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Appendino vuole uscire dall’Osservatorio: “Torino-Lione non è tra le priorità”

tav 222Il Comune di Torino, a trazione grillina, intende  uscire dall’Osservatorio sulla Torino-Lione. La maggioranza M5S ha infatti presentato una mozione che impegna l’amministrazione civica a lasciare l’organismo consultivo per la realizzazione della Tav. Il documento dovrà essere approvato dal Consiglio comunale. “La scelta – dice la sindaca Chiara Appendino – ci aiuta a spiegare perché siamo fortemente contrari alla Tav: è un investimento che anche alla luce dei benefici previsti non consideriamo  necessario e prioritario. Pensiamo che quelle risorse andrebbero investite meglio”.

(Foto: il Torinese)

Assestamento di bilancio da 58 milioni. Dietro front pentastellato sull’area ex Westinghouse

municipio comuneLa manovra vale 58 milioni di euro, con uno stanziamento di 30 milioni in spesa corrente che prospetta un’entrata in conto capitale di19,6 milioni dall’area ex Westinghouse che viene approvata. La cittadella commerciale sull’area di corso Vittorio,  in campagna elettorale era stata osteggiata dai 5 Stelle. Ma il dietro front, sostiene ora la Giunta pentastellata, è inevitabile, per far fronte a un bilancio che prevedeva 32 milioni di entrate inesistenti e 10 milioni di spese extra o non presenti in bilancio. E’ questo il quadro dell’assestamento di bilancio 2016 approvato dalla giunta comunale e illustrato dalla sindaca Chiara Appendino. Una manovra né semplice né indolore, dice la maggioranza in Comune.

(foto: il Torinese)

Morti da amianto, processo spacchettato. E l’omicidio volontario diventa colposo

amianto2A questo punto Stephan Schmidheiny può davvero brindare sia che si trovi in Svizzera o nella sua casa in Costa Rica. La decisione del gup del Tribunale di Torino, Federica Bompieri, di fatto, sconfessa l’impianto accusatorio della procura di Torino e i procedimenti che erano stati generati a partire dal maxi esposto all’allora procuratore Raffaele Guariniello, presentati dall’Afeva e dalle organizzazioni sindacali. Da un lato è stato modificato il capo d’imputazione da omicidio volontario ad omicidio colposo. Dall’altro non sarà più il Tribunale di Torino ad occuparsene in via esclusiva (tutto era partito perché Cavagnolo apparteneva alla circoscrizione giudiziaria di quell’ufficio e qui c’era uno stabilimento del gurppo Eternit) ma il procedimento sarà spacchettato in quattro sedi: Torino, dove restano solo due casi per cui il processo verrà celebrato a partire dal 14 giugno 2017, Vercelli per i morti dello stabilimento di Casale Monferrato, Napoli per i casi di Bagnoli e Reggio Emilia per quelli di Rubiera. Nel suo provvedimento, oltre alla dichiarazione di prescrizione di un centinaio di casi, il gup ha ordinato la trasmissione degli atti alle rispettive procure. Dunque un divide ed impera che è destinato a spostare ancora in avanti nel tempo la vicenda, con il rischio di ulteriori prescrizioni. E tutto sarebbe generato da un “peccato originale”: “Ci si chiede il motivo per il quale il procuratore Guariniello decise di non contestare il ETERNIT FABBRICAreato di omicidio colposo, nonostante ciò gli sia stato richiesto espressamente da questa difesa – dichiara Ezio Bonanni, avvocato di parte civile di alcuni familiari di vittime e presidente dell’Osservatorio nazionale amianto – è un’altra incredibile decisione, dopo il rinvio alla Corte Costituzionale che ha allungato i tempi del processo di oltre un anno. La derubricazione del capo di imputazione e la prescrizione di questi casi sono una sconfitta per la giustizia”. E mentre Ona annuncia la richiesta alla procura di Torino di impugnare la determinazione del gup, con una nota a firma del presidente Giuliana Busto Afeva, in accordo con Cgil, Cisl e Uil, sottolinea che “dopo due anni di attesa per questo risultato dire che la montagna ha partorito il topolino è riduttivo”, evidenziando che è stata derubricata a colposa una condotta di sconcertante gravità. Afeva e sindacati sono poi decisamente insoddisfatti per il “colpo di spugna” di molti casi dovuto all’attuale disciplina della prescrizione. E da Roma, nell’immediatezza della pronuncia, avvenuta nel pomeriggio del 29 novembre, ha fatto sentire la sua voce il sindaco di Casale, Titti Palazzetti che pur “sconcertata per la soluzione prospettata dal giudice” puntualizza che si continuerà a lottare per avere giustizia “in particolare al Tribunale di Vercelli, dove ci saranno i casi del territorio”. Nella Capitale intanto è stato presentato il Testo unico sull’amianto che prevede l’obbligo di denuncia e di bonifica esteso a tutti a tutti gli edifici, compresi quelli privati, per poter garantire una mappatura affidabile da parte di Regioni e Asl e l’obbligo di trasmissione da parte del medico e dell’Asl ai Centri operativi regionali (Cor) delle informazioni relative ai pazienti, in caso di eternit bandiereaccertamento della malattia, ai fini dell’inserimento nel registro tumori presso l’Inail. In tutto questo la lotta condotta per anni da Afeva e da tutta la cittadinanza casalese ha avuto un ruolo fondamentale. A questo punto, però, visto che i tempi per arrivare ad una sentenza si allontanano, anche per poter ricostruire una memoria storica che supporti il grande lavoro fatto nel primo processo Eternit, e dia il giusto peso al dramma dell’Eternit, ci si domanda se non sia il caso di costituire una Commissione parlamentare di inchiesta che vada a cercare di ricostruire il clima nel quale l’Eternit ha operato, a Casale in particolare ed in Italia in generale, e se vi siano state delle connivenze o delle reticenze nel corso degli anni e quali legami abbia avuto l’impresa con il mondo politico, sindacale, economico. Perché se è vero che Schmidheiny, come pure il barone belga Louis De Cartier De Marchienne erano a capo dell’Eternit, e che hanno agito come hanno agito, non lo hanno fatto sicuramente da soli. Questa ricostruzione, sicuramente non avrà effetti pratici, ma almeno potrà scrivere alcune verità rimaste magari sinora in secondo piano, grazie all’autorevolezza ed ai poteri di una commissione d’indagine del Parlamento, nel tormentato capitolo della giustizia dell’infinita vicenda Eternit.

