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“Operazione Muraglia Cinese”, sequestrate diecimila mascherine illegali

Società cinese  certificava le mascherine illegalmente. È quanto ha scoperto la Guardia di Finanza Torino al termine di un’operazione che ha portato alla denuncia all’autorità giudiziaria di tre persone per frode in commercio.

 

Le indagini, condotte dai Finanzieri della Tenenza di Bardonecchia e coordinate dalla Procura della Repubblica di Torino, sono nate alcuni giorni fa da un primo sequestro nei confronti di un’impresa di articoli sanitari con alcuni punti vendita siti nella Val di Susa.

Ed è proprio presso il commerciante che i Finanzieri, dopo alcuni approfondimenti, hanno appurato che le mascherine, acquistate in grosse quantità dalla Cina, erano sì certificate ma da una società cinese non autorizzata ad apporre i necessari sigilli di garanzia e addirittura inserita, assieme ad altre società, in una sorta di black-list che la bandiva dall’effettuare tali importanti procedure di garanzia.

 

 

Le indagini hanno portato gli inquirenti a ricostruire l’intera filiera di approvvigionamento delle mascherine dalla Cina, introdotte in Piemonte da un importatore di origine cinese che con i dispostivi medici ha abitualmente poco a che fare. L’uomo, infatti, con numerosi punti vendita a Torino, Rivoli (TO) e Settimo (TO) di articoli floreali, piante e serre, nonché gestore di un Bar tabacchi commercializzava, di recente, anche dispositivi medici. Oltre 10.000 le mascherine cautelate presso l’azienda; tutta la documentazione rinvenuta è ora al vaglio dei Finanzieri di Bardonecchia per appurare la veridicità e l’attendibilità delle certificazioni che hanno accompagnato i dispositivi di protezione sequestrati sino in Italia.  

 

Sono tutt’ora in corso ulteriori indagini della Guardia di Finanza e della Procura della Repubblica torinese al fine di individuare eventuali altri lotti di mascherine (dispositivi medici: mascherine chirurgiche, ffp2 e ffp3) sprovviste del marchio CE o introdotte in Italia attraverso certificazioni fasulle che non garantiscono i requisiti di sicurezza.  

 

Tre finora le persone denunciate alla Procura della Repubblica di Torino per frode in commercio; oltre 10.000 le mascherine sequestrate.

 

In merito all’operazione della Guardia di Finanza, l’Autorità Giudiziaria che sta coordinando le indagini, raccomanda a tutti i soggetti che operano nel mercato di verificare, preventivamente, le certificazioni di conformità dei dispositivi di protezione individuale.

 

Infatti, sul mercato italiano, i c.d. DPI (dispositivi di protezione individuale) e gli altri prodotti necessari al contenimento dell’epidemia, devono rispondere a rigorosi requisiti nonché superare specifici test.

In particolare, i facciali filtranti delle classi “N95” (provenienti dal mercato americano), “KN95” (di origine cinese), ovvero i facciali filtranti comunemente denominati FFP2 o FFP3, per essere lecitamente immessi sul mercato devono essere muniti di apposito certificato di idoneità che attesti il superamento ai predetti controlli, nel rispetto della norma europea “EN 149-2001”.

 

In buona sostanza, mentre per gli acquisti di DPI effettuati da società operanti all’interno della Comunità Europea, gli stessi sono già muniti di idoneità alla predetta normativa, i dispositivi di protezione individuale provenienti da Paesi EXTRA-UE (es. Cina e America), dovranno preventivamente essere verificati dagli organi preposti (es. INAIL o istituto Superiore di Sanità), circa la conformità dei certificati acquisiti dall’importatore rispetto ai rigorosi standard richiesti dalle norme europee e poi autorizzati per l’immissione in commercio. Pertanto si raccomanda ai rivenditori di farsi rilasciare l’autorizzazione alla vendita sulla conformità dei predetti dispositivi provenienti da area extra europea dalle autorità preposte prevista dalla legge anche nel caso in cui siano stati rilasciati certificati di conformità da società straniere, nonché agli acquirenti di verificare che tale autorizzazione sia stata accordata al venditore.

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Mercati ambulanti verso la riapertura completa

La Regione lavora a un protocollo per la riapertura completa dei mercati ambulanti in sicurezza

Proseguono in questi giorni gli incontri tra il presidente della Regione Piemonte Alberto Cirio e l’assessore al Commercio Vittoria Poggio con i diversi rappresentanti della categoria del commercio ambulante. Al centro del confronto le possibili strade per una riapertura in sicurezza dei mercati anche al comparto extra-alimentare.

