. La tav è  inoltre stata confermata pochi giorni fa dall’Ue” opera strategica, non solo per l’Italia ma per l’intera Europa”.

 

Chissà che le scartoffie non vanifichino il tutto.

 

(Foto: il Torinese)

 

Crisi nera in Piemonte: 30 mila licenziamenti in vista

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In otto anni la disoccupazione è salita del 230% e la cassa integrazione del 356%
 

Ottimista il ministro dei Beni Culturali Dario Franceschini che, in occasione dell’inaugurazione della nuova Galleria Sabauda aveva detto: “Con la cultura e la sua valorizzazione l’Italia non solo potra’ uscire dalla crisi, ma potra’ vincere la competizione globale di questo secolo”. sarebbe giusto, possibile e bellissimo. Ma intanto si devono fare i conti con la realtà.

 

In Piemonte sta per verificarsi “una situazione drammatica” entro la metà del 2015. La fine della cassa integrazione straordinaria prima, e poi di quella in deroga provocherà  dai 20 ai 30.000 licenziamenti. E’ quanto sostengono i segretari generali della Cgil Piemonte, Alberto Tomasso e della Uil Piemonte, Gianni Cortese. Lo hanno detto spiegando quali saranno  le modalità dello sciopero generale di venerdì. Dal 2007, ultimo anno felice prima della crisi, ad oggi la disoccupazione è aumentata del 230%,  mentre la cassa integrazione del 356%.

 

Il fatturato delle imprese del commercio al dettaglio e della ristorazione cala tra luglio e settembre 2014 (-0,5%) rispetto allo stesso periodo del 2013. Vanno male anche l’abbigliamento (-0,9%), e si presenta stabile l’alimentare (+0,1).

 

E venerdì 12 dicembre, si tiene lo sciopero nazionale del settore trasporti. I mezzi GTT urbani e suburbani non circoleranno dalle 9 alle 12 e dalle 15 alle 20; le linee extraurbane e il servizio ferroviario (sfm1 e sfmA) saranno in sciopero dalle 12 alle 14.30 e dalle 17 alle 23. 

Un filo rosso di dolore collega le tragedie Eternit e ThyssenKrupp

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Le associazioni dei familiari delle vittime verso un convegno a Roma per non fare cadere nel dimenticatoio il problema di tanti casi di denegata giustizia

 

C’è un filo rosso che collega le tragedie dell’Eternit e della ThyssenKrupp e non solo. Nell’ambito delle Settimane della Sicurezza, promosse dalla rivista Sicurezza e Lavoro le associazioni riunite nell’emblematico titolo di “Noi non dimentichiamo” hanno espresso in un comunicato congiunto “La solidarietà alle vittime dell’amianto per la sentenza scandalosa della Corte di Cassazione che ha annullato il processo Eternit per la prescrizione del reato ambientale doloro permanente”.

 

Per questo i diversi componenti (oltre all’Afeva ci sono Comitato Matteo Valente, Associazione Vito Scafidi vittile della scuola, Il mondo che vorrei di Viareggio, Assemblea 29 giugno, Vittime scuola San Giuliano di Puglia, Legami d’acciaio – ThyssenKruppo di Torino, Avus vittime studenti L’Aquila, Vittime casa dello studente, Voci della memoria, Moby Prince, Associazione vittime scuola Casalecchio di Reno e la rivista Sicurezza e Lavoro diretta da Massimiliano Quirico) hanno deciso di organizzare un convegno, che si terrà prossimamente a Roma, dove verranno invitati giuristi edmagistrati “che siano disposti ad ascoltare le proposte di noi cittadini così duramente colpiti e per questo, particolarmente esperti, di come non funziona la giustizia italiana”.

 

Parole dure, ma giustificate dalle ripetute sentenze che, sovente, antepongono il diritto (o meglio una applicazione pedante dei suoi cavilli) alla richiesta di giustizia che viene da chi ha perso qualche persona cara. L’obiettivo è la proposta di modifiche sostanziali all’istituto della prescrizione nell’ambito di omicidio colposo, di disastro ambientale e in merito ad una tutela dei diritti di familiari e vittime. “Per richiamare l’attenzione delle istituzioni e della politica – scrivono le associazioni – sul percorso che abbiamo dovuto affrontare ogni volta che abbiamo tentato di ottenere verità e giustizia e sulle conclusioni vergognose e sconcertanti con le quali si sono concluse le nostre vicende processuali”.

 

Massimo Iaretti

 

 

Altri tre No Tav anarchici accusati di terrorismo

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tav ragazziLa nuova ordinanza di custodia cautelare è stata notificata a conosciuti esponenti dell’anarchismo radicale di Milano tuttora in carcere

 

La Torino-Lione con  tutte le sue implicazioni giudiziarie, sociali e politiche continua a tenere banco sulle cronache.  Dopo i disordini recenti al cantiere di Chiomonte, connotati dai soliti lanci di pietre e petardi contro le forze dell’ordine e blocchi stradali, ora un nuovo risvolto giudiziario. Oltre ai quattro anarchici in carcere e sotto processo per terrorismo nell’aula bunker delle Vallette ieri ne sono stati accusati altri tre.

 

Salgono così a sette i manifestanti incarcerati per l’assalto al cantiere della Tav del luglio 2013. La nuova ordinanza di custodia cautelare è stata notificata a conosciuti esponenti dell’anarchismo radicale di Milano già in carcere per quei fatti. Per i quattro giovani no tav la  sentenza è prevista il 17 dicembre. Sono state intanto perquisite le celle degli anarchici milanesi dove sono stati sequestrati scritti e documenti politici.

 

(Foto: il Torinese)