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La resistenza del villaggio di Chiampa – Asterix, enclave rossa nell'impero verde-azzurro

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 IL GHINOTTO DELLA DOMENICA

E’ poi così sicuro il pragmatico governatore di riuscire nell’impresa di riprendersi la Regione? E non starà sottovalutando anche i maldipancia alla sua sinistra, tra Sel e post-civatiani, che sono poi quelli che hanno fatto perdere al Pd la Liguria?

 

In Inghilterra, quando la nebbia grava sul Canale della Manica, si dice che il continente è isolato. Reazione tipica di chi si ritiene (e un tempo in effetti lo era) al centro del mondo: tutto il resto è periferia. Pare sia un po’ questa la sindrome del Piemonte chiampariniano che, sulla base degli ultimi risultati elettorali, risulta un’isola “rossa” circondata da Regioni verde-azzurre, ovvero la Lombardia di Maroni, il Veneto di Zaia, la Liguria di Toti. A dire il vero, il territorio piemontese confina per un lembo con la terra emiliana, altrettanto rossa, anche se ormai un po’ scolorita dopo la inaspettata vittoria grillina al Comune di Parma. Però, guardando la cartina del nord Italia si ha l’impressione di accerchiamento e sicuramente oggi il Piemonte è abbastanza isolato, nel contesto delle aree più avanzate del paese, quelle che danno il maggior contributo al prodotto lordo e allo sviluppo.

 

Sarà anche questo uno di motivi che hanno indotto il buon Chiampa a prendere atto dei “diversi equilibri” dimettendosi da presidente della Conferenza delle Regioni, pur ribadendo immediatamente la sua disponibilità a ricandidarsi. In tre giorni ha fatto la medesima mossa avanti-indrè per due volte, perché anche per la carica di governatore ha confermato la volontà di dimettersi, se la vicenda firme false non sarà chiarita al più presto, ponendo nel contempo la sua ricandidatura.

 

Una mossa che ha scosso soprattutto gli esponenti Pd, costretti ad accodarsi alla volontà del presidente, che pare voglia utilizzare questa vicenda emblematica per scrollare un po’ di “pulci” dalla sua criniera di destriero vincitore. Ovvero costringere al palo una buona parte di coloro che ritiene responsabili della “falsa partenza” con il pasticcio delle firme contraffatte. A una sfilza di consiglieri, peraltro già al terzo mandato, sono fischiate le orecchie. Chiamparino ha poi fatto filtrare l’indiscrezione di voler applicare al Piemonte il “metodo Zaia”, ovvero il nerbo del coalizione affidato a liste civiche e personali, con il Pd relegato al ruolo di alleato “minore”. Ma c’è un ma… con il clima che si respira oggi, con il renzismo in parziale ripiegamento, e il grillismo ringalluzzito dai mille scandali e scaldaletti a ogni latitudine, è poi così sicuro il pragmatico Chiampa di riuscire nell’impresa di riprendersi la Regione? E non starà sottovalutando anche i maldipancia alla sua sinistra, tra Sel e post-civatiani, che sono poi quelli che hanno fatto perdere al Pd la Liguria? Un fatto è certo, l’animo movimentista e pauperista-solidale è tutt’altro che spento e la revanche della sinistra dura e pura è dietro l’angolo.

 

Qualche segnale? L’adesione entusiastica dell’assessora Cerutti all’accoglienza ai migranti, ben oltre le quote di spettanza regionale, che ha costretto persino la Prefettura a dichiarare il “tutto completo” e scatenato le proteste di Comuni di ogni colore politico. E che dire del pensiero targato Slow Food, con Carlin Petrini e Oscar Farinetti che attaccano McDonald all’Expo, mentre si denuncia il presunto caporalato tra i braccianti macedoni nelle vigne Unesco (tanto che la Commissione Agricoltura della Camera avvierà una indagine conoscitiva). Persino il cotè cattolico si lascia tentare – forse ispirato dalla sobrietà “francescana” – dalla decrescita felice, quando l’arcivescovo Nosiglia attacca la movida torinese dicendo che “crea reddito”. Insomma, nel villaggio di Asterix piemontese, circondato dalla marea centrodestrorsa, riuscirà la sinistra salottiera torinese (che ha recentemente piazzato una delle sue esponenti più in vista, Evelina Christillin, alla presidenza dell’Ente turismo italiano) a tenere insieme il cocktail di pragmatismo e movimentismo che bolle in pentola? Alle urne l’ardua risposta.

