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Maltrattamenti, piaga sociale: due arresti dei carabinieri nelle ultime 24 ore

Altri drammatici episodi di cronaca dopo quelli verificatisi nelle scorse settimane nel Torinese

Condove

 Ha aggredito e picchiato la convivente al culmine di un litigio. A Condove, i carabinieri della Stazione hanno arrestato un italiano, di 37 anni, per maltrattamenti. I militari sono intervenuti dopo una segnalazione al 112, per una lite in famiglia. È stata la stessa vittima, una ragazza romena di 35 anni, a chiamare i carabinieri per denunciare il marito violento.
L’uomo è stato arrestato. La moglie presentava varie ecchimosi sul collo, mani e sulla schiena.

Moncalieri

Ha picchiato e umiliato la moglie davanti ai figli minorenni. E’ accaduto a Moncalieri.  Un commerciante italiano di 43 anni è stato arrestato per maltrattamenti.
La vittima, una donna peruviana di 33 anni, ha chiamato il 112 per denunciare il marito violento. I carabinieri sono arrivati immediatamente e hanno sorpreso la coppia che litigava. La donna ha dichiarato ai militare dell’Arma che le violenze fisiche e psicologiche duravano ormai da molto tempo, sempre alla presenza dei loro figli di 1 e 6 anni.

Azienda torinese chiede i danni alla Cina

Causa alla Repubblica Popolare Cinese ed in solido al Laboratorio di Wuhan intentata da una società torinese

Parte da Torino una causa civile intentata da una società torinese verso la Repubblica Popolare Cinese ed in solido verso il Laboratorio di Wuhan per la richiesta di risarcimento danni.

“Per conto di una società torinese di trasporto su gomma – spiega l’avvocato Alex Gilardini del Foro di Torino – ho notificato, insieme al collega avvocato Francesco Curro’ del Foro di Roma, in collaborazione con lo studio legale statunitense Berman Law Group, un atto di citazione per richiesta danni alla  Repubblica Popolare Cinese, al suo Ministero della Sanità Pubblica, al Ministero dell’Amministrazione dell’Emergenza ed al Ministero degli Affari Civili della Repubblica Popolare Cinese, al Governo della Provincia di Hubei, al Governo della Città di Wuhan ed all’Istituto di Virologia della medesima città, oltre che alla sua Accademia Cinese delle Scienze”.

“La suddetta domanda giudiziale – precisa l’avvocato Alex Gilardini – pari ad euro 1.371.145 ,50 è  stata calcolata considerando il mancato guadagno subito dal cliente nei mesi di lockdown, dovuti all’emergenza sanitaria causata dal Covid 19. Nell’atto di citazione, anche grazie al materiale ricevuto dallo studio legale statunitense (che negli States ha già avviato molteplici azioni similari contro le istituzioni cinesi) si vuole dimostrare sia la responsabilità della Repubblica Popolare Cinese nel non aver prontamente diffuso la notizia della pandemia, che avrebbe evitato una così letale diffusione del virus, sia la medesima responsabilità che fa capo all’Istituto di Virologia di Wuhan per non aver parimenti prestato le dovute attenzioni”.

“Ritengo – conclude l’avvocato torinese Alex Gilardini – che nessuna causa finora in Italia sia stata radicata in solido contro sei istituzioni cinesi e contro il laboratorio di Wuhan prima di questa”.

Mara Martellotta

Senzatetto, emergenza nell’emergenza

Il Consiglio comunale ha discusso ieri pomeriggio sul tema della gestione delle persone senza fissa dimora in questo periodo di emergenza sanitaria. La vicesindaca Sonia Schellino ha risposto a un’interpellanza generale sottoscritta da otto consiglieri comunali di minoranza (primo firmatario, Aldo Curatella, gruppo misto di minoranza).

Schellino ha ricordato come il trasferimento dei soggetti da piazza palazzo di Città al Padiglione 5 al Valentino sia stato concordato con la Questura, la Prefettura e l’Assessorato comunale: “Il padiglione 5 al Valentino è stato usato per 36 ore per le verifiche sanitarie necessarie alla tutela dei soggetti interessati e si è provveduto ad eseguire la ricollocazione in strutture idonee di accoglienza.

