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La Regione fa ricorso contro il decreto sicurezza

L’assessora regionale all’Immigrazione, Monica Cerutti, comunica che domani mattina, giovedì, alle 8,20, sarà nell’ufficio postale all’interno del tribunale di Torino per inviare, insieme all’avvocato della Regione, Giovanna Scollo, il ricorso contro la legge sicurezza alla Corte Costituzionale. Alle 12, poi, nella sala giunta della Regione Piemonte, in Piazza Castello 165 si terrà una conferenza stampa, con l’avvocato Ugo Mattei, per spiegare gli estremi e i tempi del ricorso. Il Piemonte si aggiunge così ad altre Regioni di centrosinistra che hanno deciso di presentare ricorso.

Bimbi maltrattati. arrestate due maestre d'asilo

Due maestre d’asilo sono state arrestate dalla polizia a Torino con l’accusa  di maltrattamenti su bimbi dai 3 mesi ai tre anni. In base alle indagini le due donne,  italiane, avevano creato in una soffitta non riscaldata  un asilo nido privato in centro città, nel quale ospitavano  un numero di bambini superiore a quello previsto. Inoltre li facevano piangere senza cibo, li strattonavano e in alcuni casi li rinchiudevano in una stanza lasciandoli soli. T.S. e M.F., le maestre in questione, sono in carcere per maltrattamenti continuati in concorso, aggravati dalla minore età delle vittime. L’inchiesta è della Procura di Torino Gruppo Fasce Deboli, che ha coordinato le indagini della polizia.

Bimbi maltrattati. arrestate due maestre d’asilo

Due maestre d’asilo sono state arrestate dalla polizia a Torino con l’accusa  di maltrattamenti su bimbi dai 3 mesi ai tre anni. In base alle indagini le due donne,  italiane, avevano creato in una soffitta non riscaldata  un asilo nido privato in centro città, nel quale ospitavano  un numero di bambini superiore a quello previsto. Inoltre li facevano piangere senza cibo, li strattonavano e in alcuni casi li rinchiudevano in una stanza lasciandoli soli. T.S. e M.F., le maestre in questione, sono in carcere per maltrattamenti continuati in concorso, aggravati dalla minore età delle vittime. L’inchiesta è della Procura di Torino Gruppo Fasce Deboli, che ha coordinato le indagini della polizia.

Il futuro del Regina Margherita infuoca la politica

Articolato dibattito durante il Consiglio di martedì 29 gennaio sul nuovo Parco della Salute di Torino e l’ipotesi di chiusura del Regina Margherita e possibile taglio dei posti letto, come denunciato dalle opposizioni

Ipotesi smentita dall’assessore alla Sanità, Antonio Saitta: “Abbiamo assistito in questi giorni a interpretazioni faziose e non vere. Voglio quindi chiarire che non ci saranno assolutamente riduzioni di posti letto o di servizi. Al momento i posti letto realmente utilizzati nella Città della Salute sono 1900. Come dice lo stesso studio di fattibilità, il futuro Parco della Salute avrà 1490 posti letto, 1040 nel nuovo progetto più 450 nel Cto che sarà potenziato. Gli altri posti letto saranno tutti destinati agli altri ospedali dell’area torinese, che saranno così rafforzati: separare l’alta dalla media-bassa complessità significa valorizzarle entrambe e offrire servizi migliori. Per quanto riguarda il Regina Margherita, attualmente ci sono 286 posti, quelli realmente utilizzati sono 190. Nello studio di fattibilità del Parco della Salute i posti letto sono 140. I 50 posti letto in meno verranno recuperati metà al CTO e metà all’ospedale Martini, che entro due anni avrà 50 posti letto in più”.

Dura presa di posizione da parte del M5S con i consiglieri Giorgio BertolaGianpaolo Andrissi e Davide Bono: “Sabato 2 febbraio alle 15 saremo in piazza Castello davanti alla Regione Piemonte per difendere il polo ospedaliero materno infantile di Torino. Noi non siamo contro la scienza, ma forse qualcuno di voi è contro la matematica. Oggi la Città della Salute ha 2.200 posti letto e il progetto di Parco della Salute ne prevede invece solo 1.490. I posti letto del pediatrico certificati dal ministero sono 280. Come mai in un mese siamo passati da 280 a 190? Su questa vicenda abbiamo ricevuto centinaia di messaggi allarmati di cittadini e dei sindacati dei medici e degli infermieri, che non sono esattamente vicini ai Cinquestelle. Chiediamo che i posti letto vengano rivisti arrivando almeno a 1821, cioè quanto sancito dalla programmazione regionale nel 2014, spendendo 80 milioni di euro in più da reperire attraverso il Fondo Nazionale per l’edilizia sanitaria incrementato da questo Governo”.