 

Ghinotto

Estate di fuoco in Piemonte, nel weekend torrido temperature percepite fino a 42/44 gradi

sole cielo caldo

caldo toretSolo qualche pioggia sporadica in montagna, sui settori occidentali, cielo coperto a Torino, ma senza un filo d’aria. Sempre alto il livello di ozono al suolo

 

Mentre l’Arpa raccomanda prudenza, soprattutto per gli anziani, che devono evitare di uscire nelle ore più calde, la cappa di caldo africano si avvicina al picco di domenica, quando  le massime arriveranno fino a 38-39 gradi a Torino, e a 40 nella piana alessandrina. A causa dell’elevata umidità, la percezione sarà rispettivamente di 42 e 44 gradi. Ieri nel capoluogo regionale la massima è stata di 36.3 gradi, se ne sono registrati 37.6 a Villanova Solaro nel Cuneeese. Solo qualche pioggia sporadica in montagna, sui settori occidentali, cielo coperto a Torino, ma senza un filo d’aria. Acquazzone  in tarda serata sulla città con tuoni e lampi e una leggera rinfrescata. Sempre alto il livello di ozono al suolo. Per far fronte alla calura il Comune ha attivato  la rete dei Centri di incontro comunali, dove le persone anziane potranno stare al fresco e in compagnia assistiti da personale volontario. Le aperture straordinarie dei centri di incontro anche il sabato e nei giorni festivi son a cura del servizio di Protezione civile. 

 

(Foto: il Torinese)

 

Presto un nuovo centro per i migranti, ma la Regione: "Alleggerire gli arrivi"

ProfughiLo scopo è diminuire il carico di lavoro e di presenze del Centro Polifunzionale di Settimo Torinese, in difficoltà per l’elevato numero di arrivi

 

AGGIORNAMENTO / 1 L’assessore all’Immigrazione, Monica Cerutti, ha annunciato che la Regione chiederà al  1ministero dell’Interno di alleggerire il peso dell’accoglienza dei migranti a carico del Piemonte.”In questi giorni – ha dichiarato Cerutti ad una riunione nella Prefettura di Torino – vi è stato un flusso straordinario di arrivi dovuto anche al riequilibrio voluto dallo stesso ministero e le strutture territoriali sono sotto pressione. Abbiamo appreso con favore della disponibilità del Comune di Settimo Torinese nel continuare a contribuire a gestire i flussi migratori in Piemonte. Abbiamo però intenzione di affiancare la struttura gestita dalla Croce rossa internazionale con un altro centro di prima accoglienza”.

 

AGGIORNAMENTO / 2 Una struttura da 150 posti sarà allestita a Settimo (che accoglie già 200 profughi) , nel centro Fenoglio, per ospitare i migranti in transito da Torino durante l’estate. Nel frattempo saranno individuati nuovi spazi in altri comuni dell’area metropolitana. Lo ha comunicato il sindaco di Torino Piero Fassino al termine della riunione in Prefettura. 

 

Mentre il caso migranti è sempre più infiammato dal punto di vista delle schermagliecerutti politiche e delle polemiche mediatiche, la Regione Piemonte annuncia che avrà presto un nuovo centro di prima accoglienza su proprio territorio. Lo comunica  l’assessore regionale all’Immigrazione, Monica Cerutti. “La soluzione ideale è una caserma in disuso – dice all’Ansa – e la scelta ricadrà su una struttura al di fuori della provincia di Torino”. Lo scopo è di alleggerire il carico di lavoro e di presenze del Centro Polifunzionale di Settimo Torinese, in difficoltà per l’elevato numero di arrivi di profughi in pochi giorni, all’incirca 1.300. Ogni anno il centro di Settimo vede transitare oltre 15.000 persone prevalentemente di origine nigeriana, ma anche provenienti dal Mali e dal Burkina Faso. L’assessore auspica “tempi di realizzazione di questo progetto brevissimi”.

