Il pentito Domenico Agresta ha ricostruito, nella propria testimonianza nel processo milanese a carico di Rocco Schirripa, quale sarebbe stato il movente dell’omicidio del procuratore di Torino Bruno Caccia del 1983. Secondo le sue dichiarazioni, alcuni esponenti della famiglia della ‘ndrangheta Belfiore “entrarono nel suo ufficio per convincerlo ad aggiustare processi e indagini, ma lui gli urlò addosso e gli sbatté la porta in faccia. Venne ucciso proprio per la rabbia di essere stati cacciati così, lo uccisero perché era inavvicinabile e incorruttibile”. Interrogato dal pm della Dda di Milano Marcello Tatangelo, davanti alla Corte d’Assise, Agresta ha confermato quanto già dichiarato a verbale nei mesi scorsi: aveva saputo in carcere che ad ammazzare Caccia furono Rocco Schirripa e Francesco D’Onofrio, ex militante di Prima Linea, considerato vicino alla ‘ndrangheta e indagato come esecutore dell’omicidio. La coppia secondo Agresta, insieme avrebbe “commesso tanti omicidi”
Slogan, sfoghi e suggestioni pronunciati da Matteo Renzi nel corso della tre giorni torinese
HANNO CERCATO DI DISTRUGGERE IL PD
“Nelle scorse settimane qualcuno ha cercato di distruggere il Pd: c’è stato un momento di debolezza innanzitutto mia. Non si sono accorti però che c’è una solidità e una forza che esprime la comunità del Pd, indipendentemente dalla leadership. Si mettano il cuore in pace, c’era prima e ci sarà dopo di noi e ora cammina con noi”.
NO ALLE ALLEANZE VECCHIO STILE
“C’è il tema di come si sta, ma è un tema che affronteremo dopo quello che accadrà sulla legge elettorale. La prima alleanza che vale è quella con i cittadini che credono in noi. Non possiamo replicare i modelli del passato se non è chiaro ciò che vogliamo fare”
LA PARTITA COMINCIA ORA
“La partita inizia ora, la mozione verrà scritta la prossima settimana, c’è il progetto per il Paese e noi non sappiamo se il futuro è maggioritario o proporzionale: abbiamo le nostro idee, ma dopo il 4 dicembre quel disegno di innovazione istituzionale è più debole. La forza delle nostre idee è il confronto con gli altri. Allora vincerà chi sarà più forte con progetti e proposte”.
QUI C’E’ UN POPOLO VERO
“La forza di questa storia è che qui c’è un popolo vero, in carne e ossa, un popolo che non si rassegna a lasciare il futuro al catastrofismo. I giornali si chiedono se è cambiato il mio carattere. O se è cambiato il nostro umore.
I PROCESSI
“I processi si fanno in tribunale, non sui giornali”
Raggiunto un nuovo record al Centro trapianti di fegato della Città della Salute, grazie all’ equipe del professor Mauro Salizzoni. Sono stati infatti eseguiti alle Molinette cinque trapianti consecutivi in 36 ore: dalle 5 di mattina di venerdì, fino alle 17 di ieri pomeriggio. Tra i trapiantati anche due giovani: un uomo e una donna, e un’urgenza assoluta. Una ventina, tra medici e infermieri, i sanitari prodigatisi nei trapianti. A loro si aggiungono due o tre persone per ogni prelievo. I trapianti sono tecnicamente riusciti. Salizzoni, trent’anni fa ha fondato il Centro Trapianti di fegato di Torino, diventato punto di riferimento, non solo nazionale.
