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Ricordare Re Vittorio? Doveroso, ma senza dilettantismi

Di Pier Franco Quaglieni

E’ giusto che Torino ricordi in modo adeguato Vittorio Emanuele II, il Padre della Patria, nato a Torino il 14 marzo 1820. L’ho scritto per primo su questo giornale una settimana fa

Tra i  quattro Re d’ Italia fu sicuramente  Vittorio Emanuele il più significativo  sotto il profilo storico. Coprotagonista del Risorgimento con Cavour, Garibaldi e Mazzini, seppe essere all’altezza del compito immane che la Dinastia sabauda si era assegnata, quello di realizzare  l’ unità  di un paese da secoli diviso, quello che Croce definì il “Sorgimento”, il fatto più importante della storia italiana.
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Senza voler necessariamente  accettare una certa agiografia sabauda, che non è certo vera  storiografia,  il Re fu  senza dubbio una personalità storica  importante e decisiva. Denis Mack Smith nel 1972 ne scrisse un’ampia biografia che non rende giustizia al Re. Non a caso,  la esaltò Franco Antonicelli che la presentò, in dialogo con l’autore, all’Unione Culturale. Andai a sentirli, rimasi allibito dalla loro faziosità ideologica. Rosario Romeo, il massimo storico del Risorgimento e di Cavour, mi disse che quella biografia era “miserabile”. Mach Smith era troppo angusto per poter  capire Vittorio Emanuele II che non era banalmente  riconducibile al fatto – sicuramente vero – che gli piacessero molto le donne, tanto per citare un aspetto insistito di quella biografia. Non capì  neppure Cavour. Al massimo esaltò acriticamente Garibaldi. Nel 2011 a palazzo reale di Torino, con grande dovizia di mezzi,  venne allestita una mostra su Vittorio Emanuele II in chiave meramente celebrativa che certo non contribuì alla sua conoscenza storica  Ho ripreso in mano l’imponente catalogo introdotto dal giornalista Giovanni Minoli e non da uno storico.Un’introduzione di una banalità  piuttosto sconcertante,  scritta in modo  un po’ strascicato da un giornalista televisivo, forse poco avvezzo a scrivere  articoli e meno che mai dei  saggi storici. Più che un catalogo si tratta di una rigovernatura di scritti  poco coerenti e poco scientifici. Un grande impegno finanziario per realizzare un evento  molto effimero e di scarso valore storiografico.
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Gli storici risorgimentalisti sono pochi, i dilettanti e gli improvvisatori sono invece tantissimi. Era vero nel  2011 , ma ancora di più oggi. La cattedra di Storia del Risorgimento e’ stata soppressa a Torino e in altre Università italiane. L’ istituto nazionale per la storia del Risorgimento è stato commissariato con l’intento di scioglierlo . Ho letto sui giornali dei nomi  di “celebratori” che mi fanno rabbrividire. Persone neppure laureate, comunque senza studi in campo risorgimentale, che si apprestano a pontificare su questo Re che va storicizzato più che celebrato. Non vorrei che fossero  protagonisti delle “celebrazioni”   del bicentenario anche gli eredi  ideali del Conte De Vecchi di Val Cismon , squadrista e quadrumviro della Marcia su Roma, dilettante di storia del Risorgimento, padre di una versione aberrante della storia risorgimentale di cui il fascismo sarebbe stato il pieno coronamento. Una tesi di Giovanni Gentile, di cui lo squadrista torinese realizzò la peggiore  vulgata.  De Vecchi mise  anche le mani sul Museo Nazionale del Risorgimento, stravolgendolo in chiave propagandistica del regime fascista, di cui fu un fanatico e ripetitivo sostenitore. Anche i monarchici fans del Duca d’Aosta stanno organizzando qualcosa a Torino. Leggendo i nomi proposti, se si esclude il giurista insigne Salvatore Sfrecola, non c’è da stare molto  sereni. C’ è un politicante saltafossi diventato  da poco deputato leghista  e il critico d’arte Sgarbi che non è certamente uno storico del Risorgimento. Appare strana invece l’assenza  a Torino del Presidente della sedicente Consulta dei Senatori del Regno che forse ricorderà il Re   direttamente al Pantheon, come appare più consono al  ruolo istituzionale che in modo un po’ troppo autoreferenziale crede di avere e di poter esercitare.
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 Appare anche strano che l’Accademia Albertina diventi sede privilegiata dell’ apertura delle celebrazioni del bicentenario. E ‘certo meglio questa Accademia Albertina di quella che fu protagonista della contestazione studentesca, ma  sicuramente , ad onor del vero,  il Re c’entra poco con un’Accademia di belle arti,  sia pure fondata e  intitolata al padre del sovrano, Carlo Alberto. Forse qualche sindacato dei docenti avrà qualcosa da ridire su questo pronunciamento coraggioso  e imprevedibile. Credo che davanti al monumento a Vittorio Emanuele  a Torino ci sarà tra i monarchici una corsa a premi a chi deporrà per primo una corona d’alloro  che appare un modo per celebrare in modo un po’ semplicistico, senza storicizzare. Ci sarà anche una Messa a Santa Cristina, malgrado il Re sia stato il sovrano delle Leggi Siccardi e della Breccia di Porta Pia. Manca finora un bell’incontro storico con storici veri. So che il Museo  Nazionale del Risorgimento,  presieduto dal grande risorgimentslista Umberto Levra, promuoverà un evento importante in autunno. Sembrano invece latitare in modo clamoroso le istituzioni comunali e regionali che finora non si sono sentite. E non si sa se il capo dello Stato Mattarella verrà a Torino per onorare il primo capo dello Stato dell’Italia unita. Nel 2011 Giorgio Napolitano rese omaggio al Pantheon  alla tomba del Re . Un esempio importante che segno’ un’epoca. Nel 1961, centenario del Regno e dell’ Unità ,un gesto simile da parte del presidente Gronchi sarebbe stato impensabile.
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C’è da augurarsi che Torino e l’Italia sappiano ricordare questo Re senza le solite distinzioni di parte all’italiana che appaiono davvero inadeguate. E senza “gli studiati silenzi e i meditati oblii” di cui parlava nel 1961 Vittorio Prunas Tola. Su Facebook ho letto che un ignorantello si è domandato perché si dovesse ricordare  “il nonno di Sciaboletta”( Vittorio Emanuele III). Se la situazione è questa , bisogna assolutamente ricordare in termini storici il primo Re d’Italia. Anche la scuola dovrebbe assolutamente farlo.
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Banda Ultra Larga, entro tre anni mille Comuni collegati

