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Coronavirus, in Piemonte riorganizzazione territoriale e protocolli di cura con il plasma

«Il Piemonte si prepara al graduale ritorno alla normalità, con un monitoraggio attento e puntuale di tutti gli indicatori previsti, con il potenziamento della medicina territoriale che oggi è in grado di tracciare i contatti e individuare i casi con tempestività, la programmazione dell’attività degli ospedali nel medio-periodo, il rafforzamento della diagnostica e della rete dei laboratori e con la fondata prospettiva che i nuovi protocolli farmacologici e le cure al plasma possano rappresentare una risposta terapeutica efficace ed utile per i malati».

Così l’assessore alla Sanità, Luigi Genesio Icardi, in apertura della conferenza stampa convocata per fare il punto della situazione dopo la prima settimana di allentamento delle misure restrittive.

CONTROLLO DELLA CURVA EPIDEMICA E MEDICINA TERRITORIALE

Professor Ferruccio Fazio, coordinatore Gruppo di lavoro sulla Medicina territoriale

Il gruppo di lavoro coordinato dal professor Ferruccio Fazio ha messo a punto un dettagliato sistema di identificazione e tracciamento attivo dei contatti che vede coinvolti tutta una serie di soggetti: dalle Unità speciali di Continuità assistenziale (USCA), ai medici di medicina generale, ai sindaci dei Comuni, ai medici di pronto soccorso, al 118, ai Servizi di Igiene e Sanità pubblica, il cui obiettivo è identificare i casi che si presentano sul territorio.

“Qualora i casi siano sospetti, inizia il tracciamento attivo dei contatti e contenimento. L’indagine epidemiologica, entro 24 ore dalla segnalazione, prevede l’identificazione dei contatti stretti, con percorsi differenziati per i conviventi e i non conviventi.”

Professor Paolo Vineis, epidemiologo, consulente della Regione Piemonte

«L’aggiornamento sugli indicatori giornalieri, l’andamento della curva epidemica, di R0 giornaliero a livello regionale e provinciale, e tutti i parametri che monitoriamo quotidianamente evidenziano che il Piemonte sta gradualmente uscendo dalla fase critica. In questo momento R0 è a 0,5, un livello migliore di altre regioni. I nostri indicatori oggi sono anche più dettagliati di quelli previsti dal Ministero della Salute. Ora stiamo mettendo a punto metodi per il riconoscimento precoce dei focolai. Fondamentale il tracciamento dei contatti».

POTENZIAMENTO DIAGNOSTICA E RETE LABORATORI

Assessore Matteo Marnati

«Nel corso delle prime 10 settimane dell’epidemia siamo passati da 0 a 40.000 test molecolari Covid 19. La produttività massima teorica realizzabile è di circa 9.000 tamponi al giorno. Lavoriamo per la messa in rete e potenziamento dei laboratori che sono passati dai 2 iniziali a 21».

Previste nuove linee diagnostiche e attivazione di 2 nuovi laboratori nell’Asl Alessandria. Assunzione di nuovo personale in grado di estendere l’attività diagnostica h24, attivazione di 3 nuovi centri dedicati a Biella, Novara (in collaborazione con UPO) e La Loggia che diventerà il primo centro virologico ambientale regionale (in collaborazione con Arpa). Estensione del coinvolgimento dei laboratori privati, anche fuori regione.

FASE 2 IN OSPEDALE E RIMODULAZIONE DELLA RETE

Dottor Gian Alfonso Cibinel, coordinatore Area Dea Unità di Crisi

“I posti letto in terapia intensiva sono passati dai 287 del 27 febbraio ai 586 del 31 marzo. I posti letto in terapia sub-intensiva sono passati da 172 a 517. I ricoverati in terapia intensiva dopo aver raggiunto il picco di 450 persone a fine marzo, sono regolarmente scesi per raggiungere i 135 di ieri. In calo anche i ricoveri ospedalieri.”

Il piano per la fase 2 prevede: il riavvio delle attività ordinarie, diagnostica e visite ambulatoriali, con mantenimento delle prioritarie (classi U e B), la ripresa delle attività programmate a partire dai prenotati della fase1 che saranno contattati dalle Aziende sanitarie, la chirurgia elettiva programmata, l’uscita dallo status Covid e la risposta ad eventuale ripresa dell’emergenza Covid.

