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Meno matrimoni religiosi. E' di moda la convivenza

Calano in Piemonte i matrimoni religiosi, oggi sono poco più della metà di quelli civili : 4472 contro 8029. Nel 2018 ne sono stati annullati 122 rispetto a 132 richieste. Il quadro è tracciato dalla Relazione sull’attività dell’anno giudiziario 2018 del Tribunale ecclesiastico interdiocesano piemontese, illustrata  dal vicario giudiziale don Ettore Signorile. “Si è verificata una tendenza a evitare i matrimoni, – così l’Ansa riporta le sue parole –  optando per le convivenze. Tale tendenza si è tanto radicata da porre l’Italia al penultimo posto in Europa, davanti soltanto alla Slovenia” . Nel 2018 a fronte di 132 decisioni di primo grado del tribunale , le negative sono state però solo 10, pari al 7,6%. Nel 2008 le negative erano state  il 26,9% del complesso.

No alla giustizia dimezzata sulla vicenda ThyssenKrupp

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I drammatici fatti del 6 dicembre 2007, quando si verificò il rogo alla ThyssenKrupp di corso Regina Margherita in cui persero la cita sette operai – Antonio Schiavone, Roberto Scola, Angelo Laurino, Bruno Santino, Rocco Marzo, Rosario Rodinò, Giuseppe Demasi – è una ferita ancora aperta a Torino. Anche se le condanne dei responsabili non  li riporteranno in vita è però una giustizia dimezzata il fatto che i due manager Harald Espenhann e Gerald Priegnitz, che si trovano in Germania, non abbiano ancora iniziato a scontare quanto dovuto. Qualcosa però sta cambiando. Il Tribunale di Essen ha infatti finalmente dato il via libera all’esecuzione in Germania della pronuncia emessa dalla Cassazione italiana il 13 maggio 2016, che ha confermato le pene inflitte dalla sentenza del 29 maggio 2015 dalla seconda Corte di Assise di Appello di Torino. I due manager tedeschi, però, hanno fatto ricorso: la sentenza è quindi eseguibile in terra tedesca, ma per ora la sua applicazione è sospesa sino ad un nuovo pronunciamenti delle magistratura tedesca. “Il percorso giudiziario si sta finalmente chiudendo – dice l’ex operaio scampato al rogo, Antonio Boccuzzi – Manca l’ultimo tassello per avere una piena giustizia. Aspettiamo da tanti anni giustizia per i miei sette compagni di lavoro e per i loro familiari: ci auguriamo che la Germania rispetti il nostro dolore e la decisione della Suprema Corte. A undici anni dal rogo è ora di fare giustizia”. “La vicenda giudiziaria sembra non avere fine – dichiara Laura Rodinò, sorella di Rosario, ex operaio dell’acciaieria morto nell’incendio – Siamo disgustati e ci aspettiamo una rapida esecuzione della condanna da parte della giustizia tedesca. Mentre due dirigenti italiani (Pucci e Cafueri) sono addirittura già usciti dal carcere, in Germania i principali responsabili della strage di Torino non hanno ancora fatto neanche un giorno di galera: è una vergogna per i lavoratori di tutta Europa e uno schiaffo ai familiari di tutte le vittime sul lavoro”. “La giustizia italiana sta per diventare giustizia europea – ha detto Massimiliano Quirico, direttore di Sicurezza e Lavoro, che ha seguito passo passo tutta la vicenda – Se persone, lavoro e merci possono circolare liberamente in Europa, lo stesso deve avvenire per i diritti alla salute e alla sicurezza dei lavoratori e dei lavoratrici, che devono essere garantiti e resi effettivi allo stesso modo in tutto il continente. Attendiamo con fiducia la concreta esecuzione della sentenza ThyssenKrupp anche in Germania per poter riaffermare con orgoglio la nostra europeità”.

Massimo Iaretti

(foto A. Preteroti)
 
 
 

Il giallo dell’uomo accoltellato ai Murazzi. Un ricercato

E’ un vero e proprio giallo. L’ uomo  di 34 anni ucciso, accoltellato,  in strada sabato mattina a Torino è  Stefano Leo, originario di Biella. Lavorava nel capoluogo piemontese preso il negozio di abbigliamento K-Way. E’ stato ucciso con una coltellata alla gola. Secondo il racconto di alcuni testimoni, la vittima è sbucata in corso San Maurizio, all’angolo con via Napione, uscendo dal  lungo Po dei Murazzi, e ha cercato di fermare una macchina  quando è stato visto accasciarsi a terra. Sul posto i  carabinieri e la polizia municipale, che ha bloccato il traffico per consentire gli accertamenti. Si stanno esaminando le immagini delle telecamere di sorveglianza della zona e i militari dell’Arma sarebbero sulle tracce di un ragazzo con i capelli rasta. Forse un ubriaco che, senza motivo, ha aggredito l’uomo? Chi conosceva la vittima dice che era una persona tranquilla e metodica.

