PRIMA PAGINA- Pagina 817

La Sanità respira, da Roma l'ok a nuove assunzioni e 900 milioni in arrivo per i fornitori

molinette

molinette2chiamp consiglioIl governatore: “Il fatto che il Piemonte sia la prima Regione in Italia ad aver approvato la revisione della rete ospedaliera secondo le regole del Patto della Salute è un risultato fino a poco tempo fa inimmaginabile”

 

La sanità piemontese tira un sospiro di sollievo. Il lavoro per la riforma del sistema sanitario condotto dalla dalla Regione, ha ottenuto dalla capitale il via libera a nuove assunzioni, grazie allo sblocco del turn-over. Sono inoltre liberati 900 milioni  per pagare i fornitori che attendono da una vita. Tale cifra, dice l’assessore Antonio Saitta, sarà disponibile entro due settimane. Le assunzioni punteranno ad abbattere le liste d’attesa.

 

Commenta il presidente Sergio Chiamparino: Sono molto soddisfatto: la sanità del Piemonte è tornata credibile agli occhi del Governo. Mesi di lavoro puntuale, di risposte fornite al tavolo ex Massicci, di operazione trasparenza sui bilanci delle aziende sanitarie ci hanno permesso di ottenere oggi le prime vere risposte concrete e positive. Il Governo ora guarda al Piemonte come a un interlocutore che sta facendo passi da gigante per uscire dal piano di rientro dal debito sanitario, e ci consente sia di liberare 900 milioni di euro per pagare i fornitori sia di sbloccare le assunzioni ferme da troppi anni”.

 

Il Presidente  commenta quindi con soddisfazione le notizie in arrivo dal tavolo ex Massicci: “Ringrazio Saitta, Moirano e i loro collaboratori per l’impegno e il lavoro che fanno da mesi. Il fatto che il Piemonte sia la prima Regione in Italia ad aver approvato la revisione della rete ospedaliera secondo le regole del Patto della Salute è un risultato fino a poco tempo fa inimmaginabile”.

 

(Foto: www.crpiemonte.it / il Torinese)

Sondaggio del Comune: via Roma a piedi? 1200 questionari, il 70% dei torinesi dice sì

pedoni1

pedoni via roma

Il 76,5% dei questionari è stato compilato da lavoratori dipendenti e professionisti, l’11,3% da studenti, l’1,75 da casalinghe e l’1,4 da commercianti: quasi il 9% di coloro che hanno risposto non ha indicato la propria professione

 

Sono stati presentati dall’Assessore Claudio Lubatti i risultati del sondaggio avviato nei mesi scorsi per raccogliere opinioni e proposte sulla sperimentazione della pedonalizzazione del tratto di via Roma tra piazza San Carlo e piazza Castello. I questionari pervenuti alla Divisione Mobilità sono stati circa 1200.

 

Un primo dato che emerge con chiarezza dalle risposte dei cittadini è il gradimento dell’iniziativa, con il 70% di favorevoli alla pedonalizzazione della via: i contrari sono stati il 28,6% ed i “non so” l’1,4%. Gli uomini sono il 61,4% del totale e le donne il 36,2%, e tra chi ha risposto il 40,8% ha tra i 18 ed i 35 anni, il 27,5% tra i 36 ed i 45, l’8,45% tra i 46 ed i 60 anni: il 22,3% è rappresentato da ultrasessantenni e lo 0,8% sono under 18. Il 76,5% dei questionari è stato compilato da lavoratori dipendenti e professionisti, l’11,3% da studenti, l’1,75 da casalinghe e l’1,4 da commercianti: quasi il 9% di coloro che hanno risposto non ha indicato la propria professione.

 

Per quanto riguarda le zone di residenza tra i favorevoli (70% del totale) il 63% è composto da residenti a Torino ma non in centro, del 24.5% da residenti nel centro storico e dal 13% da persone che non abitano in città, mentre tra i contrari (28.6% dei questionari) le percentuali sono rispettivamente del 51,3%, del 33,5% e del 14,6%. Per “riempire” la via senza auto il 42,8% delle persone ha pensato a nuovi arredi, mentre eventi ed animazioni, isole digitali e percorsi turistici dedicati hanno raccolto consensi che vanno dal 2.2% all’8.4%: più del 43% coloro che non si sono pronunciati. Le motivazioni dei contrari variano tra chi teme di non poter tornare a casa in auto, coloro che vogliono poter usare l’auto anche in centro, chi ritiene che ci siano già troppe vie pedonali e chi giudica sufficienti i portici: un 6,4% muterebbe opinione se ci fosse una navetta per la ZTL. I questionari compilati anche nella parte che richiedeva opinioni e proposte sulle nuove pedonalizzazioni sono stati circa 600: in circa la metà di questi è richiesta la chiusura alle auto di tutto il centro storico.

