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Lezioni e vacanze, ecco come sarà il prossimo anno scolastico in Piemonte

Approvato il nuovo calendario

La Giunta regionale ha approvato il calendario scolastico per l’anno 2025-2026.

Le lezioni nella scuola primaria e nella scuola secondaria di primo e di secondo grado in Piemonte si svolgeranno da mercoledì 10 settembre 2025 a mercoledì 10 giugno 2026, per un totale di 206 giorni negli istituti in cui le lezioni si tengono anche al sabato, mentre 174 sono i giorni per le scuole dove si resta in classe fino al venerdì. In considerazione del servizio svolto, le scuole dell’infanzia hanno facoltà di anticipare l’inizio dell’attività didattica, che terminerà martedì 30 giugno 2026.

Calendario anno scolastico 2025-2026

 

Le vacanze nell’anno scolastico 2025-2026

La proposta di calendario è stata condivisa nell’ambito della Conferenza per il diritto allo studio e la libera scelta educativa: i giorni di attività didattica si ridurranno di un giorno, nel caso in cui la ricorrenza del Santo Patrono coincida con un giorno di lezione.

– sabato 1° novembre festa di Ognissanti

– lunedì 8 dicembre Immacolata Concezione

–   da lunedì 22 dicembre a martedì 6 gennaio vacanze di Natale (le lezioni riprenderanno mercoledì 7 gennaio)

–   da sabato 14 febbraio a martedì 17 febbraio vacanze di Carnevale

–   da giovedì 2 aprile a martedì 7 aprile vacanze di Pasqua

–   sabato 25 aprile Festa della Liberazione

–   da venerdì 1° maggio a sabato 2 maggio ponte per la Festa dei Lavoratori

–   da lunedì 1 giugno a martedì 2 giugno ponte per la Festa della Repubblica

Politiche per il cibo, a Torino da tutta Europa per condividere iniziative e strategie

Le politiche per il cibo e il coinvolgimento attivo e sistematico delle parti interessate nelle decisioni e nelle attività sono al centro degli incontri con le delegazioni della rete CleverFood provenienti da Limerick, Sarajevo e Osmangazi, ospiti ieri e oggi della Città di Torino.

Presenti anche rappresentanti di Eurocities e SlowFood e gli studenti internazionali del Master in Food Studies di UniSG e UniTO.

Oggi sono intervenuti  anche i partner del progetto CoFarm4Cities, che mira a sviluppare un modello sostenibile di agricoltura urbana e a rafforzare sistemi alimentari locali. Insieme saranno a Cascina Falchera.

Da anni Torino porta avanti con convinzione una politica alimentare urbana integrata, attenta ai temi della giustizia sociale, della sostenibilità ambientale, della salute e del diritto al cibo per tutti. Crediamo fortemente che momenti come questi, di confronto internazionale e scambio tra città, siano fondamentali per imparare gli uni dagli altri, rafforzare il nostro impegno comune e dare visibilità alle buone pratiche che nascono dal basso, in connessione con reti più ampie.

Iniziative come l’Atlante del Cibo, il progetto Torino Solidale, o gli orti comunitari di Cascina Falchera sono esempi concreti di come Torino lavori per costruire una città più equa e resiliente, mettendo al centro la partecipazione attiva della cittadinanza.

Inoltre, per affrontare le sfide complesse legate al sistema alimentare alla fine dell’anno 2023 la Città ha istituito il GIPA, Gruppo Interdipartimentale e interassessorile delle Politiche Alimentari,  uno strumento innovativo di governance trasversale, capace di unire competenze e visioni. Il GIPA ha concentrato il proprio lavoro su diversi aspetti, tra cui la sostenibilità ambientale, la sicurezza e lo spreco alimentare, l’agricoltura urbana e la promozione culturale e si è anche impegnato nella promozione della trasformazione del sistema alimentare attraverso la realizzazione di Living Lab innovativi.