Costituito un team misto Regione e Open Fiber per accelerare la posa della rete in Piemonte

 

L’assessore regionale all’Innovazione, Matteo Marnati«Taglieremo le lungaggini autorizzative. Abbiamo condiviso un piano operativo per accelerare e completare le opere in molti Comuni» 

Un team di tecnici della Regione Piemonte e Open Fiber hanno assunto l’impegno di collaborare più a stretto contatto al piano per la posa della banda ultra larga. La decisione di affidare a un gruppo specifico il monitoraggio della realizzazione delle infrastrutture è stata presa a Roma durante un incontro tra l’assessore regionale all’Innovazione Matteo Marnati e l’amministratore delegato di Open Fiber, Elisabetta Ripa. Secondo il nuovo cronoprogramma entro il 2022 saranno completati i lavori in 1000 Comuni Piemontesi.«Abbiamo messo in campo con Open Fiber un team misto per recuperare il tempo perduto e fare in modo di realizzare questo progetto infrastrutturale di rete per le telecomunicazioni che è il più importante dal dopoguerra a oggi. Il ruolo della Regione sarà di agevolare e superare le lungaggini autorizzative – ha spiegato l’assessore all’Innovazione, Matteo Marnati – Vogliamo accelerare. Abbiamo condiviso un piano operativo per ultimare la posa in molti Comuni».

Open Fiber è il concessionario per conto della Stato per la messa in posa delle infrastrutture della Banda Ultra Larga. Prenderanno il via a partire da febbraio una serie di incontri con sindaci e amministratori locali del Piemonte per aggiornare le prospettive di messa in posa delle opere.

Il vento caldo porta un anticipo di estate a febbraio

Vento caldo in arrivo  all’inizio della settimana in Piemonte: le temperature massime arriveranno fino a 23 gradi in  pianura e bassa collina.

 

Domenica sull’arco alpino, un fronte temperato atlantico “supportato da intense correnti in quota” prevede  Smi – Società Meteorologica Italiana.

In un primo tempo arrivano le  piogge fino in alta montagna, poi venti tempestosi di foehn  con un “netto aumento delle temperature tra lunedì e le ore centrali di martedì”. Le temperature  da mercoledì torneranno a scendere e si verificheranno condizioni di gelo notturno moderato.  Da giovedì della settimana prossima sole e alta pressione che precederanno un “possibile temporaneo cedimento dell’alta pressione e maggiore nuvolosità portata dalle correnti occidentali atlantiche”.