 

Tra i temi collegati alla sperimentazione in atto analisi e soluzioni di problematiche legate al traffico, modifiche e adeguamenti del trasporto pubblico locale, nuovi arredi urbani, messa in sicurezza dell’attraversamento pedonale da via Roma a piazza San Carlo e studio della ZTL Centrale come una possibile “zona 30”. Tra gli obiettivi principali c’è la trasformazione della ZTL da asse di attraversamento a punto di arrivo, reso più semplice anche dall’esistenza dei parcheggi a corona del centro: da un primo esame dei flussi di traffico risulta che le auto che utilizzano l’asse via Santa Teresa/Maria Vittoria/via Bogino sono molte meno di quelle che prima percorrevano via Santa Teresa e via Roma, confermando quindi che per l’attraversamento della città si cominciano ad utilizzare altri percorsi e meno le vie del centro.

 

(e.v.- www.comune.torino.it) Foto: il Torinese

Marchionne esulta da Ginevra per gli ottimi risultati di Fca e annuncia nuovi posti di lavoro

sergio_marchionne

Altro marchio torinese, Pininfarina, compie 85 anni e li celebra nel suo stand ginevrino  proponendo uno dei sei esemplari della ‘Ferrari Sergio’

 

Contagiato dall’entusiasmo per le nuove assunzioni che ripartono grazie al Jobs Act di Matteo Renzi, Sergio Marchionne è ottimista: “Se le iniziative che abbiamo in campo, come la nuova Alfa Romeo o il Levante a Mirafiori che entrerà i produzione a fine anno, andranno bene, credo che ci saranno altre assunzioni”, oltre a quelle fatte a Melfi. Così dichiara all’Ansa l’ad di Fca, al Salone dell’Auto di Ginevra. A Torino si spera per Mirafiori, così che non resti una cattedrale nel deserto.

 

Si apprende intanto, sempre dalla viva voce di Marchionne,  che i nuovi ingressi nello stabilimento di Melfi potrebbero arrivare fino a 1.900, rispetto alle 1.500 unità inizialmente previste, considerando l’aumento delle nuove assunzioni e i distacchi dagli altri stabilimenti. Al PalaExpo di Ginevra è presente  anche il presidente di Fca, John Elkann, a festeggiare i  dati diffusi da Acea, secondo i quali il gruppo ha registrato il miglior incremento nelle immatricolazioni dal marzo 2010.

 

Altro marchio torinese, Pininfarina, compie 85 anni e li celebra nel suo stand ginevrino  proponendo uno dei sei esemplari della ‘Ferrari Sergio’, nata come concept car per onorare Sergio Pininfarina.

Le imprese piemontesi guardano agli Stati Uniti e il mercato dell'auto cresce

fiat fca

Incontro a Torino  in collaborazione con il Centro Estero per l’Internazionalizzazione e l’American Chambre of Commerce in Italy. Un centinaio le aziende locali che vi hanno preso parte

 

Le imprese del sistema Piemonte ambiscono ad una crescita negli Stati Uniti. Sono soprattutto settori dell’auto e dell’agroalimentare, quelli di punta. Per individuare utili risorse finanziarie  la Camera di Commercio e General Electric  hanno organizzato un incontro a Torino, in collaborazione con il Centro Estero per l’Internazionalizzazione e l’American Chambre of Commerce in Italy. Un centinaio le aziende piemontesi che vi hanno preso parte.

 

I segnali incoraggianti sono confermati anche dalle parole di Sergio Marchionne relative al settore auto, per il quale ha annunciato nuove assunzioni. Buone le prospettive di crescita del mercato italiano dell’auto nel corso dell’anno, che potrebbero stabilirsi  sul 2-3%. Lo dice all’Ansa Alfredo Altavilla, responsabile Fca per le attività Emea (Europa, Medio Oriente, Africa): “ci vuole cautela a proiettare gli ottimi risultati di gennaio e febbraio su tutto l’anno”. Per quanto riguarda invece il mercato dell’auto in europa, Altavilla ha stimato che la crescita nel 2015 potrebbe “non andare oltre l’1%”.

