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Salvini: “Chiamparino e Appendino alleati per sostenere i soliti salotti buoni di Torino”

Una frecciata ai pentastellati e, al tempo stesso, al Pd: «I cinquestelle ormai sono renzizzati: fanno una loro Leopolda con un sacco di quattrini e con grandi nomi, e noi invece qui con meno soldi e con più serietà” . Il leader leghista Matteo Salvini, è intervenuto alla Gam con lo stato maggiore leghista (dal segretario piemontese Riccardo Molinari, al notaio “civico” candidato sindaco di Torino per Lega e fratelli d’Italia Alberto Morano) al convegno ‘Riprendiamoci il lavoro! L’Unione europea ci ha rubato democrazia e futuro’, organizzato dall’Enl (Europa delle Nazioni e della Libertà). Salvini ha toccato tutti i temi scottanti: immigrazione, crisi economica, Europa e politica nazionale e locale. In particolare ha posto l’accento su una presunta alleanza tra Chiamparino e Appendino: “Qui a Torino c’è un accordo sostanziale tra Pd e cinquestelle: tanto fumo e niente arrosto. I grillini  non rompono le scatole in Regione e il pd non le rompe in Comune, tanto per aumentare il  business  dei soliti noti, gli amici degli amici e i salotti buoni». Infine, una previsione sulle elezioni politiche: “secondo me in autunno si vota”.

 

(foto: CV- il Torinese)

Tenta il suicidio ragazzina 15enne di origini egiziane promessa sposa ad uno sconosciuto

Come nel medioevo era  stata promessa sposa ad uno sconosciuto di dieci anni più grande di lei. La studentessa torinese di origini egiziane, di soli 15 anni, è stata allontanata dalla famiglia grazie a un provvedimento del Tribunale dei Minori di Torino. La ragazzina, che ora si trova in una comunità, ,  per evitare il matrimonio combinato aveva tentato il suicidio tagliandosi le vene. Fortunatamente si era confidata con una compagna di classe che l’ha convinta a denunciare la vicenda. la giovane ha così telefonato al Servizio 114 Emergenza Infanzia e la segnalazione è giunta al commissariato Barriera Milano. La madre,  le aveva detto che non sarebbe più andata a scuola perché l’avrebbe mandata in Egitto dalla futura suocera. la donna è stata segnalata alla Procura della Repubblica.

 

(foto: il Torinese)

Quasi 5 milioni di presenze: Piemonte meta del turismo italiano, ma “non passa lo straniero”

Una sempre maggior presenza di turisti in Piemonte da tutte le regioni è quanto emerge dai dati relativi allo scorso anno elaborati dall’Osservatorio turistico regionale. Il 2016 conferma il trend di crescita del turismo in Piemonte, sia nelle presenze (+2,41%), sia negli arrivi (+2,67%), con 4 milioni e 800mila turisti e superando la soglia dei 14 milioni di pernottamenti. L’estate è il periodo di maggiore attrattività per il territorio, contribuendo infatti per oltre il 60% ai flussi turistici. L’incremento è il risultato di un ottimo andamento del mercato italiano, che ha registrato una crescita del 7,1% negli arrivi e del 6% nelle presenze, per un totale di 3 milioni di arrivi e 8 milioni 100mila presenze. Sebbene i turisti piemontesi costituiscano ancora una quota significativa del mercato italiano, con 3milioni e 300mila presenze, sono infatti numerose le regioni, non solo del nord Italia, che nel 2016 hanno registrato aumenti significativi, sia in termini assoluti che percentuali. La Lombardia, che costituisce la seconda regione di provenienza, con 1milione e 400mila pernottamenti e una crescita del 18% negli arrivi e del 15% nelle presenze; a seguire il Lazio, quasi 178mila arrivi (+17%) e quasi 480mila presenze (+19%) e la Liguria, con 164mila arrivi (oltre +12%) e 471mila notti (+13%).