TORINO CLICK

Dopo l’omicidio un nuovo violento pestaggio in Barriera di Milano

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Ieri nel tardo pomeriggio sempre nel solito tratto fuori controllo di Corso Giulio Cesare tra il Ponte Mosca e Corso Emilia una ennesima rissa violenta tra immigrati.
Il tutto a poche centinaia di metri dal luogo dell’omicidio del 19enne ivoriano dell’altro giorno in corso Novara/Monterosa e da altri due accoltellamenti avvenuti nei giorni scorsi.
“Quotidianamente nel quartiere si vive un clima di violenza e aggressività sotto gli occhi sempre più spaventati dei cittadini. Oggi stesso chiederò un incontro col Prefetto perché la situazione di alcune zone dei quartieri Aurora e Barriera di Milano, continua a essere inaccettabile“. Così Patrizia Alessi, capogruppo di FdI alla Circoscrizione 7 che diffonde il nuovo video girato da residenti.

Più famiglie torinesi in difficoltà: spendono meno per il cibo

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Con 2.609 euro si registra un moderato incremento della spesa mensile, ma aumentano le famiglie torinesi  in fascia di debolezza, costrette a scelte più sobrie.

In crescita la spesa non alimentare, per viaggi e vacanze, ma anche per visite mediche e attività sportive. In netto calo la spesa per vestiario e calzature. In lieve aumento la capacità di risparmio, ma solo per alcune famiglie.

Presentati a Palazzo Birago i nuovi dati dell’Osservatorio sulle spese delle famiglie torinesi, l’indagine realizzata dalla Camera di commercio di Torino che, in linea con l’analisi nazionale Istat, monitora i consumi e le abitudini di acquisto di 240 nuclei residenti a Torino, attraverso la compilazione di due diversi questionari per le spese a maggiore o minore frequenza.
“Dopo un anno di aumento deciso, rallenta nel 2024 la crescita dei consumi delle famiglie torinesi, registrando un calo nell’ambito delle spese alimentari e, nel non alimentare, un incremento limitato solo ad alcune voci, come pasti fuori casa, vacanze e visite mediche – spiega Dario Gallina, Presidente della Camera di commercio di Torino. – Crescono le famiglie in fascia di debolezza e diminuiscono quelle di fascia agiata, ma soprattutto si amplia il divario tra loro in termini di possibilità di spesa e risparmio”.

Le spese delle famiglie nel 2024
A fine 2024 la spesa media mensile delle famiglie torinesi si è attestata a 2.609 euro. Sebbene si tratti del valore più elevato registrato negli ultimi dieci anni (al lordo dell’inflazione), la crescita dell’ultimo anno è stata moderata (+0,5% rispetto al 2023; +12 euro).

A frenare i consumi delle famiglie torinesi, sono state le spese alimentari che, dopo un 2023 di forte recupero, tornano ai livelli del 2022, attestandosi a 407 euro (-2,9%; -12 euro). Al contrario, continua la crescita delle spese non alimentari che, nel 2024, raggiungono quota 2.202 euro (+1,1%, +24 euro).

La condizione economica delle famiglie torinesi
Elaborando i risultati è possibile classificare ex post i nuclei famigliari torinesi in quattro gruppi in base alla condizione economica familiare (debolezza, autosufficienza, livello medio, benessere/agiatezza). Nel 2024 si assiste a un generale peggioramento: rispetto al 2023 sono più che raddoppiate le famiglie in fascia di “debolezza”, passate dal 12,9% al 29,2%; si ridimensiona la classe “autosufficienza” (dal 29,6% al 18,8%). Stabili le famiglie in condizione economica “media”, ma in diminuzione quelle “agiate” (dal 21,7% al 14,5%). In particolare, difficoltà si trovano le persone sole: il 66% si colloca nella fascia di debolezza; se si aggiungono anche i single della fascia di autosufficienza (il 23,4%), quasi 9 persone sole su 10 nel 2024 vivono in una condizione economica sotto la media.

Le spese alimentari
La spesa alimentare nel 2024 è stata pari a 407 euro (-2,9% rispetto al 2023; -12 euro). I cali più significativi hanno riguardato le carni e salumi (il 20,3%; -3 euro), il latte e i formaggi (il 13,2%; -3 euro), il pesce (il 5,5%; -2 euro) e le bevande (il 6,6%; -2 euro). Diminuiscono i cibi pronti da asporto o a domicilio (il 5,2%), dove la flessione ha riguardato, per il secondo anno consecutivo, le spese in cibi “take away” (-1 euro), stabili i cibi da banco/gastronomia. Crescono lievemente tutte le altre categorie (+1 euro), compresa la voce “pane e cereali” (il 13,5%).

