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Il terrore sotto casa, dopo Tunisi la "sindrome da 11 settembre" colpisce anche Torino

tunisi terrorismo

piazza2piazza7piazza5IL GHINOTTO DELLA DOMENICA

Se il dramma e il lutto colpiscono un vicino di casa, un amico, un conoscente ecco che si è costretti, rapidamente, a prendere coscienza che nessuno può ritenersi fuori pericolo. E’ la stessa reazione che ebbero gli americani dopo gli attentati dell’11 settembre 2001, alle Due Torri e al Pentagono, con migliaia di morti

 

In un mondo globale nessuno può dire: questo non mi riguarda! E’ la tragica lezione appresa dai piemontesi, a seguito del sanguinoso attentato di Tunisi che ha visto, fra le vittime, anche tre corregionali, oltre a diversi feriti.

 

Torino è scossa, stupita e ferita dall’attacco terroristico che ha colpito, fra gli altri, un gruppo di dipendenti comunali in crociera nel Mediterraneo. Fin quando i drammi della guerra, della bestiale violenza terroristica colpiscono in Siria, in Libia, In Israele le reazioni della gente, travolta dai problemi contingenti, piccoli o grandi, dalle preoccupazioni quotidiane, dal proprio “particulare”, sono spesso distratte e non vanno oltre la frettolosa solidarietà. Ma se il dramma e il lutto colpiscono un vicino di casa, un amico, un conoscente ecco che si è costretti, rapidamente, a prendere coscienza che nessuno può ritenersi fuori pericolo. E’ la stessa reazione che ebbero gli americani dopo gli attentati dell’11 settembre 2001, alle Due Torri e al Pentagono, con migliaia di morti.

 

Allora si comprese che interi paesi non potevano essere lasciati in preda al terrorismo, puntando sulla nostra tranquillità e sicurezza, anche economica. Non lo si poteva, perché il terrorismo si sarebbe incaricato di occuparsi lui di noi e delle nostre famiglie. E l’allora presidente Bush lanciò, non senza polemiche dell’ala liberal e dei progressisti sulla pelle degli altri, la sfida al terrorismo in Iraq e in Afghanistan. Certo non sono mancati gli errori, certo spesso i metodi di Usa e alleati non sono stati ortodossi – e le immagini oscene del carcere di Guantanamo devono colpire le nostre coscienze – ma sicuramente l’Occidente ha fatto la cosa giusta, andando a snidare un Bin Laden sulle montane pakistane, neutralizzano un Saddam, colpendo coloro che si sono autodichiarati nemici giurati della nostra civiltà.

 

Con il lutto cittadino, proclamato dal sindaco Fassino, con la mobilitazione anche spontanea di tante persone, si è finalmente manifestata la consapevolezza che in una guerra asimmetrica, come i tecnici chiamano questi conflitti terroristici, non esistono le retrovie: tutti possiamo essere chiamati improvvisamente in prima linea, anche mentre siamo in felice compagnia a vedere un museo, appena scesi da una splendida nave da crociera, nel bel mezzo di un’agognata vacanza.

 

E una trincea di questa battaglia senza sconti contro il terrorismo islamista, al di fuori di ogni allarmismo, potrebbe ergersi proprio a Torino, dove tra meno di un mese si aprirà l’Ostensione della Sindone. Un afflusso eccezionale di pellegrini da ogni parte del pianeta (già oltre 800mila le prenotazioni) porterà rischi ed esigenze di sicurezza che nessuno può ignorare. Ma siamo certi che le autorità preposte già stanno vagliando la questione e saranno all’altezza del compito. Semmai – se, pur in un momento luttuoso, è concessa a Ghinotto una facezia – abbiamo ancora una volta, dopo la mancata berretta cardinalizia all’arcivescovo Nosiglia, da lamentare un fatto. Che, proprio alla vigilia dell’Ostensione, che peraltro lo vedrà presente, Papa Francesco abbia voluto lanciare il Giubileo della Misericordia, a Roma, a partire dal prossimo 8 dicembre. Un altro evento di livello mondiale, che inevitabilmente sembra un po’ oscurare quello torinese: da un Papa “piemontese” non ci saremmo aspettati questo “scherzo da prete”!

