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Renzi dagli industriali incontra la Torino del lavoro. Che non c’è

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Lo scenario che il presidente del Consiglio troverà a Torino non è dei migliori. Le recenti indagini dell’Unione, di Bankitalia e dell’Agenzia delle entrate delineano le incertezze dell’economia regionale

 

renzi matteoLo stato maggiore degli imprenditori piemontesi è pronto a ricevere in pompa magna Matteo Renzi, lunedì prossimo, in occasione dell’assemblea dell’Unione Industriale. A fare gli onori di casa i vertici locali Gianfranco Carbonato e Licia Mattioli e il presidente nazionale Giorgio Squinzi. Parterre politico capitanato da Piero Fassino e Sergio Chiamparino .Il plenum degli industriali subalpini sarà ammantato di  particolare allure, visto che si svolgerà presso lo stabilimento Maserati di Grugliasco, teatro di successi imprenditoriali recenti e di altrettanto recenti polemiche tra Sergio Marchionne (anche lui ci sarà, insieme con John Elkann) e i lavoratori del sito industriale. Ma l’ad di Fiat-Fca ha saputo prevenire le polemiche facendo retromarcia sul blocco degli straordinari e dando il via libera al trasferimento dei 500 dipendenti da Mirafiori.

 

Certo lo scenario che il presidente del Consiglio troverà a Torino – parlando dal punto di vista della situazione economica – non è uno dei migliori. Le recenti indagini della stessa Unione, di Bankitalia e dell’Agenzia delle entrate delineano, infatti, un quadro di luci e ombre sull’economia regionale. Intanto, l’occupazione. E’ vero che ci sono timidi segnali di ripresa ma risalire la china dallo scorso anno, quando a Torino quasi un giovane su due era disoccupato, non sarà semplice. Il  tasso di disoccupazione complessivo  nel 2013 ha raggiunto l’11,4%, avvicinandosi ai livelli del Mezzogiorno italiano e superando tutte le città metropolitane del Centro e del Nord.

 

Di recente, anche il Rapporto Giorgio Rota ha messo in luce i punti critici della  città di chi sta meglio e quella di chi sta peggio, dove  Mirafiori è decisamente peggiorata, rispetto a tre decenni fa; i quartieri del centro, invece, registrano per le persone benestanti un miglioramento in termini di ricchezza. Insomma, il concetto è: poveri sempre più poveri e ricchi sempre più ricchi. Il quadro di alti (pochi) e bassi dipinto dallo studio mette in evidenza anche dati incoraggianti, come la crescita dell’export: quasi il 9%, o gli investimenti per la ricerca che, sul nostro territorio, sono i migliori a livello nazionale. E ancora, il processo di diversificazione economica che vede calare il peso della tradizionale grande industria dell’auto per puntare su nuove prospettive come il turismo, i servizi e la cultura.

 

Quello che proprio non va è il mercato immobiliare, che risente ancora di una forte stagnazione.  Per quanto riguarda poi il comparto auto, mentre Maserati nei primi mesi 2014 raggiungerà le vendite effettuate complessivamente durante tutto lo scorso anno, Fiat va a gonfie vele in Europa e America ma arranca in Italia. Per restare in questo settore,  va registrato che i delegati sindacali  Fiom della Maserati e di Mirafiori hanno chiesto al premier un incontro  per lunedì, a margine dell’assemblea degli industriali torinesi per illustrargli personalmente il loro punto di vista e le loro preoccupazioni sulla situazione occupazionale.

 

CB

 

Torino-Lione, occhio alla mafia delle grandi opere

TUNNELSolo negli ultimi tre anni in Piemonte sono state condannate oltre 100 persone per reati legati alla ‘Ndrangheta ma – nonostante le recenti operazioni condotte dalla Dda – l’organizzazione malavitosa calabrese non è certo scomparsa

 

Non lo ha detto proprio apertis verbis ma la presidente della Commissione parlamentare antimafia, Rosi Bindi, nel corso della sua visita a Torino, ha fatto capire che la realizzazione della Torino-Lione è “attenzionata” dalle autorità. Il rischio che, come avviene sempre in caso di grandi opere, la mafia si possa infiltrare nei lavori di costruzione è considerevole.