(foto: il Torinese)
Il problema si presenta in piazza Solferino, ma non solo. La stretta sulla normativa che regolamenta i dehors (per i quali i ristoranti e bar di Torino pagano salatissime tasse annuali di migliaia di euro) si sta materializzando con le visite della polizia municipale agli esercenti. Ed è un rimpallo di responsabilità tra Comune e soprintendenza, che scaricano uno sull’altra la colpa di intimare ai titolari le modifiche alle strutture esterne. I Civich segnalano ai ristoratori che almeno una “parete” dei dehors chiusi deve invece essere aperta. “Ma se per nove mesi l’anno a Torino fa freddo, cosa paghiamo i dehors a fare, se poi dobbiamo far congelare i clienti”, dicono i commercianti. Ed è polemica, anche politica. <<Se l’Amministrazione comunale grillina non cambia rotta, la serrata dei ristoratori di una piazza storica e centrale come Piazza Solferino è un rischio concreto: ci chiediamo se il Sindaco Appendino si rende conto della potenziale perdita della città e della figura che rischia di fare>> segnalano Maurizio Marrone, Consigliere FDI-AN in Regione Piemonte, e Augusta Montaruli, di FDI-AN. <<Il regolamento dehor, da anni impantanato nella Commissione Comunale Commercio per la sua doverosa revisione, vieta di “chiudere” i dehor stessi e prescrive irrazionalmente che un lato debba rimanere obbligatoriamente aperto: se durante l’Amministrazione Fassino la Polizia Municipale elevava annualmente multe agli esercenti irregolari, ora insieme alle stangate pecuniarie sono arrivati anche i provvedimenti di sequestro dei dehor, curiosamente per tutta piazza Solferino e in nessun altro luogo di Torino.>> proseguono gli esponenti dell’opposizione: <<Abbiamo già incontrato l’Assessore Sacco insieme a una delegazione dei titolari del Solferino, dell’Ancora, di Tony Tegamino e di altri bar e ristoranti, ma, al netto della condivisione della preoccupazione e l’annuncio di voler cambiare il regolamento, non sono ancora emerse soluzioni pratiche.>>
“Da un lato l’amministrazione civica si vanta di favorire le politiche turistiche per il rilancio della città, e dall’altro va a ricercare con la lente di ingrandimento le irregolarità eventuali nei locali cittadini. Le norme vanno rispettate, è ovvio. Ma se si rischia di far chiudere i dehors penalizzando pesantemente la ristorazione, allora si trovi una soluzione ragionevole”. E’ il commento del capogruppo di Forza Italia a Palazzo Civico, Osvaldo Napoli, che aggiunge: “Uno dei punti del mio programma in campagna elettorale era addirittura quello di concedere gratuitamente l’uso del suolo pubblico per i dehors a Torino. Bar e ristoranti spesso già provati dalla crisi si trovano a dover pagare cifre salatissime al Comune per gli allestimenti esterni. Se ora i locali vengono anche presi di mira e ‘bastonati’ con severità e sono costretti a chiudere i dehors, allora qualcosa non funziona. Si individuino regole sensate e condivise”. “Chiedo pertanto che l’amministrazione spieghi cosa intende fare, – conclude Napoli – senza esibirsi nel classico rimbalzo di responsabilità tra gli assessorati e la polizia municipale. E lo spieghi al più presto: la bella stagione avanza e sui dehors deve essere fatta chiarezza, subito”.
(foto: il Torinese)
Nella città più cassintegrata d’Italia e nell’ex fabbrica simbolo dell’auto e dell’operaismo torinese, un richiamo alle radici era anche auspicabile
Un ritorno alla tradizione di sinistra, nelle parole del ministro del Lavoro Giuliano Poletti, tra gli ospiti della kermesse politica renziana al Lingotto di Torino. “Bene le startup, ma dobbiamo pensare anche agli operai, ai braccianti e i lavoratori che oggi soffrono. Se noi parliamo solo di startupper – ha detto il ministro – poi gli altri pensano che noi di loro non ci occupiamo e questo sarebbe un errore terribile”. Del resto, nella città più cassintegrata d’Italia e nell’ex fabbrica simbolo dell’auto e dell’operaismo torinese, dopo la svolta “esterofila” dell’emigrata Fiat-Fca, un richiamo alle radici era anche auspicabile. Ha aggiunto Poletti: “il Pd non è il partito di quelli che verranno ma di quest’Italia qui che porta dentro di sé i pilastri delle grandi culture”.
(foto: RagusaNews)
Ieri è stato il giorno di Matteo Renzi al Lingotto, dove ha radunato migliaia di suoi sostenitori nella battaglia all’interno del Pd: “Sono felice di essere qui con voi, abbiamo fatto un superpieno. siamo qui a Torino per ripartire insieme per un’avventura straordinaria”. Così l’ex premier in apertura della tre giorni programmatica della sua mozione congressuale. “Questo popolo non parla mai male degli altri. A Orlando ed Emiliano auguro buon lavoro e l’assicurazione che da parte nostra mai una polemica ad personam come quelle che abbiamo subito noi per settimane. Dobbiamo ripartire dopo il brusco stop del referendum ma anche rispetto al post referendum. Il futuro non va più di moda ma è la nostra sfida, la paura è l’arma elettorale degli altri. Qui Veltroni – ricorda Renzi – volle il primo atto del nuovo Pd ma non siamo in un luogo della nostalgia e non pensiamo che il collante possa essere la nostalgia. Siamo qui per rivendicare il domani riconoscendo che il diritto alla verità si conquista lottando” Matteo Renzi ha poi sottolineato l’importanza dell’azione del governo in questi anni e rivendicato il tentativo di restituire il primato alla politica E ha osservato: “O il Pd dà una visione o diventa un soggetto che non esiste più”. Oggi, sabato, nella seconda giornata, sono in programma gli interventi di diversi ministri, tra cui quello dell’Economia Pier Carlo Padoan, il ministro della Cultura Dario Franceschini e poi Massimo Recalcati. In mattinata intervengono Maurizio Martina, ministro dell’Agricoltura, Emma Bonino e il presidente del Piemonte, Sergio Chiamparino
Le massime a 25 gradi registrate ieri in Piemonte saranno un ricordo già tra sabato e domenica, quando le temperature torneranno nella norma di inizio primavera già da oggi. Il termometro è salito nelle ore centrali di venerdì, come spiega Smi – Società Meteorologica Italiana – la fascia di alta pressione estesa dal Nord Africa all’Europa Centrale, combinata con una corrente di vento favonio. Ora è previsto il calo sia delle minime sia delle massime e non si dovrebbero superare i 14-17 gradi in pianura e anche bassa collina. Domenica si torna sottozero tra i 1.000 ed i 1.500 metri. E’ prevista un po’ di pioggia sui rilievi del Cuneese, del Sesia e Ossola, quota neve sui 1.400 metri. Rischio valanghe in calo ma resterà marcato sulle zone di confine tra le Alpi Cozie settentrionali e le Lepontine. Migliora la stabilità del manto nevoso, ma è bene prestare attenzione al riscaldamento: si consiglia di portare a termine le escursioni nella prima parte della giornata.