Lo scorso anno ha registrato una flessione dei mercati esteri rispetto al 2015, quando l’aumento degli arrivi internazionali aveva fatto registrare dati da record, pari circa al 20%. I flussi internazionali hanno comunque registrato il secondo miglior risultato degli ultimi dieci anni, con oltre 1milione 800mila arrivi e 5milioni e 800mila presenze. I dati indicano una flessione di alcuni mercati, in particolare Germania, che rimane comunque il primo mercato estero per il Piemonte, Francia e Regno Unito. Crescono invece i flussi dai Paesi del nord Europa: il primo, per percentuale di incremento, è il BeNeLux, con +19% di arrivi e +17% di presenze, a seguire la Svizzera, con +13% di arrivi a +14% di presenze, e la Scandinavia (+5% arrivi e +2% presenze).

L’elevato  tasso di crescita, grazie anche alle componenti estere, è dovuto anche ad alcuni prodotti turistici d’eccellenza, come l’area collinare del sud del Piemonte. Grazie all’attrattività del comparto enogastronomico, infatti, nel 2016 aumentano gli arrivi, che superano quota 786mila (+7%) e le presenze raggiungono quota 1milione e 765mila (+6%): un risultato ottenuto grazie al contributo positivo della componente italiana, ma in particolare di quella estera, che vale quasi il 50% delle presenze totali e conferma la vocazione sempre più internazionale dell’area.

Torino e la prima cintura seguono e in qualche misura trainano l’andamento dei flussi regionali. Rispetto all’anno precedente si registra un saldo positivo negli arrivi (+1%) e un ottimo incremento nelle presente (+7%): l’incremento è trainato soprattutto dal mercato italiano, mentre l’estero, dopo il forte incremento dell’anno scorso, rallenta nel numero di arrivi (-13%), ma aumenta dell’1% i pernottamenti.

Presenza estera  significativa anche nell’area dei laghi, in particolare per la stagione estiva, dove le presenze crescono e raggiungono quasi la soglia dei 2milioni 690mila (+3%), con un +6%  dall’estero e una crescita anche degli arrivi pari quasi al 4%. Complessivamente, però, gli arrivi registrano una flessione, fermandosi a quota 732.363.

La montagna, per quanto riguarda la stagione invernale 2015/2016 ha chiuso con un +7% di arrivi esteri  e –12% di presenze. Stesso andamento per il periodo estivo:  saldo degli arrivi  positivo, con un incremento del numero di turisti pari al 5%, ma si registra una flessione delle presenze dovuta alla componente estera. I dati delle presenze si assestano quindi a 1milione 351mila per l’inverno e a 1milione 580 mila per l’estate. Una situazione che, nel segmento estivo, porta a una contrazione dei flussi internazionali della montagna torinese, a fronte invece di un aumento nel Cuneese e nell’area della Valsesia e di Vercelli. Nella stagione invernale, rallentano le località cuneesi e torinesi, mentre la montagna della Valsesia aumenta anche in questo caso i flussi turistici, in particolare la quota italiana.

In termini assoluti le Atl di Turismo Torino e Provincia e del Distretto dei Laghi si confermano come le più attrattive,  rispettivamente con 6milioni e 800mila e oltre 3milioni e 400mila pernottamenti. Delle nove Aziende turistiche locali del Piemonte a registrare le migliori performance di crescita del 2016, con percentuali significativamente superiori alla media regionale, sono quella di Langhe e Roero (+9,6% di arrivi e +7,4% di presenze) e quella di Asti (+11,3% di arrivi e +8,7% di presenze).

Regione, ok al bilancio di previsione. 25 milioni ai Comuni per scuole, casa e territorio

Supera a maggioranza l’esame della prima Commissione, il Bilancio di previsione finanziario 2017-19 della regione. Sono stati approvati alcuni emendamenti di Giunta e il testo è pronto per essere esaminato in Aula. Grazie a un emendamento oltre 25 milioni di euro andranno a favore degli Enti locali piemontesi, per la realizzazione di investimenti relativi all’edilizia scolastica, al dissesto idrogeologico, alle politiche per la casa e cultura. Previsti un finanziamento fino a 7 milioni a favore delle aziende agricole “biologiche”, la disposizione che consente agli Enti locali di avere uno spazio finanziario, relativamente agli equilibri di bilancio, per ottenere maggiori disponibilità di investimento e un nuovo capitolo per migliorare i controlli da parte di Arpa e Vigili del fuoco, sull’utilizzo di sostanze pericolose.  Nel 2017 sono previste entrate di competenza per circa 20.3 miliardi di euro e di cassa per circa 14. 5 miliardi di euro mentre sono previste spese di pari importo sia in competenza che in cassa.