“Ci rendiamo conto – commentano il presidente Cirio e l’assessore Poggio – che quello degli ambulanti è uno dei comparti più colpiti dalla chiusura prolungata per l’emergenza Covid. In particolare il settore extra-alimentare che il decreto del Governo non ha ancora incluso tra le attività che possono ripartire. Per questo motivo, proprio in collaborazione con tutti i diversi rappresentanti regionali della categoria, stiamo lavorando a un protocollo che, non appena possibile, permetta di riprendere l’attività in sicurezza all’interno delle aree mercatali. Misure efficaci a favore della sicurezza dei clienti e dei commercianti stessi, come la riduzione delle misure dei banchi, il giusto e corretto distanziamento tra le persone e l’uso di mascherine e guanti. Accanto a questo c’è la necessità di garantire a tutti condizioni di vendita eque. Inoltre, stiamo lavorando insieme per predisporre delle misure economiche dedicate che possano dare sostegno al settore e aiutarlo a ripartire”.

Cirio al prefetto: “Troppa gente in giro, aumentare i controlli”

La progressiva riapertura delle attività produttive e dei parchi pubblici in città sta consentendo ad un numero sempre maggiore di persone una circolazione più libera

Intanto negli ultimi due giorni il calo dei contagi fa ben sperare anche in Piemonte, anche se non bisogna assolutamente abbassare la guardia.
Il governatore Alberto Cirio ha notato in un suo “sopralluogo” per le strade della città una presenza notevole di torinesi in movimento per la spesa o per una semplice passeggiata.
Da qui la decisione di contattare il prefetto Claudio Palomba per chiedergli di aumentare i  i controlli.
Sarà la task force per l’emergenza, che si riunirà ogni tre giorni, a decidere ulteriori misure da adottare in Piemonte. Ne fanno parte i sindaci, i prefetti e le asl.
(foto archivio)

Sui treni regionali il 10 per cento degli utenti rispetto all’epoca pre-covid

Sulla rete ferroviaria regionale di Trenitalia nel primo giorno della Fase 2 dell’emergenza coronavirus, in Piemonte hanno viaggiato  circa 15 mila persone

Si tratta del 10% della quota quotidiana di viaggiatori del periodo precedente l’emergenza sanitaria, con riempimento medio dei mezzi dell’11% dei posti disponibili in 345 convogli regionali in circolazione da lunedì  in Piemonte per l’avvio della fase di ripresa.

Sono state attivate 150 corse giornaliere in più,  in accordo con la Regione e sono state inoltre potenziate le attività di sanificazione e igienizzazione su tutti i treni. In tutta Italia  sono operativi circa 3.800 treni regionali Trenitalia oltre a  12 Frecce e 6 InterCity .

Coronavirus, la Regione autorizza i test sierologici privati

La Regione Piemonte autorizza i test sierologici a pagamento per i privati cittadini che vogliano scoprire se sono entrati in contatto con il Covid-19.

La notizia giunge dall’assessore alla Salute, Luigi Icardi, che ha risposto ad alcune interrogazioni nell’Aula virtuale del Consiglio regionale. “La Regione – spiega  Icardi – farà i test sierologici sul personale sanitario servendosi della rete dei laboratori pubblici, per questo ha destinato 6 milioni di euro. Abbiamo chiesto di non estendere il test ai cittadini per non creare false aspettative o problemi. Però abbiamo  permesso il test a pagamento nei laboratori privati per tutti:  saranno autorizzati solo i test validati dal ministero. Ricordo che questi test non hanno un valore diagnostico, ma solo di screening sulla popolazione”.

La nota della Regione: LE INDICAZIONI DELL’ASSESSORATO ALLA SANITA’ DEL PIEMONTE SULL’EFFETTUAZIONE DEI TEST SIEROLOGICI AI PRIVATI CITTADINI

In merito alla possibilità di effettuare test sierologici, presso laboratori privati, da parte di privati cittadini, la Direzione dell’Assessorato regionale alla Sanità del Piemonte ha diffuso una nota in cui precisa che “è consentito l’utilizzo del test sierologico per le immunoglobuline specifiche per il SARS-CoV-2 anche ai privati cittadini, presso i laboratori di analisi cliniche privati, per i soli esami che il Ministero considera attendibili nel loro esito epidemiologico”, aggiungendo che “le Commissioni di Vigilanza delle ASL sono a disposizione per fornire ai laboratori privati le indicazioni circa l’attendibilità e la specificità dei test sierologici”.

