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La nuova industria? E’ la cultura, motore di Torino

GRAN MADREpallonciniIl prossimo 24 settembre la Reggia di Venaria ospiterà il vertice dei ministri della Cultura dell’Unione Europea. L’iniziativa  può davvero rappresentare per il capoluogo piemontese una consacrazione quale città della cultura e del turismo

 

 

La cultura come grande occasione di sviluppo per Torino. L’esempio forse più significativo di come un’impresa culturale può rappresentare un volano anche per l’economia e l’immagine della città è quello della Consulta per la valorizzazione dei beni artistici e architettonici di Torino.

 

E’ il primo e unico caso in Italia, di una realtà associativa che – nata nel 1987 – raccoglie oltre 30 aziende ed enti . In 27 anni di attività ha investito più di 30 milioni di euro e realizzato 50 interventi sui principali monumenti e musei subalpini. Ogni socio versa 27mila euro l’anno e un grande aiuto arriva dalle fondazioni bancarie cittadine.

 

Progetti didattici per le scuole,mostre come quella sulla grande officina di Gaudenzio Ferrari, il restauro del salone principale della Pazazzina di caccia di Stupinigi. E a novembre il coronamento di un sogno nel progetto del Polo reale: l’apertura dei tre piani della Galleria Sabauda. Un ruolo importante, quello della Consulta, anche in vista del 2015, anno di grandi eventi per Torino (ostensione della Sindone, bicentenario di don Bosco e iniziative collaterali ad Expo).

 

Abbiamo già scritto che il prossimo 24 settembre la Reggia di Venaria ospiterà il vertice dei ministri della Cultura dell’Unione Europea.L’iniziativa  può davvero rappresentare per il capoluogo piemontese una consacrazione quale città della cultura e del turismo. Tanto più che, nei due giorni successivi, 25 e 26 settembre, all’Università degli Studi di Torino, Campus Luigi Einaudi, si terrà il congresso “Italia è cultura”, Conferenza nazionale dell’Associazione delle Istituzioni di Cultura Italiane, (AICI) che raccoglie più di cento tra istituzioni e associazioni culturali del nostro paese. Torino deve essere sempre aperta, soprattutto in vista degli eventi del 2015: Capitale europea dello Sport, Ostensione, bicentenario di don Bosco e iniziative collaterali all’Expo milanese.

 

I riscontri del “nuovo corso” già si vedono e sono considerevoli, in termini di presenze turistiche e di fatturato. La città della Mole, da qualche anno, è considerata (grazie anche al volano delle Olimpiadi invernali del 2006) meta privilegiata da italiani e stranieri, alla pari di Venezia, Roma o Firenze. Merito delle bellezze subalpine sconosciute ai più e di accorte politiche di promozione del territorio.

 

Come ha sottolineato tempo fa il sindaco Piero Fassino agli Stati generali della cultura di Roma: “Torino era una città esclusivamente industriale ma, grazie agli ingenti investimenti in cultura fatti negli ultimi 15 anni, è diventata una meta turistica e nel 2013 ha avuto più visitatori di tutta la Sicilia. Le varie amministrazioni succedutesi hanno investito in cultura dalla mattina alla sera. Lo scorso anno abbiamo investito 110 milioni di euro di cui 25 provenienti dai privati e 20 dai ricavi degli stessi siti culturali”.

 

La Reggia di Venaria è nella classifica Top delle strutture culturali/museali in Italia e nel mondo, i musei torinesi – in primis l’Egizio – sono gettonatissimi dai turisti, soprattutto provenienti dall’estero. Certo, l’indagine condotta poche settimane fa da Turismo Torino indica che le presenze straniere sono in stile “mordi e fuggi”, durano magari un solo pomeriggio. Il segreto sta forse nel creare pacchetti turistici improntati sulle alleanze territoriali: i laghi, le Langhe e le montagne torinesi abbinati all’offerta culturale della città. Itinerari che non devono farsi concorrenza ma creare alleanze per offrire proposte più complete al turista. Arte abbinata a gusto e paesaggio, insomma.

