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In 100 mila per il Pride. Appendino: “Sempre con chi si batte per i diritti”

pride sfilataForse non erano in 120 mila come dicono  gli organizzatori  della manifestazione, ma al Torino Pride la partecipazione è stata davvero massiccia.  L’evento per i diritti promosso dal coordinamento Lgbt  è iniziato con il corteo da piazza Statuto, aperto dalla banda della polizia municipale della Città, seguita dagli amministratori comunali e regionali, ad incominciare dalla sindaca Chiara Appendino dietro lo striscione: ‘Il domani ci appartiene’ “E’ un onore per me –pride palco ha commentato – poter rappresentare Torino in un giorno così importante: saremo sempre al fianco di chi di batte per i diritti civili”. Al corteo hanno preso parte anche l’ ex sindaco Piero Fassino, una nutrita rappresentanza di esponenti Pd, le assessore regionali Monica Cerutti e Antonella Parigi e il presidente del consiglio regionale Mauro Laus. Il presidente della Regione Sergio Chiamparino, ad Oropa per accogliere i Piemontesi nel Mondo, ha inviato un messaggio: “Sono al vostro fianco perché credo che il rispetto delle scelte affettive e degli orientamenti sessuali siano temi ineludibili per una società che voglia realmente definirsi democratica, e che con le unioni civili trova finalmente un nuovo assetto legislativo che riconosce pienezza di diritti per tutte le famiglie”.

Foto: Coordinamento Torino Pride GLBT

Il saluto di Torino a Claudia D’Antona vittima della barbarie di Dacca

DANTONA 4Si sono svolti oggi a Torino, in piazza Benefica, nella Chiesa di Gesù Nazareno, i funerali di Claudia D’Antona, la donna-‘imprenditrice di 55 anni  uccisa barbaramenteDANTONA2 nella strage di Dacca. Ha celebrato la cerimonia l’arcivescovo Cesare Nosiglia, che nell’omelia ha ricordato l’ impegno sociale di Claudia in DANTONA1Bangladesh a favore delle donne sfigurate con l’acido. In chiesa erano presenti i familiari: il marito Giovanni Boschetti, la sorella Patrizia, la sindaca Chiara Appendino, il presidente della Regione Sergio Chiamparino e l’ex sindaco Piero Fassino. Per il lutto cittadino alle 14 si è tenuto  davanti al Municipio, il minuto di silenzio.DANTONA3 In piazza erano presenti anche Lorenzo e Simone Barbero, il marito e il figlio di Antonella Sesino, la dipendente municipale rimasta vittima nell’attentato al museo del Bardo in Tunisia, in segno di solidarietà.

(foto: Essepiesse / il Torinese)

 

Città della Salute, tra Appendino e Chiamparino è concordia istituzionale

molinette2Sembra di essere tornati ai tempi della concordia istituzionale tra Regione e Comune, allora regnanti Ezo Ghigo in piazza Castello e Castellani (poi Chiamparino) a palazzo Civico. Ll’incontro tra la sindaca Chiara Appendino e il presidente della regione Sergio Chiamparino sulla spinosa vicenda della Città della Salute è andato liscio. Almeno a giudicare dalleappendino tg dichiarazioni della prima cittadina. “E’ stato un primo incontro istituzionale, cordiale, proficuo, utile per rappresentare le posizioni che saranno portate il 13 luglio alla cabina di regia convocata in Regione sul Parco della Salute. Come abbiamo sempre detto in campagna chiampa gofaloneelettorale sarà nostro interesse non far perdere alla Città di Torino i 250 milioni previsti dal Governo” ha dichiarato il Sindaco Appendino, a margine dell’incontro con il presidente della Regione  e l’assessore alla Sanità, Antonio Saitta. “E’ interesse della Città che l’area delle Molinette e l’area ex Avio abbiano una programmazione urbanistica coerente e comune per garantire alla Città di programmare per tempo il riutilizzo degli spazi e degli edifici” ha concluso il Sindaco di Torino, Chiara Appendino. Così mercoledì 13 luglio si riunirà la cabina di regia per il Parco della Salute. Chiamparino “c’è spazio non solo per la mediazione, ma perché la Città dica la sua fino in fondo sulle aree dato che senza la variante sull’ex Avio non si può chiudere il cerchio e mettere la firma definitiva con cui i 250 mln del Governo vengono attivati”.