Dottor Giovanni Monchiero, coordinatore Gruppo riorganizzazione ospedaliera

“Entro 30 giorni sarà pronto il piano di rafforzamento della rete ospedaliera che terrà conto del Decreto in fase di emanazione da parte del Governo. Ci sarà un aumento dei posti letto, anche in terapia intensiva, che di fatto il Piemonte ha già attuato nella fase più acuta dell’emergenza.”

Fondamentale rimodulare la rete degli ospedali sul territorio, anche sulla base dei parametri di disponibilità eventuale previsti dalla normativa. Essenzialmente, ha anticipato, si tratterà di riconvertire strutture già presenti che negli ultimi anni sono state dismesse.

LE CURE CON IL PLASMA

Anna Maria Bordiga (Città della Salute di Torino), Gennaro Mascaro (AOU Novara) e Massimo Milan (Asl Città di Torino)

La cura con il plasma delle persone guarite dall’infezione da Sars-Cov-2, sperimentata all’Ospedale  di Novara dal 15 aprile, ha già dato importanti risultati: il plasma prelevato dal primo donatore e trasfuso a una persona che era in terapia intensiva ha funzionato fin dalla prima trasfusione e il paziente è potuto uscire dalla Rianimazione. La sperimentazione, seguendo un protocollo pensato al policlinico ‘San Matteo’ di Pavia, è stata avviata dal Servizio di medicina trasfusionale, diretto dal dottor Gennaro Mascaro, con la collaborazione della Direzione medica (in particolare il dott. Philippe Caimmi) e la Struttura di anestesia e rianimazione diretta dal professor Francesco Della Corte.

Al momento sono otto i guariti che hanno donato il loro plasma, che sarà utilizzato in altrettanti pazienti che dimostreranno compatibilità. A Novara si aggiungono ora gli studi e le sperimentazioni della Città della Salute e della Scienza di Torino, con il servizio di immunoematologia diretto dalla dottoressa Bordiga che coinvolge anche altre Aziende presenti sul territorio.

L’obiettivo dello studio di 18 mesi è valutare se l’infusione di plasma contenente anticorpi neutralizzanti anti SARS- Cov-2 o di plasma proveniente da donatori non venuti in contatto con Sars- Cov-2, in aggiunta al trattamento standard, sia più efficace del solo trattamento standard sul risultato di pazienti affetti da Covid-19, con recente sviluppo di insufficienza respiratoria acuta che necessita di supporto ventilatorio. Il protocollo prenderà avvio a Torino dal 1° giugno su un campione di pazienti selezionati in base alla loro compatibilità clinica.

Videoconferenza visibile sul sito della Regione Piemonte

https://www.facebook.com/regione.piemonte.official/

 

Mascherine illegali: scoperto giro d’affari per oltre 5 milioni di euro

 Sequestrati anche i medicinali arrivati in “aiuto” dalla Cina, nascosti in un magazzino di una società Alessandrina. Sequestrate oltre 40 carte di credito utilizzate per le attività illegali.

Dovevano servire per aiutare la popolazione italiana durante l’emergenza Coronavirus. Invece, centinaia di Medicinali arrivati dalla Cina erano nascosti nei magazzini di una società piemontese.

È quanto ha scoperto la Guardia di Finanza di Torino al termine di un’operazione che ha portato alla denuncia di due persone e al sequestro di migliaia tra mascherine e medicinali.

Una vera e propria “montagna” di dispositivi medici non conformi tutti importati illecitamente e successivamente commercializzati in tutta Italia.

La base a Torino, nel quartiere di Porta Palazzo, dove aveva sede la società per azioni, amministrata da un cittadino cinese cinquantacinquenne, Z.Y. le sue iniziali residente nel capoluogo piemontese, dominus del sistema truffaldino. La sua società si ramificava su buona parte del territorio nazionale grazie anche alle quattro unità locali di Novi Ligure (AL), Cessalto (TV), Rozzano (MI) e Rignano sull’Arno (FI), tutte da poco perquisite dai Finanzieri.