Parco della Salute, cento posti in più al Sant’Anna. Il Regina Margherita resta fuori

L’assessore: “Il progetto complessivo del Parco rimane lo stesso così come non ci saranno costi aggiuntivi. Assegniamo cento posti in più al Sant’Anna, che potrà così mantenere e sviluppare gli attuali standard di elevata specializzazione e qualificazione dell’ospedale”

«Destiniamo i 90 posti letto di pediatria e i 10 posti di terapia intensiva pediatrica alla degenza di ostetricia e ginecologia, i cui spazi saranno progettati in modo tale da essere compatibili con un eventuale ampliamento strutturale nell’ambito pediatrico. In pratica, teniamo fuori dal nuovo Parco della Salute di Torino l’ospedale Regina Margherita, mentre potenziamo all’interno del Parco le strutture destinate ad ospitare l’ospedale Sant’Anna. Sarà la pietra miliare della struttura destinata alla cura delle mamme e dei bambini, in vista di un eventuale e successivo completamento, che in prospettiva comprenda anche il Regina Margherita».

Così l’assessore regionale alla Sanità del Piemonte, Luigi Genesio Icardi, a commento della delibera con cui, stamattina, la Giunta regionale ha precisato la destinazione degli spazi indicati nello Studio di fattibilità del nuovo Parco della Salute di Torino.

«Il progetto complessivo del Parco rimane lo stesso – osserva Icardi -, così come non ci saranno costi aggiuntivi. Assegniamo cento posti in più al Sant’Anna, che potrà così mantenere e sviluppare gli attuali standard di elevata specializzazione e qualificazione dell’ospedale, scongiurando il drastico ridimensionamento previsto dal progetto originario, che attribuiva all’ostetricia appena 50 posti letto. Complessivamente, il nuovo Sant’Anna all’interno del Parco disporrà di 224 posti letto, tra Ostetricia, Patologia neonatale e Ginecologia. Parallelamente, si lavorerà al reperimento delle risorse per potervi eventualmente trasferire anche il Regina Margherita, in un edificio aggiuntivo, compreso nella stessa area materno-infantile del Parco».

Smog, la Regione striglia il governo: “Non rispetta il 95% degli impegni economici”

«Abbiamo stanziato 180 milioni sul 2020 per la mobilità sostenibile e per la conversione degli impianti inquinanti e per l’agricoltura – dice l’assessore regionale – e ne aggiungeremo altri nel 2021 ma non ci lascino da soli, perché in questo casi li chiameremo in causa»

QUALITA’ ARIA, MARNATI: “SULL’AMBIENTE IL GOVERNO E’ SCADUTO”

 

«Sull’Ambiente il governo è scadutoIl 95% degli impegni economici presi dal governo con le Regioni del Bacino Padano non sono state mantenute. L’unica che abbiamo visto è quella sul monopattino. Stiamo facendo la nostra parte, ma se lasceranno il Piemonte da solo nella lotta all’inquinamento atmosferico, chiameremo direttamente in causa il governo in caso di procedura di infrazione». Dopo l’approvazione ieri a Bergamo del documento di rimodulazione dell’accordo del bacino padano, sottoscritto da Piemonte Lombardia Emilia Romagna e Veneto l’assessore regionale all’Ambiente Matteo Marnati minaccia di chiamare in causa l’attuale governo nel caso in cui il Piemonte dovesse subire una procedura d’infrazione per gli sforamenti di NOX, PM10 e altre sostanze inquinanti. «Abbiamo stanziato 180 milioni sul 2020 per la mobilità sostenibile e per la conversione degli impianti inquinanti e per l’agricoltura – dice Marnati – e ne aggiungeremo altri nel 2021 ma non ci lascino da soli, perché in questo casi li chiameremo in causa».

IL DOCUMENTO APPROVATO DAL BACINO PADANO

Il documento approvato dalle quattro regioni prevede la richiesta di istituzione di un Fondo europeo per l’Ambiente e la sollecitazione presso la presidenza del consiglio dei ministri dell’attuazione delle misure del protocollo d’intesa sottoscritto il 4 giugno 2019 al «Clean Air Dialogue» che avrebbe dovuto trasferire 400 milioni di euro per anno sul Fondo per l’Ambiente entro 6 mesi alle quattro regioni.

CALDAIE A BIOMASSA LEGA E DERIVATI

Per quanto riguarda l’utilizzo di pellet e legna da riscaldamento tutti concordano nel favorire la sostituzione di impianti a biomassa legna e derivati obsoleti con l’invito «alla presidenza del consiglio dei ministri di adottare misure urgenti di carattere nazionale e l’adeguamento della disciplina in tema di incentivi e detrazioni fiscali al fine di introdurre requisiti di presentazione ambientale per gli apparecchi nuovi che dovranno essere almeno a quattro stelle».