Ferma anche la reazione di Gianluca Vignale (Mns): “Se parliamo di qualità di servizi, vi invito ad andare un giorno a caso in un pronto soccorso, vi renderete conto di quale grande enfasi ed empatia avete trasmesso. Abbiamo recentemente audito i medici del Regina Margherita e uno di loro ha detto chiaramente che il piano prevede la sparizione di questo ospedale, salvo il trasferimento di qualche modulo, facendoci tornare indietro di parecchi anni. Avete scritto esplicitamente nel piano che ci sarà un padiglione di 90 posti letto, più altri 50 al Sant’Anna e così si arriva a 140. Il nuovo ospedale riduce i posti letto senza modificare la Dgr 1-600 sul dimensionamento sanitario che prevede 1821 posti letto. Avete ragionato sulla scatola e non su quello che sarebbe avvenuto. Per noi gli ospedali monospecialistici devono essere mantenuti, come spiegheremo ai cittadini piemontesi che non possono portare i figli al Regina Margherita se non per gravi patologie?”.

In difesa del progetto si è schierato il capogruppo Pd, Domenico Ravetti, con i colleghi Paolo AllemanoDomenico Rossi e Valentina Caputo: “Ho sentito parlare solo di posti letto. Ci viene detto che questi sono uno dei tantissimi indicatori rispetto al futuro degli ospedali. Il 52% degli italiani preferisce un ospedale in cui trovare tutte le specializzazioni. Il nostro obiettivo è costruire un nuovo ospedale per le alte complessità, cioè gli interventi e le malattie più complicate, con al centro l’innovazione, l’alta tecnologia e la formazione di grande qualità del personale. Si tratta della sfida più grande, che vuole realizzare un Parco della Salute alla pari delle migliori strutture internazionali che si occupano di cura, ricerca e innovazione sulla salute. La politica è bene quando discute e dibatte ma restiamo nel merito, senza utilizzare in modo distorto parti dello studio di fattibilità per resistenze di sapore tutto elettorale”.

A nome del gruppo Forza Italia è intervenuto Andrea Tronzano, che ha recentemente promosso una petizione online: ”Le parole del presidente Chiamparino confermano che il Regina Margherita, così come lo intendiamo oggi, scomparirà ed insieme a esso la specificità pediatrica. Tutto passerà sotto gli adulti e non ci sarà più una struttura interamente e esclusivamente dedicata ai bambini. Atti progettuali e deliberativi e le conseguenti affermazioni parlano chiaro. Per noi invece il polo materno infantile è un’altra cosa, per noi i bambini non sono adulti in miniatura. Vogliamo che il Regina e il Sant’Anna continuino a esistere e le oltre 120mila firme ci danno forza per continuare a sostenerlo

Per Marco Grimaldi (Leu): “L’importanza di mantenere un policlinico multispecialistico dedicato alla pediatria rimane la modalità migliore per gestire patologie complesse in pazienti particolari, che richiedono personale formato e specializzato in tal senso. Mantenere le molteplici eccellenze attualmente presenti richiede un numero adeguato di posti letto, forse al momento sottostimato. Ridurre i posti per acuti senza prima intervenire sulla riorganizzazione della rete della post-acuzie rischia di vanificare un’operazione di per sé meritoria e creare tensioni sociali. Allo stesso modo non è percorribile l’ipotesi, avanzata dalle destre e dai 5 stelle, di mantenere il Materno-Infantile che farebbe saltare l’intero progetto, per l’ennesima volta. È invece il momento di aprire un grande dibattito pubblico. Eccellenza non significa solo alta complessità. Solo aumentando i pediatri di base e i posti letto di pediatria e neonatologia in tutti gli ospedali hub come il Giovanni Bosco, si può sostenere una rivoluzione che dal Parco della Salute coinvolgerà tutto il territorio”.

“Tenere il progetto della Città della Salute fuori dalla campagna elettorale” è l’invito del presidente della Giunta Sergio Chiamparino, intervenuto durante il dibattito. “Sarebbe un segno di rispetto per la nostra comunità medica quello di fare in modo che si sapesse che, chiunque vinca la campagna elettorale, il progetto della Città della Salute viene portato avanti. Temo però che così non sia. È cinico chi usa la fake news che si chiude il Regina Margherita per spaventare le mamme. Se su questo progetto si sono persi quasi vent’anni è perché hanno sempre vinto i particolarismi, che non sono utili per guardare al futuro. Troppo tempo è stato perso per un progetto che è strategico per migliorare le cure e anche per creare un polo importante sotto il profilo economico”.