Appendino “mani di forbice” taglia del 30% i compensi dello staff a favore del lavoro

appendino tgNon ha “licenziato tremila dirigenti”, come annunciava il post tarocco apparso nelle scorse ore su Facebook, ma la sindaca di Torino ha dato il via al taglio del 30% dei compensi degli staff della giunta comunale e dei dirigenti fiduciari. La nuova giunta di Torino che si è riunita questa mattina sotto la guida di Chiara Appendino per la prima volta, ha approvato infatti la delibera per la riduzione dei costi della macchina civica con il taglio dei costi della politica e una delibera di indirizzo che sarà portata in aula nel primo consiglio comunale per l’approvazione. Il  taglio dovrebbe portare gradualmente a un risparmio di 5 mln di euro da destinare al preannunciato fondo per il lavoro giovanile. Approvata anche una delibera di proroga dell’incarico del comandante della Polizia Municipale Alberto Gregnanini fino al bando di concorso per la nomina del suo successore e la nomina a tempo determinato fino alla realizzazione del bando del Progetto Periferie dell’architetto Valter Cavallaro dirigente del settore Arredo Urbano.

I turisti danno una mano ai saldi: vendite in crescita fino a + 10%

saldi intimissimi vetrinaSono iniziati piuttosto bene i saldi a Torino, secondo Ascom e Confesercenti che parlano di circa un +5-10% rispetto all’anno precedente: merito anche  del tempo variabile che potrebbe aver trattenuto molti abitanti in città. Sono andate bene le vendite in centro e nella provincia, molto meno nelle periferie, come dicevano le previsioni. Lo scontrino medio si aggira sui 200 euro a famiglia e tra gli articoli preferiti dai consumatori si registrano  l’intimo, gli accessori, l’abbigliamento estivo, in primo luogo i costumi da bagno. Con i saldi estivi i commercianti sperano di recuperare le scarse vendite causate del maltempo che ha caratterizzato la primavera. I venditori manifestano un cauto ottimismo grazie  anche alla buona presenza di visitatori in città con un’occupazione degli alberghi  del 70%

(foto: il Torinese)

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Delrio annuncia una Torino-Lione “ristretta” e il popolo No Tav ironizza sul web

Derlrio,non utilizzeremo fondi Ue per cuneo fiscaleIl ministro delle Infrastrutture e dei trasporti, Graziano Delrio, a proposito  della project review della Tav Torino-Lione, a un convegno sulla mobilità a Firenze ha detto: “Stiamo revisionando la Torino-Lione e le opere di adduzione al tunnel che erano più di 84 km di linea nuova vedranno una riduzione fino a poco più di 25 km, quindi useremo gran parte della linea esistente. Si tratta di  adeguamenti,  un’intelligente rivisitazione dei progetti  per fare le opere nei tempi giusti, con i costi minori e che siano davvero utili”. Il presidente della Regione Piemonte Sergio Chiamparino ritiene che si “chiude positivamente una discussione avviata molti anni fa e che accelera e semplifica la realizzazione dell’ Alta Velocità, permettendo un notevole risparmio, senza alterare però la funzionalità dell’opera”. Ironico e critico il popolo No Tav, sui social. Molti si chiedono. ” come mai i promotori dell’opera non abbiano pensato prima al nuovo tracciato, quando i No Tav sono anni che dicono di usare la ferrovia esistente. Ce la potete fare… Caro Delrio, bastava chiedere a noi No Tav. Ti facevamo una consulenza”. E ancora: ” la Tav in Valsusa non va ridotta, modernizzata, rivalutata ed economicizzata. Va fermata”.

Una vittima torinese nell’attentato di Dacca, è Claudia D’Antona

daccaTra gli ostaggi presi nel ristorante di Dacca in Bangladesh è rimasta vittima anche una torinese.  Il cordoglio del sindaco Chiara Appendino. Si tratta di Claudia D’Antona, Manager della Fedo Trading, azienda italiana del tessile che lavora in Bangladesh, laureata in legge all’Università di Torino e volontaria della Croce Verde. E’ moglie dell’imprenditore modenese Gian Galeazzo Boschetti, che vive là da 25 anni, sopravvissuto all’attentato.In tutto c’erano una ventina di persone, tra cui undici italiani. Le forze speciali hanno effettuato un blitz che è iniziato alle 7:40 del mattino, le 3.40 in Italia, e che è durato quattro ore. Dopo un lungo conflitto a fuoco i militari hanno trovato nel locale  un vero e proprio mattatoio, con i cadaveri degli ostaggi , sgozzati perché non sapevano recitare ildacca2 Corano, soprattutto italiani e giapponesi. La donna aveva 56 anni e da tempo viveva in Oriente,  in India dove aveva avviato un’attività  nel comparto tessile, e poi a Dacca, dove era titolare dell’azienda con il marito. Claudia D’Antona nel 1983 era stata tra i primi soccorritori all’incendio del cinema Statuto, come volontaria della Croce verde e tre anni prima aveva fatto parte delle squadre di soccorso alle genti terremotate nell’Irpinia devastata dal sisma del 1980.