 

Lo scorso anno, aveva spiegato a Repubblica il direttore dell’agenzia turistica di Langhe e Roero, Mauro Carbone, dal territorio collinare celebre per vini e tartufi “ sono passate 266 mila persone, per 627 mila pernottamenti, con una crescita di stranieri di oltre il 4,5 per cento”. Ora che Langhe e Monferrato sono patrimonio dell’Umanità dell’Unesco, bisogna fare in modo che anche Torino benefici di questa importante vetrina. Del resto, la città subalpina è o non è la capitale del Piemonte? Valorizzarla aumentando le presenze turistiche darebbe vantaggi a tutte le province.

 

(Foto: il Torinese)

 

Peperone in mostra a Carmagnola

PEPERONELa sfilata di “Re Povron” e della “Bela Povronera” con le esibizioni dei gruppi folk carmagnolesi

 

 

Quadrato, Corno di bue, Trottola o Tumaticot…sempre di peperoni si tratta, ma delle varietà tipiche e riconosciute dal Consorzio dei produttori come “Peperoni di Carmagnola”, quelle che la sagra in programma nella località del torinese mette in mostra per il 65° anno con un fitto programma di festeggiamenti. Oltre alla tradizionale esposizione di peperoni e ai relativi concorsi, alle degustazioni, alla sfilata di “Re Povron” e la “Bela Povronera” e alle esibizioni dei gruppi folk carmagnolesi, in programma serate musicali, spettacoli e soprattutto una ricca area commerciale dedicata agli espositori.

 

(www.piemonteitalia.eu)

Dirottamento aereo da Caselle, lacrime di coccodrillo della politica

I commenti di Fassino, Chiamparino, Pichetto, Dardanello

 

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Dopo la decisione di Alitalia di sopprimere tutti i voli da Caselle, tranne quelli per Roma e Tirana, pubblichiamo – a babbo morto e senza commenti – le dichiarazioni dei politici torinesi, pubblicate sul sito Ansa Piemonte.

 

PIERO FASSINO, sindaco di Torino: ” è una scelta strategica dell’azienda che affronteremo prendendo tutte le iniziative possibili per mantenere queste rotte. Con Alitalia o con altri vettori. Ho sottoposto la questione al presidente del Consiglio e al ministro Lupi e sono già in programma diversi incontri con tutti i soggetti coinvolti”

 

SERGIO CHIAMPARINO, presidente della Regione: “La lettera arrivata da Sagat è preoccupante, ci coordineremo con gli altri destinatari per decidere insieme le azioni comuni nei confronti del Governo per cercare di limitare l’inconcepibile perdita della quasi totalità dei collegamenti nazionali dell’aeroporto. Cade a proposito anche la riunione convocata con tutti i parlamentari piemontesi, un’occasione importante di mobilitazione di tutto il territorio su questo e altri temi per noi importanti. Faremo tutto il possibile, ma dobbiamo tenere presente che ormai Alitalia non è più un’azienda a maggioranza pubblica”

 

GILBERTO PICHETTO coordinatore regionale di Forza Italia: “Le notizie funeste sul futuro dell’aeroporto di Caselle non stupiscono viste le attuali difficoltà di Alitalia e sopratutto dopo aver registrato, nelle scorse settimane , la scelta del presidente Chiamparino di sostenere i collegamenti ad Alta Velocità verso Malpensa. Oggi la Regione ha il dovere di supportare l’Aeroporto nella ricerca di nuovi vettori. Deve essere chiaro: ci sono pesanti responsabilità nazionali e locali che incidono su questa vicenda. I governi Monti, Letta e Renzi hanno di fatto rottamato Alitalia, noi ne paghiamo le conseguenze. Si registra il fallimento di Torino Strategica. La verità è che a Torino mancano la testa e il cuore delle medie e delle grandi imprese: cioè  quel management che si sposta in business per il mondo creando utile per le compagnie. In pochi anni Torino si è fata scippare Motorola, Toro , Sai, Fiat solo per citare alcuni dei più gruppi più grandi. Inutile addossare le colpe ad altri, chi governa questa città da decenni deve assumersi le proprie responsabilità”.

 

Infine, ecco il commenti di FERRUCCIO DARDANELLO, presidente di Unioncamere Piemonte: “è una scelta” incomprensibile e fortemente penalizzante per tutto il Nord Ovest. Cancellando ben 7 voli per il Sud e le Isole si colpisce uno dei principali aeroporti del nostro Paese, creando un danno incalcolabile ai nostri imprenditori. Il Piemonte ha bisogno di uno scalo all’altezza della propria voglia di fare impresa: un sistema imprenditoriale competitivo come il nostro non può prescindere dalla presenza di una rete infrastrutturale capillare ed efficiente. Le Camere di Commercio saranno impegnate come sempre per difendere gli interesi economici del Piemonte: non dobbiamo diventare la periferia del Paese”.