Il ministero soccorre l'ateneo torinese per la rimozione dell'amianto da Palazzo Nuovo

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L’università ha stimato, secondo quanto riferito al Miur, un costo per tutti gli interventi necessari per l’intero edificio superiore ai due milioni di euro

 

L’ accordo siglato nel 2011 tra Miur e Università di Torino ammontava a circa 237 milioni di euro di cui il 50% di competenza ministeriale.  Nella lettera inviata dal ministero  a Umberto D’Ottavio, deputato del Pd membro della VII commissione di Montecitorio, sul tema della presenza di amianto a Palazzo Nuovo si legge: «Il Miur potrà contribuire a dare un supporto all’Università di Torino per risolvere nel minore tempo possibile le problematiche legate alla prevenzione e alla sicurezza nella misura in cui siano disponibili fondi per interventi specifici di manutenzione straordinaria o di investimento». «Nell’anno 2011 – prosegue la lettera  – è stato definito una apposito accordo di programma tra il Miur e l’Università. In virtù di tale accordo negli anni l’Ateneo ha potuto effettuare significativi investimenti sul fronte edilizio, anche funzionali a concorrere a risolvere i problemi in tema di sicurezza delle sedi e degli ambienti di lavoro. Posto ciò, sarà cura del Ministero monitorare modalità e oneri connessi alla soluzione definitiva della problematica rappresentata. L’Ateneo ha stimato, secondo quanto riferito al Miur, un costo per tutti gli interventi necessari per l’intero edificio superiore ai due milioni di euro». 

 

Chiamparino dopo il vertice Pd: "Pronto a dimettermi ma anche a ripresentarmi"

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Mentre viene depositata in Procura a Torino la consulenza tecnica voluta  dai pm Caputo e Demontis nell’inchiesta sulla regolarità delle firme presunte “tarocche” per la lista di Sergio Chiamparino alle ultime elezioni  regionali, il presidente della Regione Piemonte parla di nuovo. E afferma che se i magistrati non spazzeranno qualsiasi ombra sulla legittimità della sua elezione è pronto sì a lasciare, ma al tempo stesso a ripresentarsi. “Visto che sono qui a fare il presidente – l’Ansa riporta così le sue parole, dopo l’incontro con i vertici del Pd torinese e regionale  –  è chiaro che la disponibilità c’è. Non siamo però a una corsa, dove se c’è una falsa partenza si torna ai blocchi di partenza come nulla fosse”. Nel frattemo la perizia sulle firme resterà secretata e non sarà trasmessa al Tar, che il prossimo 9 luglio si riunirà per dibattere il ricorso elettorale presentato dalla leghista Borgarello. I magistrati dovranno decidere il da farsi nell’inchiesta penale che vede coinvolti anche esponenti democratici, tenendo in considerazione le risultanze della consulenza tecnica.

 

“Non credo che i nostri elettori, e nemmeno in generale tutti i piemontesi, siano d’accordo nel vedermi ripetere quanto ha fatto Roberto Cota, che ha anteposto l’attaccamento alla poltrona alla legalità e alla certezza dell’azione di governo.” 

 

 28 luglio 2015

 

Nelle triste storia delle presunte firme taroccate per l’elezione del presidente Sergio Chiamparino, alle Regionali del 2014, si era inserito anche il vice segretario nazionale del Partito Democratico, Lorenzo Guerini. Il vice-Renzi aveva esortato il governatore ad andare avanti alla guida del Piemonte. Oggi la risposta arriva direttamente da Chiamparino, attraverso una nota: “Ringrazio l’amico Lorenzo Guerini per le parole di stima e di sostegno, – afferma il presidente – e lo rassicuro che continuerò il mio lavoro con ancora più impegno e determinazione” . Ma il succo del comunicato sta nelle righe conclusive: “se non emergerà ombra alcuna sulla legittimità della mia candidatura e quindi della mia elezione. In caso contrario non credo che i nostri elettori, e nemmeno in generale tutti i piemontesi, siano d’accordo nel vedermi ripetere quanto ha fatto Roberto Cota, che ha anteposto l’attaccamento alla poltrona alla legalità e alla certezza dell’azione di governo.”  E Cota risponde via Twitter: “Ipocrisia e doppia morale della sinistra sono vergogna e peggiore degli inganni”.