 

Ghinotto

La città si ferma per un minuto, mezzogiorno in silenzio per ricordare i morti di Tunisi

CONSIGLIO SILENZIO

A  Palazzo Civico, insieme con i dipendenti comunali, il minuto di silenzio è stato osservato dal sindaco Piero Fassino e da diversi consiglieri e assessori municipali

 

 AGGIORNAMENTO  E’ arrivato  il pullman con i  torinesi che erano rimasti a Tunisi dopo l’attentato al Bardo. Il sindaco Fassino è salito sull’autobus ed ha salutato tutti. ” Dio ci ha salvat”, ha detto all’Ansa una donna scampata alla strage.  Il primo cittadino: “Siamo qui per sostenervi e per starvi vicino. E’ un momento di grande dolore, siamo a vostra disposizione”.

 

La città si è simbolicamente fermata per un minuto, alle 12, in omaggio alle vittime dell’attentato terroristico di Tunisi. A  Palazzo Civico, insieme con i dipendenti comunali, il minuto di silenzio è stato osservato dal sindaco Piero Fassino e da diversi consiglieri e assessori municipali. Anche nel cortile di Palazzo Lascaris, (nella foto)  sede del Consiglio regionale le vittime sono state ricordate dal presidente Mauro Laus e dal personale riunitosi nel cortile. Arrivano intanto oggi all’aeroporto Cristoforo Colombo di Genova i turisti torinesi della nave Costa Fascinosa, rimasti coinvolti nell’attacco  al museo del Bardo di Tunisi mercoledì scorso. Il gruppo proviene da Palma di Maiorca su un volo charter messo a disposizione da Costa Crociere che ha fornito assistenza a tutti i crocieristi che intendono rientrare nei loro paesi. Il sindaco Fassino ha annunciato che li incontrerà. 

 

(Foto: www.cr.piemonte.it)

Il sindaco: "Torino non ha paura!" Il messaggio di Mattarella: "il Paese si stringe a voi"

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piazza2piazza3piazza5piazza7piazza8Parla un Fassino commosso: “un tributo di sangue altissimo che ancora una volta ci ha messo di fronte ad una tragedia troppe volte conosciuta dopo 15 anni dall’attentato delle torri gemelle e che dopo New York è toccata a tanti altri paesi: la strategia che il terrorismo ha adottato è colpire ovunque e colpire chiunque”

 

Centinaia di cittadini in piazza davanti a Palazzo Civico per rendere omaggio alle vittime dell’attentato al museo del Bardo di Tunisi, dove sono stati coinvolti anche diversi cittadini  torinesi. “In queste ore di lutto e di angoscia desidero farvi pervenire, attraverso il vostro sindaco Piero Fassino, tutta la mia solidarietà umana e politica per il vostro dolore. Un gesto di odio cieco e disumano ha provocato la morte assurda e brutale di vostri concittadini. In un momento in cui tutto il Paese si stringe intorno a voi ribadiamo che la paura, l’oscurantismo, la sopraffazione non prevarranno mai”. Questo il messaggio del Presidente della Republica Sergio Mattarella, inviato al sindaco Piero Fassino.

 

Presenti alla manifestazione, guidata dal primo cittadino, anche il presidente della Regione Sergio Chiamparino e del Consiglio regionale, Mauro Laus. Molte le rappresentanze dei partiti, delle associazioni e dei sindacati.  Il Ministero degli Esteri ha purtroppo comunicatro  di avere effettuato un primo riconoscimento fotografico dei due connazionali che finora risultavano irreperibili e di avere  avuto accesso all’obitorio dell’ospedale Charles Nicolle. Alla lista delle vittime si aggiunge così il nome di Antonella Sesino, la dipendente del Comune di Torino residente a San Mauro.