www.cr.piemonte.it

Confindustria, migliora la fiducia delle imprese. Ma l’edilizia è in crisi

Migliora il clima di fiducia, di ben 10-15 punti percentuali: in particolare  nel settore manifatturiero il monitoraggio di Confindustria e Unioncamere Piemonte realizzato con Intesa Sanpaolo e UniCredit rileva sul secondo trimestre 2017 la positiva inversione di tendenza. Nel settore manifatturiero le previsioni relative a produzione e ordini sono molto positive, e i saldi ottimisti-pessimisti risultano superiori di 15 punti rispetto al

trimestre precedente. Per quanto riguarda l’export si passa da +5,3% a +13%. Tra le indicazioni più favorevoli quelle nei settori chimico, alimentare e manifatture varie (gioielleria, giocattoli) con saldi ottimisti-pessimisti su produzione e ordini  pari a circa +30 punti percentuali. Positivi anche tessile, gomma plastica e metalmeccanica: saldi intorno a +20 punti. Non migliora, invece, la situazione dell’ edilizia. Buone, infine,  le previsioni sull’occupazione che da +2,4% di dicembre salgono a +9,4%.

 

(foto: il Torinese)

Circoli Pd, affluenza elevata. Partita d’andata: anche a Torino e in Piemonte Renzi stravince

I dati raccolti dai circoli piemontesi del Partito democratico registrano una affluenza pari al 59,66%, pari a 9214 voti sui 15443 iscritti al partito.

Al precedente congresso del Pd aveva partecipato il 48,6% degli iscritti.  Per quanto riguarda le tre mozioni dei candidati alla carica di Segretario nazionale: Andrea Orlando ha ottenuto 2929 voti, pari al 31,99%, Michele Emiliano ha ottenuto il 2,64% con 242 voti e Matteo Renzi il 65,37% con 5985. “Una grande prova di democrazia e partecipazione alla vita pubblica: questo sono state le convenzioni congressuali del Partito democratico”. Così l’ex sindaco e segretario nazionale del partito, Piero Fassino ha espresso soddisfazione per l’andamento del congresso. “In migliaia di circoli – sottolinea Fassino – abbiamo assistito a un dibattito vero, animati dalla passione e dalla partecipazione di tantissimi volontari e dalla autorevolezza dei candidati. Una prova di partecipazione e di democrazia – rimarca – che nessuna altra forza politica ha fino ad ora messo in campo. Come sostenitore di Matteo Renzi sono molto contento del risultato che conferma un larghissimo consenso dei nostri iscritti”.

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IL COMMENTO

Calcisticamente parlando, partita d’andata 3  a 0 per Renzi. Vedremo la partita di ritorno, ma mi sembra improbabile un ribaltamento della situazione. In Piemonte e a Torino, che io sappia, non c ‘è circolo che non abbia ” regalato ” al Matteo nazionale il primato. Persino a Settimo, roccaforte della sinistra dem, ha ottenuto  il 54 per cento. Poco importa la non oceanica affluenza al voto e le accuse sul tesseramento all’ultimo minuto. Interessante sapere la percentuale di chi si è iscritto in zona Cesarini per votare. Ovviamente non sapremo mai per chi hanno votato. Ma già Orlando si lamenta che molto non è andato per il verso giusto. Non farà ricorsi, contrario alle carte bollate. Ci sono ordini di grandezza.  Non cifre definitive, ma comunque 250 mila di votanti non sono pochi. Indispensabili ma non sufficienti per diventare candidato a Presidente del Consiglio.  Per questo la partita di ritorno è fondamentale. Più voteranno, più Renzi avrà una investitura popolare. Il resto, ovviamente, lo faranno gli elettori. Comprendo eventuali obiezioni: è lo statuto del Pd a prevedere che il segretario sia candidato alla Presidenza del Consiglio. Insisto: il 65%  di 250 mila votanti è pochino. Partecipando direttamente ad un congresso ho scoperto che gli iscritti votavano solo per il segretario. In fondo c’ era solo questo da decidere. Scusate…un po’ pochino. Agli amici renziani ho chiesto: perché nonostante le sconfitte avete riproposto un perdente? Perché non avete cercato un altro e nuovo leader?  Il succo è stato: non c’ erano alternative credibili. Mi è venuta in mente la mirabolante frase di Bertolt Brecht: “beati quei popoli che non hanno bisogno di eroi”. Renzi sicuramente ha vinto il referendum su sé stesso tra il suo popolo. Ora il popolo degli elettori ha bisogno si sapere quali sono le politiche del PD e del suo ” eroe “.

