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Cibi buoni con la tracciabilità molecolare

Conosciamo davvero cosa mangiamo? Quali strumenti offre la ricerca per certificare l’origine e la qualità di questi prodotti?

 

gusto fruttaLunedì 18 maggio, alle ore 16, presso l’Aula Magna dell’Orto Botanico (Dipartimento di Scienze della Vita e Biologia dei Sistemi dell’Università, viale Mattioli 25, Torino) si terrà l’incontro “(Ri)conoscere per non sbagliare: DNA barcoding come sistema universale di tracciabilità molecolare” con il Prof. Massimo Labra del Dipartimento di Biotecnologie e Bioscienze dell’Università di Milano. Conosciamo davvero cosa mangiamo? Un frullato di frutta, un minestrone o le spezie che acquistiamo al supermercato non sono riconoscibili con la semplice osservazione. Quali strumenti offre la ricerca per certificare l’origine e la qualità di questi prodotti? In un mercato globale in cui le materie prime provengono da varie aree del mondo e i sistemi di lavorazione presentano livelli di sofisticazione sempre più rilevanti vi è la concreta esigenza di un sistema universale di tracciabilità. La risposta a questa criticità   viene fornita dall’approccio DNA barcoding, che si basa sull’analisi di una regione specifica del DNA capace di contraddistinguere in modo univoco un determinato alimento.

Test Invalsi, la protesta della scuola: studenti in rivolta tra quiz nulli, calcetto e assenze

Punto di ritrovo dei giovani che non hanno voluto compilare i quiz piazzale Valdo Fusi, dove è stata organizzata una colazione e una gara di calcetto

 

scuola corteoSu tutto il territorio nazionale l’Unione degli studenti in occasione delle prove Invalsi delle scuole superiori ha organizzato azioni di boicottaggio e mobilitazione. Il Coordinatore dell’associazione studentesca Danilo Lampis afferma trionfante che «sulla scia delle grande giornata di sciopero del 5 maggio, il dato di mobilitazione studentesca è stato altissimo!».Infatti, secondo un sondaggio di Skuola.net, uno studente su quattro era intenzionato a boicottare le prove. Gli studenti delle classi seconde hanno consegnato in bianco, oppure letto un libro mentre somministravano le prove e non sono entrati in classe. Sono stati organizzati sit-in e manifestazioni di protesta. «Siamo contrari ad un modello di valutazione escludente, che tende a gerarchizzare le scuole ed aumentare le disuguaglianze.», dicono gli studenti. E, all’insegna dello slogan: “Valutati, non schedati» anche a Torino si sono tenute manifestazioni studentesche in concomitanza con lo sciopero promosso da Cobas e Cub, che ha consentito agli insegnanti di non distribuire la prova. Tra le proteste, quelle degli istituti Cottini,Gioberti e Passoni. Punto di ritrovo degli studenti che non hanno voluto compilare i quiz piazzale Valdo Fusi, dove è stata organizzata una colazione e una gara di calcetto. Moltissimi studenti sono invece rimasti a casa.

Eternit e Olivetti, dopo la Cassazione è guerra totale all'amianto

Il procuratore di Torino Raffaele Guariniello non ha gettato la spugna e formulato un capo d’imputazione che non si prescrive in tempi brevi come l’omicidio volontario. Nel mirino delle indagini ci sono i decessi di 258 persone, tra lavoratori e cittadini, scomparse tra il 1989 ed il 2014

 

amiantoE’ guerra totale all’amianto. Sicuramente la sentenza del novembre scorso della Corte di Cassazione che mandava in soffitta i due processi davanti al Tribunale ed alla Corte d’Appello di Torino nei confronti di Stephan Schmidheiny, il multimilionario svizzero, già proprietario dell’Eternit, ha costituito con l’annullamento per prescrizione una battuta d’arresto. Nelle motivazioni i giudici del Supremo Collegio avevano, infatti, messo nero su bianco che il processo contro lo svizzero e il barone belga De Cartier De Marchienne (deceduto poco prima della sentenza d’appello) non s’aveva da fare in quanto i reati di disastro ed omissione delle misure di sicurezza erano già prescritti prima della partenza del processo. Ma il procuratore di Torino Raffaele Guariniello non ha gettato la spugna e formulato un capo d’imputazione che non si prescrive inOlivetti_Building tempi brevi come l’omicidio volontario. Nel mirino delle indagini ci sono i decessi di 258 persone, tra lavoratori e cittadini, scomparse tra il 1989 ed il 2014 (il mal d’amianto, del resto, continua a mietere vittime e non soltanto a Casale Monferrato ed a Cavagnolo, anzi l’età si sta anche abbassando). All’udienza preliminare davanti al Gup del Tribunale di Torino – la prima di una serie calendarizzata che dovrà decidere se Schmidheiny dovrà essere rinviato a giudizio oppure la posizione venire archiviata – sarà presente e si costituirà parte civile con l’avvocato Laura D’Amico, Afeva – Associazione familiari vittime amianto.