CERTIFICAZIONE DEI COMBUSTIBILI

L’accordo prevede quindi anche l’obbligatorietà della certificazione dei pellet e dei generatori di calore alimentati a biomassa combustibili solidi e l’introduzione di divieti di vendita di apparecchi che non siano almeno a «quattro stelle» e di pellet di qualità certificata. (L’Italia ha la più alta concentrazione in Europa di produttori di generatori di calore a biomassa ad alte prestazioni ambientali.

MOVE IN: UN TETTO DI CHILOMETRI PER LE AUTO INQUINANTI

Il programma prevede infine l’adozione di un sistema di monitoraggio delle percorrenza sul bacino padano che consentirà di ridurre il numero di chilometri percorsi dalle auto inquinanti.

STOP AGLI EURO 4 DIESEL

Dal 1 ottobre 2020 entrerà a regime la limitazioni della circolazione delle auto diesel euro 4, come previsto dal precedente accordo.

La Brexit renderà più difficile l’export torinese

Nel Regno Unito  il sistema economico di Torino esporta il 5% delle vendite. Un trend che nel 2019 è sceso del 5,7% restando tuttavia positivo: +405,6 milioni rispetto al 2018.

Le aziende dei trasporti, agroalimentari e tessili sono  quelle che esportano di più e che potrebbero subire ripercussioni dalla Brexit. Dice all’Ansa il presidente della Camera di Commercio, Vincenzo Ilotte:

“E’ prevedibile  che le pratiche per le esportazioni saranno più complicate e le imprese dovranno chiedere alla Camera di Commercio alcuni documenti, ad esempio i Certificati di origine. Dobbiamo capire il cambiamento,  cercando di adattarci con rapidità  per inserirci nel nuovo contesto normativo”.

Il 45% delle vendite riguarda i mezzi di trasporto che nel 2019 hanno registrato però un calo del 9%. Le vendite della componentistica auto sono invece aumentate dell’1,9% . In tale  comparto  un’impresa su tre è preoccupata per la Brexit. L’alimentare vale il 10% con un trend positivo (+42%), i  tessili il 4% (+18%).

Il weekend di Automotoretrò e Automotoracing

Dal 30 gennaio al 2 febbraio al Lingotto Fiere e all’Oval di Torino tornano le due rassegne tra pregiate berline d’epoca e bolidi da gara, performanti supercar e moto per ogni tipo di terreno e tracciato. E nel weekend 16 piloti di rally si daranno battaglia per conquistare il titolo di AMR

Una festa dedicata ai motori unica in Italia

 

Con un allestimento tutto rinnovato, Automotoretrò e Automotoracing aprono il nuovo anno e si preparano ad accogliere appassionati, addetti ai lavori e piloti fino  a domenica 2 febbraio 2020 nel complesso fieristico del Lingotto Fiere e dell’Oval di Torino. Le due rassegne – giunte rispettivamente alla 38a e alla 11a edizione – dedicate al motorismo storico, al mondo delle corse e delle alte prestazioni, organizzate da Bea srl con il sostegno di Catawiki, si presentano con una nuova veste e un programma ancora più ricco.

 

Sull’onda del successo dell’edizione 2019, che ha portato centinaia di trattative andate a buon fine nei quattro giorni di fiera, l’area riservata alle auto messe in vendita da privati e commercianti di Automotoretrò è stata ampliata per dare ancora più spazio, nel Padiglione 3, alla vasta scelta di occasioni uniche che vanno dai primi decenni dello scorso secolo a fine Novecento, con una forte presenza di modelli degli Anni ’60-‘70 e di Youngtimer. E se il settore centrale del Padiglione 2 vedrà la partecipazione dei numerosi club storici, delle riviste di settore, degli Enti come ASI e ACI e del Gruppo FCA, si potrà invece andare a caccia di accessori rari, ricambi e automobilia di ogni genere nel Padiglione 1.