La struttura era già stata sanificata in precedenza ed è stata nuovamente pulita nei giorni successivi al ricovero dei senza fissi dimora. Dal giorno della chiusura di piazza d’Armi al 19 maggio sono state registrate 103 persone: novanta sono state collocate in strutture idonee anche grazie agli esiti dei tamponi resi disponibili in breve tempo, mentre le tredici persone rimanenti hanno preferito una sistemazione autonoma o hanno rifiutato la proposta. Ricordo infine che già prima del 13 maggio (giorno di chiusura del padiglione 5) e nei giorni successivi anche diversi altri soggetti senza fissa dimora sono stati collocati.

Dopo l’intervento della vicesindaca, ha fatto seguito il dibattito

Aldo Curatella (Gruppo misto di minoranza): l’assessora Schellino e la sindaca Appendino hanno perso oggi l’occasione di chiedere scusa a tutte le persone che si sono ritrovate per strada dopo la loro scellerata scelta di chiudere la struttura di Piazza D’Armi. La soluzione per le persone senza fissa dimora in presidio sotto Palazzo Civico è stata sì trovata e attuata in “soli 2 giorni” ma ci si dimentica di dire che è arrivata dopo otto giorni in cui le persone erano state lasciate sole in mezzo alla strada, senza bagni e un minimo di assistenza.

Elide Tisi (Pd): é stata sottovalutata l’emergenza sanitaria, dichiarata peraltro già il 31 gennaio. Non si capisce perchè sia stata chiusa la struttura di piazza D’Armi, un errore del quale si dovrà fare tesoro anche per il futuro. Il rischio Covid-19 non si è esaurito, sarà importante continuare a porre attenzione e a rafforzare la rete territoriale. Ci sono ancora tanti soggetti senza fissa dimora da assistere.

Fabio Versaci (M5S): l’argomento è stato affrontato a lungo in IV Commissione e sono stati ascoltati tutti i soggetti. La Città si occupa del tema 365 giorni l’anno, ma la crisi sanitaria ha messo inevitabilmente in difficoltà la gestione del servizio. Sono stati potenziati i posti di accoglienza, ma non essendoci turnazione il problema si è sentito, anche perchè molte persone senza fissa dimora sono giunte da fuori Torino.

Maria Grazie Grippo (Pd): non si ammette la sottovalutazione del problema generato dalla chiusura di piazza D’Armi. Sono state trovate soluzioni con diversi giorni di ritardo, ma occorrerebbe riconoscere gli errori di valutazione fatti da parte dall’amministrazione comunale. Una decisione politica sbagliata con conseguenze tutt’altro che piacevoli. Ora monitoreremo che l’emergenza sia rientrata davvero, la città deve essere in grado di intervenire immediatamente.

Francesco Tresso (Lista civica per Torino): È stata una situazione emblematica per il forte richiamo a restare a casa nei giorni dell’emergenza rivolta a coloro che una casa non ce l’hanno. Si è smantellata piazza d’Armi senza avere valutato in modo efficace le conseguenza sanitarie, visti gli assembramenti sotto Palazzo civico. Non bisognerà commettere gli stessi errori in futuro, ma occorre ammettere gli sbagli, al di là di futuri tavoli di lavoro.

Alberto Morano (Lista civica Morano): Richiamo l’attenzione della sindaca e della vicesindaca a fatti analoghi che stanno crescendo nel centro cittadino, in particolare in piazza San Carlo e in Galleria San Federico. Ieri si sono visti episodi emblematici in questi due luoghi simbolo della città, il degrado continua a imperare nella nostra Torino.

La vicesindaca Schellino in replica agli interventi dei consiglieri ha ribadito come sia in atto un confronto continuo con tutte le istituzioni coinvolte a vario titolo in questa difficile fase. Riguardo le affermazioni del consigliere Morano, la vicesindaca ha spiegato che le persone senza fissa dimora citate dal consigliere sono state invitate più volte a trovare ricovero in altri spazi, senza mai  dichiararsi disponibili a trasferimenti in altri luoghi della città.

