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In Piemonte quasi 1400 contagi nelle 24 ore. Sei nuove vittime

CORONAVIRUS PIEMONTE: IL BOLLETTINO DELLE ORE 17

 

 

29.442 PAZIENTI GUARITI E 786 IN VIA DI GUARIGIONE

Oggi l’Unità di Crisi della Regione Piemonte ha comunicato che i pazienti virologicamente guariti sono 29.442 (+ 63 rispetto a ieri), così suddivisi su base provinciale: 3589 (+5) Alessandria, 1668 (+0) Asti, 925 (+0) Biella, 2920 (+20) Cuneo, 2774 (+19) Novara, 14.906 (+17) Torino, 1406 (+1) Vercelli, 1050 (+1) Verbano-Cusio-Ossola, oltre a 204 (+0) provenienti da altre regioni. Altri 786 sono “in via di guarigione”.

 

I DECESSI SONO 4209

Sei i decessi di persone positive al test del Covid-19 comunicati dall’Unità di Crisi della Regione Piemonte, di cui 1 verificatosi oggi (si ricorda che il dato di aggiornamento cumulativo comunicato giornalmente comprende anche decessi avvenuti nei giorni precedenti e solo successivamente accertati come decessi Covid).

Il totale è di 4209 deceduti risultati positivi al virus, così suddivisi per provincia: 690 Alessandria, 258 Asti, 214 Biella, 402 Cuneo, 391 Novara, 1852 Torino, 228 Vercelli, 133 Verbano-Cusio-Ossola, oltre a 41 residenti fuori regione, ma deceduti in Piemonte.

 

 

LA SITUAZIONE DEI CONTAGI

I casi di persone finora risultate positive al Covid-19 in Piemonte sono 46.319 (+ 1396 rispetto a ieri), di cui 786 (56%) sono asintomatici.

Dei 1396 casi: 472 screening, 578 contatti di caso, 346 con indagine in corso.

Ambito: 74 Rsa,190 scuola, 1132 tra la popolazione generale. Sono 5 su 1396 i casi importati.

La suddivisione complessiva su base provinciale diventa: 5092 Alessandria, 2465 Asti, 1480 Biella, 5122 Cuneo, 4222 Novara, 23.823 Torino, 1951 Vercelli, 1428 Verbano-Cusio-Ossola, oltre a 366 residenti fuori regione, ma in carico alle strutture sanitarie piemontesi. I restanti 370 casi sono in fase di elaborazione e attribuzione territoriale.

 

I ricoverati in terapia intensiva sono 62 (+1 rispetto a ieri).

I ricoverati non in terapia intensiva sono 1037 (+154 rispetto a ieri).

Le persone in isolamento domiciliare sono 10.783

I tamponi diagnostici finora processati sono 881.778 (+ 13.008),di cui 472.970 risultati negativi.

Non sparate su Icardi

IL COMMENTO di Pier Franco Quaglieni/ Il caso dell’assessore alla Sanità del Piemonte Luigi Icardi e’ davvero indicativo dei tempi terribili che viviamo

Icardi – nel bel mezzo della seconda ondata della pandemia – decide di fare il viaggio di nozze . Non si sa quando si sia sposato e non si sa se non gli sia stato possibile andare in luna di miele nel corso dell’estate,  visto che il Piemonte non ha lavorato in
modo particolarmente alacre a creare argini alla prevedibile nuova ondata del virus. Certo ha ragione Icardi quando dice che un sistema sanitario non può dipendere dall’assenza per cinque giorni dell’assessore. Lo stesso Icardi dice che è stato sempre in contatto con l’assessorato ed ha partecipato da remoto a tutte le riunioni. Dev’essere stato un viaggio di nozze infernale che i due sposi ricorderanno per sempre. In una intervista Icardi avrebbe anche detto che la moglie non era affatto contenta.
Bisogna rispettare l’intimità di Icardi che suscita persino un po’ di tenerezza.
Un breve viaggio di nozze zeppo di riunioni dal telefonino o dal tablet era cosa inimmaginabile fino a poco tempo fa.
Ed attaccare Icardi con violenza per questa sua trasgressione sentimentale non appare generoso .
Rappresenta icasticamente il senso di smarrimento di questi tempi in cui la politica non sa fare la politica e neppure l’intimita’ di una luna di miele viene considerata.
Passare cinque giorni d’ottobre in Sicilia con la donna che si ama , continuamente distratti da notizie tragiche sul virus dev’essere stata un’esperienza tremenda. Quindi non sparate su Icardi.  Sarebbe meglio sostituirlo alla Sanità, ma non per il viaggio di nozze, ma per gli scarsi risultati raggiunti di cui sono evidenti le tragiche conseguenze. Magari spostatelo al Turismo. Così potrà pensare ad altri viaggi piu piacevoli e distensivi per se’ , per i suoi congiunti e per gli altri piemontesi , sempre che il virus ci consenta ancora di viaggiare.
La vicenda di Icardi assessore alla Sanità che va in luna di miele invece di combattere in prima linea potrebbe essere la triste metafora di una certa Italietta che gli storici identificano con Caporetto e con l’8 settembre. Speriamo che non sia così. Disperatamente pensiamo e auguriamoci che il Piemonte di oggi non sia quello
che evoca la resa , ma la lotta. Come i “Bugia nen” del Generale Cacherano di Bricherasio alla battaglia dell’ Assietta dove pochi, rudi ed eroici piemontesi fermarono i francesi invasori.