 

Ad accogliere i visitatori all’ingresso sarà come sempre l’area tematica, quest’anno dedicata alle “giovani” auto d’epoca – le cosiddette Youngtimer con almeno vent’anni d’età che si apprestano a diventare a tutti gli effetti le storiche di domani – che esaltano le più originali tendenze stilistiche ’80 e ’90 e rievocano le imprese sportive più eclatanti di quel periodo. Tra le “Piccole di razza” troveremo le mitiche “Turbo”, utilitarie a due volumi dalle alte prestazioni che hanno ottenuto successi sia di vendite sia in ambito sportivo, come Fiat Uno Turbo, Peugeot 205 GTI, Renault 5 GT Turbo, Citroen AX Sport, Y10 Turbo e Opel Corsa GSI. I collezionisti, in particolare i più giovani, apprezzano sempre di più queste auto che vedono le proprie quotazioni in forte ascesa, ma youngtimer sono anche veri e propri miti dell’automobilismo come la Ferrari F40 e la “rivale” Lamborghini Diablo, che insieme ad una rarissima Bugatti EB110, un Honda NSX, la Porsche 911 3.2 Speedster Turbo Look e una Dodge Viper faranno salire invece la “Febbre da supercar”. Infine, nella sezione “Il ritorno delle Spider” non mancheranno esemplari grintosi come BMW Z3 Spider e Coupé M, Mercedes SLK, Honda S2000, Fiat Barchetta, Mercedes SL 60 AMG, Mazda MX5 (Miata), Alfa Romeo Spider (ultima serie), Toyota MR2 e Audi TT Roadster.

La mostra sarà realizzata in collaborazione con il sito per oggetti unici e speciali Catawiki, che per il terzo anno consecutivo è sponsor di Automotoretrò e organizza nei giorni di fiera speciali aste di vetture d’epoca e automobilia con lotti selezionati e provenienti da tutta Europa. Il pubblico in salone potrà, quindi, partecipare o seguire in diretta l’andamento delle offerte e vivere le emozionanti fasi finali delle aggiudicazioni, oltre alla possibilità di essere coinvolti in un tour dell’area tematica insieme agli esperti di Catawiki Franco Vigorito e Luca Gazzaretti.

 

Per gli appassionati motociclisti tappa obbligata nell’area tematica a cura di Bartolomeo Maina che quest’anno racconterà “La storia del trial”, con esemplari che spaziano dagli Anni ’30 fino ai ‘90. Il fascino di questa disciplina – che unisce intuito e grazia atletica per superare gli ostacoli più impervi, utilizzando la tecnica e impostando traiettorie pulite – affonda le sue radici in Inghilterra agli albori del motociclismo. La Bultaco Sherpa T di Sammy Miller, la Honda prototipo a quattro tempi di 360 cc con cui il campione belga Eddy Lejeune vinse il titolo mondiale nel 1984 e la Ossa Mick Andrews Replica del 1972 sono solo alcuni delle perle che si potranno ammirare accanto ai modelli delle italiane Beta e Italjet e ai prototipi realizzati da maestri artigiani delle due ruote.

 

Il lungo weekend all’insegna del motorismo vintage è tra i più attesi dai tantissimi visitatori da tutta Italia ed Europa per ammirare non solo i migliori affari, ma anche le consuete esposizioni dei più prestigiosi gioielli del passato di ogni potenza e tipologia, così come café racer e scrambler, moto da enduro e da corsa di marchi storici tra cui Ducati, Lambretta, Moto Guzzi, Maico e Royal Enfield.

Automotoretrò è anche l’occasione per festeggiare due importanti anniversari, i 90 anni di Pininfarina e i 110 anni di Alfa Romeo. Nello stand dell’Automotoclub Storico Italiano si celebrerà l’eccellenza del design italiano attraverso alcune delle auto diventate espressione della grande ricerca estetica, stilistica e tecnica del marchio piemontese, una su tutti la “scultura in movimento” Cisitalia 202 Coupé del 1947, oggi parte della collezione permanente del MoMA di New York. Anche il Lancia Delta Integrale Club, che compie 20 anni nel 2020, offrirà il suo tributo con la Pininfarina HIT, acronimo di “High Italian Technology”, una one-off nata sulla base della berlinetta torinese 4WD, interamente realizzata in materiali compositi, esposta per la prima e unica volta al Salone di Torino nel 1988.

 

La Scuderia del Portello racconterà, invece, la lunga storia del “Biscione” portando in fiera cinque vetture inestimabili come la De Tomaso F1 Alfa Romeo del 1960, unica monoposto ancora funzionante; uno degli ultimi due esemplari rimasti dell’iconica Alfa Romeo 1900 Corto Gara; l’Alfa Romeo Giulia Super Giardinetta, costruita con cura artigianale dalla Carrozzeria Giorgetti; l’Alfa Romeo 75 Super Turismo, ultima realizzata da Alfa Corse per accedere al Campionato del Mondo Turismo; e l’Alfa Romeo GTAM, restaurata con la livrea di gara numero 27 in collaborazione con le officine Alfa Romeo Classiche di FCA Heritage, prima assoluta alla 6 Ore del Nürburgring del 1970 con l’equipaggio Picchi – De Adamich.