Patrizio Tosetto

(foto: il Torinese)

 

Bilancio del Comune, tutte le opposizioni unite contro la sindaca: “Governa con arroganza”

Secondo i rappresentanti delle opposizioni al gran completo «prima ci sono le regole, poi le posizioni politiche”. Ecco perché tutta la minoranza di Palazzo Civico ha indetto per la prima volta una maxi-conferenza stampa congiunta

durante la quale sono state  illustrate le motivazioni e i contenuti del ricorso al Tar Piemonte presentato all’unisono dai capigruppo di tutti i gruppi consiliari delle minoranze per l’annullamento della delibera “Indirizzi per la redazione del Bilancio finanziario triennale 2017 – 2019. Questa  consente l’utilizzo degli oneri di urbanizzazione per pagare la spesa corrente, ed è stata  approvata dalla maggioranza del M5S nella seduta del 6 marzo ” viziata da gravi irregolarità nelle procedure adottate” . Hanno aderito alla conferenza stampa Alberto Morano Capogruppo Lista Civica Morano,  Stefano Lo Russo PD, Eleonora Artesio  Torino in Comune – La Sinistra, Silvio Magliano Moderati, Osvaldo Napoli Forza Italia, Francesco Tresso Lista Civica per Torino, Fabrizio Ricca Lega Nord-Piemont, Roberto Rosso Direzione Italia.  Per le minoranze “unite”  “i pentastellati e la sindaca Appendino non si rendono conto che ora governano, e non occupano, la macchina amministrativa. E’ un atteggiamento arrogante”. Tutto regolare, replica  la giunta Appendino: “procedure corrette e l’eventuale bocciatura della delibera al Tar”, sostiene l’amministrazione,  “non cambierebbe nulla”, il ricorso agli oneri è permesso dalla legge , senza provvedimenti specifici. La battaglia è appena iniziata.

I CAPIGURUPPO DI MINORANZA ATTACCANO L’AMMINISTRAZIONE

 Lo Russo : “Appendino e’ riuscita a metterci tutti intorno allo stesso tavolo: il ricorso al TAR che viene presentato  al fine di sospendere o annullare gli effetti di una deliberazione approvata dalla maggioranza grillina che consente di inserire nel Bilancio gli Oneri di Urbanizzazione per pagare la Spesa Corrente che e’ per altro una pratica condannata dalla Corte dei Conti. E’ come vendere i gioielli della nonna per pagare le bollette. Utilizzare questi oneri per pagare una spesa che tutti gli anni il Comune deve sostenere e’ una enorme forzatura regolamentare perché benché si possa deliberare una procedura di urgenza ci sono alcuni paletti a tutela della minoranza. Esiste un principio di regole democratiche che prevede che su alcuni atti fondamentali  su Urbanistica e Bilancio non si possono applicare alcune procedure. Che siano proprio l’assessore Rolando, la sindaca  Appendino e tutto il gruppo Movimento Cinque Stelle a violare questi principi e’ inaccettabile . Se salta il principio delle regole del gioco, unanimemente riteniamo che non sia accettabile. Questa e’ una procedura viziata dal punto di vista politico. C’è un comune denominatore che caratterizza i gruppi della minoranza : il rispetto delle regole.” 