Due gli imprenditori cinesi denunciati dai Finanzieri del Gruppo Pronto Impiego Torino che hanno condotto le indagini coordinati dalla locale Procura della Repubblica.  I due, in concorso tra loro, hanno introdotto illecitamente in Italia containers di mascherine protettive (tipo FFP2 e/o chirurgiche) approfittando della situazione emergenziale connessa alla diffusione dell’epidemia da COVID 19.

Ed è proprio nei magazzini della società di Novi Ligure, nell’Alessandrino, che i Finanzieri hanno scoperto come dietro la rivendita di capi d’abbigliamento di lusso acquistati all’Outlet di Serravalle Scrivia (AL), si celava un deposito, all’interno del quale venivano occultate le mascherine importate illegalmente.

Qua, oltre ai dispositivi medici, 130.000 mascherine, sono state rinvenute una quarantina di carte di credito, “Gold” e “Platinum”, di diversi istituti di credito, carte queste ultime, utilizzate per l’attività illegale.

L’aspetto più grave della vicenda il ritrovamento, sempre presso la società alessandrina, gestita da P.C., trentaduenne residente a Novi Ligure, di centinaia di confezioni di medicinali utili al contrasto della diffusione epidemiologica; tutti i farmaci erano destinati alla popolazione italiana nell’ambito del progetto “Anti-Epidemic Supplies from Zhejiang to Italy”.

Sono ancora in corso le indagini dei Finanzieri per rintracciare l’amministratore dell’azienda torinese che frettolosamente ha fatto perdere le proprie tracce rifugiandosi in Cina ma anche per accertare le cause per le quali il materiale si trovasse nascosto nel magazzino dei “contrabbandieri” e non messo a disposizione dei servizi assistenziali italiani ai quali erano in origine destinati.

Finanzieri del Gruppo Pronto Impiego di Torino hanno appurato un giro d’affari illegale di oltre 5.000.000 di euro: in tre mesi poche fatture d’acquisto ed un “fiume” di fatture di vendita, questo è il quadro d’insieme che le indagini hanno tristemente cristallizzato e che hanno “foraggiato” sistemi speculativi.

Lo “score” dell’operazione è di rilievo, soprattutto perché, oltre ad evitare che il flusso commerciale finale fosse dirottato su speculatori economici, l’enorme quantitativo di “mascherine”, circa 600.000, sarà destinato, grazie ai provvedimenti di requisizione del delegato dal Commissario per l’Emergenza Covid-19 sul territorio piemontese, agli Enti pubblici e/o assistenziali maggiormente in crisi in questo momento.

Le indagini sono ancora in corso e dal Comando Provinciale della Guardia di Finanza di Torino si raccomanda di porre la massima attenzione nell’acquisto dei dispositivi di protezione individuale; in questi giorni numerose aziende italiane hanno avviato delle produzioni lecite a prezzi concorrenziali che potranno garantire loro una ripartenza per il post emergenza.

 

(foto archivio)

Torino Capitale europea della Cultura?

Dal Consiglio comunale la proposta di una ricerca conoscitiva per candidare la città

E’ stata approvata ieri dal Consiglio Comunale, con 26 voti favorevoli e 1 contrario (DemA) una mozione (primi firmatari: Massimo Giovara e Damiano Carretto – M5S) che impegna l’Amministrazione a effettuare – in seno alla Quinta Commissione Consiliare – una ricerca conoscitiva sulla candidatura di Torino a Capitale europea della Cultura, ai sensi dell’articolo 76 del Regolamento del Consiglio Comunale.

Si prevede che la ricerca conoscitiva possa svilupparsi e concludersi nell’arco di sei mesi dalla sua istituzione.

È un provvedimento – ha dichiarato il proponente Giovara – utile da votare, anche in questo periodo emergenziale, per permettere di progettare interventi a lungo termine, per la candidatura del 2033.

Analoga ricerca era stata promossa dall’attuale amministrazione, sempre nell’ambito della Quinta Commissione, sul tema della partecipazione culturale.

Nei dibattiti sul provvedimento sono intervenuti i consiglieri Massimo Giovara, Stefano Lo Russo, Marina Pollicino, Fabio Versaci, Viviana Ferrero, Deborah Montalbano, Damiano Carretto, Eleonora Artesio, Francesco Tresso.