Infermieri verso lo sciopero generale

Riceviamo e pubblichiamo l’Intervento del sindacato degli infermieri Nursing Up

Anche in Piemonte centinaia di professionisti incroceranno le braccia

“Chiediamo l’adeguamento degli organici, degli stipendi e il riconoscimento della nostra competenza“

 

Il 2 novembre a partire dalle 7 di mattina e per 24 ore, gli infermieri entreranno in sciopero per l’agitazione nazionale indetta dal Nursing Up, sindacato degli Infermieri e delle professioni sanitarie, e annunciata da tempo, il cui riassunto è lo slogan #MaiPiùComePrima.

 

Anche in Piemonte centinaia di infermieri e professionisti della sanità incroceranno le braccia, puntando il dito al continuo e ormai non più sostenibile “gioco dello scarica barile” tra le varie istituzioni, Regione e Governo, le quali alle tante, troppe, promesse di nuove assunzioni, di adeguamento degli stipendi, di revisione del numero di persone disponibili per affrontare in modo adeguato i turni in situazioni di emergenza come quella con cui ci troviamo di nuovo a fare i conti, non hanno mai fatto seguire atti concreti alle parole.

 

“Governo e Regione non nascondetevi dietro un dito! – attacca Claudio Delli Carri, segretario Regionale Piemonte del Nursing Up, spiegando le ragioni di questa protesta -. Nel contesto di nuova pre-emergenza Covid in cui ci troviamo, abbiamo il dovere morale e civico di sottolineare, al governo regionale e a quello centrale, che ci vuole più coraggio nelle scelte da mettere subito in pratica, quello stesso coraggio che gli infermieri e i professionisti della salute impiegano tutti i giorni con grande senso di responsabilità e abnegazione, al fianco dei pazienti e di chi ha necessità di cure. I professionisti sanitari dimostrano concretezza ogni giorno, quando timbrano il cartellino, alla mattina, al pomeriggio, nelle notti, nei festivi, non si tirano mai indietro e vanno avanti. Consci dell’importanza di ciò che fanno. Il Governo e la Regione possono dire di avere la stessa consapevolezza dell’importanza del nostro ruolo?

 

Il Governo regionale, a causa di vincoli di bilancio, dei piani di rientro e dell’annunciato efficientamento, non può avanzare richieste ulteriori rispetto ai limiti imposti dal Governo centrale. Quei limiti vanno sospesi o addirittura cancellati per fare nuove assunzioni. Siamo all’assurdo in cui lo Stato investe diversi milioni di euro per la riduzione delle liste d’attesa (che si sono allungate a causa del Covid tra marzo e giugno) ma poi non investe in maniera strategica per assumere personale”.

 

Prosegue Delli Carri: “Oggi, a parte un paio di graduatorie in via di esaurimento, non ci sono più graduatorie di infermieri in tutta la regione Piemonte. Se vi saranno dei concorsi li vedremo nei primi mesi del nuovo anno, ciò vuole dire che vedremo le prime assunzioni a fine primavera. E nel frattempo? Ci rendiamo conto, poi, che non esiste solo il Covid, ma ci sono ancora e sempre anche tutte le altre patologie e necessità dei pazienti che vanno seguite?