 

ETERNIT FABBRICALa stessa nei giorni scorsi si è costituita parte civile anche nel procedimento che si è aperto davanti al Tribunale di Ivrea – anche questo in fase di udienza preliminare, la prossima udienza si terrà il 25 maggio – per i decessi di amianto alla Olivetti, che vede coinvolti 33 ex manager tra cui Carlo De Benedetti, Roberto Colaninno e l’ex ministro del Governo Monti, Corrado Passera. Ma, è questa è la novità di Eternit bis, sarà anche la costituzione di parte civile di Ona – Osservatorio nazionale amianto con il gruppo di legali coordinati dall’Avvocato Ezio Bonanni che, da un lato ribadisce la richiesta di Afeva di avere lo Stato presente come parte attiva nel processo, dall’altro intende chiedere ulteriori indagini per capire se il multimilionario svizzero “abbia potuto contare su eventuali collusioni per continuare indisturbato la propria azione”. Infine Afeva ed Ona concordato sul fatto che sia necessario che la promessa fatta all’indomani della sentenza della Cassazione dal premier Matteo Renzi non cada nel vuoto e che lo Stato si costituisca parte civile nel processo, cosa mai fatti prima, avendo anche un ruolo di coordinamento e di impulso per tutte le altre parti in causa.

Massimo Iaretti

 

 

Nell'aula sonnolenta e grigia fioccano ordini del giorno scritti sulla sabbia

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 IL GHINOTTO DELLA DOMENICA

L’opposizione si è dovuta accontentare del voto favorevole della maggioranza ad alcuni blandi documenti, ovvero whisful thinking, direbbero Oltremanica, cioè pii desideri. Impegni che spesso non valgono neppure la carta su cui sono scritti. Insomma, una variante aggiornata del famoso detto attribuito a Vittorio Emanuele II, il re galantuomo, che soleva dire: “Un sigaro e un titolo da cavaliere non si negano a nessuno”… e in tempi moderni neppure un ordine del giorno

 

Avete presente quei convegni dove dormono anche i relatori? E’ questa la sensazione che si ha assistendo (anche in streaming) ai lavori dell’aula del parlamentino piemontese, impegnato da alcune settimane in un tour de force per approvare legge finanziaria e bilancio 2015 (essendo già abbondantemente scaduto l’esercizio provvisorio). Nonostante le lungaggini dialettiche e le centinaia di emendamenti a scopo dilatorio, siamo ben lontani dal pathos degli anni precedenti, quando – dopo le roboanti schermaglie pubbliche – in “zona Cesarini” si passava finalmente (e in privato) al sodo. Ovvero alle cosiddette “norme mancia” – e abbiamo usato un termine molto più edulcorato di altre espressioni anche pronunciate in aula – cioè a quei codicilli che permettevano al consigliere Tizio piuttosto che a Caio di poter dire di aver fatto gli interessi di un territorio, di una città, di una categoria, di una consorteria, anche solo di una pro-loco. Insomma, la divisione dei pani e dei pesci, alla quale i più saggi assessori al bilancio, di qualunque provenienza politica, si preparavano già mesi prima, tenendo da parte un “tesoretto” al riparo da sguardi indiscreti, per poter poi intervenire nell’ultimo giro di distribuzioni e favoretti.