Nella stessa nota viene citato l’ultimo pronunciamento del Ministero della Salute che non considera i test sierologici come test in grado di produrre una diagnosi: “I test sierologici – scrive il Ministero -, secondo le indicazioni dell’OMS, non possono sostituire il test diagnostico molecolare su tampone, tuttavia possono fornire dati epidemiologici riguardo la circolazione virale nella popolazione anche lavorativa. Circa l’utilizzo dei test sierologici nell’ambito della sorveglianza sanitaria per l’espressione del giudizio di idoneità, allo stato attuale, quelli disponibili non sono caratterizzati da una sufficiente validità per tale finalità. In ragione di ciò, allo stato, non emergono indicazioni al loro utilizzo per finalità sia diagnostiche che prognostiche nei contesti occupazionali, né tantomeno per determinare l’idoneità del singolo lavoratore”.

In vista dell’allentamento del lock down, fatte salve le medesime riserve sull’affidabilità diagnostica dei test sierologici, il 29 aprile la direzione dell’Assessorato alla Sanità aveva già autorizzato i datori di lavoro all’impiego dei test in ambiti aziendali, esclusivamente sotto la supervisione del medico competente.

In tal caso, le prestazioni sierologiche possono essere eseguite in laboratori analisi privati e autorizzati, secondo le tariffe definite tra le parti, oppure, nel caso di test su digitopuntura, direttamente in azienda da parte di personale sanitario preposto, secondo le modalità individuate dal medico competente.

I test molecolari su tamponi nasofaringei e orofaringei per la diagnosi di laboratorio del virus SARS-CoV-2 possono essere effettuati esclusivamente dai laboratori autorizzati.

Sia per i test sierologici che per i tamponi, gli oneri delle prestazioni in azienda sono a carico del datore di lavoro.

Da parte del medico competente, deve essere immediatamente data notizia delle generalità e dei relativi recapiti della persona risultata positiva al test molecolare (tampone) effettuato privatamente, al Servizio di Igiene e Sanità Pubblica dell’Asl territorialmente competente, al fine dell’immediata attivazione, da parte di quest’ultimo, delle necessarie procedure di quarantena, di sorveglianza sanitaria e della contestuale segnalazione della positività al medico di medicina generale che ha in cura l’assistito. Indipendentemente dall’esito, poi, devono essere forniti da parte del laboratorio che ha effettuato l’analisi i dati all’Unità di crisi della Regione Piemonte, secondo i flussi informativi previsti dalla piattaforma regionale covid Piemonte.

La protesta di estetiste e parrucchieri: “Fateci lavorare!”

Questa mattina indossando  mascherina, guanti e camice, e rispettando le distanze di sicurezza collegati fra loro da un nastro rosso, estetiste e parrucchieri hanno inscenato un flash mob, davanti al palazzo della Regione di piazza Castello

L’evento è stato coordinato da Federvie Piemonte per sensibilizzare e chiedere garanzie per il loro settore colpito dalla crisi dovuta al Coronavirus. Alcune decine di  professionisti hanno esposto cartelli per dire  che ”l’Italia muore per la burocrazia” e  ‘non ripartire significa morire”. La categoria sollecita  la Regione ad attivarsi con il Governo affinché la riapertura dei centri venga  anticipata al 19 maggio.

(foto: il Torinese)

Regole rispettate e flusso di passeggeri non oltre il 20 per cento sui mezzi gtt

I carichi di utenti nel primo giorno (ieri) di ripartenza non sono superiori al 20% sui mezzi di tutte le linee Gtt

L’azienda di trasporto pubblico torinese ha rilevato il 30-35% solo sulla linea del tram 4 nel tratto piazza Derna-via Bertola, dalla zona nord al centro storico.

In  metropolitana, la media è del 10%. Nessun assembramento alle fermate. Gtt -comunica che si è manifestato un “buon rispetto delle regole di salita e discesa e dei posti da lasciare liberi”.

Il personale ha rammentato ai passeggeri le nuove norme senza  difficoltà o problemi di alcun tipo.