“Questa mattina – ha dichiarato Roberto Ravello (Fdi) – è emerso in modo inequivocabile che non c’è stata alcuna notizia fasulla, le fake news lamentate dal presidente Chiamparino non esistono. Esiste un taglio di circa 1.000 posti letto a livello regionale, si cui 821 sul solo bacino torinese. All’interno di questi numeri su cui abbiamo già lanciato un grido d’allarme oltre un anno fa, troviamo il taglio dei 2/3 dei posti letto della pediatria del Regina Margherita. Siamo assolutamente a favore del nuovo Parco della Salute, ma riteniamo che un taglio così elevato del numero dei posti letto sia immotivato e vada ben oltre l’ammodernamento e lo sviluppo delle tecniche medico-ospedaliere. La realtà è ben diversa e oggi certifichiamo ufficialmente il fallimento della politica sanitaria di Chiamparino e Saitta: questa Giunta verrà ricordata per aver chiuso l’Oftalmico, aver annunciato un piano da 1,5 miliardi senza che questi vi siano, aver tagliato i posti letto ed aver chiuso il Regina Margherita”.

Per la consigliera Stefania Batzella, da poco approdata al gruppo Moderati, “visto che la struttura del Regina Margherita non sarà demolita, non sarà venduta e non sarà trasformata in appartamenti, ho proposto al presidente della Regione e all’assessore Saitta di lasciare all’interno di questa struttura i posti letto che non saranno inseriti nel Parco della Salute. In questo modo si eviterebbe una loro redistribuzione ‘a pezzi’ per tutta la città. Credo fermamente che sia giusto e doveroso valorizzare le competenze professionali, migliorare la qualità dell’assistenza e salvaguardare le eccellenze, ma non è giusto ridurre i posti letto, che devono essere garantiti”.

“Le polemiche dei giorni scorsi richiedevano una risposta accurata – ha spiegato Alfredo Monaco (Scelta di Rete Civica) – mi piace ricordare le eccellenze dalla nostra regione perché quotidianamente salvano delle vite. Dobbiamo mantenere uno standard qualitativo elevato. Chi conosce la sanità sa che non si può operare se non c’è una condivisione con altri colleghi delle varie specializzazioni. Gli ospedali specialistici sono un’esperienza che non va dimenticata e trascurata, il sistema sanitario pubblico deve essere messo nella condizione di operare bene anche con misure di intensità maggiore. Le nostre liste d’attesa sono lunghe: educhiamo i medici a gestire bene questa situazione. Sull’indirizzo generale, sono incoraggiato dal fatto di avere un traguardo chiaro e mi auguro si abbia la forza di arrivarci”.

Benito Sinatora (Lega), intervenendo per ultimo, ha sostenuto che “ è facile bollare come faziosi coloro che non condividono le scelte effettuate dalla Giunta. I dati provenienti dall’assessorato alla sanità dicono che ci sarà una palese riduzione dei posti letto pediatrici. Non possiamo non sostenere, quindi, la petizione per salvare il Regina Margherita, sottoscritta finora da più di 120 mila persone”

Nella replica finale l’assessore Saitta ha spiegato “che abbiamo l’obiettivo di avere eccellenze diffuse, anche su media e bassa complessità. Con la Dgr 1-600 sul dimensionamento abbiamo applicato una legge dello Stato, non c’era margine di trattativa, ma la Dgr non è il vangelo, la modificheremo sulla base delle decisioni che stiamo prendendo. Spero che la politica abbia la capacità di non lasciarsi condizionare da questioni di tipo realizzative e talvolta legate a interessi particolari. Abbiamo deciso di ricorrere al dialogo competitivo con i privati perchè per una struttura così avanzata è necessario il massimo della capacità di progettazione e realizzazione, sulla base delle indicazioni date dalla stazione appaltante. Nelle prossime settimane si parte con l’avviso di gara, alla fine di marzo inaugureremo l’ospedale di Verduno e riprenderemo i lavori dell’ospedale della valle Belbo. Togliamoci la sudditanza nei confronti di Lombardia ed Emilia, il ministero certifica che siamo eccellenza italiana sui costi standard e sui livelli di assistenza”.