Le agenzie interinali fanno fatica a fornire personale alle aziende sanitarie, poche le chiamate di lavoratori a tempo determinato. Non ci va molto a capire che così il sistema non reggerà e ricominceranno a chiudere ed accorpare i reparti per aprire i reparti Covid. Ma le altre patologie non vanno in ferie”.

 

“E come se tutto ciò non bastasse – continua Delli Carri – continuiamo ad avere migliaia di professionisti che vanno a lavorare all’estero dove vengono meglio pagati e dove i contratti vengono fatti subito. In pratica, noi formiamo le eccellenze egli altri stati ce le rubano!! Perché non si pensa ad allineare stipendi degli infermieri italiani a quelli degli infermieri altri stati europei, visto che un infermiere nel nostro percepisce un salario tra i più bassi in Europa?”.

 

Delli Carri, inoltre, sottolinea la necessità di agire anche sulle indennità, ma anche e soprattutto sulla parte strutturale dello stipendio: “le indennità sono ferme al palo da ben 25 anni – spiega – un esempio? L’indennità di malattie infettive che all’epoca della lira era di 10 mila lire, con la conversione in euro è di euro 5,16 euro! L’indennità turno è di euro 4,49 euro, l’indennità terapia intensiva è di euro 4,13, l’indennità notturna oraria arriva a 2,74 euro l’ora, la pronta disponibilità di 12 ore a 20,66. Cifre troppo basse. La verità però è che bisogna agire sulla parte strutturale dello stipendio, perché parliamo di una professione che oggi sforna laureati con responsabilità elevate, con competenze e specializzazioni che vanno riconosciute e premiate. Non è più possibile tenere gli stipendi base fermi al palo da 20 anni. Invece in Italia continuiamo con una politica che danneggia i lavoratori, si pensi ad esempio alle attuali leggi sulla pensione: non considerare il lavoro degli infermieri come usurante è folle. E i primi risultati si stanno palesando. Con l’aumento dell’età aumentano le prescrizioni e limitazioni del personale che incidono sui turni. Ci vuole invece un ricambio di personale in tempi molto più ravvicinati visto che ci sono interi settori sanitari dove i lavoratori superano di gran lunga l’età media dei 50 anni!”.

 

Conclude Delli Carri: “Lo Stato, tramite le Regioni, deve mettere a disposizione risorse economiche per l’adeguamento degli organici, l’adeguamento degli stipendi e il riconoscimento della nostra competenza e specializzazione. Ora, non domani o fra un anno. Siamo solo all’inizio della protesta e non arretreremo di un passo finché non otterremo il giusto riconoscimento e la giusta valorizzazione.

 

Coronavirus, cinque morti e 933 contagi in più

CORONAVIRUS PIEMONTE: IL BOLLETTINO DELLE ORE 17

 

29.379 PAZIENTI GUARITI E 734 IN VIA DI GUARIGIONE

Oggi l’Unità di Crisi della Regione Piemonte ha comunicato che i pazienti virologicamente guariti sono 29.379 (+71 rispetto a ieri), così suddivisi su base provinciale: 3584 (+7) Alessandria, 1668 (+2) Asti, 925 (+2) Biella, 2900 (+15) Cuneo, 2755 (+9) Novara, 14.889 (+30) Torino, 1405 (+3) Vercelli, 1049 (+3) Verbano-Cusio-Ossola, oltre a 204 (+0) provenienti da altre regioni. Altri 734 sono “in via di guarigione”.

 

I DECESSI SONO 4203

Cinque i decessi di persone positive al test del Covid-19 comunicati dall’Unità di Crisi della Regione Piemonte, di cui nessuno verificatosi oggi (si ricorda che il dato di aggiornamento cumulativo comunicato giornalmente comprende anche decessi avvenuti nei giorni precedenti e solo successivamente accertati come decessi Covid).

Il totale è di 4203 deceduti risultati positivi al virus, così suddivisi per provincia: 689 Alessandria, 257 Asti, 214 Biella, 402 Cuneo, 389 Novara, 1851 Torino, 227 Vercelli, 133 Verbano-Cusio-Ossola, oltre a 41 residenti fuori regione, ma deceduti in Piemonte.