Massimo Iaretti

Richieste di asilo raddoppiate: 6000 contro le 3000 dello scorso anno

profughi 2A Torino e provincia raddoppiano le richieste di asilo, Nel 2015, infatti, erano circa 3mila, oggi si aggirano sulle 6mila. Sono dati emersi dal “XIX Osservatorio Interistituzionale sugli Stranieri”, presentato questa mattina. L’aumento delle richieste di cittadinanza per matrimonio e delle iscrizioni scolastiche dei ragazzi stranieri dimostra che chi arriva intende stabilizzarsi. La Prefettura spiega che ci sono 101 comuni che mettono a disposizioni 300 strutture d’accoglienza, di queste 4 superano i 100 posti. Secondo Monica Cerutti, assessora regionale alle Pari Opportunità “la sicurezza è un tema da separare da quello dell’immigrazione. A proposito del Moi la Regione lavorerà per i percorsi di inclusione e per il superamento di questa situazione”.

Nel Patto Torino-Piemonte sei miliardi di euro per infrastrutture, sviluppo, cultura e turismo

BANDIERE REGIONEUna serie di interventi per un valore di 6.128 milioni di euro, dei quali – spiegano in regione – 605 milioni sono parte dei Fondi di coesione sociale 2014/2020

Sono cinque gli assi strategici per  un totale di sei miliardi da destinare a diversi  interventi, nel Patto tra Governo, Regione Piemonte e Città di Torino, strumento di programmazione e di coordinamento tra le istituzioni  sottoposto all’attenzione della Presidenza del Consiglio. Il documento è stato presentato il 28 novembre in piazza Castello dal presidente e dall’assessore al Bilancio della Regione Piemonte, dalla sindaca di Torino e dagli assessori ai Trasporti delle due amministrazioni. Si tratta di una proposta di impegno comune con il Governo, che oltre a indicare delle priorità, delinea un metodo di lavoro per reperire le risorse. “Il Patto contiene una serie di interventi per un valore di 6.128 milioni di euro, dei quali – spiegano in regione – 605 milioni sono parte dei Fondi di coesione sociale 2014/2020 già attribuiti dal Governo alla Regione, e circa due miliardi provengono da fonti di finanziamento già assegnate, come ad esempio i fondi stanziati al Piemonte dalla Struttura di missione Italia sicura. Da reperire restano ancora 3,6 miliardi di euro, che, come sottolineato dal presidente della Regione, Sergio Chiamparino, sono oggetto dei punti d’intesa previsti dal Patto, e che deriveranno dagli sforzi di coordinamento messi in campo”.