Le spese non alimentari
La spesa non alimentare nel 2024 è stata pari a 2.202 euro, in crescita del +1,1% (+24 euro) rispetto a fine 2023. Tra le varie voci, quella dell’abitazione (a cui si sommano anche le utenze domestiche) continua ad essere la componente principale: nel 2024 rappresenta il 48,1% delle spese non alimentari, pressoché stabile rispetto allo stesso periodo del 2023.

Si amplia il servizio di accoglienza per le persone senza dimora in via Traves e nell’ex Buon Pastore

La Città di Torino prosegue e rafforza l’impegno a tutela delle persone senza dimora e in condizione di grave marginalità.

Con una delibera approvata questa mattina dalla Giunta comunale, su proposta dell’assessore alle Politiche sociali Jacopo Rosatelli e co-firmata dagli assessori alla Sicurezza e Polizia Locale Marco Porcedda e alla Protezione civile Francesco Tresso, viene confermata fino al 30 aprile 2026 la continuità delle attività dei due hub di prima accoglienza e protezione civile e sociale della città, situati in via Traves 15 e nel compendio “ex Buon Pastore” di corso Regina Margherita 153.

Le due strutture, operative 24 ore su 24, rappresentano un presidio fondamentale per l’accoglienza temporanea di persone in stato di grave fragilità, tra cui nuclei familiari e minori stranieri non accompagnati in attesa di collocazione, a cui offrono ospitalità, supporto socioeducativo e orientamento verso soluzioni di inclusione abitativa e sociale.

Attualmente i due hub sono in grado di accogliere complessivamente fino a 150 persone e nel corso del 2024 sono oltre mille quelle che vi hanno trovato ospitalità.

La proroga si inserisce nell’ambito del Piano di Inclusione Sociale della Città e fa seguito agli esiti positivi della sperimentazione dell’apertura annuale della struttura di corso Regina Margherita, avviata per far fronte anche agli impatti dei cambiamenti climatici e delle ondate di calore sulle condizioni di vita delle persone senza dimora. Grazie alla riqualificazione del sito di via Traves, oggi attrezzato anche per l’utilizzo estivo, entrambe le sedi saranno operative in continuità durante tutto l’anno.

«Garantire la continuità di questi due presidi significa consolidare un modello di intervento fondato sulla personalizzazione dei percorsi, l’accesso ai diritti fondamentali e la costruzione di opportunità concrete di inclusione – afferma Jacopo Rosatelli, assessore alle Politiche sociali della Città di Torino -. Questi spazi non sono solo un riparo sicuro, ma luoghi in cui le persone possono essere ascoltate e accompagnate verso opportunità di autodeterminazione. È un risultato molto importante della nostra amministrazione, frutto della cooperazione di diversi settori, che ci sprona a fare sempre di più per una città giusta e inclusiva”.

Ucciso a coltellate per strada: identificati i partecipanti alla rissa

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Dopo l’uccisione del 19enne ivoriano in Barriera  di Milano le telecamere  di videosorveglianza hanno permesso alla polizia di identificare alcuni tra i presunti partecipanti alla rissa della notte di venerdì 2 maggio. A svolgere le indagini la squadra mobile di Torino, coordinata dal pubblico ministero Francesco La Rosa. Alla rissa, legata con ogni probabilità a questioni di spaccio,  erano presenti circa  venti persone. Al momento non sono ancora stati effettuati arresti.

Con la “capsula del tempo” apre la terza edizione del Festival del Verde

Ieri pomeriggio nel giardino della Scuola dell’Infanzia Aporti Gastaldi è stato inaugurato ufficialmente il Festival del Verde. I bambini della scuola – insieme all’assessore Francesco Tresso e agli organizzatori del Festival – hanno seppellito nel giardino una “capsula del tempo” e messo a dimora un giovane ciliegio: un gesto simbolico per dare inizio alla terza edizione del Festival e testimoniare l’importanza di coltivare, anche con piccoli gesti, una visione condivisa di sostenibilità e bellezza.