 

Parla un Fassino commosso: “un tributo di sangue altissimo che ancora una volta ci ha messo di fronte ad una tragedia troppe volte conosciuta ancora dopo 15 anni dall’attentato delle torri gemelle e che dopo New York è toccata a tanti altri paesi: la strategia che il terrorismo ha adottato è colpire ovunque e colpire chiunque : a Torino ricordiamo Rosario Berardi e l’avvocato Croce, simboli del potere colpiti dal terrorismo omicida. Oggi la strategia è’ cambiata e il terrorismo colpisce chiunque per dare alla violenza il massimo della potenza : bisogna combatterli per garantire pace e sicurezza oggi e’ un compito che riguarda in egual misura tutti, responsabilità di ogni nazione, grande e piccola, perché quando il terrorismo colpisce qualsiasi parte del mondo è resa insicura”.

 

“Ogni volta, in ogni attentato – ha aggiunto il sindaco – si avverte l’insicurezza dietro l’angolo, anche se accade lontano da noi investe la nostra vita. Bisogna lottare con chi vuole destabilizzare il mondo. Consapevoli dell’insidia del terrorismo , Torino non ha paura!! Abbiamo proclamato due giorni di lutto cittadino, invitiamo tutti domani alle ore 12 a soffermarsi per un minuto di silenzio . Torino non ha paura!”

 

Il sindaco ha poi espresso la  propria vicinanza a nome dell’amministrazione comunale a tutti i colleghi coinvolti, con cui negli anni si sono radicati i rapporti e che ora vivono un lutto come fosse loro. Tra gli esponenti politici presenti, anche il centrodestra con Giampiero Leo e Maurizio Marrone che ci ha dichiarato: “Noi siamo qui ufficialmente come Fratelli  D’Italia non solo per solidarizzare con le vittime e le loro famiglie,  ma anche per lanciare un appello preciso  in favore delll’Italia: intervento militare contro l’Isis e blocco dell’immigrazione clandestina”. La comunità tunisina di Torino ha deposto una corona di fiori in memoria delle vittime.

 

(Fotoservizio: il Torinese)

 

Clelia Ventimiglia

"Cordoglio alle famiglie delle vittime e ferma condanna di questo vile attentato"

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fassino tvpichettoLe reazioni del mondo istituzionale e politico all’attentato terroristico di Tunisi, che ha avuto come vittime alcuni cittadini torinesi

 

Il presidente della regione Piemonte, Sergio Chiamparino: “Di fronte alle notizie che provengono dalla Tunisia non posso che esprimere, a nome mio e di tutti i piemontesi, il più profondo cordoglio a tutti i familiari delle vittime e la più ferma condanna di questo vile attentato. Auspico inoltre che a tale atto l’intera comunità internazionale possa dare una ferma e determinata risposta.”

 

Il sindaco Piero Fassino a “Porta a Porta”: ” manifestazione davanti al Comune di Torino. Invito tutti i sindaci italiani a una mobilitazione per la democrazia e contro il terrorismo”.

 

 

Il presidente del Consiglio regionale, Mauro Laus: “Il dolore per le vittime del feroce attentato a Tunisi si mescola all’angoscia per la sorte della torinese che ancora risulta dispersa a seguito dell’attacco terroristico. Esprimo la mia più sincera vicinanza alle famiglie dei nostri corregionali deceduti, colpite da una tragedia che non trova giustificazioni e che ci inchioda a una realtà cui non vogliamo e non dobbiamo abituarci. Lo stesso segretario generale dell’Onu, nell’incontro di stamani a Palazzo Reale, ha confermato che il seminario dell’organizzazione internazionale in corso a Torino si occuperà largamente di come affrontare l’emergenza terroristica. Più che mai in questi momenti dobbiamo essere uniti nell’affermare una ferma condanna alla violenza, per questo stasera parteciperò al sit in organizzato dal sindaco Fassino davanti a Palazzo civico”.

