PRIMA PAGINA- Pagina 811

I No tav fermano il Tgv e regalano due molotov a una ditta del cantiere

TRENO MILANO

Il treno Venezia-Parigi bloccato presso la stazione di Vercelli

 

Alcuni attivisti No Tav hanno bloccato in mattinata poco prima delle 7, il  tgv Venezia-Parigi presso la stazione di Vercelli. Hanno collocato una catena di ferro davanti alla locomotiva e con lo spray hanno scritto slogan contro l’alta velocità sulle carrozze del treno. A causa del blitz 11 treni della linea  Milano-Torino, che è rimasta chiusa per 25 minuti, fino alle 7.05, hanno subito rallentamenti. Sull’episodio sta indagando la Digos di Vercelli.

 

Invece, nel Torinese, sono state rinvenute due bottiglie incendiarie. Il ritrovamento è avvenuto nel cortile della ditta Torinoleggi di Rivoli, azienda che lavora nel cantiere della Torino-Lione di Chiomonte. Le due molotov sono state scoperte ieri  dal titolare. Sono state sistemate probabilmente nel fine settimana vicino ad alcuni automezzi aziendali parcheggiati. L’innesco era fatto con garza, legno e fiammiferi. Polizia e carabinieri stanno effettuando le indagini e  sospettano si tratti di un atto dimostrativo delle frange estreme No Tav.

 

(Foto: il Torinese)

Cavagnolo è il Comune chiave: tutti insieme contro l’amianto

amianto3

cavagnolo foto 

Vincenzo Barrea, in rappresentanza del sindaco metropolitano Piero Fassino (impegnato per una seduta di consiglio comunale a Torino) ha assicurato che il documento verrà approvato quanto prima anche dal Consiglio della Città Metropolitana

 

 

Per superare la sentenza della Corte di Cassazione che ha archiviato, con la pronuncia dell’avvenuta prescrizione, i due verdetti del Tribunale e della Corte d’Appello di Torino sul caso Eternit, occorre fare fronte comune. E’ il senso dei vari interventi che si sono susseguiti lunedì 15 dicembre nel consiglio comunale aperto che si è tenuto nella sala polivalente di Cavagnolo, il comune chiave per le inchieste di Raffaele Guariniello perché qui aveva sede la Saca, società del gruppo Eternit che ha lasciato la scia d un centinaio di morti.

 

Mario Corsato, primo cittadino di Cavagnolo, ha riferito degli incontri romani avuti, insieme al sindaco di Casale Monferrato, Titti Palazzetti, con le massime cariche dello Stato e spiegato la particolare situazione del Comune, non inserito nell’elenco del libro bianco sull’amianto, elaborato dal Governo e presentato alla Conferenza nazionale sull’amianto di Venezia due anni orsono. Una dimenticanza incredibile che ha anche generato una prima frustrazione per il comune torinese, ma che non ha fatto mai venire meno la voglia di continuare nella battaglia per ottenere giustizia.

 

Gli interventi sono stati molti e, per una volta, tutti in sintonia, non c’è stata differenza di posizioni politiche, perché tutti hanno detto chiaramente che l’amianto non è di destra, di centro o di sinistra, dal coordinatore Afeva Bruno Pesce, al vice sindaco di Casale Monferrato Cristina Fava, al consigliere metropolitano di minoranza Marco Marocco, al sindaco di Brusasco Franco Cappellino, a quello di Chivasso, Libero Giuffreda. E tutti hanno assicurato che l’ordine del giorno – che è stato poi approvato all’unanimità dal consiglio comunale e contiene le linee per affrontare il problema nel prossimo futuro – verrà anche approvato dalle rispettive amministrazioni. Vincenzo Barrea, in rappresentanza del sindaco metropolitano Piero Fassino (impegnato per una seduta di consiglio comunale a Torino) ha assicurato che il documento verrà approvato quanto prima anche dal Consiglio della Città Metropolitana e ha evidenziato che “il problema dell’amianto non è solo il problema di Casale, di Balangero, di Cavagnolo, ma di tutti, occorre però fari si che venga sentito da tutti come un fatto culturale, e non solo da coloro che lo vivono”.