 

 

LA SITUAZIONE DEI CONTAGI

I casi di persone finora risultate positive al Covid-19 in Piemonte sono 44.923, +933rispetto a ieri di cui 532 (57%) asintomatici. Di questi 933 casi: il motivo del tampone riguarda 257 screening, 376 contatti di caso, 300 con indagine in corso; la distinzione per ambiti ne riporta 72 in Rsa, 162 nella scuola, 699 tra la popolazione generale; 3 gli importati.

La suddivisione complessiva su base provinciale diventa: 5023 Alessandria, 2414 Asti, 1459 Biella, 4959 Cuneo, 4156 Novara, 22.865 Torino, 1928 Vercelli, 1399 Verbano-Cusio-Ossola, oltre a 360 residenti fuori regione, ma in carico alle strutture sanitarie piemontesi. I restanti 360 casi sono in fase di elaborazione e attribuzione territoriale.

 

I ricoverati in terapia intensiva sono 61 (+6 rispetto a ieri).

I ricoverati non in terapia intensiva sono 883 (+103 rispetto a ieri).

Le persone in isolamento domiciliare sono 9.663

I tamponi diagnostici finora processati sono 868.770 (+9.564),di cui 466.505 risultati negativi.

Covid, Appendino: “Non spetta ai sindaci chiudere strade e piazze”

Non può essere onere dei sindaci chiudere al pubblico strade e piazze ma  “deve essere concertato da tutte le Istituzioni territoriali, con ampie competenze in termini di sicurezza e controllo.

Non può in alcun modo essere in capo alle singole Amministrazioni”. Così  la sindaca di Torino, Chiara Appendino, che intende confrontarsi domani stesso col governo. “La Polizia Municipale non sarebbe in grado di aggiungere ai già numerosissimi compiti anche un controllo tanto capillare degli spazi pubblici, proprio in un momento delicato come quello che stiamo vivendo”.

Il Piemonte punta sulla raccolta differenziata

La Regione Piemonte potenzia la raccolta differenziata: 1 milione e 720mila euro ai Consorzi per la gestione dei rifiuti urbani

La Giunta ha approvato la delibera, presentata dall’assessore all’Ambiente, con la quale si finanziano misure per il raggiungimento degli obiettivi della raccolta differenziata, per la riduzione della produzione di rifiuti indifferenziati e per potenziare il loro recupero.  Marnati: “Raccolta differenziata ed economia circolare sono le nostre priorità e grazie a questi investimenti cresceremo ogni anno. Un passo in avanti per un Piemonte sempre più green”.

Un milione e 720mila euro dalla Regione ai Consorzi per la gestione dei rifiuti urbani. La Giunta questa mattina ha approvato la delibera, presentata dall’assessore all’Ambiente Matteo Marnati, inserita come misura specifica nel Piano Riparti Piemonte, la cui finalità è il potenziamento della raccolta differenziata anche alla luce delle esigenze, e delle criticità, emerse nel periodo della pandemia. Obiettivo: finanziare i consorzi per la gestione dei rifiuti urbani (21 sul territorio regionale) per progetti che consentano di raggiungere gli obiettivi sia di raccolta differenziata che di riduzione della produzione dei rifiuti indifferenziati e, parallelamente, il loro recupero nell’ottica dello sviluppo e del potenziamento dell’economia circolare.  Tra le tipologie di azioni “finanziabili”, la riorganizzazione dei servizi di raccolta, con il passaggio dalla raccolta stradale a quella porta a porta nelle zone in cui non è ancora in essere; lo sviluppo e l’incentivazione della tariffa puntuale, ossia la tariffa da applicare ai cittadini calcolata sulla base della reale produzione dei rifiuti; la realizzazione o l’adeguamento dei centri di raccolta rifiuti e delle aree per lo stoccaggio e la valorizzazione di quelli destinati al recupero. Finanziabili anche quelle misure che vanno nella direzione di risolvere e superare le criticità emerse la scorsa primavera per effetto della pandemia, e che potrebbero ripresentarsi nell’autunno inoltrato o nell’inverno. Per l’avvio vengono messi a disposizione dalla Regione nel bilancio 2021, 1 milione e 720mila euro. “La raccolta differenziata e l’economia circolare – commenta l’assessore all’Ambiente – sono le nostre priorità. E grazie a questi investimenti cresceremo ogni anno. Un passo in avanti per un Piemonte sempre più green”.