All’interno della capsula, che verrà dissotterrata tra 25 anni, i disegni realizzati dei bambini della scuola dell’infanzia, dei semi di papavero donati dall’associazione Adipa e una cartolina illustrativa del MAB CollinaPo: piccoli segni di futuro, memoria e cura del territorio.

Il Festival del Verde – progetto a cura di FLOR e Orticola del Piemonte – proporrà dal 5 al 25 maggio un programma diffuso dedicato al tema “Il futuro con le piante” che mette in connessione Torino e i comuni della prima cintura spingendosi fino a Cuneo. Venti giorni di appuntamenti all’insegna del verde per un Festival che cresce con oltre 150 iniziative dedicate al mondo vegetale in tutte le sue declinazioni.

Si inizia con il “Festival del Verde Edu”: una settimana, dal 5 all’11 maggio, in collaborazione con l’Assessorato alle Politiche educative della Città, interamente dedicata ad attività̀ laboratoriali ed eventi divulgativi per avvicinare i più piccoli al mondo del verde cittadino. Gli appuntamenti si svolgeranno sia all’interno di orti e giardini scolastici di Torino e dell’area metropolitana che negli spazi delle associazioni e dei musei civici. La settimana dedicata all’educazione termina il 10 maggio con una festa finale che si terrà nella Piazza Verde di Nuvola Lavazza, in collaborazione con il Museo Lavazza, dove saranno proposti laboratori e visite gratuiti.

Tutta la programmazione è consultabile al sito www.festivalverde.it.

Foto: Antonio Pio Roseti

TORINO CLICK

Regione, ecco i corsi 2025: formazione gratuita e specializzata per giovani e adulti

La Regione ha approvato i nuovi corsi di Istruzione e Formazione Tecnica Superiore (IFTS) per l’anno 2025. Interamente gratuiti grazie a un finanziamento di 2,5 milioni di euro del Fondo Sociale Europeo, i corsi sono frutto della collaborazione tra scuole secondarie di secondo grado, agenzie formative accreditate, università e imprese del territorio.

Chi può partecipare

Possono iscriversi:

  • giovani e adulti in possesso di un diploma di scuola superiore o di diploma professionale di tecnico;

  • studenti ammessi al quinto anno della scuola secondaria di secondo grado;

  • candidati senza diploma, ma con competenze acquisite in percorsi formativi, lavorativi o scolastici successivi all’obbligo d’istruzione (previa verifica delle competenze).

È previsto un test di ammissione per l’accesso.

Come si svolgono i corsi

I percorsi IFTS offrono una formazione tecnica avanzata in ambiti strategici come:

  • disegno e progettazione industriale,

  • marketing dei prodotti locali,

  • amministrazione economico-finanziaria,

  • logistica e programmazione della produzione,

  • informatica applicata alla medicina,

  • edilizia innovativa,

  • allestimento scenico,

  • artigianato del Made in Italy,

  • installazione e manutenzione di impianti,

  • progettazione e gestione di database.

Ogni corso ha una durata annuale di 800 ore, suddivise tra teoria, pratica e laboratorio, con una forte componente di apprendimento sul campo: almeno il 50% delle ore è curato da professionisti del settore e include attività in alternanza scuola-lavoro. Le aziende partner possono inoltre offrire contratti di apprendistato agli studenti più meritevoli.

Al termine del percorso, e dopo il superamento della prova finale, si ottiene un certificato di specializzazione tecnica superiore, riconosciuto a livello nazionale.

Una formazione che crea occupazione

“Con i corsi Ifts offriamo ai giovani e agli adulti un’opportunità concreta di specializzazione tecnica di alto livello, in stretta sinergia con il mondo produttivo – commenta Elena Chiorino, vicepresidente e assessore regionale alla Formazione professionale – È un modello virtuoso di formazione mirata che risponde alle reali esigenze del tessuto economico piemontese e consente un rapido inserimento lavorativo. Investiamo 2,5 milioni di euro perché crediamo nel valore del saper fare e nella formazione come leva strategica per garantire occupazione di qualità e sviluppo per il nostro territorio”.