 

 

Gilberto Pichetto, coordinatore regionale di Forza Italia:“Vorrei esprimere la mia solidarietà alle famiglie degli ostaggi coinvolti nell’assalto al museo del Bardo di Tunisi.Confido che la situazione si risolva al più presto con la liberazione di tutti gli ostaggi. Nelle prossime ore sentirò il sindaco di Torino Piero Fassino per offrirgli tutto il nostro supporto”.

 

Ban Ki-Moon: "Sono solidale con Torino e l'Italia" E il sindaco proclama il lutto cittadino

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Venerdì alle 12 in tutti gli uffici un minuto di silenzio

 

In queste ore di dolore per le famiglie torinesi colpite dall’attentato di Tunisi, il segretario generale dell’Onu, Ban Ki Moon, è in città, dove si tiene l’ ‘Annual Un Retreat 2015’, il seminario degli alti dirigenti delle Nazioni Unite, che si svolgerà fino a domani. A ricevere Ban Ki Moon, a Palazzo Reale, il sindaco di Torino, Piero Fassino, il presidente della Regione Piemonte, Sergio Chiamparino e il presidente del Consiglio regionale del Piemonte, Mauro Laus. E’ la quarta edizione del prestigioso seminario che si svolge a porte chiuse.

 

Il segretario generale delle Nazioni Unite ha espresso “solidarietà e vicinanza all’Italia”. E’ quanto ha riferito Fassino. Il sindaco ha dichiarato all’Ansa: “ha sottolineato che il contrasto al terrorismo è una priorità della comunità internazionale” e per questo al centro del seminario Onu sarà proprio il tema dell’emergenza terroristica”. Il sindaco ha annunciato che sarà proclamato il lutto cittadino: venerdì alle 12 in tutti gli uffici un minuto di silenzio.

 

Aggiornamento dal Comune sui fatti di ‪#‎Tunisi‬ (ore 10.04): la Città di Torino conferma che due dipendenti comunali sono ferite e che un loro stretto congiunto è deceduto. Non si hanno notizie di una dipendente che fino a questo momento risulta essere dispersa. Il Sindaco, la Giunta e l’Amministrazione tutta si stringono attorno alle famiglie dei dipendenti e degli altri torinesi coinvolti negli attentati di Tunisi.

 

Il sindaco Fassino: "Attendiamo notizie sui dispersi. Misure di sicurezza rafforzate per la Sindone"

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E’ stato intanto annunciato l’incremento delle misure di sicurezza in città  dopo l’attentato di Tunisi

 

AGGIORNAMENTO La Farnesina comunica che è stato riconosciuto a Tunisi il corpo senza vita di Antonella Sesino

 

“Gli sforzi della Farnesina e della ambasciata italiana a Tunisi sono concentrati nel tentare di capire che cosa sia accaduto agli italiani dispersi”. E’ quanto ha dichiarato in conferenza stampa il sindaco di Torino, Piero Fassino. Al momento i dispersi italiani  sono due, tra i quali una dipendente del Comune di Torino, Antonella Sesino (nella foto di Facebook). Tra gli italiani morti due sono piemontesi e tra i feriti ci sono due torinesi.

 

“Vogliamo solo tornare a casa e riabbracciare i nostri cari”. Sono le parole riportate dall’agenzia Ansa, di Maria Antonietta Santoro, una delle dipendenti del Comune, rimasta coinvolta nei drammatici eventi di Tunisi.

 

L’Ansa registra anche la rabbia di Lorenzo Barbero, marito di Antonella Sesino: “Mia moglie non doveva essere lì. Noi turisti possiamo anche non sapere, ma chi organizza questi viaggi deve essere informato: come si fa ad andare a Tunisi il giorno in cui il Parlamento approva una legge sul terrorismo? Non abbiamo nessuna notizia di mia moglie, la speranza di riabbracciarla è grande, ma questo silenzio preoccupa”. I torinesi ancora in viaggio con Circolo ricreativo del Comune di Torino torneranno domani in Italia con un volo charter.