(dall’ufficio stampa del Consiglio comunale)

Incentivi sui monopattini, la Regione: “Il Governo esclude tre milioni di piemontesi”

A oggi soltanto 6 comuni piemontesi su 1.181 potranno usufruire dell’incentivo di 500 euro previsto dal governo per l’acquisto di biciclette o mezzi di mobilità alternativi all’auto

Il provvedimento in discussione in queste ore prevede, afferma una nota della Regione, l’assegnazione dell’incentivo soltanto per i comuni con popolazione al di sopra dei 50.000 abitanti che escluderebbe tre capoluoghi: Vercelli Verbania e Biella.

«L’intenzione del governo di promuovere la mobilità alternativa per evitare assembramenti sui mezzi pubblici – osserva l’assessore all’Ambiente, Matteo Marnati – può essere lodevole, ma il criterio di assegnazione del bonus ai Comuni con popolazione al di sopra dei 50.000 abitanti non ha senso, ed è il segnale di un Governo che ormai assume decisioni approssimative e superficiali creando cittadini di serie A e serie B, e che in questo caso tagliano fuori più di 3 milioni di piemontesi».

In regione soltanto Torino Alessandria Novara Asti Moncalieri e Cuneo hanno una popolazione sopra ai 50.000 abitanti.

Test sierologici, ecco i laboratori privati autorizzati

L’Assessorato regionale alla Sanità del Piemonte ha aggiornato l’elenco dei laboratori di analisi privati autorizzati dalla Regione all’esercizio dell’attività. La tabella con i riferimenti delle singole strutture è pubblicata sul sito della Regione Piemonte all’indirizzo: 

 https://www.regione.piemonte.it/web/sites/default/files/media/documenti/2020-05/elenco_laboratori_diagnostici_privati_7_maggio_2020_bis.pdf

A tali laboratori è possibile rivolgersi privatamente anche per l’effettuazione, ove contemplata dai servizi delle singole strutture, di eventuali test sierologici, per i quali, in tal caso, gli oneri sono interamente a carico del cittadino.

In particolare, si ricorda che l’utilizzo del test sierologico per le immunoglobuline specifiche per il SARS-CoV-2 è consentito ai privati cittadini per i soli esami che il Ministero della Salute considera attendibili nel loro esito epidemiologico.

Tali test sierologici, secondo lo stesso Ministero, “non possono, allo stato attuale dell’evoluzione tecnologica, sostituire il test molecolare basato sull’identificazione di RNA virale dai tamponi nasofaringei”, né forniscono alcun “patentino di immunità”, in quanto “un test anticorpale positivo indica se la persona è stata infettata da SARS-CoV-2 (se IgM positivi: infezione recente; se IgM negativi e IgG positivi: infezione passata), ma non indica necessariamente se gli anticorpi sono neutralizzanti, se una persona è protetta e per quanto tempo, e se la persona è guarita. Un test anticorpale negativo può avere vari significati: una persona non è stata infettata da SARA-CoV-2, oppure è stata infettata molto recentemente (meno di 8-10 giorni prima) e non ha ancora sviluppato la risposta anticorpale al virus, oppure è stata infettata ma il titolo di anticorpi che ha sviluppato è, al momento dell’esecuzione del test, al di sotto del livello di rilevazione del test”.

Coronavirus, oltre 8700 guariti. Altre 33 vittime e 111 contagi

Il bollettino della Regione Piemonte delle ore 17 di lunedì 11 maggio

8.731 PAZIENTI GUARITI E 3.307 IN VIA DI GUARIGIONE

Oggi l’Unità di Crisi della Regione Piemonte ha comunicato che i pazienti virologicamente guariti, cioè risultati negativi ai due test di verifica al termine della malattia, sono 8.731 (+216 rispetto a ieri): 635 (+2) in provincia di Alessandria, 364 (+7) in provincia di Asti, 454 (+2) in provincia di Biella, 949 (+11) in provincia di Cuneo, 773 (+6) in provincia di Novara, 4.625 (+167) in provincia di Torino, 390 (+15) in provincia di Vercelli, 461 (+6) nel Verbano-Cusio-Ossola, 80 (+0) provenienti da altre regioni.

Altri 3.307 sono “in via di guarigione”, ossia negativi al primo tampone di verifica, dopo la malattia e in attesa dell’esito del secondo.