La Cina spaventa il mercato dell’auto europeo mentre Mirafiori attende il rilancio

Secondo John Elkann “ il destino dell’industria automobilistica europea si gioca quest’anno”. L’allarme  è lanciato dal presidente di Stellantis John Elkann e dall’amministratore delegato di Renault Luca De Meo in un’intervista pubblicata dal quotidiano francese Le Figaro. I due vertici dell’auto affermano che quest’anno per la prima volta “la Cina produrrà più dell’Europa e degli Stati Uniti messi insieme.” Le nubi sul mondo dell’auto continuano ad addensarsi minacciose, mentre Mirafiori attende il rilancio annunciato tra le preoccupazioni dei sindacati. Nonostante il clima, nella nostra regione un’impresa su due nel comparto automotive afferma di essere pronta a fare nuovi investimenti.  Intanto la cassa integrazione nell’industria piemontese nel primo trimestre è salita del 127%. Il 2025 è un “momento cruciale”, sostiene Elkann. “Il livello attuale del mercato è un disastro, è in gioco una strategia  anche per gli Stati, visto che il comparto rappresenta 400 miliardi di entrate fiscali in Europa”, gli fa eco  De Meo. Le immatricolazioni di nuove vetture vendute nell’Unione Europea sono scese dello 0,2% rispetto a marzo 2024 e dello 0,4% nel trimestre. I dati comunque positivi di Italia e Spagna nel mese di marzo non hanno compensato il crollo di Francia e Germania.

Sicurezza: violenza in Barriera di Milano, scontro in consiglio comunale

DA PALAZZO CIVICO – Il Sindaco Stefano Lo Russo è intervenuto, in Sala Rossa, per informare l’Aula in merito ai gravi episodi che hanno turbato il quartiere di Barriera di Milano nel fine settimana.

Nel suo intervento, nel ricordare l’episodio accaduto nella notte tra il 2 e 3 maggio in cui è morto Mamoud Diane, giovane diciannovenne di origine ivoriana, si è detto preoccupato per l’efferatezza e la frequenza di questi episodi che evidenziano problemi di sicurezza del quartiere iscrivibili in gran parte, se non tutti, al tema dello spaccio di droga. In merito a questa situazione critica, il sindaco ha ribadito la disponibilità verso ministro, prefetto e questore, a collaborare per quanto nelle competenze dell’Amministrazione nel tentativo di contrastare questa pericolosa escalation, legata in modo piuttosto inequivocabile alla diffusione esponenziale di droghe, in particolare il crack, che si sta sviluppando negli ultimi mesi e che sta producendo gravi danni anche tra i giovanissimi.

Barriera di Milano è un quartiere segnato da problemi di sicurezza ma Lo Russo è convinto che la comunità, viva e operativa, vada sostenuta nelle sue attività. E, in tal senso, ha ricordato i previsti interventi di rigenerazione urbana e riqualificazione di competenza del Comune che stano per essere attuati su quel territorio su spazi ed edifici pubblici, anche in collaborazione con le associazioni che operano nel quartiere. Ma sarà un lavoro insufficiente se non sarà accompagnato da un contrasto efficace allo spaccio da parte delle forze dell’ordine. Serve, per il sindaco, una maggiore presenza di forze dell’ordine sia in numero sia per presenza oraria. Anche perché, a distanza di tempo, è doveroso verificare se alcuni interventi già decisi nei mesi scorsi, abbiano sortito l’effetto desiderato. Se siano state efficaci, ad esempio, il presidio fisso di corso Palermo di fronte alla parrocchia di Madonna della Pace o le zone a vigilanza rafforzata, recentemente prorogate.

Lo Russo rimane dell’opinione che il tema della sicurezza urbana non si deve affrontare con approcci ideologici o muscolari di una parte politica verso un’altra. Auspicando che possano essere individuati e perseguiti i colpevoli richiama tutti al senso di responsabilità e alla consapevolezza che questo tema non si affronta urlandosi addosso sui giornali o con la pretesa di avere la verità in tasca. Si dichiara, in conclusione, convinto che questa situazione, un tema piuttosto complesso, si possa risolvere solo se le istituzioni collaborano, ognuno per la parte che gli compete: il Comune (con operazioni di rigenerazione urbana e i controlli amministrativi della polizia locale), gli organi deputati all’ordine pubblico, ministro dell’interno, prefetto e questore, la Regione per le competenze sanitarie. Serve questo senso di responsabilità da parte delle istituzioni per provare a risolvere un problema che nel nostro Paese affrontiamo da almeno quarant’anni: contenere i fenomeni che hanno generato queste comunicazioni e permettere alle famiglie di tornare a vivere il proprio quartiere senza sentirsi sotto assedio.