A margine della discussione l’Aula ha bocciato un odg e una mozione presentati da Ravello e Bono.

fmalagnino

(foto: il Torinese)

Freddo e neve in vista. Ma domenica torna il sole

Ieri un forte vento di favonio con raffiche oltre gli 80 kmh in montagna e un picco di 128 kmh  sul Monte Rosa (che ha prodotto una temperatura primaverile sui 15 gradi anche a Torino) ha preceduto l’arrivo di due perturbazioni sul Piemonte. Una  è attesa questa sera. anche con s deboli nevicate, la seconda tra giovedì e venerdì, quando le nevicate dovrebbero essere più consistenti ed estese anche alle pianure. Da sabato/domenica il tempo dovrebbe volgere al bello  ma le temperature resteranno basse, nella media del periodo invernale, con  gelate notturne.

(foto archivio – il Torinese)


   

“Cara madamina, la politica non è mai una scelta superficiale”

/

di Pier Franco Quaglieni

..

Gentile signora Ghiazza,
Lei non è certo l’unica che forse approfitterà di un’effimera ed improvvisa notorietà per entrare in politica.
Io ricordo, giusto 50 anni fa, dei giovani che si opponevano alla contestazione studentesca che tentarono di sfruttare la situazione per mettersi in politica. Fu un esito deludente, anche se approfittarono persino del cadavere di Jan Palach, il giovane di Praga datosi fuoco come martire della libertà. Il loro esordio fu proprio un corteo al quale partecipai anch’io, in ricordo dello studente cecoslovacco. Poi, in anni successivi, fu il turno di chi cavalcò la protesta  contro l’eccessiva pressione fiscale, ma non riuscì ad approdare al successo elettorale a cui mirava. L’unico che divenne deputato fu Luigi  Arisio, promotore della marcia dei quarantamila alla Fiat, che ebbe dal partito repubblicano il seggio per intercessione dell’avvocato Agnelli. Fu un deputato piuttosto insignificante perché privo di qualsiasi esperienza e cultura politica. Fu eletto per una legislatura, poi Arisio scomparve nel nulla , così come era venuto. Tra il resto a far riuscire la famosa marcia non fu Arisio, ma la stessa Fiat, mobilitatasi nei suoi vertici più importanti, e i quadri che scesero in piazza  contro le intolleranze e le prepotenze  sindacali di quegli anni che stavano uccidendo l’azienda . Non credo che Lei, signora Ghiazza, conosca queste cose perché Lei appare una persona venuta dal nulla, vissuta nel tinello, come Lei stessa dichiara e non più disponibile a tornarvi, dopo un po’ di interviste e di fotografie sui giornali che hanno sollecitato le sue ambizioni. Ho letto le Sue  dichiarazioni, invero un po’superficiali, ai giornali in cui parla di Suo marito e del fine settimana sentimentale appena passato con lui. Lei dev’essere un’ottima “madamina”, forse è  anche piacevolmente  simpatica per le battute che caratterizzano il suo eloquio leggero come una piuma, ma è certo che non  Lei ha esperienza politica di sorta come, ad esempio, gran parte dei detestati grillini no Tav. Lei e’ potenzialmente, mi scusi la battuta paradossale, quasi  una grillina Si’ Tav. La politica richiede impegno e preparazione e non si improvvisa. Questo dovrebbe essere ancora più chiaro oggi che siamo governati da incompetenti. Giuseppe Saragat addirittura imputava a Giovanni Spadolini nato nel 1925,una certa superficialità perché non aveva “sofferto” durante il regime fascista. Eppure Spadolini di politica era esperto, essendo professore di storia contemporanea. Senza andare a quegli estremi, almeno un’aurea via di mezzo sarebbe necessaria .Anche qualche buon libro sarebbe molto utile insieme a qualche studio giuridico di cui molti consiglieri regionali sono del tutto digiuni.  