 

Proprio il dipartimento dedicato alla tutela e alla valorizzazione del patrimonio storico dei marchi del Gruppo presenterà la rarissima Alfa 24 HP del 1910 – prima vettura prodotta dalla Casa milanese – e l’affascinante Alfa Romeo 6C 1500 SS del 1928, vincitrice dell’edizione 2019 della 1000 Miglia. Lo stand di FCA Heritage – che proprio in concomitanza ad Automotoretrò inaugura la nuova Galleria Heritage al Mirafiori Motor Village – non mancherà poi di ricordare i 40 anni della Fiat Panda, intramontabile city-car nata dalla matita di Giorgetto Giugiaro, record di vendite in Italia e oggi anche nell’esclusiva versione Trussardi.

Cifra tonda, infine, anche per la Lancia Aurelia, splendida settantenne in esposizione nello stand del Museo Nazionale dell’Automobile di Torino che dal 30 gennaio al 3 maggio 2020 dedica alla lussuosa berlina la mostra “Lancia Aurelia 1950-2020. Mito senza tempo”. Il MAUTO sarà protagonista anche nello stand dell’Automobile Club d’Italia con due vetture elettriche, la biposto LEM (“Laboratorio Elettrico Mobile”) creata dall’ingegnere-giornalista Gianni Rogliatti nel 1974 e la “Duc-de-dame” della Stae (Società Torinese Automobili Elettrici) del 1909. Infine, un altro pezzo della collezione, la Land Rover Aziza III 109 del 1967 potrà essere ammirata nello stand del Registro Storico Land Rover insieme all’Aziza I del 1962: entrambe utilizzate dal fotoreporter Nino Cirani nei suoi incredibili viaggi dall’Alaska alla Terra del Fuoco fino a Ceylon, saranno sotto i riflettori insieme al Series One della Oxford and Cambridge Trans-Africa Expedition del 1954, direzione Cape Town e ritorno.

Il pubblico potrà poi apprezzare anche rarità come una Jaguar Palmer JP1 Sport (stand Scuderia Jaguar Storiche), progettata dall’ex pilota britannico di Formula 1 Jonathan Palmer nel 2003, e la Giannini 500 350 GP (stand Italmotor) in serie limitata da 200 mila euro, un’esuberante e muscolosissima edizione della Fiat 500 con il motore dell’Alfa Romeo 4C, messa a punto dalla Gram Torino Engineering. Nello stand dell’Esercito italiano largo poi al Multi-role Medium Tactical Vehicle “Orso”, il più grande blindato in dotazione alle Forze Armate in grado di scovare e neutralizzare esplosivi di ogni tipo, e alla cabriolet anfibia Amphicar770 nello stand della For a Smile Onlus.

Tra le iniziative in programma, da segnalare la rinascita del marchio Martini Racing grazie all’accordo siglato con Sparco per una nuova collezione Heritage: due eccellenze piemontesi che festeggiano il loro connubio proprio ad Automotoretrò sabato 1 febbraio alle ore 15, padrino dell’evento il Campione del Mondo di Rally Miki Biasion. Nello stand Catawiki, durante tutto l’arco del weekend, sarà presentato il libro  “Giovanni Michelotti. Una matita libera – A free stylist”, firmato dagli autori Edgardo Michelotti e Giancarlo Cavallini. Infine, nello stand dell’ACI sabato alle ore 10 si parlerà di un tema di particolare attualità, la mobilità elettrica.

 

È la passione per la velocità la regina dell’edizione 2020 di Automotoracing, che rilancia “La Grande Sfida” tra i più importanti campioni di rally di fama internazionale, chiamati a contendersi il Trofeo in un’emozionante gara di velocità sulla pista esterna dell’Oval di Torino. Qui, il mondo delle corse sportive incontrerà quello del tuning per uno spettacolo unico nel suo genere che coinvolgerà ancora una volta i marchi più importanti del settore e decine di piloti. Supercar dalle alte prestazioni, piccole compatte potenziate ed esagerate fuoriserie da competizione: tra gli stand della fiera scuderie, costruttori e preparatori esporranno esemplari unici, risultato di un lungo lavoro di ricerca di perfezione tecnica, estetica e performance. 