 

Staffilata al suo predecessore a parte, è chiaro che Chiamparino conferma l’intenzione di sciogliere la Regione se si dovessero presentare ombre legate alla raccolta delle firme. A dire il vero di ombre sembra ce ne siano già parecchie, a giudicare da quanto sta emergendo dall’esame dei moduli per la raccolta: i giornali parlano da settimane di grafie differenti nelle firme di uno stesso soggetto responsabile dell’autenticazione, di timbri mancanti, di date incongruenti e altre stranezze. C’è già chi parla di Fassino al posto di Chiamparino se si dovesse votare in primavera o di un Chiamparino-bis. A patto che i candidati siano scelti dal presidente in prima persona che farebbe un repulisti all’interno del Pd.

Via libera ai fondi Ue per la Tav Torino-Lione, escluso il progetto del Terzo Valico

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All’Italia sono stati concessi  i fondi Ue della Connecting Europe Facility per la realizzazione di 15 progetti di opere pubbliche: tra questi anche Torino-Lione e valico del Brennero, per un totale di 1,2 miliardi

 

Tra intoppi e lungaggini burocratiche, finalmente all’Italia sono stati concessi  i fondi Ue della Connecting Europe Facility per la realizzazione di 15 progetti di opere pubbliche: tra questi anche Torino-Lione e valico del Brennero, per un totale di 1,2 miliardi di euro. La decisione è della Commissione Ue, che ha scremato 276 progetti su 700 pervenuti, a cui assegnerà  13,1 miliardi. Escluso a sorpresa il progetto del Terzo valico, per il collegamento tra Piemonte e Liguria. Il 10 luglio, tra una manciata di giorni, il via libera finale della Commissione, mentre entro l’autunno, come ha annunciato la commissaria ai trasporti Violeta Bulc, ci sarà un secondo bando per 7 miliardi. Intanto la protesta contro l’alta velocità continua a creare scontri e disagi. Un arsenale di fumogeni, bastoni, scudi e maschere antigas è stato sequestrato dalle forze dell’ordine su un furgone del centro sociale Askatasuna di Torino, durante la sfilata di protesta in valle di Susa che ieri ha causato incidenti fuori dal cantiere a Chiomonte. Quattro  gli attivisti denunciati. Il sequestro, informa l’Ansa,  comprende 15 artifizi pirotecnici, 20 fumogeni segnalatori, 10 fontane pirotecniche, scudi in plexiglas, 2 mazze da muratore, 15 maschere antigas con relativi filtri, indumenti e zaini di colore nero.
   

Miracolo a metà, Francesco non moltiplica il popolo della Sindone. Ma Renzi "santifica" Piero & Sergio

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chiampa renzifassino 33papa esclusiva palloneDUOMO SINDONEpapa reale1papa 333IL GHINOTTO DELLA DOMENICA

Il Matteo nazionale non si è risparmiato negli elogi alle “virtù sabaude” che lui vede rappresentate plasticamente dallo ieratico Fassino ma anche dal più affabile Chiamparino, la coppia d’assi che, per un Pd in profonda crisi d’identità e ora anche di voti, viene presentata come il meglio che il partito possa esprimere a livello amministrativo

 

Per Torino si chiude una settimana vissuta sulla cresta dell’onda. La due giorni di Papa Francesco è stata un momento indubbiamente eccezionale, perché era la prima volta che il pontefice “venuto da lontano” tornava nella terra della quale si è dichiarato “nipote”. Dopo essersi preoccupati – forse troppo – dei disagi per il traffico, i torinesi si sono immersi nel clima entusiastico del pellegrinaggio, anche se – come confermano i dati sul consumo di acqua – molti hanno preferito fare una capatina in Riviera. 

 

Francesco ha trovato il modo di infilare una serie di incontri che hanno accontentato un po’ tutti: dai Valdesi, per uno storico abbraccio, al Cottolengo; dalla Chiesa di S. Teresa, dove si sono sposati i suoi nonni, alle Molinette; dai Salesiani, nel bicentenario, ai parenti attovagliati con lui in arcivescovado. Alla fine a essere scontente sono state le fondazioni bancarie, che non hanno avuto l’invito per l’incontro riservato alle autorità. A quanto pare mons. Nosiglia si sarebbe legato al dito il “niet” ricevuto alla richiesta di un obolo per le spese organizzative.