Una scelta antigrillina  consapevole e credibile implica una adeguata preparazione che non si limiti alla  semplice ripetizione di slogan durante una manifestazione di piazza. Lei, registrando il logo senza l’adesione delle altre sei sue amiche, magari forse inconsapevolmente, ha mancato di correttezza verso le sue amiche, ma soprattutto verso i 30 mila torinesi che hanno riempito piazza Castello. Senza di loro, Cara Signora, Lei sarebbe rimasta una signora del tutto sconosciuta. E i torinesi hanno motivo di chiederle il perché del suo gesto che offende la buona fede riposta in Lei e nelle sue amiche.  Non si illuda  semplicisticamente del suo futuro politico. Chi le scrive ha passato la vita a studiare la storia e la politica. Magari creerà una listarella a sostegno di Chiamparino o di qualche altro, magari verrà anche eletta al Consiglio regionale, ma il modo che Lei ha seguito e seguirà,  resterà profondamente scorretto e non porterà nulla di utile alla causa del Tav. Noi ,semplici cittadini, abbiamo avuto fiducia in Lei senza conoscerla, oggi, conoscendola  dobbiamo purtroppo ricrederci. E ci auguriamo di non doverci ricredere anche delle altre sei promotrici. Il successo improvviso, a volte, dà alla testa quasi come l’insuccesso, come una volta mi disse Ennio Flaiano. Lei seguirà la sua strada e riterrà queste parole come lo sfogo di un moralista incapace di realismo. Invece la mia obiezione parte proprio da una cultura machiavelliana carica di realismo che vede nella politica un impegno non improvvisato. Se Lei avesse letto il “Principe”, capirebbe cosa e’  la politica che, a volte, gronda lacrime e sangue e non è mai una scelta superficiale, come oggi sembrerebbe che sia diventata. Essere pro o contro il Tav non giustifica comunque una opzione politica che necessita di scelte di più ampio respiro per riuscire a catalizzare un consenso. Solo Marco Pannella riusciva a raccogliere un consenso su temi specifici, ma Lei, cara Signora, non è neppure lontanamente paragonabile al leader radicale. Dopo la Sua scelta, gentile signora, l’entusiasmo  dei due incontri in piazza Castello e’ evaporato in modo irrimediabile e, nel caso ci fosse un terzo incontro, esso si rivelerebbe a priori un insuccesso. Certi passi falsi si pagano a carissimo prezzo, quando i cittadini si sentono strumentalizzati  e beffati . Spero che il Suo gesto – mi scusi se Le sembro scortese – non si traduca in un successo elettorale. Da quel poco che vedo, di consiglieri non proprio avveduti politicamente l’emicicIo di Palazzo Lascaris e’ già abbastanza ricco, direi persino sovrabbondante. Non c’è bisogno di aggiungere altre voci a quelle che già ci sono. Mi scusi per la franchezza, forse un po’ troppo rude , e gradisca i miei più cordiali saluti .