Studenti positivi a scuola, le nuove procedure

La Regione Piemonte ha adeguato, alla luce della nuova circolare del 12 ottobre del Ministero della Salute, le disposizioni riguardanti la gestione dei casi Covid in ambito scolastico e le procedure che devono essere seguite da un alunno risultato positivo al virus, dai suoi compagni di classe, dalle famiglie e dai docenti.

Ad illustrarle sono stati questa mattina il commissario dell’Area Giuridico-Amministrativa dell’Unità di Crisi, Antonio Rinaudo, e il responsabile del Settore Prevenzione della Regione, Bartolomeo Griglio.

Fino ad oggi, nel caso di un alunno positivo, il servizio sanitario territoriale provvedeva a una indagine dei “contatti stretti” fra i compagni di classe e gli operatori scolastici, disponendo per tali contatti l’isolamento fiduciario e un tampone molecolare di verifica dopo 4-5 giorni.

Adesso invece, in linea con quanto previsto dalle disposizioni ministeriali, nel caso di positività di uno studente la classe sarà posta in quarantena per 14 giorni, con una sorveglianza sanitaria per monitorare l’evoluzione delle condizioni di salute. Nel caso non insorga nessun sintomo durante la quarantena, gli studenti potranno riprendere la normale quotidianità e l’attività scolastica al 14° giorno, senza necessità di tampone. Nel caso invece dovesse manifestarsi durante la quarantena la presenza di sintomi, dovrà essere contattato il medico/pediatra per valutare la necessità di un tampone di verifica.

Per alleggerire il carico della quarantena che grava sulle scuole e sulle famiglie, la Regione Piemonte ha deciso però, non appena saranno disponibili i test rapidi, di applicare la possibilità prevista dal Ministero di una quarantena ridotta a 10 giorni con tampone di verifica.

Se il test rapido darà esito negativo lo studente sarà immediatamente libero al 10° giorno. Se invece risulterà positivo verrà effettuato un test molecolare di conferma.

“Potremo ridurre la quarantena a 10 giorni non appena disponibili i test rapidi, che danno il risultato nell’arco di 10 minuti – hanno spiegato Rinaudo e Griglio – a differenza dei tempi di un tampone molecolare tradizionale per il quale l’esito è disponibile dopo circa 48 ore. Una tempistica che porterebbe in pratica a ridosso della fine dei 14 giorni di quarantena, senza un beneficio concreto per le famiglie e il sistema scolastico, ma con il rischio invece di sovraccaricare inutilmente il sistema sanitario. Contiamo di partire con i test rapidi nell’arco di un paio di settimane”.

“A mio avviso oggi la scuola è uno dei luoghi più sicuri perché sono previste prescrizioni così rigide che pongono i frequentatori, studenti, docenti e personale, al sicuro”, ha sostenuto Rinaudo, tanto che “dal 20 settembre a ieri abbiamo avuto 650 studenti positivi a fronte di 8.152 tamponi fatti. Significa circa l’8%, un dato che non è tale da giustificare al momento misure drastiche”.

Dall’inizio della scuola il 14 settembre all’11 ottobre i positivi in età scolare, rispetto alla totalità dei contagi riscontrati in quel periodo in Piemonte, sono circa il 20%: nella fascia 0-2 anni il 2,3%, 0-5 anni il 2%, 6-10 anni il 4,7%, 11-13 anni il 3,7% e 14-18 anni il 7,7%.

Gli operatori scolastici risultati positivi ad oggi sono invece 226 a livello regionale.

Ricapitolando le linee guida per la gestione delle positività a scuola:

Studente risultato positivo a tampone a seguito di segnalazione da parte della scuola

– immediato isolamento del soggetto per 14 giorni;

– i conviventi saranno sottoposti a tampone nell’arco di 4-7 giorni (tempi compatibili con l’incubazione della malattia);

– nel caso il tampone dei conviventi dia esito negativo, non vi siano sintomi e le condizioni logistiche dell’abitazione garantiscano l’isolamento dal soggetto infetto sarà possibile adottare la cosiddetta quarantena attiva (esclusivamente casa-lavoro, lavoro-casa) con sorveglianza attiva sempre per 14 giorni;

– immediata quarantena per tutti i compagni di classe per 14 giorni; disposizione da parte del Dipartimento di Prevenzione della quarantena con sorveglianza passiva per i compagni;