(dall’ufficio stampa di Palazzo Civico)

Coronavirus: in calo vittime, ricoveri in terapia intensiva e contagi

Il bollettino della Regione di lunedì 25 maggio

15.561 PAZIENTI GUARITI E 3.373 IN VIA DI GUARIGIONE

Oggi l’Unità di Crisi della Regione Piemonte ha comunicato che i pazienti virologicamente guariti, cioè risultati negativi ai due test di verifica al termine della malattia, sono 15.561 (+185 rispetto a ieri): 1463 (+15) in provincia di Alessandria, 706 (+26) in provincia di Asti, 673 (+7) in provincia di Biella, 1578 (+9) in provincia di Cuneo, 1374 (+4) in provincia di Novara, 8179 (+121) in provincia di Torino, 669 (+1) in provincia di Vercelli, 796 (+2) nel Verbano-Cusio-Ossola, 123 (+0) provenienti da altre regioni.

Altri 3.373 sono “in via di guarigione”, ossia negativi al primo tampone di verifica, dopo la malattia e in attesa dell’esito del secondo.

I DECESSI SALGONO COMPLESSIVAMENTE A 3.798

Sono 15 i decessi di persone positive al test del Covid-19 comunicati nel pomeriggio dall’Unità di Crisi della Regione Piemonte, di cui 4al momento registrati nella giornata di oggi (si ricorda che il dato di aggiornamento cumulativo comunicato giornalmente comprende anche decessi avvenuti nei giorni precedenti e solo successivamente accertati come decessi Covid).

Il totale è ora di 3.798deceduti risultati positivi al virus, così suddivisi su base provinciale: 632 Alessandria, 227 Asti, 203 Biella, 361 Cuneo, 327 Novara, 1679 Torino, 207 Vercelli, 125 Verbano-Cusio-Ossola, oltre a 37 residenti fuori regione ma deceduti in Piemonte.

LA SITUAZIONE DEI CONTAGI

Sono 30.228(+48 rispetto a ieri) le persone finora risultate positive al Covid-19 in Piemonte: 3855 in provincia di Alessandria, 1781 in provincia di Asti, 1032 in provincia di Biella, 2746 in provincia di Cuneo, 2660 in provincia di Novara, 15.413 in provincia di Torino, 1280 in provincia di Vercelli, 1104 nel Verbano-Cusio-Ossola, 257 residenti fuori regione ma in carico alle strutture sanitarie piemontesi. I restanti 100 casi sono in fase di elaborazione e attribuzione territoriale.

I ricoverati in terapia intensiva sono 72 (3 rispetto a ieri).

I ricoverati non in terapia intensiva sono 1227 (56 rispetto a ieri).

Le persone in isolamento domiciliare sono 6197.

I tamponi diagnostici finora processati sono 288.018, di cui 160.737 risultati negativi.

Il futuro di Torino, la politica e quel che resta di Fiat

No, non ci posso credere. L’architetto Guido Montanari ex vice sindaco ed ex cocco di Chiara Appendino è diventato supporter della candidatura a sindaco di Torino del rettore Politecnico Guido Saracco. Guido Montanari è tutto e l’incontrario di tutto. Profondamente no Tav ed amico fedele degli antagonisti vuole appoggiare PD e centro sinistra, solo colpevole della grave situazione economica e sociale della nostra città.