 

Per il secondo anno gli oltre 1.000 metri di chicane, curve a gomito e rettilinei della pista – studiata per garantire la massima visibilità e uno spettacolo all’ennesima potenza – saranno terreno di battaglia tra otto blasonati piloti di rally a bordo di vetture della classe R5 di ultima generazione e otto campionesse su Peugeot 208 R2B. Sabato 1 e domenica 2 febbraio si alterneranno nelle prove a tempo ad inseguimento Paolo Andreucci, Andrea Nucita, Alessandro Perico, Damiano De Tommaso, Luca Cantamessa, Davide Riccio, Stefano Peletto e Mathieu Franceschi per il Trofeo “La Grande Sfida” e Sara Micheletti, Silvia Rocchi, Patrizia Perosino, Silvia Franchini, Martina Iacampo, Aurora Coria, Monica Caramellino e Camilla Gallese per il “Trofeo Lady”. E ancora, dimostrazioni di drifting e di rally, derapate controllate ed evoluzioni su ape car entusiasmeranno il pubblico nella grande Area OMP – sponsor ufficiale dello spazio esterno – con nomi importanti del panorama automobilistico, tra i quali anche i tre Campioni italiani di Drifting Alberto Cona, Manuel Vacca ed Emanuele Festival e la fuoriclasse polacca Karola Pilarczyk.

 

Tra gli stand, pronti a mostrare al pubblico tutte le ultime novità nel mondo delle due e quattro ruote, largo spazio ai marchi ufficiali: Andreani Group, esperti in sospensioni, anche per moto e mountain bike; Ragazzon, leader nella fabbricazione di marmitte sportive di classe elevata; Prins e BRC, punto di riferimento per componenti e impianti a gas metano e GPL. Proprio nello stand BRC sabato 1 febbraio alle ore 12.30 verranno ospitate le premiazioni dei campioni rally 2019 della piattaforma on-line Rally Link e alle ore 16 prenderanno il via le celebrazioni di BRC Racing Team per il trionfo di Norbert Michelisz, laureatosi campione FIA WTCR 2019 con la Hyundai i30N TCR, a disposizione dei fan insieme al compagno di squadra Gabriele Tarquini. Le premiazioni continuano anche domenica, alle ore 11 in Sala Neve, con Trofeo Nord Ovest A.S.I. di Regolarità Auto Storiche 2019.

 

All’Oval anche Expo Tuning Torino – la vetrina delle novità stilistiche e delle elaborazioni sportive ed estetiche – sarà presente con 370 vetture frutto del lavoro e del know how di professionisti e amatori che hanno dato vita a veri e propri capolavori di artigianato. Quest’anno il contest “Be Better” premierà le migliori customizzazioni per originalità, qualità e completezza: il 31 gennaio alle 15.00 verranno svelati i progetti in gara, che saranno valutati da una giuria internazionale di esperti della scena tuning, composta dagli organizzatori degli eventi Corner of Fame (Francia), Euro Crew (Spagna), Essen Tuning Experience e European Tuning Showdown (Germania).

 

Non mancheranno poi i test drive con le concessionarie Autostandard e V.Auto che daranno la possibilità di provare in pista e su strada gli ultimi modelli di DS Automobiles e Honda. E chi sogna di correre in pista ad oltre 200km/h potrà testare le proprie abilità nello stand di CarbonKEurope con il simulatore dinamico di guida Lamborghini, che ricrea in maniera fedele tutte le sensazioni delle auto in pista – peach, rollio, imbardata ed effetto cordoli -, e che sabato 1 febbraio alle 14.30 sarà presentato con il nuovo restyling in collaborazione con Prematuri si nasce Onlus.

Due appuntamenti “off”, infine, per Automotoracing e Automotoretrò che anche quest’anno usciranno dal complesso fieristico per conquistare le vie e le piazze più belle di Torino. Si comincia sabato mattina, alle 9.30 in via Roma, con il raduno di Abarth Club Torino con 50 esemplari che spaziano dalla 500 in varie edizioni (Pista, Turismo, Competizione, EsseEsse) alla Punto in versione Grande ed Evo fino alla 124 Spider e GT. Nel pomeriggio il Lingotto sarà invece il punto di ritrovo di Hardcore Drivers, che chiuderà la parata di vetture provenienti da tutti i continenti – tra cui anche Aston Martin DB11, Audi RS6, Ford Mustang, Chevrolet Camaro, Lancer Evo, Nissan 240Z e McLaren GT – con una grande esposizione in Via Roma e in piazza Gran Madre.

 

Enti patrocinatori: Regione Piemonte, Città di Torino, Camera di Commercio, Fiva, ASI, ACI e Anfia.