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Napoli: “Questa Giunta non ha una vera proposta per Torino, si comportano come se le opposizioni non esistessero . Non c’è una strategia globale per la valorizzazione della Città . E’ il fallimento di questa amministrazione . Si comportano dando sempre la colpa agli altri . Non e’ così che si amministra. “

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Morano: “Questo ricorso vuole essere per il rispetto delle regole democratiche , altrimenti viene meno il sistema , quale che sia la coloritura politica . Il tema degli oneri poi e’ un tema importante. Vedremo nel tempo la correttezza di questo Bilancio . Anche i rilievi di Standard and Poor’s non ritengono attendibile e accettabile questo Bilancio. Quando si parla ai mercati finanziari bisogna essere credibili. E non c’è rispetto delle regole democratiche nemmeno all’interno del loro movimento”.

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 Artesio: ” La sindaca in virtù di privilegiare la sua immagine e quella del suo movimento non ascrive nessuna azione collettiva che consente di amministrare. ” Chiude Lo Russo: ” Si sta palesando la totale inadeguatezza di Appendino e di Rolando di governare . Il Movimento a Cinque Stelle ha un atteggiamento padronale e arrogante non supportato per altro da competenza e capacità di amministrare. Tutti intorno ad un tavolo per dire basta a questo tipo di andazzo. 

 

 

 

 

 

 

Comune, 90 milioni in meno a bilancio. La sindaca: “scelte responsabili per recuperarli”

Il bilancio  di previsione del Comune di Torino segna per le entrate  totali, compreso l’avanzo di amministrazione che non c’è più, meno 90 milioni rispetto al 2016. Lo ha annunciato in commissione Bilancio, l’assessore comunale Sergio Rolando.

La sindaca Chiara Appendino: “La trasparenza è un nostro valore, forse il più importante.E il modo migliore per affermarlo è metterla in pratica: sul mio sito trovate il file con i dati di sintesi del bilancio della Città di Torino 2017 approvato dalla Giunta. Tornando brevemente nel merito sottolineo, come è stato fatto questa mattina in commissione, che le entrate totali di quest’anno sono inferiori di 90 milioni rispetto all’anno scorso”. Prosegue Appendino: “Se devi decidere dove recuperare 90 milioni, hai essenzialmente due possibilità: o gonfi le entrate o fai scelte di responsabilità. A chi, della precedente amministrazione, ci accusa di demagogia, rispondo che la demagogia è non affrontare i problemi per paura di perdere consenso. Quello che sta muovendo noi, invece, è senso di responsabilità”.

 

(foto: A. Preteroti)

Il referendum sugli ospedali? Non si fa. Il centrodestra protesta

Nessun referendum sulla delibera per la riorganizzazione degli ospedali piemontesi approvata dalla Giunta Chiamparino nel 2014: il Consiglio regionale ha votato per l’inammissibilità dell’istanza presentata dal Comitato “Salviamo gli ospedali e la Sanità in Piemonte”, primo firmatario il consigliere regionale Gianluca Vignale di Mns , che mirava a sottoporre al voto dei cittadini la razionalizzazione in ambito sanitario ospedaliero.

” In aula – ha spiegato Vignale – portavamo la voce di oltre tremila cittadini e amministratori locali che chiedevano di poter raccogliere le 60 mila firme necessarie per l’indizione di una consultazione referendaria, su una delibera che ha stravolto la sanità piemontese. Il referendum abrogativo sarebbe stata una grande opportunità non solo per questa maggioranza ma anche per tutti gli amministratori locali ed i cittadini di affrontare i pro ed i contro una riforma sanitaria molto discussa. Purtroppo questa maggioranza – ha proseguito Vignale – ha, nuovamente, preferito nascondere la testa sotto la sabbia, negandosi al confronto con i cittadini e chiudendosi in motivazioni tecniche, frutto della paura o della certezza di perdere il referendum”.La votazione si è chiusa con 30 sì (cioè a favore dell’inammissibilità) e 15 no. Contro il referendum hanno votato Pd, Sel, Scelta Civica, Moderati e Chiamparino per il Piemonte, a favore Fi, M5s, Ln, Mns.