– i familiari dei compagni di classe del soggetto positivo essendo contatti d contatto stretto non sono sottoposti ad alcuna restrizione qualora non vi siano sintomi compatibili con la COVID 19 o indizi di ordine epidemiologico;

– immediata quarantena per gli operatori scolastici; sulla base delle valutazioni anamnestiche ed epidemiologiche, gli stessi potranno essere classificati, o come “contatto stretto” oppure “contatto casuale”; nel primo caso, conformemente a quanto riportato per i compagni di classe saranno sottoposti a quarantena per 14 giorni; nel secondo caso saranno sottoposti a tampone nell’arco di 4-7 giorni (tempi compatibili con l’incubazione della malattia) e, in caso di tampone negativo e in assenza di sintomi sarà possibile adottare la cosiddetta quarantena attiva (esclusivamente casa-lavoro, lavoro-casa) con sorveglianza attiva sempre per 14 giorni.

Studente risultato positivo con sintomi rilevati presso il proprio domicilio

Nel caso in cui i tempi di insorgenza della sintomatologia manifestata dallo studente consentano di escludere un coinvolgimento della scuola, cioè siano intercorse più di 48 ore dall’ultima frequenza scolastica, si applicano le seguenti misure:

– immediato isolamento del soggetto per 14 giorni

– i conviventi saranno sottoposti a tampone nell’arco di 4-7 giorni (tempi compatibili con l’incubazione della malattia);

– nel caso il tampone dia esito negativo, non vi siano sintomi e le condizioni logistiche dell’abitazione garantiscano l’isolamento dal soggetto infetto sarà possibile adottare la cosiddetta quarantena attiva (esclusivamente casa-lavoro, lavoro-casa) con sorveglianza attiva sempre per 14 giorni.

Nel caso in cui non sia possibile escludere un coinvolgimento della scuola, si applicano le misure di cui al punto precedente.

Operatore scolastico risultato positivo a tampone presso la scuola

– immediato isolamento del soggetto per 14 giorni;

– i conviventi saranno sottoposti a tampone nell’arco di 4-7 giorni (tempi compatibili con l’incubazione della malattia);

– nel caso il tampone dia esito negativo, non vi siano sintomi e le condizioni logistiche dell’abitazione garantiscano l’isolamento dal soggetto infetto sarà possibile adottare la cosiddetta quarantena attiva per i conviventi (esclusivamente casa-lavoro, lavoro-casa) con sorveglianza attiva;

– se sono rispettate le misure di prevenzione, non si applicano provvedimenti di quarantena nei confronti degli studenti o degli altri operatori scolastici;

– nel caso in cui vi sia il fondato sospetto del mancato rispetto delle misure anticovid, gli studenti delle classi e gli operatori scolastici identificabili quali contatti stretti saranno sottoposti a quarantena;

– per i familiari dei predetti, trattandosi di contatti di contatti stretti valgono le disposizioni di cui sopra.

Coronavirus, i nuovi contagi sono oltre 1100

CORONAVIRUS PIEMONTE: IL BOLLETTINO DELLE ORE 17

 

29.308 PAZIENTI GUARITI E 651 IN VIA DI GUARIGIONE

Oggi l’Unità di Crisi della Regione Piemonte ha comunicato che i pazienti virologicamente guariti sono 29.308 (+62 rispetto a ieri), così suddivisi su base provinciale: 3577 (+4) Alessandria, 1666 (+0) Asti, 923 (+7) Biella, 2885 (+19) Cuneo, 2746 (+11) Novara, 14.859 (+12) Torino, 1402 (+2) Vercelli, 1046 (+2) Verbano-Cusio-Ossola, oltre a 204 (+5) provenienti da altre regioni. Altri 651 sono “in via di guarigione”.

I DECESSI SONO 4198

Due i decessi di persone positive al test del Covid-19 comunicati dall’Unità di Crisi della Regione Piemonte, di cui nessuno verificatosi oggi (si ricorda che il dato di aggiornamento cumulativo comunicato giornalmente comprende anche decessi avvenuti nei giorni precedenti e solo successivamente accertati come decessi Covid).

