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Muore a 20 anni investito dal treno

Un ragazzo di 20 anni, di origini nordafricane è morto ieri sul binario 5 della stazione Stura. Il giovane camminava lungo i binari e stava ascoltando musica: le cuffie te gli hanno impedito di sentire l’arrivo del convoglio. La Polfer ha rilevato che la vittima è stata urtata dal treno regionale Torino-Ivrea in arrivo  da Porta Nuova alle 18.45.

Scontri del primo Maggio, anarchici e No Tav denunciati

Nei giorni scorsi, a seguito di approfondite ed articolate indagini della DIGOS della Questura di Torino, sono stati denunciati, a diverso titolo, 46 militanti di “Askatasuna”, dell’ex posto occupato “Asilo” e del movimento No-Tav, per i reati di resistenza aggravata a pubblico ufficiale, violenza privata e possesso di strumenti atti all’offesa perpetrati in occasione della manifestazione svoltasi a Torino il 1° maggio 2019.

 

Tra gli indagati figurano i principali leder di “Askatasuna” – che hanno anche coordinato materialmente le azioni criminose – e due esponenti del predetto centro sociale nei cui confronti è ancora pendente il procedimento relativo alla richiesta di applicazione della sorveglianza speciale in virtù della loro particolare pericolosità sociale connessa a pregresse azioni criminose ed alle capacità militari acquisite durante il loro impegno nel territorio siriano nelle fila delle milizie dello YPG.

 

I fatti risalgono, come detto, allo scorso primo maggio, allorquando, in occasione del tradizionale corteo dei lavoratori, diversi militanti d’area, posizionatisi in testa allo spezzone sociale composto da circa 2000 persone riconducibili anche al movimento No-Tav ed all’area anarchica torinese, si resero responsabili di ripetute azioni violente a causa dei quali furono necessari diversi e calibrati interventi dei contingenti delle forze dell’ordine e del personale della Digos al fine di impedire la realizzazione di una precisa strategia volta a sovrastare le altre componenti politico-istituzionali intente a sfilare per il centro cittadino e pian piano “conquistare” la testa del corteo con il precipuo obiettivo di dare, tra l’altro, una connotazione prettamente “NoTav” alla tradizionale manifestazione dei lavoratori.

 

 

Nosiglia resta arcivescovo per altri due anni

Monsignor Cesare Nosiglia andrà avanti  per altri due anni nella sua attività di arcivescovo di Torino.

Il  mandato era in scadenza, compiuti ormai i 75 anni. Ma, spiega lui stesso all’Ansa “La Congregazione per i Vescovi, tramite la Nunziatura Apostolica in Italia, mi informa che il Santo Padre Francesco ha disposto che io possa proseguire il mio mandato come Arcivescovo Metropolita di Torino per altri due anni. Ho quindi accolto la decisione del Papa confidando nel Suo sostegno spirituale e pastorale e in quello dei sacerdoti, dei diaconi, delle religiose, religiosi e laici della Diocesi.”.

Minoranza sul piede di guerra: “Le destre in Regione forzano le regole”

 Le minoranze di centrosinistra: “Giocano a fare Salvini: messe in scena, arroganza e capricci”

Alle ore 10, 25 di ieri i consiglieri ricevono una convocazione di seduta dell’Assemblea per il giorno dopo (oggi, giovedì)  alle 10, 30. I capigruppo delle opposizioni a Palazzo Lascaris Domenico Ravetti, Marco Grimaldi, Mario Giaccone, Silvio Magliano scrivono in una nota cheAll’art. 51 del Regolamento interno si dice che “in casi di particolare necessità ed urgenza, il Consiglio può essere convocato dal suo Presidente, anche telegraficamente, 24 ore prima della seduta”. Ma quali sono le necessità e urgenze particolari?

Secondo le minoranze si è assistito  in aula, in occasione della discussione sul destino del mercato di Libero Scambio, ad alcune irregolarità da parte del Presidente del Consiglio Regionale Allasia e della maggioranza.

“La fine della seduta era fissata per le 18, orario condiviso e deciso da tutti i Capigruppo, tuttavia, per consentire che il consigliere Marrone aprisse la discussione sul proprio ordine del giorno sul divieto del Libero Scambio, si è deciso di protrarre la seduta per più di mezz’ora. Si tratta di una pratica inusuale, se non condivisa dall’aula e se non si è in fase di voto”.

Inoltre, prassi e regolamento vogliono che un punto all’ordine del giorno, nel momento in cui viene affrontato, sia discusso nella sua interezza e non solo nella parte che interessa la maggioranza. “Il Presidente invece, – proseguono i capigruppo di minoranza – pur avendo acconsentito ad attrarre gli ordini del giorno di opposizione col medesimo oggetto di quello di Marrone, ha voluto dividere discussione e voto. La seduta è stata chiusa dopo aver capito l’errore, ma il Consiglio è stato riconvocato per giovedì per “particolari necessità e urgenze” che tuttavia non sussistono”.