 

Anche la scorsa settimana l’opposizione, pur senza essere troppo combattiva, ha strappato alla maggioranza – complice un regolamento che indubbiamente agevola l’ostruzionismo più che non le decisioni – qualche minima concessione qui e là, ma sono davvero briciole, più che altro norme e quasi mai quattrini, quindi espressioni di volontà, molti “cercheremo di fare il possibile…” e via così. Il motivo è semplice: in cassa non c’è un euro, e non ci sono quindi margini di manovra per fantomatici tesoretti da distribuire per “facilitare” i passaggi più delicati di commi e articoli. L’accusa che le opposizioni hanno lanciato ai gruppi maggioritari, di aver fatto proposte di stanziamenti puntuali per soddisfare le loro “clientele”, è poco più di un espediente retorico. Infatti, i consiglieri democratici hanno cercato di allargare un po’ le strette maglie imposte dall’assessore Reschigna, “grattando” qua e là qualche soldo per iniziative che servono a frenare un po’ il malcontento sul territorio, rispetto alle misure impopolari (riorganizzazione sanitaria in testa, ma anche trasporti) che la Giunta Chiamparino è costretta ad assumere.

 

Spolpato l’osso di quel poco che già restava, l’opposizione – dopo essersi presa la soddisfazione di far slittare a metà maggio l’approvazione finale – si è dovuta accontentare del voto favorevole della maggioranza ad alcuni blandi ordini del giorno, ovvero whisful thinking, direbbero Oltremanica, cioè pii desideri, sui più svariati problemi. Impegni che spesso non valgono neppure la carta su cui sono scritti, ma che servono ai proponenti come biglietto da visita verso le lobbies più diverse. Insomma, una variante aggiornata del famoso detto attribuito a Vittorio Emanuele II, il re galantuomo, che soleva dire: “Un sigaro e un titolo da cavaliere non si negano a nessuno”… e in tempi moderni neppure un ordine del giorno!

 

Nelle lunghe ore passate in barcaccia qualche “grande giornalista” delle grandi testate si è così annoiato, che ha dovuto inventare un diversivo, impalcando una polemichetta, subito sgonfiatasi, sulle pagine in piemontese del nuovo sito del Consiglio regionale. Facendo battute così divertenti sulle origini lucane del presidente Laus, che Ghinotto non sentiva dai lontani tempi dell’asilo infantile. Complice la Lega Nord che cercava di prendersene il merito, come se parlare o scrivere in piemontese fosse indice di appartenenza salviniana. “Esageruma nen”, avrebbe risposto il più grande piemontese dei nostri tempi, il flemmatico Sergio Chiampa.

 

Ghinotto

Area Filadelfia, se il Comune non risponde il degrado continua

moiL’unica buona notizia per il quartiere è la conferma che lo sgombero delle palazzine dell’Ex-Moi sarà attuativo a dicembre 2015

 

Nella sala dell’ Orologio del Comune si è tenuta una riunione della I, II e III Commissione per discutere della Petizione al Consiglio comunale ”Richiesta di azioni di contrasto al degrado e all’illegalità dell’area Filadelfia”. Erano presenti i cittadini, alcuni commercianti, vari esponenti dei Centri Sociali e in rappresentanza della Circoscrizione 9 il Presidente Giorgio Rizzuto, il primo firmatario della petizione  Alessandro Lupi e Monica Amore. Per quanto riguarda il Comune era presente l’Assessore Alessandro Altamura (per la I commissione) mentre per le altre due commissioni non era presente nessuno; vi erano alcuni Consiglieri Comunali di varie fazioni politiche e il Comandante dei Vigili Urbani in rappresentanza dell’Assessore Giuliana Tedesco.

 

La riunione si è conclusa con un nulla di fatto, in parte per l’elevato ed ingiustificato numero di assenze, in parte per la totale disinformazione e per il disinteresse da parte della classe politica nei confronti di una questione molto delicata che riguarda un intero quartiere, quello di Borgo Filadelfia. Inoltre il discorso è stato deviato rapidamente verso scontri politici e scarichi di responsabilità sul tema dell’immigrazione in generale.La cittadinanza non è stata ascoltata né tantomeno coinvolta, ed è vergognoso che a fronte di una petizione che ha raccolto un buon numero di firme e che rappresenta un evidente disagio per gli abitanti e lavoratori della zona, chi di dovere se ne è lavato le mani.Ed è altrettanto inconcepibile che politici pagati per fare il loro lavoro non si siano degnati di presentarsi, mentre onesti lavoratori hanno perso ore di lavoro per esserci.Alla fine della riunione si è deciso di rimandare l’incontro a data da destinarsi. L’unica buona notizia per il quartiere è la conferma che lo sgombero delle palazzine dell’Ex-Moi sarà attuativo a dicembre 2015.