 

Speriamo che alle parole seguano i fatti.

Contro il Far West dell’eterologa passa la linea Chiamparino

chiampa scrivaniaL’arcivescovo di Torino, Mons. Cesare Nosiglia: “un figlio non è un diritto, ma un dono”. Secondo il prelato l’ eterologa può causare “un grave danno psicologico”

 

 

Il presidente e governatore dei governatori, Sergio Chiamparino, lo aveva anticipato: sulla fecondazione eterologa le Regioni dovranno procedere con una linea comune. E così la commissione Salute della Conferenza delle Regioni ha raggiunto un’intesa sulle linee guida per regolamentare la materia. Il testo sarà sottoposto ai presidenti delle Regioni. Dalle anticipazioni, il costo dell’eterologa dovrebbe aggirarsi tra i 2.500 e i 3.000 euro a carico del servizio sanitario regionale.

 

Sarà anche creato un registro regionale di donatori, la cui identità resterà anonima. Commenta il presidente del Piemonte: “un deciso passo in avanti per rendere effettivo l’esercizio di un diritto che è di tutti i cittadini”.

 

Sulla delicata questione, che implica inevitabilmente considerazioni etiche, è intervenuto anche l’arcivescovo di Torino, Mons. Cesare Nosiglia: “un figlio non è un diritto, ma un dono”. Secondo il prelato l’ eterologa può causare “un grave danno psicologico. E’ doveroso che al più presto vengano date norme sicure per evitare il Far West e per scongiurare un mercato procreativo animato dalla logica del figlio a tutti i costi”.

 

(Foto: P. Juzzolino – Regione Piemonte)

 

 

Per il futuro il Lingotto guarda a Levante

fiat bandierafiat 500Tutto pronto (o quasi) per l’avvio della produzione del nuovo suv nel 2015

 

Mentre il mercato italiano dell’auto frena nello scorso mese di agosto, con un calo dello 0,2% (53.191 immatricolazioni rispetto alle 52.295 dello stesse mese nel 2013)  è positivo  il bilancio di questi  8 mesi 2014: le consegne sono state 925.393 pari a un incremento del 3,52%. Per quanto riguarda Fiat, il gruppo  registra una diminuzione delle immatricolazioni in agosto: 14.675,  ovvero il 6,89% in meno dello stesso mese dello scorso anno. Da inizio 2014 le consegne sono state 257.954 (-1,01%).

 

Ma il dato più importante per il gruppo torinese/americano è l’investimento reaqltivo alla produzione del Suv Levante, che dovrebbe partire nel 2015. A tale proposito è da accogliere favorevolmente la notizia dell’avvio della procedura per il rinnovo della cassa integrazione ordinaria negli stabilimenti di  Mirafiori e Grugliasco per un anno, fino al 28 settembre 2015, così da consentire la riorganizzazione aziendale per preparasri alle nuove produzioni.

 

Mentre i dettagli sugli ammortizzatori sociali verranno discussi a breve in Regione con i sindacati, intanto è iniziata anche la riorganizzazione della produzione alla Maserati di Grugliasco, compreso il turno del sabato. In tal modo nell’ex Bertone è stato possibile riassorbire i 500 lavoratori  di Mirafiori attualmente in cassa integrazione.

 

(Foto: il Torinese)

 

 

MiTo 2014 porta la musica in tutta la città

MITOMITO per la città continuerà  a realizzare “momenti musicali” in collaborazione con il Conservatorio Giuseppe Verdi di Torino

 

 

E’ di nuovo tempo di Mito: dal 4 al 21 settembre torna SettembreMusica,  il festival internazionale di musica classica e contemporanea giunto alla sua 8a edizione nella versione in “tandem” tra Milano e Torino. Sul  sito ufficiale  tutti i concerti e le modalità di acquisto dei biglietti. Anche quest’anno,  MITO per la Città porterà concerti gratuiti e altri momenti musicali itineranti in tutte le circoscrizioni torinesi.

 

La programmazione di MITO SettembreMusica a Torino si è così arricchita con  18 concerti realizzati in spazi pubblici che toccano tutti i quartieri.