Sull’ammissibilità del quesito si era già espressa la Commissione di garanzia, organo consultivo indipendente della Regione, che ha definito la delibera di riorganizzazione “un atto amministrativo di esecuzione di norme legislative” e pertanto non sottoponibile a referendum ai sensi dello Statuto regionale.

In Ufficio di presidenza – fatto mai avvenuto prima d’ora –  la votazione sull’inammissibilità della consultazione non è stata unanime (era assente il consigliere segretario Gabriele Molinari, hanno votato per l’ammissibilità la vicepresidente Daniela Ruffino e il consigliere segretario Giorgio Bertola) e così, come prevede la legge regionale e per la prima volta nella storia della Regione Piemonte, è stata l’Assemblea a esprimersi sull’ammissibilità di una proposta referendaria. Se il Consiglio avesse dato parere favorevole, per il quale era necessaria una maggioranza assoluta (26 voti), sarebbe partita la raccolta delle 60 mila firme di cittadini elettori per poi procedere all’indizione del referendum.

Ha detto invece il capogruppo del Partito Democratico Davide Gariglio: “Voglio ricordare che chi ci fa la morale oggi faceva parte di una maggioranza politica che, ad esempio, ha chiuso il Valdese ed è curioso che si cambi posizione a seconda del lato dell’emiciclo in cui si siede. La nostra Giunta, al contrario, è fortemente impegnata nel ridurre le liste di attesa e nel razionalizzare la sanità senza penalizzare i servizi”.

Per Gilberto Pichetto, capogruppo di Forza Italia “noi oggi siamo chiamati a una valutazione politica, cioè dobbiamo decidere se gli elettori possono o meno esprimersi su un tema, quello della riduzione dei servizi sanitari, molto delicato, e su un settore, quello della sanità, che assorbe più dell’80 per cento del bilancio della Regione. Credo sia un diritto dei piemontesi potersi esprimere con un referendum perché una delibera come quella della revisione della rete ospedaliera qualifica una Giunta e la sua maggioranza, e quindi deve essere valutata e giudicata dai cittadini”

“La questione è molto rilevante – ha sottolineato il consigliere del Movimento 5 Stelle Davide Bono – poiché riguarda due temi che ci stanno molto a cuore, l’esercizio della democrazia e la sanità. Ancora una volta il Consiglio regionale rifiuta di sentire il parere dei cittadini piemontesi, come è successo per il referendum sulla caccia, per il quale nel 1987 sono state raccolte le 60 mila necessarie all’indizione di un referendum, che non si è mai tenuto. La democrazia è un diritto dei cittadini ma è anche un dovere da parte di chi siede tra questi banchi e i cittadini li deve rappresentare”.

“Abbiamo criticato questa delibera ha affermato il capogruppo Sel Marco Grimaldi – per lo schema rigido e cieco, imposto da normative nazionali, che rende incomprensibili certe decisioni. La sanità pubblica ha retto la forza d’urto di questa crisi ma si sono create profonde disuguaglianze. Crescono le liste d’attesa e chi se lo può permettere paga, spesso al di fuori del sistema pubblico locale e fuori regione, tanto è vero che abbiamo una mobilità passiva molto elevata, che ci costa più di 200 milioni. Chi invece non può cerca scorciatoie, nella maggior parte dei casi sbagliate, come i pronto soccorso. Il rischio è che la sanità non sia per tutti uguale e che nel pubblico rimangano solo i debiti”.

“Mi pare che la discussione su questo tema  – ha concluso l’assessore alla Sanità Antonio Saitta –  si attesti intorno a due grandi blocchi, quello dei progressisti e quello dei conservatori, di chi si occupa della sostenibilità del sistema sanitario dei prossimi anni e di chi no. Noi ci siamo assunti la responsabilità di guardare al futuro rimodulando l’offerta sanitaria in funzione del cambiamento della domanda e siamo così usciti dal piano di rientro. Se possiamo ultimare l’ospedale di Verduno, se possiamo dire che completeremo Valle Belbo, se possiamo avere una maggiore autonomia è perché siamo usciti dal piano di rientro, anche grazie alla delibera che si vuole sottoporre a referendum, ed è un merito che noi ci assumiamo”.