Marella Agnelli una donna colta, discreta e forte

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Di Pier Franco Quaglieni

La scomparsa di Marella Agnelli ha riportato alla ribalta un volto rimasto in ombra dal momento della morte del marito Gianni avvenuta nel 2003.  L’ho conosciuta ed anche un po’ frequentata: era amica di Mario Soldati e di Alda Croce, due persone a cui sono stato molto legato. Conservo di lei un biglietto molto affettuoso che mi scrisse quando commemorai, insieme a Jas Gawronski e Marcello Sorgi, suo marito al liceo d’Azeglio di Torino. Tra tanto sinistrume che permeava quel liceo fu difficile promuovere il ricordo di Gianni che pure era un ex allievo. Ci imposero come oratore anche il segretario torinese della Cgil.  Donna Marella apprezzò anche un mio ricordo alassino di Gianni e mi mandò una mail di ringraziamento carica di parole gentili.  Era una donna forte e discreta che ha saputo vivere a fianco di un uomo straordinario e difficile come Gianni Agnelli che ebbe una concezione del matrimonio non proprio esemplare.  Aveva uno stile innato, era un’aristocratica che non esibiva mai la sua origine, tanto  diversa da certi ambienti dell’altissima dirigenza Fiat, spesso volgare. Era una donna colta, che amava l’arte, la fotografia e i giardini.  Si era quasi rifugiata a Marrakech dove viveva frequentemente. Quando andai in Marocco, dovevamo vederci, poi un disguido (la mia macchina ebbe un guasto) impedì l’incontro.   

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Ricordo che era stata molto provata dalla morte del figlio Edoardo ed era molto amareggiata per come si era comportata la figlia Margherita che mise in piazza affari di famiglia molto delicati. Su quelle vicende sguazzò un giornalista dozzinale e scandalistico che credeva di costruire la sua fortuna sulle vicende della famiglia Agnelli.  Va ricordato il suo bel libro “Ho coltivato il mio giardino“ che riprende nel titolo la conclusione del “Candide” di Voltaire.  Era tanto diversa dalla sua famiglia di origine, quella dei Principi Caracciolo di Castagneto, espressione di un certo radical – chiccume fastidioso legato all’ “Espresso” di cui fu editore suo fratello Carlo.  Era elegante e riservata, con uno stile che ritroviamo in Allegra che aveva sposato Umberto Agnelli e che ha dedicato in modo esemplare la sua vita alla lotta al cancro.  Torino perde una grande figura che non ha mai voluto apparire, ma che ha lasciato un segno indelebile. Le madamazze e le madamine (non mi riferisco a quelle arancione) sono distanti anni- luce dal suo esempio. Basta pensare alla signora del Museo Egizio per avere l’esatto contrario di Donna Marella. 

Primavera in anticipo, sole fino al 3 marzo

L’anticipo di primavera in Piemonte ha fatto registrare a mezzogiorno di ieri temperature superiori ai 20 gradi, con un picco di 21.3 a Cameri nel Novarese e di  21 a Parella, nell’Eporediese. Ma tra oggi e domenica si prevede un  abbassamento delle temperature a causa di un’infiltrazione di aria fredda dai Balcani. Si tratterà comunque di un fenomeno passeggero e nel corso di domenica lo zero termico risalirà a 2.800 metri. Fino al 3 marzo la Smi -Società Meteorologica Italiana prevede massime per una decina di giorni comprese  tra i 15 e i 20 gradi, poi qualche perturbazione dall’Atlantico.

 

(foto: il Torinese)

Referendum Tav: ora che succede?