“A inizio mandato il Presidente Cirio ha promesso rispetto e collaborazione a tutto il Consiglio, ma per ora queste intenzioni restano solo dichiarate” – lamentano i consiglieri di opposizione di PD, LUV, Lista Monviso e Moderati – “Ci tocca ricordare che le minoranze devono essere messe nelle condizioni di esercitare il loro diritto a fare opposizione con ogni strumento legittimo, e che la maggioranza non può piegare in maniera muscolare le regole democratiche. Finora, purtroppo, abbiamo visto solo un gruppo di imitatori di Salvini che passano il tempo ad appendere striscioni sulle facciate dei palazzi, dare in escandescenza e battere i pugni, rivendicando il non rispetto del regolamento per finalità politiche. È la solita destra che da un lato urla legalità ai quattro venti e se ne frega quando c’è da metterla in pratica. La democrazia è un’altra cosa”.

 

Aggressioni negli ospedali, gli infermieri: “provvedimenti urgenti”

Ieri  un utente ha aggredito con un cacciavite tra le mani un altro utente per futili motivi non ancora del tutto noti all’interno del pronto soccorso dell’ospedale di Moncalieri

“A farne le spese un OSS e un infermiere corsi per bloccare l’uomo, già noto al personale.  Un pugno in faccia per l’OSS e uno sul braccio per l’altro, colpiti dalla stessa mano che stringeva il cacciavite. Tragedia sfiorata” La denuncia è di Francesco Coppolella Coordinatore regionale NurSind Piemonte, sindacato degli infermieri. Sul posto sono giunte tre volanti dei carabinieri che hanno bloccato l’uomo.  “E’ inutile sottolineare ancora una volta come questo tipo di episodi sia in forte crescita. Servono provvedimenti urgenti che il nursind chiede da tempo.

Un posto delle forze dell’ordine nei principali ospedali e personale formato addetto alla sicurezza nei luoghi più a rischio”, osserva Coppolella. “Non possiamo permettere che questi luoghi di cura diventino zona franca mettendo a repentaglio la vita dei pazienti e degli operatori. Chiediamo che le aziende si adoperino per trovare soluzioni essendo le stesse responsabili della sicurezza del personale. Chiediamo inoltre una risposta politica alla nuova giunta Regionale che  affronti il problema con determinazione senza sottovalutarlo come sino ad oggi si è fatto”, conclude.

Il “panino libero” a scuola non è più un diritto

Il  “diritto soggettivo  a mangiare il panino portato da casa nell’orario della mensa e nei locali scolastici non sussiste e la gestione del servizio di refezione scolastica  riguarda “l’autonomia organizzativa” delle scuole.

Così  hanno stabilito le Sezioni Unite della Cassazione, accogliendo il ricorso del Comune di Torino, e  ribaltando una pronuncia favorevole ai genitori degli alunni che rispetto alla mensa preferivano  il pasto portato da casa.

“Alla luce del nuovo pronunciamento delle Sezioni Unite, l’Amministrazione procederà a supportare le famiglie e le scuole nelle prossime delicate fasi organizzative che conseguono al  pronunciamento”, dice l’assessora all’Istruzione della Città di Torino, Antonietta Di Martino.

Ex Moi, sgomberate le palazzine grigia e arancione

Con una breve comunicazione la Questura di Torino ha informato che è in corso l’operazione di sgombero e successiva messa in sicurezza dei locali siti in area “Ex Moi”, palazzine Arancione e Grigia. Le persone dimoranti in loco, immigrati extracomunitari,  sono circa 350 e verranno ricollocate in altre strutture già individuate dalle istituzioni competenti. Già nei mesi scorsi alcune palazzine erano state sgomberate.

 

 

Ieri mattina si è concluso il complesso servizio che ha condotto allo sgombero della palazzina Grigia e Arancione ricomprese nell’area ex Moi. Il buon esito dell’operazione, che ha consentito di liberare le palazzine in questione senza impiego della forza e nel rispetto della dignità delle persone ivi dimoranti, è certamente riconducibile alla stretta collaborazione dei vari operatori istituzionali a vario titolo coinvolti nella fase della programmazione e dell’esecuzione dell’intervento.

Per quanto di competenza della Polizia di Stato, degno di nota è il lavoro svolto dall’Ufficio Immigrazione della Questura di Torino, coadiuvata dalla DIGOS.
L’attività di censimento, durata poco meno di cinque giorni, si è conclusa con l’’identificazione di 351 occupanti, risultati tutti titolari di permessi di soggiorno: rifugiato, protezione sussidiaria, motivi umanitari (precedente normativa), protezione speciale, famiglia, lavoro, attesa occupazione, studio. A tale dato è stata attribuita una stima di un possibile aumento del 15%, in ragione dell’impossibilità di censire i soggetti assenti per motivi lavorativi e di formazione. La stima numerica ha trovato riscontro all’esito delle operazioni di liberazione dell’immobile il cui dato definitivo si è assestato a 419 dimoranti.

