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Torino-Lione: anche i gilet gialli in piazza per il No

Oggi alle 14 prende il via il corteo No Tav che sfilerà nel centro di Torino da piazza Statuto fino a piazza Castello. Il via alle 14. Alla manifestazione, un mese dopo rispetto a quella delle “madamin” a favore dell’opera, parteciperanno ambientalisti e centri sociali, il sindacato dei metalmeccanici Fiom-Cgil e diversi amministratori francesi che sostengono le proteste dei gilet jaunes, i gilet gialli. Presenti in piazza anche i consiglieri comunali torinesi di M5S. Sul suo blog Beppe Grillo ha scritto: “Il progresso non c’entra nulla con la Tav”, si tratta solo di “un buco mai fatto in Val di Susa, ci guadagnerà soltanto chi la costruirà”.

(foto archivio – il Torinese)

Blocco del traffico, lunedì si decide

Con la sospensione venerdì 7,del  blocco del traffico, a Torino e negli 11 comuni  del tavolo per i provvedimenti antismog, in occasione dello sciopero di 4 ore di Gtt, hanno potuto circolare circolare tutti i veicoli, anche gli euro 0, e Ztl libera. Lo stop è ripreso sabato 8 fino agli Euro 4. E’ stato infatti confermato il superamento del livello critico di 50 mcg/mc della qualità dell’aria. Blocco anche domenica.  Lunedì 10 dicembre si assumeranno decisioni in base alla nuova valutazione del livello di smog.

Il questore: “sicurezza ordinaria al corteo no Tav”

Il questore di Torino, Francesco Messina annuncia che il dispositivo di sicurezza messo in atto domani, in occasione della sfilata no-Tav sarà ordinario. L”interlocuzione con gli organizzatori “è stata eccellente”, dice il questore, secondo il quale  non ci sono segnali di preoccupazione. La questura garantirà ” la libertà di manifestare il pensiero e cercheremo, con gli organizzatori,  di evitare fastidi alla città” . Sono annunciati Gilet gialli in arrivo dalla Francia, mentre i promotori hanno raccomandato ai partecipanti di non danneggiare e sporcare il percorso del corteo, da piazza Statuto a piazza Castello. Per quanto riguarda le presenze sarà interessante fare un raffronto con la manifestazione sì-tav delle “madamine”.

Thyssenkrupp: “Vogliamo giustizia”

“Speriamo che il ministro si prenda pubblicamente l’impegno di aiutare i nostri figli perché possano finalmente avere giustizia”, dice Rosina Demasi, la madre di uno dei sette operai morti nel rogo di 11 anni fa alla ThyssenKrupp. Oggi avviene la celebrazione dell’anniversario, al cimitero  monumentale di Torino, in presenza del guardasigilli Alfonso Bonafede. “Siamo indignati – commenta la donna  – perché  non siamo ancora riusciti ad ottenere giustizia, e i due assassini tedeschi sono ancora liberi: devono pagare perché sono stati condannati”.

 

(foto A. Preteroti)

Un sindaco non deve fare gli interessi della sua città?

di Ibis

Intanto le 33 associazioni imprenditoriali e professionali del Piemonte accusano il governo di bloccare di fatto l’opera