(foto: il Torinese)
Diverse migliaia di persone, soprattutto donne, sono scese in piazza a manifestare a Torino per ‘Lotto Marzo’, giornata di sciopero e mobilitazione “globale” indetta dalla rete ‘NonUnadimeno’. Il lungo corteo ha preso il via alle 17 da piazza XVIII dicembre, davanti alla vecchia stazione di Porta Susa, e si è snodato in via Cernaia, via Pietro Micca, piazza Castello, via Po, fino a giungere alla Gran Madre. Affermano le promotrici: “E’ un presidio di informazione e di lotta . La violenza di genere è confinata nelle pagine di cronaca nera, una collocazione che ne nega la valenza politica, trasformando pestaggi, stupri, omicidi, molestie, in episodi di violenza comune”. Tra gli slogan molti sull’ aborto, la contraccezione, oltre alla violenza. Hanno preso parte all’iniziativa anche alcuni sindacati di base e degli studenti, cooperative che si occupano delle donne, le mamme degli attivisti No Tav sottoposti a misure cautelari, ed esponenti dell’area autonoma torinese. E’ intervenuta l’assessora regionale alle pari opportunità, Monica Cerutti.
(foto: NonUnadimeno Facebook)
I documenti della Procura di Torino evidenzierebbero che “Saverio Dominello e il figlio Rocco sono rappresentanti a Torino della cosca Bellocco Pesce di Rosarno. Rocco Dominello” avrebbe “rapporti con la dirigenza Juve per la gestione di biglietti e abbonamenti”. E’ quanto scrive l’agenzia Ansa riportando testualmente le parole del procuratore Figc Giuseppe Pecoraro, pronunciate alla Commissione Antimafia. I dirigenti che avrebbero avuto contatti con queste persone sarebbero ” Merulla, Carugo, D’Angelo e il presidente Agnelli”. Anche il dg Marotta avrebbe avuto contatti occasionali con il mondo degli ultras, senza però restare coinvolto dalla conclusione indagini.”Il procedimento relativo alla Juve è iniziato col mio predecessore, Palazzi, nel 2016. Io sono stato a Torino dal procuratore Spataro chiedendo notizie sul procedimento in corso e per dare la mia disponibilità”, ha aggiunto il procuratore Figc Pecoraro: “Il Procuratore Spataro ha dato ampia collaborazione, inviandoci diversi atti, nel tempo più di 5 mila pagine”.Il presidente bianconero Andrea Agnelli affida a Twitter la sua replica: “Nel rispetto di organi inquirenti e giudicanti ricordo che non ho mai incontrato boss mafiosi. Ciò che leggo è falso”. Tesi che aveva già sostenuto in un memoriale inviato in procura nei mesi scorsi.
Verranno inaugurate il 30 settembre le nuove Officine Grandi Riparazioni. Sui 35.000 metri quadrati delle rinnovate Ogr, la fabbrica che riparava i treni , prenderà vita un nuovo importante punto d’incontro della città. Saranno presenti un centro d’innovazione, iniziative e spazi dedicati alle arti e alle imprese, non mancherà il filone del gusto. 90 milioni di euro la quota investita da Fondazione Crt, che intende aprire alla città un polmone per unire tre anime e le loro eccellenze: la ricerca artistica, con Artissima 2017, quella tecnologica e, appunto, il gusto. Al teatro Carignano è stata presentata la vicina chiusura del cantiere, iniziato nel 2008. Sono intervenuti il neo- presidente della Fondazione bancaria, Giovanni Quaglia, il segretario generale, Massimo Lapucci, cil direttore artistico della Ogr, Nicola Ricciardi. Musica, teatro e arti visive prenderanno vita in una delle due ‘maniche’, nella seconda saranno protagoniste imprese e start-up, mentre il transetto sarà dedicato al gusto.