 

Poi tutti i partecipanti hanno preso parte ad una fiaccolata per le vie del paese sino al monumento che ricorda coloro che hanno perso la vita per il mal d’amianto. E le lanterne accese erano cento come cento sono coloro che non ci sono più

 

 

Massimo Iaretti

 

 

 

Il mio nome è Chiampa, Sergio Chiampa: e sono il Salva-Piemonte

chiamparino camicia

Il commissario Chiamparino, quasi una definizione da romanzo noir, opererà sull’impiego  passato dei fondi e sull’avvio di due interventi bloccati dalla Corte dei Conti. In tutto sono in ballo 900 milioni di fondi

 

Il commissario straordinario per il pagamento dei debiti della Regione è sempre lui: è lo stesso governatore Sergio Chiamparino a rivestire il ruolo previsto da un emendamento del governo alla Legge di Stabilità. Si tratta, in sostanza, del tanto auspicato Salva-Piemonte, l’intervento di Palazzo Chigi che prevede  l’apertura di una specifica  contabilità in grado di fronteggiare l’eccezionale situazione di squilibrio finanziario (il buco) della Regione. Spetterà poi al Parlamento trovare la soluzione al non indifferente problema dello squilibrio di bilancio, con la richiesta di pre-ammortamento per due anni.

 

Si deve risolvere il peccato originale,  il disavanzo della Regione che potrebbe salire da 2,5 miliardi fino a 5/7 miliardi. Il commissario Chiamparino, quasi fosse una figura da romanzo noir, opererà sull’impiego  passato dei fondi e sull’avvio di due interventi bloccati dalla Corte dei Conti. In tutto sono in ballo 900 milioni di fondi della sanità e mezzo miliardo sul pagamento di altri debiti regionali in altri comparti.  Grazie all’introduzione della figura del commissario l’ente potrebbe beneficiare di introiti per  1 miliardo abbondante.

 

Ora la Legge di Stabilità può consentire a Chiamparino, nell’arco di pochi mesi, grazie ai poteri straordinari, di superare il “contenzioso” con i magistrati della Corte dei Conti. Infine, la questione dei residui attivi e passivi per circa 1 miliardo. Con una norma ad hoc potrebbero essere diluiti non in soli dieci anni, ma  in 30, come avviene per i Comuni.
 

 

No Tav, le reazioni: sito della procura oscurato, occupata l’autostrada

notav striscione

tav ragazzi“I giudici che hanno emesso la sentenza dovrebbero andare in mezzo a quelle imprese che hanno subito minacce”

 

Quali sono state le reazioni all’assoluzione dal reato di terrorismo nei confronti dei quattro attivisti No Tav? “Se non è associazione con finalità terroristiche incappucciarsi e organizzare l’attacco allo Stato, qualcuno mi deve spiegare cosa sia.

 

E’ molto positiva comunque la condanna a 3 anni e 6 mesi, mi auguro che i Pm facciano ricorso e li ringrazio perché hanno avuto coraggio”. E’ quanto dichiara all’Ansa il ministro dei Trasporti, Maurizio Lupi, che aggiunge: “i giudici che hanno emesso la sentenza dovrebbero andare in mezzo a quelle imprese che hanno subito minacce”.
   

Ieri un manipolo di No Tav incappucciati ha occupato la carreggiata dell’autostrada del Frejus nei pressi di Giaglione, hanno esposto uno striscione e acceso fumogeni. Altri No Tav hanno occupato il treno 2012 Milano-Torino, che è stato fermato dalla polizia alla stazione di Novara.

 

Si è anche verificato un attacco informatico al sito web della procura di Torino, rivendicato da Anonymous, mentre centinaia di attivisti si sono radunati per una manifestazione a Bussoleno, in Val Susa.

 

Il sito No Tav: “Non si può esultare per una sentenza del genere, con i 4 notav dietro alle sbarre, ma quantomeno per una volta la sentenza non ha dato credito alla vendicativa e persecutoria linea di condotta della procura di Torino, che è bene ricordarlo, nasce nelle viscere dei fantasmi tanto cari all’ex procuratore Giancarlo Caselli, coordinatore della crociata contro i notav”.