Concluso l’intervento del sindaco, si è aperto un corposo dibattito fra i consiglieri. Primo ad intervenire Giuseppe Catizone (Lega) che, da residente in Barriera di Milano, si è detto preoccupato dalla violenza quotidiana, ricordando che il sindaco è responsabile della sicurezza dei torinesi e non può minimizzare questa responsabilità. Ha lamentato come i controlli non impediscano il fatto che dei locali vendano alcolici a qualsiasi ora, chiedendo che il sindaco faccia il sindaco e rispetti i residenti del quartiere. Il consigliere, sottolineato che lo Stato dice e fa, ha deplorato l’inerzia dell’amministrazione civica e ha poi espresso la propria solidarietà ai cittadini e ai famigliari del ragazzo ucciso.

Fabrizio Ricca (Lega) da parte sua ha chiesto cosa il Comune abbia fatto, nell’ambito dell’auspicata collaborazione tra le Istituzioni. Se i presìdi fissi la situazione l’hanno migliorata, serve tuttavia un maggiore controllo del territorio. Ricca ha chiesto al sindaco di avere più coraggio, sottolineando come la sicurezza dei cittadini non sia un tema di destra e invitando la maggioranza a pensare di più ai torinesi e meno a liste civiche future. Ministro dell’Interno, prefetto, questore sono disponibili a collaborare, ha concluso, ma il sindaco prenda una posizione forte.

Secondo Domenico Garcea (Forza Italia), per la prima volta anche dalla maggioranza emerge la percezione di sicurezza. Il sindaco è sembrato rassegnato, ha sempre sottovalutato la situazione di Barriera minimizzando la situazione. E’ sempre stato uno scaricabarile su Prefetto e Questore ma le responsabilità sono anche del sindaco, per un’Amministrazione che ha sempre tollerato tutto. I cittadini di Barriera di Milano meritano di più.

Pierlucio Firrao (Torino Bellissima) ritiene che finalmente si sente parlare di maggiori presidi. Forse non tutti sono d’accordo nella maggioranza ma esiste un problema di sicurezza, l’auspicio è che ci sia collaborazione istituzionale. Ci sono cittadini che chiedono aiuto, ci sono molte azioni da fare, anche da parte del Comune. Queste comunicazioni possono essere considerate un gesto di apertura.

Per Andrea Russi (M5S) la situazione a Barriera è agghiacciante. Il consigliere ha definito ‘assente’ il sindaco in tema di periferie e ha evidenziato come il primo cittadino oggi chieda aiuto al Governo dopo essersi occupato delle alleanze per le prossime elezioni del 2027 ed ha ricordato il triste primato torinese del 101esimo posto in graduatoria nella sicurezza tra le città italiane.

Antonio Ledda (PD) ha evidenziato la grave strumentalizzazione politica in corso da parte delle minoranze e ricordato le competenze limitate da parte delle amministrazioni comunali, ulteriormente penalizzate dal Decreto Sicurezza.

L’istituzione di una Commissione consiliare speciale Periferie al Centro è stata la proposta di Federica Scanderebech (FI). La commissione, sul modello di una analoga iniziativa istituita presso la Camera dei Deputati, così come di quella costituita dalla Città di Bari, servirebbe a dare continuità di analisi, proposta e individuazione delle soluzioni, ha spiegato Scanderebech, sottolineando come la Città debba guardare alle sue periferie come spazi da ascoltare e da rigenerare.

Ferrante De Benedictis (Fratelli d’Italia) ha evocato il turbamento di un’intera comunità a fronte delle violenze verificatesi non solo in Barriera ma in vari quartieri. Non si può dire che il Sindaco non ha compito di garantire la sicurezza, questo è anzi il primo compito di un primo cittadino. La sicurezza per sé e le proprie famiglie è diritto di tutti, il sindaco ha poteri importanti, di controllo del territorio in senso ampio. Può emettere ordinanze, usare strumenti elettronici. In decenni centrosinistra e M5S non hanno fatto nulla per la rigenerazione, con politiche di accoglienza rivelatesi fallimentari.