Di questi, 368 sono stati inseriti in progetti di accoglienza e formazione. I restanti non hanno inteso aderire al programma di ricollocazione, avendo già trovato soluzioni abitative alternative.
Di rilievo è, inoltre, l’attività di mediazione svolta dal personale dell’Ufficio immigrazione della Questura di Torino che ha intrecciato una fitta rete di rapporti con alcuni degli occupanti che hanno indirizzato i loro connazionali verso i punti di raccolta. Questo ha consentito alla polizia, agli operatori dei servizi sociali ed ai mediatori culturali di gestire il trasferimento in sicurezza, liberando entrambe le palazzine già dalle ore 7:30 del mattino.

Vi sono state alcune situazioni di criticità legate, per lo più, alla volontà di alcuni occupanti di non lasciare le piccole attività commerciali presenti nell’area (tra cui un mini market attrezzato, un barbiere, un attività di raccolta del ferro e di riparazione di biciclette). Anche queste sono state opportunamente gestite dagli operatori dell’Ufficio Immigrazione.

La Regione vuole un nuovo piano sociosanitario

Il Piemonte intende adottare un nuovo Piano sociosanitario. Lo ha annunciato l’assessore alla Sanità Luigi Icardi nel corso dell’informativa sull’andamento economico del Servizio sanitario regionale che si è svolta a Palazzo Lascaris in quarta Commissione, presieduta da Alessandro Stecco.

L’informativa, richiesta per il Pd dal vicepresidente della Commissione Domenico Rossi, ha rappresentato un’occasione “per confrontarsi con l’assessore su diverse questioni inerenti l’ambito sanitario anticipate in questi giorni sugli organi di stampa”.

“Il nostro obiettivo è offrire ai piemontesi una sanità efficiente e senza riduzione dei servizi ma, per fare questo, è indispensabile avere un occhio attento alle risorse – ha dichiarato Icardi -. La sommatoria dei piani dei bilanci di previsione delle Asl per il 2019 ipotizza una perdita di circa 450 milioni, una cifra molto elevata che rischia di costringere la Regione a un nuovo piano di rientro”.

La Regione vi farà fronte con risorse straordinarie ma, ha proseguito l’assessore, “le risorse straordinarie finiscono e potremmo avere dei problemi nel 2020 e nel 2021. Siamo comunque ancora in tempo per dare una sterzata potente e dobbiamo farlo”.

Nel corso del dibattito i consiglieri del Pd Domenico Ravetti e Raffaele Gallo e del M5s Giorgio Bertola hanno evidenziato la necessità che, dopo l’uscita dal piano di rientro, la Commissione Sanità riprenda il proprio ruolo di programmazione per quanto riguarda la Sanità e l’opportunità che – dopo cinque anni – il Piemonte stili e approvi un nuovo Piano sociosanitario che nasca anche dal confronto con il territorio.

Per Luv il consigliere Marco Grimaldi ha sottolineato che eventuali tagli e risparmi non dovranno cadere, come in passato, sulla pelle dei lavoratori operando tagli lineari sugli appalti.

“Scorporare la sanità dall’assistenza ha portato la Regione a spendere di più e non di meno, come era nelle previsioni – ha concluso Icardi -. È mia intenzione, infatti, riunire tali ambiti perché senza una rete di assistenza post acuzie in strutture o a domicilio è impensabile pensare a eventuali tagli di posti letto”.

Torino-Lione, M5S: “Regalo a Macron”. La Lega:”Se non vi va la tav uscite dal governo”

Il M5s scrive sulla sua “bibbia”, il Blog delle stelle: “L’Ue ha messo più soldi per la Torino-Lione?

In realtà non è proprio così: ha solo fatto sapere che si impegnerà a farlo. Se il tuo datore di lavoro o un tuo cliente non ti pagano ma ti dicono “tranquillo, ti pagherò, poi lo faccio”, senza dirti quando come e perché, qualche dubbio ti viene o no? Non è che questi soldi, in realtà, all’Italia non servono ma sono solo un altro favore alla Francia di Macron? E pensare che sul Tav c’è chi si schiera con Macron: Renzi, la Boschi e Berlusconi”. Replica la Lega attraverso le note dei capigruppo in Parlamento Riccardo Molinari e Massimiliano Romeo: “Se per i 5 Stelle la Tav è un delitto, uno spreco, un crimine, un regalo a Macron e al partito del cemento, che ci stanno a fare in un governo che la realizzerà? Se vogliono possono dimettersi, nessuno li obbliga”.

L’Italia scrive all’Europa: “La Torino-Lione si fa”

Una lettera ufficiale conferma gli impegni dell’Italia nella realizzazione della Torino-Lione

E’ la missiva inviata  dal Ministero dei Trasporti all’Inea, l’ agenzia della Commissione europea, per rispondere  alla richiesta di chiarimenti sulla posizione del governo nei confronti dell’opera. “Non realizzare il Tav costerebbe molto più che completarlo”, si legge nel testo  della lettera che, richiama l’intervento del premier Conte, ricorda i maggiori fondi dell’Unione Europea e fa richiamo all’interesse nazionale. Il documento è della struttura tecnica del Ministero dei Trasporti, a cui l’Inea aveva rivolto a inizio giugno la richiesta di chiarimenti in merito alla posizione italiana sull’opera