 

(Foto: il Torinese)

Dal Valentino a Palazzo Civico, quando la ruota gira

RUOTA 2

PAL CIVICREGIONE PALAZZOIL GHINOTTO DELLA DOMENICA

Le scelte amministrative o politiche si trasferiscono dalle aule consiliari a quelle giudiziarie, in un pericoloso cortocircuito che rischia di far saltare le più elementari regole della democrazia

 

Finalmente Torino avrà la sua ruota panoramica, di 48 metri di diametro, collocata a Torino Esposizioni. Dopo quasi 120 anni il nostro parco Valentino non avrà così più nulla da invidiare al Prater di Vienna … anche se forse con un po’ di ritardo. Ma Torino, all’avanguardia su tutto, questa volta ha preferito seguire e lo ha fatto dopo un aspro dibattito tra fautori e denigratori dell’attrazione amata da grandi e piccini. Di ruota in ruota, anche il Comune ci ha preso gusto, decidendo che, allo scopo di prevenire la deprecata corruzione, almeno il 15 % dei dirigenti comunali dovrà ruotare di incarico ogni tre anni, un principio stabilito dalle recenti norme.

 

Nel darne notizia i sussiegosi giornali “indipendenti” si sono affrettati nel precisare che la situazione in riva al Po non è lontanamente paragonabile a quella scoperta, ad esempio, con l’inchiesta romana. Anche se, a ben vedere, qualche scricchiolio pare esserci anche tra le austere atmosfere di Palazzo di Città, se è vero che l’ex-direttore generale è impegnato nelle aule di giustizia a difendersi per dei concorsi dirigenziali che a qualcuno non sono sembrati inappuntabili, e un’altra alta dirigente è appena stata prosciolta per l’errore scusabile di aver assegnato incarichi all’azienda del figlio. Mentre è ancora aperta la questione di presunti favoritismi per i gestori dei Murazzi, chè in questo caso i magistrati non sembrano ammettere svogliatezze e sbadataggini. Del resto, sempre più spesso le scelte amministrative o politiche si trasferiscono dalle aule consiliari a quelle giudiziarie, in un pericoloso cortocircuito che rischia di far saltare le più elementari regole della democrazia.

 

Se n’è accorto anche l’assessore regionale alla Sanità Antonio Saitta che, presentatosi a Palazzo Lascaris per il dibattito sulle disabilità, si è visto annunciare seduta stante una denuncia in procura per “distrazione di fondi”, 24 milioni solo nel 2014. Così ha sostenuto il presidente dell’associazione che rappresenta le cliniche private convenzionate, mandando su tutte le furie il titolare della Sanità che l’ha accusato di pensare a “difendere solo i propri interessi”, usando i disabili. E smentendo la ricostruzione fatta dall’associazione, pur dicendo che si dovranno fare verifiche più approfondite nelle Asl.

 

La querelle è stata l’unico momento un po’ scabroso di un confronto invece “buonista” che ha visto le associazioni del settore rappresentare le drammatiche situazioni di anziani e disabili in modo molto composto e contenuto, chiedendo soprattutto di revocare le decisioni prese dalla Giunta Cota, che hanno oggettivamente ristretto i cordoni della borsa. Ma anche in questo caso, Saitta è stato costretto a riconoscere che queste delibere non possono essere eliminate – nonostante che la maggioranza unita lo chieda a gran voce – perché obbediscono alle regole stabilite dal piano di rientro, concordato con il governo. Per cui, l’unica strada è risanare i bilanci sanitari, uscire dall’emergenza e riacquistare libertà di manovra, obiettivo che l’assessore vorrebbe realizzare già nel 2015. Anche se i soldi continueranno a essere pochi, almeno si potrà decidere un po’ più liberamente dove indirizzarli.

 

Infine, non sorprende il poliedrico governatore Chiamparino che, inaugurando la fiera del Bue Grasso di Carrù, prodotto tipico piemontese, ha firmato un appello perché, dopo Langhe e Monferrato, sia riconosciuta dall’Unesco come patrimonio dell’umanità … la pizza!

 

Ghinotto

Scadenze di fine anno: il 16 dicembre saldo IMU e TASI

tasi

Non saranno applicate sanzioni se il ritardo è causato dal mancato ricevimento dell’avviso 

 

Saldo TARI: gli utenti che, per qualunque disguido, non avessero ancora ricevuto l’avviso di pagamento relativo al saldo, potranno richiedere il duplicato del modello F24 scrivendo a Soris Riscossioni spa oppure recandosi direttamente agli sportelli Soris di via Vigone 80. Non saranno applicate sanzioni per i pagamenti effettuati nei giorni immediatamente successivi alla scadenza del 10 dicembre, se il ritardo è causato: dal mancato ricevimento dell’avviso entro il termine ultimo fissato per il versamento del saldo, dal ricalcolo a seguito di variazioni del nucleo familiare o da errori accertati dagli uffici tributari.