 

Chiara Mandich

Maria Ferreri

Via libera dal governo per accogliere i migranti nelle caserme

chiampafassinoProfughiFaranno parte  della cabina di regia, oltre agli enti locali e il governo, rappresentanti del Demanio e della Difesa

 

Il sindaco Piero Fassino e il presidente della regione Sergio Chiamparino lo avevano chiesto nelle scorse settimane e ora il ministero dell’Interno ha dato il benestare alla realizzazione di diversi hub sul territorio torinese e piemontese dove accogliere le centinaia di migranti in attesa  di smistamento in gruppi nei vari comuni. In particolare (come avvenne ad Asti, Casale, Susa e Pinerolo negli anni ’90 con l’arrivo di migliaia di albanesi) si attrezzeranno le caserme non utilizzate, insieme con strutture pubbliche dismesse. Faranno parte  della cabina di regia, oltre agli enti locali e il governo, rappresentanti del Demanio e della Difesa. Dopo la riunione tenutasi ieri al ministero dell’Interno, dice Chiamparino «incomincia una fase per individuare la realizzazione di nuovi hub, con l’aiuto delle amministrazioni dello stato». Un centro di smistamento dovrebbe essere collocato nel Torinese ma non nel capoluogo e un secondo in un altra località della regione. 

In Francia scavati 128 metri di tunnel ma il primo tav si vedrà nel 2028

Per il filosofo europarlamentare torna in ballo al palagiustizia il caso della visita al carcere delle Vallette a un No Tav detenuto, nel Ferragosto 2013 

 

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In Francia lo scavo del tunnel di base della Torino-Lione è già a 128 metri di lunghezza. La galleria geognostica è stata visitata dalle delegazioni del Piemonte e della regione Rhone-Alpes. E’ realizzata nell’asse e del diametro della futura maxi galleria. Il cantiere venne iniziato lo scorso gennaio e saranno 9 i chilometri da scavare verso Torino. Al momento la fresa che scava i 7,5 km del tunnel geognostico di Chiomonte  è giunta a 3.076 metri. Se tutto procederà regolarmente i primi treni ad alta velocità si vedranno nel 2028.

 

 

Dopo aver rassicurato il governatore del Piemonte sull’imminente arrivo dei 15 milioni di euro per sistemare il Passante, il ministro dei Trasporti, Graziano Delrio, con Sergio Chiamparino, nel corso di un incontro sotto la Mole ha parlato anche della Torino-Lione: “Gli impegni internazionali onorati da contratti non si discutono. Le opere finanziate e le grandi opere europee non si fermano. Con il documento di programmazione pluriennale ci impegniamo a fare tutte le opere utili al Paese. Ci saranno quindi anche le grandi opere, ma non solo”.

 

tav 222Si riapre, intanto, al palagiustizia di Torino il caso della visita al carcere delle Vallette dell’europarlamentare Gianni Vattimo a un No Tav detenuto, nel Ferragosto 2013. Sono stati citati al cospetto di un gup, Nicoletta Dosio e Luca Abbà, i due attivisti  che erano stati presentati in veste di “consulenti” e che avevano accompagnato Vattimo. Erano stati prosciolti, ma la Cassazione ha annullato la sentenza e ha ordinato alla procura di formulare una nuova imputazione con una diversa ipotesi di falso. Anche Vattimo è ancora indagato.

 

(Foto: il Torinese)

Palazzo Nuovo, anche se l'amianto non fa paura parte la class action

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La relazione del Politecnico dovrebbe confortare anche i dipendenti dell’Università che, la scorsa settimana, avevano posto come condizione per il ritorno nella sede, la garanzia di una completa rimozione dell’amianto e una valutazione della natura delle polveri presenti nella struttura

 

Continua a proseguire l’onda di “popolarità” che in questo ultimo mese ha investito, suo malgrado, la sede della Facoltà di Scienze umanistiche.Secondo i dati raccolti dai docenti del Politecnico di Torino, incaricati di analizzare che aria si respirasse all’interno di Palazzo Nuovo prima che venisse chiuso al pubblico, la presenza di amianto sarebbe molto bassa e in percentuali minori rispetto a quelle che vengono valutate, secondo l’Organizzazione mondiale della sanità, pericolose e nocive per l’uomo. I professori Paola Marini e Maurizio Onofrio, starebbero infatti misurando da una decina di giorni, la qualità dell’aria all’interno della struttura e secondo i primi dati rivelati, dei quasi 70 campioni raccolti la stragrande maggioranza (62 per la precisione) non avrebbe rivelato la presenza di amianto. Dati questi che fanno ben sperare ad una riapertura almeno parziale di Palazzo Nuovo o quantomeno alla possibilità per chi avesse delle scadenze urgenti e inderogabili, di poter accedere ad alcune zone dell’edificio. Nonostante i sindacalisti manifestino ancora, come già accaduto in passato, scetticismo sull’attendibilità del cosiddetto aerodisperso (analisi dell’aria che si respira), la relazione del Politecnico dovrebbe confortare anche i dipendenti dell’Università che, la scorsa settimana, avevano posto come condizione per il ritorno nella sede, la garanzia di una completa rimozione dell’amianto e una valutazione della natura delle polveri presenti nella struttura.