 

E’ stato intanto annunciato l’incremento delle misure di sicurezza in città  dopo l’attentato di Tunisi. Il sindaco ha parlato di “ulteriori misure a tutela della cittadinanza e degli eventi in programma nelle prossime settimane”, in primo luogo l’ostensione della Sindone che inizierà il 19 aprile.

L'omaggio dei torinesi ad Antonella e Orazio nella camera ardente allestita in municipio

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conteAperta dalle 10 alle 19 di domenica e dalle 10 di lunedì fino alla data dei funerali, non ancora decisa

 

 AGGIORNAMENTO Il Boeing 767 dell’Aeronautica è atterrato alle 21 a Caselle. L’arcivescovo di Torino, mons.Cesare Nosiglia, il sindaco Piero Fassino e il prefetto Paola Basilone, hanno atteso le salme delle vittime dell’attentato, con una ventina di parenti delle vittime. I feretri dei tre piemontesi verranno condotti nelle camere ardenti al Municipio di Torino ed al Broletto di Novara.

 

Oggi arrivano a Torino le salme dei quattro italiani uccisi a Tunisi. E’ arrivato a Roma  l’aereo con i corpi delle vittime  dell’attacco terroristico al museo Bardo. Ad accogliere le salme di Orazio Conte, Giuseppina Biella, Francesco Caldara e Antonella Sesino c’era  il premier Matteo Renzi che è stato a lungo in compagnia dei familiari: “Ho condiviso con loro il dolore e l’abbraccio di tutta l’Italia”, ha scritto il capo del governo su twitter. E verrà allestita a Palazzo Civico la camera ardente delle due vittime torinesi. Nella Sala delle Colonne, Antonella Sesino ed Orazio Conte potranno ricevere la visita dei torinesi  dalle 10 alle 19 di domani e dalle 10 di lunedì fino alla data dei funerali, non ancora decisa.

La prima vittima torinese dell'Isis è Orazio Conte, aveva 54 anni e lavorava a Ivrea

TUNISI

TUNISI2TUNISI3conteIl sindaco Piero Fassino annuncia una fiaccolata alle 20,30 davanti al Municipio

 

La vittima torinese è Orazio Conte, (nella foto in basso) tra i morti italiani dell’attentato di Tunisi. L’uomo ucciso al museo del Bardo è il marito di Carolina Bottari, che è stata ferita e in ospedale. Conte, 54 anni, lavorava come informatico a Ivrea. Questa sera fiaccolata annunciata dal sindaco Piero Fassino, alle 20,30, davanti al Municipio.

 

 

TUNISI, LA CRONACA DI MERCOLEDI’

Almeno quattro i torinesi presi in ostaggio dai terroristi che hanno assaltato il museo del Bardo a Tunisi. Il Comune di Torino comunica i nomi: sono Carolina Bottari, Anna Bagnale, Antonella Fesino e Antonietta Santoro, impiegati all’Ufficio Patrimonio. I quattro fanno parte di un gruppo di dipendenti del Comune in crociera a bordo della nave Costa Fascinosa in un viaggio del Circolo ricreativo del Municipio. Al momento due di loro sono stati liberati, hanno parlato con i colleghi di Palazzo Civico. Stanno bene ma non hanno notizie dei loro compagni che facevano parte di una comitiva di 34 persone.

 

Il sindaco Piero Fassino è in costante contatto con la Farnesina per conoscere gli sviluppi della drammatica vicenda. “Con grande angoscia l’intera comunità torinese vive il dramma che si sta consumando a Tunisi e con trepidazione si augura che tutti gli ostaggi, tra cui alcuni cittadini torinesi e dipendenti dell’ Amministrazione comunale, possano essere liberati al più presto”, ha dichiarato il primo cittadino.

 

Intanto dall’agenzia Ansa si apprende che “il bilancio dell’attacco al museo del Bardo a Tunisi è di 19 morti, 17 turisti e due terroristi. Lo ha detto il premier tunisino Habib Essid, che ha aggiunto che ci sono anche italiani tra i morti e vittime tedesche, polacche e spagnole”.