 

Tutti i dettagli sulla pagina dedicata:.www.comune.torino.it

The day after: sciopero riuscito, ma che incubo per i torinesi

sciopero cgil3

traffico centroUna quarantina i voli sospesi a Caselle (oltre a quelli cancellati per sempre da Alitalia). Ma il top si è registrato in metropolitana dove nessuno dei 70 dipendenti si è presentato a lavorare

 

Sarà anche il simbolo del lavoro e della crisi, come dice la leader Cgil Susanna Camusso, che ieri ha guidato lo sciopero in città, ma Torino nella serrata generale di ieri ha vissuto un vero e proprio incubo. Lo sciopero è riuscito, non c’è che dire. Il 65% dei lavoratori Gtt vi ha aderito e l’80% dei mezzi di trasporto è rimasto fermo. Una quarantina i voli cancellati a Caselle (oltre a quelli cancellati per sempre da Alitalia). Ma il top si è registrato in metropolitana dove nessuno dei 70 dipendenti si è presentato a lavorare. In alcuni casi le scale mobili delle fermate funzionavano traendo in inganno i passeggeri che, una volta scesi, trovavano i cancelli del metrò chiusi.

 

Le code per le vie del centro sono state interminabili fino alle 21. Automobili parcheggiate ovunque – anche in mezzo alla carreggiata, complice il caos aggiuntivo degli acquisti di natale – e ingorghi in tutta la città. Il bilancio della manifestazione di ieri, indetta da Cgil e Uil è positivo per gli organizzatori: al corteo hanno preso parte 30mila persone secondo la questura e addirittura 50mila secondo i sindacati. Peccato la sbavatura dovuta a studenti e antagonisti che hanno lanciato sassi alle forze dell’ordine. Nove esagitati sono stati fermati dalla polizia.

 

(Foto: il Torinese)

Susanna la rossa in piazza contro il Jobs Act e il rischio licenziamenti

 

La prossima primavera, con la fine della cassa integrazione rischiano di finire sulla strada 30mila lavoratori

 

sciopero cgil 2“E’ bene che ci sia rispetto reciproco tra governo e sindacati e che non ci siano esasperazioni come quella di cui oggi abbiamo il segno. Non fa bene al Paese”. Così il presidente Giorgio Napolitano ai giornalisti, prima di lasciare Torino alla fine della sua visita, in riferimento allo sciopero e alle manifestazioni dei sindacati. Cgil e Uil sono infatti scesi in piazza anche a Torino contro il il Jobs Act e la legge di Stabilità del governo. Il corteo era guidato dalla leader sindacale Susanna Camusso e da Alberto Tomasso, segretario regionale Cgil con il suo collega Gianni Cortese della Uil Piemonte. L’allarme – come ha già scritto il Torinese – riguarda anche la nostra regione dove, la prossima primavera, con la fine della cassa integrazione rischiano di finire sulla strada 30mila lavoratori. sciopero cgil1

 

Il corteo di 50mila manifestanti secondo i sindacati e di 30mila secondo le forze dell’ordine è partito da piazza Vittorio per terminare in piazza San Carlo, dove con Camusso e Cortese hanno parlato dal palco cinque lavoratori e un pensionato. “E’ una scelta del governo se continuare a provare a innescare il conflitto oppure se scegliere di discutere. Deve essere chiaro che noi non ci fermiamo, continueremo a contrastare le scelte sbagliate per avere una prospettiva di lavoro in questo Paese” ha dichiarato Susanna Camusso ai giornalisti, avvolta in un cappotto rosso. E ancora: “Abbiamo dinanzi a noi un tempo della discussione della legge di stabilità in cui ci sono cose importanti, a partire dalle risorse per gli ammortizzatori sociali, ai patronati, alle scelte sul lavoro pubblico e la conferma dei precari oltre al tema delle province fino alla stesura dei decreti che applicano la riforma del lavoro.  L’emergenza che ha questo paese si chiama lavoro, bisogna fare politiche perchè il lavoro ci sia ma non può essere un lavoro qualunque, senza diritti e senza professionalità. Il messaggio per cambiare l’Italia è sciopero cgil3proprio quello di un Paese che investe sul lavoro e sulla sua qualità”.