 

Naturalmente non è mancata la visita al Sacro Telo in Duomo, motivo principale del viaggio. Il Papa è stato fra gli ultimi pellegrini dell’Ostensione, che ha chiuso dopo quasi due mesi, portando davanti alla Sindone un milione e mezzo di fedeli. Sono tanti ma corrispondono ad appena la metà delle aspettative e dei posti disponibili. Forse ha nuociuto il fatto che siano passati solo cinque anni dalla precedente Ostensione, forse ha fatto ombra l’indizione del Giubileo, forse la crisi o le minacce di attentati terroristici che alcuni giornali avevano ventilato. Gli stessi media che oggi si affannano a moltiplicare di mille in mille le persone accalcate per il Papa: le stime variano da 100mila a un milione, manco si trattasse di uno sciopero confederale!

 

Proprio l’ultimo giorno dell’Ostensione è arrivato anche il premier Renzi, che è riuscito a inserire una visita lampo in Duomo, dopo il Museo Egizio e appena prima di involarsi per Courmayeur dove ha inaugurato l’avveniristica cabinovia del Bianco. Toccata e fuga, ma che non è passata inosservata, perché il Matteo nazionale non si è risparmiato negli elogi alle “virtù sabaude” che lui vede rappresentate plasticamente dallo ieratico Fassino ma anche dal più affabile Chiamparino, la coppia d’assi che, per un Pd in profonda crisi d’identità e ora anche di voti, viene presentata come il meglio che il partito possa esprimere a livello amministrativo.

 

Elogi un po’ propagandistici che, per esempio, dimenticano come la Torino meravigliosa apparsa agli occhi di Renzi sia il frutto di una trasformazione che ha radici nel grande sforzo di rilancio messo in atto tra la fine del secolo scorso e i primi anni del nuovo, quando si decise di restaurare la Reggia di Venaria, e farla diventare quello che è, di sostenere il movimento Slow Food e puntare sul Salone del Gusto, di correre l’avventura delle Olimpiadi invernali, vincendo la nomination e realizzando l’evento che ha fatto conoscere al mondo intero l’offerta turistica e culturale della regione. Queste, e altre scelte, maturate in un contesto di concordia istituzionale tra Comune di sinistra e Regione di centrodestra guidata da Enzo Ghigo, che non ha più avuto riscontro dopo l’ascesa della “zarina” Bresso ai vertici di piazza Castello.

 

Per cui oggi Fassino e Chiamparino godono di una visibilità e di risultati frutto dell’impegno di molti. Il fatto che adesso queste persone non siano più sulla ribalta non è una buona ragione per dimenticarne i meriti. Ma forse l’elogio del segretario fiorentino conteneva un boccone avvelenato per il duo sabaudo, come dire: siete così bravi nel mestiere di sindaco e presidente che questo dovete continuare a fare, senza farvi venire in mente sogni di gloria, a Roma o altrove. Inchiodandoli al loro posto fino alla pensione.

 

(Foto: il Torinese)

Ghinotto

In 70 mila al Gay Pride "istituzionale" con banda della polizia municipale e sindaco in testa

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Ieri  il corteo del Gay Pride, quello a carattere più istituzionale mai svoltosi a Torino, ha visto la presenza di 70 mila persone. La sfilata è stata aperta dalla banda musicale del corpo di Polizia municipale e, per la prima volta era presente il sindaco, Piero Fassino. Con il primo cittadino anche il presidente del Consiglio regionale, Mauro Laus, assessori e consiglieri comunali e regionali. Non c’era il governatore Sergio  Chiamparino che, però, ha fatto sapere di sostenere l’iniziativa e l’iter delle leggi contro le discriminazioni. La sfilata partita da via Cibrario si è spinta fino a piazza Vittorio. Vi riproponiamo la nostra intervista ad Alessandro Battaglia, tra i promotori dell’iniziativa.