"Cara madamina, la politica non è mai una scelta superficiale"

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di Pier Franco Quaglieni
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Gentile signora Ghiazza,
Lei non è certo l’unica che forse approfitterà di un’effimera ed improvvisa notorietà per entrare in politica.
Io ricordo, giusto 50 anni fa, dei giovani che si opponevano alla contestazione studentesca che tentarono di sfruttare la situazione per mettersi in politica. Fu un esito deludente, anche se approfittarono persino del cadavere di Jan Palach, il giovane di Praga datosi fuoco come martire della libertà. Il loro esordio fu proprio un corteo al quale partecipai anch’io, in ricordo dello studente cecoslovacco. Poi, in anni successivi, fu il turno di chi cavalcò la protesta  contro l’eccessiva pressione fiscale, ma non riuscì ad approdare al successo elettorale a cui mirava. L’unico che divenne deputato fu Luigi  Arisio, promotore della marcia dei quarantamila alla Fiat, che ebbe dal partito repubblicano il seggio per intercessione dell’avvocato Agnelli. Fu un deputato piuttosto insignificante perché privo di qualsiasi esperienza e cultura politica. Fu eletto per una legislatura, poi Arisio scomparve nel nulla , così come era venuto. Tra il resto a far riuscire la famosa marcia non fu Arisio, ma la stessa Fiat, mobilitatasi nei suoi vertici più importanti, e i quadri che scesero in piazza  contro le intolleranze e le prepotenze  sindacali di quegli anni che stavano uccidendo l’azienda . Non credo che Lei, signora Ghiazza, conosca queste cose perché Lei appare una persona venuta dal nulla, vissuta nel tinello, come Lei stessa dichiara e non più disponibile a tornarvi, dopo un po’ di interviste e di fotografie sui giornali che hanno sollecitato le sue ambizioni. Ho letto le Sue  dichiarazioni, invero un po’superficiali, ai giornali in cui parla di Suo marito e del fine settimana sentimentale appena passato con lui. Lei dev’essere un’ottima “madamina”, forse è  anche piacevolmente  simpatica per le battute che caratterizzano il suo eloquio leggero come una piuma, ma è certo che non  Lei ha esperienza politica di sorta come, ad esempio, gran parte dei detestati grillini no Tav. Lei e’ potenzialmente, mi scusi la battuta paradossale, quasi  una grillina Si’ Tav. La politica richiede impegno e preparazione e non si improvvisa. Questo dovrebbe essere ancora più chiaro oggi che siamo governati da incompetenti. Giuseppe Saragat addirittura imputava a Giovanni Spadolini nato nel 1925,una certa superficialità perché non aveva “sofferto” durante il regime fascista. Eppure Spadolini di politica era esperto, essendo professore di storia contemporanea. Senza andare a quegli estremi, almeno un’aurea via di mezzo sarebbe necessaria .Anche qualche buon libro sarebbe molto utile insieme a qualche studio giuridico di cui molti consiglieri regionali sono del tutto digiuni.  Una scelta antigrillina  consapevole e credibile implica una adeguata preparazione che non si limiti alla  semplice ripetizione di slogan durante una manifestazione di piazza. Lei, registrando il logo senza l’adesione delle altre sei sue amiche, magari forse inconsapevolmente, ha mancato di correttezza verso le sue amiche, ma soprattutto verso i 30 mila torinesi che hanno riempito piazza Castello. Senza di loro, Cara Signora, Lei sarebbe rimasta una signora del tutto sconosciuta. E i torinesi hanno motivo di chiederle il perché del suo gesto che offende la buona fede riposta in Lei e nelle sue amiche.  Non si illuda  semplicisticamente del suo futuro politico. Chi le scrive ha passato la vita a studiare la storia e la politica. Magari creerà una listarella a sostegno di Chiamparino o di qualche altro, magari verrà anche eletta al Consiglio regionale, ma il modo che Lei ha seguito e seguirà,  resterà profondamente scorretto e non porterà nulla di utile alla causa del Tav. Noi ,semplici cittadini, abbiamo avuto fiducia in Lei senza conoscerla, oggi, conoscendola  dobbiamo purtroppo ricrederci. E ci auguriamo di non doverci ricredere anche delle altre sei promotrici. Il successo improvviso, a volte, dà alla testa quasi come l’insuccesso, come una volta mi disse Ennio Flaiano. Lei seguirà la sua strada e riterrà queste parole come lo sfogo di un moralista incapace di realismo. Invece la mia obiezione parte proprio da una cultura machiavelliana carica di realismo che vede nella politica un impegno non improvvisato. Se Lei avesse letto il “Principe”, capirebbe cosa e’  la politica che, a volte, gronda lacrime e sangue e non è mai una scelta superficiale, come oggi sembrerebbe che sia diventata. Essere pro o contro il Tav non giustifica comunque una opzione politica che necessita di scelte di più ampio respiro per riuscire a catalizzare un consenso. Solo Marco Pannella riusciva a raccogliere un consenso su temi specifici, ma Lei, cara Signora, non è neppure lontanamente paragonabile al leader radicale. Dopo la Sua scelta, gentile signora, l’entusiasmo  dei due incontri in piazza Castello e’ evaporato in modo irrimediabile e, nel caso ci fosse un terzo incontro, esso si rivelerebbe a priori un insuccesso. Certi passi falsi si pagano a carissimo prezzo, quando i cittadini si sentono strumentalizzati  e beffati . Spero che il Suo gesto – mi scusi se Le sembro scortese – non si traduca in un successo elettorale. Da quel poco che vedo, di consiglieri non proprio avveduti politicamente l’emicicIo di Palazzo Lascaris e’ già abbastanza ricco, direi persino sovrabbondante. Non c’è bisogno di aggiungere altre voci a quelle che già ci sono. Mi scusi per la franchezza, forse un po’ troppo rude , e gradisca i miei più cordiali saluti .

Tav alla Camera, che fa la Lega?