 

Solo negli ultimi tre anni in Piemonte sono state condannate oltre 100 persone per reati legati alla ‘Ndrangheta ma -nonostante le recenti operazioni condotte dalla Dda – l’organizzazione malavitosa calabrese non è certo scomparsa. Anzi, si è adeguata ai tempi in una sorta di “globalizzazione” che la vede alleata con mafie straniere; resta sempre legata ai suoi riti antichissimi ma, al contempo, si è aggiornata con strumenti moderni. Una mafia 2.0.

 

La presidente Bindi si è detta soddisfatta  della sua “missione” torinese, nel corso della quale ha incontrato i rappresentanti delle istituzioni e delle forze dell’ordine. Ha   promesso che prossimamente si terrà  in città una nuova sessione di lavoro. Qui, ha detto,  ha trovato terreno fertile  per la lotta alla criminalità organizzata.

 

 

“Giù al Nord” prospera una mafia da paura

bindi rrosyIl giudice Gianfrotta: “l’omicidio Caccia è uno di quei fatti su cui non si smetterà mai di indagare. Nessuno si faccia illusioni: per chi non è stato assicurato alla giustizia è solo questione di tempo

 

Parole pesanti, quelle del presidente della Commissione Antimafia, Rosy Bindi, a Palazzo Civico: “La presenza della mafia al Nord, sia nei grandi centri che nei piccoli comuni, è impressionante. Qui i mafiosi hanno clonato la loro organizzazione, riproducendo metodi sperimentati per anni al Sud. Usano solo meno violenza e lavorano di più sulla ricerca del consenso”. La Bindi resterà in città due giorni, durante i quali incontrerà magistrati e vertici delle forze di polizia.

 

La visita dell’esponente politico avviene in occasione dell’incontro “Istituzioni e lotta alle mafia”, promosso in memoria del procuratore Bruno Caccia, ucciso dalla criminalità organizzata 31 anni fa, esattamente il 26 giugno del 1983. Si tratta di una iniziativa della Commissione legalità e contrasto dei fenomeni mafiosi del Comune, presieduta da Fosca Nomis.

 

In tale contesto l’Anm del Piemonte, presieduta da Giuseppe Marra, ha istituito un  borsa di studio in ricordo di Bruno Caccia, presentata nel corso della cerimonia di commemorazione al palagiustizia. Grazie alle indagini di allora  fu arrestato e condannato all’ergastolo un mandante della mafia.

 

Oggi, nel suo intervento,  il giudice Francesco Gianfrotta, responsabile dei gip del tribunale, ha lanciato un monito rivolto agli altri colpevoli:  “l’omicidio Caccia è uno di quei fatti su cui non si smetterà mai di indagare. Nessuno si faccia illusioni: per chi non è stato assicurato alla giustizia è solo questione di tempo“.

 

Al palazzo di giustizia c’era anche  Armando Spataro, il giudice proviente da Milano che dal 30 giugno sostituirà Giancarlo Caselli alla guida della Procura torinese.

 

E’ tempo di MiTo

classicaQuest’anno il  festival propone oltre 150 concerti, dalla classica alla contemporanea, al  jazz e all’elettronica

 

Milano e Torino ancora una volta unite dalla musica nel  grande palcoscenico che, dal 4 al 21 settembre, darà vita agli spettacoli di MiTo Settembre Musica.

 

Quest’anno il  festival propone oltre 150 concerti, dalla classica alla contemporanea, al  jazz e all’elettronica .

 

E’ già  possibile acquistare i biglietti e sabato partono  le vendite dei Pass MiTo, che offrono interessanti  formule di abbonamento nelle due città.