GLI ASSI DI INTERVENTO

Sono cinque: infrastrutture, ambiente, sviluppo economico e produttivo, turismo e cultura, rafforzamento della pubblica amministrazione. In particolare, sul capitolo infrastrutture,le priorità di utilizzo dei Fondi europei, anziché disperdersi in mille rivoli, riguarderanno principalmente la Pedemontana Biella-Romagnano e il completamento di corso Grosseto a TorinoREGIONE PALAZZO (fondi nei quali sono compresi anche quelli dedicati al recupero dell’ex-Moi), e si procederà inoltre a un check up degli edifici scolastici in tutto il Piemonte. Verranno anche attribuite risorse per l’ammodernamento del materiale rotabile (tram, treni e trasporto su gomma), mentre circa 105 milioni di euro serviranno per opere di bonifica (Coiro, Balangero e Serravalle) e per misure contro il dissesto idrogeologico. Le risorse per far fronte ai danni provocati dalla recente ondata di maltempo non faranno invece parte del Patto, e saranno oggetto di specifici interventi. Per quanto riguarda le reti di trasporti, compresi quelle sostenibili, le misure previste nel patto hanno un valore complessivo di circa 4,75 miliardi di euro. L’elenco riguarda progetti su tutto il territorio piemontese, in particolare nelle aree urbane e suburbane di Torino, Alessandria, Novara e Vercelli.

Renzi al Lingotto: “Se puntassimo solo ai nostri voti saremmo spacciati, ma tanti vogliono cambiare”

renzi-pdIl premier Matteo Renzi è tornato a Torino, dove era stato già l’altro ieri, per  l’iniziativa a favore del sì al referendum, promossa al Lingotto. “in base ai numeri dei partiti saremmo spacciati, visto che il Pd ha il 35% e  qualcuno del Pd neppure vota… saremmo 35% a 65%. La partita  è difficile, ma ci sono tanti non del Pd che hanno voglia di un Paese più semplice, più tranquillo: ragioniamo con le persone.  Questa è una grande occasione per semplificare il sistema e non dipende dai partiti, ma dai cittadini”. Poi il capo del governo raccoglie l’invito del presidente della Regione, Sergio Chiamparino, invito che definisce “serio, di buonsenso e giusto” a ‘mettere mano al Pd’ dopo il voto. “Su questo aspetto dovremo iniziare dal 5 dicembre. Da qui a domenica prossima dobbiamo raccontare casa per casa che questo referendum non è il congresso del Pd. Faremo il kit anti bufale. Le abbiamo raccolte tutte e le diffonderemo una per una sui social network, dove spesso ci sono falsi profili. Dicono che Renzi si è fatto l’aereo’, ma non è mio: lo usano gli imprenditori per fare le missioni all’estero”.

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GLI APPUNTAMENTI DEL FRONTE DEL NO SOTTO LA MOLE

tronzano-comitronzano-2Più di 300 persone si sono trovate presso la sala Atc, nei giorni scorsi, dove il centrodestra ha illustrato le ragioni del No alla riforma costituzionale, nell’incontro organizzato da Andrea Tronzano, l’attivissimo ex capogruppo di Forza Italia in consiglio comunale.Tra i partecipanti Fabrizio Ricca – Lega Nord, Maurizio Marrone-Fratelli d’Italia,  Enzo Liardo – Ncd e il  Procuratore Capo di Torino Armando Spataro.  Tronzano ha anche organizzato una altro appuntamento (nelle foto) con l’europarlamentare Lara Comi, al Principi di Piemonte, con oltre 400 presenti. “Oggi il  centrodestra è un’alternativa credibile –  ha commentato  Andrea Tronzano – e dopo Renzi  esiste una soluzione credibile: non si tratta dei 5Stelle, ma di un  centrodestra propositivo.  Per quanto riguarda le nostre ragioni del No, per prima cosa non vogliamo  un parlamento di nominati, ma rappresentanti eletti dal popolo. Inoltre  nella riforma manca il vincolo di mandato che non permetta i cambi di casacca troppo diffusi”