Le obiezioni al Tav Torino Lione appaiono sempre più deboli a mano a mano che si avvicina la manifestazione di sabato. Dopo i 40 mila in piazza e i 3 mila imprenditori delle 12 più importanti associazioni di categoria alle OGR ( non solo industriali come si vuol far credere dai no Tav, ma anche artigiani commercianti, cooperative, agricoltori ) oggi a Roma l’incontro delle 33 associazioni imprenditoriali e professionali del Piemonte che al termine accusano il governo di bloccare di fatto l’opera. Le argomentazioni di chi si oppone mostrano sempre più il loro forte ideologismo e antagonismo a prescindere. Ma quello che stupisce di più e amareggia è l’atteggiamento della sindaca Chiara Appendino. Il sindaco di Torino ha ribadito che non vuole il Tav. Eppure un sindaco non può non fare l’interesse della sua città. Il Tav Torino-Lione dovrebbe essere fortemente voluto da chi rappresenta una metropoli in crisi, poco rappresentata a livello politico , che senza quest’opera verrebbe tagliata fuori dalle grandi rotte dei commerci mondiali. E non si dica che tanto c’è la linea storica. Se qualcuno non lo sapeva , ormai è chiaro a tutti che una galleria del 1871, e una linea studiata cento anni fa non può servire i moderni flussi di traffico del corridoio Ovest –Est attraverso le Alpi.  E’ molto grave che il sindaco di Torino lasci che l’unica grande opera messa in discussione sia proprio quella che passa dalla sua città verso l’Europa: il Terzo valico dell’alta velocità da Genova verso il Nord Europa non si discute più, nemmeno il Tap, le pedemomtane ( pur molto meno strategiche) le vogliono i governatori leghisti di Veneto e Lombardia e si faranno. Solo Torino rinuncia ( come per altro per le Olimpiadi), ed è prendere in giro i torinesi dire che allora i 5 stelle , bontà loro, chiuderanno un occhio sulla seconda linea di metropolitana ( che non volevano, nemmeno quella). A parte il fatto che era già decisa, si lancia un osso : se rinunciate al Tav vi facciamo lavorare al metrò, insomma il mercato delle vacche…indipendentemente dall’utilità o meno del collegamento europeo Est Ovest. Tipico delle politiche clientelari. Torino ha bisogno di infrastrutture per i suoi manufatti e i suo commerci, così il Piemonte e l’Italia. Se si fa il terzo valico e non il Tav Torino Lione , il rischio mortale per Torino è che si potenzi la linea ferroviaria che passando da Marsiglia- Ventimiglia ( lo ha chiesto il sottosegretario ai trasporti leghista Rixi, ligure) attraverso il terzo valico va a Novara e di lì a Nord verso la Svizzera e ad Est verso Milano. Torino e metà Piemonte saranno tagliati fuori . La città non ha più margini di “decrescita felice”, ha perso in vent’anni 300 mila abitanti, reddito delle famiglie, due grandi banche , la scommessa di fare del Lingotto un grande polo fieristico , molto della Fiat e si potrebbe continuare . Intanto aspetta tutti i ” no qualcosa d’Italia” che sfileranno sabato, torvi e minacciosi. Ricordo che in questi anni diversi di coloro che sono a favore del Tav sono stati minacciati e talvolta aggrediti ( ricordo un giornalista della Rai che ha dovuto girare scortato o un altro della Stampa ,irruzioni in studi professionali , scorte a parlamentari, assalti violenti alle forze di polizia). Ma si sa quando non si hanno ragioni si usano le mani…. Le motivazioni ambientali per non farla sono ridicole: quasi 800 mila Tir percorrono l’autostrada con emissioni di Co2 e di polveri sottili; tutti gli ambientalisti del mondo preferiscono il trasporto su rotaia a quello su gomma. Non potendo più sostenere la tesi ecologica , ora si dice addirittura che il treno è un mezzo di trasporto superato: Intanto il tutto mondo si costruiscono linee ad alta velocità ferroviaria, grandi tunnel ( come in Svizzera e Austria). Semmai è vero il contrario l’alta velocità ha rilanciato il treno, anche per il trasporto passeggeri sulle medie distanze, a scapito dell’aereo, come è evidente sulla tratta Torino, Milano Roma , Napoli. Ma le notizie cattive non finiscono qui: ecco cosa scrivono, dopo l’odierno incontro a Roma con il premier Conte, i rappresentanti delle 33 sigle imprenditoriali , professionali e sindacali piemontesi in un loro comunicato: “L’incontro che si è svolto oggi a Palazzo Chigi con i 13 delegati delle 33 Associazioni che rappresentano il sistema dell’economia di Torino e del Piemonte in tutti i suoi molteplici aspetti (lavoro, industria, artigianato, commercio, agricoltura, servizi, cooperazione, professioni, turismo, costruzioni), ha dimostrato l’ulteriore volontà del Governo di dilazionare il proseguimento dei lavori relativi alla realizzazione della TAV Torino Lione. Si tratta di un atteggiamento che va contro gli interessi del mondo della produzione e del lavoro… Le Associazioni paventano il rischio che tutto questo temporeggiare sia solo strumentale, finalizzato a non decidere e a non fare…. Se ciò accadesse, questo Governo dovrebbe assumersi la responsabilità – gravissima – di aver escluso l’Italia e le sue future generazioni dal principale asse di sviluppo economico e di integrazione sociale.”