 

(Foto: il Torinese)
   

'Ndrangheta, questa conosciuta: si mimetizza ma è una sola, al Sud come al Nord (Torino compresa)

tribunale

La Cassazione ha recentemente confermato la condanne dei 50 imputati del processo

 

La requisitoria del pg Roberto Sparagna al processo d’appello dell’inchiesta Minotauro, è iniziata con queste parole: “La ‘ndrangheta è una sola tanto al Nord quanto al Sud, ma al Nord opera in modo diverso, in silenzio: si adatta, si mimetizza, e questo la rende più insidiosa e persino più difficile da aggredire”.  Il processo è relativo alla presenza dell’organizzazione criminale nel Torinese. 71 gli imputati, di cui  36 condannati in primo grado.

 

 La Cassazione ha recentemente confermato la condanne dei 50 imputati del processo. Per 16 di loro loro, nei giorni scorsi, è così scattato l’ordine di carcerazione, eseguito a Torino e Reggio Calabria su mandato del pg di Torino Vittorio Corsi. Gli arrestati devono scontare pene residue che vanno dai 4 mesi agli 8 anni.

 

(Foto: il Torinese)

 

Domenica al Museo fa il tutto esaurito, code di turisti e torinesi davanti al Polo Reale

GRAN MADRE

GRAN MADRE GRAALturistisinagoga codasan federicoIl segreto sta forse nel creare pacchetti turistici improntati sulle alleanze territoriali: i laghi, le Langhe e le montagne torinesi abbinati all’offerta culturale della città. Itinerari che non devono farsi concorrenza ma creare alleanze

 

Nuovo pienone di visitatori per la nona domenica gratuita al museo. Il Ministero per i Beni culturali, comunica che al Polo reale di Torino i visitatori sono stati 3.308, con serpentoni di cittadini e turisti sin dal mattino. “L’Italia è un grande museo diffuso – dice il ministro Dario Franceschini – e dobbiamo smetterla di guardare ad altri paesi con complessi di inferiorità mentre siamo un’eccellenza nel mondo”.

 

La ripresa non c’è. I dati della cassa integrazione e la stagnazione piemontese sono preoccupanti. E’ ora di trovare soluzioni urgenti e alternative. Il trasferimento all’estero di ciò che resta di Fiat assume più un valore simbolico, che non sostanziale,  dell’addio che la grande industria dell’auto ha dato a Torino ormai da anni. La principale fonte di ricchezza di Torino non è più l’auto e non lo sarà neanche in futuro. L’alternativa credibile, l’unica, quella che solo fino a pochi anni fa sarebbe sembrata pura follia, sta nel turismo e nella cultura.

 

Abbiamo già scritto che il prossimo 24 settembre la Reggia di Venaria ospiterà il vertice dei ministri della Cultura dell’Unione Europea.L’iniziativa  può davvero rappresentare per il capoluogo piemontese una consacrazione quale città della cultura e del turismo. Tanto più che, nei due giorni successivi, 25 e 26 settembre, all’Università degli Studi di Torino, Campus Luigi Einaudi, si terrà il congresso “Italia è cultura”, Conferenza nazionale dell’Associazione delle Istituzioni di Cultura Italiane, (AICI) che raccoglie più di cento tra istituzioni e associazioni culturali del nostro paese.

 

Le speranze si riversano sui grandi eventi: Capitale europea dello Sport, Ostensione, bicentenario di don Bosco e iniziative collaterali all’Expo milanese.I riscontri del “nuovo corso” già si vedono e sono considerevoli, in termini di presenze turistiche e di fatturato. La città della Mole, da qualche anno, è considerata (grazie anche al volano delle Olimpiadi invernali del 2006) meta privilegiata da italiani e stranieri, alla pari di Venezia, Roma o Firenze. Merito delle bellezze subalpine sconosciute ai più e di accorte politiche di promozione del territorio.

 

Come ha sottolineato il sindaco  agli Stati generali della cultura di Roma: “Torino era una città esclusivamente industriale ma, grazie agli ingenti investimenti in cultura fatti negli ultimi 15 anni, è diventata una meta turistica e nel 2013 ha avuto più visitatori di tutta la Sicilia. Le varie amministrazioni succedutesi hanno investito in cultura dalla mattina alla sera. Nel 2013abbiamo investito 110 milioni di euro di cui 25 provenienti dai privati e 20 dai ricavi degli stessi siti culturali”. E in effetti, in modo rigorosamente bipartisan, Valentino Castellani, Ezno Ghigo, Sergio Chiamparino (da sindaco), Mercedes Bresso e Roberto Cota hanno tutti creduto nella nuova mission della città e della regione.