Di Ibis

La questione Tav è approdata finalmente alla Camera: è proprio il Parlamento infatti che deve decidere su un trattato internazionale come quello che impegna l’Itala a fare l’alta velocità Torino – Lione. E vi approda grazie alle mozioni presentate da Forza Italia e Pd. Quella di Forza Italia porta la prima firma della torinese Claudia Porchietto  e dice : “nel corso di questi mesi lo scontro sociale e tra le forze politiche, anche interne alla maggioranza di governo, si è ulteriormente acuito, anche a causa del sistematico utilizzo di prassi dilatorie poste in essere con l’intento di procrastinare le decisioni” e chiede al governo di “consentire lo sblocco delle gare per l’avvio dei lavori definitivi della Torino-Lione” . Nella mozione si propone anche di “rafforzare l’intervento in favore delle aree e delle popolazioni interessate dalla realizzazione dell’opera” con 150 milioni di Euro di opere compensative, incentivi e defiscalizzazioni e la “possibilità di istituire una zona franca nell’area geografica interessata dalle opere”. Quella del Pd porta come prima firma quella del capogruppo Del Rio, e vi è scritto che “la fase di stallo rischia di avere costi economici e sociali elevatissimi per l’Italia e per la mobilità di persone e merci per l’intero continente europeo, finendo per privilegiare irrazionalmente il trasporto su gomma”. La mozione impegna il governo “a adottare le iniziative di competenza per autorizzare Telt alla pubblicazione dei bandi di gara per la realizzazione del tunnel di base sotto il Moncenisio”. Pare che la Lega voterà contro, insieme ai 5 stelle, sia all’una che all’atra. Ma per i leghisti piemontesi, in testa il capogruppo alla Camera Molinari, sarà dura spiegare alla grande maggioranza favorevole alla Tav un tale voto, dopo aver partecipato alla due manifestazioni di Torino con oltre 60 mila persone in piazza. Quanto potrà ancora la Lega nascondere le gravi divergenze con gli alleati di governo dietro gli slogan anti immigrati? Oltre alla Tav infatti c’è un’altra divisione ,questa volta di politica estera, ma non di poco conto: il Venezuela. Salvini critica il governo perché non prende le distanze dal “dittatore rosso ” Maduro. Si sa che i 5 stelle hanno sempre difeso il regime che applica ( sgangheratamente) certe ricette assistenzialiste care ai grillini. Ricette che hanno devastato l’economia venezuelana: anche a Torino ci sono profughi che vanno mostrando documentari sulla terribile miseria di uno dei Paesi più ricchi di petrolio al mondo. Bene ha fatto Emma Bonino , al congresso di + Europa a Milano , di fronte agli oltre 2 mila delegati, ha denunciare: ” Quanto accade in Venezuela è la dimostrazione di dove porta la strada dell’avventurismo politico, del populismo economico e del disprezzo del principio liberale del rispetto dei diritti individuali e della divisione dei poteri” . Salvini sarà il 27 e 28 febbraio a Washington. La visita Oltreoceano del vicepremier del Carroccio serve, anche in vista delle elezioni europee, a rassicurare la Casa Bianca sul fatto che il fronte sovranista non guarda solamente alla Russia di Putin. Molto probabilmente il leader leghista parteciperà alla Cpac, la Conservative Political Action Conference del 2019. L’evento, che rappresenta la conferenza annuale dei conservatori americani, e lì potrebbe incontrare Trump. Certo non ci può andare come punta di diamante di un governo filo Maduro, visto che Trump ha subito riconosciuto il suo avversario Guaidò. Tav e politica estera sono cose importanti: si può sacrificare tutto in nome di una poltrona di vice premier?

 

Cercansi medici di famiglia nei piccoli comuni

Nell’autunno scorso, grazie all’accordo raggiunto fra le Regioni e il Governo, è stata data la possibilità di utilizzare risorse del Fondo sanitario nazionale per finanziare 860 borse di studio supplementari per i medici di famiglia

La Regione sta cercando una soluzione per risolvere il problema della carenza dei medici di famiglia nei piccoli Comuni piemontesi. Nei giorni scorsi a Torino il presidente di Anci Piemonte, Alberto Avetta ha incontrato l’assessore regionale alla Sanità, Antonio Saitta, il quale ha sottolineato che si tratta di “una vera emergenza nazionale, della quale le Regioni si stanno occupando da tempo. Nell’immediato servirebbero provvedimenti più urgenti: siamo al lavoro per inserire all’interno del nuovo contratto dei medici di famiglia, in discussione in queste settimane, una forma di premialità per chi svolge la propria attività nei piccoli centri con poca popolazione”. Saitta ha anche ricordato che si è riusciti a ottenere “un importante risultato come l’aumento delle borse di studio in Medicina generale” e che “si tratta di una difficoltà generata dal numero insufficiente di borse erogate dal Ministero della Salute, inferiore ai fabbisogni delle Regioni, e di conseguenza dal basso numero di medici di famiglia presenti”. Nell’autunno scorso, grazie all’accordo raggiunto fra le Regioni e il Governo, è stata data la possibilità di utilizzare risorse del Fondo sanitario nazionale per finanziare 860 borse di studio supplementari per i medici di famiglia: per il Piemonte significa 68 posti in più a partire dai prossimi corsi. Le borse diventeranno così 187 e verrà così consolidato l’incremento già deciso in questi anni dalla Giunta Chiamparino: nel triennio 2014-2017 le borse erano 80, per i trienni 2015-2018 e 2016-2019 sono passate a 110. Avetta ha dichiarato che “’Anci Piemonte organizzerà a breve un incontro con l’assessore Saitta e con i sindaci dei territori che maggiormente registrano questa carenza, in modo da poter affrontare in maniera puntuale le criticità che si sono presentate”. Nel frattempo la Regione conferma anche per il 2019 l’erogazione degli assegni di cura per le prestazioni domiciliari in lungoassistenza a favore delle persone non autosufficienti. Gli assessori alla Sanità, Antonio Saitta, e alle Politiche sociali, Augusto Ferrari, hanno autorizzato i direttori delle Asl Città di Torino, Valerio Alberti, e TO3, Flavio Boraso, a proseguire nell’erogazione di assegni e prestazioni, in modo da scongiurare ogni possibile interruzione del servizio, ed evitare disagi ai cittadini pregiudicando ulteriormente la situazione di persone in condizione di non autosufficienza. Analoga indicazione è stata data a tutte le Aziende sanitarie locali per garantire la prosecuzione dei progetti di continuità assistenziale, a favore dei malati di Sclerosi laterale amiotrofica (Sla) e delle loro famiglie, in attesa del riparto del Fondo per le non autosufficienze per il 2019.