 

(foto: il Torinese)

Tav, Il governo darà una risposta prima delle Europee

Si è tenuto questa mattina a Palazzo Chigi l’incontro con i rappresentanti pro Torino-Lione del mondo delle imprese
 Il governo, dicono “ha garantito che la lettera firmata  con la Francia non è una modalità per dilatare i tempi sulla Tav e che una risposta arriverà prima delle europee”. L’analisi preliminare sui costi-benefici dell’opera, secondo quanto dichiarato dal governo, verrà ultimata entro dicembre e della commissione faranno parte anche un esponente sì-tav ed uno no-tav . I componenti della delegazione delle categorie produttive piemontesi si sono detti preoccupati  per l’allungamento dei tempi ed auspicano che “si vada avanti con l’opera e non vengano messi in discussione i fondi europei”. A ricevere i rappresentanti del fronte del sì c’erano il premier Conte e i ministri Di Maio e Toninelli.

Toninelli e il “congelamento” della Torino-Lione

Su Facebook il ministro delle infrastrutture e trasporti Danilo Toninelli  scrive che a margine del Consiglio UE dedicato ai trasporti ha “siglato con la mia omologa di Parigi, Elisabeth Borne, una lettera per chiedere congiuntamente a Telt, il soggetto attuatore, di pubblicare oltre la fine del 2018 i bandi dapprima attesi a dicembre”. Si tratta, in sostanza,  di un congelamento della Tav. Aggiunge il ministro. “La Francia condivide il nostro metodo e l’opportunità di una analisi costi-benefici approfondita e finalmente obiettiva sul Tav Torino-Lione”. 

Piemonte al top con 9000 trapianti di organo

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Un traguardo eccezionale e prestigioso, che conferma la regione in vetta in Italia in questo campo. L’ultimo, il 9000, è stato un trapianto di fegato, effettuato con successo il 30 novembre, presso l’ospedale Molinette della Città della Salute di Torino, ad un uomo di 67 anni dalla provincia di Alessandria, affetto da epatopatia di origine virale complicata da un tumore al fegato.

Ricordando la storia e le date principali, il programma di trapianto di rene è “l’anziano” del gruppo: il 7/11/1981 è avvenuto il primo intervento all’ospedale Molinette di Torino e dal 4/11/1998 i trapianti si svolgono anche presso l’ospedale di Novara. Due anni dopo è stato effettuato il primo trapianto su paziente pediatrico, presso l’ospedale Infantile Regina Margherita: era il 9/11/2000. Il primo trapianto di cuore è avvenuto presso l’ospedale Molinette il 3/4/1990 e, dodici anni dopo, il 22/4/2002, è stato effettuato il primo trapianto di cuore pediatrico, presso l’ospedale Infantile di Torino. Il programma di trapianto di fegato, che si effettua solo presso l’ospedale Molinette, è partito con il primo intervento il 10/10/1990 su paziente adulto ed il 10 gennaio 1993 su paziente pediatrico. Dal 1999 sono stati poi effettuati trapianti su pazienti molto piccoli, in prevalenza affetti da patologie congenite. Ed ancora si ricordano: il primo trapianto di polmoni, eseguito alle Molinette il 5/9/1993, ed il primo trapianto di pancreas effettuato il 18/8/1999 sempre alla Molinette. Anche l’attività di trapianto da donatore vivente, che a Torino è stata avviata per il rene dal 14/5/1985 e per il fegato dal 21/5/2001, ed a Novara dal 13/12/2003 per il rene, ha negli anni visto incrementare con rapidità i numeri degli interventi.