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Ma diciamocela tutta: non è questa la vera notizia. La vera notizia sono le commissioni istituite dal Rettore Saracco. Commissioni atte a redigere delle proposte rivolte alla Città di Torino. Tradotto, il Prof. Guido Saracco si mette in proprio. Detto in altri termini,  se partiti di centrosinistra ci state, bene, viceversa vado avanti da solo. Indubbiamente una accelerata. C’è qualcuno dietro a questa (quasi) ufficiale candidatura? Ovviamente non è dato a sapere, ciò che è sicuramente certo è il disastro Torino. Prima, nel settore auto era la prima.
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Dalla carrozzeria al motore ed alla componentistica. Ora, appunto, disastro. Sempre 20 anni fa si parlava di far diventare Mirafiori un centro di produzione ed assemblaggio motori. Ora al massimo centro di ricerca finanziato dall’Europa. L’annoso problema degli investimenti in ricerca e produzione. Con i contrari nel finanziare la Fca perché non paga le tasse in Italia. Altro problema, per l’anno successivo 33 % di studenti fuori sede in meno. Ed anche qui Torino era all’avanguardia. Italia Robotica, ente tra scuola e Comau. Come progettare e realizzare linee di montaggio sempre più competitive. Come utilizzare e progettare l’intellingenza artificiale. L’Itis Avogrado di Torino uno dei punti di eccellenza. Andato in pensione il professore Enzo Marvaso, deus ex machina, mi sa che si è arenato tutto. Anche il tentativo di rilancio della ricerca informatica Olivetti e della nostra silicon Valley, la nostra Ivrea  con il Canavese incluso. Rilanciare tutto questo è possibile? Francamente siamo in ritardo, ma tentar non nuoce. La nostra storia dimostra che le idee non mancano, sono mancati i soldi e le idee sono rimaste embrioni di un domani che non è arrivato. I sindacati applaudono alla richiesta di finanziamenti per 6 miliardi a Fca. Grande botta di fortuna…
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Sinistra sbrindellata e Calenda contrarissimi. Classe politica locale totalmente assente. Ed inserire questo investimento in una più ampia politica economica locale? Capisco che è avvenuto prima e perché mai dovrebbe avvenire ora? Indubbiamente vane speranze. Molti i tentativi per sinergizzare le forze private e pubbliche come la società tra Fiat Comune e Regione sotto l’egida di FinPiemonte come Tne. Tanti soldi, tanti sforzi e sono passati 20 anni con risultati Zero. Precisamente un risultato c’è stato: i soldi pubblici dati a Fiat sono serviti per pagare parte dei debiti che questa aveva con Sanpaolo. E sullo sfondo, eccolo lì il Politecnico di Torino. Si dice tra le Università più importanti e famose del mondo. Accidenti, proprio così. Anni in cui il Prof. Francesco Profumo era il Rettore con una successiva e rapida carriera. Ministro della Repubblica e poi Presidente di Fondazione San Paolo sostituendo Sergio Chiamparino,  amico per la pelle richiamato dalla politica. Il Chiampa Nazionale. Deputato della Repubblica e proponente della rotazione auto con Fiat che vendette molte vetture. Conosciuto e stimato soprattutto  per essere stato Sindaco di Torino che ha gestito le Olimpiadi 2006 fortemente volute dall’ Avvocato per antonomasia Gianni Agnelli Presidente Fiat. Governatore del Piemonte sconfitto al secondo giro dal centrodestra. Chiampa che ha sempre avuto un buon rapporto con Enzo Ghigo,  tra i più bravi governatori del Piemonte. Un’amicizia oltre la politica che ha portato Ghigo a far votare Sergio Chiamparino al ballottaggio contro Roberto Rosso. Ci ha visto lungo Ghigo, prima responsabile di Publitalia e grande capo di Forza Italia. Chi lo conosce bene sostiene che si informa bene prima di parlare e di decidere politicamente.Infatti, insieme al Chiampa fu tra i promotori di Tne. Tocco’ poi a Mercedes Bresso cercare di gestire il tutto mettendo il Prof Mario Calderini a capo di FinPiemonte. Milanesissimo ed allora docente del Politecnico di Torino.
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Lui  recentemente in un’intervista a Repubblica ha sostenuto: ho sempre Torino nel cuore,  ma se non si dà una mossa è morta. Vecchia storia la collaborazione tra Fiat e Politecnico che negli anni 60 omaggio’ Vittorio Valletta di Laurea honoris causa. Quel Vittorio Valletta che porto’ l’Avvocato a  girare il mondo per diventare quello che è diventato. L’Avvocato che pur girando il mondo  e, probabilmente vivendo più negli States tenne sempre la sua residenza a Torino. Diversamente da molti dei suoi famigliari che preferirono la Svizzera. Questione di stile. Poi, giusto per non lasciare nulla di intentato, l’arrivo di Marchionne determino la fusione con la Chrysler con il grande sponsor in Barack Obama Presidente Usa. Tutto ciò per dire che quel poco di Fiat che c‘è ancora si deve a questi meccanismi e che se a Torino vive ancora qualcosa della vecchia Torino lo si deve a questo passato. Ma se non si torna ad essere credibili sul piano internazionale la vedo dura, la vedo durissima.  Come tutte le grandi crisi mondiali, anche la crisi determinata dal coronavirus, lo può essere. Fino a tre mesi fa c’erano idee “latenti” ma non c’erano soldi. Ora, forse, ci sono e spenderli un attimo sarà. Possibilmente spenderli bene per il rilancio della nostra città. Direi per la rinascita della nostra città. Come il mito dell’ Araba Fenice che dalle sue ceneri è risorta. Abbiamo poche carte da giocare e le dobbiamo giocare fino in fondo. Dopo la ” follia” pentastellata non possiamo più permetterci questi fatali errori. Chiara Appendino non è responsabile di questo disastro. Semplicemente inefficace perché indeguata ai compiti che si era assegnata. Ci vuole un Sindaco che attragga investimenti stranieri. Che capisca e conosca la materia. Tocca ai due schieramenti tradizionali essere all’altezza del compito. Magari ci scappa anche la possibilità di potercela fare.
Patrizio Tosetto