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no-refereUniti per il no, Uniti per l’Italia‘  è stato invece l’incontro tenutosi stamane presso la Sala Conferenze GAM,  organizzato dal Comitato piemontese per il No alla riforma del Governo Renzi.Invitati a partecipare esponenti nazionali di diverse forze politiche:  Maria Stella Gelmini,Gaetano Quagliariello, il senatore Mario Mauro, l’onorevole Gianni Alemanno.  Insieme a loro, l’europarlamentare Alberto Cirio, Stefano Allasia,  Lucio Malan e  la senatrice Maria Rizzotti. Oltre a  Maurizio Marrone, Riccardo Molinari, Gilberto Pichetto Fratin e numerosi numerosi altri rappresentanti territoriali e amministratori locali piemontesi. Apertura affidata al presidente  del  Comitato piemontese per il No alla riforma del Governo Renzi, Claudia Porchietto. 

Maltempo, danni elevati. Individuato nelle acque del Chisone il corpo dell’anziano disperso

po638I danni materiali sono tantissimi, lo dice il presidente della Regione Sergio Chiamparino durante il sopralluogo delle zone colpite dal maltempo in provincia di Cuneo. “Non faccio ancora cifre, – commenta attraverso l’agenzia ansa – ma sono elevatissimi”. Fortunatamente rispetto all’alluvione del ’94 il grande lavoro fatto dalla Protezione civile ha evitato il peggio (si legga a tale proposito  il servizio con le dichiarazioni dell’ex assessore Cavallera in Prima Pagina sul Torinese – ndr). “Grazie alle opere compiute è stato possibile evitare conseguenze più gravi, si pensi che a Ormea le precipitazioni sono state tre volte superiori a quelle del ’94 e allora ci fu una settantina di morti”. A proposito della costruzionechiampa laus di un nuovo ponte a Garessio, una delle zone più colpite, il governatore pensa che sarebbe la soluzione migliore ma, aggiunge,  “l’Italia è complicata. Tanto complicata”. Intanto un cadavere è stato trovato dall’elisoccorso dei vigili del fuoco nelle acque del Chisone, vicino al ponte di San Germano, in Val Pellice. Probabilmente si tratta  di Sergio Biamino, il 70enne disperso da ieri qualche chilometro più a monte, a Perosa Argentina.

(foto: il Torinese)

Non solo referendum: Europa, esercito e maltempo nell’agenda di Matteo Renzi a Torino

Agenda intensa per  il premier Matteo Renzi, oggi a Torino, dopo il rinvio di ieri a causa del maltempo che ha investito il Piemonte. Il presidente del Consiglio si è recato alla Stampa (tutta la zona tra via Lugaro, sede del quotidiano e via Nizza  era praticamente blindata dalle forze dell’ordine, vedi foto piccola).

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Dopo ha preso parte l l’inaugurazione dell’anno accademico dell’Esercito, presso la Scuola di Applicazione, alla presenza della Ministra della Difesa, Roberta Pinotti, del Capo di Stato Maggiore della Difesa, Generale Claudio Graziano, del Capo di Stato Maggiore dell’Esercito, Generale di Corpo d’Armata Danilo Errico. Renzi, nel suo discorso agli ufficiali e allievi frequentatori di tutti gli Istituti e scuole di formazione ha espresso parole di apprezzamento per il lavoro svolto carabinieir-nizzaRENZI22dall’Esercito in supporto alla popolazione nelle ultime calamità naturali che hanno colpito il Paese, sottolineando che la memoria dell’Italia chiede di puntare al meglio e di investire nella qualità attraverso la formazione. A margine dell’evento ha parlato di Europa, affermando che ” il risanamento dei bilanci è sacrosanto, ma la mancanza di politica di crescita rischia di creare maggiori disagi di quelli che venivano immaginati. Ciò vale soprattutto per la visione geopolitica, perché l’Europa non può continuare a fare disegni di strategia salvo poi delegare ad altri gli interventi”. Poi la visita alla centrale della protezione civile piemontese. “L’emergenza non è conclusa, attendiamo la piena dei fiumi ad Asti e Alessandria. Ed è fondamentale che nelle prossime ore il governo si muova immediatamente perché si possa iniziare  il conteggio dei danni e gli aiuti alle popolazioni”, ha detto il capo del governo. Poi gli impegni politici, a sostegno del Sì al referendum del 4 dicembre.