 

(foto: il Torinese)

“Riparti Piemonte”, in arrivo 800 milioni Semplificazioni alla burocrazia

La Giunta regionale ha approvato ieri il disegno di legge Riparti Piemonte, lo ha annunciato il governatore Alberto Cirio in video conferenza. Il provvedimento definisce le misure “per mettere benzina in questa nostra Regione che ha bisogno di ripartire”, ha detto il presidente

Costituito da 60 articoli  stanzia oltre 800 milioni di euro per la ripartenza del Piemonte e una serie di disposizioni che semplificano le procedure della pubblica amministrazione.  437 milioni di euro sono fondi della Regione, 354 sono fondi europei, 18 milioni rappresentano il fondo sanitario che spetta alla Regione Piemonte.

Prima dell’approvazione si è tenuto un dibattito in videoconferenza della Prima Commissione (Bilancio), presieduta da Carlo Riva Vercellotti.

L’assessore ai rapporti con il Consiglio Maurizio Marrone ha aperto i lavori, chiedendo “venia perché il testo non è ancora stato adottato in Giunta. Si pensava di concludere per l’ora di pranzo, per incardinarlo subito. Ma le interlocuzioni di alcuni assessori con le parti sociali non ci hanno permesso di votare il provvedimento, che comunque verrà approvato nella giornata di oggi.  La Commissione è comunque utile per l’eventuale gruppo di lavoro e per calendarizzare le prossime sedute”.

Il presidente della Prima Riva Vercellotti ha auspicato “il contributo di tutto il Consiglio affinché questo provvedimento possa essere condiviso e approvato celermente, per poter aiutare i tanti piemontesi che attendono queste risorse. Spero si trovi una convergenza, affinché tutti siamo parte attiva di questo percorso”.

Domenico Ravetti (Pd) ha sottolineato: “Abbiamo dato disponibilità al presidente Cirio per affrontare questo percorso con responsabilità. Il Piemonte ha bisogno che siano messe in circolo risorse. Noi siamo disponibili a far approdare il provvedimento in Aula rapidamente: ci saranno punti che condivideremo, altri meno. Però vogliamo il documento. Si parte quando si incardina il Disegno di legge. Che oggi dopo le conferenze stampa non si abbia ancora il documento, è grave. Chiediamo che il nostro provvedimento a prima firma Gallo, sia attratto da questo Ddl. Siamo basiti perché non abbiamo nemmeno ricevuto una telefonata per avvertirci che il testo non c’era. E stasera c’è un’altra conferenza stampa: non ci sono le condizioni per farci lavorare”.

Anche Sean Sacco (M5s) si è detto “perplesso. Siamo venuti a conoscenza del provvedimento con una conferenza stampa. Prima di discuterne non solo nel Consiglio, ma nemmeno in conferenza dei Capigruppo, come se fosse stato già approvato. Peraltro in quel provvedimento mancano tante categorie, senza capire la ratio per le scelte operate. Ora mi sarei aspettato di vedere il testo prima della conferenza stampa annunciata già oggi pomeriggio”.

Per Marco Grimaldi (Luv) “gli errori si possono commettere, sarebbe meglio non reiterarli. È stato fatto anche con le mascherine e oggi siamo allo stesso punto. Ci sono già le campagne social che spiegano a chi arriveranno i fondi, ma non c’è il provvedimento in Commissione. Chiedo di sospendere la Commissione, a questo punto inutile proseguire”.

Silvio Magliano (Moderati) ha domandato: “Perché chiedere il gruppo di lavoro, a questo punto? Avreste potuto fare da soli. Avete già le veline pronte, i comunicati pronti e poi qui non arrivate con il documento. Francamente non lo capisco: da un lato si chiede di collaborare e poi si fa una cosa di questo tipo”.

In senso critico sono intervenuti anche Maurizio Marello, Raffaele Gallo, Diego Sarno (Pd), Giorgio Bertola, Francesca Frediani (M5s).

E’ intervenuto anche Paolo Bongioanni (Fdi), facendo appello al senso di responsabilità di ciascuno al fine di far arrivare al più presto i fondi ai piemontesi. “Faccio notare dai banchi della maggioranza l’importanza della comunicazione di Giunta, che sottolinei come questo Disegno di legge dovrà passare in Aula, con il contributo dei consiglieri, il nostro e quello dell’opposizione”.