Riapre anche la montagna e si contano i morti

Sono stati numerosi gli interventi del soccorso alpino sulle montagne piemontesi, oggi, con il ritorno alla possibilità  senza autocertificazione di compiere escursioni in montagna

Terminato il lockdown, per ora il bilancio è di due morti:  uno scialpinista di 50 anni precipitato a Punta Collerin, nella zona di Balme e  un uomo che con un  amico stava praticando canyoning in un torrente nel Vallone del Piantonetto.

In altre località sono stati trovati almeno altri due feriti.

Coronavirus, in calo vittime e contagi

Il bollettino della Regione delle ore 16 di domenica 24 maggio


15.376
PAZIENTI GUARITI E  3.318 IN VIA DI GUARIGIONE

Oggi l’Unità di Crisi della Regione Piemonte ha comunicato che i pazienti virologicamente guariti, cioè risultati negativi ai due test di verifica al termine della malattia, sono 15.376 (+342 ) rispetto a ieri: 1448 (+7) in provincia di Alessandria,  680 (+30) in provincia di Asti,  666 (+20) in provincia di Biella, 1569 (+37 ) in provincia di Cuneo, 1370 (+25) in provincia di Novara, 8058 (+180) in provincia di Torino, 668 (+ 14) in provincia di Vercelli, 794 (+29 ) nel Verbano-Cusio-Ossola,  123 provenienti da altre regioni.

Altri 3.318 sono “in via di guarigione”, ossia negativi al primo tampone di verifica, dopo la malattia e in attesa dell’esito del secondo.

I DECESSI SALGONO COMPLESSIVAMENTE A 3.783

Sono 12 i decessi di persone positive al test del Covid-19 comunicati nel pomeriggio dall’Unità di Crisi della Regione Piemonte, di cui 2 al momento registrati nella giornata di oggi (si ricorda che il dato di aggiornamento cumulativo comunicato giornalmente comprende anche decessi avvenuti nei giorni precedenti e solo successivamente accertati come decessi Covid).

Il totale è ora di 3.783 deceduti risultati positivi al virus, così suddivisi su base provinciale:    630 Alessandria, 223 Asti, 202 Biella, 361  Cuneo,  326 Novara, 1673  Torino,  206 Vercelli,   125 Verbano-Cusio-Ossola, 37 residenti fuori regione, ma deceduti in Piemonte.

LA SITUAZIONE DEI CONTAGI

Sono 30.180 (+43 rispetto a ieri) le persone finora risultate positive al Covid-19 in Piemonte: 3848 in provincia di Alessandria, 1775 in provincia di Asti, 1031 in provincia di Biella,  2739 in provincia di Cuneo, 2658 in provincia di Novara,  15399 in provincia di Torino,  1270 in provincia di Vercelli, 1104 nel Verbano-Cusio-Ossola, 256 residenti fuori regione, ma in carico alle strutture sanitarie piemontesi. I restanti 100 casi sono in fase di elaborazione e attribuzione territoriale.

I ricoverati in terapia intensiva sono 75  (-1 rispetto a ieri).

I ricoverati non in terapia intensiva sono 1283 (-8 rispetto a ieri).

Le persone in isolamento domiciliare sono 6345

I tamponi diagnostici finora processati sono 285.160, di cui 158.371  risultati negativi.

Nella ripartenza del weekend una marea di torinesi in giro per la città

Già a inizio settimana i mercati, le strade e i parchi erano  affollati. I  mezzi pubblici Gtt hanno messo in circolo il 100% della flotta, e i negozi sono ormai aperti al 90%.

Ieri, sabato,  la riapertura di bar e ristoranti, anche se secondo un’indagine realizzata dall’Epat-Ascom, solo il 70% di ristoranti, pizzerie e caffè avrebbe aperto.

Le prime colazioni nei dehors hanno rappresentato la riconquista di un piccolo piacere dopo il lockdown.