Insetti e sporcizia nella “fabbrica” del cibo per le scuole

menseIl procuratore Raffaele Guariniello ha aperto un fascicolo per violazione dell’articolo 444 del Codice penale e iscritto nel registro degli indagati il rappresentante legale della sede piemontese

 

Il centro cottura di Camst, a Moncalieri, è stato chiuso per carenza di igiene e sicurezza  dagli ispettori dell’Asl 5. L’azienda di Moncalieri è una delle principali per la preparazione dei pasti delle mense scolastiche della città: ne realizza circa un terzo su un totale di 50 mila scolari torinesi. Dopo più di una segnalazione da parte delle famiglie e dopo il caso dell’intossicazione di quattro bambini alla scuola Perotti, la procura della Repubblica ha inviato un’ispezione presso i locali della cooperativa.

 

Il procuratore Raffaele Guariniello ha aperto un fascicolo per violazione dell’articolo 444 del Codice penale e iscritto nel registro degli indagati il rappresentante legale della sede piemontese dell’azienda, leader nei pasti scolastici. Le ispezioni effettuate hanno riscontrato carenze evidenti dal punto di vista dell’igiene e incuria nell’utilizzo degli strumenti di lavoro. Sono stati rinvenuti insetti morti, acqua sui pavimenti, frigoriferi e termometri non funzionanti. I titolari avranno ora un mese di tempo per mettersi in regola.

 

Le scuole sono chiuse, ma la polemica iniziata nei mesi scorsi con il famoso caso per l’intossicazione causata dai filetti di platessa probabilmente mal conservati e sui costi delle mense ritenuti troppo elevati da molti genitori, con questo ulteriore episodio viene nuovamente alimentata. Si annuncia una battaglia estiva sui banchi di Palazzo Civico.

Emergenza profughi, Torino ne ospiterà 400

Per le situazioni di emergenza la Regione ha offerto la sua collaborazione anche nella regia delle operazioni. In tutto il Piemonte si prevedono 800 arrivi

 

ProfughiGli ultimi sbarchi hanno portato sulle coste siciliane migliaia di profughi che, nelle strategie del Ministero dell’Interno, dovranno essere distribuiti equamente su tutto il territorio nazionale. Non c’è l’intenzione di creare insediamenti numerosi in singole località, per evitare tensioni e problematiche di integrazione.

 

Le intenzioni del Viminale per quanto riguarda il Piemonte, secondo le prime notizie, sarebbero quelle di assegnare 800 profughi alle varie realtà provinciali, compresa Torino che era stata esclusa dalla ripartizione in precedenti occasioni. La nostra città e il suo territorio provinciale dovrebbero trovare sistemazione per circa 400 persone.

 

Se l’ex governatore leghista Roberto Cota si era fermamente opposto all’arrivo di profughi, l’attuale presidente Sergio Chiamparino ha dimostrato più aperture, sebbene abbia dichiarato che il Piemonte ha già esaurito la sua “capienza”. Per le situazioni di emergenza, comunque, la regione ha offerto la sua collaborazione anche nella regia delle operazioni. Gli ultimi voli di profughi arrivati a Caselle risalgono alla primavera, quando le persone arrivate furono dislocate nelle province piemontesi ma non a Torino.

 

Anche l’arcivescovo Mons. Cesare Nosiglia, nella sua omelia in occasione della festa di San Giovanni ha sottolineato il tema della solidarietà nei confronti degli immigrati.

Alberoni, inconfondibile tocco del sud

Vi suggeriamo gli spaghetti alla chitarra coi i frutti di mare  in crosta. Detto più banalmente un calzone ripieno di pasta che darà soddisfazione soprattutto ai torinesi di adozione. Se un tempo era un ristorante piemontese da anni si è calato nella realtà torinese dando una svolta meridionale alla cucina
 
 
ALBERONISe non siete palati finissimi e preferite la quantità alla raffinatezza il ristorante Gli Alberoni di Corso Moncalieri  288  fa per voi. La nota positiva e’ che è aperto sempre, pranzo e cena anche  nei festivi. Quella negativa e’ che talvolta vi troverete improvvisamente a sedare qualche litigio tra camerieri.
 