 

STORIE DI CITTA’  / di Patrizio Tosetto

Manifestate per i diritti di tutti? “Si, a differenza di chi vuole negare i nostri. Sicuramente non accetto ci non accetta. Ma il mio rimane sempre un atteggiamento che vuole limitarsi al mondo delle idee. Anche per questo Sabato è importante esserci.”

 

E dunque, sabato, tutti al corteo del Pride? Ovviamente chi crede che i diritti e doveri siano fondamentali per una moderna e civile convivenza. Almeno in questo caso la parola chiave è convivenza tra gli individui e le comunità. Non scindibile il rapporto tra diritti e doveri. Sarà presente anche il sindaco Piero Fassino ed è la prima volta che un primo cittadino di Torino partecipa all’evento. Alessandro Battaglia, classe ’71. Dal 1994 si interessa dei diritti degli omosessuali. Domanda iniziale e quasi di rito.

 

battaglia alessandroPerché hai iniziato questo impegno?

“Quando ho definitivamente elaborato il mio orientamento sessuale, un percorso interiormente difficile. Sono figlio di una tranquilla e classica famiglia operaia”.

 

Come sei diventato coordinatore del Pride? 

“Sono stato eletto, in quanto già membro, responsabile di Quore. Association for LGBT rights”.

 

pride1Cosa vuol dire questa sigla? 

“Lesbiche Gay Bisessuali Trans”. 

 

Variegato, il vostro mondo

“Assolutamente. Fa parte della nostra ricchezza. A mio giudizio sono importanti anche le associazioni di genitori. Non ti faccio l’elenco di tutti. Siamo tanti.”

 

Qualcuno eccede nel manifestarsi? 

“No, e francamente non capisco l’accanimento di chi vuole negarci”. 

 

Forse non siete ben accetti? 

“Insisto, non capisco proprio. Sicuramente non accetto ci non accetta. Ma il mio rimane sempre un atteggiamento che vuole limitarsi al mondo delle idee. Anche per questo Sabato è importante esserci.”

 

Manifestate per i diritti di tutti?

“Si, a differenza di chi vuole negare i nostri.”

 

pride4Siete una lobby?

“In  Italia potremmo esserlo, ma la difficoltà di ottenere risultati è sotto gli occhi di tutti. Diversamente da altri paesi, in particolare quelli di cultura e diritto anglosassone. Comunque non demordiamo.”

 

La problematica dei figli di coppie dello stesso sesso?

“Perchè mai problematica? Sono semplicemente figli. Il dire che sono gli atteggiamenti culturale ed ideologico a indurre l’omosessualità nell’individuo è semplicemente una bufala.”

 

Ammetto che andrei avanti a chiedere per voler capire,  fare confronti e raffronti. Alessandro in modo assolutamente cortese mi rammenta l’accordo iniziale di circoscrivere il tempo in relazione ai suoi impegni. Lascio un po’ mal volentieri. Ma gli accordi sono accordi……e dunque tutti sabato al corteo. Ovviamente  chi crede in una società con diritti e doveri. Per tutti.  

 

(Foto: il Torinese)

PalaMusic – Beer 2015 è di scena a Casale

birra casale

Musica, birra artigianale e una ricca area giochi dalle ore 19,00 all’una di notte

 

I birifici artigianali sono stati i protagonisti della seconda serata di PalaMusic – Beer 2015, al PalaFiere del Quartiere Fieristico della Cittadella di Casale Monferrato. Discreto è stato l’afflusso del pubblico anche nella seconda serata, aninata dallo spettacolo di ballo country, a cura della scuola casalese Silviacountry, seguito dalla musica pop – rock dei Guardodentro band. Le proposte musicali continuano  sabato 27 a base di  disco dance con Dj Set by Doctorvoice. Infine, domenica 28, la musica chiude con la band Progetto Alpha che proporrà un Tributo ai Negrita.Ma “PalaMusic – Beer 2015” non è solo questo perché verrà allestita un’area giochi riservata a giovani e, perché no, meno giovani, dove i visitatori si potranno cimentare nel biliardino 11 contro 11,  nel toro meccanico e numerosi altri giochi.Per info: tel. 0142/418823, posta elettronica: palafierecasale@gmail.com