Fobia coronavirus: mascherine esaurite non solo in Cina ma anche a Torino

Le mascherine per proteggersi dallo smog, ora sono considerate una soluzione per difendersi dal coronavirus

Almeno a giudicare dal fatto che ormai sono tutte esaurite nelle farmacie di Torino. Per sperare di averne una si può tentare con gli acquisti online.

Una sorta di fobia, ingigantita dai mezzi di informazione, sembra essersi impadronita anche dei torinesi.  Bisogna subito sottolineare che le mascherine  chirurgiche non presentano  un alto tasso di protezione. Servono sì, se si ha l’influenza, ma per proteggere gli altri dal contagio e non sè stessi.

Le migliori cose da fare sono lavarsi le mani e (se ci si dovesse trovare in zone di contagio) stare lontano dai luoghi affollati.

Dopo il suicidio a Torino la Polizia chiede interventi per la prevenzione del disagio

Dopo il suicidio di un poliziotto a Torino, Fsp Polizia da Pescara dove  si è tenuto un convegno sul tema: “Numeri agghiaccianti, necessarie prevenzione e strumenti specifici da adottare senza ulteriori ritardi burocratici”

 

“Oggi (ieri, giovedì, ndr) siamo a Pescara per l’ennesimo convegno voluto dalla Fsp in tema di prevenzione del disagio tra i poliziotti, purtroppo proprio a poche ore dal suicidio di un collega che ieri sera si è tolto la vita a Torino. E’ l’ottava tragica morte del genere dall’inizio dell’anno, otto vite stroncate in un mese nella sola Polizia di Stato, a fronte di 69 suicidi registrati nel 2019 fra tutti gli operatori in divisa. Sono numeri agghiaccianti che devono tassativamente imporre di attivarsi in ogni maniera possibile per far fronte a un fenomeno che cresce esponenzialmente. E’ indispensabile fare prevenzione”.

E’ quanto afferma Valter Mazzetti, Segretario Generale dell’Fsp Polizia di Stato, da Pescara, dove  si è tenuto il convegno “Prevenzione del disagio tra gli operatori di Polizia. Nuove prospettive”, con esperti del settore, psicologi, psicoterapeuti, e il direttore tecnico superiore della Direzione centrale Sanità Polizia di Stato.

“Partecipiamo attivamente al tavolo tecnico per la prevenzione delle cause del disagio voluto dall’Amministrazione grazie al Capo della Polizia, Franco Gabrielli, a cui si deve il cambio culturale nell’affrontare la questione e non schivarla – aggiunge Mazzetti -. Un tavolo dove si lavora per fronteggiare problematiche che possono trovare in molti fattori legati al servizio una cassa di risonanza, quando non la principale causa, generando o aumentando disagi che possono sfociare nel dramma. E questo perché la tipologia, la durata e le modalità del servizio incidono concretamente sul contesto esistenziale, familiare e personale del poliziotto. Per intenderci, è troppo sbrigativo addebitare il suicidio di un poliziotto a un divorzio senza pensare che, magari, un rapporto si deteriora perché un poliziotto non riesce neppure a condividere la vita familiare a causa del lavoro.

Prevenire vuole dire proprio rimuovere o limitare al massimo questi fattori di criticità, strettamente connessi alla specificità di questo lavoro. Ma è indispensabile fare rete. Gli strumenti e le proposte normative che vengono delineate, per prevenire il disagio dei poliziotti ma anche per consentire loro di affrontarlo senza remore, devono trovare immediata risposta dalla politica, eppure questioni così cruciali vengono rinviate di sei mesi in sei mesi senza che si riesca a concretizzare nulla. Non è ammissibile, la burocrazia deve essere azzerata di fronte a questo tema, il senso di umanità e di responsabilità lo impongono”.

Il Politecnico ha richiamato gli studenti dalla Cina

Allarme coronavirus / Il rettore del Politecnico, Guido Saracco ha comunicato di avere già provveduto a richiamare dalla Cina ” i nostri studenti, circa una ventina, garantendo una continuità di percorso formativo

Sono quasi tutti rientrati. Apprezzo  la trasparenza e la rapidità con cui le autorità cinesi hanno trattato il problema: dimostra come la globalizzazione ha portato ricchezza, ma anche un modo trasparente di affrontare le emergenze”. Ha aggiunto: “Con la Cina abbiamo importanti collaborazioni, ho legami anche personali. C’è stato sicuramente iperallarmismo, ma  dovuto proprio alla notevole trasparenza”.

 

(foto: il Torinese)