 
Meglio dedicarsi al menù. Vi suggeriamo gli spaghetti alla chitarra coi i frutti di mare  in crosta. Detto più banalmente un calzone ripieno di pasta che darà soddisfazione soprattutto ai torinesi di adozione. Se gli Alberoni un tempo era un ristorante piemontese da anni si è calato nella realtà torinese dando una svolta meridionale alla cucina.
 
 
Impossibile non riconoscere quel tocco del sud nel pesce alla griglia, nelle cozze alla diavola e in particolare nella mole delle porzioni del cibo, tanto tanto tanto. Pure il dolce non è da meno. Nella scelta infinita di dessert troverete un rocher xxl. Il conto alla fine e’ abbastanza contenuto: un rotolino ad ogni cucchiaino. 
 
 
Voto : 6
 
 
 
Anita

 

Corso Moncalieri, 288 – 10133 Torino
011 661 5433

 

Street food per rilanciare Porta Palazzo

PORTA PALAZZO2La riqualificazione di Piazza della Repubblica, tra gli ambulanti in grosse difficoltà e la crisi del PalaFuksas passerebbe anche attraverso la gastronomia ed i cibi di strada. Nei due padiglioni dell’alimentare del mercato

 

Comodo, economico e facilmente reperibile: lo streed food sta per sbarcare anche a Torino anzi più precisamente a Porta Palazzo. L’arte di mangiare il cibo tipico di strada (chiamato così perché si può consumare addirittura camminando senza posate o piatti), potrebbe essere il modo più efficace di rivitalizzare uno dei più grandi e antichi mercati della città.

 

Per l’assessore al Commercio, Domenico Mangone, la riqualificazione di Piazza della Repubblica, tra gli ambulanti in grosse difficoltà e la crisi dell’abbigliamento del PalaFuksas (rivelatosi a dir poco fallimentare), passerebbe anche attraverso la gastronomia ed i cibi di strada. Nei due padiglioni dell’alimentare del mercato, lo street food funzionerebbe sia di giorno sia dopo il tramonto, animando così la piazza anche di sera, essendo situata a due passi dal Quadrilatero, zona facente già parte della “movida torinese”.

 

Il piano di Mangone sarebbe quello di permettere anche l’apertura di locali affacciati all’esterno dei padiglioni, riutilizzando la terrazza all’ultimo piano del PalaFuksas e ristrutturando la Galleria Umberto I, al momento poco utilizzata. Progetto ambizioso ed impegnativo quello di Mangone che ha già incontrato i primi ostacoli; infatti bisognerà superare qualche problema normativo, soprattutto riguardante norme d’igiene legate all’Asl, per poter permettere agli ambulanti e a chi opera dentro i padiglioni di poter preparare cibi.

 

Torino potrebbe così diventare l’ultima carta mancante per costituire con Roma, Firenze ed in primis Barcellona (con il suo mercato della Boqueria), il poker vincente di questo nuovo modo di assaporare il piacere del cibo. Assaggeremo, gusteremo e valuteremo.

 

Simona Pili Stella

(Foto: il Torinese)

 

 

 

 

 

 

 

 

Il contrordine di Fassino: “Voglio i Murazzi aperti d’estate”

murazzi xxNon sia mai che il Comune faccia una simile figuraccia. E poi, deve aver pensato il primo cittadino, è impensabile che anche quest’anno la sponda del Grande Fiume passi agli onori delle cronache solo per la microcriminalità dilagante

 

Tutti parevano ormai rassegnati, da Ilda Curti a Domenico Mangone, gli assessori che, per deleghe di propria competenza erano deputati all’organizzazione di “Estate ai Murazzi”, la kermesse in programma lungo il Po.

 

Come è noto, anche e soprattutto per il dietrofront dell’associazione “Borgo Murazzi”, promotrice dell’apertura estiva dei “Muri”, il progetto era naufragato tra mille polemiche. Ma il sindaco Piero Fassino non ci sta e tenta di riportare alla ragione gli interlocutori coinvolti: non sia mai che il Comune faccia una simile figuraccia. E poi, deve aver pensato il primo cittadino, è impensabile che anche quest’anno la sponda del Grande Fiume passi agli onori delle cronache solo per la microcriminalità dilagante.