Incubo alluvione, come gestirlo? “Il lavoro fatto negli anni è valido, ora la manutenzione”

preteroti-murazzi-poCerto, le immagini dei battelli Valentino e Valentina spinti dalla piena del Po contro i piloni del ponte della Gran Madre a Torino fanno effetto. Ma il bilancio del maltempo che in questi giorni ha colpito il Piemonte sarebbe potuto essere  ben più grave, con enormi danni alle persone, alle case  e alle opere pubbliche. Come ha sottolineato il presidente della Regione Sergio Chiamparino, se nel corso degli ultimi anni non fossero stati realizzati importanti interventi sui corsi d’acqua dopo le alluvioni del 1994 e del 2000, il risveglio al termine di questa nuova notte di pioggia sarebbe stato ben più amaro. “il Torinese” ha incontrato l’ex assessore regionale Ugo Cavallera, responsabile della Sanità nella giunta Cota, ma titolare della difesa del suolo e della protezione civile nei governi regionali di Enzo Ghigo del 1995 e del 2000. Già nel 1994, immediatamente dopo l’alluvione, l’allora presidente Gian Paolo Brizio lo incaricò di seguire la ricostruzione, cosa che portò a termine dal ’95 in poi. “Molti interventi venero

Tavola rotonda su "Quale futuro della candidatura Unesco per Langhe Monferrato Roero?" a Canelli presso Canelli Club Gancia, sabato 21 luglio 2012. Nella foto: Ugo Cavallera, Vice Presidente della Regione Piemonte.

realizzati in quegli anni, grazie anche ai governi via via succedutisi,  e il Piemonte oggi è all’avanguardia nella protezione civile e nella difesa del suolo. Naturalmente bisogna stare sempre all’erta ed è fondamentale una continua opera di manutenzione dei ponti e dei corsi d’acqua, affinché si cerchi di prevenire al meglio”, osserva l’ex assessore. In quegli anni venne effettuata anche una importante riforma: l’allora magistrato per il Po fu trasformato in Aipo, un’agenzia che oggi coordina meglio e in modo più razionale le attività che riguardano tutte lepreteroti-murazzi-po-2 regioni attraversate dal fiume. “Altro aspetto importante – aggiunge Cavallera – è quello urbanistico: non deve essere consentito costruire laddove ci sia il benché minimo dubbio che possano verificarsi problemi”. Il Piemonte ha fatto tesoro delle drammatiche esperienze alluvionali e oggi ogni piano regolatore anche del più piccolo Comune passa al vaglio di un attento esame dal punto di vista degli aspetti legati alla difesa del suolo. Cavallera  ci parla dal ponte Meier, sul Tanaro in piena della sua Alessandria: “ricordo le critiche di chi diceva che il ponte era stato fatto troppo alto…”. Vista la mole d’acqua che sta passando sotto i piloni c’è da chiedersi cosa sarebbe accaduto se fosse stato più basso.

 Le foto dei battelli Valentino e Valentina sono di

Antonello Preteroti Photography – Landscapes & Turin Events

Il Po allaga i Murazzi a Torino. Chiuso lo stabilimento Ferrero di Alba: il Tanaro fa paura

po111po965po444Il Po è uscito dagli argini lungo i Murazzi di Torino . Ma la protezione civile informa che il fiume è “osservato speciale” anche  in altri punti per il rischio di esondazioni. La prima cittadina Chiara Appendino ha  già firmato un’ordinanza che vieta il transito di mezzi e pedoni e la sosta. Accesso vietato anche al Borgo Medievale, che si trova proprio sulle sponde del Po. I corsi d’acqua fanno temere allagamenti un po’ in tutto il Piemonte. Lo stabilimento  della Ferrero ad Alba resterà chiuso a scopo precauzionale dalle 18 di questa sera e per tutta la giornata di domani e sono state annullate le attività previste nel  fine settimane in occasione dei 70 anni del Gruppo dolciario. A Ceva è stato allagato dal Tanaro  il centro di formazione  del Corpo Forestale. Per disposizione del Sindaco di Moncalieri, Paolo Montagna, stasera alle 19.30, per rischio esondazione del fiume Sangone, è stato annullato lo spettacolo SMITH & WESSON di Alessandro Baricco.

 

(Foto: il Torinese)