di Ibis

Il tema Tav è troppo importante per Torino e il Piemonte per non tornarci sopra: Dopo mille tentennamenti martedì il Presidente della Regione presenterà in consiglio la proposta di consultazione popolare. Ovviamente chi è favorevole all’opera deve andare in massa a votare, gli altri probabilmente opteranno per l‘astensionismo cercando di depotenziare un risultato favorevole largamente scontato. Sarà interessante vedere cosa farà la Lega in consiglio regionale, visto che i 5 stelle, fautori della democrazia diretta,…sono contrari al referendum sapendo di perdere. Io penso che la Lega voterà contro, con qualche pretesto politico, dicendo ad esempio che è una mossa di Chiamparino in vista delle regionali . Ma il doppio gioco leghista sul Tav rischia di far perdere loro consensi. In realtà la posizione della Lega rischia di essere , per Torino, ancora più pericolosa dei No tav . Questi ultimi infatti sono destinati ,alla lunga, a perdere , mentre la Lega potrebbe far passare ,dopo le europee , un sì a un progetto “al risparmio” che taglierebbe fuori l’area torinese e la valle di Susa dai benefici più diretti. Lo ha già detto Giachino in Piazza: si parla di un progetto che abolisce la stazione internazionale di Susa e lo scalo merci di Orbassano, tirando dritto verso Novara- Milano. A questo punto si farà un grande interporto a Novara e non più nell’hinterland torinese con tutti i benefici in termini di posti di lavoro e movimentazione di merci  verso la Lombardia. Lo stesso traffico passeggeri di Torino sarebbe penalizzato: soltanto qualche treno tornerebbe indietro da Settimo verso la città, ma la linea  diretta sarà la Milano –Lione, come già dice il sindaco di Milano Sala. Addio , dunque,  anche ai vantaggi per il turismo in Val Susa e a Torino, ripagata con una metropolitana interna che porta la gente da Barriera di Milano a Mirafiori…che sarà naturalmente affollata di turisti da Francia, Belgio e Spagna. Il sindaco Appendino avrebbe così il danno e la beffa, con una operazione politica di raro autolesionismo ( dopo aver già favorito la candidatura Milano –Cortina per le Olimpiadi):la Tav si fa, ma taglia fuori Torino. Un’ultima notazione:  Milano e il Veneto non ci correranno certo in soccorso, in fondo a loro interessa la linea internazionale, che passi da Orbassano  o vada direttamente a Novara , per loro non cambia nulla. Il Piemonte e Torino si troveranno ancora una volta soli.

Chiamparino chiede il referendum sulla Torino-Lione

Per il presidente del Piemonte, Sergio Chiamparino,  con il voto che ha approvato la mozione di maggioranza sulla Torino-Lione,alla Camera, Lega e 5 Stelle “pregiudicano sempre più seriamente la Tav, perché il blocco dei lavori salva il governo e mette in un angolo il Piemonte, che invece  vuole crescere e non essere vittima delle pantomime elettorali della maggioranza”. “Noi – aggiunge – siamo a fianco delle forze economiche e sociali, della società civile che protestano contro questa decisione.”

“Martedì in Consiglio regionale annuncia –  porterò la richiesta di una consultazione popolare, perché i cittadini possano liberamente pronunciarsi”:

Studenti in piazza, momenti di tensione

Si sono verificati momenti di tensione questa mattina durante il corteo studentesco snodatosi nel centro di Torino. Un gruppo di  giovani ha lanciato uova e sassi contro la sede dell’ufficio scolastico regionale, in corso Vittorio Emanuele, e della Città Metropolitana, poi la polizia li ha allontanati. Molti gli slogan contro il ministro dell’Intero, Matteo Salvini. Sullo striscione che apriva la manifestazione la scritta: “Contro nuova maturità e tagli, bocciamo il governo”.

 

(foto archivio – il Torinese)

Salvini: “L’opera si farà”. Sì alla mozione gialloverde

E’ ancora una volta la Tav il tema dominante dell’agenda politica nazionale. Il vicepremier Salvini: “L’obiettivo è rivedere il progetto, risparmiare dove si può  e andare avanti”. Il leader del Carroccio, in Sardegna per le elezioni regionali, ha parlato anche dell’accusa di “voto di scambio” rivoltagli da Matteo Renzi per aver barattato con l’infrastruttura il no all’autorizzazione a procedere sul caso della nave Diciotti: “Renzi e il Pd mi fanno tenerezza perché non sanno più a cosa attaccarsi. Non commento, non perdo tempo a commentare queste  sciocchezze del Pd”.

LA MOZIONE GIALLOVERDE

La Camera dei deputati approva la mozione di M5S e Lega sulla Tav con 261 voti a favore, 136 contrari e due astenuti. Il documento impegna  il governo a “ridiscutere integralmente il progetto della Torino-Lione, nell’applicazione dell’accordo tra Italia e Francia”

   

Salvini: "L'opera si farà". Sì alla mozione gialloverde

E’ ancora una volta la Tav il tema dominante dell’agenda politica nazionale. Il vicepremier Salvini: “L’obiettivo è rivedere il progetto, risparmiare dove si può  e andare avanti”. Il leader del Carroccio, in Sardegna per le elezioni regionali, ha parlato anche dell’accusa di “voto di scambio” rivoltagli da Matteo Renzi per aver barattato con l’infrastruttura il no all’autorizzazione a procedere sul caso della nave Diciotti: “Renzi e il Pd mi fanno tenerezza perché non sanno più a cosa attaccarsi. Non commento, non perdo tempo a commentare queste  sciocchezze del Pd”.
LA MOZIONE GIALLOVERDE
La Camera dei deputati approva la mozione di M5S e Lega sulla Tav con 261 voti a favore, 136 contrari e due astenuti. Il documento impegna  il governo a “ridiscutere integralmente il progetto della Torino-Lione, nell’applicazione dell’accordo tra Italia e Francia”