I DECESSI SALGONO COMPLESSIVAMENTE A 3.400

Sono 33 i decessi di persone positive al test del Coronavirus Covid-19 comunicati nel pomeriggio dall’Unità di Crisi della Regione Piemonte, di cui 7 al momento registrati nella giornata di oggi (si ricorda che il dato di aggiornamento cumulativo comunicato giornalmente dall’Unità di crisi può comprendere anche decessi avvenuti nei giorni precedenti e solo successivamente accertati come decessi Covid).

Il totale è ora di 3.400 deceduti risultati positivi al virus, così suddivisi su base provinciale: 598 Alessandria, 204 Asti, 167 Biella, 295 Cuneo, 294 Novara, 1.519 Torino, 170 Vercelli, 120 Verbano-Cusio-Ossola, 33 residenti fuori regione, ma deceduti in Piemonte.

LA SITUAZIONE DEI CONTAGI

Sono 28.776 (+111 rispetto a ieri) le persone finora risultate positive al Covid-19 in Piemonte: 3.732 in provincia di Alessandria, 1.685 in provincia di Asti, 1.015 in provincia di Biella, 2.646 in provincia di Cuneo, 2.481 in provincia di Novara, 14.560 in provincia di Torino, 1.200 in provincia di Vercelli, 1.093 nel Verbano-Cusio-Ossola, 252 residenti fuori regione, ma in carico alle strutture sanitarie piemontesi. I restanti 112 casi sono in fase di elaborazione e attribuzione territoriale.

I ricoverati in terapia intensiva sono 135 (-2 rispetto a ieri).

I ricoverati non in terapia intensiva sono 2.021 (-3 rispetto a ieri).

Le persone in isolamento domiciliare sono 11.182

I tamponi diagnostici finora processati sono 213.783, di cui 118.378 risultati negativi.

Un aiuto ai comuni per l’edilizia pubblica, le strade e la manutenzione del territorio

Sono 14 i milioni di contributo a favore dei Comuni per la manutenzione del territorio e per la messa in sicurezza delle opere pubbliche in tutto il territorio regionale. Lo stanziamento, che è stato approvato dalla Giunta della Regione Piemonte, fa parte del piano “Riparti Piemonte”, il disegno di legge regionale che mette in campo oltre 800 milioni per favorire la ripresa dell’economia e della società nell’emergenza Covid-19.

 

«Il contributo – spiega l’Assessore regionale alle Opere Pubbliche Marco Gabusi – verrà concesso ai Comuni attraverso un bando, che prevede due sezioni: una per gli interventi fino a 100 mila euro e uno tra 100 e 200 mila euro. Abbiamo sfruttato la possibilità data legge regionale 18/84 di cofinanziamento dei lavori pubblici dei Comuni fino all’80% e, nell’ambito delle linee di sburocratizzazione del Riparti Piemonte, abbiamo accelerato il più possibile l’iter previsto. Inoltre, abbiamo voluto legare a questa delibera la ripresa del comparto edile locale: per poter accedere al finanziamento i Comuni dovranno affidare i lavori ad imprese aventi sede legale e operativa nel territorio piemontese».

 

È stata posta attenzione anche alla semplificazione delle procedure. Per consentire un’erogazione più rapida, fino a fine anno, per la liquidazione e il pagamento del contributo sarà infatti sufficiente l’autocertificazione dei lavori della stazione appaltante rispetto alle condizioni richieste per la quota corrispondente, con esclusione della quota finale. I Comuni hanno inoltre la possibilità di ricavare dalle economie dei ribassi d’asta quanto necessario per far fronte alle spese connesse all’adozione delle misure di sicurezza per il contenimento del contagio da Covid-19.

I lavori finanziabili riguardano quattro ambiti principali. Il primo, la viabilità comunale, include: lavori di manutenzione straordinaria, sistemazione e nuova costruzione di strade comunali o intercomunali, ponti, guadi, marciapiedi e parcheggi. Segue l’edilizia municipale con: lavori di manutenzione straordinaria, sistemazione, adeguamento, ampliamento e nuova costruzione del luogo dove si svolgono le attività istituzionali del comune. E ancora, l’edilizia cimiteriale con lavori di manutenzione straordinaria, sistemazione, ampliamento e nuova costruzione dei cimiteri. Ed infine, l’illuminazione pubblica, che prevede: lavori di adeguamento, rinnovo, ampliamento e nuova costruzione degli impianti.