 

La Reggia di Venaria è nella classifica Top delle strutture culturali/museali in Italia e nel mondo, i musei torinesi – in primis l’Egizio – sono gettonatissimi dai turisti, soprattutto provenienti dall’estero. Certo, l’indagine condotta pochi giorni fa da Turismo Torino indica che le presenze straniere sono in stile “mordi e fuggi”, durano magari un solo pomeriggio. Il segreto sta forse nel creare pacchetti turistici improntati sulle alleanze territoriali: i laghi, le Langhe e le montagne torinesi abbinati all’offerta culturale della città. Itinerari che non devono farsi concorrenza ma creare alleanze per offrire proposte più complete al turista. Arte abbinata a gusto e paesaggio, insomma.

 

 Ora che Langhe e Monferrato sono patrimonio dell’Umanità dell’Unesco, bisogna fare in modo che anche Torino benefici di questa importante vetrina. Del resto, la città subalpina è o non è la capitale del Piemonte? Valorizzarla aumentando le presenze turistiche darebbe vantaggi a tutte le province.

 

(Foto: il Torinese)

A Palazzo clima da fine impero: la Regione di Super-Sergio in scadenza come una scatola di pelati?

chiamp consiglio

giunta regionale chiampachiampa manifestoREGIONE PALAZZOconsiglio X 1IL GHINOTTO DELLA DOMENICA

il presidente ha lanciato il cuore oltre l’ostacolo, toccando il tempo al Tar e dicendo che aspetta non oltre luglio, poi darà le dimissioni se il tribunale non prenderà una decisione. Se l’avesse fatto uno del centrodestra si sarebbe gridato allo scandalo, alla forzatura nei confronti dei giudici, alla mancanza di rispetto verso il Tar. Invece l’ha fatto lui ed è stato ampiamente lodato, e lo deve essere in effetti, perchè si tratta di un bell’espediente retorico, che gli permette di guadagnare qualche mese, poi chi vivrà vedrà

 

La decima legislatura della Regione, dopo appena otto mesi, è già a scadenza, come una banalissima scatola di pelati! E così in poche settimane si è passati da “Chiampa Jupiter” a un clima da fine impero. E’ questa la sensazione che aleggia nei corridoi di Palazzo Lascaris, soprattutto dopo che il Tar ha reso note le motivazioni per cui ha ammesso il ricorso della leghista Borgarello contro le firme false. Ovvero il fatto che si debba ora verificare, non appena la procura avrà dissequestrato i documenti originali, quante siano le firme fasulle o falsamente autenticate, presentate a sostegno del listino di Chiamparino. Ne servono 1.750 di buone, ne furono presentate 500 e rotti di più, ma non pare un margine molto ampio se solo si pensa che l’accertamento della falsità dell’autentica comporta che decadano tutte le firme di un foglio, che ne contiene 25…

 

E senza il listino valido non vale nulla dire che la vittoria della coalizione è indiscutibile, perché ha addirittura doppiato l’avversario. Perché, se le firme false faranno scendere sotto la soglia minima quelle “buone”, è come se alla gara Chiampa “avesse partecipato dopato”, come ha osservato in aula la forzitalica Claudia Porchietto. Pure nell’atmosfera tesa, si deve dare atto a Chiampa di aver reagito con la consueta ironia: non dopato, ma “è come se mi fossi iscritto alla maratona senza il certificato medico”. Forse dimenticando però, che in tal caso, verrebbe comunque squalificato.

 

Di fronte a una maggioranza angosciata (e un’opposizione pensierosa), super-Sergio ha lanciato il cuore oltre l’ostacolo, toccando il tempo al Tar e dicendo che aspetta non oltre luglio, poi darà le dimissioni se il tribunale non prenderà una decisione (che comunque non potrebbe essere definitiva, perché esiste ancora il Consiglio di Stato). Se l’avesse fatto uno del centrodestra si sarebbe gridato allo scandalo, alla forzatura nei confronti dei giudici, alla mancanza di rispetto verso il Tar. Invece l’ha fatto lui ed è stato ampiamente lodato, e lo deve essere in effetti, perchè si tratta di un bell’espediente retorico, che gli permette di guadagnare qualche mese, poi chi vivrà vedrà. Ampollosa anche la richiesta alle opposizioni di stringere un patto sulle cose urgenti da fare: con una maggioranza di 32 su 51, a chi deve chiedere permesso? Ma Chiampa l’arte della disinformazione l’ha ancora imparata alla scuola delle Frattocchie, anche se forse laggiù non era il primo della classe. Ora che l’ambiente politico è un po’ decaduto, il suo astro brilla come quello di Talleyrand.