IL CORDOGLIO DEL SINDACO DI TORINO

“Il Sindaco Chiara Appendino, l’amministrazione comunale e la Città di Torino esprimono sincero cordoglio per la morte della concittadina Claudia D’Antona, una delle vittime dell’attentato terroristico di Dacca, e si uniscono al dolore della famiglia”

Regione, “situazione finanziaria disastrosa”, il disavanzo supera i 7 miliardi

BANDIERE REGIONEAl 31 dicembre del 2015 la Regione Piemonte è in disavanzo di 7 miliardi e 258 milioni. Però, nella relazione presentata dal pg della Corte dei Conti, Giancarlo Astegiano, in occasione del giudizio di parificazione si legge che il “percorso di recupero” è stato avviato e il rendiconto generale “nelle sue risultanze regione giuntacomplessive” può essere parificato. Si tratta del procedimento con cui la magistratura contabile esamina e avalla la gestione dell’Ente. Il procuratore generale parla anche di “disastrosa situazione finanziaria andata cumulandosi negli anni” . Secondo il magistrato dall’analisi delle carte è difficile comprendere come nel corso degli anni “sia maturato un disavanzo ‘nascosto'” così grande. Questo aspetto dimostrerebbe che la Regione”per molti anni ha speso molto  più di quanto avrebbe potuto in base alle sue entrate. Ma il disavanzo, comunque, è “in corso di recupero in base alle politiche avviate dalla Regione”. Il debito, è di 5 miliardi e 659 milioni e scende rispetto al 2014, quando era di 5 miliardi e 775 milioni.

(foto: il Torinese)

La Regione: “Il Parco della Salute si farà”. Si spera che la Città collabori

molinette2Appendino o no, il Parco della Salute si farà, non deve esserci alcun timore per il cambio di guida a Palazzo Civico. Ne è sicuro l’assessore regionale alla Sanità, Antonio Saitta, supportato dalla presidente del Consiglio Superiore di Sanità, Barbara Siliquini. I vertici regionali della Sanità rispondono alle perplessità della neo-sindaca sul progetto, ribadendo la validità di una iniziativa di rilevanza nazionale che intende valorizzare le attuali eccellenze e crearne di nuove, essere polo sanitario, didattico, di ricerca. Lo hanno affermato alla presentazione del nuovo Master Universitario di II livello in Direzione Strategica delle Aziende Sanitarie. Quello del Parco della Salute è un progetto da realizzarsi nell’area ex Avio, già finanziato e, ha detto Saitta, “che sta in piedi a prescindere dalla vendita delle aree dismesse. E’ nostra intenzione continuare a lavorare con il Comune di Torino e siamo fiduciosi che questo avverrà”.

(foto: il Torinese)

Appendino da oggi è sindaca. Una camminata con i consiglieri e l'onore delle armi a Fassino

appendino CITTAGORAChiara Appendino ora è ufficialmente sindaco di Torino. Con il folto plotone di 24 consiglieri pentastellati premiati dalle ultime elezioni, ha percorso il tratto da piazza Statuto a palazzo civico, circondata da moltissimi torinesi che la applaudivano e la chiamavano per nome. Con la neo sindaca anche i genitori e la nonna, oltre al fidatissimo Giordana, prossimo capo di Gabinetto del Municipio.  Nel discorso di insediamento, che riportiamo integralmente, Appendino ha usato toni istituzionali e ringraziato il suo predecessore Fassino. Ha parlato della necessità di attrarre investimenti su Torino e auspicato la collaborazione tra tutti gli enti del territorio (sarà così anche per la Città della Salute? si starà chiedendo Chiamparino). Poi il tema della politica e dell’antipolitica. “Occorre una nuova concezione della Politica, come più volte ho affermato in questi mesi, nella quale le componenti del servizio, della partecipazione e dell’ascolto siano i pilastri di un rinnovato edificio sociale”. Ora, dopo l’ubriacatura del successo elettorale inizia il lavoro duro, quello vero, al di là degli slogan.

(foto: CittAgorà – Comune di Torino)

IL DISCORSO DI INSEDIAMENTO DI CHIARA APPENDINO

Signore e Signori Consiglieri,

Vorrei anzitutto ringraziare gli uffici del Tribunale, tutte le autorità civili e militari presenti, le istituzioni locali e gli Uffici Comunali.