Poi, nel pomeriggio, tanta gente (forse troppa?) in giro in centro per lo shopping o solo per una passeggiata. E in serata la movida è tornata – ma molto più disciplinata, anche grazie ai controlli delle forze dell’ordine – a San Salvario, nel quadrilatero e in piazza Vittorio.

L’augurio è che tutti siano prudenti verso sè e verso gli altri. Certamente per il commercio in crisi sarà almeno una boccata di ossigeno.

(foto: il Torinese)

Prosegue il calo dei ricoveri in terapia intensiva. Sono 14 le nuove vittime, 60 i contagiati

Il bollettino della Regione Piemonte delle ore 16 di sabato 23 maggio

15.034 PAZIENTI GUARITI E 3.307 IN VIA DI GUARIGIONE

Oggi l’Unità di Crisi della Regione Piemonte ha comunicato che i pazienti virologicamente guariti, cioè risultati negativi ai due test di verifica al termine della malattia, sono 15.034 (+611) rispetto a ieri: 1.441 (+94) in provincia di Alessandria, 650 (+ 29) in provincia di Asti, 646 (+22) in provincia di Biella, 1.532 (+46) in provincia di Cuneo, 1.345 (+43) in provincia di Novara, 7.878 (+340) in provincia di Torino, 654 (+11) in provincia di Vercelli, 765 (+25 ) nel Verbano-Cusio-Ossola, 123 (+1) provenienti da altre regioni.

Altri 3.307 sono “in via di guarigione”, ossia negativi al primo tampone di verifica, dopo la malattia e in attesa dell’esito del secondo.

I DECESSI SALGONO COMPLESSIVAMENTE A 3.771

Sono 14 i decessi di persone positive al test del Covid-19 comunicati nel pomeriggio dall’Unità di Crisi della Regione Piemonte, di cui al momento registrati nella giornata di oggi (si ricorda che il dato di aggiornamento cumulativo comunicato giornalmente comprende anche decessi avvenuti nei giorni precedenti e solo successivamente accertati come decessi Covid).

Il totale è ora di 3.771 deceduti risultati positivi al virus, così suddivisi su base provinciale: 629 Alessandria, 223 Asti, 201 Biella, 360 Cuneo, 325 Novara, 1.666 Torino, 205 Vercelli, 125 Verbano-Cusio-Ossola, 37 residenti fuori regione, ma deceduti in Piemonte.

LA SITUAZIONE DEI CONTAGI

Sono 30.137 (+ 60 rispetto a ieri) le persone finora risultate positive al Covid-19 in Piemonte: 3.845 in provincia di Alessandria, 1.768 in provincia di Asti, 1.030 in provincia di Biella, 2.730 in provincia di Cuneo, 2.657 in provincia di Novara, 15.382 in provincia di Torino, 1.267 in provincia di Vercelli, 1.103 nel Verbano-Cusio-Ossola, 256 residenti fuori regione, ma in carico alle strutture sanitarie piemontesi. I restanti 99 casi sono in fase di elaborazione e attribuzione territoriale.

I ricoverati in terapia intensiva sono 76 (- 3 rispetto a ieri).

I ricoverati non in terapia intensiva sono 1.291 (- 123 rispetto a ieri).

Le persone in isolamento domiciliare sono 6.658

I tamponi diagnostici finora processati sono 281.897, di cui 155.663 risultati negativi.

Stop alla movida nel primo weekend di riapertura di bar e ristoranti

Movida vietata a Torino e divieto di vendita degli alcolici a partire dalle 19

E i locali dovranno chiudere all’una di notte. Saranno rafforzati i controlli da parte delle forze dell’ordine.  Le nuove misure anti-assembramento a Torino e in Piemonte riguardano la riapertura di bar, ristoranti e locali della movida  sabato 23 maggio. 

Riaprono anche i bar e si trovano alle prese con le nuove norme. Prime colazioni nei dehors facendo i conti con distanziamenti, amuchina e mascherine. Nelle zone “calde” di  Vanchiglia, San Salvario, Quadrilatero Romano e piazza Vittorio sarà consentito bere nei dehors mantenendo il distanziamento.

Su tutto il territorio piemontese, invece,  tutti i locali dovranno chiudere entro l’una del mattino.

Nei centri commerciali obbligatorio l’uso della mascherina.