 

Il tanto vituperato ex-presidente Cota, che era troppo “naif” per usare politica e retorica come cortine fumogene, si è però tolto la soddisfazione di dire che non crede all’impegno delle dimissioni a luglio, perché quando il Sergio venne nominato presidente della Compagnia San Paolo promise apertamente che non avrebbe mai più fatto politica, e si è visto come è andata a finire. Insomma, Chiampa non può fare come Faruk d’Egitto, sempre vittorioso al tavolo da poker, senza che mai nessuno chiedesse di “vedere”, perché dopo aver dichiarato le carte in possesso subito aggiungeva “parola di re!”

 

La maggioranza ha comprato tempo, direbbero gli economisti, e ora si prepara alle spine delle prossime settimane, che non sembrano poche. Al proposito, l’incredulo Ghinotto deve rettificare il suo precedente intervento domenicale. La procura di Torino ha aperto un fascicolo sulle dichiarazioni di Soria circa presunti contributi e vantaggi da lui assegnati a mezzo mondo politico e vip. Lo si scrive qui, doverosamente per i lettori ma anche perché – mentre tre quotidiani su quattro stampati in Piemonte – l’hanno riferito con diversa evidenza, se n’è scordata la redazione torinese di Repubblica. E si aggiunge, per i gazzettieri di regime, una puntualizzazione: la prescrizione, quand’anche fosse già scattata, può sempre essere rifiutata dall’interessato che voglia puntare sull’assoluzione piena.

 

Ghinotto

(Foto: www.regione.piemonte.itwww.cr.piemonte.it – il Torinese)

 

Furti e criminalità? Tranquilli: anche nel Torinese sta per arrivare il "controllo di vicinato"

carabinieri

E’ un progetto che tende a fare crescere, da un lato, la solidarietà tra i cittadini e a crescere una forma di osservazione “passiva” del territorio e delle persone che vi transitano. Il tutto, ovviamente, deve avvenire in stretta collaborazione – elemento imprescindibile – con le forze dell’ordine

 

Sarà San Mauro Torinese il primo comune della Città Metropolitana di Torino ad adottare il metodo del Controllo di Vicinato per prevenire furti, truffe ed altri reati attraverso un buon sistema di educazione civica. Nella seduta del prossimo 9 marzo verrà portata in discussione la mozione elaborata dal consigliere Ferdinando Raffero che negli ultimi mesi si è impegnato anima e corpo per realizzare questo progetto, con la consulenza dell’Associazione Controllo del Vicinato  ed il supporto dell’amministrazione comunale di Ugo Dallolio. Intanto il Controllo di Vicinato piemontese è salito agli onori della cronaca nazionale, con un servizio sul telegiornale di Rai 2 e sul TG3 nella giornata di sabato 28 febbraio che ha mandato in onda quanto realizzato da una troupe Rai giovedì a Casorzo, con l’intervista ad una cittadina ed al sindaco Ivana Mussa. Casorzo, piccolo centro collinare della Provincia di Asti al confine con quella di Alessandria, è stato il primo comune piemontese ad adottare questo metodo a partire dal 2013, su proposta dell’Associazione Difesa Civica Piemonte (che è collegata al Controllo di Vicinato) e che, dopo aver installato i cartelli lo scorso anno, ha visto una diminuzione dei furti in paese, grazie anche alla collaborazione dei cittadini con le istituzioni, nel segnalare movimenti sospetti.