 

Così il primo cittadino ha convocato una riunione in Municipio per cercare di trovare una soluzione ragionevole. Intanto non tutti i privati disponibili ad allestire dehor pomeridiani di caffetteria/gelateria e affini si sono tirati indietro. Infine, è convinto Fassino, possibile che la Città non sia in grado di organizzare una serie di appuntamenti estivi ai Murazzi, seppur più “light”  di quella prevista inizialmente?

 

Il mandato del sindaco ai suoi assessori è quindi chiaro: i Murazzi da luglio devono essere aperti ai cittadini. Staremo a vedere.

 

(Foto: il Torinese)

Torino secondo Nosiglia: “Città sfilacciata, urge un nuovo patto sociale”

nosiglia e giovani“La messa in campo di risorse e progetti per dare vita a nuove imprese giovanili deve stare al centro dell’impegno del mondo politico e finanziario. L’orientamento al lavoro è la sfida del futuro”

 

La politica, sempre la politica. La si condanna, denigra e accusa ma poi la si invoca per risolvere i problemi. Anche l’arcivescovo di Torino, mons. Cesare Nosiglia  l’ha chiamata  in causa durante la sua omelia in cattedrale per la festa di San Giovanni: “ha un ruolo determinante”.

 

In che ambito? Nel “creare un nuovo patto sociale tra generazioni”, ha detto il capo della Chiesa subalpina, visto che Torino è una città “che si sta sfilacciando”, una metropoli in bilico tra il rilancio (ma non ci si può “accontentare solo dei turisti”) e le difficoltà  “di un numero sempre crescente di migranti e di richiedenti asilo approdati qui dopo il miraggio di Lampedusa e ancora in equilibrio tra  diritti e accoglienza”.

 

Infine, un richiamo ai giovani e al lavoro:  “La messa in campo di risorse e progetti per dare vita a nuove imprese giovanili deve stare al centro dell’impegno del mondo politico e finanziario. L’orientamento al lavoro è la sfida del futuro”.

 

Ecco un brano tratto dall’ omelia dell’Arcivescovo:

 

I volti delle fragilità sono sempre più trasversali perché, ormai, nessuno può più
dirsi al sicuro di fronte all’evolversi spesso imprevisto della situazione. Penso
ai tanti piccoli esercizi commerciali che hanno abbassato la saracinesca. Penso
alle ditte artigiane costrette a fermarsi in modo improvviso. Penso alla crescita
imponente del tasso di insolvenza per prestiti, mutui, fideiussioni. Penso alle
famiglie sottoposte a provvedimento di sfratto nonostante la morosità incolpevole.
Penso a quello zoccolo duro di fratelli che vive in strada e continua a farlo
per mancanza oggettiva di prospettive (…)  Penso alle famiglie che
si frantumano su relazioni interpersonali difficili e che pagano, soprattutto nei
figli, il prezzo alto dell’abbandono. Penso alle persone anziane e sole colpite da
un’acuzie sanitaria e in seria difficoltà al momento del rientro a casa. Penso ai
disabili, troppo compatiti e poco ascoltati.

(…) è necessario promuovere una cultura favorevole al lavoro, con nuovi
strumenti educativi capaci di suscitare nei giovani la stima e l’apprezzamento
anche per quello manuale e quello di impresa che sollecita la loro creatività
e dinamismo. La messa in campo di risorse e progetti per dare vita a nuove
imprese giovanili devono stare al centro dell’impegno del mondo politico e
finanziario. L’orientamento al lavoro è la sfida del futuro, sulla quale è necessario
investire. Il cambiamento e il nuovo spaventano, ma la chiusura ad essi è
il pericolo più grande, che allontana dalla viva partecipazione di tutti e chiude
dentro il cerchio ristretto del proprio individualismo di singoli o di gruppo,
nel piangersi addosso che non aiuta le persone, ma è deleterio perché non fa
emergere le energie positive che tutti, soprattutto i giovani, possiedono.