 

Prima di iniziare mi preme ricordare le vittime dell’attentato di Istanbul di pochi giorni fa: troppe volte in questo Consiglio ci è capitato di affrontare questi tristi momenti che sono purtroppo sempre più frequenti. La violenza non è mai giustificabile e non può essere tollerata in nessuna forma.

 

Ciascuno di noi è stato scelto dai torinesi per sedere in quest’aula e rappresentare la nostra amata Torino, custodendo, governando e migliorando l’eredità di coloro che ci hanno preceduto.

Non sono di rito i ringraziamenti agli amministratori che hanno ricoperto i ruoli e gli incarichi che ora sono affidati per i prossimi cinque anni a noi. Nella figura del mio predecessore, Piero Fassino, desidero riassumere un sentito grazie a ciascuno.

 

Questo è il luogo del confronto e dell’incontro; questo è il luogo nel quale dialogheremo, portando nei dibattiti che ci saranno la nostra passione e le nostre idee e, insieme, decideremo per il bene di Torino. Il monito inscritto nella tela del soffitto di quest’aula ci ricorda che nessuno è detentore della verità assoluta, ma solo nel consiglio, inteso come metodo costante di confronto, si può ambire alla vera sapienza.

 

Viviamo un momento storico di forti tensioni sociali e politiche, assistendo  ad un aumento della distanza tra governanti e governati, ma anche tra popoli che pensavamo ormai uniti. Quell’Unione Europea, che avrebbe dovuto essere un ponte tra differenti anime, per costituire un modello di unità nella diversità si interroga ora, a pochi giorni dal referendum del Regno Unito, su quale sia il proprio destino e quali le risposte rimaste inevase. Il trionfo delle democrazie occidentali al quale abbiamo assistito dopo la seconda guerra mondiale e, ancora di più, dopo il crollo dei regimi socialisti dell’89, sembra ora arenato, messo nell’incapacità di arginare crescenti estremismi ed una insofferenza fatta ormai cifra dell’azione politica.

 

Occorre una nuova concezione della Politica, come più volte ho affermato in questi mesi, nella quale le componenti del servizio, della partecipazione e dell’ascolto siano i pilastri di un rinnovato edificio sociale. Ciascuno di noi non può, infatti, considerarsi privo di responsabilità per ciò che accade anche a migliaia di chilometri di distanza dalla città nella quale viviamo. In un mondo globalizzato le idee e gli esempi viaggiano così veloci da diventare quasi istantaneamente motori del cambiamento, tanto positivo quanto negativo.

 

Noi tutti siamo chiamati a diventare Persone, uniche nella propria identità, responsabili nei confronti del Prossimo e attivi operatori di una solidarietà che prescinda dalle paure ataviche, iscritte nella millenaria storia della nostra evoluzione biologica. Sappiamo bene, infatti, che il mantenimento delle norme che ci siamo dati per garantire la convivenza civile è necessario e tutti coloro che partecipano al patto sociale sono portatori di diritti e soggetti ai doveri. Ma sappiamo anche che solo in una società armoniosa e strutturalmente solidale si può avere una reale sicurezza. 

 

Le risorse naturali, sebbene finite, sono in grado di accogliere la vita di ogni essere vivente, consentendo loro nel breve spazio della propria esistenza di contribuire in modo unico ed irripetibile alla storia. 

Tutto ciò non è però possibile se si costruiscono muri di diffidenza e di paura, si abbattono ponti costruiti con difficoltà in tanti anni di lavoro e, soprattutto, si tradisce la fiducia che era stata riposta nell’Altro.

 

Come amministratori di una Città noi abbiamo il dovere di ripartire proprio dalla fiducia che i torinesi hanno avuto in noi e, con un lavoro che sarà collegiale con ciascuno di voi che sederà in quest’aula, al di la delle parti politiche, dimostrare che il Prossimo non è nostro nemico, che non siamo in pericolo se usciamo da noi stessi per andare ad incontrarlo. “Nessun uomo è un’isola”, scriveva John Donne e ora, in questo dilagare di egoismo e particolarismo, queste parole devono risuonare come un forte monito a ricordare la nostra profonda natura umana.

 

Siamo ripartiti dalle periferie di Torino e abbiamo annunciato che entro il mese di Ottobre presenteremo un protocollo per il rilancio e la riqualificazione di tutti i quartieri della nostra Città. E’ più complesso invece ripartire dalle periferie esistenziali, quelle nelle quali ciascuno di noi può scivolare o si può rifugiare nei momenti di smarrimento. Il nostro dovere di Amministratori sarà rimettere al centro ogni torinese, in particolare i più fragili, per far sentir loro che la Città, la loro Città, gli è vicino. Non abbiamo l’illusione di poter cambiare la realtà con un delibera, di risolvere una volta per sempre la povertà oppure la solitudine, ma abbiamo il dovere di dedicare ogni nostra energia affinché ciascuno si senta parte di questa Comunità Urbana.