 

Ma di che cosa si tratta? Il Controllo di vicinato, meglio conosciuto come “Neighbourhood watch” nasce negli anni Sessanta – Settanta, nei Paesi anglo – sassoni, Gran Bretagna, Stati Uniti, ma anche Canada, Australia, Nuova Zelanda e in Italia inizia ad avere una diffusione a partire dal 2008 in Lombardia. “L’importatore” ed ideatore sul Patrio suolo di questo sistema è Gianfrancesco Caccia di Caronno Pertusella (Varese) che ha via via diffuso, con altri volontari, le tecniche sino alla creazione di una associazione, che si chiama appunto Controllo di Vicinato, che ha tra i suoi coordinatori, oltre allo stesso Caccia, anche Leonardo Campanale di Rodano (Milano). Il Controllo di Vicinato, che nulla ha a che vedere con il fenomeno delle “Ronde Padane” o pattugliamenti di cittadini sul territorio o la videosorveglianza (che è una scelta dell’amministrazione comunale d’intesa con le forze dell’ordine), è un progetto che tende a fare crescere, da un lato, la solidarietà tra i cittadini e a crescere una forma di osservazione “passiva” del territorio e delle persone che vi transitano. Il tutto, ovviamente, deve avvenire in stretta collaborazione – elemento imprescindibile – con le forze dell’ordine.

 

(Foto: il Torinese)

Massimo Iaretti

Sicilia, focus su una grande regione del vino con Go Wine

GO-WINE

L’iniziativa presso lo Star Hotel Majestic in Corso Vittorio Emanuele, 54

 

Proseguono gli appuntamenti di Go Wine nella città di Torino. La prossima degustazione è in programma martedì 3 marzo ed è dedicata alla regione Sicilia ed ai suoi vini.  Una serata di approfondimento che, grazie alla presenza dei vini delle aziende partecipanti, porterà in sala espressioni di diversi territori di produzione e darà conto della ricchezza della viticoltura della regione.

 

In degustazione saranno presentati vini delle aziende:

 

Armosa – Scicli (Rg)
Castellucci Miano – Valledolmo (Pa)
Donnafugata – Marsala (Tp)
Duca di Salaparuta – Casteldaccia (Pa)
Ferracane  – Marsala (Tp)
Giasira – Rosolini (Sr)
Gulfi – Chiaramonte Gulfi (Rg)
Planeta – Menfi (Ag)
Spadafora – Palermo
Valenti – Castiglione di Sicilia (Ct)
Vinifer-Tranchida – Marsala (Tp)
Wiegner – Castiglione di Sicilia (Ct)

 

Orario del banco d’assaggio: Ore 17,00 – 22,00, 
Nel corso della serata breve  conferenza di presentazione

 

Il costo della degustazione per il pubblico è di € 15,00, Soci Go Wine € 10,00, riduzione soci associazioni di settore € 12,00. L’ingresso sarà gratuito per coloro che decideranno di associarsi a Go Wine direttamente al banco accredito della serata.  L’iscrizione sarà valevole fino al 31 dicembre 2015. 

 

ATTENZIONE: Per una migliore accoglienza è consigliabile confermare la presenza alla serata all’Associazione Go Wine, telefonando al n°0173/364631 oppure inviando o un’e-mail a stampa.eventi@gowinet.it entro le ore 12.00 di martedì 3/03 p.v..

Offerta cinese per la De Tomaso, la salvezza potrebbe avere gli occhi a mandorla

De_tomaso

Chiamparino valuta positivamente che “vi sia stata una manifestazione di interesse per il marchio”

 

Per la De Tomaso sono state presentate due offerte che potrebbero far sperare per la salvezza dell’azienda. La prima,  da 300.000 euro dalla finanziaria cinese Ideal Peam Venture Limited, che ha la sede legale nelle Isole Vergini e quella operativa a Hong Kong. La seconda da 400.000 euro da una cordata svizzero-lussemburghese, la  L3 Holding di Chiasso e partner della lussemburghese Genii Capital, che ha partecipazioni nella Lotus e nella Polaroid. Ma quest’ultima dopo il rilancio dei cinesi per 510.000 euro si è ritirata. Tra 10 giorni il giudice deciderà.

 

Il presidente della Regione, Sergio Chiamparino, scrive l’Ansa, valuta positivamente che “vi sia stata una manifestazione di interesse per il marchio De Tomaso. Si è concretizzata in due offerte, un segnale positivo per continuare la produzione qui a Torino. Nel pieno rispetto delle opportune decisioni che giudici e curatore fallimentare assumeranno sul caso e coerentemente con gli accordi sindacali raggiunti, da parte della Regione ci sarà la massima disponibilità in questa ultima delicata fase affinché il marchio sia aggiudicato a chi offra le migliori garanzie sul riavvio della produzione e sul futuro occupazionale dei lavoratori”.