 

La manifestazione sotto la Mole s’ è tenuta in concomitanza con lo sciopero generale indetto da Cgil e Uil. All’altezza del Rondò della forca, in corso Regina ci sono stati scontri tra la polizia e un gruppo di studenti e antagonisti. Nove di loro sono stati fermati.

 

(Foto: il Torinese)

Napolitano, bilancio di una visita distante dai cittadini

napolitano

“Bisogna reagire senza indugio a un pericolo di immeschinimento del clima nei rapporti tra Italia e Germania: perché le difficoltà e i dissensi esistono, ma occorre superarli senza cadere sul terreno dei luoghi comuni”

 

La due giorni torinese dei presidenti della Repubblica Italiana e  Federale di Germania, Giorgio Napolitano e Joachim Gauck  ha avuto come momento clou l’apertura al Teatro Regio, del primo Italian-German High Level Dialogue. Una visita, quella del presidente, alloggiato con la moglie Clio al Principi di Piemonte, a dire il vero distante dall’abbraccio di folla. I torinesi, – qualche decina assiepati dietro le transenne – infatti, hanno potuto salutare Napolitano a distanza in una piazza Castello chiusa e blindata. A loro è andato solo il “buonasera a tutti” di “re Giorgio”.

 

L’appuntamento al Regio, apertosi con il saluto di benvenuto del Sindaco di Torino, Piero Fassino, è stato occasione per fare una riflessione sull’Europa e la crisi economica. “C’è un impegno condiviso in Europa a sconfiggere la recessione, scongiurare la deflazione, adottare misure idonee a rilanciare la crescita – ha detto il capo dello Stato – Ma tutto ciò senza trascurare la prospettiva del riequilibrio e risanamento delle nostre finanze pubbliche, dei nostri bilanci”.

 

Qualche considerazione anche sul rapporto tra Italia e Germania: “Troppo spazio abbiamo dedicato al confronto su questioni finanziarie e tecniche che già si sono rivelate di grande peso nelle nostre economie e per i nostri cittadini ma che non possono farci dimenticare una più ampia visione comune”.

 

“Bisogna reagire senza indugio a un pericolo di immeschinimento del clima nei rapporti tra Italia e Germania: perché le difficoltà e i dissensi esistono, ma occorre superarli senza cadere sul terreno dei luoghi comuni, dei clichè negativi che rimbalziamo da una parte all’altra, senza dialogo, pieno rispetto e amicizia tra i nostri due Paesi non c’è Europa e non può esserci futuro per una Europa unita nel mondo di oggi e di domani”.

 

Napolitano ha poi preso parte ad una cena di gala a Palazzo Madama, con un centinaio di invitati, da Chiamparino a Fassino con i quali non saranno certo mancati riferimenti ai trascorsi comuni nel vecchio Pci. Con il presidente  Gauck, anche il ministro degli esteri Paolo Gentiloni, gli ex premier  Letta e Monti. E oggi alla reggia di Venaria un vertice High Level Panel di circa 30 rappresentanti di ciascun Paese, esponenti del mondo delle istituzioni, dell’imprenditoria, della scienza e della cultura.

 

(Foto: www.quirinale.it)

Città violenta, tabaccaio ammazzato di botte in via Veglia

carabinieri xx

L’omicida si è probabilmente voluto vendicare di un affronto subito

 

Una violenza assurda e brutale è la causa della morte di un tabaccaio di 57 anni. Il suo nome è Enrico Rigollet, picchiato a morte da un cliente, Giuseppe Cerasa di 38 anni, anche se saranno le indagini a scoprire se è morto per le percosse o per un malore causato dallo choc subito. Il tragico episodio è avvenuto a Torino in via Veglia, lunga arteria periferica della metropoli. L’aggressore è stato arrestato dai carabinieri. Pare che il Cerasa si sia  presentato nel pomeriggio in tabaccheria dove, a causa del suo comportamento non gradito,  era stato allontanato dal titolare e dal fratello. Sembra che l’uomo sia successivamente tornato per vendicarsi dell’affronto. Così,  dopo un aspro scontro verbale è passato alle percosse.