Complessivamente sono stati effettuati 4856 trapianti di rene (di cui 1288 sul polo di Novara), comprendenti tipologie complesse, come quelli che richiedono il trapianto di entrambi i reni sullo stesso ricevente, o quelli su pazienti pediatrici molto piccoli, ed ancora quelli da donatore vivente (come è stato il trapianto numero 8999), e molti trapianti combinati con altro organo (in particolare con il pancreas ed il fegato). Relativamente ai trapianti di rene da vivente vengono valutate annualmente decine di coppie donatore / ricevente, effettuando ormai con regolarità trapianti anche in presenza di incompatibilità per gruppo sanguigno. Si sono oggi perfezionate le tecniche per rimuovere anticorpi anti-tessuto dai candidati al trapianto che, unite a metodi per studiarli sempre meglio, consentono di trapiantare soggetti con moltissimi anticorpi e scarse probabilità di ricevere un trapianto. Molti inoltre i trapianti di rene eseguiti in pazienti che non hanno ancora iniziato la dialisi: essi rappresentano una grande opportunità, consentendo una maggior durata del trapianto.

Gli interventi di trapianto di fegato sono da sempre un numero rilevante, 3133, e molti di essi di difficile esecuzione: basti pensare agli split epatici (due trapianti a partire da un unico fegato che viene suddiviso), ai trapianti di fegato combinati con altro organo, ma anche a quelli provenienti da donatore vivente ed agli interventi su pazienti pediatrici. Ad esempio circa un mese fa è stato trapiantato con successo in urgenza un uomo di 69 anni della provincia di Torino per un avvelenamento da funghi (da amanita falloide). L’ottimo ed efficiente sistema trapianti gli ha garantito un fegato da Catanzaro appena dieci minuti dopo essere stato inserito in lista nazionale trapianto. Il rene ed il fegato beneficiano oggi anche della possibilità di essere “ricondizionati” tramite macchine di perfusione prima del trapianto, e questo consente di utilizzare organi che altrimenti sarebbero scartati, e nello stesso tempo di migliorare la funzione degli organi provenienti da donatori non ottimali. I trapianti di pancreas isolato sono stati 8.Il cuore è stato trapiantato per ben 664 volte, di cui 45 volte su bambini molto piccoli; il polmone è stato trapiantato su 339 pazienti, molte volte come doppio trapianto di entrambi gli organi sullo stesso ricevente, o a favore di pazienti pediatrici. Dal 2011 sono stati effettuati anche 32 trapianti di polmone con una particolare tecnica che permette di rigenerarli e migliorarne la qualità prima del trapianto.A livello italiano il Piemonte è da sempre collocato in posizioni di eccellenza: i centri di trapianto di rene e di fegato occupano costantemente le prime posizioni, come pure quelli dei trapianti toracici, certamente con numeri più piccoli su tutto il territorio nazionale per la minor quantità di donatori idonei per questa tipologia d’organo. La Città della Salute è quella che in Italia trapianta il maggior numero di organi da donatore deceduto: 330 nel 2017.I dati di riuscita dei trapianti indicano in maniera evidente che essi rappresentano ad oggi la terapia che consente ai pazienti la miglior prospettiva di vita. Esaminando solo gli ultimi anni per i trapianti eseguiti in Piemonte ci assestiamo, per il rene, ad una sopravvivenza dell’organo a 5 anni pari a 83%. Il cuore ha una sopravvivenza del 70%, il fegato dell’82%, i polmoni del 46%. Questi dati testimoniano gli importanti progressi organizzativi e chirurgici, di gestione della terapia immunosoppressiva, di mantenimento del donatore e gestione del paziente, e del lavoro coordinato di professionisti di discipline diverse.