 

E se da una parte gli ultimi dati raccolti e resi noti sembrerebbero portare per l’Università e per il rettore Ajani una nuova boccata d’aria fresca, dall’altra parte la questione amianto continua a farsi sentire e a rendere la situazione sempre più tesa. Pare infatti che, qualche giorno fa, sia partita una class action contro il Ministero dell’Istruzione in quanto proprietario dell’immobile contenente l’amianto. L’iniziativa sarebbe partita dallo studio legale torinese “Ambrosio e Commodo” che parrebbe già assistere una quarantina di persone tra universitari ed ex iscritti.Il team di legali contesta il cosiddetto “danno da pericolo”, ossia la preoccupazione, anche se si sta bene, di subire un danno. “Ci sono dei precedenti giudiziali che ci confortano – spiega l’Avv. Gino Arnone – la Corte di Cassazione nel 2009 infatti ha ammesso per il noto disastro ambientale di Seveso,che sia riconosciuto un risarcimento anche per chi ha la semplice preoccupazione per il proprio stato di salute dopo essere stato in ambienti contaminati- ed aggiunge – tutti coloro che ritengono di essere preoccupati per la propria salute possono rivolgersi a noi”.Insomma un vero e proprio incubo per l’ateneo torinese, che replica all’iniziativa definendo la class action “un’azione destituita da ogni fondamento” e parla di una mancanza assoluta di presupposti che possano legittimare questa azione legale.

 

Simona Pili Stella

Bomba carta al derby della Mole, identificati ultrà della Juve

Sarebbero quattro ultrà bianconeri, due dei quali  residenti a Torino e due invece in Lombardia

 

Juve tifosiLa polizia ha identificato i presunti responsabili del lancio della bomba carta che ha mandato all’ospedale Mauriziano dieci persone, nel corso del  derby  della Mole tra Torino e Juventus. Sarebbero quattro ultrà bianconeri, due dei quali  residenti a Torino e due invece in Lombardia. Nei loro confronti, comunica l’agenzia Ansa, sono stati acquisiti “fondati e probanti elementi”  al vaglio dell’autorità giudiziaria. Le loro abitazioni  sono state perquisite dalle forze dell’ordine che hanno sequestrato tre cartucce calibro 22 e un certo quantitativo di droga. Per le sostanze stupefacenti uno di loro è stato arrestato.

Studenti e insegnanti in piazza contro la "Buona scuola" di Renzi

scuola cubA Roma i ragazzi dell’Unione degli Universitari e della Rete degli Studenti medi hanno organizzato un blitz all’alba di fronte al Miur

 

Docenti e studenti  in corteo per le vie del centro di Torino. La protesta è contro la “Buona Scuola del governo Renzi”. Tutti insieme sindacati confederali, Cobas, Cub e  Rifondazione Comunista. Cgil, Cisl e Uil con la Gilda avevano organizzato un presidio in piazza Carlo Alberto ma successivamente si è formato un lungo corteo che ha bloccato il traffico nelle vie centrali della città. La protesta si è svolta in molte città italiane. A Roma i ragazzi dell’Unione degli Universitari e della Rete degli Studenti medi hanno organizzato un blitz all’alba di fronte al Miur:  “Con questo Blitz all’alba della Manifestazione del comparto Scuola il 5 Maggio abbiamo voluto  rappresentare – si legge in una nota –  in modo ironico la realtà della Buona Scuola, una realtà che è tutt’altro che buona e ribadire, ancora una volta, che solo con noi studenti la Scuola può essere #buonaxdavvero. Le nostre Scuole e le nostre Università non sono in vendita: quella di oggi sarà solo la prima di tante mobilitazioni perché senza studenti non ci può essere né Buona Scuola né Buona Università”.

 

(Foto: il Torinese)