 

È indispensabile coinvolgere in questo grande progetto tutte le istituzioni, quelle locali come le circoscrizioni, la Città Metropolitana e la Regione, e quelle nazionali ed Europee, l’Università e il Politecnico, ma anche tutti i soggetti della società torinese, come le realtà religiose, in primo luogo l’Arcidiocesi, ma anche le comunità Islamiche, le Chiese Ortodosse e i credenti di ogni fede. Le associazioni, di qualsivoglia tipologia, rappresentano inoltre i corpi intermedi che rendono una Città viva e dialogante, mediando le istanze e svolgendo un indispensabile ruolo di rappresentanza.

Le imprese, dalle micro alle grandi, passando per le medie e gli artigiani, che sono chiamate ad affrontare la sfida delle nuove tecnologie  e dell’innovazione, costituiscono la struttura portante della nostra comunità urbana e Torino, ne siamo certi, dovrà rafforzare e proseguire la propria grande tradizione produttiva e manifatturiera che qui in più di un secolo ha messo solide radici.

La Città si offre come partner istituzionale per tutti coloro che favoriranno l’insediamento di imprese provenienti da paesi Europei o extra europei. La sfida sarà, infatti, fare sistema per rendere il nostro territorio più attrattivo ed ognuno dovrà contribuire per questo comune obiettivo.

Le città sono, inoltre, ormai fabbriche del sapere organizzato, nelle quali ogni parte concorre, come in un mosaico disegnato con cura, a dare supporto e energia a tutti coloro che interagiscono in modo armonioso. Torino ha anche un immenso patrimonio di cultura e di creatività, che abbiamo ereditato e che è dovere per tutti coloro che amano la nostra Città rafforzare e promuovere. 

Il ridisegno del welfare, al quale cercheremo di dedicare ogni risorsa che riusciremo a reperire riorganizzando la struttura amministrativa della Città, dovrà ripartire proprio dalle persone, mettendo al centro i loro bisogni e cercando di dare a ciascuno la possibilità di realizzare i propri progetti e i propri sogni. Coloro che lavorano per la Città devono essere orgogliosi di ciò che ogni giorno fanno ed essere messi nelle condizioni di dare a tutti noi una Torino più efficiente e semplice. 

 

Una delle prime delibere che questo Consiglio dovrà esaminare sarà, come di prassi, la delibera quadro sull’organizzazione degli Uffici. In quel testo si troverà chiaramente esposto il nostro progetto di tagliare almeno del 30% i costi degli staff della Giunta e dei Dirigenti fiduciari. Mi auguro che ci possa essere da parte di ogni consigliere comunale una piena partecipazione a questa scelta. Come abbiamo detto nei mesi passati queste risorse saranno immediatamente usate per un fondo per aiutare i giovani ad entrare nel mondo del lavoro. Non si tratta della soluzione di questo grande problema per la nostra città, ma di un segnale: nessuno di noi è insensibile alla tristezza e alla rassegnazione che si legge negli occhi di un giovane che non studia e non lavora, un pezzo di futuro abbandonato.

 

Avremo modo nelle prossime sedute del Consiglio di dibattere le linee di mandato per il governo di Torino fino al 2021, auspico che quello sia il primo banco di prova per inaugurare una stagione di dialogo franco e di confronto nell’interesse unico ed esclusivo di Torino.

 

Nel passati cinque anni ero seduta nei banchi dell’opposizione poco sotto il quadro che raffigura Gianfrancesco Bellezia, grande sindaco di Torino dell’inizio del XVII secolo. Durante la pestilenza del 1630, a soli 28 anni, sentì su di sé la responsabilità di una città e rimase a Torino, a rischio della propria stessa vita, per coordinare quel poco di struttura sanitaria che in quell’epoca esisteva e soprattutto dimostrare che le Istituzioni sono più grandi della nostra natura umana. A quel modello di servizio cercherò di ispirare il mio mandato, garantendovi fin d’ora che ogni mia energia sarà spesa per Torino. 

 

Abbiamo, tutti insieme, l’occasione di cambiare la Storia. Adriano Olivetti scriveva “Il termine utopia è la maniera più comoda per liquidare quello che non si ha voglia, capacità, o coraggio di fare. Un sogno sembra un sogno fino a quando non si comincia da qualche parte, solo allora diventa un proposito, cioè qualcosa di infinitamente più grande.”

 

A tutti noi un augurio di buon lavoro. Grazie.