 

MITO per la città continuerà  a realizzare “momenti musicali” in collaborazione con il Conservatorio Giuseppe Verdi di Torino, raggiungendo ospedali, case di riposo, centri di accoglienza e istituti penitenziari, arrivando così anche a un pubblico che altrimenti non potrebbe goderne l’offerta. Fuori porta, il festival e l’Orchestra filarmonica di Torino si esibiranno nello stabilimento Pirelli di Settimo Torinese: un modo per dimostrareil legame tra luoghi di lavoro e di cultura.

Cavallerizza inagibile per la cultura? Infiammato anche il dibattito

cav molecav3mole cavallerizza“L’amministrazione comunale vuole  vendere ad un privato che ne farà appartamenti di lusso e esercizi commerciali (le cosiddette “botteghe artigianali” per alcuni o il “centro commerciale naturale” per altri), lasciando al pianterreno un contentino culturale”

 

 E’ stato tracciato l’identikit degli attentatori che hanno dato fuoco alla cavallerizza. si tratterebbe di due uomini e una donna, tutti sui 35/40 anni, che sono entrti nei locali del Circolo dei beni demaniali verso la mezzanotte di sabato, poco prima della chiusura el bar. Hanno ordinato due caffè e due sambuche e hanno chiesto di utilizzare i bagni. Potrebbero essere poi scappati da una finestra, dopo avere lasciato le bottiglie incendiarie. Intanto, in attesa di sviluppi sulle indagini, ad infiammrsi è il dibattito politico e culturale sul futuro utilizzo delle ex scuderie reali.

 

“Posta la netta distinzione fra “Polo culturale”,e “Monopolio immobiliare”, ci chiediamo quali garanzie avrà la cittadinanza dal momento in cui l’intero complesso e quindi la sua completa gestione, sarà affidata alle mani di pochi privati che da sempre si impongono con i propri progetti assolutamente privi di ogni intento culturale, che al contrario danno luce solamente a sistemi speculativi di alto profitto”. E’ quanto scrive su Facebook Assemblea Cavallerizza, il collettivo di artisti e lavoratori dello spettacolo che occupa gli edifici danneggiati dall’incendio dei giorni scorsi. Il rogo di sabato notte, ha riportato al centro dell’attenzione il futuro utilizzo della struttura architettonica.

 

Intanto il sindaco ha siglato l’ordinanza di inagibilità per la Cavallerizza Reale, Nel corso del sopralluogo per verificare i danni provocati dalle fiamme, Piero Fassino ha cercato di rassicurare gli occupanti sul fatto che il Comune “intende mantenere la vocazione culturale” di quegli spazi. Come, lo si vedrà. Il dibattito si è fatto serrato anche a Palazzo Civico e circolano voci di privati che vorrebbero acquistare il complesso di edifici per realizzare un hotel. In realtà, dal Comune giungono voci che parlano di alloggi per studenti universitari.

 

“Le dichiarazioni del sindaco Fassino, che garantisce il mantenimento della destinazione culturale, sono in netto contrasto con una realtà che si presenta ben diversa: quello che ci viene detto, – affermano su Fb gli occupanti – seppur avvolto da belle parole e dall’ossessiva ripetizione del termine cultura, è che l’amministrazione comunale vuole vendere, vendere ad un privato che ne farà appartamenti di lusso e esercizi commerciali (le cosiddette “botteghe artigianali” per alcuni o il “centro commerciale naturale” per altri), lasciando al pianterreno un contentino “culturale”, non meglio specificato, il minimo indispensabile secondo i progetti che si vedono sui giornali. Improvvisamente, dopo l’incendio, ecco apparire pubblicamente la rosa dei possibili “salvatori” del (bene) comune, emergono progetti, nomi di possibili investitori e compratori (privati) già da tempo interessati.Imprese che da anni acquistano il patrimonio pubblico messo all’asta dall’amministrazione e ne fanno profitto per pochi. Guarda caso proprio la zona colpita dalle fiamme sembra prestarsi ad una riedificazione ad ospitare attività commerciali (un hotel di lusso). Forse i vincoli storico-artistici si allentano, quando si tratta di intervenire su travi carbonizzate e macerie”.