L'Ostensione perde la Protezione: nessuno ringrazia i 300 volontari per il lavoro svolto

protezione civile

prot civprot civ2SINDONE VILLAGGIOAVVISTAMENTI / di EffeVi

Alla conferenza stampa di chiusura si sprecano i superlativi (fuori luogo) e i ringraziamenti per tutti. Tranne che per la Protezione Civile. Eppure senza quei volontari – a suo tempo richiesti con insistenza al Comune – sarebbe stato tutto più difficile

 

Tempo di bilanci per l’Ostensione 2015: così, malgrado i numeri purtroppo meno entusiasmanti del previsto (come anticipato da Il Torinese), alla conferenza stampa di chiusura non si è fatta economia di trionfalismi e superlativi fuori luogo. Nessuno chiede una chiusura mesta, perché comunque è stato un avvenimento importante di cui Torino va giustamente fiera, ma insomma un po’ di sobrietà non guasterebbe. Persino i numeri sono stati aggiustati al rialzo aggiungendo, al dato certo delle prenotazioni, una stima a spanna di oltre un milione di persone che, secondo l’Arcivescovo Nosiglia – al momento impegnato in una singolare polemica con osti e ristoratori della movida – sarebbero stati “presenti nelle strade e nelle piazze della città”. Alla fine, rispetto al dato ufficiale di 1,5 milioni di visitatori, sinora accertato, gli organizzatori ne hanno dichiarati il doppio.

 

Generosi ringraziamenti sono stati tributati quasi a tutti: la cittadinanza, i Vigili Urbani e le Forze dell’Ordine, i “Viola”, che non sono i tifosi della Fiorentina, ma i volontari dell’organizzazione per l’Ostensione. Scriviamo “quasi” perché nessuno, né l’Arcivescovo, né il Vicesindaco Elide Tisi, incaricata del dossier delle attività operative per conto del Comune, ha voluto ringraziare i 300 volontari di Protezione Civile, inquadrati da 10 funzionari comunali, il cui ruolo per la riuscita dell’iniziativa è pure stato importante se non indispensabile. Curioso destino da Cenerentola, quello della Protezione Civile di Torino, uno tra i tanti “angeli custodi” che si tendono a dare per scontati, fino al giorno in cui il loro contributo non dovesse venire a mancare.

 

Pochi sanno infatti che il servizio ha una centrale operativa sempre attiva, che predispone in anticipo operazioni e strutture in casi di emergenza (dall’emergenza caldo ai rischi alluvione ai migranti da ospitare), che manda regolarmente personale operativo in altri teatri di emergenza, per esempio in caso dei terremoti in Emilia e Abruzzo. Insomma, i volontari sono sempre pronti, danno un contributo indispensabile, e ogni tanto ricordarsi di loro con un “grazie”, che proverbialmente non costa nulla, sarebbe buona cosa.

 

Anche perché “dimenticarsi” del lavoro della Protezione Civile per l’Ostensione richiede davvero una buona dose di sbadataggine: mobilitati su richiesta pressante della Curia al Comune ( documentata da una raffica di e-mail rimbalzate da un ufficio all’altro),  hanno assicurato il montaggio dei gazebo e l’assistenza ai pellegrini, in particolare ai disabili cui erano riservate le visite del mercoledì pomeriggio – oltre ad attività di servizio d’ordine e gestione del traffico. Tutte cose scritte nero su bianco nei piani ufficiali depositati in Comune e in Prefettura. Ora, già è stato poco simpatico chiedere ai volontari di Protezione Civile di allontanarsi al momento della visita del Papa: capiamo bene che fosse importante enfatizzare il ruolo dei volontari “viola” dell’Ostensione (per ragioni di immagine, visto che questi ultimi non sono certo altrettanto addestrati e formati). Ma almeno un “grazie” l’Arcivescovo, il vicesindaco o chi per loro poteva ricordarselo.

 

Anche perché a forza di fare questi sgarbi, si rischia di far perdere volontà ai volontari. Alla lunga, anche gli angeli custodi possono perdere la pazienza. Il che forse non lascerebbe Torino alla mercé della catastrofi naturali, ma, tanto per cominciare, comporterebbe un aumento dei costi per queste attività – date per scontate, ma essenziali – che il Comune avrebbe difficoltà a coprire. Meno male che resta sempre, quella sì, la Protezione Divina.