L’assessore Marrone ha replicato, ricordando “di essere stato io il primo a chiedere scusa per il ritardo. Però queste polemiche sono eccessive: la Giunta fa la sua parte e lo comunica ai media, come è sempre avvenuto. Poi naturalmente il provvedimento va in Commissione e va in Aula. Questa non credo possa essere una scusa per minare un percorso importante per il Piemonte. Non mi stupisco per i toni polemici, comprendo le esigenze dell’opposizione e conosco la dialettica democratica, tuttavia non vedo motivi di scontro reale. L’interesse generale è riuscire a distribuire quanto prima i fondi a disposizione per i piemontesi: un giorno di ritardo è un conto, una settimana in più visto il contesto sarebbe grave”.

Il provvedimento avrà circa 70 articoli. La discussione proseguirà nelle prossime sedute.

(foto archivio)

Coronavirus: in Piemonte i pazienti guariti sono oltre 6300, altre 22 vittime

Il bollettino della Regione Piemonte delle ore 17 di lunedì 4 maggio

Da oggi i dati forniti nel bollettino quotidiano saranno quelli rilevati dalla piattaforma COVID PIEMONTE alle ore 12.00, anziché alle ore 17.00, come avvenuto fino a ieri. Il cambiamento è dettato dall’esigenza di uniformare i dati forniti quotidianamente al Dipartimento nazionale della Protezione civile e al Ministero della Salute a quelli comunicati agli organi di informazione. Pertanto i dati di oggi non sono raffrontabili con quelli di ieri. Da domani sarà di nuovo possibile un confronto preciso dei numeri.

6.318 PAZIENTI GUARITI E 2.556 IN VIA DI GUARIGIONE

Oggi l’Unità di Crisi della Regione Piemonte ha comunicato che i pazienti virologicamente guariti, cioè risultati negativi ai due test di verifica al termine della malattia, sono 6.318: 518 in provincia di Alessandria, 261 in provincia di Asti, 340 in provincia di Biella, 704 in provincia di Cuneo, 537 in provincia di Novara, 3.245 in provincia di Torino, 290 in provincia di Vercelli , 356 nel Verbano-Cusio-Ossola, 67 provenienti da altre regioni.

Altri 2.556 sono “in via di guarigione”, ossia negativi al primo tampone di verifica, dopo la malattia e in attesa dell’esito del secondo.

I DECESSI SALGONO COMPLESSIVAMENTE A 3.186

Sono 22 i decessi di persone positive al test del “Coronavirus Covid-19” comunicati oggi dall’Unità di Crisi della Regione Piemonte, (si ricorda che il dato di aggiornamento cumulativo comunicato giornalmente dall’Unità di crisi può comprendere anche decessi avvenuti nei giorni precedenti e solo successivamente accertati come decessi Covid).

Il totale è ora di 3.186 deceduti risultati positivi al virus, così suddivisi su base provinciale: 577 ad Alessandria, 188 ad Asti, 165 a Biella, 259 a Cuneo, 265 a Novara, 1.422 a Torino, 164 a Vercelli, 113 nel Verbano-Cusio-Ossola, 33 residenti fuori regione, ma deceduti in Piemonte.

LA SITUAZIONE DEI CONTAGI

Sono 27.622 le persone finora risultate positive al Covid-19 in Piemonte: 3.593 in provincia di Alessandria, 1.623 in provincia di Asti, 992 in provincia di Biella, 2.553 in provincia di Cuneo, 2.377 in provincia di Novara, 13.916 in provincia di Torino, 1.145 in provincia di Vercelli, 1.065 nel Verbano-Cusio-Ossola, 247 residenti fuori regione, ma in carico alle strutture sanitarie piemontesi. I restanti 111 casi sono in fase di elaborazione e attribuzione territoriale.

I ricoverati in terapia intensiva sono 161.

I ricoverati non in terapia intensiva sono 2391.

Le persone in isolamento domiciliare sono 13.010.

I tamponi diagnostici finora eseguiti sono 176.078 , di cui 96.021 risultati negativi.

Ambulanti in piazza: “Vogliamo lavorare, non siamo di serie B”

E’ senza dubbio la prima manifestazione di piazza, e non solo a Torino, dopo la parziale ripartenza del 4 maggio a Torino

Tra i duecento manifestanti in piazza Castello questa mattina c’erano soprattutto ambulanti extralimentari, quelli che ancora non possono vendere al mercato.

Si sono radunati con striscioni e bandiere sotto la sede della Regione: “Vogliamo lavorare il governatore e Conte ci devono ascoltare. Noi non siamo una categoria di serie B”.

(foto: il Torinese)