 

Una dichiarazione del presidente della Regione Piemonte Sergio Chiamparino: “Ho sentito telefonicamente il Ministro Paolo Gentiloni, il quale ha ribadito che si teme ci siano due o tre vittime di nazionalità italiana: attualmente però mancano le conferme ufficiali perché sono ancora in corso le verifiche da parte delle autorità tunisine. Seguiamo comunque con molta attenzione e con un contatto costante con la Farnesina l’evolversi della situazione a Tunisi”

I No-Tav rispondono picche alla pace di Virano: "Vergognatevi, vi presenteremo il conto"

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“Non ci può essere nessuna notav manifestantepacificazione con chi sta distruggendo un territorio e saccheggiando le casse pubbliche in nome di non si sa quale credibilità. Forse quella che rimane dopo gli scandali quotidiani?”

 

 

La Telt, la nuova società guidata da Mario Virano (lo storico commissario di governo della Tav) che si occuperà della realizzazione della Torino-Lione, aveva lanciato un messaggio di pacificazione rivolto a chi è contrario all’opera. Messaggio che è stato però respinto al mittente: “La proposta ve la facciamo noi: arrendetevi e vi lasciamo portare via le vostre cose”. Con un articolo comparso sul sito Notav.info, il movimento che si oppone alla Tav respinge ogni proposta di collaborazione. Ecco uno stralcio tratto dal sito web:

 

“Non ci può essere nessuna pacificazione con chi sta distruggendo un territorio e saccheggiando le casse pubbliche in nome di non si sa quale credibilità. Forse quella che rimane dopo gli scandali quotidiani? La verità è che il terreno frana sotto i piedi, e la paura fa novanta. Siete impresentabili anche se vi vestite bene: il finanziamento europeo non è certo, i costi dell’opera sono previsioni di un veggente, l’utilità di una nuova linea ferroviaria, se mai esistita, sta scomparendo con la crisi. Un metro di Tav costa 158.712€ sottratti a qualcosa di sicuramente più utile per tutti e il costo della corruzione e dei privilegi che il sistema tav si ritaglia per se e per i propri amici è sempre più impresentabile(tipo 9000€ al mese per spiare i siti notav).Vergognatevi  e sappiate che vi presenteremo il conto un giorno”.

 

(Foto: il Torinese)

Tamara de Lempicka, a pochi metri dalla Sindone l’artista più celebre e irriverente dell'Art Decò

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L’esposizione, curata da Gaia Mori e promossa dall’Assessorato alla Cultura del Comune di Torino, dalla Direzione Regionale per i Beni Culturali e Paesaggistici, dal Polo Reale, e prodotta dal 24 Ore Gruppo Cultura, comprende ottanta opere dell’artista e si articola in sei sezioni tematiche

 

I nudi erotici di Tamara de Lempicka saranno esposti a palazzo Chiablese a pochi passi dal lenzuolo della Sacra Sindone. Potrebbe sembrare un accostamento insolito e irreverente, ma ciò accadrà proprio in occasione della mostra dedicata all’artista polacca, protagonista indiscussa dell’art decò, dal 19 marzo fino al 30 agosto prossimi, a pochi metri di distanza dal Duomo di Torino, in piazza San Giovanni, dove verrà esposto il Sacro lenzuolo a milioni di pellegrini provenienti da tutto il mondo.

 

La Lempicka, pittrice di grande cultura figurativa, abituata a fondere i rimandi all’arte del passato con le poetiche del primo Novecento, come il cubo futurismo russo e francese e il realismo magico tedesco, è stata mirabilmente definita dal critico Elena Pontiggia come “un’artista che molti conoscono benissimo, anche senza sapere esattamente chi sia”. Coerente fino in fondo a uno stile personalissimo che ne contraddistinse tutta la sua carriera, ebbe, infatti, una vita molto turbolenta e tormentata, contraddistinta anche dall’uso di droghe, ma tale da divenire un personaggio letterario.