 

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Multimilionario svizzero a processo per le morti da amianto

Stephan Schmidheiny sarò processato, a partire dal 12 aprile per omicidio volontario. Il multimilionario svizzero dovrà comparire davanti alla Seconda sezione della Corte d’Assise di Napoli, in quanto il Giudice dell’udienza preliminare di Napoli, Alessandra Ferrigno, ha disposto la conferma dell’accusa di omicidio volontario per la morte in seguito a mesotelioma, cancro del polmone ed altre patologie asbesto correlate di sei operai e due loro familiari dello stabilimento Eternit di Bagnoli, quartiere della periferia occidentale di Napoli, accogliendo le richieste dei pubblici ministeri Frasca e Giuliano. Il manager svizzero, era già imputato a Torino per disastro ambientale doloso permanente e omissione delle norme di sicurezza, e condannato in Tribunale ed in Corte d’Appello, ma le condanne erano state annullate dalla Corte di Cassazione, per via della prescrizione. La sentenza di assoluzione del magnate svizzero che sulla produzione di cemento amianto ha costruito il suo impero, era stata contestata dall’avvocato Ezio Bonanni, presidente di Ona-Osservatorio nazionale amianto il quale fu difensore di parte civile nel processo Eternit I, presso il Tribunale di Torino, la Corte di Appello di Torino, e la Corte di Cassazione. Esulta Ona che in una nota evidenzia come “continua la sua battaglia per assicurare giustizia ai lavoratori dell’Eternit, che ha provocato centinaia di morti e alle loro famiglie. Ci auguriamo che questa volta lo svizzero non riesca ad uscire dalle maglie della giustizia italiana”. Il manager dell’Eternit è imputato nel capoluogo campano nell’ambito di un processo nato dal troncone di Torino, dopo la suddivisione dell’inchiesta in quattro tribunali territorialmente competenti: Torino per Cavagnolo, Vercelli per Casale Monferrato, Reggio Emilia per Rubiera, Napoli per Bagnoli.. L’accusa originaria riguardava 258 operai morti di mesotelioma causato dalla fibra killer (asbesto – amianto). Nel processo napoletano sono state accolte oltre che le tesi dei pubblici ministeri, Frasca e Giuliano, anche quelle dell’avvocato Ezio Bonanni, presidente dell’Osservatorio Nazionale Amianto-Ona che si è costituito parte civile, con l’avvocato Flora Rose Abate del foro di Napoli. L’avvocato Astolfo Di Amato, uno dei legali dell’ex ad di Eternit, parla di accusa grottesca che viola i diritti fondamentali dell’uomo contestando l’accusa, contro il suo assistito, secondo cui il manager avrebbe agito per mero profitto causando volontariamente la morte dei dipendenti dello stabilimento Eternit di Bagnoli. “Il senso di responsabilità che ha caratterizzato l’operato di Stephan Schmidheiny – replica all’avvocato Bonanni, il difensore dell’imputato – ha piuttosto evitato a molte persone di ammalarsi di patologie correlate all’asbesto. L’accusa di reato di omicidio della Procura di Napoli prende chiaramente le mosse da quella della Procura di Torino del primo processo Eternit”.
Massimo Iaretti