Il totale è di 419deceduti risultati positivi al virus, così suddivisi per provincia: 688 Alessandria, 257 Asti, 214 Biella, 402 Cuneo, 388 Novara, 1848 Torino, 227 Vercelli, 133 Verbano-Cusio-Ossola, oltre a 41 residenti fuori regione ma deceduti in Piemonte.

LA SITUAZIONE DEI CONTAGI

I casi di persone finora risultate positive al Covid-19 in Piemonte sono 43.990, +1123 rispetto a ieri di cui 687 (61%) asintomatici.

Di questi 1123 casi: il motivo del tampone riguarda 357 screening, 471 contatti di caso, 295 con indagine in corso; la distinzione per ambiti ne riporta 140 in Rsa, 179 nella scuola, 804 tra la popolazione generale; 3 gli importati.

La suddivisione complessiva su base provinciale diventa: 4926 Alessandria, 2370 Asti, 1430 Biella, 4868 Cuneo, 4051 Novara, 22.346 Torino, 1895 Vercelli, 1379 Verbano-Cusio-Ossola, oltre a 357 residenti fuori regione ma in carico alle strutture sanitarie piemontesi. I restanti 368casi sono in fase di elaborazione e attribuzione territoriale.

I ricoverati in terapia intensiva sono 5(+rispetto a ieri).

I ricoverati non in terapia intensiva sono 780 (+79 rispetto a ieri).

Le persone in isolamento domiciliare sono 8998.

I tamponi diagnostici finora processati sono 859.206 (+9721 rispetto a ieri),di cui 455.553 risultati negativi.

Evitare gli assembramenti ma non penalizzare le attività economiche. Le proposte della Regione

Si è appena concluso il videocollegamento con gli altri Presidenti di Regione per discutere con il Governo le prossime misure di contenimento

Scrive su Facebook il presidente del Piemonte  Alberto Cirio:”Abbiamo chiesto di non penalizzare ulteriormente i locali con altre riduzioni di orario, mentre è fondamentale evitare gli assembramenti che si creano fuori dagli esercizi pubblici dopo la chiusura, altrimenti si vanifica il sacrificio che questa misura già comporta per il settore. Sulla scuola abbiamo chiesto al Governo di alleggerire il carico del trasporto locale attraverso il potenziamento della didattica a distanza, limitata però agli ultimi anni delle superiori. Il Governo ascolti la nostra voce fatta di prudenza, ma anche di buonsenso”.

Cirio batte Azzolina, si continuerà a misurare la temperatura a scuola

Il ricorso del Governo è stato dichiarato improcedibile

Il Tar del Piemonte ha pronunciato ieri  la sentenza definitiva sul ricorso presentato dal Governo contro l’ordinanza della Regione Piemonte per la verifica da parte delle scuole dell’effettiva misurazione della temperatura a casa agli studenti, come previsto dalla legge nazionale.

Il Tar, accogliendo le motivazioni del Piemonte, ha anche dichiarato il ricorso “improcedibile”, dal momento che l’ordinanza impugnata è scaduta lo scorso 7 ottobre.

Il provvedimento continua a essere in vigore, essendo stato confermato con due nuove e successive ordinanze, l’ultima firmata proprio l’altro ieri dal presidente della Regione Piemonte, Alberto Cirio.

“Il Tar aveva già manifestato di aver compreso le nostre motivazioni non accogliendo a settembre la richiesta del Governo di una sospensiva d’urgenza dell’ordinanza – sottolinea il presidente Cirio – Questa sentenza conferma le nostre ragioni. Il Piemonte ha scelto di introdurre un livello di controllo in più per garantire maggiore sicurezza ai suoi cittadini, alle scuole e alle famiglie, con il pensiero rivolto ai nostri figli ma anche ai nonni che sono tra i soggetti più vulnerabili di fronte alla pandemia”.

La Regione Piemonte ricorda che la verifica delle scuole integra e dà più efficacia all’obbligo di ogni famiglia di misurare la temperatura al mattino ai figli prima, così come previsto dalla legge dello Stato, introducendo per gli istituti un controllo in più prima che inizi l’attività didattica, cioè che la misurazione sia veramente stata fatta dalla famiglia. La verifica da parte della scuola può avvenire attraverso una semplice certificazione o nel modo ritenuto più idoneo. Nel caso in cui l’alunno non abbia la certificazione della famiglia, allora l’istituto ha l’obbligo di misurargli la temperatura.