 

L’esposizione, curata da Gaia Mori e promossa dall’Assessorato alla Cultura del Comune di Torino, dalla Direzione Regionale per i Beni Culturali e Paesaggistici, dal Polo Reale, e prodotta dal 24 Ore Gruppo Cultura, comprende ottanta opere dell’artista e si articola in sei sezioni tematiche. La prima, dal titolo Il mondo di Tamara, si concentra sulle opere appartenenti al periodo giovanile, il più mite della pittrice, durante il quale l’artista colse numerosi stimoli attraverso i suoi numerosi viaggi in Europa e America, che poi tradusse nei suoi quadri. Risultano particolarmente significative le tele dedicate all’arredo, in cui sono riprodotti degli interni capaci di dare vita a opere intime e dinamiche al tempo stesso. Si tratta di un viaggio attraverso le case in cui visse la pittrice polacca tra il 1916, l’anno del suo matrimonio a San Pietroburgo, e il 1980, l’anno della sua morte a Guernavaca. Il visitatore verrà accolto all’ingresso dalla “Ragazza in verde”, rilevante prestito dal Centre Pompidou di Parigi, acquistato dallo Stato francese nel 1932. I luoghi sono colti in relazione alla evoluzione artistica della Lempicka, a partire dagli acquerelli del periodo russo, passando per la ritrattistica degli anni Venti dipinta negli atelier parigini, fino a approdare alle opere realizzate nella grande villa coloniale di King Vidor a Beverly Hills , progettata dall’architetto Wallace Neff, e nella casa newyorchese degli anni Quaranta

 

La seconda sezione, intitolata Madame la Baronesse. Modern medievalist,è suggerita da un articolo uscito negli Stati Uniti negli anni Quaranta, che poneva l’accento sul virtuosismo tecnico dell’artista espresso nelle sue nature morte, il primo genere con cui la Lempicka si affacciò alla pittura in modo continuativo, trasponendo sulla tela immagini che si richiamavano a Freud, Kollar e Maar, e dando vita a una sorta di bipolarismo che, negli anni successivi, sarebbe esploso in tutta la sua vitalità prorompente. Tra le opere della sezione figurano “La conchiglia”, un trompe-l’oeil del 1941, e alcuni dipinti dedicati alle mani.

 

La terza sezione, dal titolo The artist’s daughter, comprende le opere dedicate alla figlia Kizette, percorse da un carattere evocativo, tra cui “Kizette al balcone” del 1927 (dal Centre Pompidou) e “Comunicanda” del 1929. Infine la quarta sezione, intitolata Sacre visioni, è quella dei dipinti di natura devozionale, di Madonne e Santi, che possono sorprendere nella produzione di un’artista così trasgressiva. Molto interessanti la “Vergine con bambino”, la “Vergine blu” del 1934, la Sibilla libica, ripresa dalla michelangiolesca Cappella Sistina, e “La madre superiora” dal museo di Nantes, un dipinto cui l’artista era molto legata. La quinta sezione, Dandy decò, ripercorre il rapporto tra la pittrice e la moda, che risale al 1921 e alla sua collaborazione come illustratrice per alcune riviste di prestigio. Tra i ritratti, che possono suggerire un confronto con quelli classici di Hayez, ricordiamo “Madame Perrot con calle” del 1931-32, cui si affiancano i dipinti “Confidenze” e “Sciarpa blu”, in cui compaiono abiti che l’artista traspose sulla tela, traendoli da creazioni di moda reali dell’epoca. Infine la sezione della moda si arricchisce di foto d’epoca risalenti agli anni Trenta, realizzate per la parallela attività di indossatrice svolta dalla Lempicka. Le opere esposte suggeriscono la solidità compositiva dell’artista, mutuata dalla sua conoscenza avvenuta in Italia dell’arte di Botticelli e Antonello da Messina, e dalla sua vicinanza all’arte classica e a quella di André Lohte, da cui trasse anche ispirazione per l’accostamento cromatico e la linea decorativa.

 

  Mara Martellotta