Nella Fase 2 nei controviali cittadini in auto a 20 all’ora

In 27 i controviali torinesi sarà istituito il limite massimo di velocità di 20 Km l’ora come prevede piano della Città per la nuova mobilità cittadina a partire dalla Fase 2

L’intento dell’Amministrazione è di destinare tali arterie ad uso prevalentemente ciclabile per incentivare l’utilizzo della bicicletta e degli altri mezzi di mobilità dolce e sostenibile. Si tratta di 80 km di controviali, compresi 4 km su entrambe le direzioni in corso Francia. Ecco gli altri corsi: Vittorio Emanuele, Regina Margherita, San Maurizio, Galileo Ferraris, Unione Sovietica, Peschiera, Einaudi, Ferrucci, Tassoni, Svizzera, Lecce, Potenza, Siracusa, Giambone, Cosenza, Novara, Tortona, Vigevano, Racconigi, nel tratto piazza Robilant-corso Peschiera, Dante, tra corso Turati e via Roccabruna, Bramante tra corso Turati e via Giordano Bruno, Lepanto tra corso Turati e Galileo Ferraris. E, ancora le carreggiate perimetrali delle piazze Pitagora, Cattaneo, della Repubblica e piazzale San Gabriele da Gorizia. Il limite di 20 km l’ora entrerà in vigore quando sarà realizzata l’apposita segnaletica. Il Comune darà la comunicazione ufficiale.

Piemonte, saldi estivi dal primo agosto

Una mano tesa al comparto commerciale dopo la serrata

Il Piemonte non si ferma non è solo una parola d’ordine che si sente risuonare in queste settimane, ma anche una concreta necessità per settori come quello del commercio e dell’artigianato che rappresentano una fetta importante della nostra economia. Proprio per questo motivo e, in considerazione del fatto che la vita quotidiana ha subito rallentamenti e differimenti nelle normali attività di vendita, si è pensato di autorizzare l’apertura della stagione dei saldi estivi dal agosto.

La decisione è stata presa all’unanimità dagli assessori regionali alle Attività economiche e produttive nel corso dell’ultimo incontro della Conferenza Stato-Regioni, che ne ha ratificato l’efficacia rendendola uniforme su tutto il territorio nazionale.

“Lo spostamento dei saldi – commenta l’assessore regionale al Commercio, Vittoria Poggio – consentirà a tutte le attività che a causa del lockdown hanno subito pesanti cali di fatturato di poter recuperare in parte le vendite stagionali. Lo slittamento del periodo di un mese consentirà anche ai consumatori di potersi riappropriare della ‘normalità’ che durante questa tremenda pandemia è venuta meno”.

“Una mano tesa al nostro comparto commerciale che ha subito la serrata imposta dal Coronavirus e speriamo uno stimolo alla ripresa – afferma l’assessore regionale alle Attività economiche e produttive, Andrea Tronzano – Sappiamo benissimo che si tratta ovviamente di uno stimolo, ma soltanto con la ripresa della normalità e della quotidianità il commercio potrà tornare a contare su numeri importanti e determinanti per lasciarci alle spalle questo brutto periodo. Al di là dei numeri e delle vendite questa unanimità di intenti, riconosciuta anche dalle associazioni di categoria, è il modo migliore per ripartire con decisione e con coraggio”.

Caffè e cibi da asporto, non tutti i commercianti aderiscono

Sono circa 2.000 i pubblici esercizi che da ieri possono avviare il takeaway anche a Torino, 6 giorni dopo il resto del Piemonte.

Anche se molti bar, ristoranti e pasticcerie hanno rinunciato  a servire cibo e bevande d’asporto: troppo complicato capire appieno le disposizioni normative  e soprattutto farle rispettare. Nel caso dei bar si devono  fare le prenotazioni, avere bicchieri di carta e tutto ciò che serve per  un caffè d’asporto. Poi i clienti devono stare 80 metri distanti dal locale per consumare la colazione. Insomma, tanti problemi che fanno desistere parecchi esercenti (e clienti).