 

Particolarmente polemico era stato nei giorni scorsi il consigliere comunale radicale Silvio Viale: “il Comune non deve farsi carico della cavallerizza: cosa accadrà di un complesso sempre più abbandonato a se stesso? In queste ore  sento troppe voci subito pronte a ribadire una “vocazione culturale” mai esistita, come se la Città dovesse farsi carico di un nuovo “carrozzone” con costi e manutenzione a carico dei cittadini e autogestione privata”.

 

(Foto: il Torinese)

Metrò Linea 2, Fassino chiama a rapporto i privati

metro 21metro 2metro scioperoUna volta che la nuova metropolitana sarà operativa, le imprese e i finanziatori che l’avranno realizzata saranno coinvolti nella gestione e potranno usufruire degli introiti che ne deriveranno

 

Il prossimo anno dovrebbero arrivare in città i 60 milioni di euro che il Governo ha destinato alla realizzazione della Linea 2 del Metrò. Risorse che serviranno per ralizzare i progetti  per l’avvio dell’opera. Poi, si tratterà di incominciare sul serio i lavori. Come reperire le risorse necessarie alla costruzione? Nel vertice in programma a Palazzo Civico nelle prossime ore si parlerà anche di questo.

 

Il sindaco Piero Fassino ha annunciato che sarà auspicabile, oltre che indispensabile, il coinvolgimento di realtà private. Le casse pubbliche sono allo stremo e sarebbe impossibile ipotizzare la realizzazione di una simile opera senza il coinvolgimento di grandi aziende. Una volta che la nuova metropolitana sarà operativa, le imprese e i finanziatori che l’avranno realizzata saranno coinvolti nella gestione e potranno usufruire degli introiti che ne deriveranno.

 

Il modello da seguire, insomma, è quello milanese del project financing: per costruire la Linea 5 della Metropolitana sono state chiamate le più importanti imprese specializzate nella realizzazione di grandi opere. I costruttori torinesi giudicano positivo il coinvolgimento dei privati, ma attendono di sapere dal Comune quali saranno le modalità di  finanziamento.

 

La speranza del sindaco è che, comunque, da Roma possano giungere anche altre risorse da destinare alla metropolitana. Il caso milanese ha visto i privati coinvolti nel finanziamento del 40% dell’opera, ma per il resto erano risorse pubbliche.

 

(Foto: il Torinese)

Dopo le minacce mafiose di Riina rafforzata la protezione a don Ciotti

ciottiAl fondatore di Libera sono giunte le parole di solidarietà dell’arcivescovo di Torino, mons. Cesare Nosiglia

 

Don Luigi Ciotti, il fondatore dell’associazione contro le mafie Libera “è come Don Puglisi”. Parola di Totò Riina che paragona il sacerdote torinese al parroco ucciso dal boss nel 1993 e, secondo il boss mafioso incarcerato deve fare la stessa fine: “Ciotti, Ciotti,putissimo pure ammazzarlo”. 

 

Le rivelazioni fatte dal quotidiano “Repubblica” sulla  frase pronunciata dal capomafia corleonese si riferiscono al colloquio con un altro boss detenuto, intercettato dalle forze dell’ordine il settembre scorso. Le misure di sicurezza per Don Ciotti sono state rafforzate.

 

Al fondatore di Libera sono giunte le parole di solidarietà dell’arcivescovo di Torino, mons. Cesare Nosiglia: “La nostra Chiesa è orgogliosa e riconoscente di poter annoverare tra i suoi sacerdoti e figli don Luigi Ciotti e lo sosterrà in ogni modo nel suo importante e indefesso impegno di testimone del Vangelo che difende e accompagna nel nome di Cristo chiunque è soggetto a ingiustizie di ogni genere”.

Rogo della Cavallerizza il giorno dopo: bruciata da bottiglie incendiarie

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Il custode del circolo ha dichiarato che verso la mezzanotte di venerdì quattro giovani con la barba erano entrati nel bar dell’associazione e non li ha poi notati uscire. Potrebbero avere appiccato il fuoco ed essere scappati da una finestra collegata ai giardini

 

Quello che fino a ieri era un dubbio, ora è una certezza. L’incendio che ha devastato una vasta area della Cavallerizza reale è stato doloso. Le forze dell’ordine hanno trovato all’interno dei locali del circolo beni demaniali, dove il rogo si è sviluppato, alcune bottiglie contenenti cherosene e stracci imbevuti dello stesso liquido. Il movente di questo grande rogo che ha tenuto impegnati i vigili del fuoco dall’1,30 di ieri mattina fino alla tarda serata è ancora sconosciuto.