Uno sguardo ai pazienti in lista fa capire però che il numero di trapianti non è ancora in grado di azzerare il numero di coloro che aspettano un organo: al 31 ottobre 2018 erano 804 i pazienti in attesa di un trapianto di rene, 67 in attesa di un trapianto di fegato, 98 in attesa di un cuore, 71 di un polmone, 9 di pancreas e suoi combinati. Abbiamo inoltre una importante richiesta di inserimento in lista da parte di cittadini non residenti in Piemonte: questi pazienti sono circa il 33% dei candidati in attesa di trapianto renale ed il 43% circa di quelli in attesa di trapianto epatico. I non residenti in attesa di trapianto di cuore sono il 21% e di polmone il 57%. Il Piemonte ha dunque un ottimo potere di attrazione per i pazienti non residenti in regione, rappresentando un’eccellenza.  Dietro a questi successi ed ai grandi numeri ci sono i donatori e le loro famiglie: a loro corre il primo ringraziamento. Occorre poi ringraziare tutti i professionisti che si sono dedicati ai trapianti: le équipes di chirurgia cardiotoracica, di cardiologia e di pneumologia dell’ospedale Molinette e di quello Infantile Regina Margherita di Torino; le équipes di chirurgia epatica e pancreatica e le gastroenterologie degli stessi due ospedali; le équipes di urologia, di chirurgia vascolare e di nefrologia dei due ospedali torinesi e di quello di Novara. Sono infatti numerose le strutture e le persone che sono chiamate ad operare, spesso nelle ore notturne, nella gestione, prelievo e trapianto di organi che provengono da regioni diverse ed alcune volte anche da Paesi esteri. Ed ancora occorre ringraziare i professionisti degli ospedali che segnalano i potenziali donatori deceduti, i coordinamenti regionali, ospedalieri e di trapianto per l’ottimo lavoro di squadra che ha permesso di raggiungere l’eccellenza dell’attività trapiantologica.

IL PRESIDENTE DELLA REGIONE  CHIAMPARINO E L’ASSESSORE SAITTA

“Il traguardo dei 9000 trapianti raggiunti conferma che il Piemonte è tra le migliori realtà a livello nazionale ed europeo: siamo orgogliosi del lavoro svolto in questi anni dai medici e dalle loro equipe. Un grazie ai medici per la grande professionalità e perizia ed ai donatori che hanno dato un contributo fondamentale: la cultura della donazione è un patrimonio della nostra regione che intendiamo diffondere sempre di più tra i cittadini”

IL DIRETTORE GENERALE SILVIO FALCO

 “Un grande traguardo che testimonia l’eccellenza della Città della Salute di Torino. Un ringraziamento a tutti coloro (dai chirurghi agli infermieri dagli autisti agli operatori tutti) che notte e giorno e per 365 giorni l’anno fanno funzionare al meglio un sistema che permette di salvare vite e che è diventato uno dei nostri fiori all’occhiello ed un ponte verso il futuro Parco della Salute”.

 

(foto: il Torinese)

Salvini twitta, la procura non gradisce il metodo

Il ministro  dell’interno Matteo Salvini annuncia via Twitter che in mattinata a Torino la polizia ha arrestato “15 mafiosi nigeriani” ma Armando Spataro, procuratore capo a Torino, non gradisce la modalità della comunicazione, affermando che potrebbe causare danni all’operazione in corso. Si legge nel comunicato stampa della procura: “Ci si augura che per il futuro il ministro dell’Interno eviti comunicazioni simili”  e “voglia informarsi sulla tempistica al fine di evitare rischi di danni alle indagini in corso”.