Silvio Viale (Lista civica – Lo Russo Sindaco – +Europa) sottolinea come occorra maggiore realismo, la città fa quello può ma è la politica italiana che deve avviare politiche antiproibizioniste per evitare lo spaccio nell’illegalità.

Per Claudio Cerrato (PD) dopo sei anni di governo della destra in Regione e tre anni a livello nazionale la colpa viene scaricata sui sindaci. Ritiene positivo che il Prefetto abbia aumentato la presenza dello Stato sul quartiere ma è il sistema che non funziona. Per l’emergenza crack la città sta mettendo 3 milioni per il contrasto, mentre nulla sta facendo la Regione.

Il Consigliere Enzo Liardo (Fd’I) si è detto stupito delle dichiarazioni rilasciate dal sindaco che ritiene il problema di Barriera una questione di spaccio di droga: ma la paura collettiva è per gli scippi e i furti, ha commentato il consigliere. Mi auguro, ha concluso, si tratti di una semplice reazione emotiva.

Secondo Sara Diena (Sinistra ecologista) si tratta di un problema che non riguarda soltanto i residenti di Barriera di Milano ma di ampie zone della Città. La consigliera ha definito la discussione in Aula populista e argomentato che se il morto dell’altra sera fosse stato italiano nessun consigliere oggi lo avrebbe nominato.

Ivana Garione (Moderati) ha ricordato che Barriera di Milano non è un quartiere perso, è una comunità viva. Ci sono problemi di sicurezza che la Città non può risolvere da sola, anche se fa la sua parte, la cooperazione tra Istituzioni è necessaria. Il problema delle tossicodipendenze, ha aggiunto, è anche di carattere sanitario, non solo sociale. Inoltre, ha sottolineato Garione, in Piemonte ci sono 39 specialisti in salute mentale ogni centomila residenti, la media italiana è di 60. Le forze dell’ordine devono agire contro i narcotrafficanti, con una regolamentazione sulle droghe minori.

Elena Apollonio (Demos-AD) ha ricordato il nome del giovane Mamoud Diane, sottolineando come fosse uno dei tanti giovani che bussano alle nostre porte in cerca di un futuro migliore. Le povertà sono raddoppiate, gli strumenti in mano ai Comuni non bastano. Povertà, droghe, migranti sono questioni complesse, ha detto, come si può pensare di risolverlo con i mitra per le strade. La signora anziana che ha paura di uscire di casa e il ragazzo assassinato sono due facce della stessa medaglia, serve una soluzione complessiva, non parlare a vanvera di sicurezza

Ha concluso gli interventi dei consiglieri Tiziana Ciampolini (Torino Domani), esprimendo il ringraziamento per tutti coloro che hanno restituito la complessità ormai cancellata dal dibattito politico, il dettato politico del nostro modo di governare che deve mettere al centro le politiche di coesione, andando oltre il sociale e oltre la sicurezza.

Al termine del dibattito, il sindaco Stefano Lo Russo è intervenuto per la replica conclusiva in cui ha ribadito la necessità di una collaborazione fra le diverse istituzioni, senza semplificazioni senza alzare i toni dello scontro verbale, “senza buttarla in becera caciara politica”. Rispondendo ad alcuni consiglieri, ha spiegato che è un’inesattezza dire che il sindaco ha poteri di ordine pubblico, così come non è vero che la Polizia locale abbia poteri analoghi a quelli delle altre forze dell’ordine e accusa di un livello troppo strumentale il dibattito politico: “serve un principio di realtà”.

Il sindaco sente l’esigenza di non semplificare e la responsabilità istituzionale, prima ancora che politicadi provare a risolvere questi problemi, di non facile soluzione. E non si sottrae a due ragionamenti: che i temi della sicurezza riguardano la città nel suo complesso e non solo una parte o un quartiere e che serve trovare insieme delle proposte. Perché ai cittadini interessa che venga risolto il problema. Pequesto serve depurare il dibattito politico dalle tossine dello scontro populista e mettere in campo quell’azione sinergica, a servizio della città, che ritiene necessaria per provare a risolvere il problema.

CS