 

Il custode del circolo (una realtà associativa nata nei lontani anni ’40) ha dichiarato che verso la mezzanotte di venerdì quattro giovani con la barba erano entrati nel bar dell’associazione e si erano serviti del bagno: non li ha poi notati uscire. Potrebbero avere appiccato il fuoco ed essere usciti da una finestra collegata ai giardini. I danni sono ingenti, si parla di almeno 500 mila euro. Il circolo è assicurato per 30 mila. I locali dei magazzini e il tetto dell’ampia porzione della Cavallerizza che ha preso fuoco, sono andati completamente distrutti.

 

L’assemblea Cavallerizza, il collettivo composto da esponenti del mondo dello spettacolo e dei centri sociali, che da alcuni anni occupa la struttura, affinchè il Comune non la venda, ha comunicato che proseguirà la propria attività. Al tempo stesso organizzerà anche alcune iniziative benefit per raccogliere i fondi necessari a restuarare il circolo bruciato. Nei mesi scorsi, a fronte delle proteste degli occupanti, Palazzo Civico aveva dato raasicurazioni sul futuro uso della Cavallerizza. L’eventuale acquirente degli spazi si sarebbe dovuto impegnare a garantire l’uso per scopi culturali degli spazi. Chissà ora cosa accadrà.

 

(Nelle foto de “il Torinese”, l’incendio e le immagini della Cavallerizza prima del rogo: la porzione di edificio che si vede sotto la Mole è andata distrutta)

 

 

La storia della Cavallerizza

 

Gli edifici che compongono ai giorni nostri la Cavallerizza Reale facevano parte di un grandioso progetto di riorganizzazione urbanistica ideato da Carlo Emanuele II di Savoia, che nel 1668 stabiliva la necessità di trasformare radicalmente il volto della città di Torino, dotandola tra l’altro di un prestigioso istituto, l’Accademia Militare, in grado di formare alti ufficiali, attingendo dalle giovani leve della nobiltà piemontese e non solo. La costruzione della prima parte “barocca” della Accademia Militare e della Cavallerizza Reale, che attraverso il Teatro Regio (terminato nel 1740) si collegavano a Palazzo Reale e al Duomo, con la Cappella della Sindone, costituisce il culmine di questo progetto architettonico e sociale, che significativamente univa tutti gli edifici nevralgici della capitale al sovrano e alla sua dimora. Amedeo di Castellamonte era l’architetto chiamato dai Savoia a elaborare un progetto unitario che non fu realizzato per intero, e subì modifiche nel corso dei lavori, ai quali si succedettero tra gli altri Filippo Juvarra e Benedetto Alfieri. Nelle Relazioni sull’Andamento delle costruzioni per le fabbriche e le fortificazioni, conservate presso l’Archivio di Stato di Torino, la Cavallerizza si dichiarava eretta tra il 1740 ed il 1741 secondo il disegno di Benedetto Alfieri, per uso dell’Accademia Militare. La Cavallerizza mantenne fino alla fine dell’Ottocento la sua funzione di area delle attività di servizio al Palazzo Reale e agli edifici di comando dello Stato Sabaudo: giochi ed esercizi cavallereschi, maneggio, scuderie e riparo per le carrozze sono ricordati ancora negli stucchi e nelle decorazioni sui portali e sulle volte. Le scuderie, infine, vennero portate a compimento a metà Ottocento su progetti di Carlo Bernardo Mosca e di Ernesto Melano. Nel secondo Novecento il braccio della Zecca venne occupato dalla Polizia di Stato, che utilizzò la Cavallerizza come ricovero per i propri mezzi, mentre parte degli edifici circostanti furono destinati ad abitazioni popolari. Verso la fine del secolo scorso il Comune di Torino ha acquisito dal Demanio l’intera area da restaurare, e Maneggio Reale, Manica Lunga, Manica Corta, Salone delle Guardie sono stati affidati al Teatro Stabile di Torino. I vari ambienti, oltre che a servire come palcoscenico, sono stati utilizzati come spazi per prove, depositi, ripostigli, camerini, sala di montaggio scenografie.

(Fonte:www.testrostabiletorino.it)