(foto: il Torinese)

Treni, i pendolari chiedono meno tagli. Dal 2010 servizio ridotto e linee soppresse

“Sono 165 mila i pendolari piemontesi che ogni giorno prendono il treno per spostarsi per ragioni di lavoro o di studio. Dal 2011 si è assistito a un calo di circa il 9,5%, una diretta conseguenza dei tagli al servizio ferroviario regionale che dal 2010 ad oggi hanno portato alla soppressione di intere linee con un taglio complessivo del servizio pari all’8,4%. Riattivare le tratte ferroviarie piemontesi chiuse, serve innanzitutto per offrire nuovamente un servizio degno di tale nome ai pendolari. Ma queste tratte rappresentano anche un importante patrimonio paesaggistico e culturale che merita di essere valorizzato e sono un’opportunità preziosa per avviare e incentivare una riconversione sostenibile all’insegna di un turismo di qualità”. Legambiente ne ha parlato  ad Asti in occasione del passaggio del Treno Verde All’incontro dal titolo “Ferrovie Unesco: sviluppi della proposta per la riapertura delle linee ferroviarie piemontesi sospese” sono intervenuti Federico Vozza, vicepresidente di Legambiente Piemonte e Valle d’Aosta; Paolo Milanesio, staff Assessorato regionale ai Trasporti; Giovanni Currado, amministratore delegato di INFRA.TO; Marco De Vecchi, presidente dell’Osservatorio del Paesaggio Astigiano;rappresentanti delle associazioni dei pendolari. “Chiediamo alla Regione di invertire finalmente il trend negativo degli ultimi anni che ha visto la chiusura di linee importanti, aumenti vertiginosi delle tariffe e un’emorragia di pendolari – ha affermato Federico Vozza, –. Occorre aumentare gli investimenti sul trasporto ferroviario pendolare dando tempi certi per la riapertura delle linee tagliate perché puntare sui treni pendolari è nell’interesse dei cittadini”. Secondo  Legambiente, per cambiare questa situazione “occorre aumentare l’offerta di treni sulle linee, in particolare in quelle urbane più utilizzate dai pendolari e laddove sono stati cancellati o ridotti i collegamenti in questi anni. Regione e Governo centrale devono poi finalmente comprare treni, poiché sono i numeri di coloro che prendono il treno ogni giorno a far capire l’importanza di invertire questo processo: 160 mila passeggeri sulle Frecce, 25 mila su Italo, 40 mila su Intercity, oltre 2 milioni e 800 mila sui treni regionali, 2 milioni e 650 mila sulle metropolitane”. Tra le linee chiuse a seguito dei tagli decisi dalla Regione Piemonte quella di Casale Monferrato, con la linea per Vercelli e quella per Mortara. Fino a pochi anni fa da Casale Monferrato si poteva andare a Vercelli in 18 minuti, con diversi collegamenti diretti al giorno, e si poteva andare a Mortara in 25 minuti, anche qui con diversi collegamenti attraverso una linea diretta. Oggi ci vogliono fino a due ore in entrambe le direttrici perché costretti a cambi. In alternativa ci sono i pullman, comunque più lenti del servizio treni che esisteva fino a pochi anni fa. A gennaio scorso la Camera dei Deputati ha inoltre approvato in prima lettura il progetto di Legge per l’istituzione di ferrovie turistiche e definisce un primo elenco di tratte ferroviarie da valorizzare. S”i tratta di percorsi costruiti tra la fine dell’ottocento e i primi del novecento che, oltre ad attraversare luoghi ricchi di fascino e di storia, conservano, quasi intatti, importanti elementi di archeologia industriale e ferroviaria, ponti e gallerie ancora in eccellenti condizioni statiche, stazioni e magazzini dall’inconfondibile stile ferroviario italiano: infrastrutture che, in un modo o nell’altro, hanno fatto la storia del nostro Paese e che vanno assolutamente tutelati. Tra queste la ferrovia Ceva-Ormea in Piemonte” sostiene Legambiente.

 

(foto: il Torinese)