Dalle Ogr di Torino un messaggio politico

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di Ibis

L’avvertimento del Presidente di Confindustria Vincenzo Boccia ( la pazienza degli imprenditori , di tutte le categorie, nei confronti del governo è al limite) sarà sicuramente risuonato come un forte campanello d’allarme nelle orecchie del vice premier Salvini e della Lega che hanno nel Nord produttivo il loro grande bacino di consensi. Solo il TG1 ,nella nuova versione pentastellata, ha cercato di minimizzare la portata della riunione di Torino e ha fatto seguire , allo striminzito servizio sull’assemblea, una intervista , in vero poco convincente, del prof Ponti, consulente del ministro dei trasporti Toninelli, che ,come già avvenuto in un confronto a “Porta a Porta” con il commissario Tav Foietta, , è apparso molto confuso e di parte nel sostenere l’inutilità della Torino-Lione. L’assemblea di Torino alle OGR, che ha visto insieme 12 associazioni imprenditoriali di categoria, dagli industriali , agli artigiani, agli agricoltori alle cooperative, è stata definita storica. In campo è scesa la ” nazionale del Pil” , ha detto il moderatore , il vice direttore della Stampa Zatterin: in sala 3 mila associati in rappresentanza di aziende che producono il 65% del Prodotto interno lordo e l’80% delle esportazioni italiane. Il Prof Roberto Zucchetti della Bocconi ha riassunto i termini della questione infrastrutture e l’importanza del collegamento Torino-Lione ( ma perchè il TG1 Non ha intervistato anche lui?): a cosa serve costruire una ferrovia mentre oggi si parla di economia dematerializzata? Si è domandato. E perché il corridoio Est- Ovest attraverso le Alpi e verso la Francia è importante? L’Italia esporta soprattutto prodotti dell’industria manifatturiera e per produrli deve importare prodotti grezzi e materie prime, ha detto. E non è vero che è diminuita la quantità di merci che attraversa le Alpi dal Piemonte verso la Francia, il Belgio, l’Inghilterra e la penisola iberica. Zucchetti ha sottolineato come la vecchia galleria , voluta da Cavour, sia del tutto inadeguata anche per la sicurezza: non possono ad esempio transitare contemporaneamente due treni merci nelle due direzioni., né i nuovi grandi convogli che possono portare fino a 60 Tir per volta trainati dalle nuove potenti locomotive. La pendenza nel tunnel è troppa, mentre il nuovo correrebbe praticamente in piano sotto la montagna. Non si capisce, ha aggiunto, come gli ambientalisti siano contrari , preferendo le migliaia di Tir sull’autostrada e i no Tav non abbiano detto nulla sulla costruzione della seconda galleria autostradale del Frejus. Oggi quello che serve è il trasporto combinato treno-camion: il treno pe le lunghe distanze e i camion che dagli interporti portano le merci a destinazione. Tutte le sigle presenti si sono dette convinte dell’utilità del Tav Torino Lione. E alla fine dell’assemblea hanno firmato un documento nel quale è scritto: ” sarebbe inconcepibile fermare i cantieri delle Grandi Opere e rimettere in discussione investimenti infrastrutturali già valutati, discussi, rivisti, progettati ,concordati, finanziati e ormai in corso di realizzazione” E ancora : ” la vera posta in gioco sulla Torino-Lione e sulle altre Grandi Opere Strategiche è soprattutto la realizzazione di una grade opportunità di crescita per l’Italia, una leva per una trasformazione economica e sociale in grado di aumentare la qualità dello sviluppo e di garantire il benessere delle future generazioni”. Nel documento anche una valutazione dei vantaggi ambientali del potenziamento del trasporto ferroviario :un milione di Tir in meno e la riduzione di emissioni inquinanti stimate in 3 milioni di tonnellate equivalenti di CO2. Con il Tav Torino-Lione non si spostano solo merci : si andrebbe da Milano a Parigi in 4 ore e mezza e da Torino a Parigi in 3 ore e mezza. Pe costruirla si creerebbero 5 mila posti di lavoro all’anno per dieci anni , l’Europa finanzierebbe il tunnel per il 50%. Si calcola che interrompere i lavori e non farla più costerebbe all’Italia 4 miliardi, fare la linea 2 miliardi e 900 milioni.